essa la sua lingua. giusti, ii-398 : mentre i mille vociferatori s'acquattavano,
-per simil. deledda, ii-398 : in quei momenti d'incoscienza la
pettini e i suoi nastri. panzini, ii-398 : sarai fresco di studi, bimbo
? -vattel'a pesca. panzini, ii-398 : « e quanto di paga? »
era già bell'e andata. panzini, ii-398 : « oh, signor conte,
benefiziato oltramonti. bandello, 3-27 (ii-398 ): diede buone parole per risposta,
ducati millecinquecento. bandello, 3-27 (ii-398 ): capitano, io non so
nel vizio della lussuria. ottimo, ii-398 : il concupiscibile [appetito] seguita beni
in quell'albero quieto. panzini, ii-398 : ti metterò in corrispondenza con la signora
e col cuore sulle labbra. giusti, ii-398 : io a parlarti col cuore in
a rallegrar mi vegno. arici, ii-398 : e pria che la sonante arguta voce
, oltra tutti gli altri. cesarotti, ii-398 : ier sera la scolaresca in folla
protesi invan nervi rodea. arici, ii-398 : tra la polve e lo sfasciume
distrazione; vediamo un poco. monti, ii-398 : amo di pensare piuttosto il vostro
sé chiama. b. davanzali, ii-398 : bucero e martire eran gli oracoli;
quali erano chiamati asceti. arici, ii-398 : tra la polve e lo sfasciume /
cibi). i. nelli, ii-398 : finiamola meglio in cucina. sì,
naturale delle leggi fisiche. monti, ii-398 : moscati è stato onorato di una
o * falda '. verga, ii-398 : lo zio marchese era in fracche,
. -anche sostant. arici, ii-398 : uno scricchiar di seggiole, un bisbiglio
ingiuriare con villane parole. giannone, ii-398 : chiunque volesse andar dietro a tutte queste
portogallo. foscolo, gr., ii-398 : canta la fama che le grazie un
boschi. 0. targioni tozzetti, ii-398 : violine di macchia o salvatiche.
vita d'apostolo. b. davanzali, ii-398 : perché cramnero arcivescovo era luterano:
la grazia di dio. monte, ii-398 : ha dimostrato in voi la vertudiosa
in guanti. foscolo, gr., ii-398 : le grazie un giorno / vider
-con valore avverb. d'annunzio, ii-398 : è gran vento alle finestre: geme
corruccio, disappunto. arici, ii-398 : all'intorato / supercilio diresti e al
alcun fondamento reale. papini, ii-398 : per il pragmatismo potranno aver
ricetto fanno tutto il merito. lanzi, ii-398 : carlo re ravvivò in certo modo
uomini aridi e legnosi. moretti, ii-398 : l'istitutrice tedesca, da gran tempo
passate a seconde nozze. de marchi, ii-398 : -che cosa voleva aquilino? -che
fusse di guerra uscito fuora. filangieri, ii-398 : in questa occasione i giuochi
mai servir credeasi nato? pananti, ii-398 : sulla cima della montagna signoreggia il
leggerete un mercimonio farsi. foscolo, ii-398 : fa dell'anima sua vii mercimonio.
poter liberarsi del parto. pindemonte, ii-398 : nobili arredi e pellegrini, / di
vivo e di attuale. pananti, ii-398 : sapientemente è stato pur detto che
copiare. pellico, conc., ii-398 : assunto ardito infatti se si considera
può disi- derar meglio. soderini, ii-398 : a cimentare se [lo zafferano
o diversamente; necessariamente. monte, ii-398 : merzé vi chero di me aggiate pietanza
onde la fa peccare. monte, ii-398 : radice e pome, fontana amorosa /
coltello taglia il nodo gordiano. panzini, ii-398 : aquilino non poteva credere ad una
arabi non furo visti mai. soderini, ii-398 : vuole essere [lo zafferano]
man l'onorario regalo. filangieri, ii-398 : i 'giuochi onorari 'dei romani
cuore, atterra il bene. segneri, ii-398 : quel signore medesimo, il quale
ingegno e nella prudenza. segneri, ii-398 : poi si dirà che egli patì
tuo strale orrendo ». segneri, ii-398 : quivi fu il contrasto orrendissimo, come
/ non fate broncio. giuliani, ii-398 : di mio marito ebbi novella in
di artefici e di cose d'arte, ii-398 : priegovi che no vogliate acattare pecato
. borsa di studio. lanzi, ii-398 : stabilite pensioni per mantenere in roma
l'uno l'altro. moretti, ii-398 : ti sei accorto che quei due si
era divisa la città. filangieri, ii-398 : i giuochi plebei rammentavano l'espulsione
a pizzicargli le nari. lanzi, ii-398 : stabilite pensioni per mantenere in roma
suo. b. davanzati, ii-398 : l'apocalisse, ove ogni parola è
-osservazione, rimprovero. musso, ii-398 : de'giovani insolenti e immodesti si dice
turba cos'alcuna amara. spallanzani, ii-398 : sempre più mi accorgo esser difficile l'
(una nave). barilli, ii-398 : in mezzo al fiume c'è un
una questione qualsiasi. de marchi, ii-398 : don giosuè scrisse la rettifica sopra
d'intensità, attenuare. segneri, ii-398 : in noi le passioni nostre son sì
unigenito figliuolo verbo umanato. lemene, ii-398 : gesù risorse; e con pietoso
di una proprietà. pallavicino, ii-398 : temevano mutamento di religione e ritogliménto
s. maria maddalena de'pazzi, ii-398 : con quanta reverenzia, con quanta
terribile romanzo di passione. deledda, ii-398 : in un attimo ella ricordò tutto
dieci comi ». b. davanzati, ii-398 : l'apocalisse, ove ogni parola
il mondo. b. davanzati, ii-398 : l'apocalisse', ove ogni parola è
il ridente quadro. arici, ii-398 : tra la polve e lo sfasciume /
con un attizzatoio. luzi, ii-398 : unico punto vivo nella notte di benares
s. maria maddalena de'pazzi, ii-398 : con quanta reveren- zia, con
smarrito è sì soave segneri, ii-398 : quando, al levarsi d'un'improvvisa
vi 'nde porto onora. monte, ii-398 : radice e pome, fontana amorosa /
al grado più elevato. lanzi, ii-398 : ferdinando iv, premendo le stesse orme
una restar soggiogata dall'altra. lanzi, ii-398 : stabilite pensioni per mantenere in roma
data luce. francesco da barberino, ii-398 : o per men doglia / di me
un testo. b. davanzati, ii-398 : la sacra bibbia... volgarizavano
de le genti vinte. de amicis, ii-398 : una bella ragazza bruna, esuberante
troppo arenosa. arti e mestieri, ii-398 : lo stritolarsi che farà fra le
uno stato d'inquietudine incessante. palazzeschi, ii-398 : sono rimasto teso tutto il giorno
(un arto). giuliani, ii-398 : sdrucciolai e mi si troncò il piede
prender pesci e lombrichi. santi, ii-398 : è stazionato in queste acque un
sul molle seno e giuliani, ii-398 : se mi venisse a mancare lui,
prosopopea e presunzione. giusti, ii-398 : mentre i mille vociferatori s'acquattavano,
dello oriente. g. soderini, ii-398 : il zafferano fiorisce ogni anno; e
al gusto. g. soderini, ii-398 : la zea, cioè la spelda,