dèi, v. dio. deicida, agg. e sm. (plur
l'enormità del delitto). -popolo deicida: popolo ebreo (nel linguaggio della
delle profezie ne'gastighi di quel popolo deicida, perché a ciò bisognerebbe troppo lunga
altro egli [erode] fu vero deicida, come pur deicida è ogni perverso.
] fu vero deicida, come pur deicida è ogni perverso. gioberti, 1-iii-444
uomo l'ignominia del traditore e del deicida. bocchelli, 6-385: o forse,
per dimostrare alle genti il castigo del popolo deicida. savinio, 2-168: una di
= voce dotta, lat. crist. deicida (ilario), formato da deus
delle profezie ne'gastighi di quel popolo deicida, perché a ciò bisognerebbe troppo lunga
di là della quale s'inclina la città deicida. -sbandare (un'imbarcazione)
sion a'danni della sinagoga dal pontefice deicida. mazzini, 69-154: noi offriamo