. enidae, dal nome del genere ena, dal gr. évo? 'di
che essa averia da consumare in una ena cento sexterci. fiori, 1-79: con
: il romanzo, passato a ena di moda, è come i mazzi di
xix-65: amor ninfèrno è d'ogne ena forte / e dolor d'ogni morte.
noia della gravidezza, poi la ena del parto e la sollecitudine del nutricaménto de'
rivoli e non mi stringi / in ena del mio fallo, / tra l'odiose
giustizia, 2-342: sieno condannati in ena di pecunia cotali che sodassono per loro;
serve di f f ena e di penitenza all'uomo. manzoni,
in parlando fatto pausa amore e preso ena. alfieri, xvi-165: merope par che
di papa di colpa e di ena? la spagna, 31-25: rimase al
clausola un ristorato, per rimetterlo in ena? intende egli narrar le geste di don
. appena delineato, che si intravede ena. inati, 13-20: bastava.
che nella gamba ne sento ancor ena. fagiuoli, vi-85: scorgi cani abbaiare
cantini, 1-19-238: viene esasperata la ena della morte a chi maneggia e si vale
vipera assetata, sanguisuga / con tantalica ena, sotto ai curvi / denti, con
voce di area lomb. r ena menimpipista, agg. (plur. m
voce dotta, deriv. da pergam [ena], con allusione all'aspetto, col