ed onorevoli cagioni a un cavaliero per far maggior cosa, massimamente per amor di
. della casa, 4-259: faretelo far debitore per la sua spesa di quello volete
auditore. -per estens. incapace di far fronte, di reagire positivamente alla concorrenza
. chiabrera, 548: fassi, come far suole uomo di debile memoria, il
: ha voluto più tosto starsi che far certe coselline deboli e grette, come
, gertrude, alla quale pareva ancora di far qualche cosa, prendendo un po'di
gertrude, alla quale pareva ancora di far qualche cosa, pigliando un po'di
d'accento secondario, che si può far sentire con meno o più sforzo,
ma appunto il troppo bene mi potrebbe far dubitare... -eh eh,
bombarde. sarpi, vi-1-79: fece far debeli ripari a rimini e in ancona
adulatori si eran fatti in quattro per far passare la notte nel modo più lieto
canali, le serve che venivano a far la spesa, con quella sua galanteria
spesa, con quella sua galanteria di far regali, se le pigliava tutte. ma
mi dispiace ripeterlo. e nell'uomo bisogna far bene la parte necessaria alle debolezze,
le mie debolezze: se io sapessi far meglio, farei meglio. -imperfezione
e s'ha ad avvertire sempre di far leggier ferita e piccola. magalotti, 24-314
; / tutti gridano, ei vuol far il saccente. d'azeglio, 2-274:
cardinal di beffai... inclina a far papa il decano, per succedere lui
, provocati e aggrediti, si dovettero far valere. magari, con mano pesante
di bellai... inclina a far papa il decano. b. davanzali,
, ha voluto mandarle i disastri per far vedere i miracoli della prudenza in lei.
, 6-61: il duello vale a far conoscere qual di due contendenti ha causa
. vallisneri, i-348: poteva pure far disciogliere quei nidi putredinosi o quelle
vuol seguir della giustizia il ballo / e far berta e melon decapitare; / ei
a tirar sassi tra le fratte per far volare gli uccelli che beccavano le more
timidezza trovava una buona ragione per non far nulla, nell'affidare l'esito di
voti, ma vengono in terra a far mille indignità, e a sofferirle per
cenzia ciò potersi / dal verbo or far di sue virtù colende. boterò,
, al quale parve cosa molto garbata il far decidere un punto di cavalleria da un
6. tr. convincere, indurre; far assumere ad altri una decisione.
dicide e porta via. -abbattere, far cadere. - anche al figur.
costanzo, 1-17: mandò secretamente, senza far palesare il nome suo in roma,
a decidersi per roma, e a far valere colà le sue amicizie. foscolo,
del messo le richieste, / e far coll'oste il conto delle preste!
5 7: dovrebbe il principe sempre far di maniera che i popoli ardessero che
offerzione, che no la dei siccomo far dibbi. malispini, 174: nel detto
8. locuz. tirare a decima: far registrare nei libri della decima.
dare e zapparle sì, che impedisca il far le lor foglie, le quali
in alcuni stati) ai cittadini per far fronte alle eccezionali necessità di guerra.
si volessero indistintamente agguagliare nell'autorità del far decisioni. muratori, 1-22: nelle
nella decisione de'dogmi, o far precedere le leggi della riformazione.
monti, i-138: voi non dovete far uso con lui di una dissimulazione così
capivano che non bastano i versi a far poesia: e perciò incorniciavano la loro
essenza del soggetto, e possono bensì far il merito d'un retore, o d'
declamatorii e più naturali, come sempre suol far virgilio. giannone, 2-i-198: ma
qualunque altro nome lor si dia, di far più evidente il periglio, che giornalmente
quali si stanno in sul grave, far continue declamazioni contro il carnovale, come
dannate, non si può per le leggi far la declaratoria senza citazione, quantunque in
declassare, tr. neol. far passare da una classe sociale superiore a
a una entità secondaria. 2. far passare una carrozza ferroviaria o un ordine
fosse o fiumi o sassi o spine / far che dal corso il cor- ridor decline
moneti, 104: chi nel mal far dal ben declina, / toma dal
quattro o cinque mila svizzeri, per far quel duca o per volontà o per
20. tr. calare, far discendere (per lo più a gradi
basso (spesso con violenza); far cadere, far precipitare. -anche al
con violenza); far cadere, far precipitare. -anche al figur.:
vi pensate già, mia vita, / far senza me questa partita. caro,
uomini. 24. letter. far scorrere. parini, 502: alta
nandola. 26. far mutar direzione, deviare, sviare.
, prosodia. 32. dichiarare, far conoscere, render noto (nome,
2. figur. attenuare, far sbiadire. -anche intr. con la
; bisogna accettarla nella sua totalità e far sì che i fatti esteriori sieno trasparenti e
codesta maggior semplicità della lingua danese sembra far testimonianza appunto d'una decomposizione ch'ella
decongelare, tr. (decongèlo). far sgelare i di elena...:
molti begli usi egli pose, per far risplendere e vivere
/ s'oppone, e 'l suo viaggio far non osa. simintendi, 3-33:
o terra cotta, e quelli in fornace far discorrere, e poi pulire con diversi
non sapeva neppure da chi -, di far posare angiolina per una figura che il
era facile, né cercato se non per far all'amore... -non si
continuo della narrazione, con importuno cicaleccio, far un miscuglio d'istoria discorsiva,
discorso esaminata: / né la bisogna far per coniettura, / che quasi sempre inganna
, e più particolare e minuto discorso far sopra le mie rime. guicciardini, vii-4
in un altro discorso. -aver, far, tener discorso: parlare, ragionare;
tener discorso: parlare, ragionare; far cenno (di un dato argomento).
con altri. s'eran fermati a far discorso. -cadere il discorso su
di un bene reale, la smania di far pompa di scienza e di destare gran
parlare, conversare. -anche: corteggiare, far proposte di matrimonio. galileo,
cadere il discorso, come non volesse far sapere i fatti suoi a troppe persone
335: ove, al contradio, senza far discorso, / s'ella fusse una
cento sciocchi che volean d'ingegno / far pompa, e cui scacciar pareami troppa /
, / e non poteva alla furia far sosta. l. guicciardini, 140:
obbliqui per una linea inclinata, vedremmo far la reflessione... per una [
fermi quelli che avevano creduto, né a far credere e'discredenti. bonarelli, xxx-5-23
, contro l'oggetto che cerchiamo di far cadere in discredito. monti, iv-385:
iii-235: fu letta la risposta da far al presidente birago, formata dalli legati
quel gioco incresce. / poco, per far di mille, o di più,
e con gentilezza da chi le volea far villania. alfieri, 1-1078: quel personaggio
i-174: seguendo la massima fissata di far del bene alla famiglia, esaminai delle affittanze
incrudelirli. redi, 16-v-226: senza far parola veruna ei si rimetterà alla amorevole
, / nessun riparo vi può far la gente. testi fiorentini, 48:
: è una madre discreta; vuol far le parti giuste colla figliuola. uno
gran discrezione i maestri di legname nel far gli usci e le finestre, che posson
che prima di rendersi a discrezione, saprebbe far saltare il castello e sé e tutti
vent'anni / l'amore ci fava far delle pazzie. pananti, i-280: gli
discussioni parlamentari, vedremo quanto è difficile far passare anche una legge parziale. d'annunzio
pareva attender dai discorsi il segnale di far qualcosa che discorsi soltanto non sarebbe stato
, come a lasciare intendere che saprebbero far di meglio. -intr. con la
alle immagini sue toccato fosse / di far come da gabbia, e da covile /
che al suo crin ghirlanda suole / far de'tuoi lami, disdegnosamente / m'
simil altro augello / ch'abbia per far presaglia assai tardato / e poi si parte
so ben ch'a donna non si può far cosa / che più soave e più
nobil calere, / non mi può far dolere, / madonna, avegna che
disperarmi per disdita, / ch'a far più ben, che mal mi trovo
i-164: se mi sciogli, io far scuola ti prometto / di tutte nazioni
sproni; / gl'idoli abbatter, far di culto privo / ogni dio putativo
/... / divino sguardo da far l'uom felice, / or fiero
, / che con orlando non debbi far guerra. botta, 4-475: non che
tr. (disebreìzzo). neol. far perdere la condizione etnica, culturale
. (disèbrio). letter. far uscire dallo stato di ebbrezza. -per estens
. -per estens.: distogliere, far uscire, liberare da una condizione di
. ant. liberare dall'eclisse, far uscire dall'ombra dell'eclisse.
con lunga pratica, ad effetto di far con quello esse cose apparire.
ciascheduna città di toscana a esaminare e far disegnare i monumenti antichissimi della nostra architettura
(lo che voi ragionevolmente dite, far di mestieri a'viaggianti) quanto ora in
fortunata? / s'io avessi avuto a far questa figura, / 10 mi sarei
6. figur. mettere in evidenza, far risaltare plasticamente. ferd. martini
ombra). -per estens.: far spiccare, far risaltare contro uno sfondo.
-per estens.: far spiccare, far risaltare contro uno sfondo. carducci,
mi fa gelar. -figur. far conoscere, spiegare, indicare (anche
pisacane, iv-162: per evitare di far loro contrarre il costume di retrocedere nel
sospeso. firenzuola, 659: può far il mondo, ch'i'non possa
ariosto, vi-70: disse oggi di far... un giunto...
iii-154: ei vide [un pastorello] far sua lavagna una selce, e suo
la mia dea prender disegno / per far a vostro essempio un vestir degno.
disegno, non s'avea finalmente a far getto d'ogni cosa alla morte?
/ di entrar qui dov'io son non far disegno. g. m. cecchi
il ribaldo... che bisognava far disegno dell'occasione. -cercare,
l'asprezza degli occhi, l'altra per far disenfiare le palpebre enfiate. crescenzi volgar
. disequilibrare, tr. letter. far perdere l'equi- librio; squilibrare.
non sono i mezzi più spicci per far vivere il pane. [ediz. 1827
non sono i mezzi più spediti per far vivere il pane]. 3.
uomini, di disertare il mondo e di far con la spada in mano del mio
qual cagione, non solamente gli convenne far gran mercato di ciò che portato avea,
3-210: è vero; ma, dovendosi far elezione de l'un de'doi,
: dicea: -fortuna, che più a far ti resta / acciò di me ti
può [la natura] senza far nulla disfare il tutto. baldinucci, 9-iv-93
/ disfarla a onda a onda / e far de'suoi begli occhi a'miei due
e scempio. 7. far morire (e si può trattare di morte
nel dialetto giornalistico, si dice « far la camera? ». -nessuno l'ha
e ai barbieri, perché dicono « far la barba » quando, invece, è
/ da potemelo indurre una fiata / a far ch'egli venisse in questa villa,
, per troppa fretta, / volendo far, disfà; e dico ancora / colui
b. davanzali, ii-121: far nuovo consolo, se quel che sedeva
idolatro. alfieri, 5-187: per far ottimo un re, convien disfarlo.
disfece la compagnia, e cominciò a far da sé. boccalini, ii-145:
il collegio, con animo deliberatissimo di far contro ippocrate qualche notabil risentimento. papi
diavoli prendo al laccio; / so far malie e sì le disfaccio. libro di
disfare. -la troppa fretta, volendo far, disfà: per far bene qualunque
fretta, volendo far, disfà: per far bene qualunque cosa occorre calma e circospezione
, per troppa fretta, / volendo far, disfà; e dico ancora / colui
stracci lini s'è ritrovata la maniera di far la carta, pestandogli bene; poi
in ciascun prelio / mandò cartagine a far la disfatta / pace che avea, non
/ pace che avea, non potendo far melio. tesauro, 2-281: per significare
, e con disonesti modi cerca di far rapina della vita de'miseri, e distruggerli
sangue superbissimo troiano, / aprì senza far punto di romore / la porta c'avea
che debbiano impiegare l'auctorità loro in far disfavore e pregiudicio a me. sarpi
, e che il concilio si dovesse far per confondere gli eretici, per favorire
, 69-1: a te sì non convien far disfidagiia; / se tu vuo'ben
metta, / io vo'del mio signor far la vendetta. / io ti disfido
goldoni, viii- 803: volete far nascere una disfida?... si
tasso, 19-73: sorgeva adrasto a far disfida, / ma la prevenne e
a marchetto per rubargli il pugnale e far con esso mille attucci e disfide ai
4. ant. togliere fiducia, far perdere la fiducia. - anche al
leonardo, 5-215: non far profili, non disfilar capelli, non
riceve in dape / se non ch'a far il mèl sono i migliori.
. rendere diverso nella forma; far mutare di forma, di aspetto;
. segneri, ii-227: ciò sarebbe far come un folle ortolano, il quale
la brigata / quant'ei volea più far del grazioso. disformazióne, sf
per lo più al figur.: far scendere da uno stato di perfezione
mal condotti, vanità disfrena, / per far tua voglia piena, / e quanti
); e presuppone un verbo disgabbiare * far uscire dalla gabbia ', non documentato
tr. (disgànghero). ant. far uscire dai cardini. caro
. il togliere d'inganno, il far conoscere la verità. stigliani,
tr. ant. togliere d'inganno, far conoscere la verità, disingannare; affrancare
i-967): deliberandosi adunque il giudice far ogni cosa a ciò che il geloso disgelosisse
e il perito / di legge osin far versi? anzi non sia / chi,
si disgiunge, / e come sa far pace, guerra e tregua, / e
a screpolarsi qua e là, e far crich, come dice il poeta nostro;
caro, 5-242: è necessario far passare il vizio de la disgiuntura sotto
terrore, e con un precipizio / da far paura al giorno del giudizio.
: volga non meno / sua cura a far disgombra e monda l'aia. alfieri
cecchi, 1-2-128: tu debbi / far professione d'arte di memoria; / io
non ho tempo da perdere. ho da far cento cose. maledetta la mia
esser poveri; la disgrazia è il far del male. nievo, 1-341: quel
iii-31-37: sembra... risoluto di far del breve spazio, / che gli
uscire, voglion poi aiutarsi col far ridere; e quello ancor fanno così disgraziatamente
, in gran cerimonia, sì da far venire la voglia al disgraziato visitatore d'an-
appunto un tentare dio, e un far congregazione che minacciasse evidente rischio di pervertirsi
disus. ro vistare; far continuamente cambiare di posto alle cose
da ser plutone / il signor orso a far il disgustato. manzoni, pr.
le colonne par che sien collocate espressamente per far sentire la nudità di tutto il resto
.. provava una voluttà amara a far l'arianna, la caduta, la disillusa
vallisneri, iii-503: abbiamo l'indicante per far cessare i dolori,...
per lasciar largo campo a virtuosi di far l'azione. trinci, 1-211: così
tr. { disimbéstió). letter. far perdere ogni carattere animalesco, feroce,
perdere ogni carattere animalesco, feroce, far diventare umano. - rifl. diventare
in ariosto e poliziano / il lesto far disimpacciato e schietto. cantoni, 529
prete] aveva cessato da tempo di far delle differenze tra questi riti così diversi
nominarla [la gloria], è far sentire un'armonia che rapisce e trae di
disincantare il sogno, / quel tuo far disinvolto / di attraversar gli oggetti /
, 7-75: creare la possibilità di far comprendere ai tedeschi ciò che era successo e
. (disinflazióno). finanz. far diminuire l'inflazione, 'restringendo la circolazione
inganno, d'illusione; chiarire, far ricredere (una persona, palesandole il
la divinità di tutto il paradiso a far fede per me, che mai sognai né
. (1disinnamóro). ant. far cessare di essere innamorato.
denti. questa è medicina / da far disnamorare a mano a mano, / e
. (disinségno). ant. far disimparare, far dimenticare; confutare (
). ant. far disimparare, far dimenticare; confutare (l'insegnamento precedentemente
; ma per ciò fare, abbisognava far procaccio d'uomo valoroso in quell'arte
inchiostro e cervello con tanta disinteressatezza, per far del bene? = deriv.
gozzi, i-44: col desiderio di far tutti felici, con verace disinteresse, altro
, i-87: mi era ridotto a far sì bene e disinvoltamente il mio servizio
ec., pare a tutti di saper far così, che poi alla prova si
ogni altra cosa che a quello, per far credere a chi vede quasi di non
. ant. togliere la speranza, far disperare. monte, v-314-21: di
dentro e fuori, / e di far dislacciar quasi ogni invoglio. batacchi,
che per lui disleanza / non dèi far né ben cheron le sue labia.
dislega? -dislegare i denti: far cessare la sensazione di averli legati,
/ discolpi me non po- tert'io far nego ». 5. figur
o per lo meno questo lasciar di far da leone che non può negarsi non
, sconnettere. -in partic.: far uscire dall'articolazione, slogare (un
. dismalare, tr. ant. far guarire, risanare. alunno, 1-224
tr. (dismèmoro). letter. far perdere la memoria. - anche assol
decimottavo fu dismessa la pia costumanza di far la fiorita nel luogo del suo supplizio
, 1-i-390: odiar digiuni, a castità far guerra, / dismonacar donzelle / offerte
vecchiezza. 6. tr. far scendere, far smontare. tavola ritonda
6. tr. far scendere, far smontare. tavola ritonda, 1-370:
disnaturare, tr. ant. far cambiare natura, alterare profondamente nelle
in somma l'onore / quanto puoi far allor farai e rendi / e qui
disnidare, tr. ant. far uscire dal nido o dalla tana;
non credo / che egli abbia a far difficultà di questo / se già e'
non pera. 2. far deporre il sospetto, la diffidenza.
d. bartoli, 2-1-283: a far saviamente, era necessario usar velo e
n'era un'altra maggiore e da far più paura assai, de'finti, degli
diverse / di sua disonestà prese a far prove, / che di fastidio ogni altro
co'le parole. 2. far perdere il prestigio; screditare, avvilire.
pensa che, se io potessi far di meno, non ti darei mai
disonesto invito, / e che può far che la ragione in lei / vinca
a che tu sia deciso a smettere di far disonore a tuo padre e al tuo
sempre averebbono tese insidie per far capitar li padri a qualche risoluzione disonorevole
quanto fosse cosa iniqua e disonorevole il far perire un uomo senza un giudizio regolare
maggiormente i canali del petto, e far piover per essi maggior copia di sangue.
venga fatto nel lavorargli è abile a far apparire in essi [termometri] grandissime
alta concordia. -in partic.: far deviare dall'ordine morale, corrompere,
boterò, i-107: essendo in ordine per far qualche impresa, non metta tempo in
in qua vivo con molta regola e senza far delle stravaganze. botta, 5-436:
non pareva vero di stare a casa per far piacere a se stessi e alla mamma
può riuscire ad impedirlo perfettamente, o a far che impeditolo, la macchina cammini bene
poltrone, che io non ti vo'far degnio delle mie busse ». egli mi
disorientalizzare, tr. letter. far perdere le usanze orientali, introducendone altre
disorientare, tr. (di$oriènto). far perdere l'orientamento, distogliere dalla meta
confondere, spaurire, in modo da far perdere la capacità di giudicare, o
. govoni, 6-117: si vedeva far strani gesti disossati di spettro.
restava a desiderare che il ritrovarsi a far giornata, e rimaner vincitore; tosto
disòvro). ant. stare senza far nulla, stare nell'inazione. pannuccio
: io so che dove si tratta di far la giustizia, e dare il debito
e gli dispaccia. 7. far partire, inviare. machiavelli, 10-18
lontano arrivò un corriere. il generale fece far alto. lesse il dispaccio, indi
dispaia, / e che può dotte far le genti grosse, / te ne farò
ma fanno quelle disparatezze e dilasciamenti che far si possono in fol- goratezza. l
a manomettere le parole, e a far dir loro le cose più lontane dal loro
ardito a manomettere le parole, e a far loro dire le cose più lontane e
. avere, mostrare cattiva apparenza; far brutta figura, spiacere, dispiacere; parere
diceva mandato ad ordinare lo stato ed a far disparire i segni e le memorie della
che non è mai stato buono a far nulla, ma il sangue non è acqua
- vivere in disparte: far vita solitaria. rovani, ii-619:
e dico da divero, / non credo far di là mai dispartenza. =
non fare dispartiménto d'amistade, se far si puote. varchi, 22-57: ma
occhi del mondo i loro mancamenti ed a far publica mostra delle proprie disparutezze.
tr. (dispavènto). ant. far paura, spaventare. - anche assol
. - al fìgur.: il far cessare, l'estinguere (un vizio
e aver co raggio di far quaresima per arrivare alla pasqua. cuoco,
tua grandezza dispensar si vuole: / e far che ciascuno abbi la suo parte.
tempia. -dispensare dal servizio: far cessare il rapporto di pubblico impiego (
16-60: non parbe ch'ella il potesse far vivare più che fusse la dispensazione di
, il quale siasi voluto obbligare di far questa o quella dispen- sagione di grazia
il dominio del ricco è sol posto in far del suo goda o chi 'l
dopo di che non mi resta altro che far voti di buon augurio per il successo
piagnere è da donne; / qui bisogna far animo e pensare / a riparare.
. -anche, con valore iperbolico: far perdere la pazienza, procurare gran fastidio
la fa disperare. -ant. far perdere la speranza. valerio massimo volgar
: disponsi al fin con disperata guerra / far prova ormai de l'ultima fortuna.
d'azeglio, 1-441: mi diedi a far di scherma, e saltare sui cavalli
, com'ei cuce, / da far proprio morir un disperato, / vuol trucidar
note al malmantile, 1-28: 4 da far proprio morire un disperato ': ciò
smarrita, non sapendo ella stessa che far si devesse, per disperata, chiamava
, e graffiarsi il volto, e far le disperazioni, lagnandosi di maometto.
della religione cristiana, si dà a far le disperazioni sopra la semplicità (come
in disperazione, buttarsi alla disperazione: far disperare o disperarsi, essere in preda
; togliere la speranza in qualcosa; far disperare. giamboni, 4-214:
seco stesso voler di questo suo amore far consapevole un suo valletto. leopardi,
gli altri malavoglia, erano passate senza far gran danno sulla casa del nespolo e
disperso quelli della parte contraria, deliberò far vendetta di zaresi. tasso, 7-no
l'esercito napoletano. 4. far dileguare, far scomparire; dissipare (le
. 4. far dileguare, far scomparire; dissipare (le nubi,
più m'affatico a dispergerla / col non far altro ad ogni ora che mescere.
4. mandare in rovina, far perire; annientare, distruggere. -
rubi e disperga. 6. far venir meno. petrarca, 39-7:
carducci, ii-4-236: pur troppo a far questi lavori lontani dalle grandi biblioteche è
, / non bisogna ch'io stenti in far dispesa; / però che non è
per onor tesser dispetto, / e far della fortezza iscudo e muro. maestro
andar non si può in cielo a far violenza a dio nella persona, fassi adunque
ma quel c'ha detto, non può far non detto. tasso, 20-42:
a dispetto di mare e di vento far oggi questo parentado. a. f.
di umiliare, offendere, irritare, far stizzire; per picca. testi
si sa essere sgradita a una persona; far indispettire; pungere con ostentazione di superiorità
e non da volere alla tua signoria far dispetto, questo peccato...
. poliziano, 157: fammi quanto dispetto far mi sai, / dammi quanto tu
donne oltre a queste, parte per far dispetto all'altre, parte per far
per far dispetto all'altre, parte per far come l'altre, posero ogni industria
-mettere, rendere in dispetto: far apparire spregevole, disgustoso, odioso.
fagiuoli, 1-2-331: -l'ho a far a modo de'padroni, e poi
li errori; li quali biasimando credea far dispiacere, e, dispiaciuti, partire
e non volere / alla onestade mia far dispiacere. g. raimondi, 2-29:
avevano, [i fiorentini] attendevano a far provvedimento per far l'effetto che fecero
fiorentini] attendevano a far provvedimento per far l'effetto che fecero, sotto colore di
, e a mostrarli, che poteva far con onor suo, e con satisfazion
parte esteriore del panno, e dilatandola far quindi apparire agli occhi ciò che vi
parte esteriore del panno, e dilatandola far quindi apparire agli occhi ciò che vi
digiuni in faccia. -vantare, far mostra. rovani, i-439: il
involuto e frainteso. 7. far conoscere, esporre; far comprendere,
7. far conoscere, esporre; far comprendere, rendere chiaro e intelligibile,
, spianato, disteso (in modo da far scom parire o apparire meno
tu li giri, / come può far amor criar martìri / sì dispietati ch'
ant. cancellare, raschiar via, far sparire (una pittura, uno strato di
; saccheggiare (una coltivazione); far sfiorire (una pianta). -
-rimuovere, allontanare da sé, far scomparire, perdere. alamanni,
una città, una casa); far bottino, asportare gli oggetti preziosi;
fui. -dispogliare della vita: far morire. baldi, 2-1-6: ah
= deriv. dal lat. dèspoliàre 1 far bottino, spogliare (il nemico)
, corse / antiloco guerrier per far dispoglio / deltarmi. = deverb
il tempo: lo passano talmente tutto a far niente, che non resta loro un
che non resta loro un minuto disponibile per far qualche cosa. svevo, 5-271:
dita alla porta della stanza accanto per far intendere alla bella clementina di sentirsi abbastanza
intera e calda e risoluta guerra / far disponete, ah! siete a tempo
..., ha disposto dove far la tal cosa dove far la tal altra
disposto dove far la tal cosa dove far la tal altra. de roberto,
disponsi al fin con disperata guerra / far prova ornai de l'ultima fortuna. baretti
, i-241: se per noi si può far cosa che al vostro signore e a
avendo né securtà né merito di doverlo far per me proprio, è un ramo di
quello che non trovandomi talvolta disposizione di far per me, mi par che mi possino
uomini, che atti sono comunemente a far ciò. campailla, 12-31: circolando
disperata affatto, sono andato continuando di far buoni offici a vostra giustificazione. tasso
disposto, / che guerrier sembra da far molte prove. berchet, 229: vede
: cilia mi offrì di continuare a far la commessa. -sai bene che non
a farti un tal onore / qual altrui far non soglio, e che tu passi
arbor ho veduto / crescere ratto e far frutto tantosto / per buon conforto e
sé con sì fatta salute, / per far disposto a sua fiamma il candelo.
mia zia di pisa, pigliai subito il far del paese. 9. stabilito
: s'egli [il luogo scelto per far la corte] è posto intra l'
comporta quivi come despotico; vuol pure far da sé, e piacere unicamente in
/ e ciò, più ch'altro far, par che lor agi. =
: or pur non prendan molla / de far lor vita croia / e de parlar
-mettere, porre in dispregio: far dispregiare, far tenere in poco conto
porre in dispregio: far dispregiare, far tenere in poco conto, far trascurare.
, far tenere in poco conto, far trascurare. galileo, 3-4-203: sig
i-953: non c'è miglior modo di far colpo e fortuna con una giovane superba
miei figli mennicati; / noi posso far, tutto m'accenno de lassargli desolati
guarini, 62: si vuole appunto / far degli amanti quel che delle vesti;
. lippi, 2-2: quant'ei far solea, posto in disprezzo, /.
e ogni giorno farà qualche disproposito da far ridere la gente e forse ancora piangere
. chi disquisisce; chi è propenso a far disquisizioni. soffici, v-1-471
le fischiate a qualunque mostra di far qualche fonda mento su certi
tr. [disrègolo). letter. far uscire di regola, disordinare,
dissénno). togliere il senno, far impazzire. salvini, 39-vi-93: il
, vii-525 (69-6): non far dunque cha forza d'om possente / italiani
soggetto e d'ogni tema / voglion far cento dissertazioni, / voglion ridurre ogni
ch'io poteva come scrittore, a far quasi uno sperimento nei gesuiti, per
farmi cacciare la spada mi avesse voluto far cacciar la borsa, mi avrebbe impoverito
illusioni sulla dote e abbastanza signorile per far prevedere esigenze di vita costosa.
, dissimigliarsi e distinguersi quanto il più far si poteva da'bonzi e religiosi idolatri.
(dissimilo). neol. ling. far subire il fenomeno della dissimilazione. -anche
ecc. che si ritiene utile non far conoscere ad altri). -anche:
, la propria natura; fingere, far finta di niente, mostrarsi indifferente,
mascherare le proprie vere intenzioni); far mostra, simulare di non sapere,
dissimulato, pronto a qualunque maneggio per far una fortuna. romagnosi, 17-292: l'
la dissimulazion è una industria di non far veder le cose come sono. si
e sparte e poste in fundo / per far più lieto il mundo. machiavelli,
3. dissolvere, disciogliere, fugare, far svanire, far dileguare (nebbie,
disciogliere, fugare, far svanire, far dileguare (nebbie, vapori, nubi,
e delle barene. -deformare, far svanire (con riferimento a un'immagine
della mia esistenza. 7. far cessare, far scomparire; espellere; assorbire
. 7. far cessare, far scomparire; espellere; assorbire. -
col dare a voi, ho voluto far vedere che io non voglio né dissipare
né dissipare i miei fondi, né far cattivi contratti, né togliere il fatto
di sciogliere, di espellere, di far cessare (un medicamento). redi
-anche sm.: chi rifiuta di far parte della società e se ne considera
dissocialità, sf. letter. rifiuto di far parte della società, il considerarsi estraneo
selvatica, ella aveva durato a far la maestra, dissodando cervelli con la tenace
vuol piacer a dio, sì la dee far non dissoluta mente, ma
come che 'l nostro cortegian non debba far profession d'esser gran mangiatore, né
a un imbecille? -cosa da far dissoluto un santo: fatto straordinario,
cavandone le midolla, trovarete cosa da far dissoluto san colombino, patriarca de gli
colombino, patriarca de gli gesuati, far impetrar qualsivoglia mercato, smascellar le simie
vinceva il riflesso delle perle, non poteva far pensare alla possibilità del deperimento, della
di roma, pensando d'aver a far un gran beneficio al genere umano con
e nelle dissoluzioni allegri, e nel far bene pusillanimi. s. bernardino da
e che in quella e'buoni possino far bene e che non siano costretti a far
far bene e che non siano costretti a far male. equicola, 309: come
alle maravigliose forze d'amore non può far resistenza, non contrasto: che si
confidarsi soltanto con l'aria bastasse a far fallire il suo progetto, a dissolvere tutto
simpatie. 7. locuz. far dissonanza: stonare. giraldi, 1-1-1-295
non se risoluta. -tr. far perdere l'accordatura (a uno strumento)
: anch'esso [comma] può far cangiare faccia ai consoni ed ai dissoni,
col bastonare e tormentare i padroni di far disotterrar le nascoste. magalotti, 24-113
e letter. anche a) \ far mutare convinzioni, intenzioni e decisioni,
i-605: ciò intanto veniva opportunissimo a far ripigliare un'usanza che, per puntiglio
dissuetudine. -mandare in dissuetudine: far cadere in disuso (una legge)
spolpi il terreno intorno alle barbe con far semente che lo dissughino.
di un grande nome. è come voler far crescere una pianticella sotto un ferro da
, disaffezionare, intiepidire; dissuadere, far mutare abitudini. g.
legami di confidenza, a distaccare, a far perdere di vista, a disabituare l'
/ dirama solitudine. 7. far apparire distante, allontanare alla vista.
conc., i-25: egli intese di far comprendere che, laddove nel combaciamento l'
il saluto impacciato a dissimulare, a far credere il rovescio, ché fin troppo assurdo
di aver provato per due anni a far tagliare le panicole de'fiori avanti al
a baionetta inastata, colla consegna di far passare la minor quantità di gente possibile
, e gli fu sempre / a far piacer e non oltraggio pronto; / ma
è forza che distempre / il veder far del re sì poco conto. agostini
, vii-95: incominciò in prima a far paesi, quando distese l'aria, sospese
note si distende. 4. far perder le pieghe, le grinze. -intr
morte. -far cadere in terra, far cader morto; abbattere, uccidere.
: se il terreno in cui debbesi far la sementa sia umido,...
non abbiate tanta fretta; aspettate a far la guglia; aspettate a far la facciata
a far la guglia; aspettate a far la facciata; e innanzi tutto sollecitate
parte di dietro. 10. far durare, prolungare (nel tempo) -intr
128): cominciò... a far sembiante di distendere l'uno de'diti
muse vi voglion tutte quante / per far di questa guerra la distesa. vico
e 'l suo diletto / era non far mai nulla e starsi in letto. tasso
francesco da barberino, iii-220: né far troppe distese / le filattere tue / in
allora il primo segretario, / per far loro un disteso di quel tanto /
il porla qui per disteso, per far cosa grata a chi di simili curiositadi si
, emettere un liquido con intermittenza, far cadere a goccia a goccia; provocare
la nebbia; / né so che far mi debbia. poliziano, 2-10: tutto
così paffutella così morbida e perfetta da far uscir di capo che la appartenesse ad
/ distillazion ne piove, / che può far infermar tutte le membra. redi,
volentieri: distinguete se avete pensato di far male o bene. lalli, 2-3-29
i colori sieno anche essi propri per far risaltare la bellezza del disegno e per
-per lo più in senso positivo: far bella figura, eccellere, primeggiare.
oscurarla. -significare, far capire. foscolo, xiv-363: mi
cosa restar ingannato tuttavolta che si possa far parallelo tra un oggetto finto ed un reale
così strepitoso... io avessi potuto far confessione generale, se lui non avessi
, i-285: s'io avessi voluto far distinto catalogo di tutti gli amici miei
del cittadino debbono avervi ammaestrato a non far veruna distinzione tra i vostri compatriotti,
nel primo modo, non è lecito far congiura contro al tiranno; nel secondo,
. distirare, tr. letter. far forza su un corpo in modo da
tener lontano; scostare, stornare; far cessare, far scomparire. medispini,
scostare, stornare; far cessare, far scomparire. medispini, 1-181: questi
. volgere altrove, distrarre, allontanare, far deviare (il pensiero, la mente
smemorato a non ricordarmi la sera di far la lettera che mi chiedeste; che ne
sui ciottoli. 3. dissuadere, far desistere da un'azione, da un'
ancor sale, / che lo mate far sole / che blasmo usato lo ne distoria
del gentilomo senza dir parole sporche o far atti men che onesti, senza distorgersi
han da dire manco parole sporche né far atti men che onesti, né distorcer
più da quello giusto, naturale; far uscir di senno; pervertire. boiardo
tr. (distórno). letter. far volgere in un'altra direzione, deviare
distorno o vero frastorno, ciò è far tornare indietro. marino, 225: l
distornarlo, / e che non ha da far altro che questo, / per torme
. 5. mandare a monte, far fallire, render vano; cassare,
e brama, / vegna in presente senza far distorno. -allontanamento, trasferimento
! galileo, 3-4-295: non si può far forza alla superficie della nave, che
ho distratto; / e parte, per far muovere alli danni / di quell'empio
essere stata incoraggiata da virginia woolf a far posto, nel discorso, alle mie
vuoli intendre; / ver me non far sì gran faglia: / lo mio cor
è fra noi distretto / vuol e'far prezzo della mia persona. -compresso
/... ch'avete meco a far? -figur. acuto, pungente,
goldoni, iii-626: ho creduto di far bene, ed ho fatto peggio.
verga, i-359: se avete a far con essi, vi uncinano nome e
destregnenza sì fa forte ad onne uscio far serrato. = deriv. da
-stracciare, fare a pezzi, far scomparire (una lettera, uno scritto
distruggiamo almeno tutti i libri vecchi per far posto ai nuovi, tanto più che questi
guerrieri. govoni, 3-51: bisogna far più presto / a incendiare a distruggere
la fuga ed il terrore / e far delle città un pugno di cenere / in
schiatta. 6. uccidere, far morire. bibbia volgar., v-563
mesi lo vedo piangere, crucciarsi, far penitenza e meditazione, vi so dire
d. bartoli, 1-4-208: meglio è far poco con pace, che molto con
di particolari conoscenze intellettuali o artistiche; far cadere in disuso determinate forme linguistiche;
che veggiamo talvolta proporsi e progettarsi per far fiorire gli stati non solamente sarebbero inutili
/ ch'aliato al tuo di sé vogli far pruova. fiore di virtù, 6
nell'uno né nell'altro senza distruzione far si pò. b. cavalcanti, 2-132
dagli oltraggi della distruzione, e di far perpetua la ricordanza loro con qualche segno
... trovare la via di far pace coi castellani, o proseguire la
un ardore di distruzione: mi par dover far saltare quel treno. palazzeschi, ii-871
, stornare; impedire, trattenere, far desistere; tenere lontano, evitare a qualcuno
acquisto del ducato di milano che a far lui re di napoli. marino, 14-392
disturbata, che non ho tempo a far niente. 4. interrotto da
sempre si può riuscire... a far che... la macchina cammini
punto di vista; andar contro, far violenza. - anche al figur.
. letter. non tener conto, far conto di non aver udito; disimparare,
boccalini, i-76: non è spettacolo da far tramortir gli uomini di angoscia il vedersi
amata; ma qual maggior onore può far l'amante che servir per ombra a i
militari, 1-173: questa operazione serve a far fronte dove bisogna, senza mutare la
terra. pallavicino, i-212: potevano far ciò in altra maniera che con lasciare i
disurpa e giustizia la roba pur di far quattrini e godere pensando solamente all'oggi
frutto alcuno, ma solo son buoni a far ombra; così io nella gran corte
disutile, che non potea lavorare né far nulla. alberti, 177: chi non
112: come poss'io, per far valer alcuno, disvalere io e contro
mesto pensier dal cuore involici, / con far degne di sé quest'enne selici.
luce. -rivelare, palesare, far conoscere (notizie ignorate, circostanze misteriose
e solingo / in terra altrui, a far novella impresa; / né so disventurata
. (disvio). letter. far cambiare direzione, stornare, dirottare, deviare
/ dopo la morte, vi farà far via / dal borea a l'austro e
né più né meno che avria dovuto far colle mani. gioberti, 2-68: le
tr. (disvòglio). letter. far perdere la voglia, disamorare. -
si pente / che troppo è nel far corrente. statuto dell'università dell'arte
/ della palla, e s'adopra a far ditali, / e di piastrelli un
dito: indicare. -per estens.: far notare, designare (in segno di
nulla. -essere a un dito di far qualcosa: essere sul punto di farlo.
: per intimar silenzio, o per far sapere che non si vuol parlare.
questi scioperati: / né moverebbon per far nulla un dito. d.
paciolo, 204: ma quando hai a far pagamento a parte banco e ditta,
/ la piaga mia; e può far la mia sorte, / d'aspra e
dittongataménte, avv. in modo da far risaltare i dittonghi; spiccatamente, distintamente
avete facto una bellissima elezione, da far venire voglia a le pietre, non che
durezza e greve stento / e per far cosa morta venir viva. giusto de'
, sollevare lo spirito; distrarre, far divagare. paoletti, 1-1-26: so
e alla voluttà, non potevano più far paura al consiglio segreto. cagna,
fare quel che vogliono, e possono far pagare allo stato le loro divagazioni.
2. tr. ant. far calare, abbassare. b. tasso
tr. (divapóro). ant. far evaporare. - al figur.:
evaporare. - al figur.: far dileguare, annientare. monte, v-306-5
un'apertura, come una ferita); far divergere; aprire. s
heine. 3. ant. far capire bene, mostrare chiaramente. angiolieri
il modo col quale abbiamo pensato di far quest'esperienza, che per quello che
. ant. dare a intendere, far credere (cosa non vera).
cuore dal petto. -anche: far innamorare. lorenzo de'medici, ii-153
togliere di mente (un'idea); far cessare (un'abitudine); distogliere
arrighetto, 228: che mi può'tu far peggio, fortuna puttana...
mia persona, / e i capei vidi far di quella fronde / di che sperato
uomo, il quale al secolo ha potuto far dir di sé, con questo indosso
lor due, aspirando al merito di far l'elemosina; ma la fecero a un
5. figur. e letter. far volgere, indirizzare i pensieri, l'
le quali avendole fatte, non essere da far dicernano? libro della cura delle malattie
le presenta davanti. certo chi sapesse far questa diversione, risparmierebbe a sé dei grandi
uscendo fuori da porta portese, doveano far diversione richiamando su di sé l'attenzione
delli prelati spagnoli in quella città, per far almeno una diversione fece intender a cesare
» disse « sarà forse venuto a far provvista di mascherponi ». « neanche,
quanta buona volontà ci mettano, a far entrare quel calessino e quell'insetto nell'
che ogni tristo umor dissecca: / a far corte al baccanale, / su,
/ e ritorniamo, il che dovea far prima, / a cicerone. gioberti,
va borbottando, e si figura / far breccia, ed il comun divertimento, /
, di porta in porta, a far le sonatine, per dare un tozzo
imitazioni od artifizi e si modula per far passare da una ad un'altra ripercussione
gli animi della plebe dal pensiero di far la legge. leone ebreo, 15:
le presenta davanti. certo chi sapesse far questa diversione, risparmierebbe a sé dei
fussemo ne la strada diritta, pensando di far meglio, per accortar il camino,
del ragionamento, / e divertisco in far castelli in aria. pallavicino, 1-190:
, sincopato ant. divézzo). far sì che qualcuno perda un'abitudine (
: la serva... per far più presto, avendole più comode, la
., 2-4 (153): nel far della sera si mise un vento tempestoso
, che rimedio avete? dividervi? far divorzio? svevo, 6-595: noi
carestia, perché è quello che sa far fruttare la terra più che ogni altro
in modo diverso da un'altra; far diventare o far apparire diverso, differenziare.
da un'altra; far diventare o far apparire diverso, differenziare. latini,
nell'uno né nell'altro senza distruzione far si po. trissino, i-3: avemo
. [divièto). letter. far divieto, proibire, vietare. -anche
un detto d'avicenna, / né san far con la penna, / salvo un
3-144: vedi oggimai se tu mi puoi far lieto, / rivelando alla mia buona
campo venut'era / l'araldo a far divieto e metter leggi. forteguerri,
roseo, 1-31: lor non posson far diveto / a malatesta l'unico signore,
ancor la donna / non posson mai far cosa più laudabile / né più da tutti
mi piglia un andare sbracato divincolone da far nausea in sommo. =
divinizzare l'oggetto dei nostri voti per far dell'amore un sentimento celeste. leopardi
..., presto si sarebbe dovuta far la divisa su una parte e ricorrere
fare ala tua guisa, / né far di lor divisa. chiaro davanzali,
. buonarroti il giovane, i-360: vuol far divisa / dalla amicizia mia sol per
usanza di gittare la superfluità d'intagli e far cenci, e spendere i denari e
non basterebbe la divisione del lavoro a far che gli spilli venissero formati con tanta
, nel quale fontana o rivo, se far si può, per ispazi divisi discorra
; e gli uni si trovavano a far lega col popolo, mentre gli altri restavano
simil. e al figur. inghiottire, far scomparire, attrarre nel vortice, nella
al figur.: cancellare, annullare, far sparire; minare, corrompere (la
6. uccidere, straziare; sterminare, far perire in gran numero. ugurgieri
3-105: ora (e che non può far l'etate antica?) / gli
dissi, troppo svegliata e le piaceva far la donnetta, cominciarono gli amoretti,
, 352: conforto e'maritati a far divorzio, / e ciascun fugga il femminil
, / d'alcun de'suoi già volea far divorzo. mauro, xxvi-1-272: l'
cattaneo, iii-4-19: il catolicismo parve far divorzio dal gesuitismo; riabbracciarsi per sempre
, divulghi). rendere notorio, far sapere a tutti; diffondere, pubblicare
insiste perché coloro che hanno notizie da far conoscere, vogliano... giovarsi
è divolgato proverbio che chi si diletta di far frode, non si lamenti s'altri
dobbloni. rovani, i-661: bisogna far sì che la giustizia e la moralità trovi
un altro de'nobili di roma dovesse far fare le docce, perché l'acqua
. strumento di falegnameria per allargare e far lisci internamente i fori praticati nel legno
che si fa de'succhielli, et insieme far divenire puliti e lisci gli stessi buchi
2. tr. letter. far cadere, versare addosso l'acqua come
bagno chioccia, / accordati col mozzo a far la spia, / mentre che sul
pei rigagnoli, / danno il peso di far l'uditor docile / (per parlar
ha un ingegno abbastanza docile e fluido da far gran figura agli esami, è.
, iii-377: rileva... il far conoscere minutamente tutte le loro cabale e
. non credo perciò che lina possa far eccezione a questa regola, e decido subito
: sopra a questo [stile] volendo far el vostro modano di legname, vedrete
di doghe, o di legname per far doghe. giovanni da uzzano, i-78
pre- summa, fare, o vero far fare, o vero fare servare, colatamente
del comune alla porta della città a far pagare le gabelle a'villani e in
senza accusarla, / del ricevuto oltraggio far doglianza. bembo, 7-2-60: facendomi.
distrutta / e qual ne vid'io far mina e scempio. lalli, 4-156
un broncio da non dire a vederla far passettini e torcer il collo come la
... in un medesimo suggetto far quella gran forza di ercole, quel-
e miti / fuggon nuocer altrir e far lor onte. della porta, 1-181:
quel [carbone] che ha da far fuochi dolci, ha da esser di
vita: v. vita. -dolce far niente: come simbolo del tipico piacere
meridionali. fanzini, iv-203: 'dolce far niente'. frase italiana, melodiosa,
che mostri in sé leggiadria, devi far membri gentili e distesi, senza dimostrazione
fusibile. biringuccio, 1-135: bisogna far la saldatura dolce corrompendola con le leghe
farne? / -i bisogni di casa, far il pane. / -è vero,
dolcemente si diedero ad intendere di poter far rinascere gli uomini dalla carne dell'uomo.
-piano, delicatamente, cautamente, senza far male. bencivenni, 4-34: quando
bella dolzetta mia, / non far sì gran fallimento / di creder la gente
'l debito amore / lo qual dovea penelopé far lieta, / vincer poter dentro da
. se lo formiamo nudo, lo possiamo far di due maniere: cioè o pieno
, se me la date, in far miracoli / vi giuro, d'uom da
. -mettersi, essere a dolco, far dolco (il tempo): farsi
tamerici. govoni, 69 7: al far dolco, / [l'omarino]
cor dolenti / stare tacenti -e non far dimostranza! rinaldo d'aquino, ii-152
non voglio morire, a me conviene far quello che il mio signor mi comanda.
ansaldo, se tu il beffassi, far ci farebbe dolenti. pulci, 19-20:
corpo); dar dolore fìsico, far male, riuscire doloroso, molesto (
tua villania / non vo'che men cortese far mi possa, / ch'io non
nuove. 5. lamentarsi, far rimostranze, lagnarsi, querelarsi del comportamento
veruno d'ascoltare i consigli. -a far per mano altrui, spesso ci si duole
i. nelli, 8-1-16: colui che far ben vuole, a far per mano
: colui che far ben vuole, a far per mano altrui, spesso si duole
che [cristo] sostenne / per far noi consolati, / stimar non si potria
iocare, / con gente usare a far granne spese; / mio paté stava a
troppo dolorare! 2. far male, dolere. etnanuelli, 1-175
, da principio, aveva creduto di far loro provare. leopardi, 22-114: spesso
: possa il senno degli italiani non far rimpiangere troppo dolorosamente codesta perdita. jovine
avranno la dolorosa e imbecille conseguenza di far nascere nuovi stati nuove divisioni. de sanctis
la spagna, 16-12: incominciò a far dirotto pianto, dicendo: -omè,
dell'arte di calimala dolosamente presuma di far questione. machiavelli, 39: albino,
, con animo depravato, affine di far solamente pagare i mallevadori. beccaria,
, 7-154: cominciò a parlare basso e far domande -se mi piaceva quel lavoro,
che la domanda che secondo detta provvisione far si può per quelli che insino a qui
, tu faresti oltraggio / di non far grazia al meo domandaménto. cappellano volgar
ca- siera, / che venga a far laggiù certe faccende, che s'hanno
certe faccende, che s'hanno a far nanzi domandasséra. segneri, ii-338: chi
non ti vuoi attenere, né me far lieta della dimandata grazia, fammene un'
bronzino, 1-388: la ne dovette far parecchi brani / del poverino; e
le forze dome, / che gli puon far sin a'bambini scorno, / chi
state domate le repubbliche alemanne, che far si doveva degli stati che si fossero conquistati
domenicale, / [il gallo] volle far ma non seppe, una bravata.
del cristianesimo), che serve a far conoscere in quale giorno del mese ricorrono
pananti, i-i: la musica vuol far la gentildonna, / e l'altra
. boccaccio, ii-342: pruneo fe'far, della chiesa a maiano / un
più recenti mostrarono nondimeno la possibilità di far servire questa invenzione [del gas]
domiciliare2, tr. [domicìlio). far prendere domicilio. — per lo più
-raro. permettere di abitare, far risiedere. p. verri, 1-i-33
del 26 marzo, che vietava il far visite domiciliane in tempo di notte.
e pe'fenili / co'loro amanti a far le bagattelle. nido eritreo, i-154
divenendo ricchi, si ferman poi a far domicilio ne'luoghi, ove la
schiavi manuali, di gregari ridotti a far numero uniforme, e di eroi sortiti a
gli scarti, coloro che non sanno far nulla, i difettosi nel corpo, gli
possano dominare tante generazioni e l'autorità far le veci della ragione. leopardi,
elementi, tre forze bisogna dominare e far circolare in miniera: l'energia elettrica
.., oggetti che si ostinano a far parte del mio panorama. prepotentemente,
altro che volarvi molestamente negli occhi, a far che peniate leggendo con essere tante,
-meglio m'è tornar dunque, e far che vengano. / -dove? -qui in
/ di entrar qui dov'io son non far disegno: / domine, che tu
spirato ch'i'non la metta a far nelle man vostre, perché faresti confusione.
evento. grazzini, 4-127: può far domenedio che tu non volessi stanotte sbucar
caro il gallinaio, ch'altro / far non san, che allevar chioccie e
lo tomo, / per sé deveva far relevamento; / per nulla guisa non
ti dona. 2. assol. far doni, regalare; fare beneficenza,
stan le porte di filli, io che far deggio, / per non morir su
dir. dare in donazione. -anche: far donazione. gr azzini, 4-21:
la vita, la qual pasimunda sollicitava di far lor tórre, e a prigion perpetua
come a quello che veramente può loro far gloriosi. buonarroti il giovane, i-357:
aveva ancora il re di spagna potuto mai far radunare li stati per ottenere una contribuzione
è pubblicatore frequente e donatore, vuoisene far conto. = lat. donator
mia roba!... voglio far donazione!... chiamatemi il notaro
. ch'a fecenia ipsala fusse lecito far donagione. g. m. cecchi,
di banca il quale sia desideroso di far carriera. -avere donde, avere ben
dondolare, tr. [dóndolo). far muovere in qua e in là una
fiamminghe del sacro cuore sarebbero costrette di far dondolare e giocare alle pugna le loro
immagini bibliche che si dondolano tra il far di lucrezio e quel di dante.
-dondolarsela: stare in ozio, senza far nulla; esitare, indugiare.
. redi, 16- v-224: bisogna far presto nell'obbedirla in quanto ella presentemente
n'ha a render conto, / e far del tutto, dondola, ch'io
e pe'fenili / co'loro amanti a far le bagattelle. baruffaldi, xxx-1-119:
a placar la donna, / e a far ben tosto del suo affetto acquisto,
se ne stanno in donna, / senza far moto a chi le inchina e cole
nelli, 15-1-1: non mi lascierò mai far la donna addosso da questa padrona di
si guadagna la vita a filare e a far la guardadonna. -donnina (
; e lo distruggeresti! e vuoi far la maestra! o donna, donnissima!
foscolo, xvii-403: inoltre bisognerebbe a far quella visita a giogoli pigliar la carrozza
alfieri, v-1-827: non mi vo far vedere / qui a bella prima infra
intr. { donnèo). ant. far da padrone, signoreggiare. - anche
moltissimi ci dissero che v'era / da far benon nel valdamo di sopra; /
goffo, femminil decoro, / e far la donzelletta e persuadersi / di pisciare acqua
/ di pisciare acqua nanfa, e far dell'oro. -uscir di donzellina
liberarsi della tutela, agire indipendentemente; far da sé. f. d'ambra
fa un donzello cavalieri, / e vuoisi far novellamente degno. tavola ritonda, 1-170
pochi giovani in porta ticinese tentarono di far le barricate. campana, 143: un
, iii-4-81: avrei dunque anteposto di far impeto verso la porta ticinese, quantunque
per seminarli, se quelle macchine possono far doppiare il prodotto de'nostri campi.
, 887: un tasso bigio viene a far capolino fra due pietre, muove un
pericoli, che marca giornata doppia, per far più presto a tornar nella legge della
a doppio. bracciolini, 1-17-62: per far più tenaci e più sicuri / i
torri, de i comuni / gaudii far segni manifesti e chiari; / talché
giannotti, 2-2-302: che ho io da far di tante cioppe e cotte, /
tr. (dòro). stendere e far aderire uno strato d'oro sopra una
un cardinale ha pensato che si debba far copiare [questa canzonetta] in carattere
foglie di oro, che vengono a far notabile grossezza. gemelli careri,
b. segni, 4-228: per far disciplina... si debbe usar musica
[s. v.]: 4 far dormiente in un tal sito ', significa
. vollero partirsi di notte, per far dispetto, dicevano esse, a'loro dormiglioni
potrebbon [alcuni creduti errori] agevolmente far tenere me per molto dormiglioso e trascurato
1 ma, del suo amor a far lieta e felice / un'altra donna,
voi avete facto una bellissima elezione, da far venir voglia a le pietre, non
un'azione, a una decisione: far seguire o precedere a essi un sonno
l'avesse, bevendola, tanto a far dormire quanto esso avvisava di doverlo poter
dormitor, si sognano, / bisogna far com'al caldo le chiocciole: / del
soldati accanto a lui si divertivano a far correre a gara due pidocchi, che avevano
della schiena dello scoiattolo (usata per far pellicce). pitti, 1-249:
essere bastonato. goldoni, vii-321: far sue faccende senza di costoro, /
-fare il dosso di buffone: adattarsi a far il buffone. pulci, 19-95
, levar via. -al figur.: far passare far dimenticare (una sensazione,
. -al figur.: far passare far dimenticare (una sensazione, un momento
dotar la serva, non lo ha da far col mio. pindemonte, 2-69:
d'azeglio, 1-202: giunse a far quadri dotati del primo fra i meriti,
ir fra'germani, / e colà far le sue virtù sì note, / che
. specialmente le donne, desiderose di far meglio figurare le loro doti fisiche con
/... / e non può far, quantunque abbia coraggio / da non
esser cacciato, che non mi convenga far di quello che io altra volta feci,
; / e 'l chiocciolo gli deggia far credenza: / non ch'io ne dotti
assai più dotto in fattorie et in far quitanze che non ero io quando andai
concludenti per questo caso, che il far io ciò che chiedete sarà confacente prima
.. per domandarvi che vi compiacciate far conto della dottorazione sua, se è giusto
disse il diacono ilario, vollero essi soli far qualche figura: perciò esclusero dagli affari
al nostro regimento, / sanza poter far cure o cose sane, / in
il buon dottore non era abituato a far complimenti coi suoi clienti, e nel
signor padrone: così va bene. far manco debiti che si può. -il
doni, 367: così si fa a far valere la sua dottoraria. ne palazzi
che carità e con qual dottrina debba far capace il suddito quando contende seco,
ii-3-9: proverò prima questo demostrativamente senza far menzione di quegl'istanti, i quali
scalze e spettinate a cui arabella soleva far la dottrina in chiesa, eccitate an-
e l'educativo, secondo che si vuole far conoscere la verità alla mente, o
istruire, ammaestrare, educare; far dotto, informato (in una
: se io le avessi insegnato a far tai risposte, mi terrei per lo più
... che debbo, / che far poss'io? leopardi, 22-138:
iv-vii-6: dove, a ciò mostrare, far mi conviene una questione. passavanti,
bella virtù, la sanno conoscere e far conoscere ad altri, dove che gli
dove appena avessero indizio o speranza di far preda. verga, i-19: dove poi
ariosto, 9-1: che non può far d'un cor ch'abbia suggetto /
debito amore / lo qual dovea penelopé far lieta, / vincer poter dentro da me
la compatisco! ma lei si deve far forza. alvaro, 2-61: c'è
nelli, 15-1-1: non mi lascerò mai far la donna addosso da questa padrona di
lamentare? d'aragona, ix-337: che far (lassa) degg'io? chiabrera
torto, ché sempre mi ristringo per far ch'egli abbino loro dovere. macinghi strozzi
manco credito. galileo, 3-1-100: bisogna far parallelo più che 'l dovere, infra
, in teoria, sarebbe toccato a far giustizia a renzo tramaglino, e a fare
dolore stava in quella sua necessità di far giustizia; ma era necessaria, doverosa
, / passi oltre a i monti a far del nuovo e fresco / tuo sangue
. alfieri, i-136: mi posi a far vita di gaudente con gli amici,
darò il caro. -fare dovizia: far dono, offrire (con valore iron
, carezze, ecc.); far gran mostra (di sé, del proprio
da sperare (né spera) di far a mezzo con lui, di rosicchiargli almen
4-7: possonsi... convenevolmente far le fosse piccole e strette, e convenientemente
troviamoci qui stanotte, -le dico. -a far cosa? -mi chiede. -a
l'ebbrietà loro: onde parendo loro far bene, fanno mille cose reprensibili.
dissi ch'io sono il solo capace di far ridere, ho inteso sui libri:
di cominciar l'ore canoniche, cioè far l'uficio che gli ecclesiastici dicono di
, lat. tardo èbullire 4 bollire, far bolle '. ebollizióne (letter
-onis e da ibullire 'bollire, far bolle '. èbore, sm
so che e'm'ha / a far sudar ancor più di sei volte. menzini
l'ora incalzava e son corso a far lezione, vuoto lo stomaco e il
, par., 9-41: vedi se far si dee l'uomo eccellente, /
»; a'quali disse che dovevano far testa, e in modo alcuno non
magno e eccelso signore iddio e di far molto bene. alfieri, 1-650: entrambi
di polo, agghiac- ciarvisi al primo far del verno anche i gran fiumi.
-rendere migliore; dare incremento, far progredire (il tenore di vita,
7. aumentare, accrescere, far salire (un numero, una somma
e dell'industria ecc. a costringermi a far macchina indietro. pea, 7-341:
migliaia. 8. raro. far crescere, far sviluppare, rendere rigoglioso
8. raro. far crescere, far sviluppare, rendere rigoglioso, coltivare.
sarà sempre positivo. 10. far noto, esprimere, suscitare (un dubbio
delle conche nei canali di navigazione per far superare il dislivello ai natanti).
e infine una minor dipendenza, dovrebbero far conoscere più il vero, e lasciarli
comunali e si diceva che si volesse far portare sindaco nella lista di maggioranza.
d'argento. se pure gli voleva far presente o alcun segno di guiderdone..
errori forsi era ben insegnare loro prima il far elezione di chi meritasse essere amato,
galileo, 4-1-120: in luogo di far montare sopra la vite il peso,
, metter fuori; versare, far sporgere emettere (ed è per
piangendo licemi, / avrei poter di far pietoso un aspide; i sì cocenti
, part. pass, di èlicère 4 far uscire, attirare'.
cosa mirabile s'addita / chi vói far d'elicona nascer fiume. tasso, 1-2
spirto una erbetta, / che può far questo, e non pure eutropia; /
/ doppia per la dispensa / né far vista di quella / e pon ben guardia
bruno, 3-132: il nolano andava a far provisione d'elleboro, per risaldar il
, iv-194 (62-11): se potessi far come quel dio, / 'sta donna
e pensa e fa quant'el può far com'ello sia. boccaccio, ii-7-33:
i contrabbandieri... potevano bensì far calcoli posati per corrompere od eludere le
esecutivo finalmente si appartiene... il far sì che li giudizi non diventino elusorii
cesserà in tronco, e comincerassi a far carne. a. cocchi, 8-160:
. beccaria, i-93: è un far credere che potendosi perdonare, le condanne
inchiesta alcun carattere speciale che la possa far considerare come emanazione di questo o quel partito
di origine romana, del medioevo), far acquistare a un figlio o ad altro
farina, o strumento che serve a far pane. e. visconti, conc.
intercalato, nel calendario greco, per far coincidere l'anno solare con l'anno lunare
di un mese intercalare nell'anno per far coincidere l'anno solare con l'anno
lega, contro la quale non potevo far nulla,... mi arrivava al
che sia mano mano eleggibile, e non far dipendere la politica dalla embriologia. bocchelli
42-i-119: tutta dunque si diede a far bella [elia catula], con quanto
perdonare né a spesa né a fatica in far d'avere bonissimi testi antichi, e
qualunque volta che io mi penso di far cosa che abbia del com- prendonico,
. tasso, iii-204: non volendo far questo, almeno pregatelo da mia parte
. galileo, 3-4-153: tace di far cauto il lettore, come, essendo egli
= voce dotta, lat. èmergère 'far uscire; venire a galla '(
d'un giovine patrizio, e promette di far opera perfetta. giusti, 2-90:
forma neutra -ium e -um), dal far. ^ [xtxùxxiovemicèfalo, agg. che
: gli studenti si destavano, tentavano di far convergere ancora, nelle cifre, le
botta, 5-291: crederebbe il re far torto a se medesimo, se giustificasse
lavorati con precisione in modo da poterli far combaciare formando una sfera cava completamente chiusa
, 1-105: essendo il solito di far fare le prime aperture di simili negoziati da
mettersi a entrata, ed egli doveva far creditori, e rimborsare coloro che prestati
, o qualche empietà bestiale, basta per far dar gli sciocchi e la canaglia nelle
150: della religione non si debbe però far sì poca stima ch'ei non ci
bocca. beccuti, 102: veggio far gioghi all'empie fere al collo /
di dio e degli uomini, ardisce di far queste cose? guarini, 55:
preoccuparsi di cucinarle. -letter. far gonfiare (una vela). fatti
. doni, 3-159: voleva un poeta far un libro di minchionerie, e empierlo
rio, / e di'me coronare e far beato / ed in eterno empiermi onne
, e li altri effetti che suole far primavera. vettori, 1-66: soliti tutto
13. locuz. -empire di anni: far invecchiare. boccaccio, v-37: l'
solea sempre dire) ad altro che a far da empitura, dove sarebbe peggio non
uno spazio vano, un'allungamento da far che la quinta possa giungere all'ottava.
posson giovare ad altrui e che posson far benefizio... di qui è
di parlar fece mai frutto, / quivi far lo dovea. = voce dotta,
. non potranno uscire uomini capaci a far progredire né un'arte né una
encomii della nonna, io non posso far a meno di strabiliare. d'annunzio,
ii-358: viene quindi l'a. a far conoscere gli 'echini ti ',
, sì che la voce nell'atto di far pausa si rialza di nuovo, e
(per lo più nella locuz. far endica). m. villani,
xii-3-292: deh non voler del mio tesor far endica. soderini, i-455: così
le ben riuscissero, non n'è da far endica. b. davanzati, ii-453
la propria energia a muoversi ed a far muovere gli altri minimi componenti del sangue
b. croce, ii-n-201: si può far di meno, nell'esprimersi efficace,
bini, 1-73: l'enfasi, il far da pindaro, a voi non s'
ossequiosa, e per giunta, di far delle conversioni. = deriv.
2. ant. e letter. far aumentare di volume. -in partic.
dell'enigmatico; ma se giova a far detestare i franzesi sarà sempre secondo il
trovato sarà uno de'lati del poligono che far si voleva nel dato cerchio, o
niuna importanza, o della quale chiunque può far le veci. in gergo militare:
tanta quintessenza di enormi spropositi, da far parer genii tutti questi animali. carducci
è caso enorme e compassionevole: lassate far a me, figliuola, che sarete
sola / 4 d'enoscio 'basta a far ch'io abbia temenza. =
della natura in caso mai contribuiscan a far guerra e che vogliano asservire ed opprimere a
un fantasma, nessuno si cura di far male agli altri, e procacciarsi odii
uno angulo all'altro gagliardissimamente, e far che l'entri bene. tasso,
5. figur. essere ammesso a far parte (o anche a frequentare)
terresti in troppo impiccio / a voler far questa vagliata. sarpi, vi-2-42:
nei diciassett'anni, e cominciava a far voltare i giovanotti quando andava a messa
cattivo o sfortunato esito. -entrare a far parte: cominciare a esser parte di
economiche... entrano necessariamente a far parte delle leggi vitali degli stati.
in rassegna il materiale che deve entrare a far parte della storia della pittura o della
ad andare per gli studi, a far conoscenza cogli artisti e co'principali dilettanti,
inf., 8-81: non sanza prima far grande aggirata, / venimmo in parte
. rovani, ii-944: ti deve far piacere che anch'io posseda un capitale
. romagnosi, 10-365: se conviene far fiorire le arti si deve anche far
far fiorire le arti si deve anche far fiorire l'agricoltura, il commercio, e
. proverbi toscani, 12: bisogna far la spesa secondo l'entrata.
deputazione de'magistrati predetti si faccia e far si debba del mese di febbraio prossimo
di una scuderia deve pagare per poter far partecipare i propri cavalli a una corsa.
: acciocché abbiate entratura, e possiate far conoscere la commessione gagliarda che vi si
: non ci fu verso di persuaderlo a far testamento;... stimava inutile
.. stimava inutile rompersi il capo a far divisioni le quali entro breve tempo dovevano
, / si volge in entro a far crescer l'ambascia. libro di sentenze
non aveva ad altro giovato fuorché a far muovere una eolipila, un vero giocattolo
aggiunti all'anno in determinati calendari per far coincidere l'anno solare con quello lunare
epentesi. moretti, no: impareremo a far dei versi? dissi / al
sf. plur. entom. famiglia di far falle, di grandi o
in un sublime epico dipinto introdurrà per far l'ombra del quadro una o
filippiche, e profezie, bastano a far da sé una più che mediocre libraria.
va', va', filisteo, va'a far lezione d'estetica! e declama in
ebbene, dovetti stentare non poco per far loro comprendere in qualche maniera che cosa
comando: cavi metallici che servono a far muovere i timoni e gli alettoni.
via, che non è tempo / di far fila con panno lino vecchio.
xxi-260: or via, una parte vo'far di mia mano, e di quello
due stati. pananti, i-153: per far le ore del piacer più vive /
di fiato, lo spenderò tutto per far piacere alle mie figliuole. dossi,
suoi, che fu anco causa di far mutar il filo dove parevano inviate le cose
, 15-66: per veder se può far rompere il filo / alla parca di lui
perché non sono uomo d'esser fatto far per filo, poche parole e brava
renza, ed anche di far lega co'potenti, memore del
, i-653: non era il momento di far questioni filologiche. sotto il parasole di
che abbia cantato la propria moglie senza far ridere? sapreste dirmi il perché? se
con maniere insinuanti e accattivanti, di far agire gli altri in modo che gliene venga
o di lima; serve a far attrezzi come seghe e lime. =
: un secreto prónto, infallibile da far la breccia nell'animo d'ogni femmina
3. parlare filosofando. -anche: far discorsi seri, trattare argomenti gravi e
di dio e degli uomini, ardisce di far queste cose? musso, iii-22:
incredulità di certi filosofastri, che per far troppo del saccente danno nell'infedele.
, coll'unico fine di sollazzarsi o di far pompa di spirito? carducci, iii-7-61
ed intiero corpo della dottrina e di far cessare la lotta dei partiti diversi,
filosofia del diritto, ardente fascista, volle far conoscere i concetti dei giovani circa i
ed in tutte le scienze si posson far le richieste e conseguentemente i dialogi.
in una sigla tutta una tradizione. far passare per la cruna d'un ago una
favolosi segreti de'chimici occupati in non far nulla. p. verri, i-205:
, se non se alcuno che voglia far querele senza motivo, o far nell'altrui
voglia far querele senza motivo, o far nell'altrui sciagure il filosofo.
soggetto e d'ogni tema / voglion far cento dissertazioni, / voglion ridurre ogni cosa
filtrare, tr. far passare un liquido o un fluido attraverso
. 3. figur. introdurre, far penetrare, instillare (una sensazione,
quel realismo del quale solevasi e suolsi far colpa,... era già filtrato
de fare avesti voglia / muri da far perfeta foglia / che sia ruveda, grossa
. saccenti, 1-2-89: attendin pure a far le filze grosse / coi lor processi
ella avea sì lunga filza / da far mangiare il fegato e la milza.
novelle / n'andar le risa a far rider le nugole. tassoni, viii-2-23:
, 79: tolti li pigni se possano far vender fina zomi tri. idem,
salvini, 30-2-121: mi diceva che bisognava far sentire le finali, tanto nel recitare
le terzine, mi passò pel capo di far un poemetto romantico- archeologico coll'azione a
grande ed intiero corpo della dottrina e di far cessare la lotta dei partiti diversi.
egli conosceva ben bene per incapaci di far male, così poteva con quelle sfogare qualche
; finanza straordinaria: quella che deve far fronte a spese straordinarie ricorrendo a mezzi
certo modo faceva di bisogno anche a're far sua voglia la voglia loro. g
; / e stanno tutte spesso in far domanda: / -or non è vivo messer
, v-64-3: voi misser guido commandate far carta di vendita a razone di propria a
petrarca, 140-14: che poss'io far, temendo il mio signore / se
o no necessario nei drammi e nei romanzi far sì che la virtù trionfi sul vizio
: sentendo che un giovane 11 volea far pigliare per una carta antica già pagata al
il suo studio intorno ad essi, né far divenir fine ciò che dee essere mezzo
marito e che essa ad onesto fine a far ciò si mettea. livio volgar.
in corso, veramente con fini di far bottini e di guadagnare. dovila,
salivano sempre più, e non volendo far la fine del piccione arrosto, spiccò un
cominciare, ché meglio è a non far la cosa, che cominciarla, se ne
concludere con esito positivo, raggiungere o far raggiungere il risultato voluto. dante,
a termine, compiere, concludere; far cessare, troncare, abolire, arrestare
366-103: quel che non potea / far altri, è nulla a la tua gran
scorcio. -trarre a fine: far cessare, troncare. malispini, 1-217
. canti carnascialeschi, 1-207: per far dunque de'fogli grossi e fini,
, sottilissime e finissime in punta, da far imaginare che servissero a fissar veli.
segno verun di credere che dio debba far loro bene nel bene o male nel
la ter- ribil sua persecuzione / potè far satanasso in que'pri- m'anni,
porla col legno e 'l lino / far al secol migliore ingiuria e scherno. d
pane, / ch'e's'apparecchia di far festa e giuoco; fa'che le
paesello. -lavorare di fine: far un lavoro delicato, minuto, di
parere. boriili, 6-78: sul far della sera, può venir giù scrollando
, / con fronte umana, da far arder giove. boccaccio, dee.,
, / ma non ardisco / di far offesa / ai due bei soli, /
3-227: tutti e tre procuravano di far rientrare dalla porta gli spiritelli romantici cari
buonarroti il giovane, 9-57: né vo'far buio affatto della vista, / ch'
che gli altri fanno senza prendervi parte, far da spettatore; porsi in bella vista
. prov. -a donna alla finestra non far festa: la donna che spreca il
, 3-25: a donna alla finestra non far festa. -aria di finestra,
petto, / un fenestrin da poter far l'amore. fogazzaro, 7-27: chi
tutti puri; onde conviene, per far le monete eguali, ridurre il metallo ad
; part. pass, finto). far credere, dar a vedere (mediante
il padre, ella, fingendosi di far carezze all'uno e all'altra, non
dai cattolici. -far credere, far apparire. niccolò del rosso, vii-491
che finxe il mondo. -rendere, far divenire. della casa, 5-i-18:
dichiari; / e atto a guerra far mi forma e fìngi. -prendere
ne la divina stirpe più facilmente ardisce di far le cose grandi e porge ancora maggiore
parabosco, 4-26: come egli sa bene far l'amore, come bene gittar sospiri
lentini, 26: certo mi par che far dea bon signore / in signoria sua
sue novelle, il quale, avendo a far loro cento proemi, in modo tutti
risurrezione de'morti malamente impugnata, vo'far qui, per finimento, una brevissima giunta
e la ghita, la quale continuava a far figliuoli, che non pareva vero,
non sol questo. -distruggere, far morire. lotto pisano, xi-1-396:
cagione di dolore. petrarca, 332-75: far mi pò lieto in una o 'n
la cena, che me ne voglia far parte. pavese, 6-104: finì
centomila praticacce; non ha più voglia di far nulla; ci finisce la salute.
24: possano... contrarre e far carte per nome dell'arte,
colera non finiva, non si poteva far nulla per la sistemazione dell'eredità. barilli
felci di bosco. -sboccare, far capo, sfociare. -anche al figur
rindo, averà finito di comandare e di far bravate. leopardi, iii-328: ho
d'opinione che ella si finisse di far nera per l'esequie di mecenate, che
ad assorbire tutta l'attenzione e a far passare ogni altro fatto in secondo piano.
insieme, e poi erano finiti a far l'amore in un prato delle mura.
cessano (o si è riusciti a far cessare). ariosto, 5-88:
i vicini. -finirla: far cessare un fatto o una serie di
; e volendo che si chetino, 'far punto '. metastasio, i-71:
gli cominciò a dire: -m'hai a far vittorio, m'hai a fare il
più stare / potrà, che le converrà far partita / di questo mondo, e
fuora? e pure non si ha da far altro che la lettera dedicatoria e certi
come nelle case non finite, accecava senza far luce. -industr. prodotto finito
stato fiorentino ov'è stabilita la regola di far marchiare le pannine, dopo che sono
governo, e si mettono a non far niente. bacchetti, 10-25: nella camera
36-29: anema, tu se'debole per far sì gran salita: / de fortetuden
, 243: il signor piero fece far precetto a tutti li capitani...
non volevano far da pecore, si rabbonirono e oramai
ed allegrezza e canti; / far trar del vino e fumar la cucina,
devean, quai messaggier volanti, / far manifesto il suo volere in terra, /
. giusti, 4-i-322: fino a non far pasticci, i...!
. palladio volgar., 11-14: di far vin soave a bere ammaestrano i greci
pippion nuovo, / s'io non so far le forche, e di fi- nocchi
finta: fìngere, dare a vedere, far credere. f. corsini, 2-269
: lo trovò che aveva finito di far colazione e faceva la siesta. si scusò
assicurarsi del passato, con animo di far peggio più cautamente. cesarotti, ii-52
ragionato, esemplificato, e tale insomma da far forza; fintanto almeno che altri non
. ariosto, 4-2: che de'far di ruggier la bella amica / con
là su ne la suprema chiostra / suol far tra gli altri dèi leggiadra mostra.
, c'han virtù possente / di far parere un uom di selce o finto.
iii-75: le arti debbono persuadere e far credere che il finto sia reale. b
chiesa, 5-45: la vecchia cominciò a far gesti beffardi e ad imitare la voce
diceva: « ma vedo che, per far questa cosa, come dite voi,
muratori, 5-i-149: per meglio assicurarsi di far comparir possibili e verisimili le poetiche finzioni
in finzione di corriere. — far finzione: fingere. botta, 4-479
molti de'suoi soldati, cui doveva far finzione che così ricercasse il servigio di