alla finestra: stare a vedere, far da spettatore, senza partecipare. 8
pugno si lusinga così baldantemente di far più che non fece morgan te
de'fuorusciti, sollecitava il cardinale a far procaccio di rendere alla patria l'antica
al malmantile, 1-12: diciamo anche far baldoria, quando altri spende allegramente e
, 2-163: mi lusingo che tutti potremo far festa e baldoria, e tutti congratularci
profumieri volete di salumai, raccolta a far baldoria, non creda di finir bene la
si seguitò poi per sei mesi a far baldoria. pirandello, i-267: e la
fervere la mattana e l'uzzolo di far baldoria. silone, 18: da noi
che di trovare come nutrirsi e come far baldoria. -figur. de amicis
fossa, che ha da far col saperlo far barbicare, attrarre il nutrimento, da
al viso al quale, nel far la barba, nettasi il rasoio, si
: -sono trinci, 1-93: per far questa sorta di barbate di rame da bologna
adesso ho tutte queste / barbe da far... / e poi con la
/ chiama il villan che si vuol far la barba: / sopra una rotta
, ii-60: la sera entravano a far compagnia tutti i rumori del vicinato,
le ventose, medicare le ferite, far le stoppate, cavare i denti guasti,
di cetra, di violini, di far reti da uccellare e da pescare..
. fagiuoli, 3-7-205: dee sempre far da avaro e da barbino.
, 3-383: e se eglino hanno da far dipingere i soffitti delle loro stanze
accatastate. pirandello, iii-473: io far da cucina, e poi rigovernare,
buon'ora vengono quelli che hanno da far viaggio, i lavoranti, i barcaiuoli
di etimo incerto (e si suole far richiamo all'ingl. to balk
la barchetta era piccola e lui per far presto e esser più sicuro lasciò lì la
espresso nel famoso sonetto al cavalcanti, di far tutta una barchettata di amici colle rispettive
per barchétto. allegri, 105: il far oggi che 'l detto non sie detto
navigare. targioni tozzetti, 12-1-302: per far la caccia della tela, che così
altro pennello, / si cominciono a far le lance rosse, / e gli scudi
e di non passare, come appunto far vorreste voi altri, a bardotto.
novelle! soderini, i-371: si può far portare [il terreno]..
in compagnia d'un bargello, per far meglio! giusti, i-49: pappataci il
delle forze molecolari di gravità che tendono a far cadere i corpi. = voce
, e cappucciai, / e bariglion da far panziere rotte, / a fonte branda
e fornito di miccia veniva usato per far saltare opere di fortificazioni).
collocarvi i barili di polvere necessari a far crollare una parte dell'edificio.
). -far barilotto o barilozzo: far centro. -anche al figur.:
, che non potè mai addolcirla né far morbida, per pulito e diligente che
apparire nel barlume, nel chiarore; far macchia di fioca luce nella penombra
nodo: / ma, prima di far questo, ci ho pensato, / ch'
; quando si vende, si dice far barocco. buonarroti il giovane, 9-810
e con qualche argomento in baricoco / far restare il messere un bel castrone.
, creata gentile, / non te far vile enchinar tuo coraio, / ca 'n
intr. [barèno). ant. far bricconate, canagliate. =
assai, i quali vennero alla corte a far festa per amore di giannetto. pulci
generazione che ci vien su, di far vedere che anche i baronfottuti vecchi e
di poca voglia hanno pure incominciato a far penitenza solenne dei mali esempi. nievo
che abbaiava, ci guardava senza invece far scansare le bestie. jahier, 99:
a fronte, / tornavano fra loro a far baruffa. monti, 16-899: senza
ant. contendere; azzuffarsi, far baruffa. pea, 7-488:
). raccontare barzellette; scherzare, far dello spirito a proposito di qualche argomento
tutto mutato; / vedeva gli occhi far del basalischio. leonardo, 1-226:
quei beni che non interessa a nessuno far proibire, od almeno che nell'anno
almeno che nell'anno base interessava poco far proibire. palazzeschi, i-79: le
del nemico, poteva per qualche tempo far base di guerra ovunque, sull'adda
in sul viso, colle quali sogliono far paura e mettere in fuga i loro
al banchetto. -né allo stomaco dèi far caso. altrimenti gagliardo, apprenderai,
in origine, un tagliando da staccare e far vistare (la parte 'bassa '
/ verso la terra bassa, / per far significanza / della grande bassanza / di
di questo nostro trattato, e per far bassare la dote. berchet, 48:
cattivo stato (una persona); far morire. libro della cura delle malattie
131): non mi curando di far così bassa impresa e non molto lodevole,
doveranno i poveri e bassi amici affaticarsi in far ogni onore e ogni servigio a'superiori
la scienza è uno esquisitissimo camino a far l'animo umano eroico. boccalini, i-9
di bastardi che andavano per i campi a far man bassa, e pur troppo
botte e vini rinversati, se non vogliono far stima de linfe e ninfe, quei
basso sui carri stessi; e ciò per far presto e non affaticarli. nievo,
primo del paese; onde anche lei può far alto e basso nel monastero. giusti
risonanti, / più e men cupi a far bassi e soprani. g.
che sia come un molinello da far vermicelli e lasagne di pasta:
, cantoni, rientrature e sporgenze da far meglio contenti tutti i venti. pascoli
, che fu causa di non mi far male. 5. luogo riposto
cantoni, che della duchessina si dovesse far quello che scrivono alcuni. -lanciare
tal volta si mostra eccellente artificio in far una sola mano, un piede, una
. varchi, 24-30: e per far piacere a una donna pubblica,..
loro sbagli hanno elleno pur mai a far servigio a veruno, anzi che farlo
d'altri tempi, tutto avrebbe servito a far ricordo, a far passato.
tutto avrebbe servito a far ricordo, a far passato. 3. lembo di
condutta sia con senno, / farìte far de canùtole un fumo, / che più
mi disse che io era nato per far dei versi. monti, 6-465: ahi
, 20-3: di nova pena mi conven far versi, / e dar matera al
! io non credo nulla: abbado a far l'oste ». « la solita
e noi restiamo / al nostro non far nulla, e a dar canzone.
. -far cantare altra canzone: far mutare propositi e opinioni a qualcuno.
ii-63: come le donne si danno a far canzoni, i mariti cominciano andar grevi
altro. imbriani, 1-81: bisogna non far troppo capire a costui quanto c'importi
della moglie, e capacissimo invece di far tanto di cappello al primo venuto.
del disegno di lui, promise di far quanto le era imposto. e così,
d'insinuargli tutte quelle ragioni che posson far di mestiere, e mi è parso che
potesse da lui essere inteso, temerebbe far come quei, che dicono le sue
parsa sempre quella di coloro che voglion far la capacità umana misura di quanto possa e
fin qui voi lo giudicate bastante a far capacitare l'importanza e 'l significato di
sempre creduto che nei caffè si andasse a far coppietta con un uomo, e non
, ii-50: non ti mettere a far la ninna nanna, / non voler tutti
riuniti in crocchio. -far capannello: far crocchio. aretino, 8-245: i
501: sento bucinarsi, e molti / far capannole, e divulgar novelle /
legna e di sarmenti (per far fuoco). vasari, ii-77:
vasari, ii-77: era costume della città far sopra le piazze alcuni capannucci di stipa
è piuttosto una caparbieria, / per far dispetto a tutti noi di casa.
: poi che la tua caparbità ti vuol far fiaccare il collo, io ho pensato
con una capata tu non m'abbia a far venir giù i sonatori: ragazze,
pananti, i-121: mettonsi alle capate a far col muro. -battere la capata
per ragioni d'ufficio, sempre pronto a far le sue capatine per ogni felice evento
intorno a due vesciche, / per far che sien pur enti in apparecchio;
lin ben a ragione / sarìan per far panelli di massaio. dante, cono
, 19-22: almen lo vedess'io far a i capelli! lippi, 8-47:
massaia e la moglie, non sa far sì, che non facciano sempre a i
. -fare i capelli bianchi, far venire i capelli bianchi: per dolore
ambra, 11: quantunque io abbia che far da me per infin sopra i capegli
; del resto sentireste delle cose da far arricciar i capelli. pananti, i-24
ore di notte: una cosa da far rizzare i capelli in testa, chi
ed al suo sistema disciplinare, da far rizzare i capelli. -sudare (
mille anni, / non ti potrebbe far d'un capei calvo. 5
algarotti, 1-515: par duro sentirsi far la lezione da'giovani, e dovere
gambe e di braccia che gli facea far guizzi e salti e tonfi da raccapriccire.
lame, e battere di tutti questi, far le crune agli aghi et i caperozzoli
cercarsi o di fuggirsi, o di far l'uno o l'altro insieme colle carte
né in me quel capestro / che solea far li suoi cinti più macri. idem
si dimenate gratta, / e perché vuol far meco il cortegiano, / questo suo
pronto gli è addosso prima che lui possa far nulla. nievo, 1-97: notte
, » io dicea anche « non far la capinera, che alleva le ova del
., 28-68: maggior bontà vuol far maggior salute; / maggior salute maggior
capevano ne la mente, si sforzava far i fatti suoi più cautamente che poteva,
sono, e avanza / sì poco a far, che apertamente io l'oso.
, col sorriso indulgente di chi vuol far capire la ragione proprio a un ragazzo.
grandi che un loro piccol sdegno possa far gran danno. bandello, 1-2 (i-34
petroburgo e peckino, lo starsene, far i suoi negozi, e tornare, ci
mettevano a girare il mondo, per far guadagno mediante un capitale comune e indivisibile.
, più son avviato / di voler far di nuovo capitale. g. villani,
, che non di altra cosa erano conosciute far capitai maggiore, che dell'onore.
e mia fu solamente l'osservazione e 'l far di essa capitale e stima come di
un caso, in un bisogno, saprei far capitale dell'assistenza de'padri cappuccini *
: e s'ei non vola, può far capitale / ch'io voglia ritrovarlo.
capitale, tenere uno a capitale: far grande stima; trarre vantaggio. g
di sofisti dichiara apertamente che il lavoro può far senza 11 capitale, che i capitalisti
.. altri l'usa nel senso di far capitale fruttifero d'una somma raccolta.
temerità, perché ho osato con gran riserva far motto (orribile scandalo!) di
2-28 (i-975): egli ti converrà far per un anno l'ufficio del capitaniato
in spezieria sopra una panca / a far corona a un vecchio capitano. cuoco,
dal capitano di giustizia. non ho che far nulla con lui. verga, 4-177
capitare1, intr. { capitò). far capo, metter capo; andare a
2-51: qualunque signore avea impreso di far guerra al comune di firenze n'era
un plico). -far capitare: far recapitare. caro, 12-i-214: io
mi dice quel che voi, circa il far de l'attore per le cose de
, 31-8: adunanse a capitoli a far li molti articoli. cavalca, 161-
4. tr. raro. far cadere. bellini, i-105: e
potare, rinnovare, aprire i rami, far capitozze, levare il vecchio. buonarroti
così bello, che non si può far di più; rassomigliante una capitozza di
grandissimo peccato addosso, che tu vogli far la partita, noi altri non aviamo
fece il le brun suo compatriota. volendo far di suo capo ogni cosa, figurò
, un solo, quello cioè, di far io, di mio capo, le
capo dei cattolici accettava di entrare a far parte di un governo di coalizione
, un brigadiere gigantesco, che nel far l'appello si fermò al mio nome e
e ciò basterà pel lettore voglioso di far confronti. manzoni, 816: fecero
un nesto, / ch'e'le volea far grosse come pere; / e quando
discreto legga que'due capi, non potrà far di non maravigliarsi. leopardi, 1048
poco all'antiche, può per molti capi far invidia alle moderne. lambruschini, 1-123
ii-477: movi, ballata, senza far sentore, / e prenderai l'amoroso cammino
/ già venni, e sol per far baiardo mio. vasari, ii-19: oltreché
1-40 (i-478): or volendo cocco far la sua scusazione...,
e l'indole mia m'indussero a far poco conto degli anni più freschi.
arei avuto tempo, né capo di far berte. parini, 672: io non
cassa, soldar gente,... far spalle della fronte, o del capo
non mi dice niente dove io debba far capo per ritrovarle. buonarroti il giovane
, e a questo portinaio ci conviene far capo. r. degli albizzi,
. rena, a cui ella dee far capo. monti, i-365: bisognando dunque
il piè delle seste. -girare, far girare il capo: stordire, intontire
-lavare il capo all * asino: far del bene a chi non lo jnerita
se non vuolen vedere quel che san far i porci a le perle. giusti
: si è messo in capo di far disperare quella povera sciocca di mia sorella.
il capo: immaginare, desiderare di far qualcosa, all'improvviso. collodi,
dove dice che son molte commodità di far male. b. davanzati, ii-184
capo. -venire a capo, far capo: scoppiare (un bubbone,
là, ridato ha 'nfuori / in sul far della luna il mal già preso,
già preso, / e vuole alfin far capo. panciatichi, 294: aspettando
; e spesso quel signore, per far loro scorno, non risponde e volge
fosse al tutto morto lo più tosto che far potesse, acciò che nullo mai s'
capicino, capino. -far capino: far capolino, spuntare. s. caterina
nel quale sua maestà aveva deliberato di far una caccia generale. tassoni, 6-48
10 sono! berni, 151: e far tacer allor quelle cicale, / certi
lustri, 1-2-23: la maniera di far la sementa e le altre faccende sino
. -capoccèlla. -far capoccèlla: far capolino. pasolini, 3-52: lì
le quali erano a tanta altezza da far venire il capogiro. faldella, 2-4:
3-83: il salotto era stracolmo da far venire un capogiro. poltroncine, sediole,
,... èssi dato infino a far le fistole (che gli venghino!
materiali e mill'altre comedie: cosa da far creppar di ridere gli asini, non
capolevarla. 2. tr. far precipitare a capofitto; travolgere. buonarroti
, 9-190: starsi acquattata e là far capolino / in ultimo vedete / la gatta
aspettati sulla riva, quando vedevano la vela far capolino tra i fariglioni. faldella,
.. vedete, vossignoria, a far girare i cunei si sta dai lati e
. capo di si vede, il far a cap'a niscondere. note al malmantile
fucile carico, e non ha a far altro che star a vedere se il
caporétto, sm. nella locuz. far caporetto: fuggire a gambe levate.
frequentiamo in seguito, non ci riesce far lega, non si contrae vera intimità
: con tutto questo io persisto a far raccolta di tipi inusitati. poiché, nonostante
, come se fossero prosa, senza far nessun capoverso. salvini, 41-60: a
larghe che grosse, che servono a far cerchi da botte e da tino.
, aggiunse quel signore, « ti vorrei far vedere, con la spada e con
bruno, 3-259: della musica può far meglior saggio un che non è de
e che non lice, / e a far svenire i maschi sugli acuti i e
uscì di tuono, e lasciando di far la sua parte, volse alla parte del
d'olanda. barilli, 6-78: sul far della sera, può venir giù scrollando
, e tutti gli alberi buoni a far cappellacci. 7
ii-409: si dice subito, che il far discendere a cose tali un prelato di
. -racconciare la cappellina in capo', far ricredere, raddrizzare le idee. machiavelli
della moglie, e capacissimo invece di far tanto di cappello al primo venuto.
crescenzi volgar., 1-13: potevi far ripezzare e ricucire alla famiglia i lor camiciotti
o mandare in capperùccia: passare 0 far passare inosservato. machiavelli, i-1029:
un giorno ella scommise... di far metter in capo alle principali di quelle
cappone: fare accapponare la pelle, far rabbrividire. -tenere il cappone dentro e
si può esser certo d'andar a far bene a colpo sicuro. l
al beco mal guardato, alla rana, far le proposte, dar luogo al compagno
/ ad un splendido cappotto, / di far ben da gentiluomo. 2
prender cappotto, vale 4 perdere 'senza far punto; dare o fare cappotto:
punto... la locuzione dare e far cappotto si è pensato derivasse dalla compagnia
da tempi remotissimi, veniva giù a far colazione dai bardi un frate cappuccino.
. f. doni, 3-83: basta far come le capre, saltar tutte dove
con cor intrepido e sicuro, / senza far altra scusa, i balconi apre,
ad altri la capra delle sciocchezze: far parlare o agire una persona in modo
4. locuz. -cavare di capretto: far becco. firenzuola, 770: guarda
che ogni signore e gentiluomo li piaceva far scolpire in esse un suo capriccio o impresa
. sono tutte riflessioni che ragionevolmente possono far temere della caduta di questa che chiamerò
. panzini, iv-110: nella locuzione far di capriccio, parlando di arti del
e alla sua sicurezza, determinò di far da sezzo e di sua volontà quello
voi, se le femmine non sapessero far la coda alle lucciole i =
nei festini / uomini e donne a far salti caprini. monti, x-2-
un gran salto; poi seguitò a far capriole sulle onde. panzini, ii-632
v-459: così micare pedxbus corrisponderebbe al far capriuole in aria coi piedi. goldoni,
spiritosa! se siete così pronta a far capriole, sarete una brava ballerina.
tuttavia que'che san ballare, saltare e far capriole, riescono ad afferrar qualche cosa
[s. v.]: far capriole, in fatto di opinioni politiche
tromba acustica); e serve a far vedere la forma sinusoidale delle onde sonore
captare, tr. acquistare, procurarsi, far proprio (con abilità, con accortezza
, tr. ant. e letter. far prigioniero. -al figur.: conquistarsi
non avere / saputo così ben far le campane /. di san ruffello,
] di tanto in tanto, per far certi caracolli di raddoppio, schiacciato in
suppellettile. magalotti, 21-169: facemmo far due caraffe di cristallo. algarotti, 2-76
carambolare, intr. (caràmbolo). far caram bola (nel gioco
carapignare1, tr. dial. far congelare (una bevanda, un sorbetto
maniera di queste malabar; e mandai a far in cananor tre coppie di carapuzze moresche
, 1-869: accordati con un barcaruolo di far la burla a un certo ebreo ch'
carati. caro, 12-i-9: vuol far ricca la sedia apostolica d'entrate a
e troverai quel sangue / di fenice da far tutti i caratteri; / e la
carattere corsivo nel vostro bue pedagogo per far credere ai vostri leggitori che li avete
la potestà della chiesa, né possono far altro li principi che denonciarli ai loro
nei fiori] è il seme, è far fecondare un garofano a modo nostro,
di lei e del re s'ha da far la fila, tanta è la calca
o le caratteristiche proprie; rilevare, far conoscere. salvini, 6-45:
solitari carbonai. barilli, 6-78: sul far della sera, può venir giù scrollando
dee con mille stenti, / per far la carbonata intorno al fuoco? sacchetti
aretino, iii-178: il marito dee far quelle carezze a la moglie, che il
montagne più di sedici anni, col far del carbone e qualche altra cosetta di
metalli, a disecar le cose, a far fuoco, a lavorare il ferro.
fermava ancora sotto la nostra terrazza per far intendere che cantava. -per estens
la ruffiana] quante legne vanno a far bollire le caldaie, dove si lessano le
perché volendo oggi a mio senno / far nuovo lavorìo, le mani ho pronte,
avevo prestato a benvenuto, il quale voleva far le vendette del suo fratello *.
i-436: chi sa dirmi a che far dentro il nautilio que'tanti suoli e vòlte
(e si usano i fiori per far cagliare il latte). mattioli [
103: e massimamente l'arebbono da far quelle donne che hanno la testa piccola
addietro, quel gatto era riuscito a far cadere dal muro di quella saletta una
i refrigeranti,... sia necessario far uso solamente de'diaforetici, de'sudoriferi
in uno scritto scherzevole, bastano a far ridere migliaia di lettori. boccardo,
, cantoni, rientrature e sporgenze da far meglio contenti tutti i punti cardinali e
legniuzzi, e dato ordine di voler far fuoco, in questo mentre che io aspettavo
imminente, gionta la poca speranza di far frutto. campanella, i-20: carestie
caro 'e carère 1 mancare, far difetto '). cfr. spagn.
mano il piglia: / e', vedendosi far tante carezze, / subito innamorò di
, deriv., per dissimilazione, da far faro (v.).
del secolo decimonono, dilettavasi cupamente a far da cariatide alle trapassate generazioni arcigne od
, 3-89: piedipapera, sebbene volesse far l'indifferente, pel decoro della carica [
98): io ebbi questa carica di far questi fuochi e tirare queste artiglierie.
la carica della sveglia nuova, per far sentire il campanello ai bambini. sbarbaro
a scaramucciare ed impedir al nemico il far trinciere e piantar gabbioni, e simili
famiglia. idem, iii-1-17: sanza far sogiomo, / sopra le navi già
cavalli, che, non che potessimo far fatti d'arme, ma noi e i
in questo medicamento... è il far grandi e strabboc- chevoli bevute di latte
legge de'liquidi gravi, ch'è il far contrapeso e tener bilanciati i momenti della
maneggia della sua sicurezza, e volendola far tirar più forte e meglio, la può
scultori, un modo tenuto da essi in far ritratti, quanto si può somiglianti al
. / cavalier, se tu vuoi far penitenza, /... / ho
qui l'autore, per ischerzo, di far bisticcio di pezza con piazza, come
[il capitano], prima di far vela, se il bastimento è bene stivato
col fucile carico, e non ha a far altro che star a vedere se il
, come già si è detto, far conto, ma trapassargli sotto silenzio,
vuole * perché « chi comanda ha da far conto ». cassola, 2-206:
gravoso carico di famiglia, chiese di far parte di un contingente di lavoratori destinato
stranienti », e così non si lasciava far carico. cesarotti, i-99: noi
sentire che gli si dia carico di voler far dispiacere a qualcheduno. pover'uomo!
vecchi orologi: / non riesco a far tacere anche nel sonno / quel vento nero
, così elegante e carino da far venir voglia di pigliarsi il colera.
duno, / più tosto sofferir che far vendetta: / questa è la carità col
carità di lui mi strinse / a far ritorno, torse il passo errante /
suo signore, ma per indurlo a far cosa tanto scelerata, che poi gli
ogni severo rimedio levar la commodità di far male a colui che con li buoni
», potea indurre gli uomini a far un'opera utile a'loro simili. foscolo
arciraggiunta. note al malmantile, 5-68: far carità, fra i bacchettoni s'intende
di deposito destinato a ricevere e a far fruttare quel poco che può metter da
pentole. panzini, ii-385: voleva far capire a mamà che quando in casa
in tutto ciò che per lui far si poteva gli dava aita; e insomma
in una dominazione, e fu causa di far perder alli cri stiani l'
carlini il mese, e non avete a far altro che streggiar quattro cavalli e due
natura. 4. locuz. far carnaggio: far provvista di carne.
4. locuz. far carnaggio: far provvista di carne. luca pulci
/ pose in terra de'suoi per far carnaggio. caro, i-341: e
d'essere a tempo alla cena per far carnaggio, tra via diede lor a
carestia... del salnitro per far la polvere, il quale s'andava cavando
pensò anche, come nostro tutore, di far venire a torino la mia sorella carnale
che sì pover morìo, che a far lumiera / di quel suo corpo al livido
dedicarsi a passatempi piacevoli e allegri; far carnevale. l. salviati,
. cicognani, 3-92: non poteva far a meno di concentrar la forza per
è corporale, non può nello spirito far effetto alcuno. che poi un'anima
cominciamento / dal nascer della quercia al far la ghianda. s. gregorio magno
incostro. iacopone, 65-221: voglio oramai far canto, ché l'amor mio è
4 metter in carne ', dicesi del far rinvenire nell'acqua le pelli secche,
ammazza, ammazza; / ne voglion far salciccia e notomia. varchi, 18-2-160
. machiavelli, 709: guardate nel far questo, quanti beni ne risulta:
alla terra. -far carne: far strage, massacrare. -anche: far
far strage, massacrare. -anche: far preda (riferito per lo più a uccelli
/ ovver come il lion che vuol far carne. firenzuola, 244: e'mi
giovane colla spada ignuda per ogni canto far carne. caro, 3-373: senza custodi
/ smontiamo in terra, e per far carne prese / tarmi, a predare
molti lupac- chini, aveva bisogno di far carne assai; perché, danneggiando tutto
, ii-145: i soldati attendevano a far carne, e il popolo bottino.
che non può diventar grasso, né far carne, né ancora si cura di mangiare
di benzina. -far carneficina: far strage, scempio. faldella, 2-106
(carnovalare), intr. disus. far carnevale, divertirsi; far baldoria.
disus. far carnevale, divertirsi; far baldoria. lettera del maestro di cosimo
. (se gli è lecito a'preti far così) che la mi lasciasse un
sutri li fanciulli hanno l'usanza / far una festa pomposa e reale / e di
una festa pomposa e reale / e di far un signore, a simiglianza / di
qualche cosa, la signora dianira vuol far più d'un carnevale in villa. nieri
peccatori] in questo mezo pentirsi e far del bene; così ottener il paradiso,
più grasse, e perciò più atte a far colla; la quale iii-4-38:
. tangheri, ingenioni e sgobboni, per far cucinària strage 2. per estens.
papini, 8-315: io non scrivo per far quattrini, non annullando con un
sino a spezzare i petali e a far nera la gardenia. slalaper, 1-50
e manfredonio correva assalire, / per far vendetta del suo caro amante. sannazaro,
al console che guardasse bene di non far deposizione al podestà dell'accaduto, di
quale è il vostro, che vi può far anco signore. campanella, i-264:
crudele per la salute tua, di far caro d'una tua venuta. s.
ha per casa, / ed or vuoi far la scusa. -io non lo
capace di andare in tribunale, di far scenate, prima di pagare. bocchelli,
« sei pure la gran carogna a far dispiacere a una ragazza così *.
, ficcare carote: raccontar frottole, far credere il falso. aretino, ii-160
imaginario concetto con cui pretese instigata di far andare il peregrino lontano. alfieri, i-248
tommaseo [s. v.]: far le carovane, dicono i cavalieri di
don rodrigo: « me lo volete far ridire: lo conosce [il mondo]
mia, / dar baciuzzi, e far moine. / e di te l'ho
grotte inaccessibili, né perciò disdegna di far nei piani. targioni tozzetti, 7-38
, il carpione, lo sturione, e far mattina e sera banchetto in fattoria,
. 4. locuz. carpirla: far bene i propri conti nell'in traprendere
di certe piante, al fine di far loro assumere una determinata posizione.
. alli quali sarà contenta vostra signoria far consegnar loro due carrate di grano.
villa era occupato... a far fiaccole per carreggiare il mosto di notte.
soffici, 1-94: non gli restava che far di tutto per accordarsi con costui.
». -portare fuori carreggiata: far uscire dai giusti limiti, sviare dalla
ragione, riportare sulla retta via; far ritornare in argomento. i.
, / ch'esca di carreggiata, e far pretenda / un ch'ha voce di
: che direbbe ella di chi volesse far fare il corriere alla testuggine e
occhi e gli animi della moltitudine, far magni teatri ed altri publici edi- fizi
racconciar carriaggi, carrette di artiglierie, far ponti, e simili altre cose che
morti. 2. intr. far trasporti con carrette. sassetti, 263
luisa « che nella borsa troverai da far colazione ». de roberto, 372:
racconciar carriaggi, carrette di artiglierie, far ponti, e simili altre cose che
riva; / e armeggianti di carriera / far là molti di sé mostra.
d'avvilire orazio, che giunsero a far impazzire il troppo compiacente torquato tasso,
che per i funzionari in via di far carriera, le scale di certi uffici pubblici
carrierismo, sm. smodata ambizione di far carriera (che non rifugge da nessun
, iv-115: 'carrierismo': l'istinto di far carriera; ideale borghese. ma se
la loro partenza ai dormienti, sul far dell'alba, e il loro trionfale
. -fare il carro con le vele: far passare l'antenna con le vele da
albero. -fare il carro a secco: far passare
la parte di proda, che nel far la vela quando si naviga sempre si
, 1-123: il qual modo si chiama far il carro a secco, che è
rabescame di certi intagliatori in legno nel far adornamenti di specchi, o carri da carrozze
il bue: fare prima quel che bisognerebbe far dopo; operare a rovescio.
tu mi dirai / non averci che far, tirare 'l carro / verso dov'altri
499: ma egli che non può far valer le sue torri né co'servitori
servitori né colla carrozza, le vuol far per avventura valere colla insolenza e colla
con rilucente / ferro tagliò, per far giro di ruota / ad un cocchio
. soderini, i-371: si può far portare [il terreno]...
s'è ritrovata la maniera di far la carta, pestandogli bene; poi cacciati
incenso e una candela benedetta, e lascia far me. -carta patinata, americana
la polvere spinge la palla! credevate di far colpo per la vostra bella faccia?
messo sempre delle cose allegre, da far ridere il cuore agli altri, lì sulla
cercarsi o di fuggirsi, o di far l'uno e l'altro insieme colle carte
, v-64-1: voi misser guido commandate far carta di vendita a ragione di propria
/ di quella. armata, senza far quistione. s. caterina da siena
mescolò le carte, che si dice * far le carte '. goldoni, iii-71
». -fare le carte, far tutte le carte: spadroneggiare, predominare
vecchio parente, in tutte le conversazioni vuol far sempre egli le carte, e da
. pananti, i-i: il musico vuol far tutte le carte, / e non
data meta. -giocare vestrema carta: far ricorso a un'azione disperata. de
da tirare in lungo e nel frattempo far, come si dice, ciccia.
che ciance. galileo, 1077: nel far deporre in carta i miei concetti,
concetti, molte e molte volte mi bisogna far rileggere i periodi scritti avanti, per
vuoi essere scoperta per una tristerella. questo far mona schifa il poco, non fa
figur. lami, 2-84: il far comodo di notizie erudite, e farle
moglie, e capacissimo invece di far tanto di cappello al primo venuto
del diavolo e cartocci di fumo, a far crescere le famiglie? 2.
signora..., sotto pretesto di far collezione delle appendici per serbare il romanzo
cartolaio, possa... radere o far radere... alcune carte o
altresì qualche cosa da chiarire o far più evidente. pan zini
la lira appesa, e dati a far cartoni / tutti i suoi scartafacci, /
che a tutti gli uomini era necessario far grazia, e piacere agli uomini,
vivande sieno ben cotte e stagionate per far godere voi e gli altri preti che ci
colpito dalla mia bellezza mi proponesse di far l'attrice... ecco, la
. -fare una casa del diavolo: far baccano, andare in escandescenza. -mandare
per lui,... vuol ora far meco lo sdegnato perché non ho avuto
? metter la bocca in cielo? far il mastro di casa a dio?
, iv-186: se desideri qualche cosa non far complimenti, domanda quel che vuoi,
è figliuola. -tornare a casa: far ritorno in patria, in seno alla
; ché ogni tristo vuol fare arma e far casati. = deriv. da casa
esse ragazze furon da me scorti / molti far cerchio; e allora il conto feci
di lei? tagiini, 2-270: volendo far quivi parola di certi galanti giovani,
jahier, 148: vedo operai trentenni far valere il ventre del mangiatore, le scarne
molto cretosa terra non si deono far le ripe molto pendenti,.
giovanotto pallido, anzi giallo, magro da far pietà dentro l'abito nuovo, chiaro
caschi. -perdere valore; far ribassare (i prezzi). verga
il grano a rotta di collo, e far cascare i prezzi. una camorra!
verga, 3-96: don silvestro, per far cascare comare barbara coi suoi piedi ne
17. tr. ant. far cadere. -al figur.: fare
. scollo d'obedenza: / fèlli far granne perdenza, del paradiso fo iettato
gamaschi / si levino a far chiodi, sì che spesso / col
« di bene in meglio! cose da far cascare la lingua a chi le ripete
l'appetito. -al figur.: far rimanere impietrito dal timore, dallo stupore
sagrestano, lì dirimpetto: una voce da far cascare il pan di bocca. brancoli
-far cascare le parole di bocca: far tacere, impedire di parlare.
, frequentativo di quatère 'scuotere per far cadere '. cascarilla (cascarìglia)
, e talvolta significano, l'arte di far, ecc. (in questo caso
del sale. 12. locuz. far caselle o le caselle per apporsi:
per apporsi: cercare con inganni di far fare o far dire a qualcuno ciò
cercare con inganni di far fare o far dire a qualcuno ciò che non vuole
alcuna cosa, si dice: 'far le caselle per apporsi '. mattio
. mattio franzesi, xxvi-2-101: lasciam far le caselle per apporsi. g
su. -oh, ser guamacchera, / far le caselle per apporti, pecora!
pastore saper mongere le pecore, e far stringere il latte, ch'è della
.. appresso è di mestiere saper far le puine, il butiro, il
casini, / e far banchetti e peggio ancora, e perdere /
e confusione estrema. -far casino: far chiasso, creare confusione. panzini,
mia fu solamente l'osservazione e 'l far di essa capitale e stima come di riprova
ho voluto con tare per far fine a questo, perché non sono nella
se di queste cose tali 10 volessi far bello la vita mia, troppe me ne
carità di lui mi strinse / a far ritorno, torse il passo errante /
e in su le cosce, / senza far cerimonie, ognun a caso, / e
ligenti e saputi, per far mostra di entusiasmo o di disdegno.
che il mare s'inghiottisca il capitale, far conto che la pazienzia gli sia credito
al console che guardasse bene di non far deposizione al podestà dell'accaduto, di
qui s'intende; / perché a far questa parte ognun'è al caso, /
è al caso, / e chi far la recusa, il giusto offende. algarotti
. in città non mi curo di far gran cose; ma in villa ho sempre
credere, non sarebbero il caso a far in guerra il mestiere del contramminatore,
se uno che ha seimila baionette deve far caso di queste minuzie! de sanctis,
erano. -fare caso: meravigliare, far meraviglia, impressionare, suscitare stupore;
-far caso da... a: far differenza tra una cosa e l'altra
militare, ma neanche era portato a far un caso d'una trascuranza o dimenticanza
, i-254: per mettersi al caso di far le nuove lezioni il meno male possibile
ho sospesa ogni cura, temendo di far peggio; ma non vorrei abbandonarmi del tutto
de'prender su'agio, / e far sì ch'uon gli tenga per istolti;
gli tenga per istolti; / e far lor vender la torre e 'l palagio,
e stretta e toltole possanza / di far parole, e in una cassa chiusa
squadra. -battere la cassa: far molto chiasso intorno a qualche cosa,
; / chi stare allegro sempre e far gran cera, / pigliando questo mondo
suoi anni maturi, giungendo addirittura a far parte del consiglio di amministrazione della cassa
luogo di deposito destinato a ricevere e a far fruttare quel poco che può metter da
] che aveva avvezzato i contadini a far commercio e denaro, quello che arricchiva
. cassare, tr. cancellare, far scomparire da un foglio di carta,
apparire sul cassero, sparuto, da far paura e pietà e repulsione. 4
li vecchi sono per isciamare, convien far preparare qualche tempo innanzi le cassette occorrenti
: ove viene messo il panico da far beccare agli uccelli. magalotti, i-127
, e qui consiste / principalmente il far buona cassetta; / cose che ognun
la giustizia, / insegni al birro far da querelante? / forse non v'è
racender potria l'anime spente / e far l'abisso d'ogni noglia casso.
suoi procuratori, / non potean per lui far doman- dagione. m. villani,
trinci, 1-272: si cominciano a far macinare le castagne secche, subito ritirate
cfr. anche n. 12: » far le castagne). boccaccio, dee
fra l'indice e il medio; far le fiche (cfr. n. 5
ciò che s'appartiene, / a far ciascun di noi sarà discreto / ciò che
di noi sarà discreto / ciò che far si conviene. soderini, iii-361: chi
1-750: la noce s'opera per far lettiere,... l'ebano per
lettiere,... l'ebano per far corone e ornamenti a specchi, il
ornamenti a specchi, il castagno per far botti da vino. milizia, viii-1s8
fra loro un gran consiglio / di far dar bando a i fichi castagnuoli. bellincioni
nel predetto luogo, così disposto, far dimorare un guardiano, il quale si chiama
forse per andare in castellaneria, di far dipignere uno suo palvese, subito n'andò
mezzo alla corrente un castelletto macchinoso sembra far la sentinella, eppure fra tanti ordegni
altrimenti che da'fanciulli si soglia far di noci o d'ossa di persiche,
, vii-213: tu vedesti per l'aere far velume / ne'tuo castelli la fraterna
invescandosi, altro mai non faceva che far chimere e castella in aria per trovar il
la quale nessuno lo intese, vien a far castelli in aria e destruggere il suo
contraria, / starsi nel letto, e far castelli in aria. buonarroti il giovane
del ragionamento, / e divertisco in far castelli in aria, / e parlo
strega in cella solitaria / attende a far mille castelli in aria. note al malmantile
nonno, colla maruzza, si consolavano a far castelli in aria per l'estate,
: dicesi di chi non sa risolversi a far bene, se non vede il bastone
, ma de iure longobardo non gli possemo far nulla. bandello, 1-15 (i-174
questi usurieri: io non ci ho a far nulla; anzi ci era venuto per
e cancellando sì spesso, per giungere a far bei versi corretti castigati ed armonici.
p. zanotti, 1-30: non saprei far paragone dell'ingegno di paolo con quello
de'sciti audace / move per voi far grame, ed al ciel piace /
volli / a l'altrui castitate / far con lo sguardo ingiurioso offesa. d.
matrimonio una feroce purità e si pongono a far professione di mogli caste con leale proposito
algarotti, 1-281: gli spettatori debbono far parte anch'essi dello spettacolo, ed
quel che si castrò i coglioni / per far dispetto alla sua dolce druda. savonarola
sta nello scuotere ogni freno, nel far licito il libito; o che bisogna castrarsi
frase volgare, accompagnata al gesto di far le castagne, con la quale si oppone
avevano [i militari] che a far la guerra quando bisognava, pensando gli
. capacità di certe sostanze di far avvenire certe reazioni: p. es.
se sono stanco di catalogare, di far la notomia a questa vita mia d'avaro
marino, i-241: s'io volessi far catalogo di tutti i miei amici e
dunque de'quali punto non rilieva il far qui catalogo e nota, contano nel
. varchi, 18-3-24: e perché nel far questo ordinamento di pagare le gravezze si
bruno, 3-623: dicono che il far bene è bene, il far male
che il far bene è bene, il far male è male; ma non per
per vivere, e gente che vive per far lavorare. nievo, 1-132: per
: negli impianti igienici, per far scendere l'acqua. iacopone,
messo la catena e era corsa a far l'ambasciata. soffici, ii-70: nella
vite / invidiò le braccia, / per far tenacemente / a cotanta beltà dolce catena
di catenaccio; tirare, aprire, far scorrere il catenaccio. bibbia volgar
color cioccolata, conciandoli in modo da far pietà. e. cecchi, 6-8
agitano come cercassero nell'aria corde da far vibrare; le parole precipitano a cateratta.
cane, che guardava l'orto ebbe a far seco. d. barali, 34-272
, cioè in abbondanza smisurata, da far prestissimo morir uno per la mancanza del
uno di questi giocolini ve lo voglio far vedere pur ora, da che abbiamo qui
aver di quei catolli, / da far de le patacche e de'fiorini, /
, / e che voglia ogni briccone / far il satrapo e il catone? foscolo
venanzio ottima pasta d'uomo incapace di far del male a una mosca.
, sf. arte divinatoria consistente nel far apparire in uno specchio cose lontane o
nome, indicanti professione e abitudine di far checchesia, come picchiapetto, cattabrighe,
non è tanto finta da lui per far verisimile la favola,... quanto
anche più grossa, era riuscito a far cattedra. -gettare giù dalla cattedra
le poppe delle balie si sbracceranno a far lezione del come debbano essere condizionati e
ridottosi, come in secesso, a far da cattedratico in edessa. bettinelli,
di spirito, volontà di offendere e far soffrire, malignità; rancore, chiusa
. -in particolare: che gode di far soffrire, malefico, crudele.
mi suggeriva con voce melliflua di non far il gonzo o il cattivo, ma
cattivi. l'albero buono non può far frutti cattivi, né l'albero malvagio
frutti cattivi, né l'albero malvagio far frutti buoni. tensini, 1-1-16: in
nel mezzo de la messa a far loro brevemente un sermone, comandargli le
i pali de le vigne, non far pascer le bestie negli altrui campi e simili
santa della nazionalità. il catolicismo parve far divorzio dal gesuitismo; riabbra- ciarsi per
voglia cattolico? sarpi, ii-413: a far luterana una regione cattolicissima nessun mezzo è
di far tradurre l'imputato al carcere per rimanervi
[don abbondio], « poter far levare quella catturacela... dico
ne porgesse il destro senza pericolo di far baccano... ma...
catturaron però la roba mia / per far di più, ch'ali'arte della
che in quella dieta passarono è necessario far particolare menzione, perché quella fu causa
, 318: -il zaccheri / soffiò per far garbuglio. -e pur fia causa /
gnerci la causa efficiente non credo che far si potesse senza alquanta nugazione. garzoni
persone o cose che siano o vogliansi far parere non meritevoli o disperate.
disperate. -avere causa vinta: far prevalere la propria volontà contro opposti pareri
propria, e che, credendo di far quietamente un gran colpo, gli era
conservare. questo era lo stesso che far la causa degli usurpatori e dei governi e
* causare '. dare origine, far succedere, dare occasione, dar causato (
come lui; il quale, voluto far suo genero. questa cosa mi causava molto
pur nate, / le sue cautele a far zoppe e scrignute. monti, ii-90
molto / star non ponno a 'nsultare e far del crudo, /...
crescenzi volgar., 6-48: a far cauterio sanza fuoco, pestisi la flamula
offeso dal male lacrimare, pon mano a far i lacci, ad ordinar i cauteri
. redi, 16-ix-148: allora bisognerebbe far della necessità virtù, ed accomodarsi al
non aveva di che pagare le stoppie per far cuocere il gesso nella sua fornace.
franzesi, xxvi-2- 147: da far pagare altrui le pensioni, / le quai
cave. garzoni, 1-568: si suol far benedire il monte della cava da'sacerdoti
più invitare gli assediati alla resa con far loro conoscere timminente pericolo. 8
: se t'hai bisogno, che posso far io? / che son fra fazio
infelici cortigiani, che, della necessità dovendo far virtù, spesse volte sono forzati inghiottir
quelli che son destri ed esperti per far guerra a cavallo. salvini, 6-40
f. doni, 3-76: cominciò a far giostre, feste publice, torniamenti,
lateranense, perché il bresciani ci possa far vedere « la squadra dei dragoni a
e pregò il signore che lo dovesse far cavaliere in sul corpo di quello obbriaco
zone, / per non far mal con quelle maglie crude / al
/ e 'l chiocciolo gli deggia far credenza: / non ch'io ne dotti
, / e cominciare stormo, e far lor mostra, / e tal volta partir
veduto, non sono molti anni, far cavalieri li meccanici, gli artieri, insino
cavaliere nella veglia, mi elessi di far da cocchiere alla porta di essa.
ciò, gli stimate miglior cavalieri e far di più miglia le lor giornate che gli
fare mine e trincee, ora col far cavalieri grandissimi di terra e di legname
: se alcun vuole e dilettasi di far creare i muli, scelga una cavalla di
grande, / perch'io gli ho fatto far colezion bene / a spese del padrone
. aretino, 8-388: egli voleva far buono animo e ritornare a salir la
puntelli, e se ne andò via senza far peccato. 7. dimin.
merita perdono. però se mai pensi far cosa degna del tuo valore, se credi
se credi operar cavalierescamente, se desideri far opera accetta a dio e grata al
: convenne quivi tagliare quantità d'alberi per far carrette, estrame quantità di farine,
ariosto, 13-7: il qual poi che far prove in campo vidi, / miracolose
veduto, non sono molti anni, far cavalieri li meccanici, gli artieri,
e altre cose necessarie... a far cavallerizze per tener buona quantità di cavalleria
, il santo ne condusse quel meno che far potè: cavallerizzo, maggiordomo, cameriere
o anche il testimone che si voleva far parlare per infliggergli tormenti quali lo stiramento
, / non creda mai d'aver a far soggiorno / in mano ai dotti e
de'sciti audace / move per voi far grame, ed al ciel piace /
ariosto, 45-24: e lo potea ben far, perch'era buona / con tutte
un cavallo; mentre basta di questo far veder una testa, di quello un corno
bellissima giornata, fu risoluto improvvisamente di far la caccia negli escoli. tocca tromba
in patria, in realtà per poter far penetrare nella città i migliori guerrieri,
. -dare volta al cavallo: far voltare il cavallo nella direzione contraria a
confidenze; poco dopo mi metteva a far da cavallo perco- tendo con un vincastro
poca cosa gli faceva mestiero / a far saltarlo in sul cavai del matto.
uno monta a cavallo dell'altro per far da capra e scavalcare il recinto.
-pigliare, prendere a cavallo: far salire qualcuno in groppa al proprio cavallo
qualcuno in groppa al proprio cavallo; far salire una persona a cavalcioni sulle proprie
natalina mi si mettevano d'intorno perché facessi far loro salti e capriole, o perché
raccor buona gente e vettovaglia, / far cavamenti, e riparar le mura. dovila
arbori niuna cosa è più utile, che far semenzai in questo modo. caveremo primieramente
. 11. condurre fuori, far uscire (persone o animali dal luogo
avuto duo mila scudi di contanti da far ciò che a la possessione era bisogno
o gli oggetti veduti: l'uno di far le cose a mente che si
cose a mente che si dice far di pratica, overo di fantasia;
e la virtù di michelagnolo restare senza far qualcosa; e, poiché non poteva dipingere
non se ne vegga il tamburo col far bruttezza al di fuori. sinisgalli,
23. derivare, trarre origine; far nascere, creare. leone ebreo
cavavo assai piacere. 28. far uscire con abilità suoni da uno strumento.
tormenta. giusti, v-6: lasciano far chi fa, e basta a loro avere
simulatore, ma sbizzarrirsi con uno senza far più i fraccurradi. a. f.
o velami di parole, per non mi far nimi- cizie. leopardi, 983:
salasso. -al figur.: spillare, far spendere molti quattrini a qualcuno. -
senso, come se si avesse a far una sentenzia in causa feudale. galileo
arte, da un'attività qualunque: far cessare, far lasciare a qualcuno il
un'attività qualunque: far cessare, far lasciare a qualcuno il proprio lavoro,
-cavare di bocca: riuscire con fatica a far dire qualche parola a chi abitualmente è
, di sensi, di sentimenti: far delirare qualcuno, fargli dimenticare qualcosa;
d'arcione: disarcionare, strappare, far cadere di sella. andrea da barberino
-cavare di scherma o di tema: far perdere la bussola, l'orizzonte a
il cuore, il cuore dal corpo: far innamorare appassionatamente; procurare intenso diletto
. -cavare il vino di testa: far passare l'ubriachezza a qualcuno.
testa. -cavare l'anima: far soffrire intensamente; seccare, essere fastidioso
santo, a s. francesco: far perdere la calma anche alla persona più
. -cavare le lacrime: commuovere, far piangere, suscitare pietà e pena.
, da poi che volontaria io pigliavo a far tale arte, io mi potessi cavar
egli conosceva ben bene per incapaci di far male, così poteva con quelle sfogare
pozzo. galileo, 4-1-168: volendo far trincierà cavata per tutto il detto miglio
a luogo, quanto appena basti a far viaggio. leopardi, 34-206: d'arbor
, che fanno sotterra le vie a far cadere mura e torri. m. villani
la lavorazione del legno, adatta a far cave o mortase. = femm
, i boschi di forti frassini a far lance. = dal lat.
con cento uncini che di lontano può far l'impressione di una gigantesca carota.
, 3-83: il salotto era stracolmo da far venire un capogiro. poltroncine, sediole
fine bisogna di nuovo risvegliarsi, e far quel che i maestri principali ordinan loro
periglio che l'appetito vi trasporti a far opera veruna meno che lodata.
traditore, / tu se'pur degno di far morte rea. garzoni, 1-308:
poter sostenere, colla cieca lusinga di far un'eroica azione, de'libelli infamatori
sofisti, m'attacchi all'eccezione, per far perder di vista 11 principale?
. monti, x-3-374: tenea senza far motto in me converse / le cavità
pravo / vince davit, e forzalo a far l'opra / onde poi pianga in
menano e rimenano le cave palme, per far andar a sesto la calzetta. chiabrera
-mangiare il cavolo a merenda: far cosa inopportuna. panciatichi,
: è una voce di comando per far servire la mezzana, quando è imbrogliata,
quando è imbrogliata, all'oggetto di far venire più presto la nave al vento o
cécca2, sf. solo nella locuz. far cecca: far cilecca. - anche
. solo nella locuz. far cecca: far cilecca. - anche al figur.
uomo da essere aggirato, né fatto far, si dice:... egli
impossibile. -essere cece da far una cosa: esserne capace. -essere
all'antiche, può per molti capi far invidia alle moderne. alfieri, i-46:
/ assalirla spezzarla e sgominarla, / e far che molti mordano la polve, /
, 1-289: chi m'insegna, come far cedobonis di tanta felicità? =
? no, io non ho a far obbligo / alcuno io. boccardo, 2-724
la beverà così pura, ovvero volendola far cedrare, potrà farsi. =
veglio, mane e sera, / per far caldegli, aranci e gran cidroni.
ai mondo s'acquista gran fama / nel far de'ceffautti pe'boccali. beltramelli,
un colpo, quando si danno a far la ricerca per casa, e astienti di
berni, 116: un ceffo accomodato a far san marco. guarini, 426:
ceffi e certe pistole in mano da far paura. carducci, 332: duro silenzio
così tenoreggiando. -far ceffo, far brutto ceffo: guardare di brutto,
, 7 (48): volendo far come coloro / che per vergogna celan
del famoso conte bolza si misero a far sangue. tommaseo, i-439: la credeva
promettetor star li convene, / e far che l'om bon celador lo tegna /
la sala; / no ài che far zo de la scala / né a balcon
spesso a porvi mano, temendo di far guasti. pavese, 8-171: potrebbe
lingua nel paese nemico,... far sì che la troppa celerità non gli
opinioni. galileo, 390: per far che 'l corpo celeste sia corruttibile,
a scuotere / tarpa celeste, a far la morte amica. -madre celeste
serva. quindi, mentre in oggi diciamo far celia per scherzare, burlare, altre
scherzare, burlare, altre volte si dicea far la celia, siccome ne'seg.
celia, che ha l'abitudine di far celie; motteggia come beethoven
sorella, / deh! vieni a far vedova / la stanca mia cella. pavese
l'ufficio provvidenziale del piacere è di far dimenticare all'uomo le cautele e, sbattendolo
loro giuocando. savonarola, 7-ii-264: voglio far conto di essere stamani in una cella
a mescolarsi, ad accavallarsi, a far gazzarra sulla gran piazza d'armi del
/ sono inver giudiziose educazioni / per far le figlie candidi ermellini. monti, i-147
buonarroti il giovane, 9-238: e far un salto, e dar ne'cemboloni
, ecc. e ciò dicesi 'far presa '. panzini, ii-633: mio
frequentiamo in seguito, non ci riesce far lega, non si contrae vera intimità
cavandone le midolla, trovarete cosa da far dissoluto san colombino, patriarca de gli
colombino, patriarca de gli gesuati, far impetrar qualsivoglia mercato, smascellar le simie
per cena. -ordinare la cena: far portare in tavola le vivande.
3-156: certi buon compagni disegnarono di far ima cena, e si tassarono chi in
cenciaiuolo, a domandarti per compassione di far all'amore con lui, gli risponderesti
o il poco cervello, l'abbia a far dare in cenci quanto prima.
avete d'intorno, / nemmanco per far carta non son buoni. giusti, 2-217
degnamente, quando cominciarono i cittadini a far imprese più degne; e ad un tempo
è mai stanco, o sazio / di far de le medolle arida cenere.
intr. { cènno). ant. far cenni, ac cennare (
per cenni: a gesti, senza far uso di parole. -far cenno (
cenno (o cenni): ammiccare, far l'occhiolino, richiamare l'attenzione (
. b. giambullari, 1-3-646: senza far postille, / [i combattenti]
altro che un lor cenno bisognarli a far che si rimanesse ancor per tutta la vita
amicizia / mia) di non ne far pur, vedi, un cenno / con
nella frase * dare 'o 'far cenno di qualche cosa usarlo poi assolutamente
, anche nella locuz. cinnum facete * far l'occhiolino ', * ammiccare \
censo avito / dissipati nell'ozio o a far l'inglese, / trito si trova
servitor fedele / fuor del proprio lavoro a far su gli altri / ora il repetitore
mortale dell'arte del pensare, per far il censore a questa foggia. cesarotti,
i-167: io piuttosto mi restringerò a far alcune osservazioni, da cui apparirà che
speculazioni proprie intorno al sistema copernicano, far sapere che precedette te notizia di tutte alla
volgarmente noi sanesi chiamiamo biondella, per far la sua decozione biondi i capelli alle
centauri all'istro nati, / che far tentano rapina, / d'amor caldi e
mostro sarebbe quello, quando pure anche far si potesse: un mescuglio di vocaboli
la vita? 3. ant. far cadere a gocce, dall'alto.
le ore di veglia perplessa -fin che sul far del giorno il concerto remoto svaniva a
. gozzi, 1-108: si diedero a far girare i bicchieri. vero è che
di estranei né offerte di milioni hanno potuto far uscire di qui la segretissima ricetta di
i piedi... esca poi a far sapere alle persone che voi credete ancora
aretino, ii-25: qual limosina può far maggiore, che fargli torre questa moglie
con un centinaio di mila lire si può far tutto », gli aveva detto un
comporre versi toscani, e particolarmente in far centoni de'versi del petrarca, e
6-136: i greci il parodare, cioè far parodie e centoni, 0 poemi rappezzati
]. 2. geom. far corrispondere il centro di due circoli.
sembra in quel sembiante assiso / per far centro di gloria al dio d'amore.
agli emisperi miei, sento faville / da far tosto apparir baleni e pioggia. galileo
io fui adunque condotto una mattina nel far dell'alba, da un'ombra (la
, così i salci si pongono per far ceppaia, e non crescere. -tenere
, o che non ci vai a far ceppo coi tuoi? d'annunzio, i-816
filosofia stoica d'impossibilità, comeché pretenda di far gli uomini ceppi. goldoni, vii-1118
/ ov'arde cera a li mangiar'far cotti. petrarca, 133-2: amor m'
io / non uso mai di voler far miracoli, / e un altro abbia la
-al figur.: ignorare volutamente, far di tutto per ignorare (un fatto
, in cera: caffettiere, vasi da far bollire il cioccolatte, 11 thè,
scale / nati a posta parean per far del male. salvini, v-1-4-3: la
ma aveva una cera così compunta da far compassione. abba, 1-108: tra
-far buona, lieta, cattiva cera: far buono, cattivo viso; far buona
: far buono, cattivo viso; far buona, lieta, cattiva accoglienza.
durar poco, e però segue in far buona cera, e fare i pasti golfi
, v-37: il che diciamo ancora far vezzi, e vedere alcuno volentieri,
... di non voler mai far buona cera a chi non la presenta
, / chi stare allegro sempre e far gran cera, / pigliando questo mondo
ebbi molta gran volontà di venire a far riverenza a la maestà sua in la felicità
pulci, 24-127: guarda se sa ancor far la bagatella, / 0 se questa
superba e crudel famiglia / festa dèi far più che facessi mai. 4
. lippi, 3-5: come suol far chi gioca a cruscherella, / due ore
quello che andava cercando, incominciò a far cerca nuova. pulci, 18-158:
io non fui stamane prima tornato da far le cerche con la cassetta [ecc.
di mettere ad effetto, e cercherò di far sì, che subitamente sarete servito.
altri l'opinione altissima che la voleva far concepire di sé. verga, 4-162:
e s'accorse ch'egli cercava inutilmente di far la commedia. tozzi, i-325:
fa, sol, la; le fa far tombole per galantaria, la fa abbaiare
ordine mendicante che va in giro a far la questua. pallavicino, 3-496:
... se del mezzo cerchio far si potè / triangol sì ch'un retto
, 1-750: la noce s'opera per far lettiere,... il salice
,... il salice da far cerchi da barili. d. bartoli,
mio padre a viva forza si era voluto far calar dentro sino alla crosta del cratere
certi ceffi e certe pistole in mano da far paura. 22. plur.
mille anni, / non ti potrebbe far d'un capei calvo. m. villani
5. unire, accostare, far combaciare le parti di un oggetto (
sorgente di tensione, in modo da far fluire la corrente elettrica in un circuito.
15. strozzare, fermare, far uscire a fatica (la voce,
scarsamente ricettivo; impedire, precludere, far perdere la facoltà di percepire e intendere
baracca: che bella cosa! per far che, poi? col mio carattere!
e in compagnia d'un bargello, per far meglio! tommaseo-rigatini, 2476: convien
gadda, 6-6: era riuscito a far chiudere un occhio alla questura su quella
ragazzi, se questo fosse bastato per far chiudere in galera, magari per far
far chiudere in galera, magari per far impiccare, qualche carogna comunista. -chiudersi
quasi sempre il modo più concludente per far tacere. una prova, un argomento
che gli saria ben bastato l'animo di far con una chiusa piccante i suoi sonetti
, pescaie o sostegni; e servono per far alzare l'acqua nella parte superiore del
servirsene ad uso di navigazione, o per far muovere diverse macchine idrauliche. cattaneo,
gran discrezione i maestri di legname nel far gli usci e le finestre: che posson
marmi / può corpo estinto, e far che spiri e senta. d. bartoli
e le pareva che ciò lo avesse a far soffrir tanto: chi sa che male
compiti di scuola così. dovevo assolutamente far corpo col mio banco, sentirlo attaccato
ada- sciato / a comparar terra e far gran chiusura. -mettere in chiusura
ce ne capiti, e vedrò di far servire vostra madre da qualche amico,
in processione, il padrone giovane, a far vedere le sue bravure. levi,
questi usurieri: io non ci ho a far nulla. sacchetti, 49-63: signor
critica odierna italiana) esca poi a far sapere alle persone che voi credete ancora
cominciò a parlargli. felice s'awicinò per far l'interprete, sogghignando nella sua nerastra
di queste parti, si decise a far sentire la sua voce. bartolini,
boli e buccheri e quanti altri nomi da far spiritare i cani, si trovano
/ era di buono in lui, che far ne debbo, / se non gettarne
. carena, 2-321: dicono * far la ciambella 'per esprimere, parlandosi
: un di loro lo serviva a far berlingozzi, ciambellette, zuccherini, e altre
burlati a quella foggia, e vedersi similmente far dietro il ciambèllo da quelli i quali
tose. camminare pian piano, senza far sentire il rumore dei passi.
cianare, intr. tose. far ciance e pettegolezzi da ciane.
da per tutto, questo vizio di volerla far da dottori, senz'altra suppellettile intellettuale
la cianchetta agli emuli loro, per far loro dare in terra crepacci così vergognosi
a ciancia. -dar ciance: far promesse vane, tenere a burla con
, 1-3-203: io ho veduto a calvaneo far cose / col brando e similmente con
: / siate fedeli, e a ciò far non bieci. a. pucci,
si dea volere / d'ogni ciancétta far qui longa seggia. leggende di santi,
speroni, 1-4-384: che ha da far bacco iddio di liberiate, / cui non
la particella pronominale (ciàncio). far discorsi oziosi, pettegoli, vani;
poscia che voi il vostro signore vorreste far piagnere. ariosto, 4-34: lui
... tradire gli uomini e far torto alla verità. g. gozzi,
2. lavorare lentamente, con impaccio; far male le cose. i.
le forme mediev. za! far da (del 1366 a montalbano),
, in modo confuso, abborracciato; far discorsi senza senso, disordinati.
i balbuzienti). -per estens.: far chiacchiere confuse e senza senso, cianciare
sedia antiqua e stabilita, / per far passaggio gran gente raduna; / e,
contegno a vostro riguardo, vi giova il far mostra della presente, ve ne lascio
di una donnicciuola ti hanno indotta a far piangere il tuo povero amico? manzoni,
. panzini, i-618: invece di far tante ciarle, fate presto, andate in
se non di quella boce, / credesi far la croce, / ma e'si
2-1-226: [conservano] il costume di far la croce sulle cose che mangiano e
lassi provar s'a quel superbo / può far cader così orgogliosa voce. bandello,
il marionettista tiene con una mano per far muovere le marionette. 29. chim
e croce, arrocchiare si piglia per far con poca considerazione o arte che che
le allegrie, / e i rimatori a far segni di croce? -far
m fiore; / ma guarda di far cosa che mi spiaccia, / ché tu
si riducono ne'claustri de'religiosi a far mille materie, e come vagabondi non han
pollice incontro alle fauci, però 'far le crocette ', intendiamo stare a
delle spedizioni armate inviate dai papi per far cacciare gli al- mohadi dalla spagna o
po'nei porti, un po'a far la crociera nel mare. ojetti, ii-789
lazzeretti, / che converrà stupire e far crocioni. c. gozzi, 4-106:
? -per poter desinare; altrimenti bisognerà far de'crocioni. g. a. papini
or pur non prendan molla / de far lor vita croia / e de parlar de
un sistema legislativo); cancellare, far scomparire (una filosofia, una religione,
. anonimo, ix-440: a ben far difizio / si vuol sì provveder del
è occasione molto efficace e gagliarda a far dare qualche crollo all'animo virtuoso,
in croppa: prendere sulle spalle, far salire a cavalcioni sul dorso. boiardo
padre a viva forza si era voluto far calar dentro sino alla crosta del cratere
a screpolarsi qua e là, e far crich, come dice il poeta nostro.
..., se la mattina nel far colazione dimandasse al ciantelli: « o
. giamboni, 2-208: quando dee far prode a tuo aver- sario, tu
crucio, per tenire in cima / e far altrui del mio languir contento. varchi
: e s'io di grazia ti vói far mendica, / convenesi ch'eo dica
la sorte mia crudele a non mi far sì come gli altri frutti che son
la mente e 'l senno, / per far vie più crudeli / voi ne la
cittadini,... e'superò nel far morire la madre l'empietà di nerone
è il far grandi e strabocchevoli bevute di latte, le
cipolla, aglio, pomodori. deve far bene perché i contadini è tanto che vivono
tra fresche rose e candidi ligustri / far rugiadose le crudette pome. tasso,
crudo e tristo, e non si poteva far peggio. grandi, 4-4-8: una
padri. forteguerri, 1-21: come far si suole / da'villanelli dopo il verno
e strana latinità, che non potrebbero far buona comparsa fuorché nello stile fidenziano.
il mostro da l'inferno, / per far de'saracin crudo governo. boiardo,
più crudi, / se conquisti vuoi far d'ori stranieri. pindemonte, 3-409:
volse, / quel prima ch'a ciò far era più crudo. cecco d'ascoli
innesti o in superficie che si vogliono far saldare insieme mediante una cicatrice o un
acqua] la facoltà... di far cessare maravigliosamente l'orina cruenta.
tr. dial. spaventare, atterrire; far fuggire. meo de'tolomei
il ferro in fili..., far le crune agli aghi et i caperozzoli
l'altro sosteneva ch'egli era un voler far passare un cavallo per la cruna dell'
nome della crusca, / perché a far qualche cosa io mi prepari / per
ed esatto / vi possa ritrovar da far la glosa. foscolo, vii-87:
quel filologo, il quale non sa far altro che additare inesattezze di sintassi e
. lippi, 3-5: come suol far chi giuoca a cruscherella, / due
: -vi ho colti, e a far baldoria anche! ghiottoni, scellerati, pezzi
, a forza di cubiti si fanno far strada a tutti, tanto che se gli
diminuire il numero dei pubblici funzionari e far punto colla cuccagna delle pensioni, delle
il povero anchianino non era lesto a far civetta, lo cuccava nella testa.
verso la chiesa,... nel far cavare colle cucchiaie, m'incontrai a
una persona disfatta, che vere e a far freddo riscaldare adesso un cotal poco quelle
! ma e'mi bisogna cucciare e far ghi orecchi di mercante. = fr
lieto d'una bella frottola, / di far cantar cicale o poppar succiola; /
prononciano in molti luoghi con accenti da far ridere i cucchi in cima de'peri.
avendo gioia ed allegrezza e canti; / far trar del vino e fumar la cucina
/ ov'arde cera a li mangiar'far cotti. m. villani, 1-53:
siavi legna per le baracche, per far fuoco alle guardie ed alle cucine.
cucinare; l'arte del preparare e far cuocere i cibi; il modo particolare e
ale dolce vivande, / e a far cocine grande, / e mangiare anzi l'
, / e basta solo un cenno a far bazzarro. gelli, iv-13: i
*? 2. assol. far da cucina, fare il cuoco.
all'arte del cucinare, proprio del far da cucina, del mondo della cucina
tangheri, ingegnoni e sgobboni, per far cucinària strage di noi tutti, nel fiore
cuoco di professione, ma trovarsi a far da cucina per tale o tal altro caso
per me, a lui fingendosi / di far per lui. -cucire in tre
parlare; tener la bocca chiusa, far fermo proposito di non parlare.
buonarroti il giovane, 9-692: vuol far del tullio ognuno, ognun presume, /
del lin ben a ragione / sarìan per far panelli di massaio. novellino, 51
un verone, / di posta corre a far lo spasimato. note al malmantile,
scuffioni. fiacchi, 1-104: 'far d'alcuno calze o scuffioni 'equivale
esservi stato immerso per qualche tempo; far rumori sgradevoli con la bocca mangiando;
ha il spazio tondo, / di cui far regno amò, stanza e soggetto,
, 384: le menti, per far buon uso della cognizione di dio, bisogna
1-83: perché... abbi a far venire più fissa e salda [l'
all'artelarie poi si considera il modo di far le forme e i modelli d'esse
, trec-trec \ quando fugge, grida far, far, far, presto e forte
\ quando fugge, grida far, far, far, presto e forte. parte
quando fugge, grida far, far, far, presto e forte. parte nell'
o all'indietro '(da culbuter 'far capriole '). cui di sacco
quale miracolo culinario il signor felletti seppe far tro vare la colazione pronta
modo detto, et avvertire di non lo far pigiare al tino o alle bigonce (
nuovo dì di culla, / vuol far consiglio. pindemonte, 159: dalla culla
vocaboli, han voluto destar la mente a far nuove logiche e matafisiche.
. 4. per simil. far oscillare con un movimento di culla chi
una poltrona a dondolo. 5. far ondeggiare, far oscillare. -per lo più
dondolo. 5. far ondeggiare, far oscillare. -per lo più al rifl
viso. magalotti, ii-61: per far reggere un uovo ritto sopra un marmo piano
carro andar legate / in ponte a far col boia a la pilotta. abati,
spinola / che se ne vadi a far il chiasso a genova, / non qui
[negromanzia] si avessi potenzia di far turbare la tranquilla serenità dell'aria,
convertendo quella in notturno aspetto, e far le corruscazioni e venti con ispaventevoli toni e
lunga un miglio a scrivere, da far trarre un respiro a pronunziarla e infine
mie spese oggi ogni donna / a far conserva e cumulo d'amanti. garzoni
garzoni, 1-512: ora io non voglio far cumulo maggiore delle sentenze de'dottori in
pare che i canoni debbano proibire il far un cumulo di queste due professioni.
.. vedete, vossignoria, a far girare i cunei, si sta dai lati
6-35: ha visto il cortone di barbìga far forza con le grandi ali e sollevarsi
le filze, il far'ala, far il quadro, il rombo, il cuneo
legge generale del sale, 62: far deviare e disperdere con fosse o cunicoli
teglio e dei dintorni si cominciò a far loro le corna, e a domandare
pietre. -assol. cucinare, far da mangiare. novellino, ii-115:
aveva ai che pagare le stoppie per far cuocere il gesso nella sua fornace..
pristino la fornace, scavare il calcare, far le fascine nei boschi e dar fuoco
come dal padre. 3. far bollire in acqua o in altro liquido
4. riscaldare; scottare, bruciare; far maturare; seccare (con particolare riferimento
5. per simil. far seccare, inaridire (per il calore
ardente sentimento, sconvolgere l'animo; far innamorare; tormentare, travagliare; spaventare
fogazzaro, 5-235: però con non far alcuna difesa contro gli occhi maliziosi, i
con un cuoco, / sì 'l dovrìa far per non vivami bretto. dante,
il dominio fiorentino, coiame forestiero da far suola, concio... senza
e giuoca ardito, / per non far monte in su'matton, da'cuori /
, voleva la sua dote, voleva far delle cose grandi. -come l'ha accomodata
mi costano il cor del corpo per far che gli imparino virtù. -crepare il
, / e disse: può macon far che sia desso! -dare al cuore
il cuore di starsene qui a non far nulla, nel tempo che tutti corrono,
-dare cuore, dare il cuore di far una determinata cosa: incoraggiare a farla
di venire, io mi credo ben far sì che fatto mi verrà di dormirvi.
e dir motti ed arguzie, solamente per far dispetto e dar nel cuore. b
comune. -essere in cuore di far qualcosa: volerla fare. cavalca,
benedetto forzoni. -far cuore, far buon cuore: far coraggio, confortare
-far cuore, far buon cuore: far coraggio, confortare. -intr. e
a terra, balzò di sella e a far cuore la confortò. redi, 16-v-367
, i-238: cercai di scherzare per far cuore alla sofferente. -far cuor
ella [la poesia] cercava di far cuor di pietra / contro quel can mordace
grandissimo, si esorti lo infermo a far del cuor rocca, e a sperar
vo tutta sossopra; e pur bisogna far del cuor rocca. -far tanto
l'imperatore] posto in cuore di far eleggere ferdinando suo fratello a re de'
messo sempre delle cose allegre, da far ridere il cuore agli altri. svevo,
core. -ridurre al proprio cuore: far ravvedere. imitazione di cristo, i-12-1
): giacché lei crede ch'io possa far molto per questa persona; giacché questa
o italia, a cor ti stia / far ai passati onor; ché d'altrettali
-toccare il cuore (iddio): far sentire l'appello della grazia, infondere
sozzini, 234: gl'imperiali comincioro a far battaria alle mura accanto la porta a
ardente sete del disio / e minor far le lor gravose pene: / e essi
, / più e men cupi a far bassi e soprani. marino, 233:
avere una grande quantità di cupole, far spicco per 11 numero delle cupole.
vivande sieno ben cotte e stagionate per far godere voi e gli altri preti che
, dar cura, esser cura, far cura, metter cura, prender cura,
cura, prender, toglier cura di far qualche cosa: darsi pensiero, impegnarsi
-badare, fare attenzione, procurare (di far qualcosa). bencivenni [crusca
delle pillàcchere. -aver cura, far cura di una malattia, di una
per medico / uom che non sa far cura. g. villani, 7-103:
di qualcosa: sorvegliare, custodire; far buona guardia. ariosto, 5-78:
. gli ingannati, xxv-1-371: -vogliam far poche parole; e farai bene.
-dar cura, pigliar cura, far cura: dare retta, dare ascolto
sono certamente da tanto le accademie che possano far sorgere alcuno grandissimo ingegno,..
interpretazioni. 3. letter. far caso o stima di qualcuno o di
che se n'avvedesse, quando, per far del bene, bisognava passar per quello
, interessarsi di qualcuno; badare, far caso o stima di qualcosa, tenerla in
/ e di sua figlia a modo suo far vuole. machiavelli, i-53: debbe
mal cammino, non mi curando di far così bassa impresa e non molto lodevole,
una ferita, una piaga); far guarire (con riferimento a una medicina
maravigliosamente queste cotai infirmità, ma voleva far patto prima che cominciassi a curare; e'
scrisse commedie, ed ebbe l'onore di far ridere molto il papa ed i cardinali
ormai, ben eri a tempo / a far le stame, o 'n lor luogo
, o che la fortuna venisse personalmente a far il nocchiero a'cercatori di rinaldo.
principiavano a fermarsi lì dintorno e a far capannello. nievo, 184: all'osteria
prendere per il suo verso, le fa far ciò che vuole. pellico, ii-48
. 3. ant. rotella per far scorrere in piano una porta.
sul curro, / d'andare a far un ballo in campo azzurro. note al
curro qualcuno: indurlo, istigarlo a far qualcosa. luca pulci, ii-9:
hai oprato: / ché non ce iova far sofisme / a quilli forti siloisme
quel tempo né vapori né telegrafi da far il giro del mondo in un batter d'
al mio padrone, il quale mi vuol far suo maestro di casa. cardarelli,
atti publici premessi dal graduato laureando, far un circolo grazioso, in cui volavano i
d'ogni buona lama, fino a far di sé un arco, per non dire
brandelli, perchè i ragazzi si spassavano a far la guerra su i letti,
latrar de'tuoi vigili cani, / non far il prego mio vano e deluso:
a lei far i custodi / dell'alte porte resistenza alcuna
nella disciplina ecclesiastica, li ammoni a far il loro officio, qual non si può
gl'incarcerati e ben custoditi, per far loro il processo l'oratore ando- cide
e persino dell'autocrata in modo da far... strabiliare il cariasela che aveva
fu la tua venuta; sì tardo movimento far ti sento. dante, inf.
: né forza alcuna al fin può far difesa / che battuta non sia d'amore
suo avversario... gli voleva far dire, si chiama * infilzarsi da sé
, 3-5: tempo non mi parea da far riparo / contri a'colpi d'amor
più ansa a colui da insuperbire e da far peggio il tiranno? tozzi, i-382
giungi / sempre così furtiva / da far quasi paura. moravia, xi-15:
delle quali io non istò qui a far catalogo, non mi danno alcuna pena,
, non è una cosa che possa far piacere alle famiglie. jovine, 191:
scritto tacitamente il patto colla moglie di far tutto a modo di lei. pirandello
e misurar puoi superficie: paga / far sol di tanto a te data è la
accarezza volentieri, che si cerca di far prevalere. i nostri vicini dicono:
e in parole... non far più daddoli, si dice a ragazzuccio dad-
prodezze -sempre le medesime -, dover tutti far le meraviglie pei balbettamenti, pei dàddoli
chi è 'nnamorato daddivéro / che potrebb'anzi far del bianco nero / parer a quanti
dico da divero, / non credo far di là mai dispartenza. boccaccio,
s'ella non dubitava di non la far convertire in ispirito daddovéro, la non
a lui: io m'apparecchio / a far qualche bel colpo; e i'non
più degli uomini giudicherebbon che fosse da far con ferri, questa lascerò io a
e gran miraeoi fia, / a far d'un'uom dipinto un daddovéro. buonarroti
e giuoca con inganno; / e per far l'altrui danno / sovente pigna 'l
: non domandar quel ch'io so far d'un dado, / o fiamma o
diabolica e fallo mortale / fu a far gli dadi cum sue false volte, /
contessa aveva gettati i dadi opportuni per far credere che ella fosse vittima innocente di
caro, 12-ii-101: da principio pensarono di far solamente un dado solo senza intrata alcuna
né stanghetta... il poterono mai far cangiare d'opinione. varchi, 23-147
, iii-25: non si chiama ciò far primiera con tre carte e diciotto con
ma convinti che non c'era da far altro, conclusero di rincarare il pane.
.]: 'dagherrotipla'. l'arte di far rimanere impresse le imagini che si formano