. dante, purg., 9-43: da lato m'era solo il mio conforto
m'era a la marina torto. guido da pisa, i-376: subitamente dello altare
le si levò dallato. s. caterina da siena, v-68: ben ci debbe
dallato al camino. -ant. da parte di (con riferimento a una
relazione di parentela). benvenuto da imola volgar., ii-367: e ancora
-dalla parte di. s. caterina da siena, 24: allora l'arbore della
di, a causa di. francesco da barberino i-113: e se periglio è porto
la difendi. dalle, v. da. dalli, v.
. dalli, v. da. dalmàggio, v.
di correggerlo, dicendogli che quel provinciale da molti anni passava il suo tempo nella
zool. razza dalmata: razza di cani da guardia, un tempo adoperati come cani
guardia, un tempo adoperati come cani da caccia, alti da 50 a 55
adoperati come cani da caccia, alti da 50 a 55 cm, di robusta costituzione
citolini, 423: con gli abiti [da pastori] troverete il cappello, il
que'due cardinali, vestiti con le dalmatice da diaconi, che incoronano papa leone,
uomo ferrato e scet- trato in dalmatica da imperatore, il cardinale restò senza voce
. dalmatica { vestisi, registr. da isidoro (a dalmatica vestis primum in dalmatia
, la cui principale caratteristica è costituita da una forte dittongazione delle vocali semplici e
una forte dittongazione delle vocali semplici e da una tenace conservazione delle consonanti.
puglia, le quali è incerta fama che da oltramarini albanesi e schiavoni e dalmatini
. -ci). medie. affetto da daltonismo. daltonismo, sm.
e prò'di buona fama ». busone da gubbio, 144: e sì non
e molto meno una dama, abbia da tollerare tranquillamente i torti che dal marito gli
vengon fatti,... ha da cercare di rimediarvi, ma con prudenza.
gozzi, i-91: con un atto tragico da vero declamatore teatrale gli dissi: -ebbene
primo questa sera ad entrare nella viottola da voi presidiata. p. verri,
, o per esercitarsi orerà nelle cause da lui finte. pallavicino, 1-452: alcuni
voce dotta, lat. declamator -óris, da declamare * declamare '.
= voce dotta, lat. dèclamàtdrius, da declamare 1 declamare '. declamatorismo
una giovinezza letteraria... abbrutita da mille vecchiumi e tutta impelagata nella banalità,
nell'istrionismo. = deriv. da declamatorio. declamazióne, sf.
. -declamazione musicale: l'oratoria appoggiata da strumenti (flauti per lo più)
volta annoiavano di lor nasali declamazioni accompagnate da un infernale segar di violino le piazze
,... cade in declamazioni da scuola poco dicevoli alla tragedia. ba
l'esercito non era assopito e illuso da pensieri di pace, ma sospettoso,
i romantici, che oramai si riposino da quelle vane decrepite inette declamazioni contro l'
. alvaro, 9-281: quella sala da pranzo gli pareva una inutile declamazione,
, arringa, discorso. iacopo da cessole volgar., 1-87: parlando seneca
v'è qualche declamazioncèlla contro i poeti da raccolte che adulano sempre. = voce
voce dotta, lat. dèclamàtio -ónis, da cuclamàrc * declamare '.
udirli; perché, quantunque le persone siano da se stesse dannate, non si può
declassare, l'essere declassato; passaggio da una classe sociale superiore a una inferiore
(a causa di vendite improvvise provocate da avvenimenti politici o finanziari) e conseguente
urgenti. = deriv. da declassare, sul modello del fr. déclassement
declassare, tr. neol. far passare da una classe sociale superiore a un'altra
classe inferiore. = deriv. da classe, sul modello del fr. déclasser
. e sm. neol. che da una classe superiore è stato fatto passare
mutano con questa variazione l'aspetto, come da * uomo, uomini \ cesarotti,
dotta, lat. declinabilis, deriv. da declinare 1 abbassarsi, pendere '.
la cosa, quanto più è amata da dio, e quanto più a lui ne
: e tutto dichinaménto dell'amore fa da lui, abbiendo rispetto a lui;
voce dotta, lat. tardo declinamentum, da diclinàre * declinare '.
.. piè pari e distanti l'uno da l'altro, schiene declinanti in basso
il fiume, il villaggio è formato da una breve piazza, pur essa in
: e spesso a breve oblio / la da lui declinante in novo impero / il
che vien meno; che decade (da uno stato di potenza, di fulgore)
il perché né pure s'ha unicamente da ricorrere ai tempi de'barbari stabiliti in italia
inf., 28-75: rimembriti di pier da medicina, / se mai torni a
torni a veder lo dolce piano / che da vercelli a marcabò dichina. idem,
berni, 19-14 (ii-122): e da la spalla [la spada] nel
panzerone. tasso, 1-8-10: ma quivi da le piante orride e spesse / nera
savinio, 480: il podere dichinava da una parte in un burrone, dall'
del suono. brancoli, 3-280: da questo punto, in fondo a una fuga
. volgersi, calare lentamente e gradualmente da un culmine, da una sommità, da
lentamente e gradualmente da un culmine, da una sommità, da una perfezione,
da un culmine, da una sommità, da una perfezione, dalla pienezza di vita
o di qualità; passare o tendere da uno stato, da una condizione
passare o tendere da uno stato, da una condizione
più peggiore, più misera (tale da implicare scadimento). — anche al figur
, che comunemente declinano al peggio, è da temere che quello che sarà in questo
estremi a cuor eccelso / è declinar da quel che prima fue. o.
1-1: gli è oggimai gran tempo da che io, secon- doché a più
barbarie. cattaneo, ii-1-19: è da ben due secoli che si vedono uomini
le cose dall'alto del paradiso, da cui dechina via via fino alle ultime
dante, par., 31-120: da mattina / la parte orientai dell'orizzonte
sì grand'uom l'alta ruina / da tonde idaspe udita si saria / fin dove
, trovava vicino al tramonto un varco da mandare alla terra un ultimo sguardo.
la particella pronom.). scendere da un luogo elevato (una persona);
ella parla si dichina / uno spirto da ciel, che reca fede / come l'
si sedea fra l'erba / chiamata fu da questa caterina, / nemica elena d'
nemica elena d'ogn'altra superba, / da cui valore e leggiadria dichina. s
valore e leggiadria dichina. s. caterina da siena, iii-175: la carità del
iii-175: la carità del prossimo declina da quella di dio. 6.
in terra, tanto s'inamora. antonio da ferrara, ix-144: chi trade sua
. deviare, scostarsi, allontanarsi (da un dato punto, da un determinato
, allontanarsi (da un dato punto, da un determinato luogo); abbandonare.
dalla via del bene); recedere (da una decisione, da un proposito)
; recedere (da una decisione, da un proposito). c. ghiberti
. bibbia volgar., v-213: da me [signore] non muovere la tua
dal ver fundamento non declina. bianco da siena, 143: dove in concordia sono
volontade, / nullo non v'è che da essa declini. bisticci, 3-142:
1-131: di questi fiumi corre il primo da settentrione declinando a oriente fin tanto che
essere molto comune, non pare declini da qualche viltà, ed in que'luoghi dove
ora a settentrione, ed ora a mezzodì da quella declina. bruno, 3-574:
come domo dal tempo, comincia a declinare da le lascivie e vizii e quelle condizioni
a. verri, ii-317: da quel silenzio congetturando ch'erano appagate del
bella / luce eclissata, e rapido da lei / declinando, e seguendo incontro
. botta, 5 ^ 160: da questa terra il suo corso [del fiume
uomo studiosamente se ne guardi. bianco da siena, 166: e1 mio nemico
ai magi e arioli, e non dimandate da loro neuna cosa. bibbia volgar.
si declini e vilifichi, più è da reputare vilissima, come magiore difetto.
, 58: in tanto continuamente sempre da la prisca virtù quella gente declinando,
, non alla coda delle nazioni che da lungo sono e accennano a declinare.
annunzio, iv-2-531: voi vedete che da per tutto le antiche regalità legittime declinano e
anni, che utilità vorreste poi, che da quel tempo in là ella ne traesse
, e col capo toccherà li nuvoli, da sezzo come letame sarà dichinata. andrea
sezzo come letame sarà dichinata. andrea da barberino, 1-293: e dichinando la
, 1-293: e dichinando la spada da lato tutto il cerchio d'uno bracciale
i-303: difficilmente si guariscono gli uomini da una passione urtandola di fronte, ma
, e passa. foscolo, xi-1-249: da prima, a declinare l'invidia delle
: ora timoroso della scomunica mandava azzo da correggio e guglielmo di pastrengo a scusarsene
: tu quel ch'acquisti mira, / da la tua via non declinando i passi
fed. della valle, 174: costei da fier dolore / par condotta a furore
chi la declina / da sì fiera ruina? bracciolini, 2-6-3:
secondo grammatica pur in plurale. bartolomeo da s. c., 11-5-3: in
s. agostino volgar., 1-5-116: da questo verbo 'oritur', viene questo preterito
. -anche al figur. andrea da barberino, 1-227: bene conosco che a
in declivio; abbassamento. andrea da barberino, 1-164: poi lo vidi partire
mellone era declinata melanconicamente, i piedini da bambola stesi con bel garbo sul tappeto
un angolo determinato (dall'equatore, da un'orbita particolare: un astro;
, è declinato dal cerchio del'equatore da ogne parte vinti e tre gradi.
24): ciascheduno deferente è declinato da la via del sole, tale ella [
numero conforme al descritto di sopra e diverso da quello de'loro antichi.
.. così tutte le voci declinate da questi, ancorché non abbian dittongo.
. = voce dotta, deriv. da declinare', cfr. fr. déclinateur.
anche doccini e doccioni. = da doccial. dóccio, sm.
una fontana. tozzi, iii-154: da un doccio, il solo che è per
. 2. gronda; tegola da grondaia; tegolo ricurvo. colombini,
che formano un condotto; canale formato da più doccioni insieme congiunti: ed usasi
acquai e delle latrine. = da doccia1. doccióne, sm.
tubo corto e grosso, foggiato in modo da potersi innestare in un altro e formare
fuoco. palladio volgar., 1-18: da ogni lato della scaletta abbiano li canali
usanza di queste gorgiere, o doccioni da cesso, che vogliamo dire. redi
dalle mura sudice di filiggine, attraversate da doccioni di latta, da cannelle di
filiggine, attraversate da doccioni di latta, da cannelle di piombo che soffiano un tanfo
grande come il sole, / che da tre leghe occhio fissar non può.
l'uomo. -ant. tegola da grondaia; tegolo ricurvo. beicari,
sul fianco della montagna (ed è percorso da valanghe e dallo scarico di massi)
è propizia agli occhi: al punto da obbligarlo a ricorrere alle cure del celebre oculista
322: cercavano i medici giovani, da poco usciti dai policlinici, che parlavano
inglese. = deriv. da docente. docére, tr. letter
ammaestrare, addottrinare. francesco da barberino, 1-8: dodici parti sono /
docètae, dal gr. soxtjxat (da soxéto 'mi sembra'); cfr. ingl
, gr. 8ox7jttap. ói;, da 5oxt) toci 'doceti *
vulgata, tertulliano, prisciano): da docère * insegnare '. dòcile
l'uditor docile / (per parlar da pedante anch'io) o d'imprimerli /
non ha un ingegno abbastanza docile e fluido da far gran figura agli esami, è
sebbene non avrebbe mai fatta la rivoluzione da sé, era però docile a riceverla
sé, era però docile a riceverla da un'altra mano. rovani, i-475:
ratti / dalle linfe di fiesole e da * cedri / a rallegrare le giunchiglie,
prima, e quindi dello scompartire, e da ultimo del riabbracciare potentemente ogni cosa,
le altre. d'annunzio, i-501: da quel divino gesto attratti, vengono /
d'un naturale arrendevole, pastosissimo e da farne qualsissia buona cosa con una penna in
, agevole. carducci, 125: da l'avita asprezza / nel mitic'oro il
una sera, poco dopo il crepuscolo, da forti brividi di freddo. c.
= voce dotta, lat. docllis, da docère 'insegnare 'cfr. isidoro
. - anche come personificazione. francesco da barberino, i-39: questa è docilitate,
, senza fede e senza virtù, da voi ridotte a la equità, a la
cedevole alla pressione, l'essere facile da lavorare; morbidezza, mollezza, cedevolezza.
voce dotta, lat. docilitas -àtis, da docllis * docile '. docilitare
vallisneri jr., i-l: da una maniera così convincente d'insinuare
avversari combattevano. = deriv. da docile. docilménte, avv.
un dottorone, per un'autorità conferitasi da se medesimo, dica: « lo pronunzio
lei mi seguiva docilmente, come trascinata da me. banti, 6-58: docilissimamente
2. di cose: in modo da rispondere pienamente e prontamente alle intenzioni e
= voce dotta, gr. soxipiaata (da doxipufccca 'esamino, provo');
voce dotta, gr. soxcuaorixói; (da soxqiaotoc 'esame, prova ')
neol. studio comparativo dei giudizi espressi da determinati individui o gruppi. = voce
. = voce dotta, deriv. da [acido] docos [oico],
che si riferisce a documenti; costituito da documenti. -anche: degno d'essere
è mirabile e documentale, e non da attribuirsi a barbari, ma a soggetti
documenti sicuri. baldini, i-297: da parte sua bacchelli ha un bell'incantarsi
lat. tardo documentare (carisio), da documentum (cfr. documento).
libro, tutta la parte documentaria costituita da esilaranti, schifosissime, lettere -vergognosissime -
= voce tecnica, deriv. da documento; cfr. fr. documentane
opuscolo documentativo. = deriv. da documentare. documentato (part.
di documentare), agg. corredato da documenti; fondato su documenti. -anche
, ma senza cauzioni maggiori, documentati da gli eventi passati. -attestato, comprovato
gli eventi passati. -attestato, comprovato da autori o da documenti degni di fede
. -attestato, comprovato da autori o da documenti degni di fede (un evento
in occasione di qualche festa si esce da queste distrazioni, che finiscono col diventare monotone
ragazze o dove l'agiatezza sia documentata da una stalla fitta d'animali. levi
assurde e irreali se non fossero documentate da tanto sangue e tanto denaro.
antichità senza pensare a una nuova batteria da cucina. non credo perciò che lina
documentatrice dell'assioma. = deriv. da documentare. documentazióne, sf.
, testimonianza, documento; informazione sorretta da prove sicure. di giacomo, ii-772
documentatiti -6nis (nelle glosse), da documentum (cfr. documento); cfr
altri in concilio intervenuti, le memorie da loro lasciate. fagiuoli, 1-4-119:
-documenti!: ordine perentorio (da parte di agenti di pubblica sicurezza o
parte di agenti di pubblica sicurezza o da altra autorità) di presentare gli attestati
di compravendita, che prevede l'accettazione da parte del compratore delle tratte spiccate dal
compravendita e che prevede l'obbligo, da parte del compratore, di pagare la
: se dunque l'èra nuova ha da cominciare proprio da domani, questi manifesti
l'èra nuova ha da cominciare proprio da domani, questi manifesti sono nientemeno che
.. i principi imparino a guardarsi da questi pericoli, e che i privati
il contenuto dell'insegnamento. francesco da barberino, i-35: lo primo documento
, 151: ma non aspectate da me se non quanto di cosa in
'avvertimento, esempio, prova ': da do- cère 'insegnare'; cfr. fr
= voce dotta, comp. da documento e dal gr. ypdqxo '
intesa come raccolta e classificazione dei materiali da studio. = voce dotta, comp
. = voce dotta, comp. da documento e dal gr. xóyoc '
. = voce dotta, comp. da documento e dal gr. &fjx?)
geom. poliedro con dodici facce costituite da pentagoni regolari. baldi,
pentagone, e può riguardarsi come formato da dodici piramidi quinquangolari, i cui vertici o
. scùsexàespov (euclide), comp. da scósexa 'dodici'ed è8pa 'base'; cfr
antiromantica e decisamente artigianale sarebbe rappresentato da anton webern. = voce coniata da
da anton webern. = voce coniata da arnold schònberg nei primi anni del novecento
fu di procurargli una audizione di musica da camera e moderna, di accidentatissimi contrappunti
dotta, gr. scùsexdycovov, comp. da stósexa 4 dodici 'e ycovia '
acido laurilico. = deriv. da dodecano. dodecanòlo, sm. chim
. alcole laurilico. = deriv. da dodecano, col suff. -olo.
dal gr. scosexaoùxxapo? (comp. da scósexa 4 dodici 'e ouxxapf)
. scù- sexàotuxo? (comp. da scósexa 4 dodici 'e otuxo <;
, sm. chim. composto costituito da un liquido incolore, dal gradevole odore
in profumeria. = comp. da dodecile e acetato (v.).
. = voce dotta, comp. da dodeca (gr. scósexa 4 dodici '
sintesi organiche. = deriv. da dodecile. dodecilmercaptano, sm.
farmaceutici. = comp. da dodecile e mercaptano (v.).
punti nel sistema dodecimale dell'anno sono da secoli solennizzati. = deriv.
secoli solennizzati. = deriv. da dodecimo. dodècimo, agg.
, sf. marin. dial. barca da regata veneziana con dodici remi.
esposizione. = voce veneta, da dódese 4 dodici '. dodicènne
, lat. tardo duódecennis, comp. da duodèe im * dodici * e annus
quale originalità. beccaria, ii-407: da restituirsi il capitale non più dopo 20
dotta, lat. duòdecennium, comp. da duodècim 4 dodici * e annus 4
allo imbratto? = per diplologia da dodici centinaia. dodicèsimo » agg
agg. numer. card. composto da dieci unità più due (ed è
è disposto, solamente quattro venti principali da quattro parti del mondo diciano che soffiavano
e medaglia l'imo e dicesette fiorini da dodici e diece picoli. ristoro, xxviii-989
dal mezo die e l'altra pone da settentrione. dante, vita nuova, 2
a me, ed io la vidi quasi da la fine del mio nono.
d'annunzio, iii-1-62: dodici barche scendono da fisaore, coperte di damasco cremisino,
i corpi de'quali fosser più che da un diece o dodici de'suoi vicini
firenze, o stessimi / niscosto. da ponte, xxiii-42: passai dieci o dodici
-parecchi, molti. 5. caterina da siena, ii-179: non debbe adunque aver
menti. bruno, 3-21: uomini da scelta, di roba lunga, vestiti
per àncora / d'ogni burrasca / da dieci o dodici / coccarde in tasca
104: fu proibito alle donne e fanciulli da 14 anni in giù uscir quella mattina
ancora fecero elezione di dodici cittadini de'più da bene che fussero infra di loro;
= lat. duódècim, comp. da duó 4 due * e decem 4 dieci
. numer. card. numero costituito da dodici migliaia. a. pucci
ippici). = deriv. da dodici (n. 7), sul
dotta, lat. dodrans -antis, probabilmente da dequadrans -antis, comp. da de-che
probabilmente da dequadrans -antis, comp. da de-che indica derivazione e quadrans -antis 4
barili, ecc.), costituito da una stretta e lunga lista, più
ferrata a caldo, come le ruote da carretta. -per sineddoche. recipiente
seco un suo liuto costrutto in venezia da magno steger, simile alla carena della
di doghe de leuti ve l'an- da re te sopra componendo. de marchi,
sono fermate intorno al collo delle figure, da una balza cilindrica a doghe nere e
prov. - i fiorentini sono cattive doghe da botte: a indicare che sono sempre
: noi altri fiorentini siamo cattive doghe da botte, perché ci accostiamo mal volentieri a'
218: i fiorentini son cattive doghe da botte, ed i veneziani buone. (
si combaciano molto bene insieme, così da fare la città forte).
, i-i-clxii: la voce 'dugaia 'da me usata è comune a tutti i
ed hanno le maniche larghe ed aperte da mano. -maniche dogali: larghissime
le maniche strette, che veniva portata da patrizi e magistrati veneziani in pubblico nelle
legname per far doghe. giovanni da uzzano, i-78: corenti di castagno,
sari, o dogame, o taule da botti della soma [ecc.].
[ecc.]. = da doga, col suff. collettivo -ame.
simili vasi. = deriv. da dogare. dogana (ant.
scritto per gli otto al detto francesco che da genova ne mandasse dugento casse. ed
tasso, iv-149: per ispedirmi da la doana non trovo amico che m'
dove si scaricavano le merci che giungevano da altri stati o città, per il
ponte si vede la dogana, edificata da carlo ii colla spesa di 10000 lire sterline
ella non averà avuta questa fortuna; da me non è restato, che io non
, e fame mia volontà, e tenendo da me quella signoria che a me piacerà
e iuramenti, li quali tossono fatti da quinci a dietro per alcuna arte,.
frontiera è un filtro politico. c'è da passar la visita doganale e da presentare
è da passar la visita doganale e da presentare i passaporti alla polizia. gobetti,
. = dal fr. douaner (da dottane 1 dogana '). doganèlla
questa di assegnare il luogo del taglio da farsi sia... cura ed incombenza
quella comunità. = deriv. da dogana. dogànico, agg.
gli otto al detto francesco, che da genova ne mandasse dugento casse. ed
siena giunsero, / ritenute lor fur da questi publici / ladroni, che doganieri
de la dogaressa, / se fese là da essa: « dì fia, dì!
cortigiana. -voce veneziana, deriv. da doge; cfr. lat. mediev.
un tino. paoletti, 1-2-66: da tutte le commettiture della botte, ancorché
. 2. segnato, ornato da liste (o anche da nastri,
segnato, ornato da liste (o anche da nastri, strisce); listato.
); listato. 5. bernardino da siena, 860: e1 primo degli
e sbarbato, / sarebbe stato roba da un dogado. serdonati, 6-305:
rozia. guerrazzi, 4-78: se però da carlo v non fu mantenuta la libertà
con diversi fini; finalmente fu morto da due dogi d'antonio. giov.
giov. cavalcanti, 134: adunque, da necessario accidente saremo sospinti per l'aiuto
sm. di ripari o sostegni formati da traversine di legno intervallate con spazi vuoti
.). = deriv. da doga. dògio, v.
ch'io vivo in doglia. giacomo da lentini, 2-28: così m'arde ima
e non pò stare incluso. compagnetto da prato, xxxv-1-165: geloso, battuta
i-3-468: se bono sete, tenpo è da parere, me- gliorando, emendando,
lo teneva maravigliosamente afflitto, perché era da intollerabili doglie di stomaco oppresso. matraini
e accompagnano il parto. andrea da barberino, i-190: passati e'nove mesi
guarire,... son dieci doglie da morire. 7. dimin.
mori, x-975: si sente pungere da alcune dogliucce nel ventre. alfieri, 6-280
tardo dolium (nelle iscrizioni), estratto da cordolium 'cordoglio '. doglianza
. marcello, 81: ricevendo doglianze da personaggi intorno alla parte, [l'impresario
una volta all'anno, si travestivano da poveri e andavano per le fiere ad ascoltare
bruno, or lagrimosa / n'andarai da quel signor che m'ha in balìa
esoso lo zazzerino di patmo? faceva da fiore dogliente! -che esprime dolore
: se fa'di me partensa, / da lo su'bel plagere / già mai
/ poi ch'io feci partenza / da chi mi ten prigione. chiaro davanzali,
amorose pene. guicciardini, iii-53: ma da quella parte, lamentandosi [il papa
(2130): essendo ivi un doglio da vino, che essi avevano già vuotato
stavano presso il trono di giove e da cui il dio attingeva per distribuire ai mortali
cammino tuffando le tazze, i vasi forati da farsi zampillare il vino in bocca,
'n tanta guisa noia / s'io da lei gioia -avesse / in vista od in
o morale), doloroso. giacomo da lentini, 12-4: s'io doglio no
pietre preziose ad auro fino! bartolomeo da s. c., 3-8-5: cotanto
cotanto ti sia doglioso d'essere lodato da laide persone, come se fossi lodato per
forteguerri, i-254: chi giace oppresso da dogliosa soma / non può dormire.
3. letter. che muove da animo addolorato (il pianto, un
da'nimici si sente. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
: più tosto torranno i cristiani moglie da lunga che vicina; e più tosto comperranno
sul principio. = deriv. da doglia. dògma { dòmma)
affermato come assolutamente vero (perciò tale da non poter essere messo in discussione),
ritratto della sua madonna laura, fatto da maestro simon da siena, secondo il
madonna laura, fatto da maestro simon da siena, secondo il dogma e secondo la
ii-2-237: la filosofia non è domma da accogliere ma vita da proseguire.
non è domma da accogliere ma vita da proseguire. -figur. dotti
ben'avventurate genti, che si reggeranno da i maravigliosi dogmi di questo sì grand'uomo
chiesa). flaminio, 78: da questa arroganzia e da questi amari zeli
flaminio, 78: da questa arroganzia e da questi amari zeli gli liberi nostro signore
in conseguenza non indegni d'essere anco da noi cattolici ammessi. giannone, 1-ii-274
, iii-23-80: l'ostia dovrebbe servire da cartella d'assicurazione su i negozi, e
e il domma dell'immortalità dell'anima da toppa rinforzata alle casse, e l'
rinforzata alle casse, e l'inferno da succursale all'ergastolo o alla deportazione di
mio sentimento religioso si effondeva di là da tutti i dommi insegnati e da tutti
là da tutti i dommi insegnati e da tutti i riti trasmessi. e. cecchi
anch'essa ha la sua storia fatta da uomini, e gli uomini hanno le loro
di greco dogma non fossero allevati che da cattolici. 4. figur.
scriva. cesarotti, i-314: trasportati da un entusiasmo di zelo per l'ortodossia letteraria
di partiti. pirandello, 6-316: da un bene non poteva venirgli altro che un
. jahier, 31: trova sempre da ridire e non ha accettato il dogma di
opinione 'e anche 'decisione '(da soxetv * credere, opinare').
una sempre maggiore astrazione, in modo da costruire un sistema giuridico in cui tutte
teoricamente giustificate e unite fra di loro da rapporti di subordinazione o di coordinazione.
: dei cristiani, non è cosa da turbarli molto, benché sia stato tra loro
tuttavia così connessi con la verità rivelata da apparirne come necessarie premesse o conseguenze.
nella medicina): che deduce una teoria da princìpi astratti e generali (contrapposto a
le cose dall'alto del paradiso, da cui dechina via via fino alle ultime conseguenze
uno degli strumenti di evasione di individui oppressi da una società fastidiosa...,
epicurei, seguiti pur da'cinici, da panezio, da metrodoro ed altri non pochi
pur da'cinici, da panezio, da metrodoro ed altri non pochi dommatizzarono che
, sf. donna. sabba da castiglione., 145: da spagna ancora
sabba da castiglione., 145: da spagna ancora avemo ricevuto...
non dal maneggio de'suoi cavalli, da quello de'suoi corsetti, levrierini,
dell'europa settentrionale come nave mercantile e da pesca. = dall'oland. dogger
e netto, cioè stare casto. bianco da siena, 141: doh! gloriosa
vi raccomando 'n cortesia. s. bernardino da siena, 45: doh!
amarlo quanto vorrei. s. caterina da siena, v-186: doimè! e'
a lungo manico usata come attrezzo da lavoro (per spaccare legname o pietre)
aggiugnendo, per dimostrazione delle cose che da loro ne'primi sacrifizi usate furono, ad
dolatóra, sf. ant. strumento da taglio e da punta usato, a
sf. ant. strumento da taglio e da punta usato, a guisa di ascia
, a guisa di ascia e piccone, da legnaioli e spaccapietre. garzoni
tommaso di silvestro [tesi spinozzi]: da puoi se in- comenzò ad dolcare lo
lat. tardo dulcàre * addolcire '(da dulcis 'dolce ').
un paio di pacchi di virginia soppraffino da fumare -vale a dire, tabacco forte
o sostanza dolce. s. bernardino da siena, 184: non vedi tu,
poco giova [il ficodindia]: da lui è tanto se guanti e coltelluccio cavano
v'è bono o alcun dolce, è da malvagio e da amaro acom- pagnato.
o alcun dolce, è da malvagio e da amaro acom- pagnato. pulci, vi-98
. tasso, n-ii-346: i vini son da omero detti dolci con quella maniera di
-puro (l'acqua: perciò buona da bere e utile per gli usi domestici
. tasso, 15-36: scender giù da lor montagne i rivi / con acque
è domestico e delizioso, essendo irrigato da diversi rami d'acque purissime e dolci
del dolce riso / la mente mia da me medesmo scema. petrarca, 90-2
bel volto s'era, / che vigor da le, e cruda ed acerbetta /
, 43: io prendeva un broncio da non dire a vederla far passettini e
e disinvolta. pascoli, 345: laggiù da una capanna semichiusa / veniva il suono
vittorini, 2-24: erano due voci da sigaro, forti, e strascicate,
inf., 28-74: rimembriti di pier da medicina, / se mai torni a
torni a veder lo dolce piano / che da vercelli a marcabò dichina. gambata,
distilla / nel core il dolce che nacque da essa. petrarca, i-3-186: poco
uso avverb. con gioia. bartolomeo da s. c., 5-2-4: ogni
cose dolorose, per antifrasi. giacomo da lentini, 40: i'mi sto in
, e dolce peso. s. caterina da siena, v-72: questo dolce dolere
dante alighieri. 9. che muove da amorosa sollecitudine, da caldo affetto,
9. che muove da amorosa sollecitudine, da caldo affetto, da commozione. -anche
amorosa sollecitudine, da caldo affetto, da commozione. -anche: atto a commuovere
/ certi soavi e leggiadri costumi / da fare spalancar sei paradisi. savonarola,
dolce pianto, e quei dolci martiri / da le vermiglie labbra più che rose,
. leopardi, 4-33: donne, da voi non poco / la patria aspetta
dolce e pio. s. caterina da siena, ii-133: davagli una pazienzia
varchi, v-146: comeché egli si mostrasse da prima molto scredente,...
disse e fece molte sbardellate braverie; e da poi veduto che lui dava in nonnulla
.. che questa non era la via da prendersi, che pigliandola così per le
. sacchetti, ix-1084: ben ti dissi da prima: / -signor, i'non
: quel [carbone] che ha da far fuochi dolci, ha da esser di
che ha da far fuochi dolci, ha da esser di legname gentile, come abete
raffinato, gentile, elegante. guido da pisa, 1-376: uno grande duca con
calorifico). -pietra dolce: facile da tagliare. -metallo dolce: facilmente fusibile
sarebbe [l'opera] un poco dolce da lavorare. vasari, i-92: questa
..., rilevandosi dolce dolce e da una piana e bella campagna ritirandosi a
gli altri borghi, ma a vederla da lungi adagiata su questo fianco del monte
: i viottoli dirupati sono sostituiti ora da una bella via provinciale che sviluppandosi in
in * rosa ', che deriva da * rodere '. 24. mus
della casa, 2-2-50: non sono dunque da seguitare i volgari modi e plebei di
mezzo addietro, era sempre stato attorniato da preti e frati. -d'acqua
dolce, il forte, / e da i ceci distinguere i fagiuoli. -sputare
voce dotta non attestata altrove, comp. da dolce con valore avverb. e dormiente
voce dotta non attestata altrove, comp. da dolce con valore avverb. e frizzante
abbracciarono insieme. = comp. da dolce più l'ultimo elemento di forme
macinghi strozzi, 1-185: fu assaltato da una febbre in modo e maniera tale
che morbidezza di forme! passano dolcemente da una all'altra, si sollevano, s'
una giratina fuori, nel recinto circondato da tende, come dentro una vasca,
mia vita non aveva ancora veduto uscire da menti volgari un pensiero così altamente gentile
chiaro davanzali, ii-343: com'io partivi da la donna mia, /..
fui sì dolcemente? s. caterina da siena, 4: nella comunione l'
così orando morio. s. caterina da siena, iv-85: vi prego dolcissimamente da
da siena, iv-85: vi prego dolcissimamente da parte di cristo crocifisso che voi siate
e dolcemente. baldini, i-580: da quel giorno voltai dolcemente ma decisamente le
età, nello stato privato, era avanzato da lui in riputazione e richeze..
, con fiducia. 5. caterina da siena, iv-6: voi dovete venire:
. baldi, 5-27: zefiro già da fortunnti lidi / dolcemente spirando, il
. bar uffaldi, xxx-1-62: dolcemente da prima ei [il vilucchio] s'attorciglia
mal accorto figlio / prova sciorsi da lei, ma dolcemente. guerrazzi,
trentamila. macinghi strozzi, 1-327: da poi morì [cosimo de'medici],
a'cittadini, dolcemente mi cominciai a scostare da lui. rosa, 81: del
è più stretto che repente, perché da ogni parte sale dolcemente. g. bentivoglio
fretta. gemelli careri, 2-i-100: da padova mi partii dopo desinare; e
mia carina! = deriv. da dolce (come * casereccio 'da *
. da dolce (come * casereccio 'da * casa '). dolcerìa,
si riconoscono. = deriv. da dolce2. dolceridènte, agg.
= voce dotta, comp. da dolce con valore avverb. e ridente
. = voce dotta, comp. da dolce con valore avverb. e sonante
. = voce dotta, comp. da dolce con valore avverb. e splendente
. stilnovista. = deriv. da dolce stil novo: v. dolce1,
dei vigneti. = deriv. da dolce1 (per il sapore, piuttosto dolce
confronto a quello di altre erbe da insalata, di sapore acidulo o
figur. soave, gradito. dante da maiano, xii-1-240: grazia n'aggia l'
. dolcétto2, sm. vitigno da vino rosso, coltivato in piemonte (
i 12°, usato come vino fino da pasto. panzini, iv-203: 'dolcetto'
panzini, iv-203: 'dolcetto', vino da pasto piemontese: color rosso rubino,
del 4 baròlo '. = da dolcetto1. dolcézza, sf.
(dell'acqua). bartolomeo da s. c., 11-8-6: la
la sua dolcezza era molto visitato da ave e diverse qualità di mosche.
la dolcezza amara / de'canti uditi da fanciullo; il core / che da
da fanciullo; il core / che da voce domestica gl'impara, / ce li
, essersi riserbato alle voci che cominciano da vocale, apostrofandolo per più dolcezza.
ha dominato in quest'inverno non solo da noi ma ancora nelle latitudini più settentrionali d'
liberi / d'affanni, e stanchi, da paesi stranieri / torniamo in patria e
loco si gustasse quanta sia la dolcezza che da una amata e cara compagnia deriva,
/ ma quanta dolcezza mi giunge / da tanta dolcezza d'allora! d'annunzio,
dolcezza è ne la nostra vita / da ieri: una dolcezza indefinita / che
la pietosa favola, e quasi ancora da dolcezza piangeva. -andare in dolcezza
-amore, affetto, tenerezza. bartolomeo da s. c., 2-6-6: la
far lieta, / vincer poter dentro da me l'ardore / ch'i'ebbi
cara madre / iraconda lo batte e da sé caccia, / non ha ricorso
modo di dipingere o modellare che rifugge da crudezza di luci e di colori, da
da crudezza di luci e di colori, da secchezza di linee, da violento risalto
colori, da secchezza di linee, da violento risalto di forme, e tende
pelo affiora / del quadro, come da intimità viscerali, / infetta di bruciante disamore
colore della terra non è molto sollecitamente da cercare, ma la grassezza e la
sangue bolognese! quanto se'tu stata sempre da commendare in così fatti casi!
villette dolciacchere lunghessa disposte. = da dolce, con sufi, spreg.
nove ». = deriv. da dolce1, con il suff. -aio (
fanciulli egri. « = comp. da dolce, amaro (v.) e
tanto buone per chi le ha mangiate da ragazzo; per esempio il cardo selvatico
dolce-amaro dei ricordi. = comp. da dolce e amaro (v.).
. dulciàrius (marziale), deriv. da dulcis 4 dolce '. dolciastraménte
del sacro cuore, di sant'antonio da padova col bambino in braccio, di
e mobile. = deriv. da dolce1, col suff. -astro che conferisce
dama goldoniana, scambiato costantemente per virtù da questo poetastro, appaia vie più chiaro,
che ciò che si cerca di fuore da jesù dolciato, si è via torta.
un gran maestro in nigromantia. bianco da siena, 122: diletto mio jesu,
3. dimin. dolciatèllo. ricciardo da cortona, 93: che ha esso fatto
lat. tardo dulcidtus (glosse), da dulcis * dolce '. dolcibène
altri istrumenti tali. = = da dolce e buono, per il suono.
-eliminare i sali di calcio e di magnesio da un'acqua dura (per esigenze industriali
lat. crist. dulcificàre, comp. da dulcis 'dolce 'e da -ficàre
. da dulcis 'dolce 'e da -ficàre, da facère 'fare '.
'dolce 'e da -ficàre, da facère 'fare '. dolcificato (
un vero santo avrebbe trovato la parola da trattenerci o mandarci via col cuore dolcificato
. -dolcificazione delle acque: eliminazione da un'acqua dura dei sali di calcio
è divisa [la cassia] in cellette da certi tramezzi duri e sottili, come
come tante laminette, spalmate e coperte da una polpa o sostanza midoliosa, tenera
dita cariche di anelli e gli orecchi forati da due minuscoli cerchi d'oro.
di meli). = deriv. da dolce. dolcimèle, v. dolcemele
. 3). = deriv. da dolce-, per il n. 3 cfr
far miracoli / vi giuro, d'uom da bene e non infingolo, / farla
a dieci tabernacoli. = comp. da dolce e intingere (v.),
voglia di comprarla. = deriv. da dolce * senza sale, sciocco '.
. dolcionescaménte, agg. scioccamente, da semplicione. g. m
. = comp. di dolcionesco (da dolcione). dolcióre [dolzóre)
una parte e l'altra nulla nulla; da quel poco de dolciore di bocca in
quella dell'estasi mistica). giacomo da lentini, 14-30: or potess'eo,
la tigra in illu miraturi. compagnetto da prato, xxxv-1-166: per ira de
, e non per amore; / ma da che m'hai, sì èmi gito
orivolubile flagella. = comp. da dolce e pomifero (v.).
= voce dotta, comp. da dolce e sonante, sul modello del
. = voce dotta, comp. da dolce e sonifero (cfr. dolcisonante)
voce dotta, lat. dulcitudo -inis, da dulcis 'dolce '. dolciume
sm. sapore accentuatamente dolce (tanto da risultare stucchevole). - per lo più
: segue epicuro, comperato per due mine da uno che promette dargli mangiare fichi secchi
, 70: provava a copiare: dolciumi da giovinette del sacro cuore che la sua
coleggiava. = > deriv. da dolce, col sufi, -urne che ha
è fetente. = deriv. da dolce. dólco, agg.
nevicata di quattro giorni; e ora da una settimana tutto è neve che sotto
molle. pascoli, 483: è da vedere / come via via lo tengono
figliolino / n'esce, che va da sé, ma gronchio gronchio. viani
lat. tardo dulcàre (dioscoride), da dulcis 'dolce '. dolcorare
= voce dotta, lat. dulcóràre, da dulcis 1 dolce '. dolcóre,
di dolcore e di grazia. bianco da siena, 30: del tuo dolcore si
/ l'anima mia misera ingrata, / da quanta tenebria è circumdata / bel lo
tardo dulcor -oris (tertulliano), da dulcis 'dolce '. dolènte (
una parte di esso); travagliato da dolori fisici, dolorante. dante,
incontrò de la paurosa gente / che da le man d'orlando era fuggita, /
. a. pucci, ix-409: da quella sera in là fan sanza cuoco,
, xiv-333: sono melanconico, perseguitato da chi non mi conosce, e sommamente infelice
, v-35-84: così lo 'nfanti stava da canto; / facia lamento e grandi pianto
pensando lo mio danno, / che sto da tutte gioie ognor diviso. neri
sostant. persona tormentata, travagliata (da dolori fisici o morali); chi è
i-616: nessun dolente al mondo / da noi fu consolato. -ant. persona
granne dolentìa. = deriv. da dolente. dolentire, intr.
ant. dolersi. giacomo da lentini, 14-114: a la genti -non
che dolenti. = deriv. da dolente. dolènza, sf.
troppa grande ignoranza. = deriv. da dolente, sul modello degli astratti in -enza
continua; indolenzimento. = deriv. da dolente. dolóre, intr. (
. pass, doluto). essere colpito da una sensazione dolorosa (una parte del
o nel dito, o dove? francesco da barberino, i-282: non ti lagnar
ché 'l dì seguente scossa / serà da te la fatica e la noia; /
angosciato, / la giente ci corressoro da traverso e dallato, / tutt'a
la vostra sorella stava bene; ma da poco in qua è in letto,.
proprio comportamento riprovevole). giacomo da lentini, 12-1: s'io doglio no
13: ma doglio, perché vien da vizio errore / ch'a di virtù colore
dogliom'io sol, né sol ho da dolerme, / ché svelt'hai di
madre, che doleasi in vano, / da un avel gli occhi al ciel lucente
muro si doleva e pareva volesse liberarsi da quella positura. quasimodo, 36: duole
asprezza il proprio malcontento). giacomo da lentini, 2-42: per zò s'io
2-13: tu che passi, spinto da altri morti, / davanti alla fossa undici
che dolete, tutto non degnio. guido da pisa, 1-129: li amici adunque
tu vivi 'n dolere. s. caterina da siena, v-72: questo dolce dolere
si duole: è sempre meglio fare da sé che affidarsi ad altri. i
: non si deve scherzare in modo da offendere. aretino, 8-222: non
attraverso il fr. dolérite (creato da haiiy, nel 1815).
s'avvicina la tempesta. = da delfino, con alterazione della vocale iniziale.
pena, afflizione. bianco da siena, 40: l'asprezza che [
tanta dolìa! cantari, 35: da te mi part'or con gran dolia,
d'animo. = deriv. da dolere. dolicchiare (dolicele are
leguminose papiglionate, simili al fagiolo, da cui si distinguono per essere le carene
25 cm, i semi sono caratterizzati da un alone scuro intorno all'ilo bianco
xe- < pax7) 'testa'(creata da retzius, nel 1842); cfr.
e péya? 'grande 'e da esofago (v.). dolicomegasigma
. = voce dotta, comp. da sóxtxo? 'lungo 'e péya?
e péya? 'grande 'e da sigma (v.). dolicomòrfo
= voce dotta, comp. da! gr. sóxtxo? * lungo '
forma approssimatamente circolare, di diametro variabile da pochi metri ad alcune centinaia di metri
è coperto di terreni fertili o da piccoli laghi). d'annunzio,
= serbo-croato e sloveno dolina, da dol, dola * valle '.
fatto suo. = deriv. da dolere. dolìoli, sm. plur
. ant. dolere. giacomo da lentini, 42: ormai risponda -mandatemi
nell'ottobre 1818 stabilì le seguenti ricompense da distribuirsi ai difensori del paese: comandante
imperatrice era diventato grigio durante la traversata da marsiglia a livorno! 2
età neolitica ed eneolitica), formato da poche grandi pietre infisse nel suolo su
, dalla penisola iberica alla scandinavia, da creta all'inghilterra, e servirono per
archeologi (che presunsero di trarla da due parole bretoni: tool,
. civ. uso di artifici o raggiri da parte di un soggetto per indurre un
annullamento del contratto quando i raggiri usati da uno dei contraenti sono stati tali che
pea, 3-175: ma dolo, da parte della madre, non pareva ci
aspettavano la scoperta di doli ed errori tali da obbligare il governo a rifondere i danni
. roccia costituita essen zialmente da dolomite, di struttura cristallina,
]: * dolomia '. nome dato da alcuni alla calce carbonatica lenta dolomia
alla calce carbonatica lenta dolomia, da haiiy detta allumifera, e calcarea
detta allumifera, e calcarea granulata da brochant. trovasi di fatto in
per lo che vien detta lenta da haiiy, e qualche pezzo mo
giulio cesare voltato in versi italiani da giulio carcano. = dal fr
; è abbondantissima in natura, tanto da costituire interi sistemi montuosi. c
di magnesio. = deriv. da dolomite. dolóne, sm. stor
dolore alcuno. = deriv. da dolorare. dolorante (part.
. che sente dolore fisico, tormentato da sofferenze fisiche. -anche di una parte
unque obbriare. = » deriv. da dolorante, sul modello degli antichi astratti
pagare le mie male emprese. francesco da barberino, 378: credi tu per piangere
di copioso sangue, / e poi da sé scagliollo, dolorando. foscolo, 1-279
la vita. = deriv. da dolore. dolorato1 (part. pass
del mio mal posto in oblio, / da qual porta del ciel cortese e pio
forbendo le lacrime. = deriv. da dolorare. dolóre, sm. (
di molestia, di pena, causata da un male fisico. — dolore nevralgico:
: che si manifesta con crisi interrotte da periodi di relativa calma. -dolore di
tosto che nato è, quasi da natura dirizzato nel debito fine, che
in vano si faticava; per che da grave dolor vinto, venendo meno,
e de'tormenti dello inferno. bianco da siena, 25: ubidir vi conviene,
albizzi, i-582: a dì 26 partimmo da cesena; dove lasciai il treccia,
, 1-236: un gatto caduto giù da un tetto, accecato dalla furia e
andarne, io non so dove, da te lungi; / e di dolor morire
per la redenzione del mondo. enselmino da montebelluna, ix-1098: qual io romasi
... aiutatemi! fatemi uscire da questo pericolo, fatemi tornar salva con
di lei, / non so ben da qual parte i dolor miei / s'aspettin
il peggiore dei mondi possibili, dominato da una forza cieca e misteriosa (ed è
tanto dolore, che, partito me da le genti, in solinga parte andai a
valendo niuna bona parola né excusazione usata da me, fu opportuno ne sequisse il divorzio
il dolore di vedervi di nuovo allontanata da me, nel momento che il mio
dolore in distaccarsi dal paese nativo, da quelle montagne; ce ne fu sicuro;
l'ingombro della infinita roba che ho ingoiato da ragazzo è digerito o spazzato via.
ad abituale dispiacere. s. caterina da siena, iii-49: poiché questa è la
la nostra buona gente; fu, da quel punto in poi, una vita delle
/ a la virtù di chi verrà da poi. a. verri, i-i3o:
invano, e finalmente / si trovò da una femina abbattuto, / che pensandovi
di denaro, e avendola nascosta in luogo da lui creduto sicuro,...
elle ci recano,... da noi però dipende il renderle vane ed
, essere senza dolore: trovarsi liberato da affanni, dispiaceri, difficoltà; non
63-1 (v-157): volse dio che da mille strazi e stenti, / da
da mille strazi e stenti, / da mille mali e morti fusse domo [l'
: in un punto / l'alma versò da cento piaghe, e oppresso / dall'
dotati di tanta virtù conservativa dell'esistenza da poter reggere anche alle maggiori avversità,
esso stomaco, quel dolore non è provenuto da materie pituitose e fredde. giusti,
dotta, dal lat. dolor -oris (da dolere 4 soffrire '). dolorìfero
voce dotta, lat. tardo dolorifer (da dolor -oris, col suff. -fer
dolor -oris, col suff. -fer da / erre 4 portare ').
= voce dotta, lat. dolorifìcus (da dolor -oris 4 dolore', col suff
4 dolore', col suff. -ficus da facère 4 fare ').
= voce dotta, comp. da dolore e dal gr. p. éxpov4
l'occasione. = deriv. da dolore', cfr. fr. dolorisme (
d'inquietarsi? = deriv. da dolorismo; cfr. fr. doloriste (
fatica tenendosi a cavallo, né da lui stesso sapeva dove si andasse. redi
per esse dolorosamente l'invidia che, da principio, aveva creduto di far loro
animali e di esseri inanimati. giovanni da samminiato [petrarca], ii-304: il
87: una frotta di ragazzi spuntarono da un vicolo a destra vociando come ossessi
signora lucia. = deriv. da doloroso. doloróso, agg.
, dolorosissimo). che è tormentato da dolori fisici (e, in partic.
fisici (e, in partic., da quelli provocati da malattia o indisposizione)
in partic., da quelli provocati da malattia o indisposizione); sofferente,
pulsazione dolorosissima. comisso, 15-49: da pochi giorni s'era alzato, dopo
afflitto per gravi sofferenze morali; contristato da avversità, tribolazioni, delusioni, rimpianti
moso, / doloroso, / angoscioso ho da lodarti? leopardi, 13-42: nella
e dolente / trapassò il gladio. mariano da siena, 28: sotto quella
a fin di morte. s. caterina da siena, iv-306: non fate più
dolorosi desiderii che per voi sono offerti da loro, molta più dura reprensione ricevereste
: dell'una od altra gran personalità da essi prescelta [i vecchi oratori]
ii-196: buttava di continuo il capo da destra a sinistra sul guanciale madido di sudore
a sinistra sul guanciale madido di sudore, da sinistra a destra, con gli occhi
che fe'cicilia aver dolorosi anni. guido da pisa, 2-29: questa vergine fu
gravi e profondi sospiri. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
, lassa, aver gioiosa vita, / da prima entrando, amor, a la
ragazza, finché 10 venga a strapparla da luoghi al suo cuore così dolorosi e
. -via dolorosa: quella percorsa da gesù per salire al calvario.
che quella fosse la via veramente percorsa da lui: quella la via, con le
villani, 12-67: la dolorosa battaglia durò da innanzi vespro a due ore infra la
dolorosa, / che d'una e da altra parte hanno a morire? getti,
credea ch'egli altra amasse. guido da pisa, 2-64: oimè figliuolo mio,
latina, ch'è così di lungi da casa tua, preda d'uccelli e di
non ardirò tornare in roma. andrea da barberino, 1-219: la vet- toria
questo doloroso, oltre allo esserne commendato da noi, gli faremo donare venticinque ducati.
dee., 8-7 (286): da che diavol (togliendo via cotesto
piacere... e senza alcuna aflizione da qualunque più dolorosetta fanticella.
voce dotta, lat. tardo dolóròsus (da dolor -óris * do lore
astutamente, maliziosamente. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar.
albino, poco conoscente de'benefizii ricevuti da lui, aveva dolosamente cerco di ammazzarlo
voce dotta, lat. dolositas -àtis (da dolosus 1 ingannevole, fraudolento ')
concerne il dolo; che si determina da un sentimento di dolo (un comportamento
dolo (un reato: e si distingue da colposo e preterintenzionale).
se un mercadante fallisse dentro il termine da essi stabilito fra il negozio o
avere parte dolosa del fatto, esse sono da settantanni al servizio della famiglia. piovene
volpi e velenosi come le bisce. guido da pisa, 2-24: fu a gran
= voce dotta, lat. dolosus, da dolus 1 dolo '. cfr. isidoro
tibiae choraulicae 'secondo diomede, cioè tibie da coro, sono i nostri pifferi e
mento (di cavalli o di altri animali da lavoro); il luogo dove si
piemonte). = deverb. da domare. domàbile, agg.
: temi 'l non mai da legge, o verga, o fune,
interrogazione viene fatta. francesco da barberino, 4: non maraviglio di quella
fastidio più grande che l'essere interrogati da persone oziose, che v'interrompono nei
questo o quello. -interrogazione rivolta da insegnanti a scolari. bontempelli, 20-9
viene dal di dietro della chiesa, da un cortile, dev'essere una scuola di
-ant. interrogatorio giudiziario. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar.
i-93: oltre al favore immoderato prestato da alcuni de'suoi a piero de'medici
amante è sempre tormentato dalle querele, da i prieghi e dalle domande di colei ch'
richiesta sul mercato a un determinato prezzo da un singolo individuo o dalla totalità degli
se questo paese fosse stato universalmente coltivato da schiavi. cattaneo, ii-2-257: la
crusca]: qui starommi; né ognor da mille bande / vengon richieste, polizze
la morte. = deriv. da domandare. domandaménto (dimandaménto),
domanda, interrogazione, richiesta. bartolomeo da s. c., 27-2-4: vuo'
., i-199: nessuno domandaménto prima da valente fatto, può serrare la via al
tirannesco domandaménto. = deriv. da domandare. domandante (part.
del suo dolore / la cagion domandar da la donzella. campaquella riguardante la ragione
quella riguardante le ragioni accessorie dipendenti da quella principale (interessi, danni,
titolo dedotto in giudizio dall'attore o da quello che già appartiene alla causa come
i suffragi. = deverb. da domandare. domandagióne (dimandagióne),
dante, conv., iv-xv-13: credendo da sé sufficientemente essere dottrinati, mai non
l'argomento dell'interrogazione può essere espresso da un secondo compì, ogg.,
un secondo compì, ogg., da un compì, di argomento o da
, da un compì, di argomento o da una prop. interr.).
avete udito di sopra, si rifece da capo, e -disse: credi tu bene
conv., iv- xv-13: credendo da sé sufficientemente essere dottrinati, mai non
, che affatto niuno. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
-ant. provocare, adescare. bonvesin da la riva, xxxv-1-6q4: ella [maria
anche invocare, implorare). giacomo da lentini, 30: ben vorria, s'
, che grazia i'neghi / che da voi si dimanda e si desia? bruno
, 3-207: pareva inquieto, si voltava da ogni parte, e domandava qualcosa con
seta gialla..., cosa vaghissima da vedere, della quale domandava fino a
verri, xxiii-167: vi è tutto da temere, e non si falla mai se
vanno migliaia di piccole e grandi carrozze da nolo: ma il meno che domandano,
chiaro davanzali, xvii-214-22: però conven da me venir l'aiuto, / eh'a
animale, tosto che nato è, quasi da natura dirizzato nel debito fine,.
conveniente, necessario). francesco da barberino, 19: parmi più tenuta in
di un giornale dimanda una testa sgombra da ogni pensiero e paziente di tutte quelle
mondo in tal modo si dava, che da tutti era domandata peccatrice. leonardo,
astrologia, di modo che commu- nemente da tutti per eccellenzia si dimandava « l'astrologo
là corse. s. caterina da siena, 1-86: quando gli ospiti passano
perdoni, son domandata. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
a terra dell'alto carro; e domandante da presso colla risplendiente spada lo sicuro nemico
ogni incontro di qualcuno che potesse venire da quelle parti. 10. locuz.
ambra, xxv-2-309: -i'vogl'intendere / da te ch'animo è 'l tuo:
4-370: -menandovela il ciuffagna, appunto da santa trinità, gli fuggì d'occhio,
poi chi ti aveva detto di tornare da me stamane? chi te lo aveva detto
e dico. -non è da domandare, non ne domandate, non
parcittadino, qual elli diventò non è da domandare, però che parea un corpo
ammazzato. ariosto, 18-56: non è da domandarmi, se dolere / se ne
diceva e che stampava, non son da domandare. 11. prov.
quale la sua pe diman da séra, dimani o domani séra),
giordano, 174: di questi diremo dimani da sera. petrarca, 237-39: sovra
boschi, / ricca piaggia vedrai deman da sera. leggende di santi, 3-203:
le cento lance del marchese domane muovono da pistoia, e fienvi forse domandasséra o l'
. giannotti, 2-2-212: sarovvi domani da sera a cena. p. fortini,
di bisogno. carducci, 1079: diman da sera i nostri morti avranno / una
. = comp. di domani, da e sera (è un composto di
rispondere a'dimandativi. = deriv. da domandare. domandato (part. pass
chiesto, voluto sapere. bartolomeo da s. c., 2-3-4: uno
2-3-4: uno santo padre, domandato da un frate che opere dovesse fare, rispuose
, non sapesse denudare le sue parole da cotale vesta. a. pucci,
turbò lo 'mperadore, / e domandato allora da uno antico: / perché mostrava di
i-vm-16: [dare] 'l domandato è da una parte non virtù, ma mercatanzia
al desiderio paterno de la vendetta dimandata da evandro con efficacissime parole, o negare
chiede, che reclama. bartolomeo da s. c., 16-4-7: niuno
mai, quantunque io meco dicessi, e da altrui udissi vani essere i sogni,
domanda d'un solo uomo cose alienissime da esse e niente appartenenti; e nondimeno
se tosto esauditi non siamo. zanobi da strada [s. gregorio magno volgar.
gesù cristo? = deriv. da domandare. domando [dimando),
i-199: nessuno doman- damento, prima da vaiente fatto, può serrare la via al
mando ». = deriv. da domandare. domani (letter. dimani
successivo all'oggi. folgore da san gimignano, vi-n-156 (21-10):
otta. bembo, iv-589: sorgi da tonde avanti a l'usat'ora / dimane
© com'ombra. s. caterina da siena, ii-64: e'perditori del
che è negativo -può sempre domani, da un diverso e più sapiente punto di
quattro e mezzo del dimani. [sostituito da] manzoni, pr. sp.
a l'obbrobrio la dimane / scorgemmo da la via l'imperatrice / da i
scorgemmo da la via l'imperatrice / da i cancelli a guardarci? verga, i-24
di sopra in sula cima. francesco da barberino, 206: si leva la diman
cosa che facemmo la dimane appena usciti da quel malaugurato albergo fu di cercare un alloggio
in domani: di giorno in giorno, da un giorno all'altro. -rimandare da
da un giorno all'altro. -rimandare da oggi in domani: tirare per le
domani, o l'altro, / da orvieto. magalotti, 1-303: domani non
domani o domani l'altro potrò alzarmi da letto. cicognani, 3-35: allora,
signor biagini, restiamo così: lei tornerà da me doman l'altro; io la
ad altri. s. caterina da siena, 202: oggi tocca a te
= dal lat. dè mane, da mane * di buon'ora '.
isola di colcos. francesco da barberino, ii-213: veggian domar ogn'animai
amore non può essere governato né limitato da ragione alcuna, e per questo il
perché non si lassa domare di freno da la ragione né ornare da quella. machiavelli
di freno da la ragione né ornare da quella. machiavelli, 394: morto
fuori della sorte e della morte / e da non poter essere domata / da uomo
e da non poter essere domata / da uomo. buldini, 3-5: nessuna disdetta
egitto vinse, avvegnaché prima fosse vinto da loro: e domatolo per ferro, alla
violenza numerosa, non è domata se non da utensili giganteschi. jovine, 194:
19-25: egli è ben ver che da un tempo in qua / le golpi l'
digiuni, le sue membra furono domate da tutte le intemperie. 6.
, 11-53: s'io non fossi impedito da sasso i che la cervice mia superba
noma, / guardere'io. cenne da la chitarra, vi-n-179 (1-8)
talor l'adunca falce: / se da l'ira del ciel matura messe / fosse
crescenzi volgar., 6-22: si schianteranno da essi [cavoli] più volte i
tico o feroce, un animale da tiro o da sella, ecc.)
o feroce, un animale da tiro o da sella, ecc.).
. carducci, 677: forti figli pendean da la tua poppa / certo, ed
. -anche per simil. francesco da barberino, 157: la carne vostra,
domo dal tempo, comincia a declinare da le lascivie e vizii e quelle condizioni che
181: il rigore dell'acciaro / domato da vulcano / volse in usberghi, in
oro, / né glebe dome / da molto armento, / ma il gran tesoro
, / per breve spazio domi, / da un amorevol foco i dolci pomi,
delle rime a mezzo verso, metro da voi affrontato e domato con assai destrezza
presenta bestie feroci ammaestrate. guido da pisa, 1-218: o tu domatore delle
, con le tue saette abbattigli. giovanni da samminiato [petrarca], i-158:
queste nuove lettere manifesta, che esse da molti, che prima le avveranno scacciate
delle genti domatrice, e doma / sol da te stessa: o roma. alfieri
naturali). tassoni, 265: da i termini d'alcide avea già sciolte
pigliar parole dalla matrice lingua latina e da altri più ascosi fonti; le quali
era già chiuso. = per aplologia da domani mattina. domatura, sf
). papini, 28-179: da giovane era stato domatore di cavalli in
onore di dio, perché risuscitò cristo da morte in cotal die. novellino, 6
festa non era sì grande. folgore da san gimignano, vi-11-156 (22-2):
, / abbiane molte che li sien da torno. s. bernardino da siena,
li sien da torno. s. bernardino da siena, 51: io mi credeva
pensavo di dirvi una predicoza di quelle da dovero. ariosto, vi-391: le
giorno del signore ', usato già da tertulliano e introdotto da costantino al posto
', usato già da tertulliano e introdotto da costantino al posto di sólis diès,
spesa domenicale. penna, 186: da una sala da ballo domenicale / tardi
. penna, 186: da una sala da ballo domenicale / tardi piovuto con la
di 28 numeri overo anni, cioè da 1 fin a 28; e finito questo
ii-473: una delle pesti che ci rode da cento lati, è quella di non
elleno con somma riverenza se ne cibavano da per sé: con questo solo divario,
domenico di guzmàn o all'ordine da lui fondato. tasso, ii-73:
religioso dell'ordine dei predicatori, fondato da san domenico. garzoni, 1-68:
lingue. -plur. chiesa officiata da religiosi dell'ordine di san domenico.
4 quattr'occhi '. = da domenicano2 (per il colore bianco e nero
pel cammino / deve ire a farle da domenichino. silone, 63: aveva imparato
, 63: aveva imparato le cerimonie da un vecchio barone decaduto, presso il quale
del domenichino. = deriv. da domenica. domenichino2, sm. ant
, bella domesticabile. = deriv. da domesticare. domesticaménte (letter.
poveri uomini, così lietamente viveano. giovanni da samminiato [petrarca], ii-7:
elle fussino state galline, sempre nutricate da loro. leonardo, 2-425: ancora aresti
: ancora che questa mostruosa bestia fosse da gli abitanti di quei paesi stimata per
capo la pose (senza punto averci da pensare) a la bella e piacevole
, in via riservata. costantino da orvieto volgar., xxi-787: parlando con
dimesticamente questo suo volere, ebbe saputo da lui come novello ordine secondo il suo
ant. per consuetudine inveterata. zanobi da strato [s. gregorio magno volgar.
leoni, ma de serpenti si domesticano da piccolo. fazio, ii-58: quale
sapendo quel che si facciano lasciandosi cibare da voi domesticamente con le vane lusinghe vostre,
. ant. rendere domestico (un albero da frutto). -intr. con la
. getti, 15-ii-115: già fu pensato da i paesani, per levare quel romore
essere di più ragioni, sì come da mettere d'oro, sì come lavorare
(se non dal petrarca) almeno da giardinieri, che sanno più del paese di
pratiche e funzioni della mondanità cosmopolita, da sentire il bisogno di vedersi più ancora che
essere crudele, per la qual crudeltà è da intendere la crudeltà di questo peccato
generazioni de'vizi traggono il loro nascimento da alcuno effetto della mala volontà, ovvero
nome. = » deriv. da domestico. domesticato (part.
: vedete che cosa è l'avvezzamento da piccolo, che non solamente l'uomo,
. che quasi non temono d'essere da noi toccati. leopardi, 960: si
intervento dell'uomo. = deriv. da domesticare. domestichéto, sm.
bene intese. = deriv. da domestico, sul modello di frutteto, ecc
un dell'altro, o servitori, da più di mille anni. 2
di giuseppe mazzini. = deriv. da domestico: cfr. il lat. tardo
di potere alcun diporto pigliare. benvenuto da imola volgar., ii-310: cesare la
, avendo massime a pigliare l'imitazione da persona stata di tanto valore. caro,
nei rapporti sociali). francesco da barberino, 86: ora da questo terzo
francesco da barberino, 86: ora da questo terzo dì affi quindici giorni,
e pietosa e non silvestra. andrea da barberino, 1-54: era co'suoi
uomo un po'domestico e umano, da potergli parlare, lo dirò a lui.
, e a un desinare domestico e non da lui, mandò subitamente recar seggia,
con leggerezza offensiva. s. bernardino da siena, 278: io vi voglio parlare
sdegno di esser trattato così alla domestica da cui non conosco, io che non
comprendente non solo coloro che sono legati da vincoli di parentela, ma anche la
loco in loco andate tribulando. bartolomeo da s. c., 30-7-8: lo
ho avuto fede assai, io te parlerò da domestico e vero amico. ariosto,
, perché me ne fu donato un altro da un gentilissimo gentiluomo, e mio dimestichissimo
. cantoni, 492: fummo ricevuti da due domestici, marito e moglie, che
il misero non vede, / da poi che gli nimici ha ne la terra
ne la terra. / non sa da chi sperar possa mercede, / se gli
fracchia, 718: la casa, disabitata da poco, conservava una cert'aria domestica
gli parla, o vi son trasportati da altre lingue. lancéllotti, 241: la
: che vive con l'uomo, da cui riceve nutrimento e ricovero e da
da cui riceve nutrimento e ricovero e da cui è addestrato al lavoro, fornendogli aiuto
zoo del circo: una fila di gabbie da una parte, con gli animali feroci
-ant. addomesticato. guido da pisa, 2-43 e: in quella contrada
cerbio dimestico, lo quale era stato notricato da piccolo da una femina della contrada,
lo quale era stato notricato da piccolo da una femina della contrada, che avea nome
. proprio degli animali domestici. benvenuto da imola volgar., ii-188: innanzi che
. fazio, iv-12-15: sì come da quella [isola] mi partìo,
= lat. domestìcus (da domus 'casa '): che appartiene
domicilio. -visita domiciliare: quella fatta da pubblici ufficiali al domicilio di qualcuno per
l'onta; in quanto ella non discendeva da gente che dell'inviolabilità domiciliare e della
nozione « uguale per tutti », ma da gente che la casa e il diritto
allontanò dall'italia, s'è domiciliata da più di venticinque anni a venezia, e
demonio, che gli s'è domiciliato da tant'anni nella gola, quell'anno,
-intr. ant. abitare. da porto, 1-128: sono eziandio altre genti
, 1-128: sono eziandio altre genti venutevi da diversi luoghi per lo mercantare e tener
state rattenute, le quali vi domiciliano da lungo tempo. = deriv.
lungo tempo. = deriv. da domicilio. domiciliàrio, agg. che
. 3). = deriv. da domiciliare1. domiciliato (part.
ma domiciliato in firenze, si tiene da molti meno pittore che l'ulivelli; è
.. di professione cacciatore, vedovo da vent'anni, e domiciliato da quindici col
vedovo da vent'anni, e domiciliato da quindici col figlio vostro al franchino?
sempre ch'ella è usata in italia da molti, purché non sia manifestamente straniera
cambiale domiciliata). = deriv. da domiciliare2. domicilio (ant. domicìglio
. corsini, 2-2: se ben lungi da patri domicili / gran numero di donne
colà dove vi è maggior commodo e maniera da vivere. manzoni, pr. sp
aveva costruito a fianco il grande caseggiato da affittare. -per simil. e
; ospitalità. muratori, 7-v-191: da che si disciolse il vincolo della mensa
lingua. vi andavano i giovani ad apprenderla da tutte le parti del regno, a'
non mi sia ancor posto in salvo da sì fatte calunnie. -luogo dove
... ad apparire alquanto diverse da quelle che appaiono di presente. leopardi,
anni, che... debbano partire da tutti i nostri stati. cattaneo,
dotta, lat. domicilium, comp. da domus 1 casa * e dal tema
lat. mediev. domificare, comp. da domus 'casa 'e dal suff
casa 'e dal suff. -ficdre, da facère * fare '. domificazióne,
, lat. mediev. domificàtio -6nis, da domificàre. dominàbile, agg
. -fare il dominàmini: farla da padrone, spadroneggiare. casotti, 1-5-66
gliano, con perdere quello che già da tanto tempo, per grazia della
che l'aveva ingoiata, ed annullato da gran tempo la sua esistenza politica
segneri, i-137: ma che ha da fare l'essere in una casa di
detto: che tutti gli uomini sono governati da dio; perché la parte dominante e
bacchetti, 2-102: drizzava il cavalletto da pittore in qualche posizione dominante, e
dominante a tutta la conca empolese: da cerreto guidi a dianella, e conclude che
dominanti: i caratteri che si manifestano da soli negli ibridi, cioè che in
di berlioz, nella quale tutti hanno da sudare un paio di camicie, specialmente
, 1-666: certo derivò in qualche modo da mim- nermo quello che era il motivo
fatto per pompa e per mostrare essere da qualche cosa, per poter meglio dominare.
vogliono essi dominare ad alcuno, né essere da altri signoreggiati. forteguerri, 9-76:
profondo fascino su qualcuno (in modo da avvincerlo, da soggiogarlo). quarantotti
qualcuno (in modo da avvincerlo, da soggiogarlo). quarantotti gambini, 4-218
invita a sé anche chi la vede da lungi. rajberti, 2-165: l'insieme
ma... quell'ogiva che domina da cima a fondo; quei quattro pilastroni
in potestà de'fiorentini, era stata dominata da giovan galeazzo visconte. rosa, 22
di stola di gloria, saranno liberi da ogni passione, risplenderanno come le stelle
, la quale dalla natura stessa sovente o da monti o da fiumi o da valli
natura stessa sovente o da monti o da fiumi o da valli vien circondata e divisa
o da monti o da fiumi o da valli vien circondata e divisa. manzoni
carso col suo nodo ferroviario quasi equidistante da trieste e da fiume, per cui
nodo ferroviario quasi equidistante da trieste e da fiume, per cui chi lo domina ha
sua intelligenza, la quale egli ha da dio, dominia li omori, e
guerrazzi, 6-38: molto si lascia dominare da madama sua madre. carducci, iii-25-182
sua madre. carducci, iii-25-182: da ultimo dominò egli, poeta, la
profonda cultura, ma eccentriche al punto da toccare tincomprensibile, avrebbero finito per fare
tasso, 12-384: le cose poi che da l'usanza dependono, come la maniera
io (186): costui, da una finestrina che dominava un cortiletto di
d'un poggio, [genzano] domina da un lato l'aperta pianura ed il
cinquecento metri quando questo fondale di leonardo da vinci ci vien addosso, ed entriamo nel
, vado pian piano nel giardino alto, da cui si domina il villaggio e la
1-172: sedette su un macigno, da cui si dominava un'ampia vista.
-tenere sotto il proprio controllo (da posizione più elevata e con riferimento a
sulla cima nascosto tra alcuni macigni; da solo è venuto ad affrontare i nemici
perfettamente riparato alla vista, egli domina da vicino la cengia, potrà loro tagliare il
audaci prore solcavano flutti non prima gravati da naviglio. i nocchieri emuli del sole dominavano
: farsi sopraffare, lasciarsi vincere (da sentimenti, da istinti, ecc.)
, lasciarsi vincere (da sentimenti, da istinti, ecc.). dottori
. emanuelli, i-17: era dominato da un'ira giovanile, quindi cocciuta e
ella si dominava sempre, e discorde da me in molte questioni, anche di poco
più miseri, specie di quelli provenienti da una società come quella meridionale, dove
dominata dallo spirito della gelosia, ma da quello dell'ambizione. leopardi, iii-842
lo chiama, non pure presentimento, nato da affinità, del bello classico,
, dominàri), deriv. da dominus 4 signore, padrone '.
. gobetti, i-225: critico distruttore da un lato [senofane], costruttore
personale); guidato, governato (da leggi, consuetudini, circostanze speciali).
arabah, che è una vescica dominata da una corda, il vebeb o violino
la mente, con l'animo (da pensieri, da istinti, da sentimenti,
con l'animo (da pensieri, da istinti, da sentimenti, ecc.
animo (da pensieri, da istinti, da sentimenti, ecc. che prevalgono su
ingiusti e ordirsi un turbine di sciagure da lor medesimi senza avvedersi? manzoni,
., 2 (37): dominato da questi pensieri, passò davanti a casa
dominato. 5. sovrastato (da un luogo, da un edificio).
5. sovrastato (da un luogo, da un edificio). magalotti, 7-68
fiume cane della fenicia marittima, dominato da un promontorio dell'istesso nome, che
viandante di godersi la vista di como che da quell'altura si scopre in tutta la
, 5-101: la piazza viscontea circondata da portici e dominata da una torre..
piazza viscontea circondata da portici e dominata da una torre... è tra le
gli antichi dominatori dell'affrica. rinaldino da montalbano, 936: qui può prendere
gazzette francesi e cattoliche sul terrore esercitato da me in roma durante l'assedio m'invogliavano
iii-44: il quinto carro, tirato da cavalli alati, che avevano forma di
augusto, dominatore dell'universo, accompagnato da sei coppie di poeti a cavallo.
. negri, 2-204: durante il ritorno da rio janeiro, essendo venuto a mancare
voce dotta, lat. dominator -sris, da dominare * dominare '. dominazióne
. boccalini, ii-212: il divider da un uomo, che per qualche tempo
xxviii-13: la quale electione ve represento da parte del dicto comuno; pregando la vostra
momento, è proprio questa relativa indipendenza da ogni sorta di scuole e influenze e dominazioni
, ritornato nella sua dominazione, donde da cesare borgia era stato cacciato, rumò
fonda la distinzione degli angeli sul posto da essi occupato). giamboni, 105
. pascoli, 1024: di qua da dio, di là dall'uomo, [
dotta, lat dominàtio -6nis, deriv. da dominare * dominare '.
venire, che egli fosse stato attratto da dovero? grazzini, 4-71: domin,
natura sì valenti vagliano sì poc'oro? da che radice dipende che una cosa vaglia
potetti ben chiamare. = comp. da domine e dio. dominicale, agg
, lat. tardo dominicàlis, deriv. da dominlcus, agg. di dominus *
: il pater noster (perché insegnato da gesù). bibbia volgar.
preghiera, cioè - « ma libera da lui che sì la sprona ».
morde il dito, perché abbiamo gettato da noi cotesto supplizio. e. cecchi,
usurpare la podestà del dominio di casa da le mogli, di signori diventiam servi
risentimento molto gagliardo contro il vescovo. da questo però vostra signoria non concludi ch'
, controllo delle comunicazioni marittime esercitato da uno dei belligeranti, per determinati scopi
polpa che la guancia rossa, / giocator da tre dadi per la vita, /
manzoni, 223: trovavano la strada chiusa da un muro che s'erano lasciati alzare
lasciati alzare dietro le spalle, cioè da una filosofia, al dominio della quale s'
questo paesaggio col saporito dominio col quale da ragazzo maneggiavo i paesi finti del presepio
stessa. d'annunzio, iii-2-1033: udendo da quella voce nominare il suo nome,
contastassino. -perfetta conoscenza, padronanza da maestro (di una materia, di
mentre 'l morto re di pianto aspergi / da figlio ad altri 10 scettro trasporte,
scoppiò nel '63, violenta, governata da una vasta società segreta, che
venuto a città in cerca di fortuna da un comune del dominio dovea essere il
, e il dominio di essa dipende da quello del popolo a cui s'appartiene.
esser la vera lingua così debolmente riconosciuta da tutti, anzi riconosciuta e rinnegata nello
sono tutte in lor signoria; sono da loro considerate come istituzioni indipendenti; sono
-avere in dominio: possedere. giacomo da lentini, 55: né l'aritropia,
piacer suo di quelle [sostanze] anche da dio vietategli, mostra di volerne lui
pubblico, gestiti da società, e sempre preoccupati di non
di cui esiste un intorno tutto formato da punti dell'insieme). 12.
dotta, lat. dominium, deriv. da domlnus * signore, padrone '
. domlnus 'padrone di casa '(da domus * casa ').
dominò), sm. invar. costume da maschera, formato da una cappa lunga
invar. costume da maschera, formato da una cappa lunga fino ai piedi,
la bautta, che è poco diversa da quella. tommaseo [s. v.
fina che così degnamente rappresentano una cappa da becchino. d'annunzio, iv-2-199: ella
, 5-83: un viso giovane incorniciato da un rosso cappuccio di domino ci ride di
o dieci durano su piedestalli, mascherati da fitti * domino 'd'edera.
domino 'benediciamo il signore '; da cui il senso di 'mantello con cappuccio
dominò), sm. invar. gioco da tavolo che si fa generalmente con ventotto
tessere (la partita può essere fatta da due o anche più persone, si possono
di dadi, accoppiati e segnati solamente da un lato; oggi più comunemente '
v. domino2). voce registrata da d'alberti, tramater, tommaseo.
dal nome del puy-de-dóme (francia), da cui è originaria. dòmito,
pregio. carducci, 919: qual da la madre battuto pargolo / od in proterva
cortesia mi vanno per l'animo, usati da nobilissimi spiriti nella città nostra, la
crudeli. tommaseo, i-127: ahi quanti da la ferrea destra di marte / per
, lat. domitor -gris, deriv. da domare 'domare '(part.
-regno celeste; l'oltretomba. busone da gubbio, 217: intendo in questi versi
de'morti tutti i domi. bianco da siena, 33: ricomperato son per
a dom francesco, monaco dell'ordine da settimo, i quali debia dare ale sue
paese settantanni fa c'è arrivato, da fuori, coi calzoncini corti dei mandriani
= voce dotta, lat. dónàbìlis, da donare * donare '; voce registr
= deriv. dallo spagn. donairoso (da donaire 'discrezione, gentilezza, prestanza
fece nobili e grandi donamenti. bartolomeo da s. c., 183: acceso
.. ad alfonso primogenito d'èrcole da esti con dota di centomila ducati in
donaménto. 2. ant. corredo da sposa. giovanni dalle celle, 4-1-66
, 15: sono per suo salaro da kalen luglio anno 1335 a kalen luglio 1337
; / né che poco io vi dia da imputar sono / che quanto io posso
via la neutralità che lui voleva comperare da te. tasso, iv-297: il signor