gli approprii materia, cioè, che dichi io uomini, o io leoni, o
piana, / che là 've giugni tu dichi pregando; / « insegnatemi gir,
piana, / che là 've giugni tu dichi pregando: / « insegnatemi gir,
. e anco voglio, che tu mi dichi, se questa dottrina, che tu
poiché voi mi comandate che io vi dichi la verità, io ve la dirò.
attenne, non istà bene che tu dichi: voi mi mancaste della vostra fede;
, 87-9: or sì vo'che ci dichi in audiènza, / per ritrovarti se
fate morir di dolcezza, prima ch'io dichi la mia colpa; non parlate più
/ o castagnacci, fa che tu mel dichi. lorenzo de'medici, ii-286:
/ intanto che da mia parte si dichi / il centinaio assai verebbe massa /
, 4-7: bastiti che tu li dichi: bello dolce padre, che se'
morir di dolcezza, prima ch'io dichi la mia colpa. d. bartoli,
per lunga consuetudine, voglio che tu dichi certe parole per rima, ne le
, 189: io ti domando che mi dichi quanti sono i nostri sagramenti..
per lunga consuetudine, voglio che tu dichi certe parole per rima, ne le
14): io voglio che tu mi dichi, cui figliuolo io fui. dante
parte verso te, voglio me lo dichi. guicciardini, 98: se e principi
dicare, tr. (dico, dichi). ant. destinare al culto
fa... che tu parli e dichi le tue parole con nuovi vocaboli e
per dio, guarda ciò che tu dichi; io conosco assai apertamente niun'altra
di cicilia e d'aragona, / e dichi il ver a lei, s'altro
torni al mio e tuo signore, e dichi che tu m'abbi uccisa; ed
nobiltà. bruno, 3-300: benché dichi che tutta quella moltitudine conviene in uno
di senno puerile e fanciullesco, che dichi: più ama iddio cotale, che me
giamboni, 170: voglio che mi dichi quale fue la cagione per la quale
badalucchio, 9: voglio che gli dichi le forche, che t'impicchino;
1-317: pognamo che tu giuri e dichi il vero, sì se'spergiuro, se
a questo popolo con tutti i giuri- dichi modi esponemmo. guicciardini, iii-240: non
, 1-317: pognamo che tu giuri e dichi il vero; sì se'spergiuro,
luminare grande o piccolo e che tali dichi essere il sole e la luna, è
= deriv. da impedicare. dichi). ant. impastoiare, impacciare;
per dire una cosa competente, / ne dichi cento poi de le scipite. algarotti
tuoi infortuni, vogliamo che una ne dichi qual più ti piace. leandreide, lxxviii-11-354
intostar la lingua, che mai più dichi simili sciocchezze. -per estens. irrigidirsi
dissegli: guarda che a nullo il dichi; ma vattene e mostrati al principe de'
non mi lece, / perché non dichi che io lungo favelli. boccaccio, iii-6-39
nelli, iii-185: - quel che mi dichi! ma sarà vero? -oh,
sì ch'io voglio che mi ne dichi il tuo parere, e appresso le
mano tua, acciò che allo prossimo dichi mala testimonianza. boccaccio, dee.,
, 189: io ti domando che mi dichi quanti sono i nostri sagramenti. e
del vescovato. v. s. gli dichi che sono favori che fanno i menanti
modo di motto o di minacci, dichi quatro parole alla sfuggita. porzio,
/ intanto ke da mia parte sì dichi / il centinaio assai verebbe massa /
-che parla la varietà dialettale del paese dichi parla o scrive. viani, 19-600
del mio sedere, che tu mel dichi, però che io vorrei morire senza
è confuso el dir, se non li dichi / qual sia quella virtù che 'n
modo: « io ti domando che mi dichi quanti sono i nostri sacramenti ».
sempre stia su le brave parole e dichi avere tolta la corazza per moglie.
cavalca, 20-504: priegoti che tu mi dichi che differenza ha delle pene dello inferno
del mio sedere, che tu mel dichi, però che io non vorrei morire
, meglio è che tu non la dichi che tu la dichi. g. villani
tu non la dichi che tu la dichi. g. villani, 7-98: i
cascina, 30: arò caro che mi dichi parte di voce piangevole che ruminava il
i avogadori, quando i piedino, non dichi narazion, ma 'solum'per
tuo proposito con altro nome e che tu dichi di ritirarti per infermità o per stanchezza
monarchia e republica, o ch'ella si dichi aristocrazia o polizia. gioberti, 307
sorta, facendovi su la polizza che dichi a ciò ch'è buona, o per
di terreno grasso e polputo che si dichi loro. tecchi, 15-195: il bel
io voglio... che tu dichi di ritirarti per infermità o per stanchezza o
giamboni, 10-15: fa bisogno che mi dichi s'ha'inteso come dio formò adamo
iacopone, 47-72: tu me par che dichi vero, sì bon zelo te movesse
giamboni, 10-126: prima voglio che mi dichi di quella virtù ch'è posta prima
giamboni, 10-126: prima voglio che mi dichi di quella virtù ch'è posta prima
i-101: per mia parte priego gli dichi [al santo padre] per buona e
della tua sapienzia: pregoti che mi dichi come queste cose tu le sai.
rifa mia, io prego che mi dichi / dov'è la quercia, dove
di senno iniquo e puerile, che tu dichi: più ama iddio il prossimo mio
10-35: « io ti domando che mi dichi quanti sono i nostri sacramenti ».
, 10-34: io ti domando che mi dichi quanti sono i nostri
copia] mostrata al cassini, quantunque tu dichi d'averla raccomodata, se per sorte
copia] mostrata al cassini, quantunque tu dichi d'averla raccomodata. salvini, 39-v-219
i-87-11: or sì vo'che. cci dichi in au- dienza, / pe.
i-101: per mia parte priego gli dichi [al papa], per buona e
il modo si è questo, che tu dichi: -primo mio a un fiorino
e guardati bene ke. ttue non dichi nulla di queste kose. a
i-87-10: or sì vò che. cci dichi in au- dienza, / pe.
see tenuto, ke. ttue mi dichi tutte le kavallerie ke. ttue ài fatte
, i-150: dèi guardare che tu non dichi cosa schernevole né all'amico, né
dimandava: « non so che tu dichi ». la seconda volta negò giurando;
andar colle ledre isciolte, iscioglie cui tu dichi: « tu sola mi piaci »
: ironico: san secondo, il protettore dichi si regola secondo il vento. 'il loro
odore del mio sedere, che tu mel dichi, però che io non vorrei morire
quale nacque quel proverbio ancora in uso, dichi, per belleza di veste o di ricchi
10-34: « io ti domando che mi dichi quanti sono i nostri sacramenti ».
la scoperta sfacciataggine di chi sbeffa virtù e dichi odia santità f. f. frugoni,
giamboni, 8-ii-144: guarda che tu dichi, a cui di cui, e
vedi, figliuola mia, guarda che non dichi nel tuo cuore: « io sono
giammai quello che facci e quello che dichi? s. bernardino da siena, 433
grosseto, i-148: dèi guardare non tu dichi alcuna cosa soffistica, cioè vanagloriosa e
così grandi fadighe? prègoti che mel dichi. donato degli albanzani, ii-323:
tenda, e ci sdraiammo sui mo- dichi materassi che non salvavano le ossa dal duro
mamma in tutti i mo'me 'l dichi. -a voce spiegata, a
, signor, ch'io ve lo dichi / che fra tutti gli uccelli ch'hanno
, i-148: anche dèi guardare non tu dichi alcuna cosa soffistica, cioè vanagloriosa e
dio, guarda ciò che tu dichi ». giusto de'conti, i-41:
è sonargli un corno che un violino': dichi non ha l'orecchio armonico; e fig