non dubito ti saranno accagione de continuo far la tua divozione verso de loro accrescere
, tr. [accaglio). far coagulare, far aggrumare. trinci
[accaglio). far coagulare, far aggrumare. trinci, 1-149:
9: per formare un accampamento bisogna far precedere più o meno l'armata da
, ii-565: come potranno questi adolescenti far risalire le valli ai tedeschi, accampati
che possono aspirare ai beni celesti, far sì gran caso con tuttociò de'terreni,
mutila, sanguinolenta, cominciava davvero a far ribrezzo e pietà, con quei quattro
. 2. tr. ant. far irritare. botta, 4-516: successe
bastoncino di legno usato dai tessitori per far muovere il pettine. =
caro, 2-1-37: se noi proviamo di far qualche cosa da noi, ci vengono
sm. incetta di merci (per far rialzare i prezzi o per timore di un
: fare incetta di merci (per far alzare i prezzi). = deriv
più volte vicini ad accapigliarsi e a far zuffa. tommaseo-rigatini, 571: accapigliarsi
. -per estens.: catturare, far prigioniero. fazio, vi-2-33: la
). -far accapponare la pelle: far rabbrividire, far venire la pelle d'
accapponare la pelle: far rabbrividire, far venire la pelle d'oca. - anche
improvviso dal frastuono scapparono degli urli da far accapponar la pelle. de amicis,
la mano davanti alla bocca per non far vedere la masticazione. = deriv
accarézzo). trattare con carezze, far carezze, lisciare con la mano (
da accasare. accasare, tr. far metter casa; far sposare.
accasare, tr. far metter casa; far sposare. v. borghini
, 862: credi esso proprio a far questo ti esorti, / con una vecchia
sono utili i carboni... a far fuoco in quelli luoghi dove non si
non accatastare cadaveri sopra cadaveri, e far laghi di sangue umano. m
stupida stufa che non fa che romoreggiare e far freddo. 3. intr.
3. intr. ammassarsi; far mucchio. civinini, 1-169: il
. -anche al figur.: ammucchiarsi, far mucchio. viani, 10-210
: s'eo pigliasse questa cura / per far loro accattarla, / perderla la mia
provveduto per mezzo di convenienti instituzioni a far sì che il povero trovi lavoro se
il lavoro, si mettono ignominiosamente a far l'accattone. cantini, 1-21-242:
tr. ant. mettere a cavallo, far montare a cavallo; fornire di cavallo
, tessuta di birbanteria che va a far cavacci, bulloni, rame, cru-
i-62: per compier l'opra, e far come a un uccello, / non
-accèndere il fuoco: suscitare, far divampare il fuoco. lancia,
fra due sassi, e giocavano a far la merenda. pascoli, 277: appariva
. dare luce, illuminare, rischiarare; far riaspetta » e lui per tutta risposta
, all'ira, all'emulazione); far innamorare. compagni, 1-16: tanto
dal lat. accendere * dar fuoco, far bruciare '(comp. di *
. e intr. [accénno). far cenno (col capo, con la
achille / alle sue genti di non far co'dardi / al fuggitivo offesa. foscolo
che aveva davanti. 3. far segno; dare indizio, far presentire,
3. far segno; dare indizio, far presentire, preannunciare. m.
che venissero ne'primi tempi adoperati a far le grosse fatiche del campo; secondo
.. l'accento segna dove si deve far la posa. resta a veder dove
,... come di non far comunemente salti di quinta e di quarta
opera che si fa, dobbiamo tutto far dalla parte nostra, come se dio
salvini, 30-1-397: ma per far questo con sicurezza, e per accertare
, i-34: accertare o certificare (far certo, lat. certoriare, certiorem
e grande e poderosa oste, ed a far guerra al duca d'atene si dirizzò
colla sua donna agli ultimi abbracciamenti, possa far risoluzione di non servir più.
acceso fuoco d'ira, che a mal far la voglia tira: / vòlsose d'
da'medici, veggendolo molto ardere, vollono far notomia di sì fatta natura. alamanni
farina nascosta, di giustizia, cominciò a far loro de'cenni col viso. idem
, accesso e recesso, che dicono far l'ottava sfera. buonarroti il giovane
. panzini, iv-4: accestire, far cesto, e si dice delle piante quando
. guiducci, i-275: penelope, per far cimento del valore e della forza de'
(in un ordine religioso, a far parte di un gruppo, di un
. acquietare, tranquillare, placare, far cessare; sedare (un tumulto,
principiai meco medesimo a disperare di potermi far sotto ed acchitarlo. = dal
. baldinucci, 2-1: acciabbattare: far che sia alla grossa; abborracciare. da
come noi diremmo, con animo di far presto e male. salvini, v-493:
flgur.: rendere forte come acciaio; far prendere la rigidità del ferro o il
al quarzo ed alla selce, sono il far fuoco percossi che sieno coll'acciaio.
è accidente; ch'io 'l posso far nero. dante, vita nuova,
loro achilie, questo il pretesto per far tante prescrizioni senza costrutto. ora,
finito di vestire, per essere pronto a far lavoro o cammino. 2.
il calore, / questa, per far più fervide le occhiate, / l'oppon
acque; imperocché hanno giudicato non potersi far macchina più leggera dell'aria stessa, il
. (acciocchisco, acciocchisci). far diventare come un ciocco, intorpidire, addormentare
strade. 2. figur. far cozzare fra loro più oggetti, producendo
modo che il loro suono si senta (far sonare),... è
moina 'e àxxf£o{i. ai * far smorfie, moine, vezzi ').
ginocchia. 2. tr. far accoccolare. franco, 1-48: in
ne sarebbe voluto di più, per far che i poveri non si risentissero.
, 2-198: ma specula e contempla a far la spesa / sì, che il
, qualche volta, si annoia di far girare l'arcolaio della storia. e.
e di stagione ardentissima non si può far nulla intorno a gerusalemme. tassoni,
prigione v'era un cammino da poter far fuoco. tasso, 2-24: io
. marino, 6-112: e sol per far salir d'empi olocausti / un fumo
/ con tutti i balestrieri / e far contento il parcitade? -per simil
vittima. 2. inaridire, far seccare, rendere brullo. abate isaac
intr. brillare, scintillare; rilucere, far lume; risplendere, sfavillare di luce
, e fra se tema / di far parlando a la risposta indugio. leopardi
sia grave e dubbiosa, che a far non ardisca chi ferventemente ama. idem
terra qualche tronco, niuno ardisce servirsene per far fuoco. redi, 16-viii-315: io
cader farà la scusa, / io vo'far la vendetta, o qui morire.
hai tanto ardire, che tu voglia far fallo al tuo marito? giovanni da samminiato
fiore, 13-2: i'stava in far mia pregherìa / a quel fello ch'
petrarca, 351-10: divino sguardo da far l'uomo felice, / or fiero in
porcile. lastri, 1-3-291: per far l'allevata di questo bestiame [porcino
bembo, 2-262: quel, che far si devea, tutto è fornito;
al lito. -seminare nell'arena: far opera vana, lavorare senza vantaggio.
causa a chi l'ha proposta senza far conoscere la sua persona, secondo il
/ tira, eh'in dieci un argano far possa. cellini, 2-75: (
, ioie e gemme ne li scrigni far serrare. dante, conv., ii-xn-5
e il vento non riesce più a far luccicare d'argento il colle. sbarbaro,
riparo, ostacolo. -fare argine: far riparo, far resistenza, opporsi;
. -fare argine: far riparo, far resistenza, opporsi; contenere l'impeto
è dio; qual temerità voler voi solo far
prudente, ambizioso e attivo, chi potrà far argine alle sue intraprese? idem,
: non vi era mezzo istantaneo da far argine al torrente di tanti mali. foscolo
3. ant. ispirare, determinare, far derivare. cecco d'ascoli, 757
maggior grazia che voi cosa che io far potessi che vi piacesse mi comandaste.
-trarre argomento: trarre indizi, far congetture., l. salviati
chiamare, assicurandogli che non era per far male ad alcuno. colletta, i-215:
possa, / nessun riparo vi può far la gente. idem, purg.,
d'impiastri, untion e argomenti da far stentare la morte non che una donna.
- disus. fare varguto: motteggiare, far dello spirito. lorenzo de'
-appena la confidenza glielo permetteva - di far dell'arguzia ultra-boccaccesca. e. cecchi,
che, essendo ingegnose molto, potrebber far conoscere sempre più di che tempra fosse la
9-722: ha visto? pensa digià di far peccato. lei deve essere uno di
ho abbracciata la poltroneria, / or in far esercizio i giorni ho spesi. magalotti
questo caso il miglior ripiego sia di far cambiar aria al frate. collodi, 612
contraria, / starsi nel letto, e far castelli in aria. annotazioni sul decameron
, iii-182: io, in materia di far le scuffie, ho una mano tanto
franca, / famosissimo son per far l'invito. manzoni, pr.
. panzini, ii-303: era riuscito a far cattedra e con aria di indignazione sosteneva
uomo; ci vuol altri visi a far l'untore. panzini, ii-30: [
altro entrato in chiaravalle di fresco, per far quivi penitenza della vita scioltamente menata nel
e aristarcheg- giando, non riusciva a far meglio di me e solamente ostentava maggiore
9-1-128: e vedete bene, che dal far l'aristarco in poi addosso a questo
e ai pingui benefizi, senza poscia far nulla del loro ministero. d'annunzio,
ma poi, lo stesso esercizio nel far di conto. chi sa l'arimmetica,
-dare all'arme: dare l'allarme; far sapere una cosa, propalare una notizia
33-40: cader si vede, e far la terra rossa, / la gente d'
o bravacci che... vogliono far paura altrui coll'andare e colle bestemmie,
che alcuno de sudditi si pone a far novità contra del principe, pur che
fiero, / che fece a tutti far più d'un pensiero. berni, 15-1
mandare, prendere sotto le armi: far fare il servizio militare. — essere sotto
b. segni, 90: non voleva far fatto d'arme col turco; ma
farà la scusa; / io vo'far la vendetta, o qui morire. dovila
sei giorni fosse libero a ciascheduna il far tutti i lavori che si volessero.
/ trova per armeggiare, e per far giuochi. = lat. arma -òrum
simil. grazzini, 3-1-62: sento far le zanzare armeggeria, / e
tutto si diede ad armeggiare, bagordare e far tutte quelle cose che a conservare e
nel dì della prova. 2. far esercizi con le armi, maneggiare le armi
ad armeggiare. 3. far dimostrazioni di guerra; combattere, battagliare
, dove una volta io lo vidi far quasi il maestro delle cerimonie. idem
caro, 14-18: penso che basti di far l'armento o 'l gregge che sia
parole, nasce un piacer bastante a far dolce ogni mente più amara e più
dentro: la qual cosa la san far pochi. foscolo, sep., 9
orecchio; e per avventura non si sa far altro, studiandosi solamente in questo,
dialetto, unica lingua dei loro pensieri. far presto a imparare questo dialetto, anzi
altro mondo, e scrosci di risa da far venire la pelle d'oca al più
non pensavo ad altro che al non far romore, e però tutti i miei arnesi
[egli] era un arnese da far paura. carducci, ii-10-278: è venuto
scuotere / l'arpa celeste, a far la morte amica. 2.
buttate e spesse vane /... far al sordo / la melodia sentir de
cheza. menzini, 5-115: intanto in far denar suda e s'arrabbia.
fuoco d'ira, che a mal far la voglia tira: / vòlvose d'entomo
., 23 (397): potrebbe far 'arte di michelaccio; no signore:
svelti di mano c'è sempre da far un buon raccolto, specie ad arrivarci nel
arragazzare, tr. ant. far sembrare un ragazzo, prendersi gioco (
platone riprende omero, perché introdusse achille far cose indegne di vero cavaliere.
; dio ci ha dato le mani per far di tutto. jahier, 179:
noia, / non può mai più far cosa che ti piaccia. p. f
nemico, darsi, confessarsi vinto; far segno di sottomissione. g. villani
in istato di difesa, non potevano far accordo; e perciò intimò loro si arrendes
, 9-782: appunto io ti voleva far dimanda, / come avvenuto sia che tu
cuore. 2. trattenere, far indugiare, costringere a una sosta;
tanto timor li vinse / di non far cigolar la lor bilancia, / ch'a
cigolar la lor bilancia, / ch'a far con voi la pace li sospinse.
, 9-525: arrestatoli, / per far tornare addietro uom che cammina / e
cattura cui il creditore ha il diritto di far sottoporre il suo debitore moroso, fino
e piegano. 3. tr. far retrocedere, ritrarre indietro, portare,
arrezzare, tr. [arrézzo). far stare al rezzo, all'ombra.
le mazzate e gli arri cercano di far rizzare la povera bestia; e come
2. in particolare: il far denaro; guadagno, profitto. fra
profitto, guadagnare. -in particolare: far denaro, accumulare un grande patrimonio.
ma non dee già volere, che in far ciò lo stringano ad usare pure una
: volli arrischiare quella piccola somma per far pruova se, dandogli il modo di
suoni meglio * arrischiarsi 'a far cosa, che 'rischiarsi '. non
viso della composizione, e arrivano a far sì, che tutte le arie si rassomigliano
pura. papini, 8-325: bisogna far molte cose cattive per arrivare a farne
in cui viviamo, cioè il bisogno di far presto, arrivare ad ogni costo
[arròcco, arròcchi). scacchi. far compiere l'arroccamento al re e alla
,... arrocchiare si piglia per far con poca considerazione o arte che che
gli ordinò con voce discretamente arrogante di far in maniera che la contessina potesse entrare
a tutto pasto, siccome intendo di far ora, superbuzzo, arrogantuzzo che tu
parlar con minor. arroganza, di far nota a'secoli futuri la gratitudine de l'
vi spettino, o è maniera di far palesi i proprii sentimenti, qualunque siano
credono, coll'autorità che si arrogano, far apparire per bianco. baretti, ii-290
cesarotti, i-20: si contentino dunque di far l'uffizio di vocabolari, e si
arruolare, riscrivere nei ruoli chi entra a far parte delle forze armate (e vi
] favoritissimamente, cominciò di subito a far massa di soldati, arrolando, contra
. 2. rifl. entrare a far parte delle forze armate, iscriversi in
. chi presiede altarrolamento; chi vuol far proseliti. tommaseo [s.
180: somacal imparerà, intanto, a far bene quello che nessuno fa, perché
(arrósso). tingere di rosso, far divenire rosso. francesco da barberino
cariddi e scilla / chiaman vulcan a far di ciò vendetta. salvini, 3-108
dite ch'io posso a mia posta far venire nelle vostre gote. arrossire
tr. ant. tingere di rosso, far arrossire. simintendi, 2-3-122: quel
, per trovare schermo, ripararsi; far riparo, schermirsi. - anche intr
spiccava / di que'pagan che volevon far sosta. ariosto, 6-65: l'un
ministero attuale e così entrare a far girare l'arrosto essi stessi.
ottime per archi e volte e per far pavimenti; ma per quest'ultimo lavoro
occhio. 6. ant. far girare come una ruota, agitare intorno
dissero. -arrotare la lingua: far della maldicenza, parlar male di qualcuno
perciò paga senza fiatare, timoroso di far brutta figura *. pratolini, 8-42:
inchiostro. 3. tr. far arrabbiare, dar fastidio; tormentare,
capo pel vivagno. 2. far cadere, gettare a terra. leonardo
un letto lercio, sola, magra da far paura sotto le pieghe angolose del lenzuolo
bartoli [alberti], 1-36: il far modegli lisciati, e per dir così
stette dodici arso, vale a far color nero per dipignere. dì
l'arte non ti dia fatica / di far argini e fosse intorno intorno, /
ristette [manto] con suoi servi a far sue arti. g. villani,
conoscialle; tu non ce ne potresti far più; e per ciò, a dirti
vero, noi ci abbiamo durata fatica in far l'arte, per che noi intendiamo
sé e per gli altri. potrebbe far l'arte del michelaccio; no signore:
. canti carnascialeschi, 7: il far quest'arte è cosa da garzoni.
poria col legno e 'l lino / far al secol migliore ingiuria e scherno.
della sua autorità di giudice nel non saper far egli versi o nel farli male!
dunque mirano più a luccicare che a far lume. articolare1, agg.
ringhiante; politico, entrano a far parte della redazione d'un giornale..
adunanse [i frati] a capitoli a far li molti articoli; / el primo
comunicar le cose all'altrui mente e di far concepire ad altrui vivamente i nostri affetti
artifici della magia. bastarono poche parole per far cessare il sangue. d'annunzio,
: interponendo un certo artificiosissimo discorso per far propizio pompeo a milone. grazzini,
, che fu causa di non mi far male. idem, 1-104 (241)
/ contra chi vuole al buon ruggier far torto. = fr. artillerie
ariosto, sa., 1-159: se far cotai servigi e raro tòrse / di
da montalbano il primo a dire / che far battaglia non denno allo oscuro, /
toscano, anzi il pretto e far ch'ella, giovandosi del suo ascendente sopra
4-2: non so quale altra vi possa far meglio zando e in alto ascende, /
aura e 'l gran donna vi deve far diventare una gran cosa. die, /
primo un camento è... il far grandi e strabocchevoli bevute di latte,
trono asceso, / lieto il popol può far di savie leggi. ascèsso, sm
. baldelli, 4-120: usano di far dare a ciascun d'essi per ispazio
intr. [asciòlvo). disus. far colazione (la prima del giorno)
vitalità. 3. raro. far seccare. cennini, 138: poi
aperto, libero. 6. far dimagrire, rendere macilento. ariosto,
scena con altri di questa fatta, per far intendere agli ascoltanti, ciò che rumina
ascoltare la voce di dio. per far questo cercherò il raccoglimento e il silenzio.
ad un suo amante, che possa poi far credere quegli non essere amato da
amato da lei? certo niuna il potrebbe far credere, se non fosse già
memoria che si sfolla, / non far del grande suo viso in ascolto / la
. casti, iv-113: pensò di far l'apologià / di tutta in generai
cornuto e por cino da far lana, / ho la ripa del fiume
guarirla non v'era il meglio che far pigliare a'fanciulli un pezzo di zucchero
non vi toma l'altra se può far altro; e se vi pur toma,
volgar., 9-59: qualunque vorrà far buona generazion d'asini, dee primieramente guardare
del quale si fa un timpano da far festa. la pelle loro, cioè la
era un asino, ma non mi sapevo far largo, rimanevo sempre indietro, parlavo
, 38-40: lo deiunare piacerne, e far granne astinenza, / per macerar mio
la parte mia) e ho dovuto far l'osso e succhiarmi una fitta di malanni
[i lupi] in ogni modo di far preda, e guardano se ne'laghi
/ puttane, faccian cosa, che a far abbiano! l. bellini, v-264
frusta. -essere l'asino, far l'asino: compiere la maggior parte
, ad aver dodici / quattrini, e far dodici mesi l'asino, / e
all'asino... -credere, far credere che un asino voli: dare
d'asino: fare il cascamorto; far complimenti goffi e grossolani. cellini,
, 29-205: nel verno non si può far conto operare questi asinuzzi; io sono
. / ogni più crudo cor dovrian far pio / di drago e d'aspe,
note al malmantile, 698: far l'asperges, viene dalla funzione della chiesa
attuarsi. -aspettare la provvidenza: non far nulla, non darsi da fare per
-non aspettare le due: non indugiare, far subito. berni, 39-4 (iii-268
se farà troppo tardi, non si potrà far nulla per questa volta. =
e aspettasi. bembo, 5-1-49: per far suo il regno di napoli, che
in grado di riprendere servizio, può far domanda di essere collocato in aspettativa per
troppo -dare, eccitare aspettazione: far concepire, differente dagli aspettati. redi
contra l'aspettazione, così nelle burle il far contra l'aspet quelle.
le quattro figlie del fruttifer anno / per far in tutto il bel convito adorno /
baretti, ii-70: ti dico di non far caso di qualche mia espressione, se
ad un'isola tutta boscosa, per quivi far legna e rifornirsi di nuovi arbori,
che accompagna certi suoni, senza però far vibrare le corde vocali; rappresentato dallo
: la qual resoluzione presi, per far il viaggio in carrozza, e fuggire in
, 4-2 (398): cominciò a far per sembianti un'aspra vita ed a
che sono in magistrato, molto rileva per far più e meno aspro ciò che si
medici, 237: che vi giova un far morire, / sol per farlo assai
frutti su l'ultima cima, non possono far di meno di non patire assaissimo.
oncia e mezzo di tenuta, a far assai, importerà da un grano. saccenti
, giura per gli immortali iddìi di far morire gli assalitori de'suoi cavalieri.
appoggiò con le spalle, come per far forza contro un assalto di fuori.
patema casa si diede, sì come far soleva, con forte animo sostenendo il
mezzo di trasporto, un locale: far ressa per entrarvi, affollatisi. deledda
. grazzini, 4-383: io vo'far punir lui e chi ci si è impacciato
donzelle / prese per mano mi fer far ragione / esse assassine a te, che
particolarmente difesa, convenne in tal caso far sì che le asse che vi erano poste
bentivoglio, 4-709: non potè già far l'acquisto di nievuziel dov'egli s'
a altro. sassetti, 400: bisogna far conto, chi vive d'entrate,
o viene la tempesta; e far disegno di avanzare dell'entrate non riesce
ai lavoratori dell'industria, affinché possano far fronte alle spese funerarie in caso di
. tardo adsimilàre, per adsimulàre * far simile '. assemblato (part.
ragione. muratori, 1-21: proibì di far chiose e commenti all'incomparabil concilio di
/ l'armi fallìan. che più far si potea? / -morir -risponde l'assemblea
intorno, / vergogna non t'assembri il far ritorno. galileo, 763: quello
diana. 3. tr. far simile, paragonare. tesoro volgar.
seco aggia persone / lo cu'mal far la potesse infamare, / o dare
2. restituire il senno, far rinsavire. guittone, 2-1-35: che
io mi assentassi di qua, per poter far meglio a lor modo. io son
che 'n un punto / pò far chiara la notte, oscuro il giorno,
: già la vidi... / far le biade spigar, fiorir le piagge
donzelle / prese per mano mi fer far ragione / esse assassine a te, che
guittone, 15-12: a non cheder ni far cheder m'aservo. idem. xxi-69
), tr. (asséto). far venir sete, provocare la sete;
d'assettare ogni cosa sopra il calesse -di far attaccare i cavalli -e di dire all'
incerata. 4. ant. far sedere. iacopone, 1-314: di
lurchi / lo bivero s'assetta a far sua guerra. g. villani
, tutti si misero in assetto di far bella e grande e lieta festa. velluti
ricci, 465: non sono venuto a far altro che a dirvi, che voi
1-280: ma io che debbo far? chi m'assicura, / senza
è che il mio padrone non vuol far torto, né a voi né a nessuno
matrimonio, noi siam proprio obbligati a far molte e molte ricerche, per assicurarci
fuori [l'orazione] per non far danno alli suoi. tasso, 9-7:
compagnoni, i-4: tutti concorrer debbono a far leggi assicuratrici della felicità d'ognuno.
e che, dio buono, vogliono costoro far de le mogli, se al maggior
del tevere ivi s'assisero, senza far atto di violenza o di tumulto.
vanto. 7. tr. far sedere, collocare, adagiare. -per
idee '. 4. figur. far propri, non ricevendo passivamente, ma
. 6. figur. facoltà di far propri concetti, dottrine, stili,
marchi, 266: la sera andò a far la solita partita di tresette ai tre
rendere partecipe, ammettere a partecipare, far partecipare (a un evento, a
un circolo, a un'associazione; far abbonare a una rivista. -anche rifl.
vasari, i-117: si debbe poi lasciare far presa e assodare, finché tale opra
tr. (assólco, assolchi). far solchi, lavorare a solchi la terra
. che asso2. rendere simile, far simile. miglia; rassomigliante;
vorrà esser bon discipulo, oltre al far le cose bene, sempre ha da
il quale è stato trent'anni a far carboni alla montagna di scarvaita. chiabrera,
bene assommate e condotte, potrà egli far sì che ogni colpo riesca pieno di
l'assorbire, l'assimilare, il far proprio. - anche al figur.:
, raccogliere in sé; assimilare, far proprio. p. della valle,
vini generosi antichissimi. 3. far dimagrire, rendere magro. -anche rifl.
, sofistico. -anche rifl.: far ragionamenti sottili, tendenziosi; sofisticare.
fare). avvezzare, abituare, far contrarre un'abitudine. alberti, 70
le mie responsabilità. 2. far proprio, prendere; attribuire a se stesso
zuffa; se gli astati non potevano far piegare il nemico, a pian passo si
, 38-39: lo deiunare piacerne, e far granne astinenza, / per macerar mio
mi par veder fronda né fiore / di far così per fretta la tornata,
invidia. alamanni, 5-1-443: e far aschio al vicin non pur pie- tade
maggior di quel gran regno / in far vasi ed un disegno / da far
far vasi ed un disegno / da far astio a polidoro. -dimin.
e de'suoi seguaci, cercherò di far vedere [ecc.]. a.
o mi vorranno dire che stian lassù a far nulla, come tante capocchie di spilli
. -far vedere gli astri (comunemente far vedere le stelle): tramortire,
vedere le stelle): tramortire, far perdere i sensi con violente percosse.
74: la più agevol incetta era il far profession particulare di medicastronzolo o d'
indovinatelo voi, ch'io sono stanco di far l'astrolago. c. gozzi,
. galileo, 382: per far questa investigazione bisogna pigliare da i
maravigliosa piacevolezza, in ciascuna cosa che far voleva astuto e avvenevole. gelli,
se non dalli esperti, e io posso far fede a tutto il mondo della sua
di solito non si degnano che di far dormire. d'annunzio, v-1-49: garibaldi
è, ma che aveva paura di far scoppiare la macchina... gli
di seneca. questo gl'insegnerebbe a far poco caso delle cose umane, e l'
nel volgare. usasi per il più a far torte alla lombarda, meschiandolo con cascio
è facile a litigare, a far questione; litigioso, rissoso (v.
cantari cavallereschi, 66: tu ti vuoi far per la gola attaccare / da questo
, diffondere una malattia; contagiare, far ammalare; colpire un organo, una
d'assettare ogni cosa sopra il calesse -di far attaccare i cavalli -e di dire all'
siamo venuti a terranova per « far la caccia ». 8.
fosse discostato alquanto verso pistoia, per far dare all'armi alla fazione panciatica,
: il principe entrò a letto senza far parola, perché era impossibile attaccare un
appiccicarsi, restare appiccicato, aderire; far presa; essere a contatto, connettersi.
con la cera, / ad ogni accento far gli equi- vocuzzi. =
alla salute eterna più attamente che far possa questa vera sapienza appro
). indugiare, trattenersi a lungo; far tardi. d'annunzio, ii-697
vie deserte. 2. tr. far indugiare; trattenere. bacchelli, 1-i-3
ri durre al silenzio, far tacere; tacitare. straparola,
g. gozzi, i-463: per far sì che l'uomo vi entri a suo
fatti. 3. ant. far eseguire al cavallo gli esercizi di maneggio
il papa, avendogli promesso di volerlo far cardinale, e non volendo attendergli la
dal canto mio; attendete pur voi a far bene dal canto vostro. galeani,
m'attegno, / che mi fa far miracola e vertute. francesco da barberino,
gelli, 14-136: aspettava attentamente al far delle cose quelle occasioni che poteva arrecargli il
può condennarsi, avendo osato / di far causa pendente un attentato. de luca
-mettere sull'attenti, sugli attenti: far assumere la posizione di attenti. -al
posizione di attenti. -al figur.: far rigare diritto, comandare. pea
(attèrro). gettare a terra, far cadere, far rovinare; abbattere,
gettare a terra, far cadere, far rovinare; abbattere, rovesciare al suolo
e moglie, non c'era da far altro che separarsi, da buoni amici.
quincunce. 2. ant. far sboccare, far mettere capo. lastri
2. ant. far sboccare, far mettere capo. lastri, 1-1-103:
inutili. 3. milit. far fermare brevemente, su linee determinate,
unito per la testata, mettere capo, far capo. machiavelli, 746: [
virtù sua, di che volle anche far pubblica attestazione. b. croce,
aria,... vengono a far salire il nutritivo umore. alfieri,
cura ricercata. 2. far aderire al corpo (un abito).
[i padroni], perché potevano far del gran male e del gran bene.
segneri, iv-250: non so qui come far meglio, che valermi di quella similitudine
; certo si dava molto attorno per far la vispa e la graziosa. carducci,
di attitudine. molti hanno disposizione a far versi, attitudine pochissima. giusti,
... doveva trovar modo di far vivere accanto all'agricoltura, da sola
attiva: che ha la proprietà di far rotare il piano di polarizzazione di una
sé; ascrivere a proprio merito, far valere come qualità, come dote positiva
2-41: attizzeremo i fuochi fino a far scoppiare la caldaia! montale, 89:
della casa, 599: né per far ridere altrui si vuol dire parole,
rabida e superba, / e cominciommi a far di cattivi atti. leonardo, 1-251
a confessare, sarà tesservi assueffatto a far spesso quell'atto. marotta, 6-96
: consultarono tra loro se si doveva far alcuno atto conciliare, e concordemente fu risoluto
redi, viii-85: questo si chiama far capitale dell'esperienze, e ridurle in atto
zia. -dare l'atto: far muovere, far gestire. cellini,
-dare l'atto: far muovere, far gestire. cellini, 1-107 (250
tasche a marchetto per rubargli il pugnale e far con esso mille attucci e disfide ai
con un ferro in pugno senza far male a una mosca. 2
per tal cagione, bastando, per far correre il sangue per esse, le
tr. [attèndo). disus. far diventare tondo; ridurre a forma di
il fatto, d'attore si vuol far reo. tasso, i-84: colui ch'
; certo si dava molto attorno per far la vispa e la graziosa. panzini
mi divertivo per delle mezz'ore a far saltare sul tavolino di quei ranocchi di
/ e gli altri ch'a ben far poser gl'ingegni, / dimmi ove sono
farci perder delle ore o anche di far buio per istrada. cardarelli, 6-76
per tal cagione, bastando, per far correre il sangue per esse, le virtù
. machiavelli, 7-5-28: ma sendo a far questo impedito dalle assai fosse che attraversano
le ninfe del fiume xanto vadano a far balli sul monte ideo: attribuiménto propriissimo
de dei insieme. 2. far dipendere, riconoscere come effetto. passavanti
oh! quest'è il modo di far l'attuario? / guardate voi che pazza
ignoranza. 3. ant. far penetrare. palladio volgar., 3-40
che merzé chiamare / non averea di far mai segnoraggio. compagni, i-16:
3. soffocare (un rumore); far tacere. cavalca, ii-212: l'
messa. 3. ant. far star cheto, far tacere. varchi
3. ant. far star cheto, far tacere. varchi, v-58: attutire
), tr. ant. uccidere, far morire. - anche al figur
nella musica, nella quale è vizio grandissimo far due con- sonanzie perfette l'una dopo
è'la tempesta: / odo augelli far festa, e la gallina, /
). ant. aumentare, accrescere; far divenire più potente. -anche intr.
partire / è risoluto, non mi far ritegno; / non volermi tu stessa
connesso con augère 1 far crescere, accrescere gli antichi la connettevano
domandato, e del quale non poteva far di meno; né gli era stato
mio turbamento. 2. disus. far diventare più grande, più potente,
: ben mi degio alegrare / e far versi d'amore, / c'a cui
. anguillara, 9-263: o se far noi potrò, cresca il dolore,
gli iddei, / volessin ch'io potessi far la vita / secondo gli auspici e
, autenticata ed acconcia di sorte che possa far fede in giudicio. a. f
dessi, 7-168: non bisogna più far questione sulla autenticità delle firme. vere o
deficienze, quanto fosse facile ingannare e far passare per autentica una bellezza soltanto apparente
la costituzione di un fondo con cui far fronte a rischi eventuali e di ogni genere
salirvi. -anche al figur.: far tardi, perdere l'occasione. palazzeschi
alfieri, i-103: neppure mi volli far presentare a quella famosa autocratrice caterina seconda
, che comin ciarono a far fuoco tutti. sparavano automaticamente.
arma automatica e si mise subito a far fuoco. -per estens.:
autore stesso (o gli eredi) può far valere per tutelare l'integrità e la
miseria. bruno, 3-843: potrà far la potenza de canonica autoritade ch'io
di contentar le sue voglie, ma da far resistenza ancora quando il marito la volesse
e ora non parlo dell'autorità di far leggi, ma di quel pregio, di
. s'era data l'intesa di far cessare coi pugni ciò che l'autorità governativa
4-17: in primo luogo par bene il far presto quello si può, per ora
2. rifl. affrettarsi, far presto. compagni, 1-14: tutta
carducci, ii-16-262: la prego di far deporre presso la banca dell'emilia
portare spigliatezza e sincerità nel costume, e far cadere tante smorfie e calìe. montano
e non risponde. -figur. far progressi. palazzeschi, 4-169: era
farvi avanti. -mandare avanti: far progredire (un lavoro, un'impresa
guittone, ii-232: e sembrava che far volesse impero, / sì corno roma
296: fa che tu avanzi in ben far se ti vuob salvare. tasso,
che aumentare? che accrescere? che far che l'anima si awanzi sempre in
lavoro). -per estens.: far progredire; migliorare, incrementare, ingrandire
in questo sentimento di mandare innanzi e far maggiore, non guari dal sentimento
non duri, / poi che in mal far lo seme tuo avanzi? ammaestramenti,
e pia devozione, / qual sola puoi far l'anime sì buone, / ch'
usanza, / mangiare e non mangiar, far bel piattello / e far donar per
mangiar, far bel piattello / e far donar per dio ciò che gli avanza /
, pur che i'trovassi modo a far tal cosa. della casa, 568:
. nelli, 17-2-1: non si doveva far metter tutto in tavola senza di noi
, ad aver dodici / quattrini, e far dodici mesi l'asino, / e
ant. prendere, procurarsi; impadronirsi, far venire in proprio potere (una persona
insieme, / io noi volli mai far, se non quand'io / viddi che
io ho compagni commodi. 12. far venire, accogliere presso di sé; ricevere
concepute ne la mente che il volgare far non può, sì come sanno quelli che
appoggiati, avean consulta / di che far si dovesse. b. davanzali, ii-173
fin tanta fretta? -io ho da far. cellini, 1-25 (69):
, 5-77: quel da esti il fe'far, che m'avea in ira.
il proprio cancelliere o nodaro, pretendeva far parte con lui delle tasse percepite.
31-97: se d'aver meco a far non ti dà il core, / e
giudice io, / le non hanno a far nulla con le pèsche. idem,
;... non ha che far con loro niente, e capitò loro in
di fama, né aveva mai avuto che far con lui. panzini, iii-308:
più lui, l'avrai sempre da far con noialtri. -avere rapporti carnali
s. c., 9-5-6: suole far più prò se tu abbi pochi detti
: io ho in mia mano di poterti far papa, s'io voglio.
regno; / ma come il posso far, se 'l regno è vostro? stigliani
lor cose sì strane, / da far paura in fino all'aversiera.
siena ', l'uno diretto a far vedere come finisce chi vuol profittare delle
pea, 7-564: terra; a far colme le avvallature e rotonde le ossa
vaste pianure. avvallare, tr. far scendere a valle. -per estens.
errante. 9. tr. far risplendere come fiamma; dare agli oggetti
oggetti, alle cose un colore acceso; far arrossire in volto le persone.
vantàggio). recare vantaggio; migliorare, far progredire, incrementare. sarpi,
ii-297: ora che vedeva non poter far frutto d'avvantaggio, lo pregava a continuar
si posson conferir le regole universali di far questi e simiglianti ripari; ma non già
98): io ebbi questa carica di far questi fuochi e tirare queste artiglierie:
disteso, diaccio marmato e bianco da far paura: gli si eran persino awelati gli
maravigliosa piacevolezza, in ciascuna cosa che far voleva astuto e avvenevole. bandello, 2-37
avevano tanto fatto crescere la volontà del far bene, che io speravo in brevi anni
, e per l'avvenire attendiamo a far buona cera. varchi, 23-111: fece
la peste, / come l'istrice suol far delle penne. marino, 6-97:
come è naturale, di molta fame per far onore all'ospitalità, ond'è che
tu sei matto., e non potrai far mai un posto buono altro che coi
avvezzarsi bisogna di buon'ora a non far le cose avventatamente ed a caso.
guittone, v-225-17: dico in far di tutti un reggimento / meglio d'
tura. baretti, ii-170: ti vedo far tanto caso, e per un così
. avventurare2, tr. disus. far prosperare, rendere fortunato. bembo
. pieno d'avventura; capace di far sperimentare avventure. busone da gubbio
avvertire il console che guardi bene di non far deposizione dell'awenuto. giusti, i-515
l'unica persona alla quale pensai subito di far sapere l'avvenuto foste voi. svevo
giorno, si cominciasse da voi per far ridere una mano di maligni invidiosi. salvini
avverdisco, avverdisci). letter. far verdeggiare. alamanni, 5-1-282: la
cotale potenzia, imperocché nullo uomo potrebbe far bene. s. bernardino da siena,
tomo, spero avrete avuta l'avvertenza di far disfare la balla, e tórre via
). ammonire, avvisare; far consapevole, edotto; informare.
avresti rapito. -segnalare, indicare, far considerare. tocci, 2-37: da
da che m'è caduto in acconcio il far qui menzione di questa bibbia coll'esposizion
la sua; e che intanto attenda a far bene. caro, 15-iii-81: così
avvézzo). abituare, assuefare; far contrarre l'abito, la consuetudine, l'
popoli ad ubbidire, perché egli non deve far altro che schiavi; un conquistatore,
che schiavi; un conquistatore, che far voglia dei cittadini, deve avvezzarli ad
tr. (avvicèndo). alternare, far succedere l'uno all'altro; sostituire
estremo / che l'umana miseria suol far breve, / più veggio il tempo
con minacce avvilirmi, e a me far forza / quel polinice temerario spera? cuoco
10-8 (465): mi converrà far due cose molto a'miei costumi contrarie
. della casa, 599: né per far ridere altrui si vuol dire parole,
vidde incominciare a basire. 5. far diminuire di prezzo (un prodotto, una
lo mondo predicando / e dimostrando di far vita onesta; / ogne mi'fatto sì
; / ogne mi'fatto sì vo far a sesta, / e gli altrui penso
un ciacco. 8. rifl. far viluppo, avvolgersi intorno, aggrovigliarsi.
. ant. volgersi qua e là, far giri oziosi, vagare senza meta,
quant'egli più s'adatta i a far, ch'in fretta ella venga disfatta.
vocabolo abstemio. avvinazzare, tr. far bere gran quantità di vino, far
far bere gran quantità di vino, far ubriacare. ser giovanni, 30:
avvertire; informare, rendere consapevole, far sapere; annunciare. m
poi gente coraggiosa a riprenderli del loro far bene. giusti, 1-337 * quando
figur. ant. porre mente, far attenzione, badare. petrarca, iii-2-26
., 16-23: qual sogliono i campion far nudi e unti; / avvisando lor
, per più terrore, cominciarono a far sembianti di tagliarlo in pezzi, e
, per lo quale avvisatamente si potea far passare della genta. zanobi da strata
, 1-43: per trarre d'ignoranza e far avvisati i presenti moderni di nostra città
stato, ma ben che sia contenta di far avvisato monsignor assalineau dell'esser suo.
; e dove esso si credeva di far morire il cavalier suo, esso il fece
apparire e sparire, mettersi in sentinella, far segni, dare avvisi. -essere
aviso di trovarsi con lei ad aiutarla far le sue bisogne. b. tasso,
adesso tutti gli avanguardisti andavano lì a far compere da poche lire per vederla. idem
quella [virtù] servisse a far ombra all'altre, e non anzi d'
-colorire, accendere (il volto); far più intenso un colore, renderlo più
acqua forte in questo caso serve per far che l'argento vivo, con cui
letter. viziare, avvezzare male; far prendere un vizio. targioni tozzetti
vizzo. - al figur.: far invecchiare, far intristire. dossi
- al figur.: far invecchiare, far intristire. dossi, vii-613:
: quel deputato va in parlamento a far le solite avvocaterie (anco che avvocato non
. circondare, aggirare. 5. far fare giravolte; muovere in giro, portare
avvolgersi intorno a fare quello che non saprei far io, cioè far danari di libri
che non saprei far io, cioè far danari di libri col venderli.
in moto, in azione; far funzionare (una macchina, una
. palazzeschi, 4-72: si dava a far massaggi o pezzette, a stropicciarle
appartenente a una determinata collettività, di far valere in nome proprio un diritto o
, / con l'azza e col pugnai far la battaglia. casti glione
lasciava da un canto me per far con essi la vezzosa. linati, 30-30
azzitto e azzittisco, azzittisci). far tacere. -intr. e rifl.:
tacere. -intr. e rifl.: far silenzio, cessare di parlare, tacere
pisco, azzoppisci). far divenire zoppo. firenzuola, 259
verso il cielo. 2. far picchiare la testa, far battere il capo
2. far picchiare la testa, far battere il capo. bacchelli, ii-190
riconoscere. 4. tr. far venire alle mani, spingere alla zuffa.
sport. che può essere chiamato a far parte della squadra nazionale italiana per incontri
ordini datigli dai suoi padri, senza far professione, senza derogar però alli loro
(che si fìnge di evocare per far paura ai bambini e indurli a star
quel che si dica, / che vuol far del saccente ed è un babaccio.
! oh che ore gettate via a far aghi da cucire, empier busecchie di carne
, batter bambagia, infilare vezzi, far manigli, imbeccare uccelli e far cordelline,
vezzi, far manigli, imbeccare uccelli e far cordelline, nastri e reticelle! babbioni
la donna dice: -e'si vuol far massarizia sì che 'l babbo invecchia.
ricettario babbuasso, / dove hai imparato a far la gelatina. =
loro ingegno e la loro erudizione a far della bibbia un guazzabuglio molti- senso e
provare che sia lecito a chicchessia di far un guazzabuglio babelico degl'idiotismi di varie
idem, iii-124: mentre siamo qua a far gente per i campi di lombardia.
quello, / pur che possan far male a lor dimino. bibbiena, xxv-1-79
parlar furbesco'; pis. baccagliò 4 far chiasso'; emil., roman. bacca
... manda un odorin soave da far risuscitare i morti di mille anni.
un po'di gente in giro a far baccano, ti sei cacciato in testa che
m'immagino che abbiate avuto intenzione di far da burla, e non da vero.
s'era messo a gridare e a far un baccano da non si dire. c
suo significato proprio è fare strepito, far rumore-, e viene da bacchanalie.
del comando la bacchetta in mano / per far pompa di tutto il suo sapere /
io, facendo del male, so di far bene, non mi so trattenere e
lo scuotere e 'l bacchiare gli ulivi per far cadere l'ulive è proibito da pier
il bacchinone in casa e col pretesto di far la pace dopo la baruffa invitarlo a
fagiuoli, 3-7-105: s'attende solo a far le cose al bacchio, / a
estensione, del bere abbondantemente, del far gozzoviglia, della crapula.
mèl temperato / e spezie molte, far beveraggi'uno. simintendi, 3-124:
aggiriamo intorno e torniamo e ritorniamo a far e rifare quelle medesime cose che fatte e
si recava placidamente a pavia, per far baciamano al magnanimo re. verga,
sarpi, i-2-7: prego vostra signoria far li miei ba- sciamani al signor ottomano
sono venuto per bene, e non per far vergogna a persona: se io non
di cento cinquanta scudi, voglioti / far vedere in man mia. aretino,
, tirati a livello; ma bisogna far conto di aver la testa dentro un
mia, / dar baciuzzi, e far moine. baldini, 7-71: il primo
che diceva, come se la volesse far fede che di nulla mentiva. g.
/ soggiunge (perch'a lor vuol far la pera) / io l'ho con
bisesto, non por bachi e non far nesto. = etimo incerto; e
po'di buona volontà si può far risalire alla forma * bombdx -acis per il
sm. invar. tose. nell'espressione far baco, far baco baco:
. nell'espressione far baco, far baco baco: far bau bau, incutere
baco, far baco baco: far bau bau, incutere paura.
, voce che si dice a bambini per far loro paura, pure dal boccaccio nella
. torello detta. 2. far capolino, affacciarsi di sorpresa da un
188-4: se l'uom può tanto far ched ella vada / al su'albergo
badalucco, badalucchi). disus. far scaramucce, dare qualche assalto, impegnar
al confine de'vicentini e con questi far un badalucco da giuoco; una volta la
cristiano. soldani, 1-43: il far da bacchettone è badalucco / dive- nut'
non curati da chi sol bada a far tosto per suo guadagno, non bene per
; badano perché altri badi a far bene. chi continua sempre a ripetere la
qui col nostro comodo a badare o a far le viste di badare al buon
tessere, salare le acciughe, e far figliuoli, da buona massaia.
: il reduce è disposto a far lega coi piccoli villanelli, quelli
. prestare attenzione, considerare attentamente; far caso, tener conto (di qualcuno,
economia. pananti, i-154: per far belli stradoni a certe ville / a
: ma vedi questa casa? puoi far conto / più non ci sia, quella
. continuare con insistenza, persistere (a far qualcosa). magalotti, 1-432
monache, bandite per sempre, a far posto ai carabinieri della caserma. de
badessa. 2. per simil. far la badessa: darsi autorità fra le
3. locuz. stare alla badiale: far vita comoda. - anche: stare
, iii- 1-891: di te / far posso quel che m'aggrada, / perché
ribaldo. / guarda se sa ancor far la bagattella. ariosto, 269: apparecchiata
sì affé, e non è tempo da far le maraviglie. bruno, 3-84:
. (bagattèlle)). disus. far bagattelle, giocherellare. tesauro,
certi bagattellieri e ciurmatori che promettono di far tramutare il rame in argento o in oro
credonsene andar come ermellini, / né per far conto l'oste si chiamava, /
in un tesoro di un principe, per far parere tanto più bello e vago l'
, idolo amato, / mi vo'far tuo cavaliere, / cavalier sempre bagnato.
bagno vo'che resti / persuaso in far sì ch'i bagnatori / non s'
, il precedevano poi nel cammino con far delle scappate di cavalli, e mostrando
note al malmantile, 1-430: bagordare o far bagordo, vuol dire giostrare, giuocar
meno comune, mettere in baia, far la baia o le baie) a uno
bizzarre, m'andò pur fatto di far rivolgere a me gli occhi della gente e
d'ottimo cuore, e non vorrà far male ad anima nata. [sostituito
, che fare il baiardino, significhi far il bravo, da un tal pietro terraglio
e i ragazzi a sghignazzare e a far la baiata che chiama alle finestre una fila
accosto alle porte ed ai cancelli per far baiocchi. idem, 94: interessati,
, qual baion- cello, / meco far questo giorno a poma piatta, / vieni
si vede scoprir la balena / e far talvolta navili affondare. boiardo, 2-13-66:
sia la bellezza, la qual può far belle l'altre cose non belle, come
19-7: e disse: che credevi tu far, matto? / i granchi credon
. dare il pan con la balestra: far l'elemosina, rendere un favore malvolentieri
non vale quadrello d'ariento / a far il buon balestratóre. 2.
alcune in tal atto d'amore, da far nascere dubbio nel riguardante, se fossero
le più volte i magistrati prendono a far di lor autorità e balìa contro la volontà
cuoco, 1-232: non ti resta a far altro se non che imporre la somma
a napoli si accorgerebbe che è impossibile far copiare un oggetto. l'incaricato,
fantasia, studiava tutte le maniere di far dimenticare ch'era stato mercante: avrebbe
esser d'accordo, intendersi, far combutta. goldoni, iii-7:
guadagna negli scrocchi, guadagna a far di balla coi baratori. giusti, 2-159
-far le balle: prepararsi a partire; far fagotto. lippi, 10-5: rorch'
calze gialle, / comincia a ragionar di far le balle. -prov. ai
ii-10-36: quando afferma di prepararsi a far ballare gli altri, la servitù della
cosa ho fatto altro nella vita che far ballare dei burattini? svevo, 5-415
povero cristiano! e deve anco lui far ballare il mento. -poiché
spender di più gli bastava l'animo di far molto meglio. -ora si balla
vasari ii-77: era costume della città far sopra le piazze alcuni capannucci di stipa
, finestre bizzarramente ingraticolate, quanto può far di maraviglioso lo scarpello e l'arte
l'arrivava per disgrazia su 'n riddone a far la chirintana, ell'era di sì
e leggerezza, come non avrebbe saputo far meglio la più celebre ballerina spagnuola. panzini
festa del ballare e si cominciò a far la danza o sia il ballo del «
. ballare con modi rusticani; far quattro salti (alla buona,
tommaseo-rigutini, 530: ballonzolare è anche far salti che somiglino in qualche modo a
balneari -... -s'affacciava a far luce una luna grossa come un bidone
, / ch'io non so più che far, s'altri noi mostra. idem,
alamanni, 4-1-148: io vo'la pruova far, mettasi un pregio. -che
se gli sproni dorati fussero bastanti a far correr un cavallo restio. baliano,
vita, m'hanno intimato di non far quel matrimonio ». « e vi par
: nemmeno si può... far replicare qualche aria che incontri piacere,
, non avreste riguardo, / per far onore al sangue, di passar per bastardo
5-95: quale padrone, avrebbe potuto facilmente far crescere quel bastardo all'ombra del
bastardi che andavano per i campi a far man bassa, e pur troppo anche
stretta di mano, han bastato a far rientrare un giovane in se medesimo!
vita tutta consacrata a consolare, a far beata quell'anima santa avrebbe appena bastato
; / con un sospiro mi può far beato, / e basterà ch'io senta
bruno, 3-239: non bastarà a far una cosa vera perché la si possa
dipinse francesco, delle quali non accade far menzione, essendosi dette le migliori;
di questo nome che m'affido di far gran cose. vasari, ii-642: basta
perciò che di giorno senza esser veduti far non si poteva. firenzuola, 447
che ritornò in scozia all'agosto, far celebrar in una privata cappella del suo
2-20: a poggibonizzi aveano cominciato a far bastìa contra all'onore del re di francia
14 bastimenti di merci orientali e di far distruggere sul luogo tutto il rimanente.
per la difesa della città è lecito di far della chiesa un bastione. pallavicino,
ridurre in cattivo stato di salute, far star male di salute. giusti,
: con una furia di bastonate le farà far quel che vuole; talché mangiarà sempre
i facchini soglion prender la misura per far i gipponi agli asini. fed. della
per certi criteri suoi, lo vuol far consistere unicamente in un atto spirituale, la
macometto, inducendolo in un circolo a far riverenza a un zampetto di porcello,
se sapesse... abbiamo dovuto far fronte a tante necessità. moravia,
intr. (batòsto). letter. far baruffa, scontrarsi. dossi
quanto l'arte e l'uso di far battaglie. novellino, 21 (44)
ma ordinandosi i due capitani parti a far battaglia, repente s'accordano. salvini,
. salvini, 16-69: ardean di far battaglia. -mettere, ordinare in
fanti,... quasi volessero far battaglia giudicata. -battaglia campale, o
forza di argomenti una discussione, per far prevalere la propria tesi. -battaglia difensiva
e per battagliare, egli non potrà far luogo a tutte, gli si dian le
e franco. cesarotti, i-123: a far il secondo al tassino uscì poscia in
battarèlla, sf. battola dei battitori per far levare la selvaggina. =
tezzare. - al figur.: far credere; interpretare. s.
acconciando le squadre dove gli pareva che far dovessino maggior profitto. boiardo, 2-13-27
i. frugoni, 643: come far potea contrasto / fuori errando per diletto
dui alberi da nave... per far uno ariete da battere il muro.
le truppe francesi siano tante in italia da far fronte nel tempo stesso agli austriaci e
8. ant. e letter. far cadere in terra, abbattere. -
, batte i suoi figli, per far bene ad essi e agli altri loro fratelli
? ». ariosto, 1-6: per far al re marsilio e al re agramante
., 16-24: qual sogliono i campion far nudi e unti, / avvisando lor
quanto di veder... un cittadino far anche nello stesso giorno la satira e
. 25. intr. ant. far capo. v. borghini, i-100
ricamo! oh che ore gettate via a far aghi da cucire, empier busecchie di
vini, batter bambagia, infilare vezzi, far manigli, imbeccare uccelli e far cordelline
, far manigli, imbeccare uccelli e far cordelline, nastri e reticelle! babbioni!
chieder danaro. -batter la cassetta: far soldi, lucrare. -battere a soldi:
. goldoni, v-814: se far tornare alla maniera forte. vi
. firenzuola, 712: andremo a far due faccenduzze insino in piazza, e
chiese, gelide qualche volta al punto da far battere i denti in pieno solleone.
un lavoro il più piacevole / che far si possa, di menar le calcole
l'acciarino. -battere il focile: far fuoco, suscitare la scintilla. -
-battere il marciapiede, la strada: far la prostituta (cfr. marciapiede;
proprie azioni e moltiplicarle. -figur. far denaro, arricchirsi. de roberto,
scrupoli, che batterebbe moneta falsa per far strada ai figliuoli. -battere il
. foscolo, v-72: non sapeva far altro sopra la terra che battere il
con esso la persona umana entra a far parte della chiesa); il rito o
son venuto / per battezzarmi, e far quanto ho promesso. idem, 38-23:
figlio); tenere a battesimo, far da padrino. guicciardini, 7:
: né mai si sentirà in ciò far errore da verun del nostro paese,
per conficcare pali nel terreno (per far palafitte, paratie, fondazioni):
2. chi precede altri per far da guida o preannunziarne farrivo.
minuetto, l'altro s'inoltra a far di battistrada, e finalmente a furia di
lessa, / ma sol fu buono a far palle da maglio / e battitoi da
guadagnare, / non sendo più da far nelle montagne. 3. chi
e per venderla, ne possono in parte far fede questi ferri e queste battiture.
figur.: azione o momento che vuol far guadagnare tempo (battuta d'attesa,
ausilio di cani e di battitori per far levare la selvaggina). -anche:
ir per la / battuta; ora bisogna far così. buonarroti il giovane, 9-754
: perché gli uomini moderni hanno lasciato di far i viaggi loro per la strada battuta
/ a ballare, e cantare, e far tempone. panciatichi, 13:
il bau-bau? ». 3. far bau bau: spaventare (i bambini)
. bausette! (fingendo di voler far paura ai bambini, comparendo d'improvviso;
-far venire la bava alla bocca: far arrabbiare, provocare un accesso di rabbia
nell'immenso cielo silenzioso, quasi senza far rumore, come nel vuoto.
saliva '. bavare, intr. far bava, gettar bava. c
, dove tutti i negozianti, al far del dì, si adunavano a contrattare.
. idem, i-610: pronto a far saltare dalla bazzétta le parole come un
celebre luogo, dove tutti i negozianti al far del dì, si adunavano a contrattare
/ e basta solo un cenno a far bazzarro. 2. figur.
si voglia pensare il contrario, e far derivare bazzarro da bazar e ritenere il verbo
2-232: tu mi vuoi sempre far parlare prolissamente sopra ogni bazzecola che
fogazzaro, 7-293: noi dovremmo far arrestare dai carabinieri il signor pietro maironi con
molte volte restava sola col conte a far la bazzica da dodici tari. cassola,
donde non bazzica molta gente che ci possa far danno? varchi, 23-75: quelle
: con esse [pignatte] si può far la bazoffia e il brodo dell'
beare, tr. (bèo). far beato, rendere felice; colmare d'
può la sua mente pensare se non di far sempre ne'suoi atti cosa per la
: vorrei, prima che passi a far beato / de le sue nozze altrui,
questo è pegno del perdono di dio! far che possiate diventare strumento di salvezza a
, il quale non mi lascerà più far versi. 6. ant. persona
1-13: ma chi il beato / vuol far quaggiù, con- viengli esser composto /
di lei pò dire / hanno vertù di far piangere altrui. petrarca, 72-37:
cielo oltra l'usato ameno / per far del viver mio l'ore beatrici.
iniziava religiosa- mente all'arte di « far le vendaie * coi sassolini e le foglie
col fucile carico, e non ha a far altro che star a vedere se il
o ha grande diffusione, è facile far passare per essa tutto ciò che le
cerca di liti, chi è pronto a far questione. a. pucci,
, perché il sol lione vi potria far beccar suso una terzana, che vi
che non sia affatto ridicolo bastano per far sì che ogni monaca che si seppellisce,
animaletti esosi e schivi s'accordaranno a far insulto e beccare le carni d'uno particolare
come i poeti, / potestà di far tutto a fantasia, / ancorché spesso
... che le sieno / da far uova, acciocché le si guadagnino /
spaventosa, carneficina. -far beccheria: far strage. -mandare alla beccheria: mandare
3. recipr. figur. bisticciare, far lite; rispondersi a vicenda con piccole
: messe il becco quando vuol far preda fa prima romor col becco in quelle
bocca dell'uomo. che soglino far lor viaggi le formicole. note al malmantile
, né parlare, né giudicare, né far cosa che s'ap -fare
(per la potatura, allo scopo di far meglio sgrondare l'acqua piovana; per
stione, a uso di far lume. è un cannello per lo più
voi senza periculo. -io non vo'far cotesto. -perché? -perch'io non
, becchincroce, ciuffolotti, tornavano a far baccano per riprender i primi posti.
quin tale di dinamite per far saltare binari e viadotti. ungaretti,
cristo) e per l'usanza di far doni ai bambini. firenzuola,
vuol veder quantunque po'natura / in far una fantastica befana, / un'ombra,
un voler veder quantunque può natura in far due fantastiche befane, doi sogni, due
arte, ogni scamoffia aveva usata / per far di matrimonio mercanzia; / ma ognun
scialle; tu non ce ne potresti far più. della casa, 595:
beffardi, cioè coloro che si dilettano di far beffe e di uccellare ciascuno, non
(bègo, bèghi). dial. far bega, lite, questione.
lo pigliava di mira e facevagli far le spese dell'allegria; e buon per
, pecora. salvini, 15-1-104: far aguati agli uccelli, abbruciar macchie,
: colpa di moltitudine che anela / far da leon col core impecorito; /
ufizio dell'uomo comprare il lino per far filar le sue donne! ma che
niun'altra maniera potrà meglio il marito far che non s'imbelletti [la moglie]
la faccia sciupata di sua madre le lacrime far col belletto e la cipria un intruglio
ben vestito) / e'vi potessi far del ben bellezza. b. davanzali,
zoppo,... si mise a far largo e a precedere antonio ballando di
: nel parlare di cose economiche amano far ricorso a terminologie bellicistiche. =
di guerra, che si trova a far la guerra (detto di nazioni,
part. pres. di belligerare 'far la guerra, essere in guerra '(
solo concetto. dossi, 492: non far complimenti coffe altrui beffe trovate, perché
ii-10-149: oh vorrei pure non avere a far nulla per un bel pezzo e vivermene
trasportar sassi innanzi e indietro, di far fosse e ricolmarle. giusti, ii-243
gli sfaccendati) e al dolce non far niente. gozzano, 503: passò
che sarebbe una gran bella cosa potergli far sapere ciò ch'era accaduto.
se potesse a voi questo medesimo / far, donne, che gli ha fatto alla
è bello a chi se lo sa far bello. -farsi bello: agghindarsi
se di queste cose tale io volessi far bello la vita mia, troppe me
b. davanzati, i-142: vogliono far belli sé dello sgridar i vizi, e
fate bello con dichiararvi di non volerne far uso, per inveire contro di me
mercatantuzzo di merda; ma io non vo'far beffala piazza, me ne vo'ire
s'avviene lo stare su bello, far santo, o sonar le campane.
! oh bella! ho creduto di far bene ed ho fatto peggio. per distrigarmi
belle (o di belle): far guai, sciocchezze. tecchi, 2-116
desiderare; / tutti i belli si voglion far pregare. leopardi, i-1042: pure
, 167: ci vuol altro, che far del bell'impiazza / con que'gran
mi son messo con la cantatrice / a far il bello. carducci, ii-1-53:
da nessuno. fu ella che volle far le note e a pena fummo nel
ho mai inteso perché dante gli faccia far [a minosse] le disamine con
ita un po'a rilente / nel far con calagrillo il bellumóre; / or,
: / ella è quanto de ben pò far natura; / per es- semplo di
beiverde... lo precedeva per far sapere a tutti, anche alla marmotta,
abburattasse! il nome di belzebù sul far della notte e in quel terrore, e
e che non lice, / e a far svenire i maschi sugli acuti / e
, 16-v-937: se m'è lecito far da indovino, panni di potervi dire che
si potevano radunare quelli a'quali toccava far la provisione, acciò la chiesa ristesse senza
e mi tocca a tacere per non far peggio. stuparich, 5-144'avevamo trovato
. e che pensaste / di non far altro che bendarmi gli occhi? cattaneo,
10-12: i'son fermo pur di far su'grado, / perciò che mi
altro mosso. petrarca, 30-36: per far forse pietà venir negli occhi / di
121): dittomi che arebbe caro di far le stampe delle sue monete, domandomi
messerin fece, / ben si credette far gran maraviglia. fra giordano, 3-13
, 351: ché non bastar vi dovea far questa donna di palazzo bella, discreta
vasari, ii-418: egli usò di far sempre nel volto de'putti una vivacità propriamente
sost., nel senso di 'far le lodi di uno '; oppure:
le lodi di uno '; oppure: far bene, come avv., col
eseguire qualcosa con abilità ', e far bene, come sost., nel senso
di bravi; e si misero a far la ronda intorno, guardando, con
miei consigli, ma si guardava bene dal far nulla. 7. con
: non è pericolo che mi abbiano da far paura un'altra volta: torniamocene a
aver bisogno (o ben) / far di mestiero. 12. dimin
, né vede, come si possa far bene; e quanto più persevera nel
ogni lato. -far bene, far del bene: beneficiare, far della
bene, far del bene: beneficiare, far della beneficenza; operare il bene,
6-81: e li altri che a ben far puoser li 'ngegni, / dimmi
., 6-81]: 'a ben far ', corteseggiando e onorando altrui,
, quando veggono alcuni che cominciano a far bene, contraddicono loro, o con far
far bene, contraddicono loro, o con far beffe d'essi, o quasi dando
, 101: peggio è non voler far bene, che non saperlo fare. sassetti
, oh gran vergogna. / avend'a far del ben a un cortigiano, /
prassede una vecchia gentildonna molto inclinata a far del bene: mestiere certamente il più degno
. tommaseo-rigatini, 611: si può far del bene altrui, senza che questo bene
non si guardare, ed esservi da far del bene *: gli fu comandato non
è crudeltà. idem, 158: non far mai bene, non avrai mai male
non avrai mai male. - a far del bene ci facciamo dei nemici.
render mal per bene. -il ben far non porta merito (ma è un
bene: a scopo utile, per far cosa vantaggiosa (e soprattutto: con
fra giordano, 1-163: se tu vuogli far dire messe, o altri beni,
di questo alcun s'accorgesse, parendogli far men che bene. paolo da certaldo
l'ostello: / 'se madonna volesse far follaggio / con un bellissim'uom di
medici non danno licenza di mangiare e far ciò che vogliono, a quegli infermi che
, / posso, e senza rossor, far, di mia gente. guicciardini,
, le personcine per benino, è un far quelle bene, uno scegliere buone queste
de dio santo e benedetto, per far evidente che quelli asini saturnini ed altre bestie
mente illustre, o benedetta ipostasi da far un convito a gli leoni, over un
: disse il signore: se tu può'far co- testo, o che vieni per
morte. imbriani, 1-177: vatti a far benedire da chi più t'aggrada!
può dire il re: « andatevi a far benedire? ». chiesa, 5-29
de dio santo e benedetto, per far evidente che quelli asini saturnini ed altre
, 1-1-124: che posso e debbo far, messer emilio? / -ritrovare il diamante
, benèfichi). elargire un beneficio, far del bene, aiutare, soccorrere
beneficare; azione, attività rivolta a far del bene; prestazione (per lo
: pareva che le studiasse tutte per far entrare in casa acqua, fumo, grandine
ant. diritto dei cittadini fiorentini di far parte del gran consiglio.
. m. -ci). che suole far del bene; che è dedito a
buonarroti il giovane, 9-475: far si vide alla lotta / colla benemerenza
un blasone, o delle benemerenze da far valere col loro ostinato silenzio. palazzeschi
domeniche nel mezzo de la messa a far loro brevemente un sermone, comandargli le
vezzi. grazzini, 3-2-216: di far gabbie / belle, benfatte e buone,
genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli, e cuocergli in
. la benignitade è virtù disposta a far bene a tutti per sua dolcezza. passavanti
sua solita benignità, ed a me far dono della sua grazia. a. f
bambino che l'ambizione paterna può far credere che i passanti lo sbircino con
, / e diventa mortai per far te dio; / la sua gloria infinita
certo non dovea / natura a famagosta far quel torto / d'appressarvi costanza acre e
bennato, un mostro in somma da far ribrezzo a qualunque è capace di virtù
, ma pur nobili, potea far concepir s'in d'allora alte e gene
il luogo dove ci eravamo fermati a far benzina non mi ero accorto che fosse
di questo, se così fosse, far pruova, senza avere il dì bevuto,
e. gadda, 120: tendo a far che vàdino contenti li eroi; darò
pena ci si può egli vivere a far così. lippi, 7-86: ma io
non sapere una cosa può anche non far vergogna a nessuno. ma tesserne proprio al
sin che i bergamaschi / se levino a far chiodi, sì che spesso /
/ disputar duo dottori, ed argomenti / far da fanciulli bergoli e da donne.
la vita attiva, / poiché a far berricuocoli e ciambelle / non c'è un
milan. brégn 'canale di legno per far colare l'uva dalla bigoncia
, ebbe carestia di terreno quando volse far quell'encomio al re de'nasi,
in alcune locuz. figur.: far berlicche e berlocche (o berlìc e
ant. ciarlare, chiacchierare pettegolando; far vanterie. boccaccio, v-227: ma
calza 'ntera, / girando in tresca, far la berlingòzza / con simil damigelle nuziali
di berlingozzo, che non ha a far nulla seco. michelangelo, i-378:
machiavelli, 6-7-159: queste difficoltà hanno fatto far loro [agli svizzeri] assai diete
tutto ottimo. facile è nauseare volendo far ridere. baretti, 2-32: questo lo
politica debbono sciuparne almeno cinque o a far versi, o a tenere conferenze o
ariosto, 379: una berretta gli farò far subito, / com'era l'altra
3. locuz. -cavarsi la berretta, far { tanto) di berretta: in
quale per santa nafissa non si vergognerebbero far di berretta non solo i tuoi bossuet
della mente. carena, i-61: far di berretta: lo stesso che fare una
la pisana lasciava da un canto me per far con essi la vezzosa; e io
un broncio da non dire a vederla far passettini e torcer il collo come la gru
2. masnadiere); soldato pronto a far bottino e man bassa. crescenzi
accorgiamo che solo il nimico tocca a far esse botte, bersagliando e ferendo sempre i
marito, ricusandosi nel tempo istesso a far le sue scuse al conte, ciò
bersaglio! -mettere a bersaglio: far correre il rischio. b
bado, / o non so far la berta o la bertuccia, / o
i mattaccini, che, per far meglio ridere, vanno con quella
poter dargli la berta, / e far sì che la scusa sia accettata,
per ficcare i pali ne'fiumi nel far le steccaie; che è un gran
bertuello. berteggiaménto, sm. il far burle. fra giordano [crusca)
lo sopporto, perché non posso far altro. firenzuola, 730: io non
: bene si credettero mo que'signori di far al mondo, assistendo le sgualdrine,
locuz. tose. -essere il bertuello: far da ledica, sacrilega; invettiva oltraggiosa e
sette peccati mortali. e quali di far del bene alla gente! pòero minchione!
dante, inf., 11-47: puossi far forza nella deitade, / col cuor
appena far complimenti dinanzi, e bestemmiarti quando non
pulci, 19-59: volle assaltargli e far lor villania; / onde costor fuggir subitamente
; parli da bestia; mi vuoi far dire degli spropositi. beccaria,
mon- tambanchi, alle quali essi fanno far molti giuochi, e dicono che tali
trascuro il mio dovere, per non far penare la gente. leopardi, iii-95:
, temè noi trasportasse il dispetto a far qualche oltraggio al p. ricci. goldoni
labbra come soleva furio alla scuola per far andar in bestia il maestro. nieri,
vuole essere asino, e non può far meglior vita ed aver costumi megliori che di
? allegri, 121: dove e'fece far gheppio... al minotauro,
, che avrebbe potuto e saputo benissimo far altrettanto qui. palazzeschi, 4-98: la
: veramente queste bestialità sono cose da far perdere la pazienza, ed io compatisco ben
il meglio che possono fare è il far niente. giusti, i-442: i leoni
poche case, in cui scendevano a far pascolare il bestiame pastori nomadi provenienti dalla
18-122: non domandar quel ch'io so far d'un dado, / o fiamma
incaco o bado, / o non so far la berta 0 la bertuccia; /
nica. e che non serve a far paura nemmeno a un coniglio. bocchelli
denti d'aver trovata la maniera di far rinviliare il pane. cattaneo, ii-1-295:
troverete in un tratto della mia vita far baldoria e lega con contadini e bettolanti
. ojetti, i-593: soleva far colazione in una trattoria di piazza san
esso. il medesimo è pieghevole per far cerchi e fianchi di corbelli. in
volumi; il legno suo è attissimo a far bastoni, e le verghe per i
acqua salata, ma più tosto per far sì che il suo regno sia bevereccio,
come che 'l nostro cortegian non debba far profession d'esser gran mangiatore, né bevitore
, non si mangia. è utile far così per continuare la via, altrimenti
. 3. tr. imbiancare, far bianco, lasciare tracce bianche.
). im bianchire, far diventare bianco (nel preparare lo
fortuna, che ha sempre piacere / di far diventar brun quel ch'è più bianco
com'e'si fa sera, / non far da cosa a -luce bianca naturale:
dove il mondo dei bianchi cessa per far posto al mondo di colore? baldini,
, coll'autorità che si arrogano, far apparire per bianco. giusti, 2-330
accorge che io dico « nero » per far dir « bianco *
buonarroti il giovane, 9-57: né vo'far buio affatto della vista...
tosto buone da guardar vacche e buoi che far guardie o combattere. bruno,
146: e questo vi sia detto senza far bibbia, ché non sarò lunga.
ai lattanti che le mamme non riuscissero a far chetare? non guasterebbe. monelli
del libro, che si attua nel far collezione di stampe, incunaboli, esemplari
chi passa tutte le sue giornate a far ricerche in biblioteca. redi, 16-vii-17
l'occhio bieco / mi rimiraron senza far parola. ariosto, 13-33: il
il bandinello col consiglio di giuliano di far che quell'opera andasse fuor di squadra
5-65: siate fedeli, e a ciò far non bieci. berni, 134:
. pasolini, 1-145: scendeva radendo a far spriz zare di luce,
aria alterata da'vapori, ci può far vedere la biffa fuori del luogo suo,
figur. fare bigio: cancellare, far scomparire. dante, purg.,
/ che letè noi può torre né far bigio... ».
ne la chiesa, e per non far torto al bigio, del quale mi vestiva
medaglie antiche: insomma egli non doveva far altro che dire: voglio il tal
ii-10-273: non vorrei, ma dubito, far tardi per il teatro. se ella
tornei e ima e altra giostra / far si vedea con giochi novi e strani
, 5-45: la vecchia cominciò a far gesti beffardi e ad imitare la voce penosa
dato il lavoro con la coscienza di far un'opera di misericordia a una gobbina
in toscana. nicvo, 810: a far pesare la bilancia dal suo lato contribuì
basta l'animo e il corpo di far pendere in nostro favore la europea bilancia
i-280: oppo ha ben altri titoli da far pesare sulla bilancia. -mettere
bilancia grieve: / né altro fe'che far soglia colui / che ha i primi
, tanto timor li vinse / di non far cigolar la lor bilancia / ch'a
cigolar la lor bilancia / ch'a far con voi la pace li sospinse, /
la regola vera di giustizia / è far che la bilancia stia del pari.
, domattina di levata vorre'andare a far du'cale a bocca di rio per vedere
dire:... ma prima di far teco un tale bilanciamento, non la
un incontro di tanto peso, e far sì che la loro opinione non dia l'
ma nessuna arte deve essere adoperata per far passare lucciole per lanterne, dimostrando che
quelli che n'han donato occasione di far il dialogo, e forse una satira e
3-5-134: ed ha buone maniere / in far da maniscalco e da cocchiere; /
, 208: implica contradizione il voler far resultare la felicità, cioè uno stato identico
de gli più gran sacrificii che possa far un affetto umano ad un oggetto.
toccar la cima / io possa, o far, che s'io cadrò su l'
i-377: tolse l'anno 1332 a far sonar la campana grossa del comune di firenze
di diciassette anni nessuno l'aveva potuta far sonare senza dodici uomini che la tirassono.
, io me rivilico, / e de far qualche mal son stato in bilico.
/ a ballare, a cantare, a far tempone.
: che serve come deposito; per far manovre; per operazioni di carico e
attingere acqua, per irrigare o far vuotare canali e fossi), formata
ruote dentate, architettato dai giovani per far andare la mola e il trinciaforaggi.
2. aspo, arcolaio per far matasse, per dipanare. salvini,
compagnie, che tu non istessi a far troppe parole intorno ad azioni fatte o
sommo padre pose, / a chiare far l'alte sue glorie ascose / diemmi
producono granella da ridurre in farina, per far pane o simili. 2
mescolarsi, ad accavallarsi, a far gazzarra sulla gran piazza d'armi del
-anche la cereria di pisa, prima di far conto nuovo vorrebbe esser pagata del
. i miei occhi non mi lasciano far complimenti per cerimonia. foscolo, xv-400
augello fenice. -senza cerimonie, senza far cerimonie: alla buona, familiarmente.
in su le cosce, / senza far cerimonie, ognun a caso, / e
la provvidenza fu cortese agli scrittori di far te un essere collettivo, ed anonimo
cardinali, e se sieno obbligati a far la quaresima; quanto a me direi
al console che guardasse bene di non far deposizione al podestà dell'accaduto,.
obbligato a star lì al banco a far il bel cerino agli avventori.
quanti ve n'è che senza far postille / siano a un cenno preparati.
a la cerca, non mi par da far altro, che mettervi innanzi quello,
altri simili vasi e mobili destinati a far luce nella casa di dio.
/ che sale cerretano alla ribalta / per far di sé favoleggiar altrui.
. anguillara, 12-4: a far risplender la cerrina scorza / sopra l'