turno estinto, io nel mio regno deggio / i troiani accettar, ché non gli
le quadrella affisse. marino, 303: deggio affiggermi forse su la sinistra poppa /
/ la mia sorte tiranna: / deggio chiedere aita a chi m'inganna. alfieri
di palermo, v-109-1: ben mi deggio alegrare e fare versi d'amore,
conosco; sicché pensate come sconfortevolmente 10 deggio passare i dì. cuoco, 1-20:
. idem, 58-9: poi morir deggio, dirò che m'amorta / quella,
perfido amor, fra tante doglie / deggio attender mercé da chi mi strugge, /
ai fin del viaggio, che far deggio, / non trionfi di me l'inimico
gliari. tasso, 8-5-1257: o descriver deggio io del bianco cigno / il divino
incanto ». marino, 303: deggio affigermi forse / su la sinistra poppa /
due ragioni per che io convenevolemente deggio loro parlare. idem, conv
assentirei un sole, / più che non deggio al mio uscir di bando.
, bramare. fazio, i-12-53: deggio seguir ben mia matera / e del
nievo, 5: un'altra asseveranza deggio io fare, alla quale la voce d'
, 12-89: con qual pegno or più deggio o con qual prova / de la
. guiitone, 27-11: voglio e deggio e posso esser servente / e,
perfido amor, fra tante doglie / deggio attender mercè da chi mi strugge
/ né so se di adorarla osar pur deggio. foscolo, iv-371: nella terribile
. guittone, xxiv-55: eo non deggio temere, / tanto sono avallato,
sole / più che non deggio al mio uscir di bando. landino,
armati / minacciar dalla soglia! ornai non deggio / venir, qual pria, guerrier
c. gozzi, 4-319: condur la deggio in porto [mar- fisa],
maraviglia, anzi per lo contrario consolar mi deggio, che senza merito molte di esse
. monti, x-3-111: e ch'altro deggio 10 far? forse l'aonio /
: or dove lasso! ornai / sperar deggio conforto a'dolor miei, / se
/ me rivedrai colà fra breve: or deggio / dar pochi istanti ad altre cure
; peccato, ov'io mo cader deggio. idem, purg., 16-129:
, e ciò né vo', né deggio; / s'al tuo fermo voler poscia
dal tetto. nievo, 90: deggio anche confessare che tra la cucina di
non t'offendo, e ch'io / deggio sperar che cangi la mia sorte.
fo 'l mal, che provar sempre deggio. varchi, 22-48: se noi.
perfido amor, fra tante doglie / deggio attender mercé da chi mi strugge,
ingegna. c. gozzi, 4-314: deggio tacervi molte circostanze / che in cifera
da una colpa de la quale non deggio essere colpato. de jennaro,
sì mi colpa!) / finir non deggio di chiamar omei. storie pistoiesi
della prefettura;... onore deggio ricevere e riverenzia dalla gente. idem
greci io solo / restarmi senza guiderdon non deggio. cuoco, 1-151: questo suo
metastasio, ii-49: quanto io ti deggio / in faccia al mondo intero, /
. d'ambra, xxv-2-374: or che deggio / far io? per quanto io
guido delle colonne, ii-163: ma più deggio laudare / voi, donna caunoscente,
morte, come non consolare del tutto deggio? iacopone, 87-14: l'affetto,
, s'elli è buono, io deggio di ciò essere lodato in quanto così è
così, s'elli è defettivo, deggio essere biasimato. simintendi, 2-2-106:
anzi del mio sangue a costo i deggio, e il farò. foscolo, xiv-75
dissi a solin: « se dirti / deggio il vero, tal son tra questi
sa l'uomo. / deliberar pur deggio. leopardi, 848: gli uomini
gemini. / e se le lor confine deggio scrivere, / sì l'europa e
vergognar troppo e doler, lasso, deggio, / poi fui dal mio principio a
io posso e so quel che far deggio, / ma più che giusta elezione,
pera / un di noi due; far deggio in modo, o veglio, /
, s'elli è buono, io deggio di ciò essere lodato in quanto così è
così, s'elli è defettivo, deggio essere biasimato. idem, par.,
ch'io prendo a vostro vantaggio, deggio avvertirvi che il testamento ha qualche difetto
... / tutto a te deggio. guerrazzi, 5-55: tu puoi ben
, ix-5: più d'altro amante mi deggio allegrare / e star sempre zoioso,
parlar disciolto. baldi, ii-51: deggio cantar in rima, o pure in verso
preoccupazioni. chiabrera, 500: deggio parlar del vin? vuoisi egli d'
esagerare. mostacci, ii-173: dunque deggio cantar più 'namorato / e sì farò
vergognar troppo e doler, lasso, deggio, / poi fui dal mio principio a
amor, ché più de'tuoi esser non deggio? = da spermentare (sperimentare)
onor, di cui / onorato esser deggio infra gli achei. tommaseo [s.
gran faglia: / lo mio cor mi deggio rendre / ch'è distretto in vostra
ma qui non posso, qui non deggio restare. monti, iii-245: abbiate
le porte di filli, io che far deggio, / per non morir su l'
non posso, e forse odiar i'deggio, / benché mi dia la li-
, assentirei un sole / più che non deggio al mio riuscir di bando. sbarbaro
: a costui / più nulla io deggio; di nemico aperto / nemico aperto
. abbelli, iii-180: di quanto i'deggio al tuo cortese affetto / darti mai
petti ho il mio nido, eterno io deggio. serra, iii-3: penso con
delta stampa. goldoni, iv-334: vi deggio la vita stessa; comandatemi, e
più a lei franco e securo io deggio. manzoni, 428: ogni regola,
! ». nievo, 90: deggio anche confessare che tra la cucina di
di vero e forte amor, tanto più deggio / negarmi sempre ciò che sempre io
di quel peccato ov'io mo cader deggio. petrarca, v-i: se fama
tanto dolore? nievo, 1-553: io deggio partir per l'europa, e se
/ che mai veder o mai conoscer deggio? ». -con valore attenuato
ho; che deggio fare? / piangere o sospirare / tuttavia
51: dove misero mai / sperar deggio conforto a'dolor miei, / se più
giunta / la mia sorte tiranna: / deggio chiedere aita a chi m'inganna.
si svegliava. perticati, ii-123: non deggio chiamare ad esame tutte le bontà degli
da una colpa de la quale non deggio essere colpato. bibbia volgar., x-18
a te [o vergine] dir deggio: / vidi la copia, or l'
vien, con la qual esser non deggio. boccaccio, dee., 10-8
oh, s'io mai lo cor mio deggio savere, / amor, te possedere
marmi / dunque l'estremo vale in tuonar deggio / al dolce amico con pietosi carmi
ch'io penso ogne manera / che lei deggio piacere; / e sono al suo
bianco da siena, 168: esser deggio privato / di te supem'amore /
ritonda, 1-202: non sarò mai né deggio io essere allegra. questo none per
dinega il ritorno; ed io non deggio / nella pellèa magion madre infelice /
, se 'ncendi, / or io che deggio fari? / tu stesso ti riprendi
/ cangia pur tuo favore. / deggio star con gli dei / carco sempre
delle colonne, 407: ben mi deggio allegrare / d'amor che, 'mprima-
poi che 'n sì dolorosa / parte deggio de ciò, lassa, fenire.
, origine. chiabrera, 500: deggio parlar del vin? vuoisi egli d'
ahi, corno e quanto allegro esser deggio, / poi da tua signoria, malvagio
più a lei franco e securo io deggio. manzoni, 63: all'util vostro
. delfino, 1-37: tentar 10 deggio / d'afferrar la fortuna, / che
, e voglio / saper s'io deggio mai sempre aspettare. tasso, ii-138
sottragge; / ma ch'io non deggio esser col pianto amata. gioberti, 1-iv-169
51: dove misero mai / sperar deggio conforto a'dolor miei, / se
: « sappiate che questa notte mi deggio fare cavaliere ». -in partic.
alfieri, 8-8: greca fronte nomar deggio, o divina, / quella cui
, se nel pugnar, guardarmi / deggio dall'uom che mi combatte al fianco
amor, la fé, che alla regina deggio, / m'han mosso a ricercar
alamanni, 7-ii-74: non sai ch'io deggio / far (bench'a danno tuo
mia, quanta e che magnia aver deggio consolassione! ché lasciare né menare no
goldoni, ix-243: tal arcano io deggio / svelarvi in lui, che a
giorno. varano, iii-522: io deggio a questi, / squallidi sì, ma
. niccolini, il-n: io frenar deggio / l'impeto dell'etade, ed
è scritto ennella legge; ma eo deggio oservare quella legge ch'a deo più
incomparabile delia, perché la ventura che deggio ora narrarvi è di riso degnissima.
ciro di pers, 2-34: né deggio / punto induggiar, che fora / perigliosa
vergognar troppo e doler, lasso, deggio, / poi fui dal mio principio a
s'eo meraviglio, / che voglio e deggio e posso esser servente / e,
bella, / una sola amar ne deggio? 2. per estens.
? metastasio, 1-i-952: so chi deggio salvar; ma di sua vita / m'
qualche dolor, qualche sospetto, / deggio in viso mostrarlo a mio dispetto.
, menzionato. lanzi, v-425: deggio piuttosto temere che qualche nome da me
cui lo splendor di mie vittorie io deggio. 6. che non può
reverenza / della fè ch'io vi deggio, e come a donna / di virtuosa
, / qual lasciar, qual prender deggio? / che se l'una invitar voglio
. frugoni, i-1-39: a te deggio / questa dolce, che spiro,
goldoni, viii-487: -cara zelinda, deggio dirvi una verità lagrimosa. -e che
vergognar troppo e doler, lasso, deggio, / poi fui dal mio principio a
nobilitade trattando, me nobile e non villano deggio mostrare. bembo, iii-469: sozzo
/ di quel peccato ov'io mo cader deggio, / lunga promessa con l'attender
sempre studiato e letto il leggibile, deggio dire a mia confusione di non saperla
di quel peccato ov'io mo cader deggio, / lunga promessa con l'attender
loco ed istato: / ch'eo non deggio temere / (tanto sono avallato)
, ii-204: misera or più non deggio, il mio tormento / dissimulando, lusingar
fue 'l cominciamento, / ch'alegro deggio gir là ove mi pinge. g.
davanzali, v-29: perciò maggior dolor deggio portare. dante, inf.,
1 sommo, eternai ben chiamar lo deggio. iacopone, 16-2: aio mal
tale antipatia, / se ve lo deggio dir come l'intendo, / contro
insieme, / in qual pianta cangiar deggio? / io no 'l so; m'
oh, s'io mai lo cor mio deggio savere, / amor, te possedere
manifesta. alfieri, 1-225 r se pur deggio a rischio manifesto / per me vederti
comico-satirici. foscolo, xiv-13: deggio avvisarvi ch'io di sopra dissi sale
passioni. monti, x-5-429: creder deggio intanto, / quando la donna di
, / con due uncini arrampicar mi deggio, / menando all'erta or l'
mentir l'odio e l'amore io deggio? carducci, iii-18-335: sotto colore
eo meraviglio, / che voglio e deggio e posso esser servente / e, com'
da una colpa de la quale non deggio essere colpato, veggendo altri le mie
: quand'eo miro chee / laudar deggio valente e car valore, / e quanto
seggio, / qual lasciar, qual prender deggio? / che se l'una invitar
parte, / e insegnarmi il perché miscreder deggio. gioberti, 1-ii-314: l'interdire
di quel peccato ov'io mo cader deggio, / lunga promessa, con l'
carte mi descrive, / su cui far deggio il taciturno e il moca.
/ pronipote d'epito, e imitar deggio / i costumi degli avi, e
/ per salvar la mia fama affettar deggio / un amor che abborrisco e del
: se avanti alla sposa / io deggio mostrarmi, / acciò nel mirarmi /
col canto mio: / bever non deggio e riposarmi anch'io? loredano, 4-55
. chiaro davanzali, xvi-13: aiegro deggio gir là ove mi inge [amore
, 38-40: seguir tanto l'impresa deggio, / che prigion carlo meco abbi condutto
a note manifeste e conte, / pur deggio almen ai quei compagni esporti. pallavicino
assegno due ragioni per che io convenevolmente deggio loro parlare. l'una si e
che tu lo possa far, ben creder deggio, / ché sei de'cari a
: opprobrio del mondo intero, io deggio andarne ramingo e misero. carducci,
1-ii-138: nobili esempi ai dì futuri / deggio io mandar dal cieco obblio sicuri.
garopoli, 18-95: giunger del viver mio deggio a l'occaso. siri, 1-ii-13
redi, 16-iv-325: che è quanto deggio dire a vostra paternità, alla quale
non mi colpa, / finir non deggio di chiamar omei. boccaccio, ii-261
le castalie dee, ma che a te deggio / questa dolce, che spiro,
grazie. dante, lxx-26: ben deggio sempre, amore, / rendere a
... / e abbandonar ti deggio? orbo per sempre / rimanermi?
scrittori, la cui oscitanza troppe volte deggio avvertire in quest'opera, discordi fra
/ dico allor: e di- giun deggio star lì / a sentir quell'eterno '
. baruffaldi, 2-165: con che deggio mantenermi? e intanto / empier,
l'elettrice palatina /... / deggio comporre un'altra com- medina. balbo
assegno due ragioni per che io convenevolmente deggio loro parlare. idem, inf.,
2-82: de gli eterni dèi / paventar deggio pur l'ire e le posse.
d'or mi diate, / che supplir deggio a certa mia occorrenza. monti,
pannuccio del bagno, 21-25: gioiendo / deggio portar via più d'altr'allegressa,
sparso di neve il mento, / deggio aver pensamento / di femminil bellezza?
/ castigo de'mortali: io pur ti deggio / alle disposizion sacre de'numi,
. gozzi, 1-399: picchiar sol deggio lo strumento! or via, che
dico spesse volte fra me stesso: / deggio dar alla porta due picchiate? salvi
valore, / poi che pur morir deggio, / udite quel ch'io chieggio
? /... / e poi deggio andar io sola e dispersa / fra
1-2-82: degli eterni dei / paventar deggio pur tire e le posse, / poiché
chiaro davanzati, v-30: maggior dolor deggio portare, / perder la cosa ch'
disio / in amarvi e onorarvi come deggio; / ma l'opra è tal che
arte, / che oblique vie prendere or deggio, e quando / di ritroso mulin
cui lo splendor di mie vittorie 10 deggio. cesarotti, i-xx-235: niente vi ha
già non poss'io / ne mi deggio doler ai quel legame, / ché dolce
: unde sovrana aver, dunque, gioi deggio, / quazi poi certo veggio /
che per le man di sinadab non deggio / morir. 6. che suscita
'devo ', e diceva 'deggio '. e. cecchi, 8-182:
contro vento o contro corrente; bor- deggio. f. corsini, 2-696
vita nelle debolezze negli errori, io deggio credere per necessità a una sublime purificazione
: gente vien con la quale esser non deggio. idem, inf, 15-120:
lasso me, lasso o me, che deggio fare / in questa vita sanza alcun
. alfieri, xiv-1-138: compensare io deggio e vostra eccellenza reverendissima ed il ceto
(ohimè), quante morti veder deggio / pria di morir? perez, tu
questa missione. chiari, 2-i-34: deggio mantenervi le mie replicate promesse e troppo
. /... -ma quel deggio / arte adoprar, quando u periglio mio
la mia morte; ma bramar non deggio / cosa che turbi il bel lume
r. campeggi, 71: questo sol deggio dirti, / pria che il rigor
son tuo figlio; / né crudele esser deggio, e lui mi sforza / a
, felice ella pur sia. che deggio / far a suo prò? sposa la
peggio, / non so com'io mi deggio / mai consolar, se non nr
, 2-iv-300: mai partire non mi deggio di quinci sanza evidentissima grazia, ripigliando
arienti, 67: poscia che viver deggio si scontento / fa'tu pur come vuoi
col canto mio, / bever non deggio e riposarmi anch'io? -meno ricco
alcun ristoro / e se uccider mi deggio. dimmi., dimmi. -aiuto
stringe pena, / di tal cagion più deggio dolere, / poi veggio e sento
. / che oblique vie prendere or deggio, e quando / di ritroso mulin volger
tarpeo dettò. foscolo, xiv-13: deggio avvisarvi ch'io di sopra dissi sale
coscienza, / piovano, confessar vi deggio il vero: / mia moglie,
. lanzi, iv-31: io non deggio altro ridurla la storia pittorica al mio
non mi colpa, / finir non deggio di chiamar omei! 9.
casti, i-1-157: qui farvi ancor deggio altri commenti, / che di quei
reverenza / della fé ch'io vi deggio, e come a donna / di virtuosa
di quel peccato ov'io mo cader deggio, / lunga promessa con l'attender
seguito ». fagiuoli, xi-143: così deggio infelice / (ah pena in ver che
faccia sfacciata. lalli, 4-129: deggio andar io, sola e dispersa, /
tua fama, or dal cospetto / deggio fuggir del re. guerrazzi, 10-665:
solo esempio non fa stato, / non deggio mterpetrar sinistramente / gli atti d'un
m'accingo; ma da chi soccorso / deggio sperar nella sublime impresa? da ponte
il giro. alfieri, 1-306: deggio al novello sole irne a tai nozze.
re cinto di alloro / « che deggio far di te? » disse al re
). chiari, i-58: io deggio scriver le cose mie, come sono accadute
: con due uncini arram- picar mi deggio, / menando all'erta or l'una
nievo, 5: un'altra asseveranza deggio io fare,... e questa
versi. baldi, 183: deggio cantar in rima o pure il verso /
. mare amoroso, 267: deggio pur tacendo consumare, / sì come
grado e la figura, / e la deggio trattar con sprezzatura. mamiani, i-136
vuote. lalli, 12-134: che deggio far? chi mi fa stare a stecco
io vi stomi, ma confortare vi deggio, e così farò. p. f
stringe pena / di tal cagione più deggio dolere. g. cavalcanti, i-xxxv-18
marino, 1-4-208: deh, che far deggio? o come a l'insolenza / di
('risoluta') no, superarmi io deggio. = voce dotta, lat
metastasio, 1-v-131: io ve ne deggio particolarmente essergrato perché ho gran bisogno di questi
: se avanti alla sposa / io deggio mostrarmi, / acciò nel mirarmi / divenga
vecchio, 2-26: così tratto io deggio / esser de la mia dolce antica
(ira, amor, che far deggio?) / -io non mi sdegno a
di quel peccato ov'io mo cader deggio, / lunga promessa con l'attender corto
apersi. cino, iii-9-27: ben deggio sempre, amore, / rendere a te
, assentirei un sole / più che non deggio al mio uscir di bando. ariosto
, 2-162: oltre a tutto questo non deggio trascurare quivi di porre in veduta anche
delia, perché la ventura, che deggio ora narrarvi è di riso degnissima.
, xvii-394: 'non so com'io mi deggio / mai consolar, se non m'
, assentirei un sole / più che non deggio al mio uscir di bando.
conosco; sicché pensate come sconfortevolmente io deggio passare i dì. na sconnèttere,