e prende la norma / del bel disiare. francesco da barberino, 57: e
, per fame innamorare altrui, e disiare danzando; ma io m'aweggio, ch'
deriv. da desiare. desiàre { disiare), tr. { desìo).
tormenti; / ca pur penare / è disiare, / già mai non fare /
se la stagione / d'avril più disiare / mi face che lo tempo trapassato,
essere escluso senz'altro. disiare e deriv., v. desiare e
affare, / fervente fede e lungo disiare. ottimo, i-433: quando cadmo,
/ s'io fino e moro per voi disiare? iacopone, 88-36: tre ierarchie
ha, non pecca. / non disiare argento, oro, due vesti.
/ talent'ho di mostrare / lo dolce disiare / dov'è lo mi'cor miso
= comp. da in-con valore rafforzativo e disiare, variante di desiare (v.
mostacci, 148: la rimembranza mi fa disiare / e lo disio mi fece languire
la redita / quasi fallita -per lo disiare. nuccoli, vii-794 (12-7):
[l'uva spremuta], fo disiare il pane della vinaccia, che torno a
/ e non si turba, tant'ha disiare. dante, inf., 1-24:
sì come ha messo il mio in disiare. g. cavalcanti, i-161: già
e non si turba, tant'ha disiare: / là ov'ha il suo diletto
e prende la norma / del bel disiare. dante, conv., ii-ii-7:
9: fumo menate le legioni a disiare la città, le quali come entraron dentro
con piccone del libero arbitrio il può disiare e conservare, secondo che piace al
parmi la redita / quasi fallita -per lo disiare. chiaro davanzati, xl-17: gentil
/ scelesto! che ne puoi più disiare? -di sogg. collettivi.
/ e non si turba, tant'ha disiare. - diventare maturo (
disio de lo deletto / abbracciato ha el disiare, / co lo vile en sé