pass, di astèrgere), agg. deterso, pulito. buonarroti il
: al mattin da la pioggia ecco deterso / in purità d'azzurro il ciel risplende
: al mattin da la pioggia ecco deterso / in purità d'azzurro il ciel
fossa, ella provvide a che egli fosse deterso, vestito, inchiodato nella cassa,
gli aspri / torrenti dove ti sarai deterso. c. e. gadda, 6-222
591: al mattin da la pioggia ecco deterso / in purità d'azzurro il ciel
, i-266: il corpo ella adagiò deterso / a fior de l'acqua e parvero
acqua viscida, mi basta allungarmici per uscirne deterso. -figur. viani
, 822: qual tesoro di pianto non deterso / e non veduto, di superbo
peccato originale, sia in chi non è deterso, sia in chi è come non
, sia in chi è come non deterso. d'annunzio, v-3-115: i
, detta l'urbe, dopo avergli deterso l'anima dalle ultime perplessità. =
annunzio, i-266: il corpo ella adagiò deterso / a fior de l'acqua e
la gomma? soffici, v-6-93: deterso del suo tedeschismo mediante grattamenti e ingommature,
corpo o una sua parte); deterso. francesco da barberino, i-262:
, ii-225: nella sua dotta comunicazione ha deterso la memoria del bembo e dell'aldo
e negli abiti; accuratamente lavato e deterso di ogni sporcizia. — anche:
liberato da parti estranee o eccedenti; deterso. -anche: lucidato, levigato.
). -anche: accuratamente lavato e deterso di ogni sporcizia (una parte del corpo
quando potè, de l'ostil sangue j deterso, al letto suo preda di guerra
potè, de l'ostil sangue / deterso, al letto suo preda di guerra
resa preclara dalle commessure prospetticamente avvenenti del deterso lastrico. 2. per simil
, macchie o incrostazioni; lavato, deterso, nettato (una parte del corpo
è più perfetta. -nettato, deterso, pulito dallo sporco che ricopre in
luminosa dello sguardo: le lacrime avevano deterso le iridi. 7. figur.
prudenza per via del peccato originale non deterso o come se deterso non fosse.
del peccato originale non deterso o come se deterso non fosse. -che deriva
-privo di sporcizia, macchie, incrostazioni; deterso, nettato, lavato (un oggetto
città, detta l'urbe, dopo avergli deterso l'anima delle ultime perplessità.