tasso, n-iii-560: -ma può egli infingere il verace? -veggaselo socrate e giotto
per lusinghe tirato nel trattato, con infingere di non sapere se non la corteccia [
= comp. da dis-con valore rafforzativo e infingere (v.). disinfinto
infìgnere e deriv., v. infingere e deriv. infignito, agg
= deriv. da infìgnere (v. infingere) col sufi, lati- neggiante -tùdine
biasimo. = deriv. da infingere col suff. spreg. infingardo2,
infìngere (ant. infìgnere, infègnere, infingere, enfègnere), intr. per
guittone, 456: tempo è da infingere di non vedire. latini, rettor.
, attribuendomi lo star cheto e l'infingere di non sentire, parte a ignoranza
ii-8-290: tu partecipi anche, non t'infingere, più d'ima delle mie singolarità
10-viii- 188: io non so infingere. tasso, 19-72: risponde egli
.. sì amica come l'infingere. -mistificare. albertano volgar.
: era troppo giovine per sapersi già infingere. oriani, ii-28-180: quello di mimy
dalla scuola donnesca le false lezioni d'infingere. -in relazione con una prop
in odio a me: non t'infingere! -m'infingo tanto, che nessuna
nonno quasi si doleva di non potersi infingere nuovamente folle. saba, 145:
già era luogo di potere appena infingere qualunque cosa. = voce dotta,
di infingente, part. pres. di infingere. infìngévole { infignévole),
treccia. = agg. verbale da infingere (sul modello di favorevole, consapevole
iddìi. = deriv. da infingere. infingitóre (ant. infignitóre
ii-78: gli letter. l'infingere; disposizione, congenita o acquisita,
. = nome d'agente da infingere. la forma del femm. è
ch'elli compresero essere più acconcia cosa infingere la paura con servigio che coprirla coll'armi
crusca]: noi simigliantemente diciò ci dobbiamo infingere con occhi socchiusi. loredano, 190: