il crin s'infiora. morando, iii-231 : uscito il rio dalla prigion del gielo
foggia, che di molto è soderini, iii-231 : levano via tutte le tele dei bruchi
doglia il mio gioire eterno. morando, iii-231 : col variar di giro alterno /
s'infiamma o verna. morando, iii-231 : uscito il rio della prigion del
tutte le cose. anonimo fiorentino, iii-231 : fa [l'arco celeste]
che non creasse amanti. morando, iii-231 : a lieti versi in dolce mormorio,
arca di s. antonio. marino, iii-231 : in un'arca di marmo,
moribonde aride foglie. morando, iii-231 : rotto del verno antico il fosco velo
dal calore eccessivo. morando, iii-231 : mille nel regno suo musiche gole /
che canta il maggio. beltramellì, iii-231 : da qualche notte si udivano i
come di sopra è detto. savonarola, iii-231 : così vedi una pianta, se
combattere le proprie passioni. deledda, iii-231 : « era un uomo di senno
soderini, iii-231 : le locuste fanno andar via le culici
uomo l'immagine di dio. pisacane, iii-231 : la proprietà ha cangiato possessore ma
guasto, alterato. lanzi, iii-231 : stefano paoluzzi, cittadino veneto, è
nell'esercizio del ventaglio. goldoni, iii-231 : sappia, eccellenza, che un
: qualunque bon architetto goldoni, iii-231 : sappia, eccellenza, che un certo
al balcon fuora. berni, 37-26 (iii-231 ): al fin de le parole
capostazione da molto tempo. serra, iii-231 : avevo chiesto alle ferrovie uno dei
senza vedersi il perché. vallisneri, iii-231 : divenuti gli occhi
, curvatura, ondulazione. milizia, iii-231 : gl'incisori danno vita alla stampa
uno stile; modellarsi. giusti, iii-231 : le cose umane si foggiano e si
. -figur. pisacane, iii-231 : la filosofia civile,...
che vinca uno de'combattenti. gioberti, iii-231 : indurino il corpo, avvezzandolo al
aver la viriltà congiunta. morando, iii-231 : rotto del verno antico il fosco
sineddoche: uccello canoro. morando, iii-231 : mille nel regno suo musiche gole
- anche per antifrasi. giusti, iii-231 : io non mi lascio attraversare il cervello
fregio illustre e chiaro. morando, iii-231 : de le sfere al suon con piè
guidardonato del suo fervente amore. aretino, iii-231 : sì nobil patria / guiderdona poi
. infittito. a. cattaneo, iii-231 : buona siepe, buon fosso, forti
, spingere al peccato. cavalca, iii-231 : cristo disse nel vangelo: se l'
tarello. della casa, iii-231 : io ho mandato a mad. isabetta
e nell'accoppiamento delle parti. menzini, iii-231 : ella non è l'inflessione del
, chiuso, occluso. baruffala, iii-231 : se mai è stato necessario l'uso
contegno di quel popolo. colletta, iii-231 : genova, investita dagli anglo-siculi e
piena sincerità, apertamente. gherardi, iii-231 : se non ci fosse alcuna congettura
. figur. uccisione. guerrazzi, iii-231 : adesso fanno il corteo delle truci
nome delle viole mammole. roberti, iii-231 : la primavera giovine viene modesta modesta
) superiore ed inferiore. vallisneri, iii-231 : sono [i denti] radicati ne'
sia legato a matrimonio. ottimo, iii-231 : folco indifferentemente amò maritate e vergini
alla molta venustà di lui. dossi, iii-231 : nino si diede a chiamare la
la pecora da montagna. conciliatore, iii-231 : secondo la più recente statistica della
stessa specie o razza. conciliatore, iii-231 : secondo la più recente statistica della
-ripetuto con valore intensivo. calandra, iii-231 : pagano non ascoltava niente, guardava
né enea creusa. ottimo, iii-231 : nota che dice 'noiando ', cioè
l'aria i campi immensi. pananti, iii-231 : è da temersi la nuvola di
malessere, tormento esistenziale. tasso, iii-231 : s'i prieghi d'un gentiluomo sincerissimi
ha tratti. b. giambullari, iii-231 : qual fu cagion di tanti e tanti
oscuro luogo della paflagonia. pananti, iii-231 : sono da paventarsi i berbers nelle
si convenne al pelo. ottimo, iii-231 : qui mostra folco quanto la influenza
-ferita, squarcio. calandra, iii-231 : pagano... guardava il romito
capelli, era presente. ottimo, iii-231 : folco indifferentemente amò maritate e vergini
rossastra tremolò sulla via. beltramelli, iii-231 : dèvila si scioglieva i capelli alla
liste orizzontali. a. cattaneo, iii-231 : buona siepe, buon fosso, forti
a la sua dolce requie. musso, iii-231 : alla requie deh'anime succede la
esercitata da altri. guicciardini, iii-231 : il gonfaloniere, pentitosi della vanità
. -rifl. ottimo, iii-231 : amò [folchetto] per amore adalgisa
lavorazione. anonimo [in bellori, iii-231 ]: quando incominciarono a sentirsi le
magma bassa a firenze. guicciardini, iii-231 : gli ambasciamoli che andavano al viceré
-estraneo, alieno. cavalca, iii-231 : però si conviene, chi vuole avere
è ancora in tempo. mazzini, iii-231 : giovani italiani! se vi è
. leccio selvatico. soderini, iii-231 : certe [piante] ne sono che
vibrazione sonora, ronzio. dossi, iii-231 : volata via la vespa, rimaneva lo
mi mangi a colazione! passeroni, iii-231 : non è giusto che, send'io
grande spronate e bastonate. alberti, iii-231 : più che gli altri piace quel destriere
orecchie è cosa superabundante. savonarola, iii-231 : quello che è superabbundante alla salute
per tutto il globo. calandra, iii-231 : non potendo più soffrire mio dolore,
unfrutto). a. cattaneo, iii-231 : nel cominciar a tingersi le uve al
ieri il nostro zio carissimo. beltramelli, iii-231 : ne eravamo turbati. dèvila si
usare fraude et delusione. guicciardini, iii-231 : il gonfaloniere, pentitosi della vanità del
valore morale). manzoni, iii-231 : i fatti non ottengono una vittoria totale