fia molesto. / margutte mio, noi faren buona cera, / ed è pur
montaro, / come più innanzi ne faren contata. 3. dimin.
diventon devoti. idem, 1-2-204: faren che il fantassin ti dia adesso / mezzi
partiti siàn da gioco, / noi faren di costor sì fatto strazio, / che
presente; / quel che ci resta, faren poi fardello, / ch'io porterei
rucellai il vecchio, 85: noi si faren dua cose: la prima, che
dessero. ariosto, 19-101: che faren poi che con ugual fortuna / n'
partiti siàn da gioco, / noi faren di costor sì fatto strazio, / che
dotte, / come vi faren vedere. tassoni, vii-296: bandì
a dir il cavallier cortese: / -che faren, poi che con ugual fortuna /
; / quel che ci resta, faren poi fardello, / ch'io porterei,
arte instrutte e dotte, / come vi faren vedere. g. m. cecchi
di meglio, lxxxviii-11-92: noi ci faren valere, /. se spenderen l'aver
ciocche, / una ghirlanda gli faren di nocche. tommaseo [s. v
, / e benché donne debili / lo faren pia- gnistridulo / morticolor di cenere
canni, lxxxviii-11-574: una ghirlanda gli faren di nocche. ricettario fiorentino, 2-30
tante cose è stretto, / noi faren punto alla materia e nodo. g.
2-11: -non torna bene: ci faren quistione. / più di quattro bisogna ch'
e, benché donne debili, / lo faren piagnistridulo, / morticolor di cenere.
sono; / andiàn, ché noi faren bella la piazza; / e se tu
poner certi insegnamenti e cari; / faren po'fine a questa parte ornai.
poiché son giunto altermine corrente, / sì faren fine al presente sermone, / delbavero parlando
soccorso aspetta la campana, / la qual faren sonare al nostro boda / per porre
vantaggio. bellincioni, ii-203: ben faren non fa l'uom saggio, / ma
e tor- niamenti; / e intanto faren metter la corazza / a'più fidati,