i-21: io me ne vado tutto in diaccio ed abbrivido affatto affatto. =
vidi una greggia all'ad diaccio, chiusa intorno da una rete rada.
aggelava a vederlo: stiva petrosa sudante diaccio...; i galeotti passavano rapidi
nome per la similitudine che ha col diaccio e con certi bicchieri e tazze che si
si usano fare come se fossero di diaccio. questa pietra è di color bianco,
siccome quella che d'innumerabili corpuscoli di diaccio composta si è, albeggiante e non
. v.]: era disteso, diaccio marmato e bianco da far paura:
cerco, sotto il cammin, fuggir quel diaccio, i che fa questo ventaccio;
, o come chiamano ballo in sul diaccio, per i dilettanti durò quasi due mesi
, o simili liquori a freddarsi con diaccio. tommaseo-rigatini, 676: cantimplora,
veggo a tratto luccicare, nel tuo occhio diaccio: e mollamela ben data, quando
illuminava le loro facce arrossate dal vento diaccio sotto le falde usate dei cappelli scoloriti
altre è difficile quella che parrà un diaccio torbidiccio. manzoni, pr. sp.
lo porta! = deriv. da diaccio. diacciacuòre, sm. crepacuore
diacciaia. = deriv. da diaccio. diacciale » sm. dial.
con qualche poco di vento e con diaccio e neve grandissima, diacciando a ciascheduno
dall'orrore. = deriv. da diaccio. diacciatine), agg. dial
: « sì, figliuole mie, del diaccio ». « o madonna, voi
che ora non è el tempo del diaccio ». leonardo, 2-108: addormentatosi
2-108: addormentatosi l'asino sopra il diaccio d'un profondo lago, il suo
lago, il suo calore dissolvè esso diaccio. machiavelli, 854: e fame
e fame e guerra e sangue e diaccio e foco, / sopra ciascun mortale
tanto freddo e pieno di neve e diaccio. galileo, 3-4-519: un pezzo di
. galileo, 3-4-519: un pezzo di diaccio sregolarissimo immerso nell'acqua non altera punto
fiume addiacciato, mentre, sfondatosi il diaccio sotto il suo calesse, s'è
gola. algarotti, 3-36: il diaccio non vi tiene così lungo tempo, come
/ le grandini, le nevi, il diaccio, il vento, / dell'estivo
febbraio lo rompe. gennaio mette il diaccio, e febbraio lo dimoia. -per
qualumque sarebbe stato più freddo che 'l diaccio? g. m. cecchi, 22-13
tutti fuoco, or più freddi che diaccio. b. davanzati, 1-88: i
1-88: i piaceri sono monti di diaccio, dove i giovani corrono alla china.
occhi verdognoli, di ima lucentezza di diaccio, sembravano senza palpebre. 2
secco, un lungo umido, un diaccio fuor di stagione, tempi nebbiosi nocivi
mi salse intra tossa un fuoco e un diaccio, / ch'i'veddi mille lucciole
marta, che teneva responsabile di quel diaccio che era caduto fra loro due.
entusiasmo, ti è entrato addosso il diaccio della inerzia. 4. per
. panciatichi, 38: come quel diaccio inzuccherato che cuopre i marzapani di siena
6. locuz. -essere di diaccio: non aver cuore, non provare
un po'caldetto, io son di diaccio. -farsi di diaccio: sentirsi
son di diaccio. -farsi di diaccio: sentirsi raggelare per paura fagiuoli,
/ alla comparsa sua si fer di diaccio. -rompere il diaccio: rompere
fer di diaccio. -rompere il diaccio: rompere il silenzio; por fine
; le quali, rompend'io questo diaccio del mio naturale e caro silenzio,
carena, 2-245: « ghiaccio, diaccio », add., lo stesso che
refrigerio di una bella fetta di cocomero diaccio, a un'allegria di risa là
cinque portali d'oro s'aprono sul pietrame diaccio; il monte brancoli per la croce
, 9-440: entrare nel letto tutto diaccio, anche d'inverno, ci sono abituata
soffiava per tutto l'apennino un vento diaccio. montale, 2-15: si schiodava dall'
ma senza sfiorarlo, e già un fiato diaccio lo rase. 3. irrigidito
. fortini, ii-231: lo ritrovò molto diaccio, per quello crese che la fanciulla
. nencioni, vi-1032: quando il diaccio sudor, come dal rotto / muro
de marchi, ii-973: un brivido diaccio corse e si mescolò agli ardori della febbre
musico si riconosce al pallore e madore diaccio delle dita, alla torbida liquidità dell'occhio
nulla di più disgustoso del caffè e latte diaccio. tozzi, iii-81: e continuò
uomo di pelo rosso, col sorriso diaccio, lo sguardo falso, il mento aguzzo
). = deriv. da diaccio *. diacciòlo1 { diacciuòlo),
diluenti, la rigida dieta, il diaccio, i febrifugi più attivi...
toscani, 184: gennaio mette il diaccio, e febbraio lo dimoia.
maledizione divina, madido di un sudore diaccio. -che rivela esternamente l'interno
nulla di più disgustoso del caffè e latte diaccio. 2. figur. che ispira
maledizione divina, madido di un sudore diaccio. -ispirato da dio. -divina scrittura
di umore aqueo, sembra come rivestita di diaccio 0 di cristalli. il sugo di
100: fuoco ho il fegato, e diaccio la si- rocchia, / tosso,
/ è come crede ognun ferrato a diaccio; / e non avendo più altri
: fuoco ho il fegato, e diaccio la sirocchia, / tosso, isputo,
quei quartieri / se n'andavano in diaccio e in gelatina: / ed ei ch'
bartolini, 15-124: prendono il latte diaccio per non consumare il gas. g
quei quartieri / se n'andavano in diaccio e in gelatina. -andare in
; cfr. la forma tocana diaccio (v.). ghiàccio2
ghiacciare-, cfr. la forma toscana diaccio (v.). ghiacciòlo1 (
torna allora gorgogliando il respiro, sorso diaccio all'arsura. 7. tr
restarono per la maggior parte incotti dal diaccio, benché coperti con stoie. papini,
soffiava per tutto l'apennino un vento diaccio. bocchelli, 12-57: il chiarore si
, e sopr'a vasti lastrichi di diaccio. pascoli, 257: è l'infinita
musico si riconosce al pallore e madore diaccio delle dita, alla torbida liquidità dell'occhio
bachi] trevoltini, e all'impedire col diaccio la nascita de'bachi maggesi, per
il colmo delle disgrazie, non v'esser diaccio. bocchelli, 2-xix-714: le sparse
venditori di marroni. -marrone candito, diaccio: sbucciato e impregnato di sciroppo di
notte passata è stato freddo ma senza diaccio oggi è stata giornata con poco sole,
masti, e mai non acconsentì il diaccio. -miccia. dizionario di marina
, tra i labbri, d'un diaccio calice il labbro sottile e molato,
a tratto luccicare, nel tuo occhio diaccio: e mollamela ben data, quando
monti ho finto una grandissima nevata e diaccio. sozzini, 17: i quali eserciti
, 14-2-2- 497: la palla di diaccio era piena: struggendosi galleggiava la parte
, ma non ebbi che l'obolo diaccio d'una compassata venerazione. d'annunzio
uomo del settentrione vuole accertarsi se il diaccio ha messo crosta sul boristene da reggere il
». quello para mano: un corpo diaccio peloso... è tale il
quella vece soglio rampicare, potendolo, al diaccio monte adamello. -con uso recipr
ritroso! / così sperando il core in diaccio suda / e di dolci sospir nudrito
uomo del settentrione vuole accertarsi se il diaccio ha messo crosta sul boristene da reggere il
che tagliano la lingua, sono un diaccio; guai a ingollarle! lo stomaco si
del settentrione, ove regnan perpetuamente il diaccio e la neve. 3
nel primo verno, in cui il diaccio grave molto potrebbe offenderli, non periscano
, veramente, il colpo / arsente diaccio d'una lama brunita di toledo.
febbraio lo rompe'. gennaio mette il diaccio e febbraio lo dimoia. -
quei quartieri / se n'andavano in diaccio e in gelatina. note al malmantile
pioggia. graf 5-105$: un vento diaccio e fosco / turba la cara pace:
refrigerio di una bella fetta di cocomero diaccio. g. bassani, 5-42: in
uomo del settentrione vuole accertarsi se il diaccio ha messo crosta sul boristene da reggere
, molte viti si seccarono dal gran diaccio. peggio gli ulivi; vede che non
si scialbano d'un sùbito pallore / diaccio, come di febbre. slataper, 1-78
c. bartoli, 127-19: sopra il diaccio ancora i grandissimi pesi non repugnano a
tira la vernata, fa sereno e diaccio assai, e addiaccia i fiumi, la
febbraio lo rompe'(gennaio mette il diaccio e febbraio io dimoia). ibidem,
quei quartieri / se n'andavano in diaccio e in gelatina. parini, 377:
47, molte viti si seccarono dal gran diaccio. peggio gli ulivi; vede che
[s. v.]: sul diaccio si scivola ad arte reggendosi. moravia
a calore non troppo ardente, sformatelo diaccio. a. boni, 269:
una giornata sgradevole. soffiava un vento diaccio... ma ero di buon
l'erba; / un verde brivido diaccio / così sinistro passò nel caldo /
nell'ardentissima stagione o nel fango e nel diaccio di verno, talché la servitù pareva
1-2-418: quello è un sorbon ferrato a diaccio. d'alberti [s. v
, 1-3-288: il butteretto dello stazzo o diaccio ha la cura di tutti li attrazzi
la cura di tutti li attrazzi del diaccio, delle bestie da soma. garibaldi,
state mettono nel bicchiere un pezzo di diaccio, ma non ve lo lasciano stare
, suprema in tormenti, è di diaccio, e si chiama caina.
, che tagliano la lingua, sono un diaccio. papini, x-1-807: il sole
aspettai, su su spuntato / tra 'l diaccio e la brinata del mio prato.
14-45: usano i chinesi di conservare il diaccio come facciamo noi, il quale si
voleva, tra i labbri, d'un diaccio calice (v.). il