, abbaiator mastino, / che tu deggia cantare ecco non vieta. salvini, 22-284
sovra al cominciamento è scritto ch'ella deggia fare, sempre servando gli amaestramenti della
serve d'aiuto / non so s'io deggia dir corda o capello, / sottil
volgere e imboccare / assai credo che deggia dilettare / libero core e van d'intendimenti
, v-103-41: chi ha intendanza / si deggia allegrare / e gran gioia menare /
e se pure avverrà che poi si deggia / morire, allora il minor mal
/ corinto, no, che annichilar si deggia / al cospetto d'un solo.
, o che ricevere per inanzi si deggia: avvegna che questo a me non
sua rapina a tal ventura / che deggia ad altra arsura esser soggetto.
d'aiuto / non so s'ió deggia dir corda o capello, / sottil così
volgere e imboccare / assai credo che deggia dilettare / libero core e van d'
come assenta, / che 'n voi deggia trovar mercé verace, / se non
da maiano [tommaseo]: ch'io deggia asservare / ciò che più
chiaro davanzati, ii-366: e tuttavia lo deggia confortare / con sue parole e farlo
ben d'onde / fra mille riconoscerlo deggia io. leopardi, 1-18: piangi,
volgere e imboccare / assai credo che deggia dilettare / libero core e van d'intendimenti
volgere e imboccare / assai credo che deggia dilettare / libero core e van d'intendimenti
spedale. alamanni, 5-1-2: che deggia quando il sol rallunga il giorno / oprar'
al candor come al pudor si deggia / la cara figlia preservar, che torna
parla più. giusti, / che vi deggia membrare -de lo suo amore. / mentre
marino, 7-16: non so s'io deggia dir corda o capello, / sottil
; / e 'l chiocciolo gli deggia far credenza: / non ch'io ne
che teco mi congiunge, / ch'io deggia ad ogni dubbio esser soggetta, /
s'imbosca / non so s'io deggia dir femina o fera. / alcun
crudo / cerber trifauce cui placar tu deggia / con medicata cialda: invano mostra
mio cintiglio! e sarà ver ch'io deggia / mescolarmi a costui? =
io prego pietate / ed amor che vi deggia umiliare. dante, conv.,
è villana ere- danza / che donna deggia incominzare; / ma vergognare / perch'
i-100: come acchetar, come compor si deggia / d'antica nemistate odio privato.
teco mi congiunge, / ch'io deggia ad ogni dubbio esser soggetta, /
s'imbosca / non so s'io deggia dir femina o fera. / alcun
volto, / convien che a te si deggia. / in esso alta regina
, 7-16: non so s'io deggia dir corda o capello. / sottil così
troppo è villana credanza / che donna deggia incominzare; / ma vergognare / perch'io
; / e 'l chiocciolo gli deggia far credenza: / non ch'io ne
sue ricolte? alamanni, 5-1-2: che deggia, quando il sol rallunga il giorno
quanto la vita e l'anima aver deggia. firenzuola, 638: padrone, lasciatene
/ detto decurion preposto sia, / che deggia a tutti cavalcar avante, / et
decreto reai, ch'ogni soldato / deggia deporre in man del re quantunque /
comandar che via / da me l'anima deggia dileguarsi, / per ciò che dove
/ per ciò che dove ch'ella ne deggia ire, / me'che tal vita
volgere e imboccare / assai credo che deggia dilettare / libero core e van d'intendimenti
demorato, / ma sempre sì se deggia essercitare: / però che lo 'ntelletto
un seco disciormi / di quanto mai gli deggia. 6. figur. adempiere
disvia / che non sa che dir deggia o poscia o prima. garzoni, 1-433
ho ben donde / fra mille riconoscerlo deggia io. leopardi, 1-18: piangi,
sta cavaliero; / e 'l chiocciolo gli deggia far credenza: / non ch'io
gesti, e quanto / agli avi suoi deggia la terra impari. giusti, ii-333
non conosca lo studio usato, ma deggia piuttosto dire: « se sta bene
ruina, / crede che nulla ormai resister deggia / al feroce turcan che s'avvicina
ben sai, / ch'eo del ben deggia avere. angiolieri, 78-2: or
eo non veggio quello / che fare deggia enver ragion sì strana. = fr
al candor, come al pudor si deggia / la cara figlia preservar, che toma
/ espero porge amico, io né pur deggia / cessar dall'opre. monti,
nume disse, / ch'esporre io deggia in riva al mar di smirna / la
s'imbosca / non so s'io deggia dir femina o fera. / alcun non
/ l'acqua per feltro poi stillar se deggia, / e giungi altra acqua come
che se vi spiace ch'io vi deggia amare, / gittate via la vostra
cavaliero; / e 'l chiocciolo gli deggia far credenza: / non ch'io ne
la fiorita stagion, per che poi deggia / il discreto villan passarla indarno.
: or è il tempo miglior quando si deggia / raf- fondar e mondar le fosse
/ d'un non so se dir deggia / boschetto o paradiso, / mi scorse
, 78: se vi spiace ch'io deggia amare, / gittate via la vostra
cose tutte rimostrano in che stima si deggia avere la pianta del platano, la cui
xxx-13-69: imparato hai fin qui come tu deggia / guidar la nave tua, mentre
: seguirò con basse voci / ove deggia il cultor e con qual arte / governar
come al candor come al pudor si deggia / la cara figlia ammaestrar che riede
volgere e imboccare / assai credo che deggia dilettare / libero core e van d'intendimenti
s'imbosca / non so ch'io deggia dir femina o fera. d.
dee por ben mente anco il nocchier se deggia, / golfo immenso varcando, e
4-67: quanto i agli avi suoi deggia la terra impari. -sostant.
maddaloni, v-475-62: nullo confratre se deggia impedecare de chello chi fanno li mastri
5-38: so ben 10 come si deggia e quando / ora diverse impor le
, / mi sforza ch'io mi deggia rellegrare. latini, i-217: ella mi
a domandar qual modo / tener qui deggia a procacciar salute. pindemonte, 241
ornai, / come fanciulla ed inesperta deggia / cominciare ad amare. carducci, iii-1-266
dubitare, per qual causa questa grazia deggia piuttosto incappellarsi che calzarsi o infarsettarsi.
, 5-38: so ben io come si deggia e quando / ora diverse impor le
, 345: l'amore lo sforza che deggia cantare come è innamorato, e come
meo mi mette avante / ch'eo deggia la mia alma inamorare / di lei
lasso, ormai non so più che far deggia, / quand'io son là,
metastasio, 1-5-141: non so s'io deggia / alla speme del colpo, o
leale e saggio, / ch'eo deggia ver del tuo dimando fare; / ché
, v-205: qual ch'egli si deggia dire, piacque in ogni sua pittura,
volgere e imboccare / assai credo che deggia dilettare / libero core e van d'intendimenti
volgere e imboccare / assai credo che deggia dilettare / libero core e van d'intendimenti
e senza padre, a cui / deggia ubbidire, è capitato in mano /
, che 'n ciel regna, star deggia in te sì mansuetamente. boccaccio, dee
/ cerber trifauce, cui placar tu deggia / con medicata cialda! -che
questa mente, / ch'alcun non deggia opponersi a la fuga / de'suoi nimici
salvo arriva; / ma ch'ei deggia o patir naufragio in porto / o 'l
come assenta, / che 'n voi deggia trovar mercé verace, / se non
amor mi sforza / ch'eo vi deggia contare / com'eo so 'nnamorato, /
, ii-315: -sarà ver ch'io deggia / mescolarmi a costui? -giove lo
or è il tempo miglior, quando si deggia / raffon- dar e mondar le fosse
donna valente pone / amor, che deggia monendo pregare / del buon perseverare.
/ la sua, non so s'io deggia o dir sorella / o dir persecutrice
, i-5-290: prima legge è che non deggia / ne la nostra invitta reggia /
di core e d'ardimento / non deggia sopportar. g. gozzi, i-7-223:
s'ei [carlo il calvo] deggia scriversi fra gli ottimi o pessimi re;
donna, s'io canto / non vi deggia spiacere. dante, inf.,
non voi già che dica, / ni deggia aver dottanza, / che possa spietanza
e nuovo, / benché io non deggia arrossir tra mia pari. varchi,
'n obria, / non so che deggia fare. idem, xi-78: per sua
, i-8-236: tu ben sai s'ella deggia / esserti in sommo pregio: /
10-3: rivolgendo in sé quel che far deggia, / in gran tempesta di
d'ottuso intelletto che dilucidamente confessare non deggia tutte queste cose essere chiare, verissime
/ che par ch'a neve pareggiar si deggia / quando in cima di monte ella
leale e saggio, / ch'eo deggia ver del tuo dimando fare, / ché
del beato pietro... non pagare deggia... passaggio. montemarte [
/ non sappia ben che la bellezza deggia / esser cortese a chi se n'
: rivolgendo in sé quel che far deggia, / in gran tempesta di pensieri ondeggia
stato assai più temerario di quello si deggia permettere ad un naturalista, scegliendo il
ancor ch'io sappia che tacer si deggia, / e quanto dirlo altrui sia
se il principe nella prattica del regnare deggia eleggere o usare il terrore o la
). alamanni, 5-1-4: che deggia quando il sol rallunga il giorno /
nei campi suoi: / quel che deggia l'estate e quel che poscia / al
.. / e perché serva non deggia dolere, / né co rimproccio porga suo
arte iniqua e prava / armar si deggia il banditor del vero / e far
/ ancor clrio sappia che tacer si deggia / e quanto dirlo altrui sia periglioso:
io più tosto... mi deggia di costoro donare. »...
. con quanta cautela o parsimonia si deggia far limosina ai pubblici questuanti.
chiaro davanzati, 51-14: veritate in sé deggia tenere, / e sempre inodi e
. con quanta cautela o parsimonia si deggia far limosina ai pubblici questuanti. p
nostro iddio marte... si deggia di qui a pochi giorni celebrare. sacchetti
altrui è naturale più durabile stimar si deggia e più radicato che ciò che sia
e il tempo miglior, quando si deggia / raffondar e mondar le fosse e i
danno. alamanni, 5-1-1: che deggia quando il sol rallunga il giorno / oprar
: poi che vi piace ch'io deggia treguare, / ed io mi poso,
più di pregio isti- mare non si deggia l'operazione premeditata, deliberata e seguita
ho ben donde / fra mille riconoscerlo deggia io, / ché spesso il vidi i
servidore, / e perché serva non deggia dolere, / né con rimproccio porga suo
: poi che vi piace ch'io deggia treguare, / ed io mi poso,
ch'ogni pregio rinserra, / come se deggia solo / tutta abbellir la terra.
volto, / convien che a te si deggia. / in esso alta regina /
servidore, / e perché serva non deggia dolere, / né con rimproccio porga suo
, s'io canto / non vi deggia spiacere, / ché lo mi fa volere
1551) [rezasco], 93: deggia esser libero dall'ufficio della saltaria.
a ciascun c'amar vole / dico che deggia, se posi, guardare / di
chiaro davanzati, 51-13: veritate in sé deggia tenere, / e sempre inodi e
lanzi, 1-4-71: io domando se io deggia discesarotti, 1-xxxiii-105: qual uomo,
che il suo sciolto / laccio esser deggia ad ambi insiem salute. cesarotti,
galileo, 5-121: sfuma e ton- deggia l'ariosto, come quegli che è abbondantissimo
, per secondare la perorazione. deggia secondare a manca e a destra, /
voi, saggio, / che mia semenza deggia far più rada, / e
fra loro / qual prima o dopo insinuarsi deggia; / senon se forse han pattuito insieme
ben sai, / ch'eo del ben deggia avere, / ché, se 'l
amor mi sforza / ch'eo vi deggia contare / com'eo so 'nnamorato, /
/... / assai credo che deggia dilettare / libero con la sua schiera
gente sgrida / che alcun di schiera non deggia partire. lieri, e sonòe co la
soderini, i-126: in che tempo si deggia cimentare 2. per estens.
... / assai credo che deggia dilettare / libero core. 2
. guittone, iii-6-7: che solamente deggia sostenere / senn'e orgoglio, e
a duello il soperchiato re, ma che deggia aspettare luoco e tempo, cercare per
non dico già per questo che alcuno deggia mostrare viltà...; ma
varie forze spinta e incerta / cui deggia secondare, a manca e a destra /
o le taverne amiche) / parmi deggia con vigili sudori / studiar le glorie della
eo non veggio quello / che fare deggia envèr ragion sì strana. guicciardini,
, da quell'onde oppresso, / soccomber deggia in quel periglio strano. giannone,
fanno remore insolito, dànno segno che deggia essere tristo tempo. lalli, 6-74:
virtù e la cura de'buoni costumi deggia essere a tutti gli altri studi preposta.
, 1-355: voi sapere chò che si deggia pensare di quel vano suono di prefetti
5-37: e so ben io come si deggia e quando / ora diverse impor le
stato assai più temerario di quello si deggia permettere ad un naturalista, scegliendo il
10-3: rivolgendo in sé quel che far deggia, / in gran tempesta di pensieri
chi sente d'amore, / che deggia dio pregar per tamadore / ch'è morto
-i: poi che vi piace ch'io deggia treguare, / ed io mi poso
maseo]: nullo uomo in questo mondo deggia gloriare e vana- passo s'aveva
tronbare, / che tostamente del prefondo / deggia onn'omo resuscitare. d. bartoli
1-6-51: so ben 10 come si deggia, e quando, / ora diverse impor
miei, che tór del lazio io deggia, / anzi del mondo, questi scelerati
servidore, / e perché serva non deggia dolere, / né con rimproccio porga
donna, s'io canto / non vi deggia spiacere, / ché lo mi fa
per ricchezze ad amar mover si deggia. loredano, 1-161: in questi vaneggiamenti
gli allori tuoi vantati sol che or deggia / italia a te le sue sventure e
i-8-236: tu ben sai, s'ella deggia / esserti in sommo pregio: /
v-265-2: poi che ti piace ch'io deggia contare / lo mi'voler di ciò
. soranzo, 44: quinci qual'esser deggia il regno vostro / da le miserie