, che alla campagna / si gittàr lieti. de roberto, 235: tutti
cacio con polta, / e vin vecchio gittàr molte fontane, / gridando ella per
cacio con polta / e vin vecchio gittàr molte fontane. d'annunzio, 1-362:
prodaro alfine. / volser le prue, gittàr l'ancore; e i legni, /
ognun devoto / purificarsi, e via gittàr nell'onde / le sozzure, e dal
, in quella furia stolta, / gittàr la notte con istran pensiero: / chè
scudi: / suonar come campane e gittàr vampo, / come talor sotto 'l martel
e poi, cadute in mar, gittàr tal morbo / che di sei tre e
, cent., 76-54: poscia il gittàr dalle finestre in terra. / e
è morta: que'torvi scherani / la gittàr, già spirata, nell'onda.
città). salvini, 22-i-339: gittàr le fondamenta / di tebe dalle sette