quel suono che si fa, o può far con la voce nel profferir lo elemento
ii-28: vi menerei buono anche il far de'versi, se vedessi che questo
1-iii-76: principiavano ad accordarsi e a far sentire la prima voce di dolore e d'
saputo, in quella famosa congiuntura, far stare a dovere il marchese stanislao.
mio maestro, / da cui 'mparai far gli orioli a sole. g. b
. moravia, vii-34: amilcare per non far cattiva figura insistette con l'oste:
gratitudine, con un affetto, da far capire a chi l'avesse osservata,
molti, / a tutti insieme, a far volte, rivolte, / e giri
dì interi; se io avessi creduto poterlo far senza che voi lo prendeste in dispiacere
in cuore [l'imperatore] di far eleggere ferdinando suo fratello a re de'
ciò poco vid'io quello strazio / far di costui alle fangose genti, / che
usurieri: io non ci ho a far nulla. idem, dee., 1
noi ne verrem teco, e se bisognerà far cosa niuna, noi la faremo.
che, come aggia / quivi a far più che l'altre, arde e sfavilla
antonio nic- colini mi aveva imposto di far diligente ricerca di quelle lagunette o pozzanghere
acconcio sappiate che il monti si voleva far frate e poi prete, ed ebbe il
con i numeri. 2. far calcoli senza costrutto, almanaccare, fantasticare
senza costrutto, almanaccare, fantasticare; far conti complicati. s. bernardino da
modo ancor voi e non andrete abbacando per far dire a lui quel che non dice
bene e prestamente le ragioni, si dicono far bene i conti. = deriv
. esperto d'abbaco; chi sa far bene i conti; ragioniere, computista.
quale sia buono abbachista, cioè sappia far bene di conto. segneri, iv-456:
non sapete con la penna provarvi a far l'abbacchista, provatevi colla mano.
qualche cosa, perché t'insegnerà a far conti del tuo avere, di quanto riscuoti
: la cella mi ragiona: / non far come chi abbada, / e non
io non credo nulla: abbado a far l'oste. giusti, 2-166: poco
al cui fino discernimento non isperate di far abbaglio con inezie scritte co'piedi.
e il ruggito degli animali, non è far poesia o arte. bacchelli, 9-32
grande delle trombe, entrare in gerusalemme a far queste faccende, mi par v-1312:
: s'ebbe poi l'indelicato còmpito di far l'abbaiata ai mariti sventurati. bontempelli
2. il gridare, il far clamore incomposto; maldicenza contro il prossimo
quelli. io non consiglierei alcuno scrittore a far uso frequente di cosiffatti traslati. per
rimaneva serrata. 2. figur. far fagotto, morire. g. m
nel nostro giardino abbandonato voi avete potuto far rivivere qualche cosa morta. fracchia,
non avvenne per sua colpa, può far l'abbandono, sia che l'assicurazione
, 727: tutto cospirava a far che s'abbarbicasse ognora più in me
abbarcatura, sf. l'ammucchiare, il far covoni; disposizione a biche, a
: tu pensi tanto, gigi, a far risposta, / non so se e'
capelli. -rifl. e recipr. far baruffa, azzuffarsi. pulci, 24-125
si abbaruffano i servi a portare e a far portare le masserizie. tommaseo-rigutini, 1126
abbassano come in colpa, e non può far niente per i suoi figlioli.
abbasso tutti! voce di comando per far scendere i marinai dall'alberatura in coperta,
abbàttere, tr. buttare giù, far cadere; gettare a terra, atterrare
sue grida. 3. figur. far cadere, far precipitare (dal potere,
3. figur. far cadere, far precipitare (dal potere, dalla prosperità
io del tutto aveva disposto di non far mai, considerando quanto grave cosa sia
quelle / che con quanti s'abbattono far vogliono le belle. g. gozzi,
lo più impers.). piacere, far piacere; venirne gioia. giacomino
/ e non m'abella, sì com far solìa / in sua sembianza. guittone
abbeverare, tr. (abbévero). far bere, dissetare (detto soprattutto di
abbeveratoi, le piantate d'alberi per far ombra, i tempii, le botteghe.
cercare l'uso di qual città debba far legge ma quale sia più ragionevole,
po'. beltramelli, i-614: incominciarono a far tanto strepito quanto non ne abbisognava a
grossolani. 6. tr. far combaciare, congiungere esattamente. tommaseo-rigutini,
. 8. disus. incontrarsi, far capo, congiungersi. fazio, i-8-25
pecore. 12. medie. far combaciare, congiungere i labbri di una
abbollessare, tr. (abbollésso). far bollire, lessare. beltramelli, i-82
tr. (abbonàccio). far tornare in bonaccia, calmare.
. giordani, ii-73: temo di far cosa superflua mandandole due novelle, che
4. tr. disus. far abbondare, elargire con abbondanza, far
far abbondare, elargire con abbondanza, far ricco. ottimo, i-126: questi
..., / e delli paschi far possessioni; / abbonisce, spadula,
farle condurre a'fattori, / che soglion far mille abboracciamenti. lanzi, 2-5-67:
cingotta. 2. tr. far gonfiare (un occhio, il viso)
particella pronom. ammutinarsi, ribellarsi, far sedizione. varchi, 18-2-393: i
. con la particella pronom. far pozza; gonfiarsi. viani,
pescatori arricchiti,... fiere di far compagnia alla chiesa e alla grande villa
accogliere nel proprio spirito; adottare, far proprio. dedicarsi interamente (a uno
, i-403: s'ha più tosto a far manco e assettarlo-bene, come dice il
. (mrabbranco, vabbranchi). far branco, accalcarsi; fare ressa; imbrancarsi
, per abbreviarla, non potreste far meglio, che lassarvi portare a quel vostro
e quei fiocchi e festelli variopinti per far festa a lui. = deriv
forza nel varare una barca, o per far forza sopra il timone, o altra
4. tr. dare brividi, far tremare, far rabbrividire. - anche
tr. dare brividi, far tremare, far rabbrividire. - anche al figur.
vasari, i-179: usarono già per far l'ombre abbronzarle col fuoco da una
: del grano non arrivano a saperne far pane, quantunque arrivino a farne farina
miseria materiale e morale, che sembra far dimenticare gli attributi civili e spirituali dell'
deve ed atterrar costui, / col far che l'occhio destro gli s'abbui.
contro persona che ha comprato il diritto di far del male, abbuia in tempo la
cioè... abburattare e cuocere e far bucato. verga, 2-218: uno
vi-115: si trattava di aver loro a far credere nell'estremo dell'abiezione quel dio
, ii-30: come avrei voluto poterlo far educare, salvarlo dall'abbiezione in che si
piantar le vigne nelle colline, abili a far buon vino, lo proibiva severamente nelle
lavorargli [i termometri] è abile a far apparire in essi grandissime disorbitanze. lastri
d'abilità con levigati sassolini che bisogna far saltare e raccogliere. 5.
obbligo di ciascuno cancelliere... il far sì, che non resti alcuno indebitamente
tr. disus. gettare nell'abisso, far sprofondare. guittone, xxix-127 (74
natal sito..., imaginò di far sì, che le nuove creature da
quattro figlie del fruttifer anno / per far in tutto il bel convito adorno / recan
, il quale al secolo ha potuto far dir di sé, con questo indosso,
abituare, tr. { abituo). far prendere un'abitudine (fisica o morale
boccaccio, 3-1-80: ma perciò mi piacque far singular menzione di questa [età]
: cominciò [il legato] a far fare uno forte e magno castello..
, non si ottenne l'intento di far ribassare il prezzo de'grani. giusti
presenza o la personalità di uno); far scomparire, eliminare, distruggere.
): * ridurre a niente, far dimenticare il ricordo '; e più tanfi
, e non tralasciava mai occasione di far loro dispetti. d'annunzio, v-1-592
costume. marino, 6-112: sol per far salir d'empi olocausti / un fumo
: il re di francia, aborrente di far il sordido studio de'digesti e del codice
: la sventura che m'accompagna deve far abortire ogni disegno che mi possa in qualche
vino], e in su quella vinaccia far un buono acquato, aiutandolo con gli
antico, ora de nuovo le vuol far montar a gli astri. = forma
e non bisognava abusarne, per non far gridare il custode. giusti, 3-237
mai l'abuso di cosa ottima dovrà far dire ch'ella è in se stessa malvagia
il volge a i lati, / come far soglion flessuosi acanti / o ricche corna
d'eroina. pananti, i-97: per far quattrini c'è un rimedio santo:
del liceo due volte l'anno solevano far un'accademia nel giorno del nome e nel
oggetto senza fondamento pratico, chiacchierare, far sfoggio di vane parole. ojetti,
acolmato: / non hai dannaio da non far clamore. = comp
qui giove stesso balenar sovente, / e far di nembi accolta. 3. locuz
per ciò che accomiatarlo non gli pareva far bene. idem, i-547: ella,
una parte che non si curava di far sapere, specialmente a un tal personaggio
altri l'opinione altissima che la voleva far concepire di sé. verga, 4-37:
v. s. voglia servirsene per far acqua da bere, e che sappia
che avea, e che era per far frutto, com'egli fu di quindici anni
accomoda facil propria, a far passare per primo, a far sedere.
, a far passare per primo, a far sedere. redi, 16-iii-358:
12. intr. e impers. far comodo, tornar utile, far piacere
. far comodo, tornar utile, far piacere. b. segni, 9-134
. soderini, i-413: accomodando di far una pergola, e che pruovi bene.
scelto a punto 11 tempo accomodato a far faccende, se ne era uscito della
e la vera arte non consistono nel far monti di note,... ma
fiore, 201-4: presti eran tutti a far senni e follia / per accompiermi tutto
s'erano abituati a non... far dei progetti per l'avvenire della figliuola
[mario] ad uso e a far frutto e operazioni, non all'adorno parlar
trattato col comune di siena di voler far porto a talamone, recato l'acconciamento
sai, metti in ordine quello che da far ci è. idem, i-78:
cantari, 235: dama, lasciate far la scusa a noi: / le
mi poss'acconciare / adaver voglia di far masserizia. fra giordano, 2-46: vedi
stante, gente d'arme acconcia a far male percossono alla strada, e presono
è acconcio sappiate che il monti si voleva far frate e poi prete, ed ebbe
,... subito messi mano a far tre modelli. v. borghini,
pregare dolcemente che gli dovesse piacere di far quello che volevano i suoi tutori;
socialisti. 2. tr. far conoscenza, incontrarsi; mettere in contatto
, incontrarsi; mettere in contatto, far conoscere (una persona a un'altra)
prima ansia accora. 3. far nascere timore, sbigottimento; costernare,
tristamente cercando la bestia, che potesse far le sue veci. chiesa, 1-176:
ghigliottina. 3. ant. far scemare, far diminuire. menzini,
3. ant. far scemare, far diminuire. menzini, 5-203: forse
figur. mettere in armonia, concordare; far corrispondere. latini, rettor.
pieno zeppo di matti capricci, ma a far una narrazione semplice della mia vita,
che se dall'interno del corpo vuoi far passaggio all'esterno, rimira tutti i mali
-mettere, porre d'accordo: far accordare. ariosto, 26-113: mentre
] aveano giurato e promesso di non far mai niuno accordo sanza volontà di tutti
sua fede infido, / motto osa far d'accordo infame e vile, / buon
d'annunzio, iv-1-262: aveva saputo far le sue cose con molto accorgimento;
ferro nudo a canto, / per farle far l'erbe di sangue rosse. /
], in un sol punto / ciò far non può; ma che riempia è
e non di meno non se le veggon far di quelle cose, che fanno gli
, accompagnarsi; frequentare; seguire, far lega, collegarsi, solida- lizzare.
. l'accostare, ravvicinare, il far combaciare. trattato d'astrologia [crusca
raccogliere il grano in covoni; far covoni (dopo la mietitura).
caso. carducci, i-592: la vogliamo far finita, sì o no, con
): chi avrebbe saputo altri che io far così tosto innamorare una così fatta donna
? a buona otta l'avrebber saputo far questi giovani di tromba marina, che
amicis, ii-451: scrivere solamente per far sapere al pubblico che si sa accozzare
[accrédito). render credibile, far stimare (con l'autorità della propria
un conto in banca a favore; far beneficiare altri d'un credito (è
misura, la qualità); crescere, far prosperare; aggiungere. - anche al
e quanta e quale vid'io lei far piùe / per allegrezza nova che s'accrebbe
rifl. (m'accròcchio). far crocdire alle faccende domestiche, aveva trascurato
[accrostèllo). ant. rapprendersi, far le croste. lucano volgar.
: venite a letto: cosa volete far lì, accucciata come un cane? [
: venite a dormire: che volete far lì accosciata come un cane?].
la madre non aveva neppur la forza di far cessare il triste gioco: accucciata presso
doveva [mia madre] pensare a far da mangiare, e accudire a tutte le
* accutere. acculare, tr. far retrocedere, fare indietreggiare; appoggiare all'
quivi attende / di ferire e parar senza far fallo. viani, 10-229: [
le braccia e per le gambe e far battere il culo a terra.
e calando dall'altra l'abilità di far nuovi accumulamenti. manzoni, 861: l'
mulo). ammassare, ammucchiare, far cumulo; mettere insieme in gran quantità
2. anche assol. risparmiare; far riserva, provvista. - anche al
peggiore in un prencipe, che 'l far professione d'accumular denari senza degno fine
quale si truova nell'alpi: ottimo per far nappi e scodelle e taglieri e vivuole
frall'altre un grato / odor da far resuscitare un morto. = dal lat
loro achilie, questo il pretesto per far tante prescrizioni senza costrutto. 2.
. bruno, 511: se bisognasse far uscir a l'aria aperta qualche triforme
curva, cilindrica, rettangolare, può far da parete, da pavimento e da soffitto
dimorata alquanto a capogallo, andò a far acqua dieci miglia discosto di corone.
-ant. mettere acqua: versare, far confluire le acque di un torrente o
militare [. 1847], 13: far acqua è quando l'acqua s'introduce
, e tutti d'accordo cooperarono a far vive le loro ragioni. de roberto,
cui l'acqua santa del matrimonio potesse far cambiare di pelo; e quanto a vizi
d'impiastri, untion e argomenti da far stentare la morte non che una donna.
medici, 5-4 t.: tengo per far acqua grana / un finissimo verzino.
, che macinar molini / po- trian far tacque lanfe che son quivi; / e
parrebbemi cosa disusata e nova veder merlino far altro che mangiare. -io so ben far
far altro che mangiare. -io so ben far altro ancora. -credolti troppo,
, anzi era una acqua lavorata da far dormire. idem, dee., 7-3
... l'acqua mercuriale può far del danno. targioni tozzetti, 8-261:
talvolta stanno una giornata intera senza poter far acqua. crescenzi volgar., 6-21:
verderame. biringuccio, 1-64: volendo far l'acqua acuta, quale il vulgo
mour *) non faceva che incitarmi a far presto a metterle sotto gli occhi una
seta, 2-38: quegli che vorranno far professione di dar l'acqua agli ermisini
. 2. intr. disus. far provvista d'acqua. de luca,
imbottarlo, e in su quella vinaccia far un buono acquato, aiutandolo con gli
lingua del picchio: ei quando vuol far preda fa prima romor col becco in quelle
egli ha di già appostato che sogliono far lor viaggi le formicole... ei
9-490: starsi acquattata, e là far capolino / in ultimo vedete / la
servitù, in forza della quale si possono far passare le acque sopra i fondi altrui
il necessario acquedotto, ma non può far defluire le acque negli acquedotti già esistenti
, 12-4-180: non se ne può già far uso [d'un certo lapislazzolo]
cosmetico. fagiuoli, 3-1-255: pretendon far le belle vite strette, / dar
col silenzio a un diritto che potrebbesi far valere '. = voce dotta,
condonare un debito, un credito; far quietanza. nuovi testi fiorentini, 829
ad acquisire, che ha capacità di far venir in possesso (di un'idea,
ecc.]. magalotti, ii-172: far muovere un grave d'una velocità soprannaturale
proprietà, annettere al proprio possesso, far cosa propria (mediante danaro, prezzo
uom voglia. marino, 5-99: non far, se m'ami, ch'acquistata
prova non venn'io, / se far di voi con l'arme io potea acquisto
e duri / perigli è d'uopo a far d'italia acquisto. tasso, 1-1
quell'occhiale, / che torta gli fa far la guardatura, / si confonde ogni
l'acquolina in bocca, / e far la gola come un saliscendo. giusti,
; proprietà di un sistema ottico di far deviare i raggi luminosi senza che subiscano
, dal gr. axpóvuxo? 'sul far della notte '(composto da axpov
, / ma l'aculeo non usa in far vendetta. marino, 10-122: mentre
una perversità umana, contro cui possa far le sue vendette, che di riconoscerli
: le maniere poi esterne, potenti a far questo increspamento nell'aria, sono moltissime
io non pensavo ad altro che al non far rumore, e però tutti i miei
soderini, ii-220: aggiungerai [per far la salsa] un poco di mosto
cose alla meglio; ma più difficile far che s'adattino l'una all'altra.
3. figur. accomodare, applicare, far corrispondere, proporzionare, conformare.
erano addati a urlare o a far anche qualcosa di più. nieri, 420
trova pronta il sole del mattino seguente per far scaturire in foglie e bocciuoli, onde
se voci v'ha dell'av- far penetrare. - anche al figur.
per le vie; e lo stesso far doveano in riguardo de'vescovi ed arcivescovi
tr. (addiàccio). dial. far diventare ghiaccio, congelare, raggelare.
se tu vuoi prestare. i noi far tanto penare. re enzo, 1-11:
, erano addirittura piccole, quasi da far ridere. soffici, 6-235: una somma
altezza dentro la città, concorrerei al far quel taglio e addirizzaménto nel gomito che è
... ambasciadori a siena per far loro con preghiere addirizzare questo torto.
cosa mirabile s'addita / chi voi far d'elicona nascer fiume. fazio,
grato / si fe'di quel che far non si convenne. cecco d'ascoli,
6. rifl. ant. far preparativi; approntarsi. machiavelli, 6-6-359
il giovine signore addobbato e armato esce a far nulla passando per le sale onde pendono
ant. tr. addolcire, ammorbidire, far perderepetrarca, 105-58: là dove più mi
= lat. tardo addulcàre * far dolce, addolcire '(cfr.
. { addólció). addolcire; far pago, mitigare, lenire, placare;
addolciménto, sm. l'addolcire, il far dolce. vallisneri, 1-3-12:
, che 'n un punto / pò far chiara la notte, oscuro il giorno,
che non potè mai addolcirla, né far morbida. d'annunzio, iv-2-68:
fisico, sia spirituale); affliggere, far soffrire. più poderosi aiuti dell'arte,
adolorato, / né sa più che si far, tutto smarrito. lorenzo de'medici
3. milit. ant. far passare l'una dietro l'altra due
addormentare, tr. { addorménto). far prender sonno, indurre al sonno.
pare in me affatto addormentata, vorrà far grazia di svegliarsi. monti, 3-1-142:
, stupidamente ingegnosa, trova maniera di far parere addossabili al medesimo uomo nell'atto
fare, ma con una smania addosso di far qualcosa di strano e di terribile.
tutti uno addosso dell'altro senza peraltro far fuoco né adoperar delle armi altro che i
di questo genere; e si poteva anche far di meno degli addotti. addottoraménto
addottrinare, tr. istruire, educare; far dotto, informato (in una dottrina
[crusca]: si vogliono far credere uomini addottrinatissimi, e veramente sarieno
vita, m'hanno intimato di non far quel matrimonio *. « e vi par
, non ne consegue che o si debba far senza leggi o infrangerle tutte e sempre
stor. diritto comune di pascolo, far legna, raccoglier ghiande, ecc.
stato o de'suoi aderenti legname per far galere e navi? sarpi, i-418
contratto. 4. tr. far aderire. buonarroti il giovane, 9-807
quale tutti coloro, che ne entrano a far parte, assumono l'impegno di osservare
/ da voi per tepidezza in ben far messo. bruno, 167: questo è
la forma adessa dell'uso antico si potrebbe far risalire al lat. ad ipsam [
tr. disus. muovere a ira, far sdegnare, irritare. angiolieri,
nutre il calore, / questa, per far più fervide le occhiate, / l'
alquanto grave e molesto: * voleva far le viste di non se ne offendere;
or quella delle donzelle, ed esse far loro mille civetterie. rajberti, 2-145
ad ogni passo a guardare e a far come i cavalli che aombrano. monti,
loro grande forza. -tr. far prender ombra, far imbizzarrire. alvaro
-tr. far prender ombra, far imbizzarrire. alvaro, 9-262: il
intr. (adonéggio). letter. far l'adone; atteggiarsi a giovane innamorato
un trovato ottimo, uno strumento da far beni infiniti; se alcuno l'adopera
intanto i benevoli più attivi s'adopravano a far fare il luogo chiesto cosi gentilmente.
ché, se osassi dirlo, non dovete far così con chi vi adora quanto una
adottare senza indugio i provvedimenti necessari a far sì che la spedizione di roma non
sia la nave all'ancora, o voglia far bella mostra. = deriv.
ant. anche col terzo caso: far la corte; piaggiare. fra
bacchelli, 1-iii-145: le polemiche sul far di quelle del cavallotti contribuirono assai a screditare
) in modo da lusingare la vanità; far più bello. segneri, i-74
di animali (soprattutto dei cani): far feste, far vezzi. marchetti
dei cani): far feste, far vezzi. marchetti, 2-334: ma
iacopone, 11-15: adunense le creature a far de me la vendetta. idem,
. francesco da barberino, i-48: far [conviene] a la gola groppo
trasformò in aere pluvio ed ebbe a far con lei. idem, dee.,
e più succedenti ìnvide ronzano / a far lunghi di sé aerei grappoli. leopardi
sf. l'arte di costruire e far funzionare aeromodelli. aeromodèllo, sm
... s'affaccendò a far un po'di posto sul carro per
affacchinare. affacchinare, tr. far faticare duramente, costringere a lavori
sporgere, mettere avanti, presentare; far vedere, porre in vista (da
modo per * presentare, proporre, far sorgere una questione ', ovvero invece di
idem, 6-1-302: si studiano molti di far cadere o peccare li loro prossimi
gli argani, / si potrà giammai far che si nascondano / le maledette crespe,
affamare, tr. ridurre alla fame, far patir la fame; privare di viveri
quanto lui, e sempre affannarsi a far della legna e spazzare la casa. s
: affannone, chi s'affanna a far cose che non gli spettano,
affardellare, tr. [affardèlio). far fardello; sistemare le proprie robe per
cena. note al malmantile, 26: far un rinvolto è lo stesso che affardellare
è lo stesso che affardellare, abballinare o far balle. b. croce [basile
', mi pare che non resti da far altro. panzini, iii-180: [
lo ritiene è che egli non può far l'affare solo, non potendo togliere una
19 (325): ho creduto di far parola a vostra paternità d'un affare
vile mezzo adoperando, pur di riuscire a far quattrini. riccardi di lantosca, v-116
, tr. ant. rendere fatato; far diventare invulnerabile; dotare di virtù magiche
a fatica, esercitare alla fatica; far faticare; stancare. giamboni
accattini. 5. rifl. far fatica, sottoporsi alla fatica, stancarsi.
la notte. tasso, 6-2: in far continuamente arme novelle / sudano i fabri
incantare: sorprendere con piacevole maraviglia, far rimanere sospeso e immoto. affatturare dice
52-23: trovare argomenti per provare e far credere il suo dire non vale neente chi
: affé, affé, che vi vorrei far altro che speziale [ecc.]
affettare1, tr. { affètto). far mostra di possedere sentimenti, impulsi,
tutti affettati fini fini come carne da far polpette. d'annunzio,
non avesse per le tasche di far mostra di pigliar interesse a tutto. d'
qualcuno per affezione, affetto. le far del civile. va dato il
di quegli affetti, che fa diversamente far la natura a coloro che con violenza sono
, 4-169: sentiva che non era facile far tanto bene trinseco colla stima ordinaria
amabile', che potranno all'opportunità far le veci di * affezionevole '.
io m'affibbi la giornea i a far cotesto. bar etti, 1-8: chi
sia affatto inutile la stampa, voglia far in modo che si spargano, senza
applicatevi tutta a trovare parolone tonde per far sonoro e pieno il discorso; e intanto
debbino ogni anno del mese di maggio far noti ficare per bando,
] in questa scelta che ha voluto far di noi, oh! perché l'ha
, 2-30: carlo fece ordinar de far del fuoco; / poi fe'schiere
). uccidere togliendo il respiro, far morire soffocato; soffocare, strozzare;
lo vedi, lettore, dove va a far capo chi nelle lingue procede all'impazzata
. { affòllo, anche affóllo). far ressa in un luogo, accorrervi in
. 2. immergere, tuffare, far penetrare. - anche al figur.
disio che la nave sia affondata / e far del mio dolor l'ultima festa.
essere affonda, in quanto da'cavatori far si puote. firenzuola, 578:
e di qual vena, / per far due treccie bionde? /...
tali gli affrescò il cordara con un far superiore che non par di gesuita, e
e il lami gli contrastò co 'l far d'un becero che sa il latino.
, incitare a una maggiore sollecitudine; far fretta. fazio, i-5-3
la morte], di anticiparla, di far che giunga assai prima del suo dovere
4. intr. e rifl. far presto, spicciarsi, sbrigarsi; operare
(sollecitare) chi s'affretta: far cosa superflua; coincidere con la decisione
738: aveva la serva, che sapeva far l'uova affrittellate. grazzini, 3-2-72
affronta e vince. 3. far fronte animosamente, con coraggio; esporsi
5. tecn. mettere a fronte; far combaciare. salvini, 30-2-65: omero
dal capitano di giustizia. non ho che far nulla con lui. giacché mi
e coriacei, possono essere adoperati a far esca, ma la specie più adatta
il quale eccita a bella posta per far condannare. esistono certo; ma anche
aristotele, intelletto attivo, capace di far passare l'intelletto passivo dalla potenza all'
aggenza. 3. piacere, far piacere; esser gradito. giacomo da
, /... che non seria far bon un cattivo / sì agevolmente come
cielo e il mare la spingesse per far l'altalena. campana, 119: e
adalgisa avrebbe avuto una gran voglia di far colpa alla sbadataggine, alla solita incuria
recipr. (m'aggattiglio). far baruffa (come i gatti).
agghiàccio). gelare, congelare; far diventare troppo freddo, ridurre a ghiaccio
grandi verso quel vento che gli suol far gelare, perché i piccoli abbino schermo
. 3. tr. ant. far divenire di ghiaccio. -intr. con
luca pulci, 2-112: e per far forza a montar certo corno / agghindò
usato anche impersonalmente [aggiórno). far giorno, spuntare il giorno, albeggiare
sovrano divenir agitatore: se avesse voluto far fallire una nazione nemica, non potea
non consumarla. 2. far girare, volgere in giro; rivolgere,
inf., 8-79: non sanza prima far grande aggirata, / venimmo in parte
un oggetto da vendere od una impresa da far eseguire, dirige un pubblico invito a
acciò che quello che a me di far pare conosciate, e per consequente aggiu-
unirsi (a una quantità data); far seguito (a un discorso, a
[par., 6-1]: a far alcuno aggiungiménto alle parole dette di sopra
di qualche fabbrica, dove si voglia far qualche aggiunta, o ornato. baretti,
la natura /... ti potrìa far essere / quel che son io,
inimici, insieme aggiunti, / che far non ponno? idem, 8-5-800: han
. marino, 6-112: sol per far salir d'empi olocausti / un fumo
essa una parte che non si curava di far sapere, specialmente a un tal personaggio
. si posson conferire le regole universali di far questi e simiglianti ripari; ma non
flitto all'agente. spondenza, far corrispondere, equiparare, pareggiare, met6-
della rena. 2. rifl. far presa, saldarsi. marchetti, 2-418
pronom.). divenir gobbo: far la gobba; faticare eccessivamente (trasportando
tuo padre; e di te / far posso quel che m'aggrada. idem,
una buona ventura per me il poter far cosa di aggradimento ai nostri buoni amici
aggrandiménto, sm. disus. il far grande, l'ingrandire; ingrandimento.
7-1-4: e poi dell'orto / far che? -aggraticciarsi su per quello / melarancio
, i-223: chi ha questo stimolo di far tesoro è costretto d'aggravare i sudditi
aggrava, diventa languido e non può far l'opere della vita. menzini,
distribuir tali spese e imposizioni, il far si che non resti alcuno indebitamente aggravato della
dalle determinazioni del comando militare, potrà far valere i suoi reclami. 4
, 97-6: e 'l dire e 'l far di lei sì agrazioso. = comp
stato costituito, di cui viene a far parte. - anche rifl. b
. (aggrézzo). disus. far rabbrividire, fare accapponare la pelle.
aggroppaménto, sm. il far groppo; avviluppamento; nodo intricato di
aggrumare1, tr. rapprendere in grumi; far di nero col bastone in alto aggrottescate
aggruzzolare, tr. [aggriizzolo). far gruzzolo, raggranellare denaro; ammucchiare soldi
. nelli, 9-2-10: i gelosi soglion far sempre degli ag- guatarelli per chiarirsi de'
di dodici aghetti per serrarsi ai fianchi e far la vita striminzita. -cordellina
conforto; dar ristoro; adagiare, far riposare. -anche rifl.: mettersi a
dispregianza, / e ciò più ch'altro far, par che lor agi.
le quali avanza il tempo a non far nulla. saba, 384: rifiorì l'
piume, / come dannato è a far l'umile vulgo. padula, 480:
aminta, 68: e, per far sì bell'opra a mio grand'agio,
: essere lieto di aiutarlo, di far qualcosa per lui. ché di piacerti
feci vista d'andare un poco fuori per far mio agio. -avere agio
per raggiungere certi scopi politici, per far accogliere rivendicazioni civili e sociali.
/ come sa ben ciascun, da far l'agliata, / in presenza di
criticar ti pensi nel mondo letterario di far guadagni immensi, fratuccio arcivilissimo, sappi
28-40: si che per dirlo e non far danno a lei, / il re
l'europa è in arme, e di far guerra agogna / in ogni parte
, i-154: necessaria cosa sarebbe il far rinascere i popoli mediante una savia distribuzione
l'occhiolino, / sperando aver a far un po'd'agresto. note al
in una fossa, che ha da far col saperlo far barbicare, attrarre il nutrimento
, che ha da far col saperlo far barbicare, attrarre il nutrimento, da
lati ripieni di buon terreno si posson far spalliere d'agrumi, e nel mezzo
1-32: voi non avrete aguale a far morire / padri o figliuo'che vi
, 9-461: aghi da agucchiare e far lavori / arrendevoli e dolci. leggi di
nessuno aveva la mano tanto leggera da far maglie abbastanza floscie per la sua pelle
intesa. mare amoroso, v-368-22: piacciavi far di me per cortesia / com'aguglia
idem, iii-2-39: datemi sparto da far corde strambe. / o donne, una
[degli operai] diuturnamente occupavasi di far le testine, un altro d'aguzzar
verso loro in quella forma che suol far il vecchio sartore ne la cruna de l'
e menar gli schiavi e buonavogli a far acqua e legna per servizio di galea
mai, se vo lete far bene; / perché alle due aiate /
a zonzo, girovagare; stare senza far niente. boccaccio, dee.,
supremo e un urto rabbioso, riuscì a far traballare il chicco, il quale,
30-197: portava stivaletti così alti da far quasi pensare a un airone. bacchetti,
, 22-117: ma andiamo a lavare al far dell'alba, / ed io,
parteciparle con quelli che sanno e vogliono far qualcosa; e il proverbio dice che
8. ant. appellarsi, far ricorso. boccaccio, dee.,
v. martelli, 2-66: si degni far lettera all'erario di salerno di qualche
che il conte d'anguersa mi vuol far forza. idem, i-202: forte spaventato
potere... ferrara che può far altro che essergli aiutrice? = lat
aizzanti maniere. aizzare, tr. far incollerire, provocare, incitare. dante
idevp, 563: invano egli cercò di far schermo al lume con l'ala del
ritiriamoci da parte, e voi altri fate far ala. f. corsini, 2-290
per dove aveva a passare, e a far fare ala alla gente con grandi smorfie
tutti, e domandò l'assunto / di far ala in trionfo al lor congiunto.
.. autorizzò i distretti a far fabbricare picche e alabarde e altre armi.
mondo, e scrosci di risa da far venire la pelle d'oca al più ardito
: la trovai pallida e consunta da far pietà, colla trasparenza di quei vasi
: cominciare a farsi giorno; sul far dell'alba, all'alba, essere in
, ii-256: vidersi su 'l far dell'alba l'insegne. 4
uccelletti cantori continuano intanto a sgolarsi per far nascere 11 sole; mentre in alto
ne'nostri paesi si chiama la pietra da far calcina. d'annunzio, iv-2-1086:
statti cheto, / ch'i'verrò a far gramigna. = lat. arboretum
galileo, 4-3-129: non potrebbe la natura far alberi di smisurata grandezza, poiché i
son tutti alchimisti, / e per far diventare oro ed argento / ciò che toccano
2. tr. ant. far macchinazioni, almanaccare, inventare.
vezzi, che questa sofistica vittoria dovea far al suo alcbimico ina- morato. idem
son tutti alchimisti, / e per far diventare oro ed argento / ciò che
mai d'altro che del modo di far toro. campanella, 2-207: molti
alcolito), sm. farmac. preparato far maceutico ottenuto per macerazione in
pine di pagargli censo, o di far altro loro servigio. idem, 2-1-174:
di remi in mare, usati / a far spume d'argento. buonarroti il giovane
. buonarroti il giovane, 9-575: far sì che non passi e non alleggi
approva: / ed ha vertute in far l'uom locutorio, / conserva l'amistà
macerazione e maciullatura, vengono usate per far corde, ceste, reti, pasta
tasso, 8-6-1214: ma debbo io far noiosa e fiera istoria / di vipere
numero. torricelli, 193: voi potete far fede, ingegnosi maestri di algebra
puoi bramar felicità più vera / che far d'ostriche scempio infra gli amici?
cecchi, 445: tu hai fattoli / far tante rivoltate e tante trappole, /
il diletto allaga, / tu sol potrai far piaga. = voce dotta,
[il fagiuoli], i per far onore al suo cultor benigno. targioni tozzetti
gente pratica, dico, che sa far di conto anche se non ha studiato
alimentare1, tr. { aliménto). far vivere e sviluppare fornendo l'alimento (
è appiccato alle vesti e non sa far altro che alimentare le fiamme e chiamarsi
, 3-69: ella sentiva il bisogno di far carezze e dar baci e si stringeva
rosso, si può cominciare pianamente a far alitare il mantaco; e così con
. tecn. unire insieme, collegare, far comunicare mediante un raccordo (acque,
maggi, 73: benché per far ciò sia ancora da alcuni stato pensato
lorenzino, 221: io mi risolvetti a far da me..., e quand'
., e quand'io non potevo far di più da me cosa alcuna, allora
in una parola un dio salariato per far andar la ruota maestra dell'universo.
, e toccar falsi allarmi, per far correre qua e là inutilmente la soldatesca.
che mi son dato l'onore di far da principio... non sono
di un incidente (allo scopo di far fermare il convoglio). = dal
di alberi per bellezza e per far ombra. beltramelli, ii-469: io ti
), e prima vigeva allegarsi * far lega ', oppure fare alleanza.
). 2. tr. far fondere insieme. -intr. fare lega
. rifl. e recipr. ant. far lega, allearsi. g. villani
figliuoli. 6. disus. far venire l'acquolina in bocca. rustico
esenzione, allegando le spese che convenivano far di lor monasteri. tassoni, i-97
: aveano giurato e promesso di non far mai niuno accordo sanza volontà di tutti gli
fatica che l'uomo prova nel non far nulla. idem, i-1548: come il
alleghisco, alleghisci). allegare, far frutto. beltramelli, iii-1052: le
intendere certi luoghi poetici, sia necessario far precedere la spiegazione allegorica, laddove ciò
nuova, 7 (48): volendo far come coloro / che per vergogna
e cielo, / sol non può far me lieto e filli amante. parini,
rallegrarsi, compiacersi; sentirsi lieto; far festa; diventare allegro. re
allegrezza soprappreso, che appena sapeva che far si dovesse. paolo da certaldo, 276
morte di pisone suo nimico e concorrente far allegrezza. -fare allegrezza ad alcuno
stesso modo, con una voglia di far mattie, di ruzzare. 3
.. don lorenzo, oltre al far sentire colla voce qual sia la differenza
di quella, affé / lasciò stare di far quel che e'faceva. =
allessare, tr. (allèsso). far cuocere i cibi in acqua che bolle
vedere il demerito lo alletta / a far che sia il fellon di vita escluso.
3. tr. raro. abbattere, far cadere. monte, v-312-8: chi
di cure per allevare, nutrire, far crescere e sviluppare; allattamento di neonati
). nu trire, far crescere e sviluppare (neonati, bambini)
a scriver latino. 3. far crescere, sviluppare, ingrassare, prosperare
occhio amoroso dell'allevatore che riesce a far coesistere la bontà verso l'animale e
). rendere lieve, leggero; far meno pesante; alleggerire; liberare di un
umano. jahier, 252: far croce di bastone e fucile per alleviare l'
2. figur. render meno gravoso; far più sopportabile, tollerabile; mitigare,
. 3. figur. ant. far lieve, far diventare di poco conto
. figur. ant. far lieve, far diventare di poco conto, avvilire.
4. ant. sgravare, far partorire. -anche al rifl.:
confondere, sorprendere fortemente; spaventare; far ammutolire. palazzeschi, i-81: una
tr. (alliccio). tess. far passare i fili dell'ordito di una
allicciare la sega, che anche dicono far la strada affa sega, è dare ad
un posto, e passavo la giornata a far, più o meno, le viste
: sementi che non era mai riuscito a far allignare. luzi, 1-12: è
1-66: disse rinaldo: non ho da far nulla, / e l'ozio non
denari venuti di fuori potessero allignare e far razza nella cassa del fondaco e del
. allindare, tr. disus. far lindo, elegante; abbellire, ornare
vezzi, che questa sofistica vittoria dovea far al suo alchimico inamorato. =
tanto il dono allista, / quanto far lieto volto; e da gradire / è
dire delle magre e stucchevoli giarde, far ridere la gente; oh gli allocchi
: da questa goffaggine dell'allocco nel far all'amore ed aspettare gli uccelli,
, i-14: tu credi aver a far con degli allocchi, e perché 'l nome
... disse che egli non voleva far guerra a nessuno. ojetti, i-140
9-46: siano tenuti e devino li rettori far l'inventario... delli detti
: « cavallier, quando vi piaccia / far oggi meco i vostri alloggiamenti, /
, è se il concetto del potersi far nulla di qualche cosa o qualche cosa di
: questa è la vista ch'a ben far m'induce, / e che mi
le menti con più sollecitudine si dovevano far vicine. niuna cosa è più disiderata che
32: un fiasco di vino alloppiato da far dormire. andrea da barberino, 2-197
allora / che tu quivi prendesti a far dimora! nievo, 586: peraltro se
/ né pur lo lascia un giorno far dimora. idem, 5-40: e se
fa il pianista coi tasti, di far scattare l'alluce bitorzoluto come fosse il
: eo allumo dentro e sforzo in far sembianza / di non mostrar zo'che lo
e pulito, allora non s'ha a far altro che imbottarlo. d'annunzio
vita sua. 3. ant. far vedere; dar la vista, rendere il
come allumina- tore eccellentissimo, a far delle immature dilicate e gentili. mirate
complicato quanto vano); fantasticare, far castelli in aria. nomi,
lunario per la posta poteva di fatto far di meno. la spesa inutile che
felice. idem, 7-113: non può far quel magnanimo ch'almeno / sia lor
se a letto a levarsi; insomma a far qualche cosa; ma si dice o
di belle galle di gengiovo e fecene far due di quelle del cane, le
vidi più fulgor vivi e lucenti / far di noi centro e di sé far corona
/ far di noi centro e di sé far corona, / più dolci in voce
, 30-86: era stato in paese a far compere per la casa e chissà quando
come loro, più di loro, far l'occhio e il passo dell'alpe,
gomitate da alpigiano, riuscì a farsi far largo, e a arrivare in prima
, / perché consiste a chi lo vuol far bene / in levarsi alto, ed
del cielo e il mare la spingesse per far l'altalena. bartolini, 16-45:
altalenare, intr. (altaléno). far l'altalena; avere un movimento d'
ogne figura / alterar la natura / e far suo movimento / di tutto ordinamento.
sapete molto poco, quando non sapete far sì che l'elezione cada sulle persone
era un subisso. (o far sapere) cosa che s'intendeva tener segreta
per certo qualche gran festa si debbe far qui. berni, 18-15 (
. tasso, 3-50: venia per far nel barbaro omicida / de l'estinto dudone
fanno quelle operazioni che in altri tempi far non sogliono. d'annunzio, iv-1-663:
d'animo, che non gli lasciava far nulla con misura. tommaseo- rigutini,
). disporre in modo alterno; far succedere l'una cosa all'altra ripetutamente
altro d'immani / mostri oleosi preda far nell'alto. leopardi, i-404:
si misero a parlar alto, e far i maggiori romori del mondo. b.
sembianti / d'aver negletto ciò che far dovea. cavalca, iii-170: iddio
, spero a le porte del ciel far nuovo assalto. tasso, aminta, 1227
4-129: non tanto forse per far quivi alto, e mostrarsi più animosi,
. / e se osasse qualcun far alto là, / dietro la porta un
di strada; poi, fatto far alto, stette qualche tempo aspet
fermamente t'avessi posto in core di far questo, certo senza alcun'altra parola
o italia, a cor ti stia / far ai passati onor; che d'altrettali
47-65: altri eh'amor non mi potea far tale / ch'eo fossi degnamente /
la prudenza del cittadino s'appartiene il far sue leggi e 'l riformarle, e
altro d'immani / mostri oleosi preda far nell'alto; / altro feroce assalto
l'altra entra l'uomo a far bene. fioretti, xxi-986 (46)
non fece altro effetto che quello di far eruttare il vesuvio del bilioso gratarol. cuoco
fama, né aveva mai avuto che far con lui, altro che di toccare il
che già aveva in testa, di far tutto il contrario. idem, pr.
siete vecchie, siete solo buone da far teriaca. manzoni, pr. sp.
, senz'altro, se n'andò a far quanto avea divisato. lippi, 7-2
, / né trovo chi di mal far si vergogni. boccaccio, dee.,
a farti un tal onore / qual altrui far non soglio. arrighetto, 230:
donzella che si pruova / di sè far copia altrui ch'ai suo consorte. guicciardini
lui. tasso, 2-23: -non volsi far de la mia gloria altrui / né
, 431: la prima condizione per far ricevere altrui una legge, è di
córre il virginal suo fiore; / far de le sue bellezze altrui tiranno.
danni si conforta, e pensa / con far misero altrui far se men tristo.
, e pensa / con far misero altrui far se men tristo. 4.
lei po'dire / hanno vertù di far piangere altrui. idem, vita nuova,
, / e dopo 'l pianto sa far lieto altrui. idem, vi-73: la
al poder tuo t'arsomeglia, quigne spese far ne pui. francesco da barberino,
trovi per via / che pensan pur del far de l'altrui suo. dante,
al tutto morto lo più tosto che far potesse. manzoni, 312: scaccialo al
/ penetrar le vie sotterra, / grave far d'ampi tesori / il grand'alveo
mille anni, / non ti potrebbe far d'un capei calvo. quasimodo, 32
sue chiome bionde / alla fontana a far più colmo l'alvo / che cadder
era davvero sordarello, perché mi fu mestieri far rumore e alzare la voce. palazzeschi
. ariosto, 2-49: come suol far la peregrina grue, / che corre prima
un vitigno medesimo; perciocché, volendo far l'amabile, quando l'uva è matura
a far l'amabile. buonarroti il giovane, 9-204
. rifl. fondersi insieme, confondersi; far lega. mazzini, ii-103: cento
solo un motto dire, / né far pur un sembiante; però che 'l fino
nato? sassetti, 422: e potete far conto, che in vedendo un reale
con l'acqua rinviene, e serve a far ghirlande di verno. tutta la sua
tanto si accresce, che ghigne talora a far che si ami altrui al pari di
. calvino, 1-105: pensò di far la sua provvista prima d'andar- sene
in paradiso]; / de far più demoranza non hai nulla cascione:
, che la nostra marchisana cità de far se appresta a'prìncipi radunati, e
17-31: me po ben tuttore / far parer l'amarore / d'assai dolze parvente
draganti. baldinucci, 2-2-93: nel far menzione di quella pietra con cui disegnasi
, 680: tu non mi potevi far la maggiore ingiuria, avendomi con questo
son de tal parere, / che far potesse de me amadore. iacopone,
un califfo amator della verdura / fece far sul model di quei famosi /..
, 1-119: quelli di roma volevano far la guerra, e l'avrebbero fatta
, / si volge in entro a far crescer l'ambascia. meditazioni sopra l'
, 43-77: una mattina, / senza far motto altrui, la patria lascia /
vedete una persona che non è avvezza a far male, se cade per gran disgrazia
del giovane. castiglione, 429: far che gli occhi siano que'fidi messaggeri
, ii-306: or dunque andò a far l'ambasciata. deledda, ii-521:
3-31: non ambiv'altro ornai, che far vendetta / della rapita amabil giovanetta.
1-115: chi ambiva una carica non dovea far altro che mettersi alla testa di un
di un certo numero di patrioti e far dello strepito. idem, 1-219: allora
al modo di lisciare la barba e di far segno: zitto! chi sapeva intendere
non tanto ammenne; / sarà meglio qui far da lepre vecchia. note al malmantile
cenno che parli, e senza lunga / far filastrocca al suo ammenne giunga.
. salvini, vii-577: non posso far di meno di non metter qui traile
di casa. -scoprire vamerica: far cosa nota a tutti. = adattamento
a vedere e contemplar il fine / che far convensi e non più d'una volta
ha vertute [l'alettorio] in far l'uom locutorio, / conserva l'amistà
stola. ariosto, 461: bisogna far la stola e dua manipuli / di drappo
orecchio; e per avventura non si sa far altro, studiandosi solamente in questo,
, ammagrisci). ant. far dimagrire. bencivenni [crusca]
. (ammàino). marin. far scendere un oggetto (pennone, albe-
infrangere il diritto delle genti, il far dopo ciò alcun atto di ostilità.
cancrena. 2. tr. far cadere malato. - anche al figur.
è comandato alli medici che debbino prima far confessare l'amalato che medicarlo. varchi
baretti, i-138: ero così ammalato da far stupire come la natura possa tanto sopportare
e pretende poi di essere sposata e far lei da padrona. = deriv.
ammalinconisci). disporre alla malinconia, far diventare malinconico; immalinconire. tommaseo
ammaltare, intr. tecn. far malta; impastare materie argillose (
tolta dai mietitori che s'affaccendano in far le manne, cioè i covoni.
guardando la femmina rideva, non sapeva far altro, rideva divenuto debole e goffo
, / acciò che a roma andasse a far difese / per ubbidienza del papale ammanto
al figur. 2. rifl. far massa, formare massa; essere massiccio
suo tagliomo, / senza riguardo di far tanto male. idem, xxvi-3-102:
(amattare), intr. ant. far segnali, gesticolare (per chiedere soccorso
= cfr. il napoletano ammattà 'far segnali dagli alberi della nave '(
. figur. fare ammattire; estenuare; far perdere la pazienza. dossi,
cino, iv-230 (109-13): e far mi piaceria di pianto corte, /
; onde sarà lecito al gesuita ammazzare o far ammazzare l'avversario giansenista, il quale
mio genio, quantunque la fatica, che far conviene in ciò, mi ammazzi.
. carducci, ii-8-30: ho da far troppo e non voglio ammazzarmi per amor
ammazzare2, tr. ant. far mazzi. lippi, 1-57:
. e dial. dar consistenza, far rassodare, percuotendo o pressando.
ammàzzolo). riunire in mazzo, far mazzo. mattio franzesi, xxvi-n-171
e conduca alla salute eterna più attàmente che far possa questa vera sapienza approvata dalla divina
francesco da barberino, iii-27: non far ragione ch'a te ognun ameni:
: si vergognò, e vago di far l'ammenda, in molte maniere s'
quale ammendazion la via sarebbe / da far tornare il secol d'oro ancora. botta
opera o cosa, che non può far da sé, ha di bisogno d'amminicoli
tentava invano ogni sorta di ammennicoli per far capire alla ragazza ulivastra il suo sentimento.
tr. (ammésto). armeggiare, far le cose in modo disordinato; spadroneggiare
amméttere, tr. [ammétto). far entrare, lasciarcercava. / calor, amor
, accettare, ricevere; annoverare; far partecipe; dichiarare abile, idoneo (a
per mia sola colpa non avrà forse potuto far sino ad ora. idem, xvii-116
comportare; approvare; dar adito, far luogo (a supposizioni, a discussioni
7. ant. immettere, far penetrare. soderini, iii-240: una
2. fare un lavoro a metà; far le cose a mezzo. -ammezzare la
ammiccaménto, sm. l'ammiccare, il far cenni di intesa. moravia
un'occhio, il che si chiama far d'occhio, ovvero fare l'occhiolino,
in segno di intesa, di intelligenza; far cenno ii-192: passavano così delle
segni d'impazienza, volto); far l'occhiolino, l'occhietto. proporre a
2-288: il parroco non aveva potuto far altro che amministrare l'olio santo.
ministero dell'industria, la facoltà di far variare il canone. -diritto amministrativo:
non conferisce l'andazzo di chiamare a far parte del consiglio di amministrazione uomini o
avevano tanto fatto crescere la volontà del far bene, che io speravo in brevi anni
li altri legni, e a ben far l'incora. g. villani, 8-24
per fermo ch'ella possa e sappia far queste ed altre maggiori e più ammirande
, 1-64: che guerrier sembra da far molte prove, / tutte ammirande,
. idem, 233: ma il far pensare lascia negli animi tracce più
animi tracce più profonde che il far ridere; e non v'è simpatia che
soffici, ii-16: mi contentai di far quello [esame] per l'ammissione alla
in nuovi organismi espressivi: il « far vela » doventa « aprire l'ammissione »
la terra, la vigna, per far lo podere; / or non podete niente
: questa maniera di cristianare e di far credere ammodino alla croce, parrà molto poco
/ e spesso ammogliarsi, / e far famiglia. p. f. giambullari,
no, no, io non mi vo'far minchionare, vo'fare il mestier dell'
), sm. ant. il far moine. salvini, 30-1-178:
, non si muovono per ammonimenti a far bene. bartolomeo da s. c
questi usurieri: io non ci ho a far nulla; anzi ci era venuto per
di certo che talora ci sforziamo di far tacere, come si dice, l'interna
: sarai condannato... a far tanti monti quanti ci son semi differenziati
volevasi mandare alla fornace / e tanto far bollire ogni stagione / che ammorbidasse sua
ant. condurre a morte, far morire. guittone, 5-9:
un colore, un suono); far stagnare (un'acqua); attenuare,
tristezza. idem, iii-628: per non far rumore nel- l'andarsene aveva trascelto certi
spesso con la particella pronom. mulinare, far mulinello, rigirare vorticosamente.
ammutino). sollevarsi, ribellarsi, far sedizione. - anche intr.
ozio, perché, se non hanno da far altro, si ammutinano e fanno del
, ammutisci). divenire muto, far silenzio, tacere. eneide volgar
fagiuoli, 3-1-295: ond'io pensai far bene ad ammutirmi. giordani, ii-92:
, ammutirebbe. 2. tr. far tacere, ridurre al silenzio. l
ammutoliménto, sm. l'ammutolire, il far silenzio. d'annunzio, iv-2-155
, ammutolisci). divenire muto, far silenzio, tacere, azzittirsi (e indica
convenuti? 2. tr. far tacere, ridurre al silenzio. d'
lo stramba e la lagina, essi a far de'lor piaceri in una parte del
moschi, ix-189: che poss'i'far, s'amor m'enduce e vole /
, spero / a le porte del ciel far novo assalto. matraini, ix-509:
per non aver propria musa, vuolesse far l'amore con quella d'omero.
'l debito amore / lo qual dovea penelopé far lieta, / vincer poter dentro
amor proprio è così ingegnoso da saperci far credere,... che non
ma il nostro merito è capace di far violenza ai cuori. baretti, i-249:
ostinati ed operava quello che non poteva far l'amore della verità. c. dati
. -ant. mettere in amóre: far sembrare degno d'amore. fioretti
dissi, troppo svegliata e le piaceva far la donnetta, cominciarono gli amoretti,
le maggiore amorevolezze di servito che mai far si possa al mondo. idem, 2-102
ché troppo è segno d'amoroso amore / far lo signor del servo / su'par
: altri eh'amor non mi potea far tale, / ch'eo fosse degnamente /
hanno salcio d'awantaggio, vogliono piuttosto far ciò con un tenero legame, e
ant. rendere ampio, ampliare; far divenire maggiore; allargare. - anche
b. segni, 9-35: bisogna far la comparazione con uomini illustri, perché
questo eccesso indebito di lode, può far torto al giudizio. panzini, iii-572:
al medesimo ridionali, che sanno far di meno dell'alfabeto. pirandello,
toccato, per un anno intero, far l'analisi logica e grammaticale delle mediocri
5-53: due cagioni lo muovono a far questo, / analogicamente ambo impellenti,
e. gadda, 2-127: questo far « risalire a monte » il tenue per
la dottrina cattolica dalla contraria e far due decreti: in uno, tutto
, 965: io già mi posi a far di questi insetti / incision per molti
a niun'altra cosa intende, che a far anatomia de'cori. campanella, 2-129
. baldinucci, 102: nel far menzione de'muscoli, non andremo con
. redi, 16-i-22: e far fede ne potria / l'anatomico bellini,
se dell'uve e se de'vini / far volesse notomia. leopardi, 11
: dare una spinta in modo da far segnare un peso maggiore del reale.
, « ora, anche, mi vuoi far male ». notai quell'* anche
tanto povero adesso che non gli possa far insegnar nulla. idem, ii-8: dal
gente pratica, dico, che sa far di conto anche se non ha studiato.
povero cristiano! e deve anco lui far ballare il mento. pascoli, 213:
il grande, se non ti vuole far del bene, mandalo con dio, ché
carlo fuor di francia; / per far conoscer meglio e sé e'suoi.
àncora, sf. apparecchio destinato a far presa sul fondo del mare in modo
per una o due nave, che vedemmo far vela a due debe navi che erano
che una nave salpa l'àncora per far vela, e s'ode il grido del
. ariosto, 41-98: né gli può far quel re difesa molta, / perché
, 3-163: non credere ch'io voglia far i conti addosso a te! s'
piaciuto di spendere il doppio, di far la gran vita, profondere, buttar via
e dolse, / non vi seppon però far resi- stenzia. idem, 45-25:
per suo onore / vesti le fece far ricche e leggiadre. michelangelo, 134-7:
tollerante... doveva bastare a far vedere che gli ordini venivano da tutt'altri
che i cheti andamenti possa con alta voce far manifesti. zanobi da strata [s
, oltre al prezzo, gli darebbe da far colazione. aretino, ii-43: dovette
discorda, / e vansi in aria a far guerra le pecchie. idem, 41-9
doversi fare,... diliberò di far vista di dormire. berni, 37-33
ciel sen'vanno, 4. far capo, pervenire. g. villani
l'andava allora, che il non far pompa di vigliaccheria era riputato grande valore
la libertà di andare e venire e far lor fatti, ma dal governo fannosi rinchiudere
fermamente t'avessi posto in core di far questo, certo senza alcun'altra parola
meridiano / là dove l'orizzonte pria far sòie. g. villani, 3-2:
3-6: tempo non mi parea da far riparo / con tra colpi d'amor:
85: voglio in maschera bizzarra / far gran festa e gran gazzarra; /
; e s'io credessi / non far vendetta di quel che m'hai fatto,
, 3-114: un altro modo diremo da far figure, che vadano gettate di bronzo
in giro a piedi scalzi, a far la spia. idem, 3-29: quando
morire. lippi, 5-13: per far sì che baldon dia volta a dreto,
vedere. grazzini, 4-127: può far domenedio che tu non volessi stanotte sbucar
: camminare con i piedi doloranti, far fatica a camminare. carena, i-24
tutte l'altre cose / ho disiato di far questa andata, / per veder roma
, / né pur lo lascia un giorno far dimora. tasso, 17-26: ne
. iacopone, 65-220: voglio oramai far canto, ché l'amor mio è
dicon le parole ch'hanno / a far intero il matrimon tra loro.
guiducci, i-275: penelope, per far cimento del valore e della forza de'
, 475: ti raccomando di non far sapere che io me l'ho procurata [
ii-63: egli anfana. -egli non può far testamento. mattioli, 2-1504: gridano
chiaro dell'anfibologie non è un far questioni di parole: è anzi l'unico
vessare, sottoporre a prove tormentose, far patire duramente. cavalca, 9-306
l'atto di costringere altri a far contro sua volontà qualche prestazione; e nel
un nobile usava artifizi e angherie per far monaca una sua figlia. giusti, i-392
, lontano dagli sguardi indiscreti, per far l'amore in pace. pavese, 1-27
, 6-11: sola, magra da far paura sotto le pieghe angolose del lenzuolo che
ch'ai fin del viaggio, che far deggio, / non trionfi di me l'
appena raggiunge la maturità sessuale, senza far più ritorno; i suoi nati, a
questo celebre ingegno... ha voluto far credere, l'acqua esser tutta anguillette
si contorse, fin che non giunse a far passare il suo lungo corpo giù per
in quella angustiata vigilia quanto più da far mi restava. manzoni, pr. sp
zuccherino. redi, 16-ix-114: senza far bollire nel brodo quella tanta e tanta
, mi han fatto sdimenticar il far versi, e trovasi in me una
101: rubbare un tavernaio è far una limosina; in batterlo bene consiste
, 23-12: che ha egli / a far di me, o della roba mia
fanno quelle operazioni che in altri tempi far non sogliono. 2. essere
/ verso la terra bassa, / per far significanza / dela grande bassanza / di
dilettossi talora [il creatore] di far grottesche formando tanta varietà d'animali, parte
stanco di questo continuo andare attorno per far lume a quattro animaluzzi. idem,
bellincioni, 261: animelle arrosto da far palle. gli ingannati, xxi-1-239:
niente del vostro putto; ché voglio far questo offizio a posat'animo, e
... / con animo di far tutti prigioni. -porre vanimo: porre
ito prolungando. varchi, v-52: far capitale delle parole d'alcuno è credergli
m'ero scordato di fargli animo a far dipignere la sua galleria da circo. c
giunse senza rossore a dar animo e a far degl'inviti lusinghieri al vecchio comico vizioso
essendo adunque corsa tutta la città a far corte al principe,...
piccino, e non s'avveggono che sapete far de'giganti. -esclamazione di incoraggiamento
spero / a le porte del ciel far novo assalto. boterò, i-305: così
8-141: la marchesa pareva infervorata [a far] complimenti... sulla bellezza
vidi accender più di mille, / e far grand'apparecchio agli anitroccoli, / perché
2. figur. confondere la vista, far girare la testa. [sostituito
: quando uno perde molto tempo a far qualche operazione, e non conchiude cosa
morbida penombra. 7. ant. far morire. latini, rettor.,
(comp. di necàre * uccidere, far morire ') che nel lat.
annegrisci). disus. annerire, far divenire nero. cavalca, 3-147
luce] che splende / all'orizzonte sul far della sera, / e dura a
tr. { annerisco, annerisci). far divenire nero, rendere di colore oscuro
sottoposto ad annerirsi, ed a far ruggine. viani, 14-201: nei
io non posso dispensarmi dal pregarvi di far provvedere due o tre matasse di filo della
gli arbori che tu farai cavare per far l'annestaia. = deriv. da
per annestar nuove piante non avesse a far mestieri il porre in opera l'arte medesima
/ più che tu puoi, / non far lo sveglio, / non far l'
non far lo sveglio, / non far l'ardito. = voce dotta
è il più proprio per dire tatto di far tornare nel niente la cosa che esiste
distruggersi, di annientarsi; un bisogno di far morire e di morire. viani,
quattro fighe del fruttifer anno / per far in tutto il bel convito adorno /
, sentendo che un giovane il volea far pigliare per una carta antica già pagata
, 9-576: mezzàn non domandati, far partiti, / conciliar disgusti, annodar
. -al rifl.: imbrogliarsi, far groppo (fili, nastri, ecc.
. (146): se questo far non vuogli, almeno sciogli / i legami
idem, viii-309: chi non sa far altro che amare, per necessità deve
doglioso, / quindi partimmi, sanza far soggiorno. ariosto, 27-12: cavalca
loro beni nel proprio mantenimento e con far del bene agli altri. papini,
nome. = lat. adnuère 'far cenno, acconsentire '. annullàbile
separati legalmente, e forse riuscirò a far annullare il nostro matrimonio. moretti,
. ridurre al nulla, rendere inesistente; far cessare; consumare, distruggere, annientare
- al figur.: cancellare, far sparire. boccaccio, dee.,
tutto. idem, ii-388: bisogna far forza alle cose, e quasi scancellare
cervello. 3. assol. far di conto. ristoro, 3-6 (
evangelica] è annunziata, non hanno a far altro che credere e amare. tommaseo
ad annunziare una persona, che vien per far visite? parini, giorno, iii-260
evento; palesare, indicare; segnalare, far presumere (una propria qualità o condizione
baldini, 4-214: sono riusciti a far segnalare con la radio l'inizio del
meridionale, dal lat. * indulcàre 4 far dolce, addolcire '(comp.
fino deh'anno 1609, onde altri possa far concetto deha sua anteriorità. buonarroti il
redi, 16-v-173: feci quella frottola per far ridere il granduca, e per trattenere
le tre virtù che nominavano sì sovente da far sospettare che non ne possiedono uno spicciolo
popolo industre attende da tempo antichissimo a far corde di minugia per gli strumenti del
antecristo voglio gire, / e vogliolo far venire, che tanto è profetizato.
caro, 2-3-199: che il duca debba far la patente, che si dice antidata
che starsi in letto, e non far mai niente. buonarroti il giovane,
dire: fa fa ti; bisogna far lui chi vuole che altri faccia.
). ant. preporre; far precedere. g. villani,
di lavorìo filologico che si riconobbe necessario far chiara differenza tra « storie di antiquari
. figura retorica, che consiste nel far terminare una serie di proposizioni con la
si accamparono i galli, tanto da far denominare gallia cisalpina l'italia superiore,
stizzose, ma valentissime nell'operare, in far assai mele e assai cera. le
più e più succedenti invide ronzano / a far lunghi di sé aerei grappoli, /
fidanzamenti, si era data apertamente a far la prostituta. = comp.
, che mi toglie affatto il poterne far parola a v. a. r.
stava a'tuoi conforti e non mi volea far cristiano, ora tutto aperto ti dico
non gli valeva, egli pensò di far guerra in aperto. bembo, 5-1-231:
vapori insieme con i tremoti non potessino far nocumento. = deriv. da
trovò mai, che nell'assettarsi e far la sua presa, non facesse qualche
: di questi apologhetti se ne potrebbero far cento. = voce dotta, lat
, parte serio e parte faceto a far l'elogio dell'imperatore giuliano per la
un giorno anche il clero fu citato a far atto di apostasia, e anche il
ciò che dicono, che non debbono far niente se non mangiare, ed orare.
(260): ma, già nel far quelle operazioni, aveva ripreso, dentro
cittadini di pietrasanta, voi mi chiamaste a far l'apoteosi del vostro grande, e
, riconciliare. -anche rifl.: far la pace, mettersi d'accordo
dare appagamento, soddisfare; accontentare, far contento. -al rifl.:
iacopone, 17-26: non ce iova far sofisme / a quilli forti siloisme,
, se li posavano sul capo a far da cuscino. c. e
io vo'correre / innanzi, e far ch'ella s'appanni. salvini, 22-473
). ariosto, 461: bisogna far la stola... /..
a mentire, più di piangere che di far festa m'è caro. idem,
e pio, / e di non far d'altrui giocondo istrazio. idem, dee
, i-67: gli vo * apparare a far più caso de'suoi amici, ché
messinscena. castiglione, 306: a far la vostra comedia bisogneranno per lo apparato
loco. 4. ant. far corrispondere, assomigliare; rendere uguale.
di qua, e vale un mondo per far uno / apparecchio. b. davanzali
15-i-255: io la supplico... far qualche apparente apparecchio maggior di prima,
dalla quantità è ancora possibile difendere e far accettare il valore di qualità. gramsci
il globo terreno, che apparentemente degne far se ne possano, se non siam noi
vapparenza: ostentare un atteggiamento, per far concepire di sé una determinata opinione.
cospicua, notorietà, fama; il far bella figura, il comparire bene fra la
. 3. rifl. accoppiarsi; far coppia, pariglia. faldella, iii-70
apparire e sparire, mettersi in sentinella, far segni, dare avvisi. cardarelli
, conforme alla ragione. 6. far bella figura, far lusso, comparire bene
. 6. far bella figura, far lusso, comparire bene, mettersi in
dicono essi che tutta la proprietà nasce da far casa appartata, e figli e moglie
con le quali il prencipe si può far amare e riputare, le quali due
2. avere relazioni di parentela, far parte di una famiglia. francesco
alla gran lega etrusca. 3. far parte di un gruppo, di un complesso
dipinte. 3. tr. far appassire. paoletti, 1-2-55: se
da molti gatti, erano intente a far trina. palazzeschi, 3-183: una bella
.. appastellare è quanto dire 'far bozzolini ', come quelli che si staccano
. bembo, 1-82: senza discrezion far alcuna con diverse appellazioni alle diverse operazion
, che è vie peggiore, cioè di far beffe degli appenati, ed infermi e
: oltre l'articolista politico, entrano a far parte della redazione d'un giornale.
di condizione qui consiste ancora nel non far niente tutto il giorno e questo porta
. botta, 4-613: fu forza far morire col supplizio della ruota vittorio angelucci
libertà o licenzia. berni, 114: far mille altri, ch'io non vo'
: un odore fresco di verde da far nitrire d'appetito i cavalli più generosi.
egli. 4. intr. far forza col petto nel salire. tommaseo
scherz. avere un bel petto (e far di tutto per metterlo in mostra)
conservare, o di cui non si può far uso, se non è divisa
. agnesi, 1-2-709: per far uso delle sopraccennate regole di calcolo integrale
a. adimari, 2-168: il far ditirambi con voci composte mi par cosa
; / ché non s'ha a far con orbi questa volta. / non vo'
il predicatore] cose sopranaturali e volendo far frutto e che le parole sue s'appicchino
assestare (un colpo), imprimere, far penetrare, far presa. - anche
), imprimere, far penetrare, far presa. - anche rifl. ariosto
attecchire, mettere radice, germogliare; far presa. dante, inf.,
che si fa nel tagliato pedale, far sotterra e circa la terra, o poco
, 12-26: rinaldo a gan terminò far la festa, / e finalmente s'
a intendere, darla a bere; far brutti scherzi. novellino, ii-119:
vuol veder quantunque può natura / in far una fantastica befana, /...
vi trovo appicco, / e da far bene e presto il fatto mio,
appiedare, tr. (appièdo). far smontare da cavallo i soldati di cavalleria
. 2. per estens. far abbandonare il mezzo di trasporto, costringere
124: molti si trovano, che pensan far assai, pur che sian simili ad
lasciare la vita scioperata e mettermi a far qualche cosa, mio padre e mia
alle bestie. 4. far cosa grata, far piacere. v
4. far cosa grata, far piacere. v. martelli, 2-8
leopardi, iii-754: mi pregò di far sapere al padre... che sta
moltiplicargli seguaci, per accrescergli applausori, per far che i popoli, corteggiandolo, tutti
). porre sopra in modo da far aderire, mettere a contatto, far
da far aderire, mettere a contatto, far toccare; accostare. bencivenni
un provvedimento, una legge); far valere (una teoria, un principio
. campanella, 2-321: dunque, far le cose quando il tuo pianeta prevale
,... perciocché non si può far forza né accento acuto in due luoghi
per così dire, il dittongo, per far la forza e l'appoggiatura della voce
nuovi appoggi. tasso, 20-97: che far dee nel gran caso? ira e
l'una come per l'altra impresa, far una promozione di cardinali. baretti,
sorrideva. 5. figur. far carico, imputare; assegnare a demerito
cagion s'apponesse che moveva il re a far questo parentado. della casa, 632
lat. apposite, potrebbe... far decorosa comparsa in quel senso, cioè
, 1-1-27: s'io avessi inteso di far male apposta. manzoni, pr.
sono stati inventati apposta dai babbi per far paura ai ragazzi. nievo, 137
/... / e per non far error, lo scudo apposta, /
lingua del picchio, ei quando vuol far preda fa prima romor col becco in
egli ha di già appostato che soglino far lor viaggi le formicole. [sostituito
quello ancora ch'è peggio, per far peccare. paoletti, 1-2-289: si reputano
apprendere da platone. -dial. far sapere, dare a conoscere, informare.
sete appresa, / com pò l'om far defesa? iacopone, 24-35: ella
nevi. 7. ant. far proprio, ricevere, accogliere. s
9. ant. far rapprendere, far coagulare, aggrumare.
9. ant. far rapprendere, far coagulare, aggrumare. - anche intr
, afferrarsi, attaccarsi; attenersi, far ricorso. giacomo da lentini, 1-48
, portare alla presenza; presentare, far vedere. giamboni, 247:
caro, 2-2-150: sono andato continuando di far buoni offici a vostra giustificazione,
servire. bar etti, i-100: per far bene, avrei dovuto tenere ancora
ritirarsi, appresso al disonore, / far noi potresti mai salvo e sicuro.
qui posta ogni industria e fatica nel far grandi apprestamenti di artiglieria grossa di mortai
le camere e ordinarle, e a far porre capoletti e pancali per le sale
soliti uffici, attendendo altri approdi, per far le usate tramutazioni. boccardo, i-170
, è... obbligato a far vidimare il suo giornale di bordo. d'
approdare. approfittare, intr. far profitto; trarre profitto, vantaggio;
, alla quale sono stato tentato di far all'amore per seguire l'usanza antica
. 3. tr. raro. far profittare. baldinucci, 2-6-89: permesse
/ e lume a ciascun ben che far si vole. — lat.
, avia al populo pronunziato che intendea far la predica del iudicio la sequente matina,
in quella i morti parenti de ciascuno far resuscitare, occorse al ditto ieronimo intorno
allorché si è creduto da quelle di dover far uso de'mercati per l'approwisionamento sicuro
. 4. appoggiare con forza, far forza spingendo. -al figur.:
e inoperante. 9. rifl. far punto, concludere. dante, par
. 2. intr. far patto, accordarsi. machiavelli, 7-8-27
ganasce: stare in ozio, non far nulla. allegri, 8: che
rovani, i-59: l'arte di far all'amore è appunto un'arte, e
qual cosa mentre prometteva messer marco di far tostamente, ecco che appunto arriva quivi il
appunto; ecco il momento / di far la prova estrema. 4.
appunzisci). dial. appuntire, far aguzzo. nieri, 365: lei
, ii-508: ii tempo è di far questi nesti, fatta la luna d'aprile
(e c'è l'idea di far palese ciò che rimaneva chiuso o coperto
dicendo a me: di ciò non far parola. idem, 260-10: non la
frati. 12. ant. far uscire da un ambiente chiuso. crescenzi
aprire l'acqua, il gas): far scorrere l'acqua, far uscire il
gas): far scorrere l'acqua, far uscire il gas, girando la chiavetta
in nuovi organismi espressivi: il « far vela * doventa « aprire l'ammissione
altra. 23. figur. far venire fuori, far risaltare (tinte,
23. figur. far venire fuori, far risaltare (tinte, colori).
non operano bene. 24. far germogliare, sbocciare. dante, par
in pruova non venni io / se far di voi con tarme io potea acquisto?
, ancor che domandato non ne sia, far nascere ragionamento tale, che con buon
che a mensa si ponessono, di far lieti i suoi fratelli con aprirsi loro
gli occhi; aprire bene gli occhi: far attenzione, procedere, in una situazione
cuore: provocare emozione, commozione; far nascere sentimenti teneri. petrarca, 126-11
, 240: uom che a mal far cieco è per suo difetto, / degno
. vedi l'alie percosse contro all'aria far sostenere la pesante aquila sulla suprema sottile
/ ambedue voltolarsi, ambedue stretti / far di squame e di piume un sol
per sua natura può dissolvere le nubi e far gelar tacque. le cui forze e
indurar le nevi, / e sopra terra far venir tempesta ». soderini, i-67
moresco, / e ben lo potea far sicuramente, / avendo in dosso l'abito
tanto, sicuramente l'aragne vi potran far la tela. idem, 181: non
lido di rodi garga- nico, da far venir le lacrime agli occhi di dolcezza,
. cecchi, 1-2-143: ho bisogno di far gran cose tosto, / e premer
come zappare, vangare..., far fossi, arare, spezzar la terra,
non avesse arato dritto, avrebbe a far con lui. -arare il mare:
: saper dèi, che nei campi per far bronconi è meglio por barbatelle che magliuoli
masuccio, no: sapea sì ben far l'arte del gaglioffo, che
né mi sono mai disturbato o degnato di far sopra un tale arbitrio un picciolo cenno
l'autore inoltre mi diede arbitrio di far tradurre quest'operetta, purché trovassi scrittore
lingua del picchio: ei quando vuol far preda fa prima romor col becco in
egli ha di già appostato che soglino far lor viaggi le formicele. foscolo,
e imperò sono ruffiani degli uccellatori a far fruttare i lacci, che ascondono fra
il volge a i lati, / come far soglion flessuosi acanti / o ricche corna
più bell'arcano per adoperare la religione a far gli gelo gabriello. c. e
: cominciai a tirare in arcata e a far certi discorsi a mio modo,.
tele... non si vergognerebbe di far questo paragone, dove il pittor delle
l'orchestra... suona qualcosa senza far menomamente attenzione al suo direttore, che
tra le spalle e il mento e di far balzare su e giù l'archetto.
di arrendimento... né di far altra risposta a'nemici, che d'archibusciate
una musa sudicia d'untume / di far l'archimandrita del petrarca? marino, v-29
composizione e misura e simmetria, dee far la bellezza degli edifici risultare. algarotti
dell'e. v. ch'ella vorrà far ragione ai voti miei e
di criticarti pensi nel mondo letterario di far guadagni immensi, fratuccio arcivilissimo, sappi
avendo letto altro che dante, / voglion far sopra i tassi i salomoni.
pianura; e minuscole l'arcione, far vuotar l'arcione: gettare di sella,
: ordinaro... che si debbia far fare una arciscranna la quale stea in
e frati che avesser reliquie buone a far fuggir diavoli e a cacciare spiriti, che
tommaseo]: si potrebbe di sotto far sentire qualche istrumento sonoro, come l'
5-2 (27): a voi convien far fare corde molto più sottili agli archi
guiducci, i-275: penelope, per far cimento del valore e della forza de'
di essa, che viene usata per far vibrare le corde degli strumenti a corda
e lo spingeva in modo che doveva far forza colla schiena in arco, e