vuol, se può, di disamare addìscere. = dal lat.
7-1: egli è sì agra cosa 'l disamare / a chi è 'namorato daddivero.
: l'uomo non può amare e disamare a sua posta. idem, dee.
natura, / che chi amava faceva disamare; / e non sol disamar, ma
, / ma non posso volere lui disamare. m. villani, 3-99: uomo
disamante (part. pass, di disamare), agg. che non ama
e samara (v.). disamare (ant. e dial. dezamare,
mobil ingegno, / usato amare e disamare a un punto. castiglione, 212:
sapea. verga, 3-126: amare e disamare non sta a chi lo vuol fare
natura, / che chi amava faceva disamare: / e non sol disamar,
disamato (part. pass, di disamare), agg. non amato
splendenti. = deriv. da disamare. disambientare, tr. (
panziera, 2: non posso disamare, sì m'ha legato / lo «
alcina], / usato amare e disamare a un punto. aretino, 19-16:
disapprovare l'opinione senza perciò disistimare e disamare l'opinante. periodici popolari, i-749
: l'uomo non può amare e disamare a sua posta. leandreide, lxxviii-ii-338
egli è, non può a sua voglia disamare. codemo, 61: il movimento
non rinnai, / tardi mi risvegliai -a disamare, / ché non si può astutare
/ e vói, se può, di disamare addiscere. = voce dotta
essenzialmente nell'astenersi dal fare, nel disamare il fare, l'essere, amare il