73): e quante volte io la giungo, tante con questo stocco, col
cane impaurito. panzini, ii-151: giungo, infine, al bagagliaio, e
: percorro il treno. è deserto. giungo, infine, al bagagliaio, e
: per barricate. settembrini, 1-197: giungo al largo della carità, e
), le quali son tessute di giungo. poi le gabbie così piene s'incastellano
. deh, dimmi, in tempo giungo? appena / chiederlo ardisco; son
, / che 'n una ched e'giungo 'n sua contrada, / sì mi fa
al giardino. piovene, 5-43: giungo adesso alla villa... vi penetro
corpo di giuda, s'io vel giungo. s. degli a rienti, 90
/ ma, s'io ti giungo, vedi come frulli. soffici, 1-169
., 3-7 (323): giungo testé qui mandato da dio a convertire le
de'probabili e persuasivi discorrimenti mettendomi, giungo a gran pena al verisimile d'alcune
cecità giunge a tanto eccesso ch'io giungo a persuadermi che niuno presentemente possa ardire
tante lodi esterne e vere / mai giungo al fin, ben potrà dire apollo:
stupidamente vigliacche tante persone! io non giungo a farmene una ragione. de roberto,
852: mila, corro e li giungo sul cammino / e fo priego al
sprono il cavallo, e con tempesta / giungo a colpirlo in mezzo della testa.
intessermi altre matasse, perché, se giungo ad esserne certo, le straccio, e
son di quei che dicon: -or la giungo: - / e, quando ben
di verrua. nievo, 1-226: giungo lì presso agli angeli, ed eccoti
. savinio, 1-165: non giungo in tempo per assistere alla sconfitta
1-556: di mia giornata appena / giungo al meriggio, e tu se'giunto
, gióngere; pres. ind. giungo, giungi; pass. rem. giunsi
2-135: se più verso a questo canto giungo, / temo vi offenda il suo
/ vo sempre, e mai non giungo. bonarelli, xxx-5-16: io non so
segneri, iii-3-349: guardate a che giungo! sto per dire che non facciate
dal pagliericcio, e seguitando la guida, giungo in certe camerette, dove solevano chiudersi
lento s'imbianca. ojetti, ii-213: giungo a casa che il cielo su monte
quanto a me, sempre ch'io giungo, impanno, / e la fante mi
7-33: inciampicando nel divino esistere / io giungo a riconoscermi nel sasso / che sospira
g. gozzi, i-17-146: non giungo ora qui per infestarti / con femminili sdegni
su l'arena. alfieti, 1-1113: giungo / tradito, solo, inonorato e
per la selva selvaggia ove no 'l giungo / duri l'irrefrenabile galoppo. borsi,
di mal affare. tasso, 12-34: giungo ad un torrente, e riserrato /
ma se al contrario senza baffi io giungo, / non mi guardan nemmen quanto son
un pochino. pananti, i-84: giungo a un albergo in qualche luoghicciolo, /
, di fianco. pascoli, 456: giungo dove il greto / s'allarga,
. petrarca, 308-14: poi ch'i'giungo a la divina parte / ch'un
giallo aranciato. barilli, 5-27: giungo sul ponte ancora in tempo -il sole
non intessermi altre matasse, perché, se giungo ad esserne certo, le straccio.
alle 4 e minuti del mattino e giungo a lucca, mi pare, verso
: or che disciolto a te giungo votivo. / questo model del mio
stanco, anelando, io poi vi giungo a pena. bellori, ii-190: siedono
! petrarca, 308-13: poi ch'i'giungo a la divina parte / eh'un
notte nebulosa. alfieri, 5-229: giungo al fin dove in nebuloso velo,
né, perch'io m'affatichi, giungo ancora / di tanti pregi vostri al
il giogo. guerrazzi, 18-155: giungo ad azzannare il lupo dietro la nuca,
mia speme, in tempo ancora io giungo / di riveder, riabbracciar le care /
il giovane, 9-517: quand'io giungo ove mercato / sia o sia fiera o
mobile pavimento. alfieri, 9-58: giungo al fin dove in nebuloso velo / di
, 208: io... giungo peregrino e tanto / dal mio povero
annunzio, i-185: pur io la giungo alfine; le mani entro i fulvi capelli
ordini abbiamo dati insieme, che come io giungo in paese, si vedrà s'egli
. né, perch'io m'affatichi, giungo ancora / di tanti pregi vostri al
: badere e lasciare tutti quelli che giungo a vedere. presonzione e opinione che porta
alle 4 e minuti del mattino e giungo a lucca, mi pare, verso le
da vari mesi ch'essa è aperta giungo in ritardo non solo, ma all'indomani
e quieto. martello, 6-ii-569: giungo alfin dove un fiume versa oleose e
giù per la scala di servizio, giungo alla scuderia, già a quel tempo
io gittai il ferro e fuggii via. giungo ansando nelle mie stanze; fatto rifascio
è perpetua. tasso, 12-34: giungo ad un torrente e riserrato / quinci dai
ogni venerdì in su questa ora la giungo qui e qui ne io lo strazio che
a rischiararti in tempo / forse ch'io giungo. petruccelli della gattina, 4-117:
meco, il corso invio, / e giungo ad un torrente, e riserrato /
alleno gagliardamente al lancio del sasso; giungo a virtuosità inaudite e riesco stupende capriole
laude dei bianchi toscani, xcvi-129: quando giungo al loro albergo, / ciaschedun mi
: giù per la scala di servizio, giungo alla scuderia, già a quel tempo
ben ch'ognor m'aweggia / come non giungo di tant'opra al segno, /
1-iv-505): quante volte io la giungo, tante con questo stocco, col quale
, ve ne prego, s'io non giungo a quel segno che bisognerebbe. g
né, perch'io m'affatichi, giungo ancora / di tanti pregi vostri al minor
.). chiabrera, 5-81: giungo che malamente io posso uscirne, avendo
di simmetria. alfieri, 9-68: giungo; e, in fatti, un simmetrico
'l qual sì spesso a le sue opre giungo ». màrzia, iii-487: '
sbarbaro, 5-77: non applaudo finché non giungo a sincerargovoni, 527: tra il
sóqo, sósso, sóuzo, sózo, giungo al fin dove in nebuloso velo, /
il seno, adorando piaceri che mai non giungo a gustare; io più non voglio
, spectami, che se io ti giungo, io t'uciderò. aretino, 20-306
iddio signore, / a comprenderlo non giungo. calvino, 8-96: la fungaia un
venerdì in su questa ora io la giungo qui e qui ne fo lo strazio che
dei bianchi toscani, xcvi-129: quando giungo al loro albergo, / ciaschedun mi
ordini abbiamo dati insieme; ché come io giungo in paese, si vedrà s'egli
venerdì in su questa ora io la giungo qui, e qui ne fo lo strazio
mi alleno gagliardamente al lancio del sasso; giungo a to, se ne dimorava l'ambasciatore
n. franco, 4-193: a pena giungo al lito, che i nocchieri mi
paese del sole, ellade e caucaso. giungo a histria, istria, alla città