voglio abboccare. parla con loro tu; di' la conclusione fatta da noi. idem
questo mar che non ha fine, / di' s'altri mai qui giunse;
-figur. borgese, 1-149: di', carissimo, gli domandò...
: favella a'figliuoli d'israel e di' a loro chè, tornati ch'elli
messo a testimonanza: e poi, se di' il vero, n'accatti nimici
s'accolse, / dicendo: « di' a lor ciò che tu vuoli ».
a dormire. ariosto, 43-71: di' pur, se non t'incresce il dire
. dante, purg., 31-5: di', di', se questo è vero
, purg., 31-5: di', di', se questo è vero; a
, inf., 28-60: or di' a fra dolcin dunque che s'armi,
ricominciò seguendo sanza cunta: / « di', di', se questo è vero
seguendo sanza cunta: / « di', di', se questo è vero ».
iii-489: in questo modo quello che tu di' si domanda vero, perché è adequato
in su. idem, iv-10: tu di' che mi vuoi dare de l'acqua:
;... vanne tosto, e di' che essi scavino il segno, se
l'accettare [la lode]: di' che non le vuoi dare albergo nella
9-340: dimmi, uom dabbene, di', quand'ei [amore] ti prese
g. m. cecchi, 228: di' su, che i'te lo prometto
: amen. de marchi, 7: di' che hai giuocato, invece, e
sio; / e tu responne e di' ciò che te pare. / « ecco
veramente. gelli, iv-52: tu di' anche il vero; ma e'bisogna che
, diss'io lui, « or mi di' anche ». idem, inf.,
'n becchina, / in fé di di', ch'anche non tèn a frodo,
se le ti vanno, / conchiudi e di' che 'l tempo della peste /
, figliuolo, che è ciò che tu di'? idem, dee., 8-9
: ora, va'adesso, e di', che non hai cagion di temere il
. -ci). miner. formato di' andesite. panzini, iv-25:
pianura, e ora per riposo mi di' che io entri in questa fornace ardente.
, che parole son quelle che tu di'? idem, dee., 3-6 (
se tùe le rivolvi le parole e di' così: « che è animale razionale e
/ piuttosto poi da te e me di' l'animo / tuo, ch'i'l'
aristea m'annodi, / megacle, di' non ti parrà felice? parini,
dal leggere quelle critiche, perché, di' quel che vuoi, è e sarà sempre
da certatelo, 56: sempre ciò che di' in luogo dove tu sia udito,
e comincia a fare el frutto, di' che la state è appresso. sannazaro,
pan bianco ancora quivi fossi, / di' al cibacca te ne dia una piccia,
cagione amore di tanti mali quanti tu di' che i nostri scrittori gli appongono,
apporsi. - prov. ant. di' male e ti apporrai: è più facile
, quel mi par, che dice: di' male e apporratti. = lat
., 26-7: comincia dunque; e di' ove s'appunta / l'anima tua
[par., 26-7]: e di' ove s'appunta l'anima tua,
ci capita / landò, apri, e di' ch'io sarò qui or ora.
ripercuote. imitazione di cristo, iii-27-1: di' al vento d'aquilone che non soffi
e poco salati dell'europa settentrionale, di' solito a poca profondità (aringhe di
dante, inf., 28-55: or di' a fra dolcin dunque che s'armi
sei arrestata prima di una risoluzione qualunque di' francamente la verità. carducci, ii-10-162
, sai., 7-118: più tosto di' ch'io lascierò l'asprezza / di
. c., 32-2-7: tu di': ora voglio rivolgere questo libro, ora
s'appartengono a loro, e quelle di' guardino, e ch'elle te ne
., 24-103: risposto fummi: di', chi t'assicura / che quel-
-disse l'altra -che è quello che tu di'? non sai tu che noi abbiam
. sacchetti, 189-80: se tu di' il vero, e tu l'attieni per
notizia. tasso, 4-19: ma di' tu, musa, come i primi danni
. boccaccio, i-121: se tu mi di' perché a questo se'mosso, la
questo mar che non ha fine, / di' s'altri mai qui giunse; o
. novella del grasso legnaiuolo, x-998: di' che mi lascino; tu m'hai
,... che è questo che di' tu di voler fare? per cui vuoi
vedresti che torti tuoi, deserta, di' ch'io lascierò l'asprezza / di questi
senza fine mi dogliono le parole che tu di', avvilendoti senza alcuna ragione. della
: se vuo'parlare cose celate, di' piano, in luogo che tu abbi
la manda?... temerario! di' a colui che se ne vada immediatamente
. firenzuola, 718: -deh, di' 'l vero, giri tu il filatoio,
, 84-170: sozza puttana, che di' che io sono gatta, e che io
sai mi par avere; / adunque, di': chi si porìa tenere / di
ingannati. baldovini, 2-4: che di' tu, scimunito? -i'l'
alcune balie. pea, 7-35: di' loro che hanno sbagliato uscio. che sono
, 19-92: deh, or mi di': quanto tesoro volle / nostro se-
poeti moderni. carducci, ii-10-97: di', sei in condizione di ricevere una
lippi, 6-104: guarda quel che tu di', porco barone, / e va
: ed è pur da fuggire 'a base di' invece 4 composto con ', come
dante, purg., 28-84: di' s'altro vuoli udir; ch'i'venni
e regge, / come tu di', non c'è mestier lusinghe: /
fuso? firenzuola, 322: e di' ch'io la prego, che sia contenta
di speranza, te n'andrai. / di' che ben può trar guai, /
« sono una becera, eh! di' la verità! ». 2
. francesco da barberino, 245: di' tu da beffe, o che è
): bene sta, tu di' tue parole tu. paolo da certaldo,
disse: -io veggo certo che tu mi di' il mio bene, e quello che
inf., 7-69: or mi di' anche: / questa fortuna, di che
, avvisate. firenzuola, 751: di' su; ma spacciati, non mi
tanti billi billi! / ché noi di' tu che gan l'ha imburiassato? /
verde del cielo. pancrazi, 2-215: di', con me, a. -alla
birbanti. casti, 18-24: or di' se usar bontà con quei birbanti /
ii-499: ora vattene ai grilli, e di' al fattore che ti mando io.
, scommetterei che vi siete bisticciati. di' un po': è vero? * «
dietro alla casa il portico. o di' su. / -i malandrini, i ladri
che scrivo. carducci, ii-1-120: di' al celimi che abbia la bontà di
lupo voglia andar per pellegrino, / che di' c'hai fatto de'boti forse uno
g. m. cecchi, 360: di' pur quanto ti par, ch'i'non
, inf., 7-69: or mi di' anche: / questa fortuna, di
sposalizio. getti, iii-57: perché di' tu ch'io non vi son ancor andato
tu comandi, o insegni, di' brieve, acciocché le cose che sono tosto
dante, inf., 28-56: or di' a fra dolcin dunque che s'armi
orlando e tutta la brigata, / e di' che facci al re marsilio onore,
perché non sei venuto nel pomeriggio? di' la verità: tu hai già il brum
dante, purg., 16-129: di' oggimai che la chiesa di roma,
. pascoli, 99: nonna, or di' la tua novella. / ella dice
più larga. campanella, i-173: di': come al buio hai tu distinto
uno zoppo, d'uno zoppacelo! di' che guarisca e vedrai! ti voglio metter
'l tuo breviario, / mentre che di' l'uffizio e cuoci il bue. buonarroti
. g. morelli, 252: di' la bugìa presso alla verità per modo ti
, che tu gliele ridica, e di' ch'io impazzo per lei. gelli,
comando del battaglione: hai capito? di' che mi mandino uno scudo da parapetto
* dice sandrone « cosa vuoi? di' ben su! ») ma nella vita
/ dell'inferno cader dal paradiso. di' oggimai che la chiesa di roma, /
, dicendo: « che non gli di' tu, che tagli questo cappone per
, un scritto; / va', di' che il calamar un po'ti preste,
invadere cattaro. carducci, 834: di' come sovra le congiunte ville / dal superato
9-3 (356): vattene, e di' a calandrino che egli si tenga ben
iacopone, 17-5: or lo me di', frate ranaldo, / ché del
? viani, 10-43: o demonio di' al maresciallo dei carabinieri che con le
lippi, 6-104: guarda quel che tu di', porco barone, / e va
confessione sopra capo, disse: « di', miserere mei deus secundum magnam misericordiam
, i-459: percorremmo il piano ondeggiante di' nera canape, e dagli argini vedemmo
la coratella / se presto non mi di' di chi sei prena; / ti taglierò
; canti bene e razzoli male. ci di' che non fai, e intanto fai
la magnificienzia di madonna fusse tornata, di' che stia allegra e non altro. galileo
, la reai cuna, / e di': senza favor d'altra fortuna, /
». al cui rispose: « di' che ci capiti un'altra volta ».
il cappello. grazzini, 4-55: di' che metta in capo: non odi tu
cosa t'eri messa in capo, di'? c. e. gadda, 6-49
suoi lodatori,... che di' tu di questa sua disingenua falsificazione?
. franco, 1-112: e poi mi di', perché il cappellinaio / si tien
, 2-9 (238): tu medesimo di' che la moglie tua è femina e
saper t'è caro / quel che tu di', tu sarai tosto chiaro ».
città. aretino, ii-31: che di' tu di quelli, che per mandare i
che si rida. -al caso di', a proposito di. sassetti
-egli è el caso, se tu di' el vero... -egli è quel
143-5: -doi te gaitivo, u'di' che nde vai? / -entro
'n pregione, / pregando morte: -per di', or m'uccide! a.
alcuno. aretino, ii-31: che di' tu di quelli, che per mandare i
cavallo. castiglione, 119: né di' minor laude estimo il volteggiar a cavallo
, dicendo: « che non gli di' tu, che tagli questo cappone per gramatica
noi cadano infranti i ceppi / decemvirati, di', qual debbo io poscia / nomarti
mi vuole. monti, x-3-133: di' che non vuoi né cerchi la mia morte
vuoi né cerchi la mia morte; / di' che se t'amo non t'offendo
bibbia volgar., ix-126: adunque di' a noi, se ti pare a
sacchetti, 106-60: e tuttavia mi di' villania, sì che io sono
degli albizzi, i-15: e perché tu di' che ci dirai a bocca alcune cose
sia, ho la generosità, o di' pure la sfrontatezza, di presentarmi nudo,
: « donna mia, tu di' che io mi ricolichi; dolente sono,
dante, purg., 8-71: di' a giovanna mia che per me chiami /
t'è caro / quel che tu di', tu sarai tosto chiaro ». machiavelli
. dante, purg., 16-127: di' oggimai che la chiesa di roma,
sostanza di origine cellulare, capace di' attivare un enzima inattivo o proen
chiomati achei. foscolo, 1-371: di' che s'armi, e alla pugna ordini
, e disse: « di quale buovo di' tu? ». marino, 8-90
beccaio. machiavelli, 775: perché di' tu 'ciancie 'come i fiorentini,
vita nel torrone. -cianciatore! / di' pur, ch'è l'arte tua.
eh sta'cheto, cicalone; che pazzie di' tu? ricchi, xxv-1-173: ma
: auriga, va. / e di' che sia condotto nell'ippòdromo / di limna
giuralo qui davanti alla madonna... di', mi si cioncassero le mani.
b. segni, 7-19: tu di', o platone, che l'intelletto è
goldoni, vi-716: paoluccio, / di', mi vorrai più bene? /
., 8- 116: or di': sarebbe il peggio / per l'uomo
più consumate. palazzeschi, 210: di' a questi signori / che cosa fai delle
conve- nenti, / rispuose: -tu di' vero, caro amico. - / più
143-4: -i'son da lucca: che di'? che farai? / -porto cocosse
dice: « donna mia, tu di' che io mi ricolichi; dolente sono,
tu mi vuo'trar d'amare / e di' ch'amor amar è: / e
e messere alardo rispose: -or mi di', conte; perderò io la compagnia de'
davvero / compiango io te. che di'? nunzia è di morte / del rio
domandarono altre selve... tu di', che di tronconi d'alberi vóti,
è bella carne ». « ben di' vero ». « quanto la libbra?
disse, o cavalier chi sei? / di' per qual cortesìa sciocca difendi / (
al vulgo indegno, / come tu di', della lettura mia, / ciò mi
né più qua, né più là di' quel che vuole. 0. rucellai,
e cofortos e fresco. / no di' sta cuintoroso ni gram ni travacao /
con un argomento in forma. -tu di' d'esser matto: i matti s'
parla arditamente, / de la battaglia di' le condizioni *. berni, 35-48 (
te luca, / cortesia e valor di' se dimora / nella nostra città sì come
/ e la guerra già rotta. or di' ch'amici, / di'che confederati
rotta. or di'ch'amici, / di' che confederati, e che parenti /
confessione sopra capo, disse: « di', 'miserere mei deus secundum magnani mi-
dante, purg., 16-128: di' oggimai che la chiesa di roma,
/ gli uomini. carducci, 834: di' come sovra le congiunte ville / dal
, inf., 22-65: or di': delli altri rii / conosci tu alcun
amore di tanti mali, quanti tu di' che i nostri scrittori gli appongono,
ira. cesarotti, ii-159: al sir di' che cadeo con fama / il figlio
la pugna / il brando mio: di' che fra mille io caddi, / onde
, o cavalier chi sei? / di' per qual cortesìa sciocca difendi / (comprator
bada pur molto bene a quale che tu di', come che t'abbia a esser
, che ti crederanno -, e tu di'; -e'non mi crederanno.
. sbarbaro, 1-134: e invero di' tu, polidoro, intelletto che mi
dante, par., 26-49: ma di' ancor se tu senti altre corde /
in uno ceppo di salice. -or mi di' donna: verso qual parte teneva volta
ho fatto, tristo briccone? che nollo di', ubbriaco? -le coma, le
l'uomo, o musa, mi di', molt'agile, il quale per molto
gli è il trebban'leggieri, e tu di' 'l corso. aretino, 8-8:
tempo, disse / la vergine, di', di'; chiedi tue sorti: /
disse / la vergine, di', di'; chiedi tue sorti: / ecco lo
/ figlio d'anchise? se non di', non s'apre / questa di
infanghiamo. macinghi strozzi, 1-489: di' che ti basta le do- nora non
iacopone, 17-7: or lo me di', frate ranaldo, / ché del
, 6-570: e di costinci / di' chi sei, quel che cerchi, e
tu? che ha'tu? che di' tu? b. davanzali, i-124:
qua * creata fosti, / e di' lor sanza dimoro. pindemonte, 227:
: 4 lo sdegno, o dea, di' del pelide achille '; verso criticatomi
: va subito in cucina, e di' al cuoco che si solleciti quanto può,
, va subito in cucina, e di' al cuoco che si solleciti quanto può,
? *. al cui rispose: « di' che ci capiti un'altra volta »
co- fortos e fresco. / no di' sta cuintoroso ni gram ni tra- vacao
d'ambra, xxv-2-373: or va'di' a bernardo spinola / che se ne
poco a poco. ricchi, xxv-1-183: di' ben forte / che non v'è
: credette messer curzio, / otto di' sono, essere in quella camera /
amansa / di quella gentil donsella: / di' che cansa / la speranza / se
volte della man nel petto, / e di' tuo'colpa di questo peccato. ariosto
com'io credo) mostrala, / e di', che e's'è mutato di
intenzioni. pulci, iv-29: tu di' pur moccicon, ch'i'do di rado
v.]: * decussazione '. di' * incrocicchia- mento '.
dante, par., 26-9: di' ove s'appunta / l'anima tua;
ti scontriano, / degna, e di', come suoi: addio, piovano.
, che parole son quelle che tu di'? savonarola, 7-ii-58: vien qua,
volerme delezzare; / forsi tu me di' questo / per volerme alazzare? / ben
, par., 26-51: ma di' ancor se tu senti altre corde / tirarti
dipellère 'espellere '(comp. da di' fuori, via 'e pellère *
cc fiorini d'oro, che tu di' che diponesti appo me; et incontanente gli
però richiede che gli si sottintenda l'idea di' solitudine nel dolore, o di sospetto
e grida nelle orecchie di ierusalem, e di': questo dice lo signore iddio
fra giordano, 6: or tu di': questo nulla, quanto è, non
ferucola velenosa. savonarola, iii-451: tu di' che e'ci è comandamento che non
fuggi, da'quali se pure se'veduto di': « o generazione ingrata e detrattrice
/ di che tempo mi stimi tu? di' il vero! della porta, xxi-n-454
., 3-i (57): di', o jasone, che ti poteo alla
campo mi renda? / io vo. di' che m'aspetti e si difenda.
, 3-15 (i-63): va, di' a gano / che fra lui ed
hai detto il vero; almeno di' ora a me, che è quella cosa
burchiello, 2: io vidi un di' spogliar tutte in farsetto / le noci
poesie bolognesi, v-341-5: pregote che me di' seno et memoria / ch'eo posa
., 16-67: cortesia e valor di' se dimora / nella nostra città sì come
à rasimi di diri, / ben di' cantari e mustrari alligranza, / ca senza
forche nessun s'accostassi, / subito il di': che noi non fussin tardi,
occhi quella nebbia / che fa nascer di' miei continua pioggia. boccaccio, dee.
. idem, par., 5-122: di' di'/ sicuramente, e credi come
idem, par., 5-122: di'di' / sicuramente, e credi come a
. (pres. dico, dici [di'], dice, diciamo, dite
ecc...; imperat. di', dite', part. pres. dicènte
dirò ciò che mi verrà a bocca, di' tu quello che dio t'ispira.
/ di quella gentil donsella: / di' che cansa / la speranza i se
disire. macinghi strozzi, 1-150: tu di' se da ogni uficio degli otto s'
goffredo trova, / e in mio nome di' lui: perché si cessa? /
: l'altra sorrise. « e di': non lo ricordi / quell'orto chiuso
dirmi, io capiva: / - piuttosto di' un requie per noi! de roberto
istimabile, pardurabile virtù, tu mi di' verità, che ài podere sopra tutte le
quell'elisire? ti senti venir meno? di'! barilli, 5-266: forti e
. poliziano, st., 1-3: di', signor, con che lacci da
esser perfetta. tasso, 1-5-19: ma di' tu, musa, come i primi
à rasuni di diri, / ben di' cantari e mustrari alligranza. guittone,
, 14-139: ei, demonio, di' all'istante cosa desideri che ti servo subito
essere amato, e tu medesimo ti di' incontro, ché adomandi la disciplina dell'amore
, o corpo. sagredo, 219: di' al tuo padrone che sono stato suo
: ma scritta che l'abbiamo, va di' che possiamo non averla scritta,
in ispagna. baretti, 3-219: di' a quanti più de'nostri amici potrai che
toccai alcuno ovvero alcuna disonestamente, ma di' il luogo del corpo il quale tu
59: se 'l non ti piace, di' ch'io mi disparta: / rendime
passate ricorda. ariosto, vi-371: di' al nevola, / al rosso, al
panni, 514: passeroni dabben, di', non ti senti / dispettosa pietade e
seneca volgar. [crusca]: ciò di' tu che egli dica...
su me / che non piango? di', padre, a questa plebe / che
la novella distendere. dominici, 1-56: di' i peccati con la lingua tua,
portare arme d'amore: e così di' che li amanti similmente non debbono distinguere.
palesa i segreti / della salsiccia, e di' lor ch'ai distretto / questo cibo
libro di sydrac, 18: che di' tu del mio idio? dico * disse
savonarola, iii-192: o tu che di' che sono de'difetti in questo consiglio
della turba a gesù: maestro, di' al fratello mio, che divida meco la
cattanea, per la cui predigalitade tu di' che quasi tutto il regno è divorato
un grand'argine continuato... serve di' freno al fiume per domare tanto più
a chi m'ave in dimino / di' ch'eo tuttora 'nchino -sua valenza.
inghilesi. varchi, 23- 103: di' il vero: non aspetti tu che io
, iv-67: guarda quel che tu di', gherardo; perché quando tu facessi poi
ser tinaccio tutto dormiglioso dice: -che di' tu? grazzini, 2-199: il
/ poi a due man lo napo di' levare. folgore da san gimignano,
iacopone, 67-3: amor, di' la cascione de lo tuo par- temento
rasuni di diri, / ben di' cantari e mustrari alligranza, / ca senza
pocu valuri; / dunca ben di' cantari onni amaduri. guittone, xlix-69:
del diavolo, come hanno queste, di' allora che gli è segno che le
, 8-i-385: se tu parli, di' sempre cose edificatorie della salute. pallavicino
di svegliarsi, e disse: -come di'? eh? cinonio, 100: eh
quanti, / massime orlando; e di' che elegga il giorno / della battaglia,
'. bùttala tra la spazzatura, e di' 'indicato, segnato'. rigutini-cappuccini,
grado tuo de tutto rio, / e di' me coronare e far beato / ed
delle città per utile della chiesa, di' pure che gli è desso [lo
: ma, per più non equivocare, di' chiaro quel che vuoi. galileo,
speranza, te n'andrai. / di' che ben può trar guai, / ch'
di ', perciò 'dalla promessa di'). lo voce si diffuse con il
: / ch'i'non cherre'a di' altro paradiso, / che di basciar
sia, mi condanni, come tu di', all'infemo, se, per severo
dare espaccio alle faccende della redità; e di' che pensi fra un mese esserne fuori
3-187: mezzo porco?... di' mezzo asino, mezzo zebra, mezzo
cicilia, ch'ha nome serapione. e di', ch'egli abbonda tanto in eloquenzia
delle antique. ariosto, 35-72: di' al re, ti prego, che fuor
sovviene e aiuta nell'avversità allora tu di' che lui è vero amico, guicciardini
de gloria, / pregote che me di' seno e memoria / ch'eo posa exponer
nostre finanze. carducci, 11-18-277: di' a giulio che alla camera oggi ci sarà
, e poi vai ruminando, e di': -che vuol dire questi tabemaculi? abita
, / conforta li amorosi: / e di' lor ch'ancor fia / li lor
e sia chi el si voglia, tu di' la verità a ciascheduno. caporali,
!... sì... di' che venga. lo aspetto.
volgar., 1547: se tu di' ch'a gli angeli è allegrezza nel cielo
balordo. cammelli, 138: che di' tu, raperonzol marzaiuolo, / granchio
fallo prestamente; / quel che tu di' non fallir per niente. d. bartoli
famelica di vendetta. foscolo, iii-1-295: di', famelico d'oro, aspetti forse
dante, purg., 16-iz9: di' oggimai che la chiesa di roma,
sarebbe di mia volontà, sì che di' mo tu quel che è di tua fantasia
volermi donare, / quella, che di' non ebb'altro che fare, / quando
rispose: « cavalier villano, / che di' tu, re di farfalle o
favelli in fra le persone letterate, tu di' farfalloni terribili ». f. f
proposta poteva sembrare strana, soggiunsi: « di' un po', perché non stiamo a
credermi di riconoscerlo. / -eh tu di' cose da legarti: un uomo /
: or oltre dàlia fuore: / di' mai più 'sì ', e daccela
ti dispiaccion gli spiacevoli, come tu di', se tu vuoi viver lieta, non
mille sacramenti. guarirti, 50: -che di' tu, lineo? ancor non
il tuo fello, / figliuola, oh di' di sì, ve'che'sospira; /
parla ai figliuoli d'israele, e di' loro: la femina che non terrà fede
già fender tutto 'l viso! / di' tu da beffe, o che è quel
. pirandello, 8-598: un po'di' tintura di iodio, per levare il veleno
-con il compì, retto dalla prep. di', chi si distingue, chi supera
fiducia. cesarotti, ii-18: di' lo vedesti amabile, leggiadro / sul
persona dice a me -va', e di' ch'io sono... che
or ch'egli è sano, se gli di' che ciacco / tien colaggiuso all'erta
(19-148): falli le fiche e di': - min zeppa, tè!
di porto. pirandello, 5-525: di' * lampini, tu che ti ficchi da
pulci, 26-145: se tu il di', della morte ti fido. pallavicino,
fidata via: / e poi le di', quando le se'presente: / -questi
che te ne pare, che ne di' tu? -benissimo, e averete una bella
. bibbia volgar., ix-542: come di' tu, ch'egli è di
per fidata via: / e poi le di', quando le se'presente: /
arte è la tua? deh, di' 'l vero, giri tu il filatoio,
del bilancio. carducci, ii-18-277: di' a giulio che alla camera oggi ci
, che fina al die che tu di' intrare, in tale modo te studia,
tu m'odii, a me tu 'l di': più cara / l'ira aperta
: / ch'i'non cherre'a di' altro paradiso, / che di basciar
fermare. monti, x-3-402: di' che l'asta il franco marte / ancor
fissa al suol non ha; / di' che dove è bonaparte / sta vittoria
d'alberi fiumani. salvini, 12-4-425: di' che 'l corpo / brighi di sparger
mul- tiplicano sempre peccati, e però di' che il fragello è presso. machiavelli
] sul flauto gl'imi / fatti civili di' col piè nel socco, / e
vizi e le virtudi, confortala; e di' col salmista: perché ti contristi,
ed umiliando. / se non l'hai di' ch'errore / e colpa over
andrea da barberino, i-62: se tu di' ch'io non sia gentile; la
fatto mio, / e poi mi di' che hai faccende molte. -fornire
: a colui ch'è grande bevitore, di' che vada a dormire di forza.
e vecchi / e'sarà l'altro di' geloso fracido. g. gozzi, 491
figur. pulci, 22-31: tu di' che se'maturo un poco a stento:
firenzuola, 647: che sarà mai? di' su in buon'ora tua, di'
di'su in buon'ora tua, di' su, escine, e non mi fradiciare
. rinaldo degli albizzi, iii-368: di' con ser martino, che questi salvicondotti
'n becchina, / in fè di di', ch'anche non tèn a frodo,
. -ma e'la rimanderà testé testé. di' di sì. non mi frugar,
macinghi strozzi, 1-344: come tu di', tommaso are'fatto poco frutto co'lui
marden che gli è succeduto nella carica di' capoguardia. -fucile a cannocchiale: quello
al cuor. monti, iv-59: di' a giordano... che desidero intendere
, se vita brami e pace. / di' chi sei, donde vieni, ov'
/ la funerea bandiera della guerra, / di' no alla vita, grida no all'
vestimenti e de le usanze, chi di' avere in sìe quelo chi vole arengatore
di cervello. pindemonte, 213: di' che son fuori, / di'che malato
213: di'che son fuori, / di' che malato son, di'che son
, / di'che malato son, di' che son morto. de sanctis, 7-44
poi che ho io a fare? di' tu da dovero? -da gallióne; fate
falegname / del palazzo, e gli di' che pigli quello / palchetto che è nel
leva la gamba! / quel che tu di'! buonarroti il giovane, 9-114:
: maniera. muratori, xiii-304: di' pure con tutta sicurezza, ch'egli
guelfo sia / sceso di signoria, / di' che stea allegro e non abbia temenza
nulla, esci ad un tratto, / di' a la gatta, gatta. c
senza paraggio. fiore, 127-3: di', falsembiante, per gran cortesia,
ghiberti, 2-60: verace canzonetta, / di' al mio amor non faccia / sì
aretino, iii-236: o spurio, di' all'ancilla e alla nutrice / che
ti chiedesse perché non vengo a cena, di' pure che avevo da fare al giornale
poliziano, st., 1-3: di', signor, con che lacci da te
landolfi, 11-138: -adorata giuccherella! di', - riprese con voce concitatamente sommessa.
. seneca volgar., 2-143: tu di' che gli atti miei mi giudicano adultera
di tante liti? / -no: di' su, giudicéssa. podiani, 20:
). anonimo, ix-562: di' che 'l suo drudo l'aspetta al
m. cecchi, 1-i-296: -tu mi di' che egli le ha dato l'anello
toccai alcuno ovvero alcuna disonestamente, ma di' il luogo del corpo il quale tu
. delfino, 1-361: - or di', che riportasti? - il petto prima
cammina velocemente. carducci, 834: di' come sovra le congiunte ville / dal
di là dalle larghe onde, / di' a giovanna mia che per me chiami /
grado tuo de tutto rio, / e di' me coronare e far beato / ed
stanotte aver sentiti i tuoni / tu di', e piover forte e gragnolare, /
. a. casotti, 1-6-16: di' su quanti ne vuoi, pochi o
ciò che tu comandi o insegni, di' brieve, acciocché le cose che sono
? varchi, 24-20: -che mi di' tu, pistoia! è venuto il mio
, o vera scienzia, quello che di'? queste parole mi sono troppo gravi.
rivolvi, /... là dove di' ch'usura offende / la divina bontade
: te n'è capitato una grossa: di' su: possiamo nulla per te?
verga, 2-154: vuoi sposarlo, di'? non mi far la grulla.
di là dalle larghe onde, / di' a giovanna mia che per me chiami /
daga nella guaina e toma indietro e di' a tuo padre che tu non m'abi
venga poi il sole e tu credi e di' che è racconcio il tempo e non
pianura, e ora per riposo mi di' che io entri in questa fornace ardente.
averesti tu ancora di queste ideacce, di' il vero? tommaseo rigatini, 1632:
che ciò le raccontai. / ma di'; perché voleami / aver legata e ignuda
). etrarca, 37-120: le di' ch'io sarò là tosto ch'io possa
gran differenza è dal possedere quel che tu di', all'esserti imboccato. f.
si perpetrasse, /... di' che t'ho fatto / un sonetto ideal
sua. francesco di vannozzo, 131: di' e fa che 'l tuo voler col
menzini, ii-131: che se tu di', che l'arco tuo non scocca
a fe'tu non m'imbrogli; / di' pur quel che tu vuoi, ch'
le infischiarsi. ché noi di' tu che gan l'ho imburiassato? michelangelo
tratto, lo udii dire: « ma di' un po'cesira, che te ne
impaccio. metastasio, 1-i-144: eh di' che il solo / impaccio al tuo disegno
disegno è il padre mio: / di' che lo brami estinto. foscolo, 1-164
. roncaglia, 4: -tu non ne di' el vero che l'ho baciata,
son certe cose, che tu mi di', che io per me non l'intendo
i dossi / al su, mi di', e se vuo'ch'io t'impetri
immantenente e non far resto; / di' ch'io gli 'mpianto e 'nesto / al
andrea da barberino, iii-175: tu non di' la ragione mia e nonne imponi la
a chi m'ave in dimino / di' ch'eo tuttora 'nchino -sua valenza. chiaro
. forteguerri, iv-547: dunque tu di' che questo tuo viaggio / è stato molto
tommaseo]: disse iddio a me: di' alla casa incrudelente: non sapete voi
incurvi e inchini le ginocchia quando tu di' il tuo uffizio o quando ori. f
, / diss'io, « là dove di' ch'usura offende / la divina
seneca volgar., 2-40: tu di' che per la indisposizione della natura tu
tu piangi, che cosa è? / di' presto, lidia, bench'io l'
dei secoli xiv e xv, 35: di' ch'un poco di raggio / della
figliuoli induga. serafino aquilano, 250: di' a lei ch'alquanto indugese, /
-figur. dolce, xxv-2-278: di' pure, favella, sermoneggia, ché
. guido da pisa, 1-40: di' a faraone: se egli terrà lo
et umiliando. / se non l'ài di' ch'errore / e colpa over follore
di dio. baldovini, 2-65: ma di' se il cielo / splende tutte le
cicerone volgar., 2-4: tu inettamente di': chi è sì matto che si
persona). carducci, ii-19-251: di' al sempre lodato giacomino che sia tanto
ch'esser sai figlio / di virtù, di', perché non cedi? pananti,
. (infodero). foiata, e di': se io faccio, farete?
inferno. aretino, iii-130: -che di' tu d'alcuni che non solamente dicono
. ammirato, 3-3-73: -almen mi di' che ti è successo. -non
vuogli! pagliaresi, xliii-93: tu di' che questo barlaàm sì santo / è uno
continove lagrime. testi inediti, 58: di' trecento volte questo verso ch'è scrito
quella adulterata seggia / ne va', e di' a colui che l'aombra, /
tutti innamorati e innamorate, / e di' lor che becchina ti fa fare.
inmantenente e non far resto; / di' ch'io gli 'mpianto e 'nesto / al
agli innocenti. lippi, 1-85: di' piuttosto in che mo'noi siam parenti,
irrobustito. moravia, xiv-231: « di' la verità », ha soggiunto mio
bocca col suol della scarpetta, e di': suora scorretta, di'bene, e
, e di': suora scorretta, di' bene, e rispondi bene, lingua
/ porgi in mia vece, e di': se non son elle / d'oro
: deh! oste nostro enea, di' a noi dal primo principio l'insidie de'
. n. secchi, 2-11: or di', favoleggia, insognati, fantastica a
, 22-527: or tu nutrice, / di' delle donne diavol co'diavoli.
altro, perocché la bugìa che tu mi di' sì mi oscura, e così quelle
intenerito, quasi lacrimando gli disse: di' a tua madre, che non istia a
e fammi certa / che-ttu sia come di' sanza temenza. la spagna, 17-18
. m. cecchi, 1-1-54: va'di' tu poi i sogni non son veri
. b. gradenigo, 1-131: di' e fa'che 'l tuo voler col mio
: poi a due man 10 napo di' levare, / bever un poco u quant'
corpicelli di esso. carducci, ii-19-215: di' subito... a giulio gnaccarini
delle tartane. bresciani, 6-viii-258: di' al mozzetto che stringa le inzinnature alla
io. grazzini, 4-483: tu di' che, dalli anni in fuora, io
: risposono allora li giudei: tu di' che hai teco il padre tuo che dà
dio mala ventura / con tu menzogna di' ad isciente, / credendo ch'io m'
cognoscenza. luca pulci, iv-44: tu di' che le virtù celestiali / divinamente in
37-119: reverente ai piedi / le di' ch'io sarò là tosto ch'io possa
. d'ambra, 95: -be'che di' ippolito? / -io son più là
l. salviati, 19-15: come di' tu, diavolo? / innamorato un
, avverso. cino, iii-153-6: di' chi m'assicura [di quelle stelle]
coito. aretino, vi-737: di' pure al signor che si metta in
/ a chi m'ave in dimino / di' ch'eo tuttora 'nchino -sua valenza.
mi sento latte e miele stamattina. di' la verità, io sono un buon diavolaccio
. ghiberti, 267: verace canzonetta / di' al mio amor non mi faccia /
, tutte le cose che tu mi di', io le conosco vere.
ha perduto. giamboni, 8-ii-124: di' il tuo segreto a leale compagno,
/ o che 'un s'è messo a di', questo lecchino, / che pisa
trarrne. bonarelli, xxx-5-34: ma di': perché voleami / aver legata e
e le membra. campanella, i-173: di': come al buio hai tu distinto
/ apre al mattin novella, / di', non è cosa / tutta odorosa
paese. borgese, 1-149: -e, di', che cosa ai mangiato a colazione
come vuoi, t'appella, / e di' che se'novella - d'un che
: tu trovi scuse, e pur tu di' / che tu non sei in tua
ora per evitare l'abborrita preposizione 'di' ecco il 'liceista'. de amicis, i-532
dante, inf., 28-60: or di' a fra dolcin dunque che s'armi
ha né l'abitudine né la pazienza di' far troppo uso della lima, e però
. r. berlini, xxvi-3-258: di' pure alla papale; / e non far
il ventre, e dove tu stai, di' continuamente: io sono peregrino. diodati
? * pietra 'e dal tema di' * < pa (vo [xoei '
. burchiello, 2-17: se tu di' altro, dicon che son fole, /
che agosto. cammelli, 50: tu di' di quel che prese anteo e strinselo
non dài nel segno, tu non la di' giusta '. -la meta è ancora
sconossuto a modo di pellegrino, / un di' mei spiriti, la barba lunga,
move e regge, / come tu di', non c'è mestier lusinghe: /
fece alcun conto di quegli schiamazzi e di' quegli urli. emiliani- giudici, 1-55
benino, o mathone. alle volte di' bene: / anche, cosi e cosi
. g. gozzi, i-5-141: tu di' ora le maggiori bestialità ch'io udissi
miracoli / possan, che tu mi di', per arte magica, / non crederò
fai arti magiche e fati, tu di': chi nasce sotto 'l segno d'
a mano. saba, 360: di', non ricordi una maglia arancione, /
faceva simile a un'arancia? / di', non ricordi la piccola erna? moravia
a chi 'l ben piace: / di' lor: -chi m'assicura? / i'
sospiro femineo. fogazzaro, 1-269: di' a boito... che trovo i
l'esercito. cesarotti, i-xxvi-ioi: tu di' sempre belle parole e magnifiche; ma
piramidi di magnolie, di ibischi, di' rose decapitate che i mercanti vendono a
luca pulci, 1-3-94: ma che di' tu di que'maghi che 'ncantano
malaccio; / ma ancora 'n posso di' d'esse'guarito. c. e.
; e questo è malèstimo, perocché talora di' tu che dio il ti fa per
fu colui da cui mala partita / di' che facesti per venire a proda?
, villania. monti, iii-340: di' ad arici che non tardi più la sua
paga intera. pascoli, 1-843: di' al procuratore del re gasperini queste mie
chiesa sua. tasso, 4-19: ma di' tu, musa, come i primi
per sorte / fatta ancor edizione? / di' di no. / -fatta, signor
come padrini. cassola, 2-183: di',... hai sempre per le
ch'esser manumessi? varchi, 23-103: di' il vero, non aspetti tu che
loco siguro. sanudo, xli-404: di' a quel prete... che 'l
mi lievi il copertoio da dosso, e di' che aggiacci; io credo che tu
pulcelle povere. leone ebreo, 216: di' adunque: se 'l padre non appetisse
traditore. berni, 288: va', di' loro da parte nostra che venghino via
ad ispirarsi. carducci, iii-4-207: di': sotto il peso de'marmi austriaci,
'l mar- torello... -che di' tu di martorèllo? compagnia della lesina
oddi, 1-36: di grazia, di' la cosa puntualmente come è passata,
a. manetti, 57: tu di' pure che colui è stato pagato,
ten vola, ed alla madre / di' che salga la rocca e del delubro /
fue, e dissero: -or ne di', giuglielmo, perché hai tu così onite
pregione, / pregando morte: per di', or m'uccide! binduccio dello
: dice [il vescovo]: « di' 'miserere mei deus, secundum magnani
f. d'ambra, 4-63: di' che comperi / quattro o sei mazzi di
calme ». tasso, 8-50: di' come e donde tu rechi quest'arme /
a la cieca, / che noi di' a un tratto, che voi dire /
'n becchina, / in fé di di', ch'anche non tèn a frodo,
. cavalca, 19-322: va'e di' a stefano quello che io t'ho
giovanni, i-19: trista me! che di' tu? se'tu fuori della memoria
nascosto. bibbiena, 42: tu di' bene, ma io te ho lasciata una
cavalca, 20-396: sì lo mi di' con veritade, / se tu l'
espaccio alle faccende della redità; e di' che pensi fra un mese esserne fuori:
antonio da ferrara, 15: tu se'di' peccator fermo consiglio, / tu se'
: io mi voglio ricordare che tu non di': là, là, ma qua
mala ventura, / con tu menzogna di' ad isciente, / credendo ch'io
chi tua ragion chiamasse obscura, / di': -non ho cura, perché tosto spero
: bel messer, ver e've di': / no vollo questo lati. giacomino
move e regge, / come tu di', non c'è mestier lusinghe: /
trasformazioni son queste, che tu mi di'? rocco, 164: dite che
metro: / « deh, or mi di': quanto tesoro volle / nostro segnore
: poi a due man lo napo di' levare, / bever un poco u quant
lui e te pare, / or me di' ciò che tu voi che gli dica
notte: v. mezzanotte. -mezzo di', v. mezzodì. -mezzo giorno
verno, / per la ragion che di', quinci si parte / verso settentrion
: la città di luni, che tu di', che è in sul mare.
: maestro,... or mi di' anche: / questa fortuna di che
par pazzo a me. che pazzie di' tu? della casa, 5-iii-250: io
: vanne poi da'nostri amici / e di' lor mente goda chi semina e chi
per moglie. -ohimè, -disse ferondo -tu di' vero, e la più dolce;
287: scoiaio e maghinardo / di' cavalcanti, militi sinceri. giov.
mi sconforta e menaccia; / ma di' ch'a sua merzede / di tornar ho
ottima. borgese, 1-149: -e, di', che cosa hai mangiato a colazione
-goffredo trova, / e in nome mio di' lui. -stare sulle mie: assumere
fondamento). giusti, i-291: di' alla signora che in ogni modo o
e l'adulterio commesso con la moglie di' lui betsabea); è il quarto
alcuna perfeczione, misura te medesimo e di' collo apostolo: non sono ancora perfetto.
addosso. se fusse pur quel che tu di', tu hai aùto male cotanto tempo
'. però tu, o lettore, di' 'mobilia'o 'mobili'. carducci,
messo a fare il ceraiuolo. ceraiuolo? di' meglio moccolàio; almeno per ora »
un fosso. pulci, iv-20: di' ciò che tu voi, ch'i'
furioso diventato o folle? / tu di' mollighe tanto orrende e strane / ch'
grazzini, 26: tu [varchi] di' mollighe tanto orrende e strane / ch'
terreni. aretino, vi-711: tu di' ben, ma io non cerco mondanità,
[in macinghi strozzi], 1-91: di' a mona lesandra non guardi alla spesa
, a lui ne sara''ndata, / di' che non guardi alla mie 'ndegna storia
della morte. carducci, ii-13-169: di' all'elvira che non pensi tanto a
o là, a chi di' io? che sia forbita quell'armatura,
laudario urbinate, lxxxiii-62: la bocca di' aver elusa e la lengua affienata,
. guittone, 128-13: omo non di' sperar troppo in altura / e per
moscione. guido da pisa, 1-38: di' a aaron che stenda la verga e
una mossa abile. prisco, 5-327: di' un po', costanza, non sarà
omu à rasuni di diri, / ben di' cantari e mustrari alligranza. anonimo,
ii-176: de'sogni spaventevoli che tu di', è medesimamente cagione la mala complessione
terreno molle, non perché veramente sapessero di' questo odore, ma per rialzare quello
'1 verno, / per la ragion che di', uinci si parte / verso
come verde in laoro / tra quigli che di' guelfi fanno ancuzine: / reputandoli
se stanotte aver sentiti i tuoni / tu di' e piover forte e gragnolare, /
oro / a filogenia e virino: e di' che questo / e la munerazion del
ti move e regge, / come tu di', non c'è mestier lusinghe:
e murate con mure altissime. romanzo di' tristano, 155: tristano sì andoe
, 7-215: -che cosa preferisci? di' alla tua zia quello che vuoi. -
. pontano, 1-28: di' al signor virginio che 'l suo natifrago
salvini, i7_575: or tu mi di', di maia destro figlio, / se
ne l'aria o ne'vento? va'di' che soffino a sua posta, va'
che soffino a sua posta, va'di' che piova a suo comandamento: s'
negazioni sono: tu menti, tu non di' il vero; tu di'il falso
tu non di'il vero; tu di' il falso; tu ti parti dalla verità
del su'cor gentile, / tu di' ch'i'sono sconoscente e vile. bartolomeo
per quanto sia la cosa difficile, di' ch'è facile e sprezzagli come non sapessero
ami niuno. dolce, xxv-2-231: di' pure securamente, ché questa è una
vuoi'te pregar che me responda e di' / perché star suggetto io e signor tu
de gloria, / pregote che me di' seno e memoria / ch'eo posa exponer
se l'uomo è di generosa e di' nobilissima schiatta, egli nobilita e innalza la
e ti vuo'servire in ogni modo. di' su, ché ho io a fare?
darebbe noia. domenichi, 6-67: -che di' tu ora, manigoldo? che hai
; ma ora noi siamo assuefatti: di' pure quanto tu vuoi, sparla pure
noia anche pellico. cassola, 9-51: di' la verità: ti sono già venuta
. f. achillini, 65: tu di' ver, ma non è cosa devuta
fiori o spezierie. guarini, 123: di' poco, e tosto parti, e
venuti cc fiorini d'oro che tu di' ch'hai di mercatan- zia? i
un nonnulla sospira a la infoiata e di': « se io faccio, farete?
e dare altrui battesmo, / sol è di' preti volger cotai rote.
chi muore in notorio peccato mortale non di' essare sotterrato in sagrato, ma dìe
« va'e reca la novella. di' che il pentimento sarà rimunerato ». gadda
la novella ha'gioia donata, / sì di' elvella la guardi di recare / in
/ apre al mattin novella, / di', non è cosa / tutta odorosa,
ti sieno tolte le tue sustanzie, di' col beato iob: « nudo uscii dal
de fiori, / deventò nudo e giucator di' panni. savonarola, 13-23: venite
non si profonde / mie rime come di'; ma nude e scempie. giraldi
onorata; ma se sali dove tu di', sarai nulla. tommaseo, 5-84:
ciel colora? alfieri, 1-77: che di'? nunzia è di morte / del
quella: -io non so che tu ti di': sapera'tel pur tu. soldanieri
dante, purg., 24-50: di' s'io veggio qui colui che fore /
quale sia occulta a coloro ai quali tu di' questo. boccaccio, i-525: venite
: parla alli figliuoli d'israel e di' a loro: chi di voi offerirà sacrificio
: « fai un fischio giù e di' a quell'altro che si sposti sulla strada
/ più si facea profonda, / di', non vani dal tuo pensiero il lito
seneca volgar., 2-116: tu di' che non ponesti il fuoco per malizia
povero. -perché? - / perché tu di' il vero in su 'l viso,
/ apre al mattin novella, / di', non è cosa / tutta odorosa,
/ diss'io, « là dove di' ch'usura offende / la divina bontade,
, 17-82: dolce mio padre, di', quale offensione / si purga qui nel
-o questa è bella carne. -ben di' vero. -quanto la libbra? ariosto,
altra « che è quel che tu di'? ». viaggi di nicolò de'conti
, non te far più pregar: di' via liberamente, ché pianzerò mi in
à rasuni di diri, / ben di' cantari e mustrari alligranza. latini, rettor
se non ci aggiugni il danaio, di' che io non sia dessa. =
vergini. francesco da barberino, iii-147: di' com'era bella / e saggia e
, 42 (74): or ci di', guglielmo: perché hai tu così
. stefano protonotaro, 133 dunca ben di' cantari onni amaduri. guittone, xxix-124:
onnecovelle. idem, lxxxiii-492: or me di', agnalo gabrielle, / tu ke
riotto, nulla di questo che tu di' reputo da te, ma omnia dalla
operare più. leopardi, iii-606: di' da mia parte a puccinotti che il mio
: va e predica questa legge, e di' che sia data da dio; e
mettere in operazione. -per operazione di', per opera di, per azione
tu fosti fin da fanciullo, come di', fra le sacre cose allevato,
. pulci, 22-98: -tu mi di' traditor, ma sia in buon'ora:
capita / landò, apri e di' ch'io sarò qui or ora. filicaia
. bibbia volgar., i-529: di' ad aaron tuo fratello che non entri
1-iv-41): or bene, tu mi di' che se'stato mercatante: ingannasti tu
. m. cecchi, 445: di' che per mia opera / la ne viene
espressioni con ordine, con l'ordine di', nella formula del linguaggio burocratico fino
-in ordine a, in ordine di', relativamente a, rispetto a,
dolce laccio. poliziano, st„ 1-3: di', signor, con che lacci da
die entre orege ni 'l man sul cò di' mette. dante, inf.,
lo voglio colla frezza ferire; però di' tu in qual parte lo vuoi ch'io
mostrare; / vedrem se, come di', carlo di franza / l'a-
, che c'è di mal? di', via; / -e che? e'
. / -non me l'andare orpellando. di' via / convella sta; io ho
« figlio d'anchise? » se non di', non s'apre / questa di
chiara, cristallina e pura, / di' pur ch'io viva in festa ed allegria
ella del tutto ferma il corso, / di' ch'io sia ito a veder ballar
scale, / dove se monta al fin di' miei conaboli? / chi saprà i
chi tua ragion chiamasse obscura, / di': -non ho cura, perché tosto spero
bon san ziminian, che la milizia / di' nostri re'avversari fora cazza /
« deh! oste nostro enea, di' a noi dal primo principio l'insidie
2-26-47: ove è il mio manto, di', falso strepone * / qual me
otto luglio. carducci, ii-21-38: di' a gnaccarini che verso l'otto se
scopritive i orecchi, / ottusi dal furor di' vostri cori. lorenzo de'medici,
incertezza. lippi, 1-15: di' pur... ch'io t'ascolto
/ hai tu finito ancora? ovvia di' presto. note al malmantile, 1-28:
a chi 'l ben piace: / di' lor: -chi m'assicura? / i'
3-427: fai un fischio giù e di' a quell 'altro che si sposti sulla strada
velocità. -padrone di imbarcazione, di' scialuppa: nella marina da guerra,
troppo fosco a lo 'ntelletto mio, / di' come sei di te me- desmo pago
pel falegname / del palazzo e gli di' che pigli quello / palchetto che è
. nelli, iii-439: -sì, di' su: chi è? sarà qualche persona
'1 diresti scorto, / come tu di' del prenze infortunato, / ma palpi
presso palodi,... denunzia e di' qualmente il gran pane e morto /
ancora del pan bianco fossi, / di' al cibacca te ne dia una piccia,
or ch'egli è sano, se gli di' che ciacco / tien colaggiusso all'erta
. sacchetti, 161: a'primi di' che chi va quanci o lanci /
gazuolo. b. pino, 41: di' a frosina che porti giù il pannicello
tuo vergine cor nel paradiso, / di', quali stelle e quali gemme ascondi
locuz. -a, al, in paraggio di', in confronto a, a paragone
/ nostre lodi. -a paraggio di', in proporzioni pari a. amari
non sue. carducci, ii-6-230: di' al compositore di lemonier che il numero
biancheggia / delle membra il colore, / di' pure ch'egli pareggia / della sua
pensiero (una lingua). giusto di' conti, i-69: uman pensiero a pien
interessi individuali. borsi, 2-50: di', giosuè, sei ben certo di non
): tutte le cose che tu mi di' io le conosco vere: ma io
. moretti, iii-201: è vero, di', che il tuo aurelio non ha
lassato, amore? / amor, di' la cascione de lo tuo parte- mento
disse uno della turba ragunata: -maestro, di' al mio fratello ch'elli porta con
al popolo e armarsi tutti. romanzo di' tristano, 49: ella pare bene ch'
vedrai le donne e le donzelle: / di' che 'l so fatto è solo di
. c. gozzi, 1-969: di', brighella. dichiara meglio il passaggio
disgrossarsi, rispose argutamente un maestro: di' piuttosto per ingrossarti. ifeste, 32
ricciutelli. borgese, 1-149: -e, di', che cosa hai mangiato a colazione
ben saria / male, quel che di' tu, lieve e patibile.
patecchio, xxxv-1-581: se tu di' plaide? ar con om posent ni
apitale, / nun te lo vorre 'di', batte 'n pattone / da
del suo tempio rimanevano aperte in tempo di' guerra e in quanto presiedeva all'inizio
, tu non ti avvedi che tu di' contro di te? guarini, 425:
. -com'un altro? che pazzie di' tu? galileo, 4-2-591: io non
. 'va'via pazzino '. 'che di' tu pazzino? '... o
rispose: -cavalier villano, / che di' tu, re di farfalle o di
zini, 3-2-347: poiché tu di' che la invenzione di com
: or biastema quanto voi, / di' pur male si tu sai / e famme
torno, / poi ti nascondi e di' che l'hai beffato, / ché tu
finiguerri, 162: quel che tu di' ch'è cosi tristo pegnio / da
non giochi, / ch'el mettere 'di' fochi / in più lochi. =
tessuto. leopardi, iii-620: di' a paolina che l'abito di pelone
palermo o federico ii, 426: di' a la più amorosa, / ca per
. francesco da barberino, iii-147: di' com'ella è morta / in penitenza
. giusti, 4-ii-707: pensa e di' le cose tali e quali, / pensata-
. « va'e reca la novella. di' che il pentimento sarà rimunerato ».
casi noti? monti, iii-340: di' ad arici che non tardi più la
iii-1-206: dunque tu l'ami? di', di': quanto l'ami tu?
dunque tu l'ami? di', di': quanto l'ami tu? perdutamente?
-indeciso. serra, iii-13: di' con nino che alla virtus ho visto
il ventre, e dove tu stai, di' continuamente: io sono peregrino. ariosto
pirigliosa. monte, 1-i-90: ma di' non metto l'amore 'n obria /
/ a li noiosi riprenditori a torto / di' che nave, talor, poi giunta
maledetto, non far le boccaccie, di' piuttosto: buon giorno e buona permanenza
sopra bc, ab, ac, e di' che ciascuna sia 1 e sia
la tua poca personùzza, / onde di' che deriva il desiuzzo / il qual ti
mente pertratto, e ciò che tu di' così esser consento. bibbia volgar.,
anni. bemi, 133: conchiudi e di' che 'l tempo della peste / è
peccato. guido da pisa, 1-40: di' a faraone: se egli terrà
darci qualche eccezione? / stiamo 'in decretisi di', peto vestito. bocchelli, 2-282
, 1-ii-219: che peverada è questa? di' su, e acconciala, / ser
non esser piacentero a'tuoi prelati: / di' il ver senza lusinghe alli tuoi frati
. g. cavalcanti, i-286: di' al servente che la donna è prisa /
. f. scarlatti, lxxxviii-ii-512: di' l'orazion tua piano; / sta'
campo trincerato. carducci, iii-4-25: di' come sovra le congiunte ville / dal superato
ètti tolto il tuo; or mi di', quale è più piacevole, o a
l. strozzi, 1-98: che di', saturno, / costà sì pian?
se ancora del pan bianco fossi, / di' al cibacca te ne dia una piccia
levatoli il conto / della cassa: di' mo'ch'i'sono a piede. galileo
2-9 (1-iv-208): poi che tu di' che tutte sono così pieghevoli e che
i pieni poteri. carducci, ii-18-277: di' a giulio che alla camera oggi ci
è pieno tutto viterbo; e tu di' « chi te l'ha detto? »
: se tu sei figliuolo di dio, di' che queste pietre si facciano pane.
: va'via, munazio; va'e di' a pompeo che catone non è pigliereccio
da ferrara, 15: tu se'di' peccator fermo consiglio, / tu se'benigna
pinge, / vòltati a retro e di' a chi viene appresso: / « troppo
.. circa l'amico che tu di' avere inteso del piombinese trovarsi ad roma.
l'un taci, / e l'altro di' che si fa d'esta piova [
de la musica bella, / e di' che stien silvestri / da'pirrati silvestri.
mescol fra 'pivi / e non di' il vero. sanudo, lv-447: in
. macinghi strozzi, 1-388: a di' 23 pagomo in mie'nome a bartolo di
. patecchio, xxxv-i-581: se tu di' plaide <; ar con om posent
comune). dolce, xxv-2-278: di' pure, favella, sermoneggia, ché
/ due possenti signor potrai vedere. / di' lor che italia chere / umil mercede
pochi a chi 'l ben piace: / di' lor: -chi m'assicura? /
pocrisia. f. scarlatti, lxxxvtii-ii-512: di' l'orazion tua piano; / sta'
la tua poca personuzza, / onde di' che deriva il desiuzzo / il qual ti
mettilo in grembo a questi tali e di' loro: va', da'beccare a polli
; / poi, se l'urto di' ogli viene opposito, / no mi vai
caproni, 1-78: te la ricordi, di', la gina, / la rossona.
... / e italia, di', quella polpettona / d'italia, te
sera.. - hai avuto paura? di'? poltrone! 3. persona
novelle. moravia, xi-147: « di' un po', parodi, è un tipo
. /... / se mel di', vo'rifarti il ponticello, /
], iii-2-200: qual dione tu di'? forse quel bagascione, con tanto di
sale / vattene e all'amorosa evirallina / di' ch'io caddi con fama e sì
i-72: -or dimmi, elpino, di' / se bella è questa rosa -e bella
tempi, potessi aspirare al tuo intento: di'? spargerai tutto il sangue col quale
, 42: alora mi dixe: tu di' bene, ma io te ho lasciata
/ colli apostol'ti conforta: / di' ch'io so'viva, non so'morta
ti lamenti tu dello stato tuo e di' che natura e fortuna si son mal portate
noiosi riprenditori a torto, / di' che nave, talor, poi giunta a
vale per acquistare quella buona fortuna che tu di', senza almeno una porzione di virtù
leggi] sono così necessarie come tu di', donde viene che elle non si traducono
], i-124: or mi rispondi e di', / ch'egli è ancor gran
mostrare! / vedrem mò se, com'di', carlo di franza / l'atenderà
differenza è dal possedere quel che tu di' all'esserti imboccato; poi perché il
. patecchio, xxxv-i-581: se tu di' plaide ^ ar con om posent ni
sono demonia; ma quando vengono, di' loro: i'mi leverò a mia posta
potenzia. savonarola, ii-91: tu di' così, come la ragione che è la
o una vesta da secolare addosso, e di': -messere, venite alla pratica.
stizza ogni volta; e dice che tu di' tanto mal di lei che l'è
; famigliarità. dominici, 1-56: di' i peccati con la lingua tua, non
a l. pisone, disse: « di' su ». esso, fatto lungo preambolo
questioni di precedenza, di etichetta, di' delicatezza 'tra colleghi.
-va'e predica questa legge, e di' che sia data da dio...
trovato questi danari: predica dunque e di' per la contrada... se alcuno
zia comandò a suo figlio: -su, di' una preghiera per il tempo, una
sed ella non ti crede, / di' che domandi amor, che sa lo vero
trarrò la coratella / se presto non mi di' di chi sei prena. straparola,
. de roberto, 782: di' che mi mandino uno scudo da parapetto:
borsa a belloccola, e prima li di' che tu vuoi mettere il tuo pincoro
. b. giambullari, i-113: di' ch'io do del combatter le prese
incise: / questa mano (le di') già si promise / ad un amante
« le parole di presente ». -tu di' il vero. non son pratica,
, xxxv-i-519: a due man lo napo di' levare, / bever un poco u
si multiplicano sempre peccati, e però di' ché il fragello è presso. g.
son presuntuoso, perdonatemi. / - di' pur. -voi ci parete d'altra terra
se non ci aggiugni il danaio, di' che io non sia dessa. e infino
e serviti della locuzione latina, ovvero di', dando al parlare il debito giro,
a belloccola, e prima li di' che tu vuoi mettere il tuo pincoro in
, / se lo tuo nome non me di' in primiero. -nel primiero: subito
. scala del paradiso, 216: di' a noi tu [il vizio dell'accidia
reina: deh! oste nostro enea, di' a noi dal primo principio l'insidie
quali rispuosono e dissono: proponi e di' questa problema... lusinga il tuo
sete voi, di grazia? - di' tu a me, sesso profano, sesso
idem, par., 26-54: « di' ancor se tu senti altre corde /
gerusalemme. alfieri, 6- 397: di' il vero [o maometto]: profetasti
comp. da prò 'in vece di' e magister 'magistro, maestro '
], i-123: or mi rispondi e di', / ch'egli è ancor gran
a ciò ch'i'ò proposato. / di' tu se prò'po- sat'ò.
e vengono. una volta dentro, di' che sei saffi, dillo al governo,
suo fatto scritto, / or ne di' ciò che te pare ». guittone,
spesso giova, / e mostrandoli prova / di' ch'a- prin ben gli orecchi -e
antonio da ferrara, 185: tu di' che già provasti la radice / de
. idem, par., 24-105: di', chi t'assicura / che quell'
fra giordano, 3-228: or mi di': e qual sarebbe meglio, se tu
ti mescol fra 'pivi / e non di' vero. / tu se'corto e
illecito. novellino, xxviii-806: di' loro con vigore e con ardire ch'
. lanai, 82: ohimè che mi di' tu? questo m'è un pungente
al primo che c'imbatte! non di' nulla, meo? -sulla punta
: io fo quello che tu mi di'; io non so che modo mi tenga
. oddi, 1-36: di grazia, di' la cosa puntalmente come è passata,
è chiara, cristallina e pura, / di' pur ch'io viva in festa ed
aroganza puttanissima; ma o taci, o di' con reverenzia o bella o brutta:
trarrò la coratella / se presto non mi di' di chi sei prena.
piccola formato. carducci, ii-17-169: di' a giulio che mi cerchi il libretto
testimon lieto? fi ricovrato sposo, / di', qual ti par? viani,
pognamo pure che fosse quello che tu di', la quale mai niuno de'nostri savi
: va', toma a quei signori e di' loro che gioacchino murat non ha mai
l'omo à rasumi ai diri / ben di' cantari e mustran alligranza. anonimo,
». savonarola, 7-i-13: quando tu di' che io cerco gloria del mondo,
altro si leva e dice: « che di' tue? » / d'una parola ne
grazia ditelo. guanni, 90: tu di' ch'io son crudele, e non
volgar., 87: o panfilo, di' a lei ch'eia no voia querir
bu. saluzzo roero, 1-i-134: di', l'importuna garrula cicala / forse non
penetensia che quello hai serbato ritegni e di' una avemana, e asolvoti ». ca'
te sporze la copa, sempre la di' receve. quaderno dei capitali della compagnia
., 4-82: per la ragion che di', quinci si parte / verso settentrion
quintino bianco. cantoni, 33: di' all'oste che, se non ci spilla
venga poi il sole e tu credi e di' che è racconcio il tempo e non
/ amandoti fervente. argiroglotto, 1-54: di' che qua giù dagli alti scamni eterii
stamattina della vostra salute '... di', mia ragazza, l'ho fatto
lamenti aei secoli xive xv, 35: di' ch'un poco di raggio / della
omu à rasuni di diri, / ben di' cantari e mustran alligranza. g.
chi tua ragion chiamasse obscura, / di': -non ho cura, perché tosto
idem, par,, 26-8: di' ove s'appunta / l'anima tua,
ad albergo. goldoni, ix-1261: di', padre mio: mi manderai raminga
: padron mio, ch'hai, di', ch'io ti sento tanto / ramaricar
donna en tregua, / ni pesaratti di' mei crudel urli: / ch'ella mi
co. llei dorme, ma infra te di' che male abbia il marito!
septemanna sancta. cagna, 3-41: di' un poco! perché hanno messo la ramoliva
rancura. / onde mi disse: « di' che vuoi tu fare ». / e
terra? ritmo nenciale, 212: di' che. mm'agozzi o che tragga
il sole e tu credi e di' che è racconcio il tempo e non di
., 361: ma- ladetta cosa di' tu, che non è degna di mentovare
ariosto, 473: va'alle grazie e di' al vicario / ch'io mando a
per li acquazzoni. -no, tu non di' bene: sai tu chi e'par
e per santo martino che mi di' delle cerage. -colui, cogliendone una raspa
di q iielli che dicono: doh! di' ratto, acciò ch'io sappi i
savonarola, iv-150: tu ti ravedi e di': -che faccio io, tenendo questa
ravvisate in lei? pascoli, 1-171: di' a giotto che il disegno del rospo
, 829: parlate alla reale / e di' ch'io vo'provare a tutti quanti
la novella à'gioia donata, / sì di' ch'ella la guardi di recare /
. dante, inf, 28-59: or di' a fra dolcin dunque che s'armi
sé di leggieri cosa si passarebbe. se di' per lo figliuolo che dèe nmanere reda
lavoro intellettuale... dal significato di' condizione sociale 'in cui questo
maritale. aretino, vi-505. -che di' tu di socrate, sofferitor del tormento
terra cne vai o che stai, di' sempre bene di que'che reggono il comune
move e regge, / come tu di', non c'e mestier lusinghe: /
a 'sopra 'reggimento della 'di' la quale non le si conveniva. idem
tutte le ricchezze delle virtudi... di' a noi tu, remisso e dissoluto
. pirandello, 8-343: -questo 'tuo di' un po', a quanto ammonta?
altro, in ogni tuo fatto sempre di': chi son io? e no giudicare
voleva dirmi, io capiva: / piuttosto di' un requie per noi! solinas donghi
fatti n segno della santa croce e di' un requie per i nostri trapassati.
corrispondenza). monti, ii-232: di' a tambroni che la sua lettera, di
anime. poliziano st., 1-3: di', signor, con che lacci da
pinge, / voltati a retro, e di' a chi viene appresso: / «
tenuta migliore. carducci, ii-6-240: di' al del lungo di vedere nella 2°
torini, 345: a'padri reverendi / di', ben con lor non sia colla
iii-500: piglia qua uno morto e di' che può risuscitare; dice il filosofo che
o documenti. carducci, ii-17-213: di' a giulio che lavori anche per me
. rinaldo degli albizzi, iii-343: di' a ser martino, se noi siamo in
, purg., 12-120: maestro, di', qual cosa greve / levata s'
in mano il cannello ricevitore: - di': pronto! subito, via!
vergogna; / va dunque ardito e di' quel che tu brami. machiavelli, 1-vi-386
ti move e regge, / come tu di', non c'è mestier lusinghe:
lena dice: « donna mia, tu di' farsi e sparire nell'intelletto del critico
/ dell'olio, e tu mi di': tenete a mente / dove no'siam
re de gloria, / priegote che me di' senno e memoria / che possa contare
stimon lieto? il ricovrato sposo, / di', qual ti par? 3
] non ne far stima: / di' e ridi', ch'io non vi verrò
più ti procuri / il tuo peggio? di' dunque, se tu voi. /
, 70: dilli lo stato mio, di' il foco acceso, / il viver
rasò e considrando ch'el bon dicetore di' essere ben cu- stumato, e dè
. -e s'io mi riguardo come tu di', quanto starai tu meco? cellini
fatto della donna, ché, come tu di', è cosa di grande importanza e
rimando, / e disse: « tu di' quel ch'io a dire avrei.
, 10-643: ma il babbo, di' ce lo rimenerai? carducci, iii-3-352:
necta, / anti nata per beata da di' electa, / tu m'aspecta ch'
è quel che tu per saggio / di' ch'è rimaso de la gente spenta,
è buon gesso in casa? - di' piano, ed è rincappellato, sai tu
buonarroti il giovane, 10-901: se mel di', vò rifarti il ponticello, /
. bareth, 2-53: ma che di' tu di quell'altro mastino che t'ha
e ho affrontato mio marito: « di' un po', il tuo ultimo film sta
alfieri, 12-5: a tuo piacer di' pure / qualunque buffonata, tranne:
, 43-300: -respunne, omo, e di' ciò che te pare, / si
per di sotto. lippi, 1-15: di' pur (la dea risponde) ch'io
/ hai tu finito ancora? ovvia, di' presto: / ma prima di quei
dante, inf, 22-64: or di': delli altri rii / conosci tu alcun
lei qual polve al vento; / di' che abbi compassione al mio languire / e
li noiosi riprenditori a torto, / di' che nave, talor, poi giunta a
. cecchi, 18-2: che mi di' tu? che non li feci? e
e se non sarà, perseguitami poi e di' che io sia pazzo. firenzuola,
passat'anni, / mostrale il foco e di' che sempre io ardo; / e
, / prezioso vorranno altro riscatto, / di' pur lor che da me tant'oro
: se raro e spesso, che tu di' ch'è cagione di quella varietade,
di quella varietade, fosse, come tu di', una virtuae e una operazione sarebbe
sarai di là da le larghe onde / di' a giovanna mia che per me chiami
, i-121: or mi nspondi e di', / ch'egli è ancor gran dì
, 17-86: « dolce mio padre, di', quale offen- sione / si purga
). fagiuoli, 1-1-187: che di' tu, ritaglio stantìo dell'antichità.
abitudini. martello, 6-ii-406: or di' poi che si possa senza influsso di
. f. scarlatti, lxxxviii-ii-594: di' che quando egli è 'n felicitate
/ e con dolce latino / gli di' che alquanto ancora in lui spero. boccaccio
che meco ti godi e che a me di' consolazione di ritrovarmeti sotto.
iacopone, 17-6: or lo me di', frate ranaldo, / ché del tuo
reverente ai piedi [canzone] le di' ch'io sarò là tosto ch'io
giusti, ti temono; e tu di': 'venite a me tutti! 'o
sessualmente. bracciolini, lvii-108: tu di' sempre di no, tu non istudi
onde se tue rivolvi le parole e di' così: « che è animale razionale e
, / diss'io, « là dove di' ch'usura offende / la divina bontade
con un rotolar di ciottoli: « di', vuoi fare il rocchettóne? ».
vero 'roma non si fece in un di': e s'intende che li affari d'
non già cotesti vortici, che tu di', ché io non vò attendere a cotesti
vii-771 (3-5): puòiti ben recordar di' rostite / e degli altre [abitanti
scusami a chi ti legge: / di' che d'amor la legge / così fa
, mamma: non è vero, di'? / noi potevam de'soldi far la
/ e se pur vói cianciar, di' di te stesso: / « guàrdati il
necta, / anti nata per beata da di' electa, / tu m'aspecta ch'
, rumoreggia con la fante e le di': « dove è il mio guanto,
potesse andare. idem, vi-505: -che di' tu di socrate, sof- lità
mo a vere, / e no ghe di' niente, per vostra fé, /
sacco di giudizio. monti, iii-340: di' a bet- toni che s'aspetti a
votarei il sacco. pulci, 18-143: di' che 'l sacco non hai tutto sciolto
fiume sacro, /... / di', di', se questo è vero.
, /... / di', di', se questo è vero.
cor quel che sent'io; / di': chi sente nel petto la saetta /
di questa ballatetta, / con riverenza di' / che sa ben che noi vale;
. b. andreini, cv-no: -che di' tu, come pesa questo forziero?
gherardo è quel che tu per saggio / di' ch'è rimaso de la gente spenta
chi muore in notorio peccato mortale non di' essere sotterrato in saato, ma dìe
libet hai disputato? / or lo me di', frate ranaldo, / ché del
, me lo ha fatto pagare sei. di' che gli metta nel sale; gli
4-i-31: ora gli è tempo che tu di' prencipio a ciò che voi dire,
prego per la tua santa bontade / che di' ne vostra umilitade / a quilgli che
non doveva bastare a te? ottimamente di', anzi santìssimamente ed amichevolmente.
non fa gran conto della preposizione 'di' e d'altre tali inezie: inezie per
sue sarte, / se non mi di' qual più di quelle artiglia / col suo
guida ed ha 'n balia, / e di' che tuttavia / fermo starò nel proposito
. maria maddalena, xxxiv-207: tu di' el vero; ell'è sì rincre-
tendici. pirandello, 8-974: oh di', debbo andare stasera ai tolosani?
. menzini, ii-131: se tu di' che l'arco tuo non scocca / sì
ridare alla squatemata,... di' sicuramente che colui o colei sia paza
campane a più non posso, / di' pur che il mesto suono, / che
per fidata via / e poi le di', quando le se'presente: / «
fucini, 876: questo che vói di'?.. che 'un c'è più
cammino. g. gozzi, i-2-46: di' su, sbrigati, perch'io muoio
in luce. forteguerri, iv-13: di' ciò che vuoi sbrigatamente. 3.
diresti scorto, / come tu di' del prenze infortunato, / ma palpi sì
-assol. arpino, 13-44: di' a bibì che non sbrodoli: ha una
se alla tentazione eri più forte, / di', che faceva la povera mamma,
quando otto. ». « or mi di': quanti scaglioni ha ella? » bisticci
scala delle spezie, che tu di', poscia che ella ci ebbe creati col
, che tu mi fai pigliare? di' che mi lascino: tu m'hai colto
tua scampa ». cino, iii-153-7: di' chi m'assicura e chi mi sfida
. bibbia volgar., i-284: di' a'figliuoli d'israel: « io signore
. m. cecchi, 1-2-381: tu di' sempre le cose in cento scampoli.
confesso ingenuamente / aver, come tu di', tali oblighi teco / quai mai
career terreno. argiroglotto, 1-54: di' che qua giù da gli altri scamni eterii
scadenze ravvicinate. fenoglio, 5-iii-443: di' a tuo fratello che avevo un affare
.. / onde mi disse: « di' che vuoi tu fare ». / e
sanguigna è la più commoda » « tu di' il vero: non mi scattare mai
esai mi chiamò in disparte: « di' se sono scemi » mi disse pisuio,
mentre il cavallo era legato nella stalla. di' se sono stati scemi, loro,
anche solo scemfonde / mie rime come di'; ma nude e scempie.
; / poi, se l'urto di' ogli viene opposito, / no mi vai
: / toma alla baronessa: / di' che il baron suo sposo / schietto amor
lassato, amore? / amor, di' la cascione de lo tuo partemento,
chi mi vuol dir morto di fame, di' 'l vero, rogaresti un riva del
ma io parlerò a te giuste cose. di': o perché è in tanta
carte). giuliani, i-128: di' pure alla maria che non guasta se lacopertina
modo esplicito. aretino, 20-35: di' sì al sì e no al no:
l'esse. landolfi, 2-159: « di' un po'» saltò sudi punto in bianco
mi fu; e da beatrice: « di', di'/ sicuramente, e credi
; e da beatrice: « di', di' / sicuramente, e credi come a
: il santo frate disse: « di' sicuramente, ché il vero dicendo né in
quattro salti ». tarchetti, 6-ii-570: di' pureall'ersiglia che venga e che si tenga
ripescar le secchie. / parla sincero e di' quel ehyè sicuro. cesari, 6-226
., 19-91: deh, or mi di': quanto tesoro volle / nostro segnore
per lo suo nome o che tu gli di' 'messere'o gli dài del voi per
da segnoregar villa o citade / o di' star portatore over man- cito / o
bibbia volgar., vii-74: di' allo re e alla signoreggiatrice: