mi abbandonai a questa mia nuova vena che immaginavo abbondante e che doveva invece rivelarsi ben
e. cecchi, 1-197: m'immaginavo la festa di quegli uomini, vicini
rappaciamenti. d'annunzio, iv-2-1090: immaginavo di essere come una di loro.
lì toccato dall'umiltà del luogo, immaginavo d'essere io l'arciprete. montano
che abbaia? d'annunzio, iii-1-272: immaginavo di farmi giardiniere di un piccolo giardino
colazione, la mattina dello sbarco, li immaginavo a tutti i piani del transatlantico,
gente in ferie e spensierata, come allora immaginavo le stazioni climatiche. 18
in ferie e spensierata, come allora immaginavo le stazioni climatiche. g. bassani
il quale, nella mia serietà, immaginavo di non essere tagliato.
. e. cecchi, 1-26: m'immaginavo che fuori, nella mattinata ancora estiva
oggetto confezionato col sughero; ma non immaginavo che se ne potessero trarre mobili
sempre in ritardo. sbarbaro, 1-83: immaginavo d'essere io l'arciprete;.
pollò acqua fangosa. angioletti, 129: immaginavo le guardie lanciarsi con le daghe sguainate
del vetturino. moravia, xii-295: immaginavo cecilia indaffarata con i bambini e con
quella di tallarico, nel modo che immaginavo potesse anch'essere, ché in quel
dall'incorrotta pazienza dei venti salinosi, immaginavo vele, da tanti secoli morte, nell'
giovinezza? barilli, 5-145: l'immaginavo, rude, arretrato, diroccato,
di dietro la porta, ecco, l'immaginavo ricaduto supino sui guanciali, esanime,
due linee. fogazzaro, 4-48: immaginavo febbrilmente che ne fosse commossa, che
in ferie e spensierata, come allora immaginavo le stazioni climatiche. -figur.
san francesco lo perdevo di vista, immaginavo che, dietro il fumo fiatato dalle
1-35: identici a questi fremiti dell'universo immaginavo i loro amorosi abbandoni in sul finire
quasi solida, cadere e muggire. immaginavo le campagne fumanti e inondate, il
al mondo. pavese, 6-149: immaginavo le campagne fumanti e inondate, il
del rosario. albertazzi, 477: l'immaginavo nell'atto di spiccare le dolci grane
itallia. redi, 16-viii-324: m'immaginavo, che... avesse fatto
. redi, 16-viii-324: m'immaginavo, che dato di mano ad una
corporea irascibilità. angioletti, 106: immaginavo quei mariti e quelle mogli tornare nelle
in firenze. landolfi, 8-74: immaginavo di scannare mio padre leggente col coltello
-fremente. marotta, 6-79: li immaginavo, non so perché, immobili uno
lupigno. bocchelli, ii-304: [immaginavo] che quell'ululo sfigurato e snaturato
, toccato dall'umiltà del luogo, immaginavo d'essere io l'arciprete; quando -e
concorrenti. cassola, 2-342: lo immaginavo che non fosse a roma..
tommaseo, 2-i-365: giovanettino, me l'immaginavo / che tu me tèssi a far
l'altra. pavese, 10-198: immaginavo un caso o un personaggio e lo facevo
ardenti e torrentizie, per reazione io immaginavo un programma bianco composto unicamente di minuetti
non per lui, per me stessa. immaginavo di pagare il pedaggio della tranquillità.
stessa parola. pavese, 10-198: immaginavo un caso o un personaggio e lo
» fa lei esasperata « me lo immaginavo sai che avresti piantato questa grana »
mai ancora in città, duca? ti immaginavo in vacanza. e che cravatta:
ricevute. marotta, 6-79: li immaginavo, non so perché,
tivo 'di quanto mi immaginavo. -antipatico, scostante.
, distrazione. malerba, 1-159: immaginavo anche che le traverse della strada che
dal panico, con la purezza riottosa che immaginavo in lei, forse ancora adolescente,
scritti entro il settembre del 1943, immaginavo fra me... una maniera di
ardenti e torrentizie, per reazione io immaginavo un programma bianco composto unicamente di minuetti
su, el venti salinosi, immaginavo vele, da tanti secoli morte, nel
sbrigativo. piovene, 7-349: come immaginavo sono anche gli avanzi dell'adbazia di
: gli scando- lezzamenti pisani me gl'immaginavo fra me e me. b. croce
castelnuovo, 2-9: « me lo immaginavo », disse gabriele zoè lo
albertazzi, 514: al sorriso che immaginavo seguire a tali parolemi raccoglievo in me con
uomini giovani, ora che non la trovavo immaginavo gertrude con una fantasia fin troppo spinta
! albertazzi, 514: al sorriso che immaginavo seguire a tali parole mi raccoglievo in
ardenti e torrentizie, per reazione io immaginavo un programma bianco composto unicamente di minuetti
il coinquilino dell'atelier d; m'immaginavo dovesse avere un aspetto tombale.
sapete quel che credevo, ma non immaginavo mai di dovere capovolgere il mio sentimento
di fronte a questo dipinto e lo immaginavo cosa dell'ottocento, un ottocento, s'
. idem, 21-182: io per esempio immaginavo che se ne sarebbe guadagnata almeno un