. addannare, tr. dannare; affannarsi. - anche rifl.
nome. = comp. di dannare (v.). addare
, il suo cattivo genio. -far dannare l'anima ad alcuno: molestarlo oltre
il vostro ripren dere e dannare così asseveratamente la mia diliberazione,
30- 141]: vien ultimamente a dannare la insania de'guelfi d'italia,
è che sé con la sua voce dannare. -ben diremo, ben faremo;
latine lettere, già uditi allui medesimo dannare questo stesso e rimproverargliele, a'quali
ammirato, i-2-1035: non cessavano di dannare il catasto, chiamandolo ingiusto per esser ancor
vin'io non biasmo, / né tu dannare il mio cervel leggiero, / bench'
io non biasmo, / né tu dannare il mio cervel leggiero, / bench'il
ciarlare, sul modello di parlottio. dannare, tr. ant. e dial.
della dottrina luterana, per censurare e dannare quello che dopo matura discussione fosse parso
, ii-337: non si era pensato di dannare per allora la confessione augustana. quanto
io non biasmo, / né tu dannare il mio cervel leggiero, / bench'
vale niente. = deriv. da dannare. dannando) agg. ant
di damndre 'condannare '. dannare, tr. letter. sottoporre a debita
hae l'uomo nel mondo si è di dannare nelle opere sue la sua coscienza,
che bisognerà poi disfare, se non vorrà dannare l'anima sua e dei successori.
/ vergine un'ora, e poi dannare il corpo e l'anima / al
e la luce vital curando poco, / dannare gli occhi a lunga notte oscura /
de'rei, che appo li savi possa dannare la fama di coloro di cui dice
: messere, io errava; e volse dannare il sopra più. allora il saladino
più. allora il saladino parlò: non dannare; scrivi quattro mila. testi fiorentini
uno vilisimo della generazione cornelia, per dannare le 'dovinazioni contra lui fatte.
11. locuz. -bellezza da far dannare: estremamente conturbante. verga,
e di dispetto, bella da far dannare un angelo. idem, 4-186:
don bastiano con un sorriso da far dannare l'anima: -lo so!
1-241: « avete giurato di farmi dannare?... perché siete così »
bella donnina. -dannare, jar dannare, far dannare vanima: far disperare
-dannare, jar dannare, far dannare vanima: far disperare, far arrabbiare
lettere; questo corriere di venezia mi fa dannare; viene sempre l'ultimo e per
pietro da bene, costoro mi voglion far dannare l'anima mia. dossi, 563
d'abbottonarmi un colletto che mi faceva dannare. palazzeschi, i-569: gli altri invece
quando si trattava di portarli via facevano dannare, scappavano lontano, bisognava andarli a
ti serve ad altro che a farti dannare? pavese, 6-154: avete padri
. non volete saperne, li fate dannare; e finirete, tu pieretto, ateo
dannato1 (part. pass, di dannare), agg. (superi.
. = » deriv. da dannare. dannazióne (ant. (
patria. = deriv. da dannare. dannevolézza, sf. letter
e così facendo si vengono a dannare; la qual cosa è assai nociva ed
vizio, il quale dovreste ancor oggidì dannare al fuoco, come avete fatto per
, 1-241: avete giurato di farmi dannare?... perché siete così.
e altrove tanti libelli famosi, e dannare le opere scritte a favor della republica,
stomaco, che vogliano questa nuova scrittura dannare, non credo però che questi tali
qualche disordine, acciò che voi possiate dannare questo governo. machiavelli, 32:
con gravità e con esagerazione grandissima a dannare... la perversa ambizione de'signori
energia, le sue alunne la fanno dannare e la fanno sempre sfigurare agli esami
ereditario inimico si dovesse a la morte dannare. m. franco, 1-117: non
doveva disputare se erano ereticali e si dovessero dannare. tesauro, 2-290: quasi divino
annia ruffilla, per averla egli fatta dannare dal giudice per falsarda, gli dicea
roma e altrove tanti libelli famosi, e dannare le opere scritte a favor della republica
de dio furato, / lo innocente dannare, / lo malfattor salvare.
don bastiano con un sorriso da far dannare l'anima: -lo so!
e altrove tanti libelli famosi, e dannare le opere scritte a favor della republica
, ii-vii-3: e. ss'è a dannare per lo sovrano giudicie o già dannato
palude. -accogliere nelle profondità infernali, dannare. ariosto, 17-43: ma vattene
foste tentati, non vi voglio eternamente dannare. felice da massa marittima, 59
che cristo sia nato di vergine per dannare li matrimoni, ma accettiamo ragionevolemente le
santocchi, sogliono in così fatti spettacoli dannare l'introdurvi i culti di gentili, dicendo
ditta distinzione, esaltare gli perfetti e dannare gli gattivi scellerati. salvini, 19-iv-2-287:
non si reprime con la mente, suol dannare l'uomo ne l'operare. dolce
è che sé con la sua voce dannare. = voce dotta, lat.
santocchi, sogliono in così fatti spettacoli dannare l'introdurvi i culti di gentili,
di doverli tra le più gravi colpe dannare, quantunque in quelle per mentecattaggine forse
. portogh. -mergere a morte: dannare. mergulhào. voce registr. dal d
in parte di loro, si poteva dannare troppa ambizione di regnare, mai non
alle nostre monellerie, che avrebbero fatto dannare un santo. de roberto, 1-85
foste tentati, non vi voglio eternalmente dannare. chiabrera, 605: voi, già
obtrettazioni e calunnie di chi mi volessi dannare, almanco, come disse il nostro
onta e di dispetto, bella da far dannare un angelo. pirandello, 7-72:
dire e male operare non è altro che dannare se medesmo co la sua parola.
dagli imitatori ai rubatori che io soglio dannare. varchi, 3-54: così fatte
, 7-210: torna l'antica pecca di dannare la crusca, perché non diede alla
soverchio rigore gli pareva... dannare a morte un'opera di chiaro autore
lingua. monti, xii-2-162: il dannare tutto ciò che è fuor della crusca
, ii-22: cosi è ancor da dannare il costume di coloro i quali in caso
è pestilenza più efficace per nocere e dannare che lo amico domestico..
è, par che aristotile sia da dannare, sì come travalicator delle proprie leggi
/ pensino poi ke si giro a dannare / quanto li lor podir'so'mellorati.
1-122: puotesi... il predestinato dannare e 'l prescito salvare. ma
raviglioso ingegno del poeta che, volendo dannare papa bonifacio della simonia e non possendo
tocca più a loro che a me a dannare i speciali, facendo essi le visite
rotta o lo scuso, come quello che dannare non la voleva... e
). novellino, xxviii-821: non dannare; scrivi quattro- cento. per male
per qual cagione solleciti tu tanto di dannare la tua ragione e pareggiare meco i conti
diciamo che cristo sia nato di vergine per dannare li matrimoni, ma accettiamo ragionevolmente le
pie e da non le potere ragionevolmente dannare diventono crudeli. p. cattaneo, cxx-349
i tempi occorono e ha deliberato di dannare o di salvare alcuni, come è
concieso... esaltare gli perfetti e dannare gli gattivi sce- lerati. machiavelli,
non si reprime con la mente, suol dannare l'uomo ne l'operare. ulloa
ritorno. botta, 4-923: carlo dannare l'anima. arbasino, 1-250: meglio
. -rimettere in mano del diavolo: dannare di nuovo. leggenda aurea volgar
dagli imitatori ai rubatori, che io soglio dannare. castelvetro, 8-1-290: quando la
rimbeccando don bastiano con un sorriso da far dannare l'anima. -spostarsi continuamente
santocchi, sogliono in così fatti spettacoli dannare l'introdurvi i culti ai gentili, dicendo
paradiso della terra. -figur. dannare un peccatore, vietandogli il paradiso.
). monti, xii-2-162: il dannare tutto ciò che è fuor della '
, povero busiride, e ti farà dannare l'anima tua puretta e semplicetta.
? -far sprofondare nell'inferno, dannare alla pena eterna. serdini,
annullarla (anche nelle espressioni cancellare, dannare a serpicella). tassoni, viii-2-43
le partite o le scritture, onde dannare o cancellare una partita e simili aserpicella.
con la ditta distinzione esaltare gli perfetti e dannare gli gattivi scelerati. documenti diplomatici milanesi
altrui... spesso si pongono a dannare grandemente le academie. marino, xii-616
santa cosa a solvere un peccatore che dannare un giusto. onesto da bologna, i-87
più a loro che a me a dannare i speciali, facendo le visite alla
onor de deo furato, -lo ennocente dannare, / lo malfattor salvare -e dar-
: « messere, errava » e volle dannare il sopra più. libro di introiti
-punire, castigare in modo terribile; dannare. berchet, 365: oh giustizia
volgar., ii-vn-3: èlss'è a dannare per lo sovrano giudicie o già dannato
così è, par che aristotile sia da dannare, si come travalicator delle proprie leggi
robba delli altri, elli si penava di dannare colui che aveva la cosa la quale
di una marchettina quindicenne che lo fa dannare e impazzire. p. paterlini, 1-86