di versi divoti. d'annunzio, iii-2-245 : non dimenticare ne'tuoi canti, /
anima, spento. d'annunzio, iii-2-245 : il fermento dell'empietà si risolleva nella
contristar la diletta. d'annunzio, iii-2-245 : non dimenticare ne'tuoi canti, /
iaspidi, le agate. d'annunzio, iii-2-245 : già le lodasti la sua chioma
una piaga). d'annunzio, iii-2-245 : ella tace... premendo su
, gli perdono. d'annunzio, iii-2-245 : il fermento dell'empietà si risolleva
dall'orizzonte splende. d'annunzio, iii-2-245 : la scorge ella nell'orbe del suo
d'animo). d'annunzio, iii-2-245 : la donatrice della cetera si riprofonda
nell'ombra). d'annunzio, iii-2-245 : la donatrice della cetera si riprofonda
sonno. settembrini [luciano], iii-2-245 : levatosi la mattina il garzonetto del
animali. settembrini [luciano], iii-2-245 : maneggia tessali cavalli, ed egli