grandissimo fuoco in mezzo della piazza, e presente tutto il popolo, fece la reina
iii-281: considerando l'età del giovinetto e l'innocente sembiante, e più dicendo
età del giovinetto e l'innocente sembiante, e più dicendo che egli era stato alla
entra nel rastrello, / nel ponte e nella porta; e seco prende / chi
/ nel ponte e nella porta; e seco prende / chi le fa compagnia
fin all'ostello / ove abita ruggiero, e quivi scende; / e secondo il
ruggiero, e quivi scende; / e secondo il mandato al damigello / fa l'
inetto del chiari, quel fratacchiotto damigellóne e lezioso e ipocrita e crudele del roberti
chiari, quel fratacchiotto damigellóne e lezioso e ipocrita e crudele del roberti.
quel fratacchiotto damigellóne e lezioso e ipocrita e crudele del roberti. = ant
. recipiente di vetro dal collo corto e stretto e dal corpo molto ampio,
di vetro dal collo corto e stretto e dal corpo molto ampio, protetto da
fabbricato con vetro da bottiglia per soffiatura e ha una capacità che varia dai io
uno dà mano ad un bicchiere, e un altro ad un vaso di vetro,
fa subito pestare [le uve], e ne pone il mosto in botti- cini
ii-378: -ecco, -disse, curvandosi e sturando una damigiana, -ora la casa
servetta è andata via. c. e. gadda, 2-66: il topo.
al recipiente. damista, sm. e f. (plur. m. -i
furono creati dieci uomini, nello arbitrio e discrezione de'quali fu rimesso quello che
compagnia de'roanmi accettare o rifiutare, e quello se ne osserverebbe. = voce
{ dama), sf. ant. e letter. daino. dante, par
sì come luogo abbondevole di giovinette cavriuole e lascive e di damme giovani, preste
luogo abbondevole di giovinette cavriuole e lascive e di damme giovani, preste e più
lascive e di damme giovani, preste e più correnti, e di cervie mature,
giovani, preste e più correnti, e di cervie mature, a ogni rete,
14-78: poi si vedeva la damma e il cerviere, / che drieto al monte
è il sole; / la terra molle e l'unda farsi dura, / il tigre
farsi dura, / il tigre dama e il lince farsi talpe, / se io
talpe, / se io costei fugio, e lei seguir me vóle. tebaldeo,
o legger pardo / la sequitava per caverne e sassi, / sempre avendo nel cor
in selva dal crudel s'invola, / e di paura triema e di sospetto:
s'invola, / e di paura triema e di sospetto: / ad ogni sterpo
ne guidasse amore / a sprezzare morte e addolcir l'assenzio: / ma poi
calle / et spogliar l'erbe verdi e i vaghi fiori / et vestir sterpi e
e i vaghi fiori / et vestir sterpi e sassi assai più corsi / che corresse
su per lo pian, che flora ingemma e smalta, / con la damma fugace
: la damma, il capriolo, e la gazzella / lascian venirsi il cacciator
cacciator. monti, 15-326: veltri e villani... un cornuto cervo /
. calandra, iii-216: nelle praterie e nei campi del piano scendevano le damme
nei campi del piano scendevano le damme e i cavriuoli a pascolare. d'annunzio,
le àrbori la damma, / io trasalgo e sobbalzo ai romor vani. 2
ariosto, 31-33: se più pacifiche erano e quiete / vostre maniere, mal vi
piante delle molucche, di sumatra e delle altre isole indonesiane (come le
agathis, le dipterocarpacee hopea, shorea e valica): è friabile, incolore
, benzene, essenza di trementina (e serve per vernici, per linoleum,
baretti, 1-307: la superbia loro, e più sovente la magnitudine loro naturale,
i conti di fratta sapevano il galateo e non volevano mostrarsi dammeno dei loro nobilissimi
, usata con valore di aggettivo: da e meno (v.).
. damo, sm. tose, e letter. giovane amato, amante;
furon chiamate da'latini * dominae ', e da'nostri anticamente * donne 'e
e da'nostri anticamente * donne 'e poi 'dame ',...
, cioè loro signori o donni; e che di poi la voce * damo '
, i-377: poi mutava discorso; e parlava del suo damo, or affettando
, or affettando dispregio or tenerezza chiacchierina e chiassona più dell'usato. percolo,
fatto amicizia col damo di quella ragazza, e una sera quel giovanotto, di discorso
della sua dama, com'usa, e della gran disgrazia che perdeva i capelli
/ sfugge dal grembo alla pia vergine e sdrucciola giù. pea, 7-355: di
.. le ragazze vanno in su e in giù col damo, e si tengono
in su e in giù col damo, e si tengono per il dito mignolo e
e si tengono per il dito mignolo e fanno altalena con le braccia. govoni
govoni, 450: ho suonato le nubi e la malizia / del cuculo che burla
ed or che il damo la trascura e ciurla, / di ciò dal cucco spera
aver notizia / che tra sognarsi sposa e far l'amore, / sorridendo e piangendo
sposa e far l'amore, / sorridendo e piangendo ha già smarrito. pratolini,
tu vuoi quattro per tasca; / e i'guato in quanto a mene, e
e i'guato in quanto a mene, e mi sconfondo, / che tu daresti
stanche alcune ragazze venute di lontano, e dal muricciolo, da cui dondo- lavan
, da cui dondo- lavan le gambe e rubavano i cuori, i dami le vagheggiavano
. andrea da barberino, 5-1217: e andando per la terra, vidde dami
si staccò dal suo cavaliere, e continuò danzando a sfuggirlo, girando intorno
preghiera, come per intenerirla, prillava e scambiettava un bel po'senz'avanzare. bontempelli
dama1. damólto, agg. e sm. letter. persona di gran
cautela. = comp. da da e molto (v.). damurite
scarsa elasticità, per la lucentezza perlacea e sericea e per l'untuosità al tatto
, per la lucentezza perlacea e sericea e per l'untuosità al tatto (e deriva
e per l'untuosità al tatto (e deriva per lo più dall'alterazione di
usano in tintoria le radici; radici e corteccia sono anche usate dagli indigeni
pico dei paesi caldi, e caratterizzato dall'atrofia delle zampe anteriori
caratterizzato dall'atrofia delle zampe anteriori e dalla presenza di ghian dole
mezzo di difesa contro gli uccelli e altri animali insettivori. = voce
colore scuro rugginoso bordate di nero e una fascia bianca su quelle anteriori
. danaide2). danàio e deriv., v. denaro e deriv
danàio e deriv., v. denaro e deriv. danalite, sf.
di silicato di ferro, berillio e manganese con sol furo di
'pietra '). danaro e deriv., v. denaro e deriv
danaro e deriv., v. denaro e deriv. danda, sf.
bambino per avvezzarlo a reggersi da sé e camminare. falde, in questa
le dande per sostenerlo ai primi passi, e scarpicine rosse, verdi e gialle
, e scarpicine rosse, verdi e gialle, e calzette bianche, a righette
rosse, verdi e gialle, e calzette bianche, a righette car
'me lo tolsi giù di braccio; e reggendolo per le dande, e'
della doccia, delle dande, e del « fai servo con la manina!
, oppressiva, che toglie ogni iniziativa e libertà individuale. papini, 28-201
altri non può accettare dande, pastoie e paraocchi; cerca tutta la verità e
e paraocchi; cerca tutta la verità e non l'esagerazione di verità parziali. sbarbaro
piati di femine, a stecco tenuto e governato con dande... ».
è vero, ma anche nell'abisso camminiamo e le dande di dio ci conducono.
d'essere degli dèi in terra e di tenere essi in mano le dande per
da voi stesso, senza le dande, e le
ant. mosto fatto bollire a lungo e divenuto molto spesso. palladio
avuto nella caldaia un grosso bollore, e schiumato. crescenzi volgar., 4-24:
, passo, defruto, sapa, vino e aceto. tanaglia, 1-1424: si
a bollire, / con legne secche e dolci;... /..
;... /... e quando el terzo / per bollir mancherà
= voce dotta, lat. dèfrutum e dèfritum, forse deriv. da una
medico s'intende sempre un mago, e questo per lo più suol essere un detterà
, che sa legicchiare qualche libro, e niente importa se non ne capisce un'
, 2-i-127: volsi anche il cavallo turco e guer- nito alla lor usanza e ne
turco e guer- nito alla lor usanza e ne fui favorito di uno assai galante
forme con il part. pass, e l'aus. essere; per la
: cfr. fungere). ant. e letter.: morire. -per
per far vendetta del corpo felice, / e fate che le vecchie sian difunte,
cor mi dice, / venus pregando e l'alto giove poi / elena viva tornerà
zonto, / convegni- vase esere morto e difonto. poliziano, orfeo, 191:
è defunta. ariosto, 7-41: e così il fior de li begli anni suoi
per dover poi / perdere il corpo e l'anima in un punto; i
l'anima in un punto; i e quel odor, che sol riman di noi
, / che tra'l'uom del sepulcro e in vita il serba, / gli
si carteggiava, quando curradino / tradito fu e per carlo defunto. a. pucci
volta era addosso / caduta al papa e avevaio difunto. anonimo, ix-975:
anzi abatti ciascun quando l'hai giunto / e nel maggiore stato ha'l'uom defunto
sì pronti / io mi posso tener certo e sicuro / che li nemici miei presi
sicuro / che li nemici miei presi e defonti / saranno e posti nel baratro oscuro
nemici miei presi e defonti / saranno e posti nel baratro oscuro. 3
rangulo pecuniale non t'abandonerà mai vivo e le ricchesse mondane non t'aconpagneranno difunto
fra giordano, 2-197: or così fa e dispensa lo spirito
santo intra fedeli vivi e defunti, perocché tutti quanti sono uno
in terra presso al corpo; e piangendo così fortemente, e percotendo lo
al corpo; e piangendo così fortemente, e percotendo lo capo in terra per lo
ebb'io ed un fratello, / e poi li vidi in un mese defunti.
, se non che mi perdoni, / e fammi vivo al ben, ch'io
il colpo smisurato; / balordito era e sì come defonto / al col del
figliolo defunto s'è fatto, si fa e si farà strette orazione e li debiti
si fa e si farà strette orazione e li debiti suffragi. sarpi, vi-3-51:
chi avesse obedito a giovanni xxii, e perciò creduto che le anime de'santi defonti
/ né fior, né croce che distingua e scevri / tossa defunte, ed anima
ed anima nessuna / sospirando le avvisa e le rimpiange. svevo, 2-427:
tista era esistito fino all'abbozzo e che l'accademico era sempre intervenuto a
già comprato due case al villaggio e un pezzo di terra nelle vicinanze.
16-649: l'onoreranno di funereo rito / e di tomba e di cippo, alle
di funereo rito / e di tomba e di cippo, alle defunte / anime forti
, alle defunte / anime forti onor supremo e caro. -sm. (femm
., viii-633: santo... e salutifero è il pensiero a pregare per
l'animo pure in pensare lo volto e la immagine del defonto, che eziandìo altri
siamo nel colloquio de defonti entrati, e de virtù de scolari, io voglio
il mondo, senza distinzione di tempi e di luoghi, indulgenze amplissime, non
purgati. michiele, iii-484: con cento e cento in man faci devote / gran
defonto onorar lugubri schiere / vidi, e gente comprata a squadre intere / simular pianti
gente comprata a squadre intere / simular pianti e articolar pie note. guerrazzi, i-84
l'autunno muove sulle aiuole infiorate, e i funebri rintocchi che commemorano i defunti
dileguano verso il sole che tramonta. e. cecchi, 6-180: un breve spazio
/ vi compaiono adorni / di fiori e d'illusioni, / per diventare presto /
è la lontananza che ci resta, / e loro è l'ombra che dà peso
. 2. figur. di oggetti e di concetti: passato, trascorso,
s'appunta / l'anima tua; e fa ragion che sia / la vista in
che sia / la vista in te smarrita e non defunta. pallavicino, 8-248:
francese; v'è dunque fra esso e la republica un odio domestico e necessario
fra esso e la republica un odio domestico e necessario. guerrazzi, i-178: ogni
cosa pianse eccetto l'onore defunto; e a diritto, ché non avendo avuto occasione
in tondo / bian- cheggian selve rigide e severe, / fantasmi di defunte primavere
idem, i-693: ne l'aria fluttua e s'accende / quasi il fantasma d'
/ illusi, le impossibili chimere, / e tutte le defunte primavere, / gl'
xxi-1159: coloro, non trovandola, e veggendolo così afflitto, magro e spunto e
, e veggendolo così afflitto, magro e spunto e barbuto e piloso e defunto
e veggendolo così afflitto, magro e spunto e barbuto e piloso e defunto, stimarono
afflitto, magro e spunto e barbuto e piloso e defunto, stimarono che per gli
magro e spunto e barbuto e piloso e defunto, stimarono che per gli spessi
, stimarono che per gli spessi digiuni e le lunghissime vigilie e le 'nfinite orazioni e
gli spessi digiuni e le lunghissime vigilie e le 'nfinite orazioni e la mala vita
e le lunghissime vigilie e le 'nfinite orazioni e la mala vita colla molta penitenza,
fusse cagion di quella sua debole appariscenza e spaventata. cicerchia, 1-146: nel
stette tre dì che non tornò, e stette senza mangiare e senza bere,
che non tornò, e stette senza mangiare e senza bere, onde egli era dimagrato
bere, onde egli era dimagrato, difunto e debile, che non poteva appena star
a vederle [le citole] tutte distrutte e defunte. -molto debole.
per lo monte che l'anime cura / e discendendo nel mondo defunto, / dette
è luogo dei dannati che sono defunti e privati della grazia d'iddio. 5
, 3-88: così atteone al fin steso e defunto / da i cacciator, che
, che giungono, si trova. / e così vendicata esser si dice / la
scherz. morte. c. e. gadda, 10-205: per essi,
{ decagna), sf. rete lunga e larga, simile al graticcio, usata
usata per pescare anguille in acque basse e paludose. crescenzi volgar.,
.. anche nelle valli con coclearia e degagna, e con gradelle e piccole reti
nelle valli con coclearia e degagna, e con gradelle e piccole reti. boiardo,
coclearia e degagna, e con gradelle e piccole reti. boiardo, 3-240:
rezo per trovarmi uno stras- sinazo, e guarda che sia strassinazo proprio e non degagna
sinazo, e guarda che sia strassinazo proprio e non degagna corno è quella che mi
v.]: 'degagna', rete lunga e larga, la quale gittasi nel fondo
fondo degli stagni o delle paludi, e strascinasi un pezzo, e poi si cava
paludi, e strascinasi un pezzo, e poi si cava fuori con li pesci.
le faggie, le squadre divennero pievi e cure. = voce d'area
= comp. da de-con valore privativo e gasolina (v.).
siste nelpeliminare i gas da liquidi e da solidi. = » deriv
= comp. da de-con valore privativo e gas (v.).
resto di gas (una nave e sim.). = voce
de-con valore privat., gas e dal sufi, -ficare, dal lat.
memorie di scalpelli argivi, / sogni efferati e spasimi del bieco / settentrione, /
grandi, alcune son mezzane, alcune piccole e alcune son più nobili, non disideranti
più nobili, non disideranti se non uccelli e animali che vivon sopra la terra:
animali che vivon sopra la terra: e alcune in un certo modo ignobili e
e alcune in un certo modo ignobili e degeneranti, che appetono non solamente le carni
carni vive, ma eziandio le morte e i pesci morti. targioni tozzetti,
che, segate, riescono durissime, e mostrano la tessitura a sgonfi.
eximio scolaro, persona veramente de costumi e virtù non degenerante da la excellenzia del suo
di mantova, giovane d'altissimo coraggio e non punto degenerante da'suoi maggiori.
: io privo di ogni mia eredità e d'ogni mia successione il medesimo marzio,
mia successione il medesimo marzio, dichiarato e nominato di sopra per mio figliuolo, come
, come bastardo, indegno, degenerante e di costumi enormi. bùgnole sale,
fratei si mostra / dal sangue nostro, e con azion sì vile / la fama
natura, che l'uomo medi- tatore e sociale è un animai depravato, bastardo e
e sociale è un animai depravato, bastardo e degenerante. denina, iii-12: i
natura, che si muta in peggio e si corrompe intimamente, disgregandosi (l'
tre sorti di governo non rette, e degeneranti dalle rette. stigliani, ii-322
si scrivano componimenti satirici, massimamente legittimi e non digeneranti in libello. g
tra gli anni giovanili del duca, e quelli della regina ormai degeneranti nella vecchiaia
alimento produrrà frutti acerbi o sciapiti, e degeneranti dalla sua prima natura. de
sempre più di mano in mano degradante e degenerante. bocchelli, 12-18: cesare
oriente fu poi una sorta di tragica e degenerante sequenza e coda. 4.
poi una sorta di tragica e degenerante sequenza e coda. 4. che favorisce,
epopea tra le case di este e di lorena... compievasi, per
per la debolezza degenerante dell'una e per la politica depra vante
qualità originarie della propria natura (e si riferisce ad animali, a piante,
i semi più avaccio tralignano, degenerano e imbastardiscono ne'luoghi umidi, che ne'
quasi sempre s'assimigliano al tronco; e se qualche volta degenerano, procede dal
soderini, iv-105: i ben trascelti e perfettamente eletti e cavalli e cavalle..
: i ben trascelti e perfettamente eletti e cavalli e cavalle... anco
i ben trascelti e perfettamente eletti e cavalli e cavalle... anco per due
questo globo più interne siano più compresse e perciò più costipate e solide,..
siano più compresse e perciò più costipate e solide,... lo concedo
,... lo concedo, e lo concede anco aristotile: ma che elle
anco aristotile: ma che elle degenerino e sieno altro che terra della medesima sorta che
forse col- l'andar del tempo degenerare e imbastardire. p. verri, i-54
] sono più lunghi, più sottili e più fibrosi d'ogn'altra sorta di lino
gli animali, ec., trasportate e stabilite dall'uomo in paesi a loro
si voltò alla cascina in basso, e scorse rocchio sui filari, donde si levavano
i-39: non t'wedi, misera, e non senti / che i lauri tuoi
dell'eloquenza in atene erano di sano e gentil sapore, ma...,
frutti degenerarono ed acquistarono un sapore aspro e malsano. 2. figur.
a chi da'suoi chiari progenitori digenera e traligna. boccaccio, dee., 10-3
masuccio, 414: cognobbe il vertuosissimo e illustrissimo re, la intera vertute del
matre non degenerare. pulci, 28-118: e veramente dal suo genitore / non è
a fare il principe per successione, e non per elezione, subito cominciarono li
era imbastardito in lui el sangue fiorentino, e degenerato in costumi esterni e troppo insolenti
fiorentino, e degenerato in costumi esterni e troppo insolenti ed altieri al nostro vivere
15-ii-474: i figliuoli vanno sempre degenerando e peggiorando. tasso, 8-6-1348: chiunque traligna
de'maggior antica / dissimil fatto, e quasi al mondo è un mostro. /
quasi al mondo è un mostro. / e spesso avien ch'egli traligni in guisa
non era mai per degenerar dalla virtù e costanzia de'suoi maggiori. segneri,
loro antica bontà, d'essere inospitali e d'irritarsi contro ogni sorta di merito
il presente annebbiavasi, titubava la fede e si smarrivan le idee, instituzioni e
e si smarrivan le idee, instituzioni e costumi alteravansi, l'uomo degenerava e
e costumi alteravansi, l'uomo degenerava e scemava. michélstaedter, 67: per vanità
non degeneri da una serie di avvocati e colonnelli. -scherz. cieco
il pronto dir, le man rapaci e ladre / no 'l fer degenerar punto dal
natura femminile, comandava così licenziosamente, e così avidamente appropriava a se medesima le
.. i tedeschi moderni non degenerano, e la passione naturale veniva fomentata sino a
per me da vero padrone affezionato, e gliene rendo molte grazie; assai curandomi
che è stato sempre di partorirmi utile e onore dalle calunie promossemi dai maligni. loredano
piaceri fa degenerare nel soldato la fatica e la virtù. muratori, 5-iii-89: la
leopardi, i-1219: tutto può degenerare e degenera, fuorché le parole e le lingue
degenerare e degenera, fuorché le parole e le lingue astrattamente considerate. svevo,
della fossetta che divide i campi, e cadde bell'e riversa sull'erba.
che divide i campi, e cadde bell'e riversa sull'erba. tutti i ragazzi
sbottarono in una risata... e sorrise anche il maestro, ma presto si
ma da che i versi fescennini del volgo e de'rustici degenerarono in ima troppo esorbitante
rustici degenerarono in ima troppo esorbitante satira e maledicenza, dalle leggi romane ne fu
degenera in tristezza, in desolazione, e strascina gli uomini al precipizio. botta
essa non è fiore da quella serra, e le sue vispe cadenze degenerano presto nella
è l'uomo quel che vuole, e mezo tra i bruti e gli angeli,
vuole, e mezo tra i bruti e gli angeli, secondo ch'elegge,
ch'elegge, può all'inferiore degenerare e al superiore applicarsi. b.
, come furono i descendenti da alcibiade e da dionisio primo; e gli ingegni quieti
da alcibiade e da dionisio primo; e gli ingegni quieti vanno degenerando in pigrizia
gli ingegni quieti vanno degenerando in pigrizia e in dappocaggine, come furono gli descendenti
gli descendenti da cimone, da pericle e da socrate. pallavicino, 1-143:
da socrate. pallavicino, 1-143: e suoi seguaci degenerarono in laidezze sì stomachevoli
, i-180: moltissima delicatezza d'ingegno e vivacità d'immaginazione richiedesi in chiunque ricerchi
forse due o tre vi riescono, e la maggior parte degenera o in basse
la maggior parte degenera o in basse e plebee contumelie, ovvero in ricercate e
basse e plebee contumelie, ovvero in ricercate e fantastiche allusioni, che risvegliano tutt'al
mali sovente eccede, trascorre, inveisce e degenera in malignità. cattaneo, iii-1-201:
s trazione degenerava verso la forma orientale, e si riassumeva in una assoluta e noncurante
, e si riassumeva in una assoluta e noncurante fiscalità. michelstaedter, 727:
determinazioni: queste corrispondendo ai bisogni elementari e alla elementare potenza, sono gradite a
flussione calatagli dalla testa prima nei denti e poi nella gola... ha
gola... ha degenerato in gotta e in chiragra. giannone, 1-ii-305:
suo capezzale, gli fece da infermiera e da cameriera, dimenticando la propria ambascia
bronchite che poi è degenerata in otite secca e questa in meningite. 7
savinio, 1-103: i progressi della locomozione e le esigenze commerciali hanno degenerato quel dolce
comp. da de-con valore di allontanamento e genus -èris 'nascita, razza '(
ma cercar di estirpare appena appaiono. e. cecchi, 9-328: certe forme degenerative
se non dimostra egli stesso gravi anomalie e asimmetrie somatiche, il suo albero genealogico
degenerativa: costui è candidato al manicomio e al suicidio. michelstaedter, 641:
al suicidio. michelstaedter, 641: e che ha fatto salvini? ha caricato
d'alberti, 286: fra 'degenerato'e 'degenere'vi ha questa differenza, che
i-172: noi siamo animali degenerati, e la nostra vita non è naturale,
uomo fisicamente degenerato, che fa tremare e ingrassare le platee. levi, 1-29
inetti, gli oziosi: la noia e l'avidità li rendono malvagi. questa classe
lo esser la più parte corrotti, e per lunga servitù degenerati. luca pulci,
: / costui, nelle parole alte e leggiadre, / non par degenerato dal suo
, venne finalmente a una debolezza tale e sì fatta, [ecc.].
che la grecia stessa ha più splendide e più feconde; di quelle faccia argomento
feconde; di quelle faccia argomento, e quasi riparo a se stesso contro i
stesso contro i colpi de'greci infedeli e degenerati. carducci, iii-25-360: un
: è una classe degenerata, fisicamente e moralmente: incapace di adempiere la sua
incapace di adempiere la sua funzione, e che solo vive di piccole rapine e della
, e che solo vive di piccole rapine e della tradizione imbastardita di un diritto feudale
lettere prostituite; tutte le passioni languenti e degenerate in una indolente vilissima corruzione.
si è creduto, contro la scolastica e la chiesa, ma contro la degenerata scolastica
chiesa, ma contro la degenerata scolastica e l'averroismo. soffici, v-1-28: tante
, v-1-28: tante altre teorie artistiche e letterarie venute di fuorivia e degenerate fra
teorie artistiche e letterarie venute di fuorivia e degenerate fra noi sino a diventar argomento
putrefarsi. 5. agg. e sm. persona corrotta, pervertita,
ancora in italia del buon sangue latino e del gran senso de'padri, a dispetto
e dell'innata cretineria. oriani, x-14-232:
me questa degenerata? » pensava; e provava un desiderio violento di rompere a forza
a forza di schiaffi l'immobilità fastidiosa e ambigua di quegli occhi e di quel
immobilità fastidiosa e ambigua di quegli occhi e di quel viso. degenerazióne, sf
grave malattia della vite dovuta a virus e caratterizzata dall'aspetto cespuglioso, tralci esili
chiazze clorotiche, nervature parallele, colatura e impallinamento, fasciazioni e trasformazione di viticci
parallele, colatura e impallinamento, fasciazioni e trasformazione di viticci in rami, presenza
norme che regolano la vita morale (e anche dai canoni più comunemente accettati che
dante, conv., iv-x-10: e qui s'intende viltade per degenerazione,
rezzonùo, xxiii-258: imperocché le tende e la selva erano evidentemente il modello di
evidentemente il modello di sì ardite fabbriche, e dall'arabesco genio traevano queste idee,
il quale fu degenerazione incominciata a costantinopoli e propagata in italia dai greci. foscolo
della gloria applicandola a grandi ingegni; e l'ho riguardata soltanto nelle sue naturali e
e l'ho riguardata soltanto nelle sue naturali e generose disavventure; né vi ho ancora
fuori come bellezze, diventano maniera, e ciò è la degenerazione della scuola.
infanticidio è imo di questi drammi. e poi, gli urti violenti tra padre e
e poi, gli urti violenti tra padre e figlio. e poi, le degenerazioni
gli urti violenti tra padre e figlio. e poi, le degenerazioni della coabitazione.
berchet, 109: il tanto raro e tanto famoso « roman- cero generai »
dell'uomo da uno stato primitivo più perfetto e felice. de sanctis, 7-46:
si è accompagnata con le degenerazioni economiche e sociali. 4. medie.
le stimmate della miseria, della malattia e del vizio erano più spiccate, massime nei
lunghe storie apparivano, di decadenze fisiche e morali, di degenerazioni dei sensi e
e morali, di degenerazioni dei sensi e della coscienza, di traviamenti, in tutte
, in tutte le sudicerie della persona e delle abitudini. di giacomo, i-786
iridi grige, che talvolta si slargano e par che lampeggino. baldini, i-361:
cranii difformi, teste schiacciate, mandibole e orecchie bestiali, guardatura losca.
collagene, che divengono avide di eosina e si presentano simili a formazioni di fibrina
colonie prese molti vizi esotici, e il germe di una malattia tormentosissima
garzoni, 2-3: altri degeneri e traligni da'primi, non però tanto
cattaneo, iii-1-243: i più piccoli e degeneri pochette') non sono più grossi
pervertito, corrotto, vizioso. lettere e istruzioni dei dieci di balia, 5-124:
insieme co'nostri collegati siamo disposti, e desiderosi di pace, per la comune
, la faremo di franco animo; e non saremo inferiori, e non saremo degeneri
animo; e non saremo inferiori, e non saremo degeneri a'nostri maggiori,
, che ci hanno acquistato questo stato, e questa libertà. albergati, 91:
tornar più bella, / frangere i ceppi e crescere / la chioma sua saprà.
non molto unire quei del cavaliere pindemonte e di giovanni torti, unico tra gli alunni
sì gran guerra, come principio ignobile e degenere dall'altissimo argomento eroico. botta
degenere, con una foresteria di lingua e di stile, che non desta poca meraviglia
un nuovo alfabeto (come per le e mute, ecc.), fu incorrigibile
tedesca, riuscì in una opposizione cruda e perciò anch'ella degenere. baldini,
beato papini che piomba dal cielo e mi libera dalle granfie del più degenere
meriti de'suoi maggiori... e all'ombra de'magnifici fatti di quelli copra
fatti di quelli copra la sua degenere e tralignante oziosità. aleardi, vi-550:
/ palagi, l'ozio, i carnovali e il sonno. 5. medie
trattava d'una donna pazza per ereditarietà e degenere in ogni senso. =
comp. da dè-con valore di allontanamento e genus -iris 4 stirpe '(ma
-iscère. degènte, agg. e sm. e f. che è costretto
degènte, agg. e sm. e f. che è costretto a letto
. è voce usata nel gergo burocratico e vale 4 che presentemente sta, si trova
, i-631: il degente rimasto teso e impassibile alla richiesta del fratello più grande,
, detto coniglio mannaro, attualmente ricoverato e degente nel manicomio provinciale di ferrara?
manicomio provinciale di ferrara? c. e. gadda, 6-342: il degente
vitam], formato da di-con valore rafforzativo e agire 4 passare, trascorrere [
, 1-176: ecco che dopo giorni e giorni di squallida degenza in ospedale,
clinica, gli aprì la pancia e glie la richiuse senza togliergli né
in degenza per quaranta giorni interi e in ultimo gli presentò un conto di ven-
= deriv. da degente. degètto e deriv., v. deietto e deriv
degètto e deriv., v. deietto e deriv. dégli, v. di
= comp. da de-con valore privativo e globulo (v.).
, cioè ch'io possa gustare cristo, e ch'io mi trasformi tutto in lui
ch'io mi trasformi tutto in lui e gusti il mio salvatore. straparla,
l'acqua per ascoltare dimorava, s'addormentò e così dormendo fu dalla sirena diglutito,
nottolino protuberante, che gli andava su e giù ogni qual volta deglutiva. cicognani
jovine, 28: la deglutiva lentamente e gli si empivano le ghiandole del palato
occhi, ora, tra le bolle e le verruche della testa piatta parevano due
, trangugiato. c. e. gadda, 310: verso sera,
ricusavano di porgere orecchio, gratis, e con un cespuglio di peli rotondi fuor
rincasante matrona. deglutitóre, agg. e sm. (femm. -trice).
anche al figur. c. e. gadda, 373: dal registratore della
campanello a ogni battuta, dal militante e trionfante ingranaggio, si sgranava ancora in un
si infissero nelle fauci dei due rettili; e questi si convolsero, spasimarono fieramente
si convolsero, spasimarono fieramente, e poco dopo ven nero a
morti. savinio, 97: gli imi e le altre deglu tivano a
tivano a fatica, allungando il collo e tirando su il mento, come
munda et immaculata, per dezonio et orazione e beneficio de carità, comandamoti destrectamente ca
, comandamoti destrectamente ca, tra qui e martidie, debie inscire de tuta cristianità.
5-147: dovemo ornare l'anime nostre e farle belle, acciocché fossimo acconci di
peccato, con legittima satisfa- zione condennando e piangendo quelli mali ch'elli fece.
[la testa di gensualdo], e tenendola in mano e teneramente baciandola con
di gensualdo], e tenendola in mano e teneramente baciandola con molte lacrime onorando la
baciandola con molte lacrime onorando la fede e l'amore del suo buon balio,
dignamente io lodi / vostre bellezze angeliche e divine, / se mi par ch'a
biondo crine / volga la lingua inettamente e snodi? loredano, 1-96: amore
1-96: amore viene da tutti decantato e preconizzato con attributi divini; e che
decantato e preconizzato con attributi divini; e che altro drappo può degnamente vestire un
maestro, diede un segno degnamente mescolato e di compassione inverso il reo e di
mescolato e di compassione inverso il reo e di disdegno contro l'attore. alfieri,
, v-1-731: le più gonfie, e le più (non dirò calde) ma
infine, per degnamente coronare la sua e loro ospitale cortesia, pregò la moglie
la loro mente la tristizia affligge, e la fiamma lo corpo. e degnamente,
, e la fiamma lo corpo. e degnamente, imperò che la mente al
che la mente al male hanno inchinata, e col corpo la niquitade hanno operando compiuta
corpo la niquitade hanno operando compiuta; e però degno è che simigliantemente siano e
e però degno è che simigliantemente siano e nell'anima e nel corpo puniti.
è che simigliantemente siano e nell'anima e nel corpo puniti. guittone, i-10-88
alcuna badasse ne lo schiavo suo, e nel più brutto e vile de la magione
schiavo suo, e nel più brutto e vile de la magione, non serea
serea fallo grande sovr'onni grande, e degniamente villana mertarìa morte? bartolomeo da
3-7-3: siccome ne'vecchi ha luogo e si conviene gravezza di costumi, e ne'
luogo e si conviene gravezza di costumi, e ne'giovani uomini accorgimento e prestezza d'
costumi, e ne'giovani uomini accorgimento e prestezza d'operazioni; cosie ne'più
stato stimato principio d'ogni altra mutazione e forma. dottori, 168: figlia,
, questo è uno affetto / lecito e generoso, degnamente / al tuo cenere
cenere avanza. monti, iv-164: e quanto il core mi goda di udirvi
levato all'alto onore di governare parma e piacenza, non vel so dire. carducci
queste ultime rime con un voto santissimo e degnamente altero all'italia.
orazioni, le quali furono sommamente lodate e commendate per dua cagioni: in prima
: in prima per loro eleganza, e il simile per averle recitate degnissimamente,
2-45: vedemo parecchi belle volerie; e maestro giorgio fece volare el falcon pellegrino
volare el falcon pellegrino a campagna, e tornò molto degnamente al logoro. l
giva enea, / sì degnamente, e sovra ogn'altra adorna / e la
, e sovra ogn'altra adorna / e la sua vista, e * suoi sembianti
adorna / e la sua vista, e * suoi sembianti egregi. cesarotti, ii-454
solidità di dottrine, finezza di riflessioni e maestria di maneggio. = comp
: nel secondo frutto ripensi la benignissima e degnantissima condescen- sione e inchinamento a noi
ripensi la benignissima e degnantissima condescen- sione e inchinamento a noi miseri peccatori. d.
9-30-123: tenersi schifo, non degnante, e coll'affetto il più che dir si
: avea lo spirito doppio di elia e di eliseo, di elia zelante e di
elia e di eliseo, di elia zelante e di eliseo degnan- tissimo.
; concedergli qualcosa come una distinzione (e anche un dono, un onore,
lacerato, sarai sparto in mille luoghi, e brutterai le selve di sangue. pulci
, se 'l mio prego è giusto e degno, / ch'io possi te laudar
vincitore / degnato avrebbe il mio cenere e tossa / d'alcun onor di lagrime e
e tossa / d'alcun onor di lagrime e di fossa. marino, 2-78:
* o * degnarsi di fargliela 'e simigliami modi, gli ho per mio bisogno
o dalla pittura, assaissimo ci piacciono e ci dilettano. cesarotti, ii-232:
bigio, rosicchiando un cardo / rosso e turchino, non si scomodò: / tutto
chiasso ei non degnò d'un guardo / e a brucar serio e lento seguitò.
d'un guardo / e a brucar serio e lento seguitò. faldella, 3-25:
degnasse decisamente dei palpiti del cuore. e. cecchi, 8-132: regolarmente gli antichi
insistono su dipinti per noi morti; e non degnano di menzione statue che..
palazzo rococò, dove le statue, monche e lichenose, non degnavano più di uno
, oggi sono ancora oggetto di discussione e di studio. 2. disus
per questo si seppe chi egli era e ch'egli era di gentile nazione; e
e ch'egli era di gentile nazione; e tale gli rendeva onore, che prima
(1989): quel ferrigno, e adamantino cuore, / che non degna
l'incolpa, / conosca il torto e la sua propria colpa. pallavicino,
'no. 3. ant. e letter. accogliere, accettare. -anche
però sempre la servo / con umele e fin core. fiore, 190-14:
volse, / restò in vergogna, e chi lo vide in pianti. berni,
/... veste d'oro, e più non degna il panno. caro
esser stato degnato da voi per amico, e dagli altri per luogotenente delle vostre lodi
delle vostre lodi. lippi, 5-63: e acciò stremata non gli sia la vita
invito a mangiare o a bere, e 'degnevole 'si dice quello che facilmente
conceduto per onorare la natura umana, e rappresentare la deità, accogli e degna
umana, e rappresentare la deità, accogli e degna quello che i mortali dar possono
dar possono agli dei sempiterni; venerazione e amore, con perpetua conoscenza de'tuoi
, le spie s'arrabattano, / e lo so come voi: / ma,
pur costretto a lasciarmi trascinare nel salotto e a ¦ degnare », com'essi
dignità. guittone, i-26-8: grasia e mersede a voi, signor dibo- naire
, signor dibo- naire, che grasia e onore tanto fatto m'avete, l'umel
, l'umel persona despetta mi'accogliendo e degnando in vostra altessa. dante,
paradiso. poliziano, 1-744: alto e muschioso faggio, / che siei stato degnato
10 spezialmente tra tanto numero di maggiori, e più atti a sì notabile e eccessivo
, e più atti a sì notabile e eccessivo favore, fussi stato degnato,
, concedere. guittone, i-25-25: e d'essa donerò voi alcuna gioia piaciente
d'essa donerò voi alcuna gioia piaciente e utel tanto, quanto esso mio signore bono
talvolta fra noi alcune nature sopra umane e angeliche... di tanta perfezione
angeliche... di tanta perfezione e eccellenza; e di tanta bontà, e
. di tanta perfezione e eccellenza; e di tanta bontà, e valore, che
e eccellenza; e di tanta bontà, e valore, che altrettanta consolazione..
. intr. (con la particella pronominale e l'aus. essere). consentire
essere). consentire, per bontà e condiscendenza, a compiere un atto che
sia ritenuto inferiore alla propria dignità (e si usa spesso, all'imperativo,
pure, frequentemente, in proposizioni negative e, qualche volta, con significato ironico
, / la giente ci corressoro da traverso e dallato, / tutt'a meve diciessono
/ per quanto avere à 'l papa e lo soldano. cavalca, i-33: e
e lo soldano. cavalca, i-33: e poich'ebbe iddio veduto la costanzia del
popolo lo quale abita in questi monti; e non uscirà della bocca mia altro che
cristo] di morire dinanzi alli superbi e resurgere dinanzi alli umili. collenuccio,
farlo, prese 11 piede del re e alzandolo se l'accostò a la bocca e
e alzandolo se l'accostò a la bocca e baciollo. sannazaro, viii-132: allor
il quale degnato vi siete di entrare e di soggiornare nella sua piccola casa.
: deh ferma il piede, / e degnati, callinome gentile, / d'ascoltar
ai luoghi dove ferve il lavoro industriale, e modellare i loro progetti a norma delle
i loro progetti a norma delle esigenze, e delle capacità pratiche possibili delle persone impiegate
perché questi si esercitano cogli uguali, e nessuno vorrà degnarsi di credermi suo uguale
di dosso uno straccio di porpora, e lo diè al poeta. de marchi,
: bisognò correre al municipio per le formalità e aspettare due ore che i signori impiegati
di venire alla mora. -ant. e letter. senza la particella pronominale (
degnano, menami a lo mosteri / e sposami davanti da la iente / e poi
/ e sposami davanti da la iente / e poi farò le tuo comannamente. compagnetto
guangelo di dio, quasi come contumaci, e se noi degnaro d'udire, in
di dio, che venne, soprappresi e infranti fuoro. g. cavalcanti, iv-50
quella donna mi degnò guardare, / e vennesi a posar nel mio penserò.
non degnaste. pulci, 27-127: e perdonasti a tutta la natura, / quando
tu perdonasti al primo padre; / e poi degnasti farti sua fattura, /
non donne che nell'aspetto, nel parlare e in tutti i movimenti suoi portino tutta
i gentil costumi, tutto 'l sapere e tutte le grazie unitamente cumulate. tasso
alcune chiese particolari non è conservato, e in altre è tenuto con grande indecenza
la strada, molti non s'ingenocchiano e altri non degnano manco scoprirsi il capo
poi mi tesseva gli annali recenti, e i delitti di tanti uomi- ciattoli ch'
vigore d'animo, non dirò di siila e di catilina, ma di quegli animosi
il patibolo. manzoni, 33: e tu degnasti assumere / questa creata argilla?
le sue opinioni, perseguirlo con l'ironia e col sarcasmo, questo non è né
che ci si sberretti sul loro passaggio, e non gli si fa luogo mai abbastanza
si fa luogo mai abbastanza in fretta, e se degnano d'accogliere il saluto e
e se degnano d'accogliere il saluto e l'ossequio, lo fanno con un'albagia
insolenza franca. -per estens. e al figur. francesco da barberino,
] che, per onor di sé e per amor di quella sua compagna c'
: se dopo gran sete, asciutto e stanco, / sia da nube leggier di
sia lunge all'or da lui l'aratro e 'l bue; / per che solcato
per che solcato sol, tal rabbia e sdegnio / prende col suo signior ch'
ma si fanno ben conoscere nello strangolar leoni e sbranar elefanti. fontanella, iii-363:
voglie, / calcar povero suol rifiuta e sdegna, / pavimenti gemmati, aurate
schifa: ella non degna si basso, e le pare essere si grande, che
altro, arrideno a un altro, e con troppa blandizia, assentatoli'e servili,
, e con troppa blandizia, assentatoli'e servili, se gettano a gratificare a
or quando ti scontriano, / degna, e di', come suoi: addio,
vedete voi... che i benefizi e le leggi vostre non sono nelle mani
ma di quelli che hanno più audacia e di malizia? i quali non si degnando
come essi, nati di nobiltà, e solamente di gravi angarie caricandovi, dividono
che a pochissime persone / si degna, e che non vuol che le si faccia
neppure merita il nome di cavaliere: e degnandovi come a nobile, a chi
cosa, adattarsi a una situazione (e sempre con tono alquanto sostenuto);
febbri, doglie, catarri, mali ordinari e triviali, non me ne degno.
: non si degna di due lire, e l'anno passato si degnava di meno
io non aspetto già queste dee; e mi degnerei d'una donna terrestre, ignorante
donna terrestre, ignorante, sciocca, e in somma tutta donna: e non la
sciocca, e in somma tutta donna: e non la trovo né men questa.
giusti, 3-165: del sergentato semplice e del povero caporalato non si degnavano neanco i
a tanti onori, / aride erbette e rustica capanna, j ch'aprir vedete
: nel secondo frutto ripensi la benignissima e degnatissima condescen- sione, e inchinamento a
la benignissima e degnatissima condescen- sione, e inchinamento a noi miseri peccatori.
concedere un favore, a mostrarsi affabile e cortese verso persone a lui inferiori.
atto di questa sapienzia sospende i sensi e la immaginazione, la ragione e lo
sensi e la immaginazione, la ragione e lo intelletto, così il pratico come il
, così il pratico come il teorico, e li usi e li uffizii dello intelletto
pratico come il teorico, e li usi e li uffizii dello intelletto, e isclude
usi e li uffizii dello intelletto, e isclude ogni intelletto e ogni cosa che
uffizii dello intelletto, e isclude ogni intelletto e ogni cosa che intendere si può,
intendere si può, sì come è sustanzia e unità; e trapassa lo specchio e
sì come è sustanzia e unità; e trapassa lo specchio e le figure, e
e unità; e trapassa lo specchio e le figure, e per divina dignazióne
e trapassa lo specchio e le figure, e per divina dignazióne unisce a dio la
divina dignazióne unisce a dio la dignità e la altezza della affezione principale. imitazione
lui fu l'umiltà della degnazione, e tale a un tempo il vigore della giustizia
detto fatto, il principe uscì, e andò veramente (che non fu piccola
piccola degnazione) dal detto vicario; e concertarono che verrebbe di lì a due
si crede posta tra le cose celesti e le terrene, per appropriarsi la gloria
mondo come un diritto di feudo, e la gloria del paradiso per la degnazione avuta
tal modo, che la sua degnazione e umiltà in prendere carne non menimasse però
. chiara, 77: 1 preti e i cardinali con divota degnazione circondano il
cardinali con divota degnazione circondano il cataletto e intorno al corpo della vergine finiscono l'usato
placidezza, la soavità della vostra natura: e se diveniste ancora papa, so che
che abbraccereste dal vostro soglio cordialmente, e benedireste... me vostro tenero ed
, tant'è piena di gentilezza, e di degnazione, e di benevolenza e
piena di gentilezza, e di degnazione, e di benevolenza e d'amore. leopardi
e di degnazione, e di benevolenza e d'amore. leopardi, v-716: è
degnazione democratica dalla parte dei gran signori e delle grandi dame. faldella, iii-58
quando cicalavate al tribunale per degnazione; e quando stavate
. deledda, iii-141: li aspettava e li accolse affabilmente, non senza però
nostro gruppo con una certa degnazione, e « chi sono questi signori? »
gatta] le carezze con degnazione, e socchiudeva gli occhi trasparenti ma infidi.
è creduto dal mondo) laureato in tutte e tre le facoltà. rovani, i-131
degnazione di parlare animatamente di studi antropologici e psicofisiologici e di sociologia e di etnografia
parlare animatamente di studi antropologici e psicofisiologici e di sociologia e di etnografia e di
studi antropologici e psicofisiologici e di sociologia e di etnografia e di statistica.
psicofisiologici e di sociologia e di etnografia e di statistica. -oh degnazione!
dell'ordinario. cavallotti, vi-776: e se provar sopra una gente vedi /
superi, degnevolìssimo). ant. e letter. propenso ad atti di degnazione,
più degnevoli che voi non siate, e non giudicaste disdicevole al vostro sussiego il
mio padrone poi è un cavaliere degnevole e popolare. roberti, xi- 1-73:
anche di più la nostra amicizia cordiale e alla buona. la quale non è
parte il proposito vanitoso di parer degnevoli e affabili, e il piacere di sentirci
proposito vanitoso di parer degnevoli e affabili, e il piacere di sentirci al disopra del
a lui il saluto, risalutò degnevole e fe'segno a tutti, che si scappellavano
fe'segno a tutti, che si scappellavano e s'alzavano, di star comodi.
. rucellai, 2-2-246: gli atti degnevoli e le maniere soavi e grate, accrescono
gli atti degnevoli e le maniere soavi e grate, accrescono, non tolgono, stima
, sotto sotto, piene di dispettuzzi e disdegni talvolta feroci. carducci, iii-16-249
, 761: il suo viso degnevole e dimostrativo... spirava per così
tal quale disgusto, perché sentiva fastidio e duolo del ricatto subito e di cotesto
sentiva fastidio e duolo del ricatto subito e di cotesto nuovo complice sciamannato. 3
uno ha imparato a mettere insieme vocali e consonanti in tutti i modi, sa
per invito a mangiare o a bere, e degnevole si dice quello che facilmente accetta
, 1-i-174: parea rifiutare ogni presente, e ricevealo così alla trista e in
, e ricevealo così alla trista e in contegni come se pur fosse
contegni come se pur fosse degnevolezza e benignità dal suo canto il condursi ad
intendesi affabilità mag giore, e può esserci cordialità. = deriv
, 20-145: mettiamoci pur anche le mosche e le zanzare, che pure così
le zanzare, che pure così familiarmente e degnevolmente ci favoriscono.
, aiuto, perdono, commiserazione (e il complemento che ne dipende è retto
tu èi omo digno de multo onore e sempre fuisti nostro amigo speciale, vo-
, vo- lemo a li toi pregi e domandosene satisfare voluntera. laiini, xxviii-152
satisfare voluntera. laiini, xxviii-152: e anche questo esemplo: « è giraldo
di ciò che commise furto? »; e questionasi del sì o del no.
? petrarca, 5-11: così laudare e reverire insegna / la voce stessa, pur
vi chiami, / o d'ogni reverenza e d'onor degna. boccaccio, dee
che sono in sua potestà di fare e di non fare. grazzini, 2-31:
con una delle mie novelle, un doloroso e com- passionevol caso, e veramente degno
un doloroso e com- passionevol caso, e veramente degno delle vostre lagrime, farvi
volentieri coloro che ne son degni, e più volentieri ascoltali ancor lodare. casti,
sue prime gesta illustrar gode, / e commendabil per virtù si rende. manzoni,
/ seco il ripete ad una voce, e grida / che, anco mendico
grida / che, anco mendico e derelitto, il fido / degno è d'
che il fellon tra gli agi / e gli amici. -davver? ma,
egli è degno, / perché è mendico e derelitto? scal vini,
: come se tra l'ammirazione e il rispetto, di cui non la
non la stimavano più degna, e il dileggio, con cui ora la accom
, i-28-26: o quanto m'à soente e forte offezo mio tracoitato core, amando
. dante, purg., 1-6: e canterò di quel secondo regno / dove
dove l'umano spirito si purga / e di salire al ciel diventa degno. boccaccio
in region remote. / nobilissima fuga, e che l'imiti / ben degna alcun
per dio, di esser libera, e quel ch'è peggio, la libertà
. che è idoneo, per qualità innate e capacità acquisite, a una mansione,
ariosto, 2-263: camerier, scalco e secretarlo truova / il signor degni al grado
1-34: ei si mostra ai soldati: e ben lor pare / degno dell'alto
potestà di elegger li sacerdoti degni, e di ricusare li indegni. panciaiichi, 225
per l'elezione d'un pontefice degno, e dotato di quelle parti che potessero far
dalle virtù tradizionali della propria famiglia (e si usa parlando di persone legate da
d'inghilterra caterina figliuola già di ferdinando e di elisabella, re di spagna, regina
4-290: per età, per bellezza e per cortesia, l'un dell'altro degnissimi
eroi, / terror dell'asia, e folgori di marte /... or
di te; tu l'eleggesti; e basta questo / testimone del tu'affetto /
riconosco / prole più degna ognora / e del padre e di me. botta,
più degna ognora / e del padre e di me. botta, 4-386: ferdinando
la ragazza, benché buona, è povera e non è degna di te. c
non è degna di te. c. e. gadda, 139: allora feci del
1-739: sapeva come l'arese di cheto e sott'acqua, fosse la sua perpetua
, fosse la sua perpetua avversaria, e si adoperasse a mantenere, contro di
intitola massaro della plebe. c. e. gadda, 522: il garzonaccio del
522: il garzonaccio del macellaio, e il suo degno sosia della drogheria.
, proprio, peculiare, caratteristico (e presuppone un paragone fra cose e persone
(e presuppone un paragone fra cose e persone che abbiano fra loro relazioni di
, 3-1-19: veramente magnifico detto, e degno a grande e savio uomo. l
magnifico detto, e degno a grande e savio uomo. l. martelli, 1-62
te degne credo / l'imprese malagevoli e le grandi. galileo, 3-1-25: pensiero
grandi. galileo, 3-1-25: pensiero altissimo e degno di platone. muratori, 5-iv-156
5-iv-156: ingegnosamente argomenta il poeta, e il suo argomento nobilmente amplificato giunge a
a formare un sonetto dignissimo di lui, e massimamente bello ne'terzetti. metastasio,
? -è degno / d'un guerriero e d'un re. p. verri,
i-214: sarà dunque una virtuosa occupazione e degna d'un buon cittadino, quella di
azeglio, 2-471: per ora, e col caldo, degno del senegai, del
in modo degno delle persone che servo e anche degno della mia condizione e delle
che servo e anche degno della mia condizione e delle persone che mi raccomandarono tanto calorosamente
bisogna che nessuna passione piccina, meschina e degna di un'anima isterica e tremebonda
meschina e degna di un'anima isterica e tremebonda, distolga dal seguire virilmente il
pensiero nel suo logico cammino. c. e. gadda, 79: col ticino
. guittone, i-28-1: degnissimo e soficiente di catuna condissione e di tutte
: degnissimo e soficiente di catuna condissione e di tutte parti a tali e a magiore
condissione e di tutte parti a tali e a magiore dignità, specialissimo signore e
e a magiore dignità, specialissimo signore e padre mio. francesco da barberino,
ti sieno in piazza giochi / canto e stormenti radi / non blasmo pur che vadi
cui si convegna / considerati ben li tempi e i luoghi. dante, purg.
acqueti ornai 'l cor vostro afflitto, / e cerchi uom degno, quando sì l'
cantari cavallereschi, 62: brigate graziose e degne, / datemi pane, o
magnifico gonfaloniere, dignis- simi magistrati, e voi altresì prestantissimi cittadini. torricelli,
vostra,... degnissimo arciconsolo e virtuosi accademici, è difficile da comprendersi
ora presidente dignissimo. tommaseo, i-400: e le cose che sentite voi, degno
ch'odia di madre il nome / stolta e crudele! come / talento reo la
a danze si abbandona -furiosa: / e in tanto, o empia!, langue
petto / il caro pargoletto, / e d'altrui baci impara / / disconoscenza
egli generosamente, con atto da vero cristiano e degno ministro di dio, avrebbe non
interessi..., ma anche rimessi e condonati i debiti. montale, 3-23
gier, che fu di voi / e de'vostri avi illustri il ceppo vecchio
ubbidire a'suoi capi,... e sotto gli auspici e 'l comando di
... e sotto gli auspici e 'l comando di costoro conseguir la vittoria,
: alcuni s'ingannano della vera penitenzia, e non fanno frutti di penitenzia degni.
1- 93: grazioso alla gente e degno a dio. diodati [bibbia]
dell'alpi] hanno certi dilettevoli colli e fiumi degnissimi, e luoghi più convenevoli
certi dilettevoli colli e fiumi degnissimi, e luoghi più convenevoli al culto umano.
, 179: sopra del campo degno e peregrino, / fatto sarà un gran
non possa dar lor noia, / e in allegrezza conquistar la gioia. burchiello,
conquistar la gioia. burchiello, 109: e se 'l petrarca, alle leggiadre imprese
imprese / pose mano alla penna, e ire, e sdegni / facendo i versi
mano alla penna, e ire, e sdegni / facendo i versi suoi sì dolci
sdegni / facendo i versi suoi sì dolci e degni / nullo elicona mai dir gli
nel regno di castiglia tra 'l cavaliero e 'l fra minore. pulci, 1-5:
degno, / com'egli ebbe un ormanno e 'l suo turpino, / ch'avessi
turpino, / ch'avessi diligenzia avuto e ingegno; / sarebbe carlo magno un
/ però ch'egli ebbe gran vittorie e regno, / e fece per la chiesa
ebbe gran vittorie e regno, / e fece per la chiesa e per la fede
regno, / e fece per la chiesa e per la fede / certo assai più
guerriero /... d'alta sembianza e degna. baruffaldi, 29: che
/ con figure / di rilievi / degni e rari. algarotti, 3-245: ivi
uso di quei confratelli, dipinto a quadratura e a figura da leonello spada e dal
quadratura e a figura da leonello spada e dal brizio, che è cosa veramente
: tu mi hai rinnovellato la gioventù e la fede. farò ancora qualcosa di degno
un'entratura a un discorso più degno e più affettuoso. piovene, 5-27:
nero, avanzavano lente chiacchierando, corpulente e degne. 7. importante,
d'oro o ver di gemme abbondi; e perciò è più dell'altrui desideroso.
è la degnia cosa del mondo, e la più bella e la più benedetta;
cosa del mondo, e la più bella e la più benedetta; ché la buona
ché la buona anima è più bella e più isplendente che 'l sole, e
e più isplendente che 'l sole, e più degnia che niuna altra cosa che idio
vi-28: è meglio avere buona nominanza e buona fama, che none avere buone cose
fama, che none avere buone cose e odorifere, e unguenti degnissimi. leggenda di
none avere buone cose e odorifere, e unguenti degnissimi. leggenda di s. chiara
non pare cosa sicura né degna che tanto e sì prezioso pegno stia sì discosto dalla
28-82: io lascio molte cose egregie e degne, / ch'io non posso
della morte per la età molto verde e per la bellezza, che così morta,
al nostro salvatore, ordinandogli il luogo e la stanza, preparando e ordinando l'
ordinandogli il luogo e la stanza, preparando e ordinando l'ospizio e lo albergo,
stanza, preparando e ordinando l'ospizio e lo albergo, che sia degno e atto
ospizio e lo albergo, che sia degno e atto a ricevere un tanto signore.
: chi vuol lavoro degno, assai ferro e poco legno. palazzeschi, i-757:
di polso, gli aveva detto: « e che resti a fare lì dunque?
. vientene in una città per davvero e fa qualcosa di degno » gli rispose,
arlotto nel più degno luogo della tavola e innanzi a sé, ancora che fussi
a sé, ancora che fussi vescovo e commessario apostolico. s. degli
li regi oratori de giostre, bagordi e de altre cose nobile e generose,
giostre, bagordi e de altre cose nobile e generose, e alogiatoli nel palazzo del
de altre cose nobile e generose, e alogiatoli nel palazzo del vescovato cum onore
alogiatoli nel palazzo del vescovato cum onore e degna pompa, contenti da bologna se partirono
: la speme indi, ministra al ricco e degno / convito, non lasciava atto
. pirandello, 8-142: fra sé e sé non poteva non riconoscere sinceramente ch'
non riconoscere sinceramente ch'era una bella e degna festa. buzzati, 4-374:
di cotali cose) paghino degne grazie e debiti meriti a te, il quale a'
facesti vedere la morte del mio figliuolo, e co la morte sozzasti il viso del
degnia penitenzia, come parrà a'capitani e al frate. guido da pisa, 2-59
pisa, 2-59: quali degni premi e quali guidardoni, o nobili giovani, vi
: rendete degno merito alle genti, e intendete nei comandamenti della legge. petrarca
poliziano, st., 1-1: e i premi degni alli onorati studi,
che i gran nomi e'fatti egregi e soli / fortuna o morte o tempo non
, in queste nubi ascosa, / e disposta a soffrir tutto ch'io soffro
tutto ch'io soffro, / degno e non degno. di costanzo, 1-132:
molti di quei ladroni suoi compagni, e lo mandò in napoli, dove con degni
ricci, 455: farete bene confessarvi, e fame una degna penitenza. tasso,
degna penitenza. tasso, 8-55: e portai meco l'arme, e lasciai
8-55: e portai meco l'arme, e lasciai cura / ch'avesse degno onor
xxx-5-65: i'vuo'ch'ei mora. e s'altra man non trovo / del
testi, i-37: carco d'argento e d'or, degna mercede / de
al greco lito, / da'suoi tesori e da i nocchier tradito / ne le
clemenza, che della facondia mia. e cesare prontamente rispose: fu effetto d'entrambe
vuoi conciliare con equità le nostre opinioni, e d'entrambe raccogliemmo di poi non degno
tua, delle quali mi dài parte; e vorrei essere più felice, più potente
momenti facoltà di salvare la francia, e, dopo di averlo costretto ad abdicare,
il parnaso se ne occupi una volta, e trovi al 'brou- gham 'una
, ii-15-294: noi ci sentiamo calpestati e umiliati, né ci è una politica
, né ci è una politica degna e indipendente che valga a risollevarci la fronte.
fora degno / voi cui tant'amo e cui servo m'appello; / che servi-
recto ama figlioli soi, boni faccendo essi e di boni erede del regno suo,
boni erede del regno suo, castica e corregie recto, secondo dignissimo e bizognoso
castica e corregie recto, secondo dignissimo e bizognoso invene. dante, vita nuova,
di parlare che a li prosaici dittatori, e questi dicitori per rima non siano altro
siano altro che poete volgari, degno e ragionevole è che a loro sia maggiore licenza
11-5: laudato sia il tuo nome e il tuo valore / da ogni creatura
fusti piena di tutte le grazie / e dentro l'altre donne benedetta / e fusti
/ e dentro l'altre donne benedetta / e fusti a dio più cara e più
/ e fusti a dio più cara e più diletta, /... /
i-1-58: degno è ch'io ti soccorra e diati aiuto, / da che ferventemente
da che ferventemente tu mi chiame, / e ch'io sovvenga al cor, ch'
tanto / ti piacque oltra misura? e fu ben degno, / poi che sì
ben degno, / poi che sì chiaro e sì felice ingegno / veste di sì
felice ingegno / veste di sì leggiadro e sì bel manto. l. martelli,
degno / che la terra si dolga, e noi piangiamo, / poi che perduto
la si gode. carducci, 26: e degno è ben, però ch'a te
s'ora in gioco tu volgi, e lieto obietto / l'ire, o donna
l'ire, o donna, ti sono e i dolor miei. 13
. degnamente. guittone, i-3-11: e io sì con voi doglio, bel dolcie
che può essere creduto sulla parola (e si dice specialmente di un documento d'
specialmente di un documento d'indiscussa autenticità e di un testimonio del quale si è
si è certi che non s'inganna e non vuole ingannare). passavanti,
, i-1-15: ma la lor chiara e vera esperienza / m'assecura nel dir
che di veduta dicessero una cosa, e la moglie dica il contrario, ser barbagianni
che non farà a diece uomini veridici e da bene. tassoni, ii-2-135: il
dice ch'egli morì in ferrara già vecchio e fu sepelito nella chiesa di s.
che è umiliato a voi uomo: e non vi fa indegno di quello che dio
veramente le tue virtuti, i tuoi costumi e le tue bellezze, più d'ogni
l'occasione di prender servitù con lei e riverirla con lettere. -mal degno:
a'piedi di lei si gittò piagnendo e domandando perdonanza, la quale ella, quantunque
, essere un buono a nulla (e in prima persona è espressione di profonda
maturarsi degli anni voi acquisterete più gravità e rigore di stile, e che ne'
acquisterete più gravità e rigore di stile, e che ne'licei del regno vi sono
impiccolisce, abbassa, umilia l'animo, e gli fa ben sentire il suo degradamento
stima di se stesso, fonte, guardia e nutrice della virtù. periodici popolari,
le cause della caduta del romano impero e della civiltà. pirandello, 7-1081: il
dopo fu creato un nuovo giurì, e mi cancellò dalla lista de'soldati; onde
segnale, 'perché potesse essere conosciuto e rigettato dalle adunanze de'cristiani '. carducci
sempre più di mano in mano degradante e degenerante. soffici, iv-8: il
amore, dopo le scosse, gli strappi e le degradanti contaminazioni di parigi, già
al nostro essere come un congiunto inutile e degradante. alvaro, 14-91: la condizione
a tutti i mutamenti di padrone, e che anche involontariamente oscilla di qua e
e che anche involontariamente oscilla di qua e di là; si trascina, umiliante e
e di là; si trascina, umiliante e degradante, contro ogni dignità umana.
7-446: immenso piano verde di querci e d'ulivi e di castagni, degradante dalle
piano verde di querci e d'ulivi e di castagni, degradante dalle falde del cimino
, l'ombra, il muro, e perfino il cielo a strisce degradanti in nero
, tr. privare ignominiosamente del grado e della dignità un militare o un ecclesiastico
. guicciardini, iv-33: furono alfonso e bandinello, per sentenza data nel concistoro
della dignità del cardinalato, degradati, e dati alla corte secolare. boccalini,
tutte le buone lettere che egli si ritrovava e che fosse spogliato del dono nobilissimo del
fu solennemente degradato dagli ordini sacri, e poscia decapitato. giannone, 1-i-464: vietò
sottomessi a'loro vescovi: fece degradare e mettere in penitenza alcuni ecclesiastici convinti di
a tal principio che si degradassero i nobili e i cittadini, e si pareggiassero ai
degradassero i nobili e i cittadini, e si pareggiassero ai servi, e quindi la
cittadini, e si pareggiassero ai servi, e quindi la tortura usata per questi ultimi
fu destituito ufficialmente da patrono della città e fu degradato e confiscato nei suoi beni
da patrono della città e fu degradato e confiscato nei suoi beni.
del pari: l'opera gli animi snerva e degrada; la tragedia gli innalza,
; la tragedia gli innalza, ingrandisce e corrobora. pananti, iii-222: nulla
ci mette innanzi in tutta l'energia e vivacità del presente. leopardi, i-611:
il costume, che spogliò di fede e pudicizia la donna, che degrada l'
. cioè del curioso pieno di nozioni e sprovvisto di orientamento, che saprà molte
orientamento, che saprà molte cose inutili e non avrà un pensiero. moravia,
: li vedeva [i genitori] bene e chiaramente, insomma, in una spietata
quando inveite contro certi nostri poeti, e che altrettanto vi biasimo quando tentate di degradar
quando tentate di degradar quelli d'alemagna e di londra. 3. rifl.
: tanto è l'amore di mutazione e di novità, che quasi inevitabil si rende
si rende il degradar col tempo, e il trapassar con applauso al cattivo. milizia
: le statue intarsiate di lamine d'oro e d'avorio eran soggette a degradarsi per
carne. 6. tr. e intr. (anche con la particella pronom
: 'ombra'... quel colore più e meno scuro, che degradando verso il
, 1-63: la prospettiva è briglia e timone della pittura,... insegna
da quel punto partendo la luce, e il colore che riceve da essa le sue
secondo i piani con progressioni sì moltiplicate e sì impercettibili che l'occhio il più esercitato
un passaggio, onde si compongano meno risentite e taglienti, più morbide, e vere
risentite e taglienti, più morbide, e vere. b. croce, i-1-293:
facendone un elemento non costitutivo ma secondario e aggiuntivo. 7. intr.
ristoro, vi-11 (169): e cum ciò cosa che lo clima che
è dallato de l'equatore sia lo magiure e lo più longo che sia, e
e lo più longo che sia, e li altri vadano tutti degradando, sì che
gran fiera, ove siano concorse varie genti e in gran numero;...
in gran numero;... e veggonsi sparse per una spaziosa campagna,
lv-466: dalla maestà de're, e dalla santità de'papi, ecc. degradando
9. geogr. provocare la denudazione e l'erosione di un rilievo.
paese si rappresentava, di mille erbe e d'arbori d'ogni maniera verdeggianti, il
si tornasse da iendo sol degradato, e non vi rimanesse decapitato. segneri, iii-3-102
degradati d'essere stati condannati senza processo e senza difesa. batacchi, 3-158: meritamente
il prete, degradato, / perdette e pieve e messa e confessione. de
prete, degradato, / perdette e pieve e messa e confessione. de sanctis,
degradato, / perdette e pieve e messa e confessione. de sanctis, ii-15-83:
lode a dio! questi popolani imbecilli e questi preti degradati diventano assai rari.
colonnello a semplice caporale per motivi politici e forse già razziali, egli continuò,
senza un lamento, con entusiasmo ilare e giovanile. -sm. giovanni dalle
sovrastarono a tutti per altezza di fama e grandezza di meriti giuseppe bessone e giammaria
fama e grandezza di meriti giuseppe bessone e giammaria dettori. 2. passato
alla quale egli voltava tutti gli onori e favori, essa [isabella] restò
essa [isabella] restò come degradata e poco stimata. leopardi, v-21:
dei mammiferi superiori a quella dei pennuti, e che i frenologhi del luogo esibivano alle
momento una tromba mandò un triplice squillo e i soldati si misero sull'attenti perché
, dopo aver toccato con la guerra e con l'invasione il fondo della decadenza
diletta dopo la vista dei popoli poveri e degradati di barberia ritrovar fra le gole del
che vivono nell'indipendenza, nell'abbondanza e nella prosperità. cattaneo, ii-1-377-tristo rimedio
industria, la corruzione fermenta più gravemente e l'eccesso della licenza richiede un regime
della licenza richiede un regime più severo e vessatorio. tommaseo, 1-131: passeggio con
non l'ho mai trovato sì basso e sì compassionevole. anima degradata, non però
notizie? è là in letto, fisicamente e moralmente degradata da una febbre putrida,
: si parla di napoli come dell'ultimo e più degradato paese del mondo. de
accetta cosa che reputa disonorevole, sofisticando e persuadendo a se stesso che vi trovi
e innanzi al mondo. de roberto, 1-389
2-378: ero ritenuto dai miei colleghi e dai miei superiori come un uomo disonorato
arte ogni mezza tinta, segnato con varietà e grazia meravigliosa ogni contorno. a.
39): trovamo tutti li animali svariati e degradati en grandezza, chè entra lo
grandezza, chè entra lo più piccolo animale e lo maggiore animale che sia, so
, isteriliti, degradati dal sole rovente e dai venti rodenti. degradazióne,
stato, delle decorazioni, delle pensioni e del diritto alle medesime per il servizio
medesime per il servizio anteriormente prestato (e viene inflitta per determinati reati militari,
che priva il militare condannato del grado e lo fa discendere alla condizione di semplice
detto degradazione, con levarli la cintura e arme, come con quelle era stato
: fecesi il processo: fu lungo e crudo. vennesi alla degradazione ed ai
, dignità ecclesiastiche, nonché dell'abito e dei privilegi clericali. guicciardini,
per sentenza del generale di san domenico e del vescovo romolino,...
dalla chiesa romana gli ordini sacri, e lasciato in potestà della corte secolare;
corte secolare; dalla quale furono impiccati e abbruciati: concorrendo allo spettacolo della degradazione
abbruciati: concorrendo allo spettacolo della degradazione e del supplicio non minore moltitudine d'uomini
organizzazione della cavalleria, privazione degli onori e dei privilegi inflitta ai cavalieri rei di
quale lo scudo del cavaliere era rovesciato e posto con la punta in alto e
e posto con la punta in alto e si spezzavano le varie parti dell'armatura
spezzavano le varie parti dell'armatura (e di solito precedeva la pena capitale)
(uso d'alcune parti di germania) e chiederne in voce, ovvero in iscritto
diritto di convivenza è diritto di conservazione e di perfezionamento e non di perdizione o
è diritto di conservazione e di perfezionamento e non di perdizione o di degradazione.
far cessare queu'orribil sistema di frode e di violenza, per vendicare il mondo
pur troppo di incorrere nel suo male e nella sua degradazione per propria colpa;
nella sua degradazione per propria colpa; e di incorrervi appunto quando e dove egli si
colpa; e di incorrervi appunto quando e dove egli si prefiggeva e sperava di
appunto quando e dove egli si prefiggeva e sperava di giungere alla sua destinazione e
e sperava di giungere alla sua destinazione e alla sua felicità. d'azeglio, 4-i-250
gli studenti a consegnare ad epoche fisse e non comandate dalla chiesa, ma dal partito
... hanno insegnato ad ingenue e vergini coscienze l'ultima degradazione morale, del
morale, del mentire per prezzo, e del sacrilegio. carducci, iii-13-112:
ogni continuazione sul cammino degli orrori, e garantirci contro la degradazione anche come «
come « mezzo », come lotta, e come filosofia o politica di lotta.
cercar di mascherare gli oltraggi del tempo e dell'universale degradazione col belletto sulla sua
sente più la fatalità della propria missione e si sveglia dinanzi alla morte come un
si ammirano nei grandi « zoo » e « tiergarten », aggiungono alla degradazione
viventi disposte nell'ordine il più aggiustato e risaltante, colle loro modificazioni, gradazioni
gradazioni, degradazioni, rapporti, mescolanze e contrasti di aspetti, di proporzioni e
e contrasti di aspetti, di proporzioni e di forme. russo, i-399: cittadini
invasori, alla fine stanca del suo avvilimento e della sua degradazione, rigenerata dalla forza
francese, riprende il suo primiero lustro e la sua usurpata dignità. pisacane,
i-56: finalmente le cerimonie del giudaismo e dell'idolatria compirono il culto in cui
giusto, serba ancora intero il germe e le condizioni del suo primato.
delle sue degra dazioni, e che il piacere non si forma se non
. 6. diminuzione progressiva della luce e dei colori (e anche dei suoni
progressiva della luce e dei colori (e anche dei suoni); attenuazione di colori
. accolti, 1-9: dalla intelligenza e dimostrazione di questa presente proposizione..
. depende la cognizione de'proporzionati scorciamenti e degradazioni de'piani. baldinucci, 2-4-187
commosso allorquando una di queste voci, ferma e non tremolante, scorre dolcemente su vari
, ma il verso di un contorno, e la direzione, la forma, lo
o sulla superficie dei corpi lucidi, e la degradazione delle tinte attraverso le pelli
le pelli d'aria interposte tra gli oggetti e i nostri occhi. 7.
: quivi nuove degradazioni di monti, e in cime all'uno o all'altro di
essi antiche rocche risvegliatrici per la loro posizione e struttura di cento fantasmi di romanzesca cavalleria
per un complesso di processi chimici e fisici, della superficie delle terre emerse a
, a napoli, all'estero, e il terreno affidato a grossi appaltatori, non
verso l'uscita [della chiesa], e la graduale successione, come tempi d'
un dramma culminato, si riproduce inversamente e in degressióne, quasi, ancora,
si disceme », l'espressione della madre e quella del figlio. =
la stoffa d'un bell'uomo apprezzabile e degustàbile. degustare, tr.
, 26-44: ora con fatica, e con isforzato affanno cominciano a degustare quello
. quindi riempire di nuovo il bicchiere e, questa volta senza il minimo tremolio
ogni poco scuoteva con forza la testa e stralunava gli occhi. 3.
appassionata di un giornale. c. e. gadda, 422: il sabato corre
bottega è chiusa, va alla degustazione e vuota un litro, brucia le sigarette
che manifesta diversi sentimenti dell'animo, e si adopera come introduzione a frasi che
particella d'interrogazione con umiltà pregando, e sempre si trova nel principio del parlare.
scrive con l'aspirazione nel fine, e non nel mezzo; e va comunemente
nel fine, e non nel mezzo; e va comunemente in principio di ragionamento e
e va comunemente in principio di ragionamento e di clausula; è nota di diversi
per segno di compassione, di dolore e di pentimento. per segno di desiderio,
per segno di desiderio, di maraviglia e di priego. per segno d'irrisione.
, che serve ad esprimere diversi affetti e movimenti dell'animo, come raccomandazione,
, compassione, dolore, pentimento, e simili; ma non usasi oggi che in
elevata. 2. nelle preghiere e invocazioni. g. cavalcanti, iv-75
fiata / al mio gravoso affanno / e a'sospir che vanno / merzé chiamarti con
., vii-336: o signore, odi e abbi misericordia, però che tu se'
mi correggere, / ma con benignità e con amore. pulci, 28-152: però
oltrepassar quella terribil meta / che tra suddito e re, tra figlio e padre,
tra suddito e re, tra figlio e padre, / le leggi, il cielo
padre, / le leggi, il cielo e la natura han posto. carducci,
al piè. 3. nelle esortazioni e, più raramente, nei comandi.
): deh or pur fuggi, e non guardar chi sia / que'che ti
questo 4 deh 'è interiezione esomitante, e parla forese a dante pregandolo ancora che
, iv-527: deh! statti qui, e io manderò uno messo della salute tua
un capo, che gli altri indrizzi e frene. d. bartoli, 21-151:
perdiamo or frutto / dei voti tanti e dell'errar sì lungo, / che a
adoma / ch'è chiara quando aggiorna e quando annotta. 4. precede
, / deh! non t'incresca e non aver temenza / se io, che
tu mi lasci il mio ruggiero. / e se disposto sei volermel tórre, /
/ de la sua scorza ormai putrida e rancia! tasso, 8-i-439: deh
mondo / solo di beni abondi? e parte o loco / più non si lasci
io vegna / fra spirti eletti, e quindi più non tomi? alfieri, 71
volta or l'alpi io varco; / e il ciel, deh, voglia ch'ella
io pur con voi qui sotto, e molle / fosse del sangue mio quest'alma
vago de la luna, / addormentato, e alfin tra le tue braccia / mi
tra le tue braccia / mi risvegliassi e bevere il tuo fiato / potessi ancóra
deh! or sarebbe egli morto gabelo, e niuno gli renderebbe la pecunia? petrarca
, deh quanto / di te mi dolse e duol: né mi credea / che
credea / che risaper tu lo dovessi; e questo / facea più sconsolato il dolor
cime terrene / onde fiesole al pian sorride e mira? 6. in frasi che
66: deh! o perché il nemico e profano / furor, sanza veder nel
, perché vuoi tu entrare in questa fatica e così grande spesa, come a te
carlo, ancor, con man pietosa e forte, / i serragli spezzar di questo
discreto, umile, / degno di sorte e di natal men reo? carducci,
maraviglia, se essendo anch'io mortale e sottoposto alle giochesse, a'motteggi, e
e sottoposto alle giochesse, a'motteggi, e tra- balsi della natura beffarda, arricchito
... / l'hai stabilito e fisso, /... / deh
indigestione? 10. pleonastico (e si usa soprattutto per richiamare l'attenzione
adunque benivolenzia usando questa dizione 'deh': e chiamandola 'bella'. boccaccio, dee.,
al suo verziere, / dopo fulmini e tuoni / deh fatemi il piacere / lasciatemi
dio. deicida, agg. e sm. (plur. m. -i
, in partic. di gesù cristo (e ha valore enfatico, a indicare l'
al dio uomo l'ignominia del traditore e del deicida. bocchelli, 6-385: o
una volta si aggiravano da queste parti e cercavano di detronizzare giove, perché ogni
, formato da deus 4 dio 'e -cida (da caedere 4 uccidere ')
colpa grave. somma de'vizi e delle virtù, 378: questa donna [
fortissimi stimoli d'odio come verso offenditori e ribelli della sua divina persona; alcuni
'deicidio', morte intentata contro dio; e dicesi della condanna data dagli ebrei a
data dagli ebrei a nostro signore; e per traslato, dicesi del peccato.
adoratore del vero dio; uomo pio e virtuoso. cavalca, i-25:
deicola, cioè uomo di singolare devozione, e tutti ramavano e riceveano come figliuolo e
di singolare devozione, e tutti ramavano e riceveano come figliuolo e fratello.
e tutti ramavano e riceveano come figliuolo e fratello. = voce dotta,
comp. da deus 4 dio 'e -cola (da colère 4 adorare ')
venti nel corso del metabolismo (e concorrono a consumare gli alimenti nell'organismo
, comp. da deidro [genare] e dal sufi. -osi, che designa
comp. da idratare (v.) e dal pref. deche indica separazione.
creto dalla corteccia della capsula surrenale (e agisce nel metabolismo degli zuccheri).
, comp. da deidro [genare] e corticosterone (v.).
dotta, comp. da de-con valore privativo e idrogeno (v.).
= comp. da deidrogen [are] e dal sufi, -osi che designa gli
. elegia giudeo-italiana, v-36-107: e lo nemico ch'è tanto avantato,
il signore giustamente non la ricevette, e fu discacciata, confusa e digettata?
la ricevette, e fu discacciata, confusa e digettata? 2. abbassare, umiliare
ha per la sua malizia sì deietto e prostrato, che crede e procura che mai
sì deietto e prostrato, che crede e procura che mai non ti rilevi.
deiètto (degètto), agg. e sm. ant. e letter.
, agg. e sm. ant. e letter. abietto; avvilito, umiliato
sono in fiore di stato di prosperità, e voi siete oppressi e deietti, perciocché
di prosperità, e voi siete oppressi e deietti, perciocché non è di cristiana
temporali, ma piuttosto dee essere deietto e afflitto. s. giovanni crisostomo volgar.