fuori. burchiello, 194: non dispregiar l'altrui correggimento, / che chi
dante, conv., i-11-5: dispregiar se medesimo è per sé biasimevole, però
dante, conv., i-11-5: dispregiar se medesimo è per sé biasimevole,
cose altere e nove, / e dispregiar di quel ch'a molti è 'n pregio
ch'oggi presume / lei [roma] dispregiar, come la sorte inchina, /
di superbia cieco, osasti poscia / me dispregiar; sovra di me innalzarti; /
nomi, 13-48: grande ammiraglio a dispregiar procelle, / armate sue gualdane avea d'
di superbia cieco, osasti poscia / me dispregiar; sovra di me innalzarti; /
ricchezze non faccino lussuriare i popoli e dispregiar la virtù e le buone arti.
chiamar sovente /... / e dispregiar talora questa vita / in persona de
cura in cose altere e nove / e dispregiar di quel ch'a molti è 'n
/ ché tu se'nata propria / per dispregiar li visi e ogni miseria. casti
francesco da barberino, iii-259: non dispregiar gli non allegri mai / né celerai
cosa più onesta e più magnifica che dispregiar l'oro non avendolo e, avendolo,
, dèe ascoltar quasi tutti e non dispregiar mai nessuno; ma, formato ch'
... / che mi assaettan, dispregiar vedendo / l'alta eloquenza tua,
ché tu se'nata propria / per dispregiar li visii e ogni miseria / e per
dante, conv., i-ii-5: dispregiar se medesimo è per sé biasimevole. boccaccio
negli inganni avvolta, / l'umana turba dispregiar quel bene / che a lui tal