i-410: mendicanti... con un fortore d'acquavite fuor dalla bocca sdentata.
una giovinezza troppo a lungo macerata nel fortore degli aromi e trascolorata nell'ombra dei
cacio serbevole, che abbia acquistato del fortore, cioè un sapore piccante. -cacio occhiuto
in quel luogo un tanfo, un fortore, che sentiva della lunga giornata di sole
altrove resiste negli unti dei soffritti, nel fortore degli agli, delle cipolle e del
a terra, decapitata. un acre fortore dolciastro riempie il corridoio, tutti mi
rotola a terra, decapitata. un acre fortore dolciastro riempie il corridoio. landolfi,
, magari che torna a gola con fortore di zolfo, lustravo i portici: vuotato
sotto la cortina delle piante, il fortore della moltitudine, il sudore, il fermentare
ferocia e dell'odio, e dal fortore ebrioso del sangue e del carnaio e dei
anche i calepini più teologici, un fortore di tartaro e di feccia. c.
prime che una vaga macchia biancastra, un fortore caldo ne emanava. -figur
dall'abisso oscene fiatate, come il fortore d'un limo primordiale, brulicante di
schifo quel lezzo caprino (e quel fortore così sapiente de'becchi. soderini,
], alle quali stando insieme leveranno il fortore. b. davanzali, ii-497
b. davanzali, ii-497: quel fortore, che la vinaccia piglia di sopra
. baldinucci, 2-3-27: un certo fortore che mandan fuori i colori mescolati con
acqua di colonia, per toglier quel fortore di camera. d'annunzio, ii-248:
pasti / infuriavano 1 maschi / col fortore delle ascelle. bartolini, 1-200:
. bartolini, 1-200: vampate di fortore sortivano dallo strame disfatto e dalle immondizie
fornello acceso e subito se ne levò un fortore di aromi e di aceto.
d'annunzio, v-2-154: sento il fortore dei secoli come qui sento l'odore
3. sapore acre; odore pungente; fortore. = deriv. da forza;
una stanzaccia puzzolente di fradiciume e di fortore di tabacco. 2. figur
b. davanzali, ii-497: quel fortore, che la vinaccia piglia di sopra,
b. davanzali, ii-497: quel fortore, che la vinaccia piglia di sopra
il lago di lesina e la torre fortore (gargano), e, localmente assume
la state i piè gialli, e quel fortore, che la vinaccia piglia di sopra
, magari che toma a gola con fortore di zolfo, lustravo i portici.
... toltosi di dosso quel fortore del grasso, que'modi lerci,
d'annunzio, v-2-154: sento il fortore dei secoli come qui sento l'odore del
. e. cecchi, 7-97: il fortore della moltitudine, il sudore, il
pasti / infuriavano i maschi / col fortore delle ascelle. moravia, xiii-331: questo
e. cecchi, 7-97: u fortore della moltitudine, il sudore, il
gadda conti, 1-473: sente il lanoso fortore delle bestie. -rivestito di lana
il reticolo dei rampicanti impregnati di un fortore lumacoso. bigiaretti, 11-37: dava
maceratoio. d'annunzio, iv-2-673: fortore affogante... saliva dall'erbe come
dall'abisso oscene fiatate, come il fortore d'un limo primordiale, brulicante di
a schifo quel lezzo caprino e quel fortore così sapiente de'becchi. faldella,
. b. davanzali, ii-497: quel fortore che la vinaccia piglia di sopra.
dall'abisso oscene fiatate, come il fortore d'un limo primordiale.
altrove resiste negli unti dei soffritti, nel fortore degli agli, delle cipolle e del
turisti] aggiuntavi la prossimità, il fortore dell'oriente, mentre la latina compostezza
delle piante, il fortore della moltitudine, il sudore, il fermentare
il reticolo dei rampicanti impregnati di un fortore lumacoso. buzzati, 4-511: era
, ii-294: la raffica pregna / di fortore salino. saliónca, v. saliunca.
a schifo quel lezzo caprino e quel fortore così sapiente de'becchi. 4
molte zotichezze, toltosi di dosso quel fortore del grasso, que'modi lerci,
b. davanzati, ii-497: quel fortore che la vinaccia piglia di sopra (
. e. gadda, ii-191: il fortore degli erbaggi in corso di transustanziazione non
canore, poi uno scroscio e un acido fortore. 5. aspergere il terreno di
di molte zotichezze, toltosi di dosso quel fortore del grasso, que'modi lerci,