lavora o abborraccia, ma semina finché non diaccia. moravia, v-190: cercava di
tre o quattro grossi bicchieri dell'acqua diaccia e acidula. govoni, 3-88: il
giù un po'd'acquerugiola fina e diaccia che filtrava i brividi nel- l'ossa
il freddo, che costì più che qua diaccia. / non v'aggranchia la mano
. viani, 19-496: la canna diaccia d'una pistola sigillò a freddo la
, 75: il lividore della zolla diaccia / a bacìo della siepe intirizzita, /
e con me. attingevano l'acqua diaccia nei secchi e la rovesciavano a cascatelle
onofri, 75: il lividore della zolla diaccia / a bacìo della siepe intirizzita,
jovine, 1-35: sentiva l'acqua diaccia che gli parlava dell'inverno e vedeva
ben chiusa macchina / sotto la pioggia diaccia, per le vie / della città.
. viani, 19-496: la canna diaccia d'una pistola sigillò a freddo la tempia
come lei? questa domanda mi diaccia l'inchiostro, mi fa cascare le braccia
gettava addosso la solita carica d'acqua diaccia. bocchelli, 2-16: la nube
un uomo come lei? questa domanda mi diaccia l'inchiostro, mi fa cascare le
egli bevuto: -duole ai denti. diaccia d'estate e poi d'inverno calda
de'boccali / si congela, e si diaccia in tal maniera, che a
digeribile, neltintridere la farina coll'acqua diaccia e il sale, aggiungono un poco
. tommaseo, i-329: l'acqua diaccia spruzzata dal vento c'inzuppava di sopra,
giorni di nebbia fitta, / d'acqua diaccia, lenta, continua! c.
. gadda, 6-207: la stufa era diaccia. lo stanzone era freddo, vi
buzzati, 3-304: sentiva la neve diaccia penetrargli anche dentro la giubba, gli
alto impetuoso / un nembo d'aria diaccia, diluviava / sul nido di comiglia
, e mi sentivo così indebolita e diaccia che temevo di svenire. -freddo
iii-81: e continuò ad ingoiar la zuppa diaccia, tenendo la scodella in mano.
appena uno scuro, e nella luce diaccia e bianca, eppure ancor lividigna, nel
veramente recisa, e diceva con la voce diaccia: « ecco un corpo ben costrutto
donne del gange. la loro carezza diaccia è l'amore in uno specchio. savi11ì0
di mano in mani con la noncuranza diaccia d'una bordel- liera.
dall'alto impetuoso / un nembo d'aria diaccia, diluviava / sul nido di comiglia
, 86: non nevica e non diaccia, che il sol non la disfaccia.
i-xlviii: pioviccicava; era una pioggerella diaccia e sottile che penetrava le ossa,
spirare lì sotto quella pioggerella fina e diaccia la quale dava i brividi anche alle
, 75: il lividor della zolla diaccia a bacìo della siepe intirizzita, /
. qui dentro fila un'arietta che ci diaccia ritti. 15. ant.
giù un po'd'acquerugiola fina e diaccia, che filtrava i brividi nell'ossa
di giacomo, ii-649: l'acqua diaccia, il buon gelato, gli ottimi
. viani, 4-117: quest'aura diaccia di immortalità che alita in questo frigorifero
... inonda le soffitte ove più diaccia / scende la notte lunga a tanta
/ dà scintille maligne a l'acqua diaccia / e su da 'l musco putrido
dello sgomento viaggio della giovinetta attraverso la diaccia lombardia invernale intirizziva il cuore siciliano delle
i-xlviii: pioviccicava; era una pioggerella diaccia e sottile che penetrava le ossa, una
mio corpo tutte le cannelle dell'acqua diaccia attonite di tanto spreco. b
. landolfi, 8-103: nella luce diaccia e bianca, eppure ancor lividigna,
, 75: il lividore della zolla diaccia / a bacio della siepe intirizzita, /
caffè. chiesi acqua e maraschino, acqua diaccia e maraschino di zara che è limpido
graf, 5-910: certa gente frolla e diaccia, / che tutti i dì,
alto impetuoso / un nembo d'aria diaccia, diluviava / sul nido di corniglia
5. prov. -non nevica e non diaccia che il sol non la disfaccia:
toscani, 86: non nevica e non diaccia, che il sol non la disfaccia
fuoco bianco, la nevicata leggera e diaccia degli stupefacenti. = femm.
alto impetuoso / un nembo d'aria diaccia, diluviava / sul nido di corniglia
caparbio ma non sarei stato capace della diaccia efferatezza che si vide in costui.
i-xlviii: pioviccicava: era una pioggerella diaccia e sottile che penetrava le ossa. pasolini
crudi / e monda le soffitte ove più diaccia / scende la notte lunga a tanta
petrocchi [s. v.]: diaccia l'acqua in casa da quanto è
di vedere dietro di se una gioia diaccia, raccapricciante, perché quello cui aveva
sollevarono e marciarono su per l'acqua diaccia e come anicizzata. -ombra di
/ né gran fatto le increbbe l'acqua diaccia e razzente. linati, 8-89:
in una macchina calcolatrice, serrata e diaccia. 3. rifl. farsi
dall'alto impetuoso / un nembo d'aria diaccia, diluviava / sul nido di comiglia
trassi appena uno scuro, e nella luce diaccia e bianca, eppure ancor lividigna,
porti / a le labbra una man diaccia di brina; / quei nar- cissi
dello sgomento viaggio della giovinetta attraverso la diaccia lombardia invernale intirizziva il cuore siciliano delle
in luogo di adagiarle entro la stilizzazione diaccia del cubismo le attorce sinuosamente in fusi
ibidem, 86: non nevica e non diaccia, che il sol non la disfaccia
mio corpo tutte le cannelle dell'acqua diaccia. -intontito dall'uso di stupefacenti
mio corpo tutte le cannelle dell'acqua diaccia attonite di tanto spreco. e. cecchi
, senza coprirsi malgrado la stagnante aria diaccia della camera. -che si addensa fittamente
non fate tante stampite; se no si diaccia. = dal provenz. estampida (
: johnny fremette, nella viscida e diaccia stretta alla caviglia dell'acqua torrentizia del
rientrò nel suo covile, grondante, diaccia, con i denti stretti, pazza di
fuoco bianco, la nevicata leggera e diaccia degli stupefacenti. saba, 1-57:
come se fossi svanita, / sei diaccia, è finita, è finita! /
: l'acqua che avevo tirato su era diaccia da togliere il fiato.
: johnny fremette, nella viscida e diaccia stretta alla caviglia dell'acqua torrentizia del disgelo