g. c. croce, 282: finità che fu la cena, una parpaglia
le carni sono suscettibili d'un'in- finità di degradazioni, di finezze di toni,
fenida * fine, morte '. finità, sf. filos. condizione di un
massimamente finito, o più tosto essa finità, e per conseguenza massimamente perfetto.
perfetta da esse d'ogni contingenza, finità e subordinazione; e perciò è grandemente
[s. v.]: 'finità ', nel linguaggio filosofico, può
loro reciproca relazione sono la dialettica della finità di questi spiriti, dalla quale lo spirito
. filos. dottrina che afferma la finità del mondo, in base alla tesi delle
massimamente finito, o più tosto essa finità, e per conseguenza massimamente perfetto.
: dualità di termini che esprime la finità della legge. -ant. accidentale,
il legame degli esseri. nasce dalla finità loro e gli infinitizza unendoli.
che ascondono le radici loro estreme nella finità delle cose. = comp.
che purga l'attributo divino d'ogni finità e d'ogni divisione ed implicazione.
fisico e metafisico, che deriva dalla finità e contingenza delle cose create. 3
. b. spaventa, 1-88: la finità dell'autocoscienza consiste ora nel non esser
d'altro lato il male non rimovibile della finità passando di mano in mano per tutti
che purga l'attributo divino d'ogni finità e d'ogni divisione ed implicazione.
af ticolitico. finità di natura. ghislanzoni, 18-25: il
10-ii-202: il male non rimovibile della finità passando di mano in mano per tutti
, 8-121: sta a vedere ch'ella finità coll'indovinare quanti ne ho in