vero d'omo alcun di suo le- gnaggio. dante, 11-6: lo meo servente
: questi della tosa furono uno le- gnaggio co'bisdomini e padroni e difenditori del vescovado
egro e difforme / l'uman le- gnaggio, e la sua luce e torme /
la dependenzia mia e di che le- gnaggio nata sia, certamente per debito di conscienzia
suo re seco e 'l suo le- gnaggio tutto, / com'al ciel piacque,
sarà meglio! / il mio le- gnaggio non sarà dispetto. / qui durendal,
, v-1-286: la degnità del le- gnaggio congiunta con la scienza infonde in altri nuovi
sacchetti, 188-109: quello che l'avaro gnaggio e allevata in una di quelle gran case
la femmina è di più alto le- gnaggio ed ell'è falsa e rea di sua
acciocché tu non traligni dal tuo le- gnaggio, il quale è tanto soperchievole e superbo