fàccia (ant. e dialett. fazza), si. (plur. facce
intorno. peregrino, lvi-20: era la fazza sua d'un cherubino, / melle
basso centro / lucifero crudel con torva fazza, / quando che 'l guida
al men gli piazza / mostrarne la fazza, / quando la sente che passo
piatà chi mov'a giri / e fazza in lei ripausu. dante, purg.
basso centro / lucifero crudel con torva fazza, / quando che 'l guida mio
. peregrino, lvi-20: era la fazza sua d'un cherubino, / melle
, frate guglielmo, che prò ve fazza. castiglione, iii-153: dopoi ch'ebbe
, che tuto vede, / me ne fazza rasone. alberti, 393: vedi
decoctione con acqua leva la negrezza della fazza over plumbézza del colore.
. « prima... ch'elle fazza palese la loro opinione, le abbia
nascoso e retratto, / aio se fazza matto, / che 'l patto rompe e
è optimo per remover la rossezza della fazza overo morfea ungendola: ma prima sia
quel quadro è fate, / no'le fazza scamofie o chipolate, / come
qual dolor è quello / che te fazza mutar novella scorza? poesie musicali del
chiaro el cogno- scerai ne la so fazza, / se duolse del mio male o
ch'io posa ornai la penna e fazza fine. di costanzo, 31: ier
item quadri de rame smaltadi in la fazza davanti cum soi arpesi. f. f
fortuna). boschini, 478: fazza quanto che vuol fortuna stramba, / interesso
quel studente degno / merita che se fazza sta mencion / per aver imità con muodo
: e se pure è vera, ha fazza de busia, che el sommo pon-
villanuzzo, arossendo prima un poco ne la fazza, dixe cum picolo riso: «