giorni l'esame, / in barba all'ebete / servitorame / degli sgobboni / ciuchi
l'esame, / in barba all'ebete / servitorame / degli sgobboni, /
suo dolore, attento a guardare come un ebete le righe della pioggia come un carcerato
un sorriso molle nell'aridità meridiana, ebete e sola nella luce catastrofica. idem
detto avrebbe cavato dalle viscere il riso ebete e isterico, la demenza, più che
ebefatto, agg. letter. reso come ebete; stupefatto. c.
fisico e morale); cfr. ebete. ebetàggine, sf. letter.
scapaccioni. = deriv. da ebete sul modello di stupidaggine. ebetazióne,
hebetàtio -onis (seneca); cfr. ebete. èbete, agg. debole
debilità che apporta la vecchiezza, tanto ebete e pigra, che a voler ch'
e le luci / accasci e in ebete riflesso smungi. 2. debole
idiota. rosmini, xxvi-201: dicesi ebete, quanto all'intelligenza, quegli che
scompare iddio, dove il delirio / ebete ride, o scompigliato corre, / e
« questa gran chitarra che una repubblica ebete si pose in capo sul serio »,
a bocca aperta, con occhi da ebete. 3. che nasce da
mensa, / dura ha la faccia ed ebete. verga, 1-69: fissò uno
verga, 1-69: fissò uno sguardo ebete, smarrito su quella superficie che si
di meglio a dirle che lo scrupolo piuttosto ebete del proprio futuro genero. buzzati,
: nella penombra si udì un ghignare ebete dei tre aiutanti. -sostant.
, iii-553: aveva il viso fra l'ebete e il feroce, fermissimo, senza
morbido desiderio che mi tenta, / ebete velo, la malinconia / come origine
ii-7-234: sono stanco, rifinito, fatto ebete dal caldo e dagli esami, e
ai miei vestiti, e mi rendeva ebete. cicognani, 2-80: piangeva èbete èbete
un sorriso molle nell'aridità meridiana, ebete e sola nella luce catastrofica. =
dalla figlia. = deriv. da ebete. ebetito, agg. letter
, del verbo ebetire, deriv. da ebete, non altrimenti attestato. ebetòide
= voce dotta, comp. da ebete e dal suff. -oide (dal
sf. letter. stato proprio dell'ebete; stupidità, idiozia, ebetismo.
ogni valore. -espressione fissa, ebete, idiota. stuparich, 5-512:
giorni l'esame, / in barba all'ebete / servitorame / degli sgobboni. settembrini
molto affilato, bocca semiaperta, aspetto ebete, malformazioni della dentatura, voce spenta
mi sentivo leggero dopo vomitato, leggero ebete stordito, senza più facoltà, non udito
giusti, 2-309; il grullo, l'ebete, il porco beato, / lo
deh! non cader. se un ebete / vulgo t'offende, oblia. /
ciglio; aveva il viso fra l'ebete e il feroce, fermissimo, senza commovimento
è primavera, questo accasciamento / nell'ebete riflesso / d'un caldo umido vento
, 2-309: il grullo, l'ebete, il porco beato, / lo spensierato
perché tu non veda la sua faccia ebete, di un idiota vestito da generale che
, alle volte parevano quelli di un ebete: in certi battiti improvvisi parevan quelli di
segregazione cellulare. uscì di cella quasi ebete. -figur. carducci,
scintillavano le stelle. fissò uno sguardo ebete, smarrito su quella superficie che si
tutta rossigna, sorrideva d'un sorriso ebete. cicognani, 2-93: di faccia a
mi guardi con il tuo ghigno di ebete. -accenno di risata. angioleri
498: con due scambietti poi l'ebete grifo / ponete, oh voi beato
si mise a ridere d'un riso ebete ma bellissimo, che le scopriva un
è primavera, questo accasciamento / nell'ebete riflesso / d'un caldo umido vento
..., uomo nullo, ebete, incurante di sé e della nazione,
(inebetisco, inebetisci). diventare ebete o simile a un ebete; perdere
. diventare ebete o simile a un ebete; perdere parzialmente o totalmente il possesso
2. tr. far diventare ebete, offuscare le facoltà mentali. -
stordire. = denom. da ebete (v.), col pref.
v-217: questa è la vita! l'ebete / vita che c'innamora. gentile
234: sono stanco, rifinito, fatto ebete dal caldo e dagli esami, e
, accorante... della povera ebete nell'atto d'impietosirlo per avere le confetture
: il marito, quello sciabordito, quell'ebete, quel lunatico stolto, che passava
. figur. intelletto ottuso, torpido, ebete. allegri, 80: io vorrei
region. che ha aspetto grossolano, ebete, disgustoso. -sostant. persona
di nero dovrà slabbrare seralmente il riso ebete della sua tastiera cariata... davanti
d'annunzio, iv-2-277: questo vecchio ebete possedeva da tempo due marenghi avuti in
10 sfinimento. -inespressivo, ebete (il sorriso). d'annunzio
di merluzzo: dall'espressione melensa, ebete o sciocca. giovio, ii-29:
nella luce non si distingueva che l'ebete fisionomia, concretata col minio e col gesso
è primavera, questo accasciamento / dell'ebete riflesso / d'un caldo umido vento /
la guerra. -persona pazza, ebete. garzoni, 7-98: hanno il
/ notte sugl'invisibili pilastri; / ebete in mezzo al vortice che gli astri
: a indicare un'espressione di stupore ebete. paolieri, 157: come tebaldo
, la divina stupidità, il sorriso ebete degli dèi brillò nella notte e la
ignoranza e nell'inciviltà, qualificata un'ebete da una congiura di motivi perversi.
, 4-i-326: il grullo, l'ebete, il porco beato, / lo spensierato
tutto e guardavo quelle idee come un ebete selvaggio guarderebbe una scatola di reattivi.
: sono stanco, rifinito, fatto ebete dal caldo e dagli esami. verga,
dolore, attento a guardare come un ebete le righe della pioggia come un carcerato
apersero appena in un sorriso salivoso ed ebete. soldati, 2-168: sedeva a tavola
. 6. tr. rendere ebete; intontire. imbriani, 7-62:
agli ottant'anni, con un sorriso ebete e bavoso, m'ha fatto pena
la mandibola cascante come quella di un ebete, pensai subito: come saprà sopportarlo
gobbo chierico, datogli un'occhiata di ebete curiosità, rinchiudeva a chiave la porta
: dio mi trasformò in un fantasma ebete e risibile. moretti, vii-842:
apersero appena in un sorriso salivoso ed ebete. 2. che parla producendo abbondante
marito, quello sciabordito, quell'ebete, quel lunatico stol to
punto di vista mentale; scemo, ebete. -anche come epiteto ingiurioso.
.. » rispose lui con un sorriso ebete. « la notte non me lo
aleardi, 1-104: il delirio / ebete ride o scompigliato corre, / e si
comportamento 'suonato', stralunato, impulsivo o ebete, viene socialmente scusato se attribuito all'
giusti, 4-i-326: il grullo, l'ebete, il porco beato, / lo
sbalordito, con la faccia gialla di vecchio ebete sul corpo giovanile, sperticato, elegantissimamente
spirito. svevo, 8-676: kant finì ebete, in darwin la spossatezza del cervello
sul viso tondo dell'omacciolo il suo ebete sorriso. svevo, 4-1008: mai più
luminosa trascorri col tuo piede / d'ebete invasa dalle tue pupille / la leggera fiorita
il villano mi guarda coll'occhio dell'ebete, e dice: « buona, non
mentre il vecchio afferrava più stretto l'ebete. -afferrato tenendo quattro dita (
la pipa dell'oppio, la stupefazione ebete, ma, fin che dura, di
l'espressione del viso); stolido, ebete, superficiale, futile (un atteggiamento
raccolti a casco sulla testa, lo sguardo ebete e vorace, le gambe a svastica
: probabilmente lo scrittore è il grande ebete dei nostri giorni, il teatro passivo dell'
14. persona priva di sensibilità o ebete. tassoni, 290: però,
fossero innocenti, che le confesstolida, ebete. arpino, 19-53: speriamo
conservatorio miebetizzerebbe. = denom. da ebete col suff. dei verbi frequent.