il tono, l'efficacia della deprecazione; che ha il valore di
, le crudeltà non erano più oggetto di deprecazione e di ripugnanza e di obbrobrio,
più eloquenti come di scongiuro e di deprecazione, come ad allontanare dal suo capo
esaudì, iddio, la mia continua deprecazione; attendi alla mia orazione. savonarola,
34: signore, esaudì la deprecazione mia e il mio gran desiderio che
, pare che sia da chiamar più tosto deprecazione. tesauro, 2-176: ne men
, 2-176: ne men patetica è la deprecazione del perdono per noi o per altrui
è ciò che più propriamente si chiama deprecazione. crusca [s. v.]
[s. v.]: * deprecazione '. preghiera che si fa per
, 2-66: esordio. contiene la deprecazione, o il voto alla ninfa camarina
, nella quale veniva ravvolgendo la sua deprecazione del vizio e le lodi della virtù,
: ho risposto con un gesto di deprecazione che imponeva silenzio. = voce dotta
segrete, tutte di strazio, di deprecazione, di minaccia, di preghiera;
(e vi è connessa una notazione di deprecazione e, insieme, di biasimo)
non accada ciò che si teme, deprecazione di castighi, sventure; recisa negazione
inter. a esprimere stupore, orrore, deprecazione. nardi, 88: la qual
questa o questo!: a esprimere deprecazione per una sventura o per una contrarietà
mestiere!: per esprimere disappunto e deprecazione per una condizione di vita e un'
quattro milordini eleganti mi hanno guardato con deprecazione. 3. locuz. vestire alla
in disire. -come formula di deprecazione e di minac -con funzione
(anche in espressioni di maledizione o deprecazione). dante, inf.,
s'abbandona. -con tono di deprecazione o di minaccia (generalmente seguito da
gli occhi, in formule enfatiche di deprecazione). dante, inf, 32-139
dal corpo (la lingua, in una deprecazione). leopardi, 303: s'
indica il presente con una connotazione di deprecazione). storie de troia e de
ossessionanti. 2. lamento, deprecazione, recriminazione. saraceni, i-63: