morte additto, / e d'intorno gli er' io, creùsa, iulo, /
proprio albergo ignuda. idem, iii-2-74: er' io più lieta / che qual d'
purg., 9-44: e 'l sole er' alto già più che due ore.
asterismi di cefeo e di cassiopea, v'er' egli memoria che fossero apparse nuove stelle
l'immacola te parti / a specolar svelatamente er' io. idem, 5-8: somiglia
viole, / come colei ch'a frascheggiare er' usa, / ch'a l'error
: fam'è che pria nelle battaglie er' uso / l'oprar carri falcati. berchet
buonarroti il giovane, 10-879: ch'io er' andato a portar certi ceppi / un
-del che era la caggione che quella er' amica, come si dice, di fiori
più nova masserizia. / -ch'er' egli infine? -er'un dificio, un
mio conforto, / e * 1 sole er' alto già più che due ore,
ci si ragiona, / dianzi non er' io sol. giovanni da fécamp volgar.
vescovi. b. corsini, 19-6: er' egli tuttavia dietro a disporre / i
dispreggevole a tutti. alfieri, v-1-896: er' io forse poi tanto dispregevole, /
bruna, / sì che dubbio facea s'er' alba o luna. -lasciare in dubbio
dante, par., 14-91: non er' anco del mio petto esausto / l'
: ché 'n tutto quel mio passo er' io più lieta / che qual d'essilio
, / sì che dubbio facea s'er' alba o luna. lemene, ii-326:
cicerchia, xliii-376: pietro di dolor er' a tal condotto / che con fadiga
dante, par., 14-93: non er' anco del mio petto esausto / l'
, prima che io sognassi, dov'er' ella? nella mia mente? l'ho
guido delle colonne, 79: senza amore er' aigua fredda e ghiaccia, / ma
messo piè; / se non quando er' io fanciullo, / che d'amor non
con tutto questo per cadere, / ch'er' anche quella donna indiavolata, / e
frezzi, iv-1-33: da quel giardino er' io poco lontano, / ch'io
ii-4-17-166: facevan credere che ciò non er' altro, in effetto, che sotto diversa
male. b. corsini, 15-44: er' egli con la maga ancor nel loco
petrarca, ii-1-121: d'un bel diaspro er' ivi una colonna, / a la
/ e cazà fora 1'druo eh'er' ascos sot'un tino. g. forteguerri
erranti. b. corsini, 15-44: er' egli con la maga ancor nel loco
ciro di pers, i-377: sciocco tantalo er' io, che 'n mezzo tacque /
rispettati e più rispettabili, ch'altro er' egli che un povero imitatore? soffici
. magno, 125: ramo infelice er' io, che dal nativo / tronco
corsini, 9-2: un cotal uomo er' ei ch'avea 'n umore, / col
, purg., 4-42: lo sommo er' alto che vincea la vista, /
dante, par., 14-93: non er' anco del mio petto essausto / l'
eterno sarò teco, mentre, / com'er' allor, ch'i'stetti nel tuo
all'orange, conoscendo molto bene quanto er' egli, per cader dalla grazia de'
sarò teco, mentre, / com'er' allor ch'i'stetti nel tuo ventre.
; / per suo amor, m'er' io messo / a faticosa impresa assai per
caldo estivo la vezzosa amalia / mollemente er' assisa in pian terreno / sovra il sofà
: udito ch'ebbe com'il fatto er' ito, / il fe'riporre nel monte
alla montagna senza motti / per gente er' ito con miglior pianete. beccuti, i-162
cicerchia, xliii-376: pietro di dolor er' a tal condotto / che con fadiga ritto
muràccio. pulci, xxx-11-4: io er' iersera dal noce di meio, / da
tornai / alle ventiquattr'or, com'io er' uso. buonarroti il giovane, 9-227
io temea quel che alla fin m'er' utile. 4. che manca
sotto: / non sapea se v'er' altri, perciò il reco / niscosto.
di pers, 3-123: sciocco tantalo er' io, che 'n mezzo tacque /
mio conforto, / e '1 sole er' alto già più che due ore, /
334: al proprio letto, ove posare er' uso, / quando prendealo il dolce
ch'il peccato, la più bella er' io / di quella casa. grazzini,
petrarca, 119-12: per suo amor m'er' io messo / a faticosa impresa assai
'l mio buon duca, che già li er' al petto, / dove le due
tutta lieta. cicerchia, xliii-370: er' a veder sì grande quella pietà / de
. intelligenza, 158: il grido er' intonante e i guai e 'l busso,
chiesa. petrarca, i-4-165: rimirando er' io fatto al sol di neve / tanti
nobil rivo. casti, ii-10-29: er' egli pingue e polpacciuto, e avea /
rispettati e più rispettabili, ch'altro er' egli che un povero imitatore? ghislanzoni
dea d'amore: / nel primo er' ella e le tre grazie e 'l figlio
fiorio si mette per la pressura / dov'er' apreso lo fuoco e la caldura.
. pucci, 6-185: l'uom selvagio er' ito a procacciare. = comp.
tratto. / la notte tutta alle puttane er' ito, / tornato a giorno e
, purg., 4-42: lo sommo er' alto che vincea la vista, /
, cent., 12-48: lor capitano er' un di franca razza. a.
menare / veaea in mondo, che gl'er' a piacere; / però non volse
a sanza motti / per gente er' ito con miglior pianete, / ma
era agustino en tenebrore, / gran paura er' a'doctori / lo suo nome ricordato
. maffei, 7-63: né solo er' io nella magion fallace: / quanti
è liberata / da omni scurità in quale er' ella. lorenzo de'medici, i-194
felli mercurio certamente credere / che sosia er' egli, e quell'altro ribaldo / non
/ vedea in mondo, che gl'er' a spiacere. chiaro davanzati, xlix-22
dante, inf, 30-132: aa ascoltarli er' io del tutto fisso, / quando
, / che, quando con minerva insù er' ito, / per me avvocò ed
. c. campana, ii-i-1-121: er' arrivato il conte aniballe da nuvolara co'
. /... / e non er' anco del mio petto essausto / l'
, alpestre e, per quel ch'ivi er' anco, / tal ch'ogni rista
b. corsini, 18-53: er' ella [lettera] sigillata, e 'l
alpestre e, per quel che v'er' anco, / tal, ch'ogne
assai, / e veggio scioltii dubbi dov'er' io ». ortes, xviii-7-44: non
te è liberata / da omni scuritàin quale er' ella. s. bernardino da siena,
sassi di nera / nota, quand'er' io lunge, / non pur i dì
tommaseo]: l'asin col vitello er' ito, / scherzando insieme e quasi
laude cortonesi, xxxv-ii-30: quella pena t'er' amara, / ché 'l videve
batacchi, 3-103: febo appena all'onde er' ito sotto, / che ciascun,
traesti de peina / la gente terrena -ch'er' a turbanga. savonarola, ii-101:
facesti che piena di grazia / i er' e or son tanto dolorosa! / o
; / né per la fretta dimandare er' oso, / né per me lì potea
. fagiuoli, vi-108: se n'er' ita la febbre, e non tornando,
spettacoli: come colei ch'a frascheggiare er' usa, / ch'all'error suo trovò
cherchez la femme / *. er'. e * la fam /, correttamente
* la fam /, correttamente /. er'. e la fam /, inter
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