di cultura, e d'una cultura presa da una ribellione estetizzante e dannunziana alla democrazia
alberto pisani. = deriv. da d'annunzio col suff. -ite che deriva
si chiama danta, ch'è durissimo da passare. citolini, 235: il rangi-
, 1-59: sicché il vostro dante da uno o due in fuori ha contro
il diritto. = comp. da dante, part. pres. di dare
forme medievali e rinascimentali), costituita da un sedile di legno, stoffa o cuoio
di legno, stoffa o cuoio sostenuto da un intreccio di strisce di legno parallele
sedere a scranna / per giudicar da lungi mille miglia / con la veduta corta
, descritto, rappre sentato da dante. varchi, 7-159:
spirito. -terzine dantesche: formate da endecasillabi a rime incatenate. -verso
, la complessione e il tratto più da uomo che da donna. -per
e il tratto più da uomo che da donna. -per simil.
2. elemento lessicale coniato o introdotto da dante. dantista, sm.
: / parce pur nondimeno, e da te dele / ogni rugo in ver me
= voce dotta, comp. da dante e dal gr. < p (
! = voce dotta, comp. da dante e dal gr. xóyoc * di
. dantista. = deriv. da dantologia. danza, sf.
ritmici del corpo e delle membra coordinati da uno schema coreografico ed eseguiti da un
coordinati da uno schema coreografico ed eseguiti da un solo ballerino o da una coppia
ed eseguiti da un solo ballerino o da una coppia o da un complesso sul
solo ballerino o da una coppia o da un complesso sul ritmo di una musica
danze sono continue: si giuoca allegramente da per tutto: da per tutto fansi
: si giuoca allegramente da per tutto: da per tutto fansi commedie e serenate.
, tutte si volsero con un fare da schiaffi al disgraziato ballerino facendogli riverenze e
riverenze e congratulandosi della grazia mirabile acquistata da poco nel menar a tondo la furlana.
e cantando. d'annunzio, iv-2-715: da tempo le tre arti pratiche, la
dolci ed amorosi invochi. s. bernardino da siena, 46: viene maria come
cosa contro a buon'usanza. paolo da certaldo, 188: non potre'tanto
opera, di un balletto. giacomino da verona, xxxv-1-633: ché le soe voxe
, 7-139: pare un pitagorico che da giovane volga il pensiero alla danza delle
che lo aspetta. bontempelli, 19-231: da copenaghen s'usciva a vedere la campagna
perenne delle morti e delle nascite, / da celesti città, sabbia, da imperio
/ da celesti città, sabbia, da imperio / a servitù, da inedia ad
sabbia, da imperio / a servitù, da inedia ad opulenza, / da grazia
, da inedia ad opulenza, / da grazia a venustà, da asprezza a calma
, / da grazia a venustà, da asprezza a calma. -ant. combattimento
veggendo la sua innamoranza, / come da prima incominciò la danza. storia di stefano
grande stato e gran possanza, / e da ogni contrario era divisa. / perocché
lo mio 'mor verace / salutai da mia parte a ctuctesore, / dì
ant. festa; baldoria. paolo da certaldo, 188: ivi [nelle taverne
bibbia], 1-2-65: ritornando david da percuotere il filisteo, le donne uscirono
: chiamavan alto le sorelle brune / da le montagne, / e danze sotto l'
danzette fecero. = deverb. da danzare. danzante (part.
de'giorni addietro, correva capricciosamente, da vera selvatica che la era, per burroncelli
, poggi e vallette, ora chiusi da danzanti vigneti, ora fiancheggiata da ineguali
chiusi da danzanti vigneti, ora fiancheggiata da ineguali praterie. carducci, ii-6-166: io
erti sandali. 2. accompagnato da danze; che dà l'occasione di
monotone note dello strumento, che suonasi da un valente nel mestiere. = nel
che cansa / la speranza / se da me più si rubella. folgore da san
se da me più si rubella. folgore da san gimignano, vl-n-136 (5-7)
andar a schiera, / e le donzelle da mane e da sera / danzar co'
/ e le donzelle da mane e da sera / danzar co'loro amanti e darsi
era stato assai dinanzi avvisato dalltmperadore e da più altri che si provvedesse, che
danzava questa danza chiamata alis, inventata da lei pel duca di mantova. negri
., 29-122: tre donne in giro da la destra rota / venìan danzando.
troppo lunga, che non rincresca. bianco da siena, 125: d'amor
attendamenti più verdi e capricciosi... da ramo a ramo da albero ad albero
... da ramo a ramo da albero ad albero l'andava via come danzando
, alle gioie della vita. buonaccorso da montemagno, 41: dunque non dinegar
alzar si vede, / e pian pian da man destra danza e salta, /
sembravano fare quel gesto che fu mosso da giosuè contro la faccia del sole.
stuol de tore danza / lontano ornai da me: / con esse è la speranza
sulle onde dove danzano ancora, accompagnate da un'altra musica, senza fine. pascoli
e opaco come il mare, traversato da piccole correnti che descrivono labili continenti,
su e giù con quei loro soprassalti da epilettico. landolfi, 2-79: nella
... danzava così bene, da un tetto all'altro, sopra la larga
faticosa, rischiosa. s. bernardino da siena, 329: or vediallo meglio a
di danzare), agg. accompagnato da danze, dove si danza, durante
, ecc.). cenne da la chitarra, vi-n-184 (5-9):
denominare quelle mime le quali in abito da paradiso terrestre intendono con la plastica del
al figur. govoni, 2-170: da quando volle inaugurarsi in pubblico [la
fogazzaro, 2-24: il quadrante è sorretto da vaghe danzatrici, le ore; e
nella quale straordinaria agitazione pretendevano essere favoriti da mirabili visioni. danzerina (dial
non le pò. = deriv. da danzare. danzóso, agg. ant
danzóso, agg. ant. accompagnato da danze (una festa).
la danzosa festa. = deriv. da danzare. dapale, agg. letter
= voce dotta, lat. dapàlis, da daps dapis * cibo, vivanda '
, ii-71: tu stato / diverso avei da bacche e coribanti, / perché 'l
, che novo pregio / acqui- steran da lei. pindemonte, 1-195: ma scorta
. pindemonte, 1-195: ma scorta ancella da bel vaso d'oro / purissim'onda
dotta, lat. dapifer, comp. da daps dapis 'cibo, vivande '
vivande 'e dal sufi, -per, da fero 'porto '. dapòco e
. dappoi e dappoiché. dappertutto { da per tutto, dapertutto, da pertutto
dappertutto { da per tutto, dapertutto, da pertutto), aw. in ogni
, come richiedea la necessità di portarla da pertutto. rolli, 537: a soave
dappertutto la falce ruinosa. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
(582): il rovo era da per tutto]. leopardi, i-469:
a prendere tutte le positure, s'introduce da per tutto, si maneggia facilmente.
la carrozza dei fersa con la propria da per tutto. deledda, iv-514:
(anche dappiède, dappièdi, dapiè, da piè). prep. e locuz
un fiume chiamato erimanto... da piè d'un monte per una rottura di
, non risorge più. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
e i brevi detti di messer ridolfo da camerino la passata novella mi reduce a
. rinaldo degli albizzi, iii-33: da firenze scrissi alla vostra signoria per baldinaccio
porli; ma lui, che soleva dormire da capo, lo puosono dappiè.
dappiè palmi cinque, once sei, e da capo palmi quattro, once nove
dappiedi del lettuccio con la persona piegata da una grande stanchezza. dappióso,
le anguille. dappiù { da più), locuz. avverb. (
, 10-75: a quel tempo era il da più, e il maggiore cittadino di
passata [novella], per ciò che da più furono coloro a'quali ciò che
noi. sacchetti, 153-2: fu il da più uomo di corte che fosse già
anche uccidervi; perché una fata è da più d'un uomo. alvaro, 14-23
, xxi-1-63: la gelosia non vien da altro che da dappocaggine. castiglione,
: la gelosia non vien da altro che da dappocaggine. castiglione, 467: quello
più sicuramente vince senza dubbio è più da lodare, pur che questa vittoria così
apparecchio usato per liberare liquidi o gas da sostanze nocive. carena, 2-334:
che v'entra dentro, tenutovi sospeso da ima fune, con girella e contrappeso.
, sf. il depurare, il separare da sostanze estranee, eliminando quelle nocive;
che non sia naturalmente tale, eliminando da essa ogni sostanza nociva o capace di
un metallo è la depurazione di esso da ogni altro metallo o materia straniera. p
di persone (sgradite, disadatte) da uffici, associazioni, corpi speciali; eliminazione
d'indaco. = deverb. da depurare. deputare (ant.
tenergli compagnia e fargli onore. francesco da barberino, 14: e s'alcun cavaliere
, 467: in questi dì vennono da pisa molti pisani, in numero di
, e non a mercede. giovanni da samminiaio [petrarca], i-96: fu
e tra le bestie deputato. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar
del cuore. = deriv. da deputato, sul modello di prelatizio, ecc
igualmente si danno le legna ed altre cose da mangiare. fra giordano, 113:
alla nostra custodia, si sono dilungati da me. p. f. giambullari,
d'uomini giudicati capaci dai cittadini e da loro deputati a ciò, potevano i
lui mi fece parlare con e'deputati da questi priori sopra la canova. guicciardini,
costume che insieme con alcuni omini deputati da quella vicaria, il commissario faceva la
questo si vedesse per giustizia dai giudici deputati da sé come da suo superiore. varchi
giustizia dai giudici deputati da sé come da suo superiore. varchi, 18-1-300: erano
aragona, primogenito di re federico e da lui diputato capitano di quella armata,
diputato capitano di quella armata, partito da sicilia, accompagnato dai più gran baroni
o per iscritto, ad alcuni giudici deputati da esso collegio. -iscritto
tempio. palladio volgar., 1-18: da ogni lato della scaletta abbiano li canali
alla sua donna per suo cavalcare. andrea da barberino, 199: quando ella aprì
uomo, potrebbono aver ottenuto questo splendore da investigare e comprendere il ladro inimico e
dieci. equicola, 213: il gusto da aristotele è fatto terrigno, da alcuni
gusto da aristotele è fatto terrigno, da alcuni acquoso, causato da corpulento
fatto terrigno, da alcuni acquoso, causato da corpulento umore. si distende circa
santificazione e sacra, molto più è da creder che questa tal santificazione e sacra
diputate al servigio di dio. zanobi da strada [s. gregorio magno volgar
, e tolsela per mogliere. benvenuto da imola volgar., ii-391: altri dicono
questa volta m'avreste perdonato di farla da deputato dell'assemblea eccedendo i miei poteri
pubblico parlamento un certo numero di deputati da scegliersi di ogni classe, compresa quella
e tutti i governi debbono esser formati da donne. bocchelli, 6-478: radicale
, se per ovviare alle piene fusse da voltare altrove i fiumi e'laghi onde egli
... un deputato, che da posto eminente, con innanzi aperto il
ispecial commissione è mandato dal principe o da un corpo di persone a trattare qualche
vasari, ii-250: perché egli visse sempre da uomo dabbene e costumatamente, i deputati
: a pena avea la vigilante aurora / da l'ostel di titon fuor messo il
venire in deputazione: essere mandato (da solo o più spesso con altri)
, i-296: in questo punto ricevo da parma la medaglia d'oro, che
assegnamento, delegazione ', deriv. da deputare 'giudicare, valutare'; cfr
dotta, lat. diràdere, comp. da di-'da'e ràdere 'radere '
de marchi, i-1002: e fu accolto da un vivo applauso. -hai fatto
fr. déraillement (e dérailement): da dérailler * deragliare'; la voce si
non occorrerebbe segnare questa voce, che da sé fa sentire che non è né
ragliare 'per lo mezzo! intanto da quel giorno che un ministro italiano, in
(nel 1842), deriv. da rad * rotaia '(nel 1817)
= » adattamento del fr. dératiser, da rat * topo '(cfr.
]: 'derencefalo *, nome dato da geoffroy- st. -hilaire ai mostri che
diventiamo e non siamo derelitti. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar.
derelitto. cicerchia, 1-175: iesù da ogni amico è derelitto. alberti, i-12
affezione, che appena sarebbe potuta venire da un lungo vivere insieme. cattaneo,
cieco, 6-35: veggendosi agismandro derelitto / da l'esercito suo, più non contende
ii-230: a que'nobili, derelitti da quella protezione del signore loro, alla
ancorché rigoroso espediente. tesauro, 3-658: da tutti al fin derelitto, fuorché da
da tutti al fin derelitto, fuorché da te solo, ricoverasti nella patria città
la mia musa si duole / spesso da me chiamata, or derelitta / accusar
volenteroso difenditore. garzoni, 4-27: da un'altra cosa è fomentata l'ignoranza
abbandonata. bibbia volgar., vi-406: da lungi manderà gli uomini il signore,
leggi. 3. che nasce da un animo solitario, chiuso in sé
, lat. dérelictió -snis, deriv. da dèrelictus, part. pass,
derequisire ', dichiarare ufficialmente libero da requisizione. = comp. da
da requisizione. = comp. da de-con valore privativo e requisire (v.
stati requisiti. = deriv. da deriquisire. deretanaménte (diretanaménte)
avv. ant. ultimamente, da poco tempo. m. villani
, 4-16 (ii-744): vinta da la soverchia còlerà, straziò in più
diraggio mio parere alla 'ncomenza. bartolomeo da s. c., 13-2-9: a
non certa; però ogni dì è da aspettare come fosse il diretano. libro di
, e la magnifica gratitudine di tito da tutti parimente era stata commendata mólto,
, ma ella sola la compie. andrea da barberino, 1-20: ripassarono il fiume
, e dammi parole e denari. erasmo da valvasone, 1-6-115: ma poi che
e stupida colei, / quando da ognun si sa che è dilicata / cura
cucina non v'era quasi nulla, da potergli preparare nemmeno un uovo. lo stentoreo
, ii-23: vestiva una giacca nera da notaio con i risvolti di seta,
ma i calzoni erano chiari e tutti sottesi da un deretano enorme che gli sporgeva goffamente
. avv. per ultimo. bartolomeo da s. c., 7-3-7: ama
che spesso non venga deriso come stolido da quei che giacciono nell'ignoranza. zeno
borghesi ove frequentava, le forme esterne da signorina, le quali in quella casa
fondo. bocchelli, i-69: fa scendere da quell'inutile zoccolo colei che la tua
. guicciardini, 159: quelli effetti che da voi piagnoni sono del frate vostro reputati
manco un suffraganeo. la qual cosa fu da buona parte derisa, come che quel
. b. croce, i-1-141: è da fatui spregiare e deridere chi ricostituisce un
tengono odio contra il prossimo, e da dio domandano perdono. l. guicciardini,
ii-164: se dunque non ci è tempo da ridere, molto meno ci ha da
da ridere, molto meno ci ha da deridere e da fare beffe d'altrui.
molto meno ci ha da deridere e da fare beffe d'altrui. donato degli
; e ella era vestita / curta da chi a le natiche, / d'una
nostro signore. = deriv. da deriso. derisìbile, agg. ant
. magalotti, 20- 115: da vicino le prime [virtù] paiono derisibili
visitato più per derisione che per amore da uno nostro notaro bolognese de bona famiglia
alcuna derisione ria, cioè quando viene da leggerezza di mente, e di lingua in
siamo risi e burlati dell'esperienza prodotta da aristotile, è falsissimo, non essendo
nostra promessa patria. s. caterina da siena, iv-4: l'anima gode e
8-967: lucio sentì colpirsi con violenza da quell'atroce derisione, e sorrise amaramente
, 5-424: netta la città (da lontano appariva tale) linee precise, col
possa governare! questi cotali sono da venire in derisione di genti. bettinelli
... gli amici e i conoscenti da tutti i lati in fuga, e
lat. tardo dèrìsiò -ònis, deriv. da dè risus, part.
mante ', e trattando simili opere da mostri composti di parti eterogenee.
7-i-150: gli dei, sempre derisi / da quei, mostraron poi le forze loro
e forte pastorello, amato / tanto da me, quant'io da te derisa?
amato / tanto da me, quant'io da te derisa? magalotti, 1-235:
non un sofista niente meno di quelli da lui derisi? giusti, 2-224: a
sanno. mameli, viii-326: noi siamo da secoli / calpesti, derisi, /
, deriso, scacciato come un cane, da me, da me vuoi aiuto.
scacciato come un cane, da me, da me vuoi aiuto. 2
strascinati a'vizi, ignoranti e derisi da chiunque non crede. carducci, iii-6-124:
generale e falso de'suoi antecessori, da lui altrove, non che riprovati, derisi
ma lui, benché gobbo e deriso da tutti, non aveva bisogno di compagnia
costanzo, 1-51: ma re carlo tornato da guascogna in provenza, glorioso per l'
vigliosa equità, perché subitamente variando, spinse da un lato all'altro la densa polvere
, onde deriva « ridicolo », nasce da una diformità sì, ma fatta non
sentenza. carducci, iii-10-67: onesto da bologna metteva assai argutamente in deriso questa
, beffeggia- tore ', deriv. da dèrisus, part. pass, di deridere
tutto trento. = comp. da derisorio. derisòrio, agg.
; beffardo, canzonatorio. zanobi da strato [s. gregorio magno volgar.
comici; e il sentimento eccitato da questi è stato o gaio, o derisorio
derisorio, irrisorio ', deriv. da dèrisus, part. pass, di dèridère
/ le nostre vecchie fate morgane film da provincia. montale, 1-91: giravano al
cecchino, ci sarebbe una bella deriva da pigliarsi con qualche biglietto da mille.
bella deriva da pigliarsi con qualche biglietto da mille. 3. geogr.
marine, lente e superficiali, causate da venti che spirano sempre nella medesima direzione
sull'acqua silenziosa trasportato alla deriva da una im barcazione leggera.
. dèrivabllis (calcidio), deriv. da derivare 'derivare, condurre '.
sm. ant. derivazione. busone da gubbio, 21: ma conviene che la
materia di che parlare si vuole dipenda da quella con che s'argomenta ò per
o per essempro. = deriv. da derivare1. derivante (part. pres
.. e seco rivolgendo la dolce armonia da contrari corsi, tra sé non discordanti
ad un tempo e tutti i piaceri derivanti da tali beni. salvini, 39-i-9:
si fosse messa un'altra miscela derivante da un trattamento del carbon fossile col vapore
: un figliolo tanto ombroso e timido da non avere confidenza col proprio padre. anzi
. sono le logge del palazzo ducale da cui si contempla il lago d'acque stagnanti
progressi suoi. = deriv. da derivare1. derivare1 (ant.
e riversa / per un fossato che da lei deriva. idem, par.,
che girava intorno a quello, / da la qual poscia un laghetto deriva / giuso
che 'l seme si derivi e abbia origine da tutte le membra si può comprendere dalla
l'erba, o la concia, deriva da tal provincia, ch'è una parte
rendita del monte derivava per lo più da risarcimenti con difficili prove avverati e spesso
prove avverati e spesso iniquamente mutilati e da altri buoni titoli. 2. per
ella in ciò andasse errata e che da tutt'altra origine che d'allegrezza, cioè
tutt'altra origine che d'allegrezza, cioè da confusione e rimordimento di coscienza, si
tedaldi, vi-n-283 (27-5): da lui [dal gioco] diriva ciascuna
furon già queste preghiere / che derivàr da giusto umil desio. delfino, 1-153
con l'istessa congiuntura / ciò che da simil arte si deriva, / cioè
e facili ad eseguirsi. derivano tutte da un principio chiaro di non ammettere per
217: è un concetto che deriva da quello di giustizia; e non già,
già, come in altri casi, da lontano. leopardi, 27-64: fin la
villa, ignaro / d'ogni virtù che da saper deriva, / fin la donzella
d'essere piccoli rimasi sanza padre. e da questo primo derivò il secondo. leonardo
cagione d'essa congelazione diri vare spesse volte da troppo foco e ancora da legne mal
spesse volte da troppo foco e ancora da legne mal secche. ariosto, 36-44:
parole bruttissimi, disonestissimi, abominevolissimi, da cui gli odii derivono, di cui escano
appressarsi e nel dilungarsi del sole: percioché da questa cagione derivano la varietà de le
forse alla cina altro bene che sia da paragonarsi coll'utile del commercio. redi
delle mie lettere; la quale deriva da mancanza di materia, ed è comune
trarre le proprie origini, provenire (da una famiglia, da un casato, da
, provenire (da una famiglia, da un casato, da una stirpe,
da una famiglia, da un casato, da una stirpe, ecc.).
deriviamo. marino, 1-108: deriva da te l'origin mia. davila, 11
l'origin mia. davila, 11: da filippo è derivata la stirpe dei primogeniti
, lieti e gloriosi per le famiglie che da nicola pisano derivarono. leopardi, 427
: dal parlare di s. benedetto da filadelfia si potrà discendere alla schiavitù dei
negri, alla pazza opinione che derivassero da cam... ed alla loro
retaggio, onde derivò quello nome. busone da gubbio, 190: a memoria di
acque..., che sgorgano da una fonte viva, naturai effetto del contrappeso
nostro tricolore. comisso, 5-275: da bambino giuocava a fare l'agricoltore,
le regie voglie: / dove 'l cammino da principio prende, / s'alcun non
10. per estens. portare da un luogo a un altro; trasferire
patini, 511: quanto lungi è da noi l'inclita donna / che, progenie
deve per se stessa... derivare da tutti questi capi infiniti ed efficacissimi conforti
intelligenza e chiarezza della verità, derivi da più alto principio il mio ragionamento.
i-831: non meno felicemente derivò ennio da omero formule poetiche. d'annunzio,
dall'istinto di socievolezza e l'altra da quello di conservazione, e cercò di definire
(cose o persone) come discendenti da una determinata origine. garzoni, 1-368
. far provenire, formare (un vocabolo da un altro). g.
che è nome possessivo che si deriva da questo nome * dominus ', secondo che
pongono con nuovo sentimento, o ancora da altre lingue ne pigliano, per fare
intese, o perché essi le dirivano da alcuna usata, o perché la catena delle
fanno, non possa dedursi e derivarsi da una qualche voce d'alcuna lingua. carletti
nome [bazzàr]... chi da una e chi da un'altra lingua
... chi da una e chi da un'altra lingua diversamente il deriva.
, lat. derivare 1 trarre l'acqua da un ruscello ', comp. da
da un ruscello ', comp. da de-che indica allontanamento e rivus * ruscello
rapporto fra la differenza dei valori assunti da una funzione per due valori della variabile
dirivativo), agg. che deriva da altro; che si è formato per derivazione
e dirivativa fia maggiore a essere causata da lume di candela, che quello dell'
98: que'[nomi] che vengono da cose, si dicon primi o primitivi
dicon primi o primitivi; que'che vengon da voci, s'ap- pellan derivati o
tenerezza dei suoi modi, è lontano da restare un artista subordinato e derivativo.
deriva, dedotto ', deriv. da derivare 4 trarre l'acqua da un ruscello
deriv. da derivare 4 trarre l'acqua da un ruscello cfr. fr. derivali
canale largo cinquanta piedi, nel quale abbia da scorrere l'acqua derivata alta dieci piedi
bocciuoli. -per estens. che proviene da, che giunge da (una persona
estens. che proviene da, che giunge da (una persona, la luce,
sole, la quale è una, da uno fonte derivata, diversamente da le
una, da uno fonte derivata, diversamente da le corpora essere ricevuta.
figur. che trae principio, che procede da qualche cosa; dedotto (una dottrina
.). passavanti, 131: da questo peccato della viziata natura, dal
animo prossime e derivate dalla allegrezza o da! dolore, due capi e fonti principali
ma la bruttezza è straniera e derivata da la contazione del corpo. leopardi,
poesia di omero quale emana in gran parte da quelli che un antico avrebbe chiamato difetti
lieti pensieri mi presero, magari derivati da quelli dei tubanti innamorati; ma non
, che discende, che proviene (da una famiglia, da un casato, da
che proviene (da una famiglia, da un casato, da una stirpe,
da una famiglia, da un casato, da una stirpe, ecc.).
e derivato, come 10 credo, da li vostri di fiorenza. tasso, n-ii-176
d'intendere alcuna cosa de'signori derivati da la grezia? 5. figur.
lanzi, 1-1-255: avviene ancora che da un nome gentilizio o altro derivato,
. carducci, ii-7-176: 'afferrare'vuoisi derivato da un radicale greco che porta un r
. 7. sm. sostanza ricavata da un'altra mediante trasformazione chimica.
quelle elaborate, teoricamente e praticamente, da codeste scuole e da codesti artisti.
e praticamente, da codeste scuole e da codesti artisti. 9.
9. ling. parola ricavata da una forma preesistente. leopardi, i-395
preesistente. leopardi, i-395: e da omero non si trova, cred'io,
idraul. dispositivo che serve a ricavare da un corso d'acqua naturale o da un
da un corso d'acqua naturale o da un lago una portata, più o
o chiuse. = deriv. da derivarex. derivazióne1, sf. il
bembo, 5-11: dovesse esser franco da tutte le gravezze per uno anno,
aria interposta infra l'occhio e gli obietti da esso occhio veduti. manzoni, 115
di scienza, dimostrando la sua derivazione da una legge evidente e illimitatamente applicabile,
concetto marxista della derivazione dei rapporti politici da fenomeni di natura economica va inteso e
la rivista nord e sud è redatta da studiosi di derivazione crociana. 5
5. discendenza, origine (da una famiglia, da una stirpe,
discendenza, origine (da una famiglia, da una stirpe, ecc.).
un nuovo tema o una nuova parola da una radice o da un vocabolo preesistente
una nuova parola da una radice o da un vocabolo preesistente. b. cavalcanti
pigliare una parola della medesima lingua e da quella per derivazione formarne un'altra.
uficio: perché ogni participio deriva da qualche verbo. cesarotti, i-34:
intrinseco quei vocaboli che nella loro derivazione da un altro contengono una specie di definizione
complesso delle opere che permettono di ricavare da un corso d'acqua naturale e da
da un corso d'acqua naturale e da un lago una portata per costituire un
su un atto di concessione) di sottrarre da un corso d'acqua pubblica una determinata
per le necessità del proprio fondo, da un corso d'acqua privata appartenente a
-onis (cicerone), deriv. da derivare 4 derivare, condurre '.
dell'arma. = deriv. da derivare2-, cfr. fr. dérivalion 'deviazione'
della vera medicina. = deverb. da derivare1. derivòmetro, sm.
di deriva. = comp. da deriva e dal gr. piérpov 4 misura
gli organi del tatto (ed è costituita da tessuto connettivo, da fibre elastiche,
ed è costituita da tessuto connettivo, da fibre elastiche, da fibre muscolari lisce
tessuto connettivo, da fibre elastiche, da fibre muscolari lisce, da adipe,
elastiche, da fibre muscolari lisce, da adipe, da vasi e da termi-
fibre muscolari lisce, da adipe, da vasi e da termi- nazioni nervose)
lisce, da adipe, da vasi e da termi- nazioni nervose). - per
larghe placche unite fra loro in modo da formare una rigida corazza (echini)
) oppure articolate e mobili in modo da rendere possibili movimenti più o meno
, freddo, radiazioni solari; eruzioni da medicamenti, ecc.). -dermatite
mano con una chiazza arrossata e coperta da epidermide macerata, biancastra. -dermatite contusiforme
durata (mesi e anni) caratterizzata da un'eruzione polimorfa, da fenomeni dolorosi
) caratterizzata da un'eruzione polimorfa, da fenomeni dolorosi quasi costanti e da una
, da fenomeni dolorosi quasi costanti e da una serie indefinita di esacerbazioni o di
un bell'azzurro acciaio; la larva vive da parassita sottocutaneo entro la pelle di vari
fibròma -atis 'tumore ', deriv. da fibra 'filamento '.
. dermatomicosi. = deriv. da dermatòfita. dermatofobìa, sf.
im pronta della cute ricavata da parti diverse e particolarmente dalla regione anteriore
e vpàpipia -axoc * disegno ', da ypdcpio 'scrivo '. dermatòide1,
'simile a pelle ', comp. da séppia -axoc * pelle 'e dal
= voce dotta intemaz., da dermatologia; cfr. fr. dermatolo
della cute, piuttosto raro, caratterizzato da nodetti generalmente numerosi e dolenti, formati
nodetti generalmente numerosi e dolenti, formati da fibre muscolari lisce a rete o
. parte di mesoderma parietale del somite da cui deriva, durante lo sviluppo della
xóptoc 'pezzo, ritaglio ', da xépivto 'taglio '. dermato neuròsi
e (baff) * screpolatura ', da éfjyvupu 'rompo'; cfr. fr.
e (bi)!; ic, da (bf) yvupu * rompo '.
, sf. medie. malattia caratterizzata da un ispessimento sclerotico della cute con alterazioni
e xopirj 4 taglio, incisione *, da xépivto 4 taglio '. dermatòtteri
e 4 dermàtteri ', nome dato da de geer ad una classe d'insetti,
e del cuoio ', deriv. da séppia -aro? 4 pelle '; cfr
dermide '. = deriv. da derma. la voce è già registr.
, non saldate con lo scudo, formato da numerose piastrine poligonali, ricoperto di pelle
an- trachinone. = deriv. da dermòcibe, col sull. -ina.
'e ypcccpri 4 disegno '(da ypdccpcù 4 scrivo '). dermo
, sf. surrogato del cuoio costituito da un supporto fatto di tessuto o di feltro
. ypacpf) 4 descrizione '(da ypàcp io 4 scrivo ').
applicabilità di una data norma, apportata da un'altra norma di portata più limitata
2. inosservanza di quanto è stabilito da una consuetudine, da un accordo,
quanto è stabilito da una consuetudine, da un accordo, da una disposizione,
una consuetudine, da un accordo, da una disposizione, ecc. bocchelli
autorizzazione legislativa. = deverb. da derogare; voce registr. dal d'alberti
1-1-406: una decima... da pagarsi in danaro a ragione delle semente
o illegittimamente, a quanto è stabilito da un accordo, da una consuetudine,
quanto è stabilito da un accordo, da una consuetudine, da una disposizione, dalla
un accordo, da una consuetudine, da una disposizione, dalla giustizia, ecc
e alla sua scuola, può bene astenersi da siffatto incarico. pisacane, ii-183:
di battaglia costante, federico derogò sovente da questo principio. svevo, 1-367:
. machiavelli, 11-3-16: essendomi tirato da parte con niccolò ed ugolino gli ricordai
di volterra, e di samminiato fu da loro offesa, e dirogata la franchigia
l'applicazione, revocare ': comp. da de-con valore di allontanamento e rogare *
. dèrogàtivus (carisio), deriv. da derogare * annullare '; voce registr
abrogato (una legge o le disposizioni da essa derivanti); abolito, privato
-óris (tertulliano), deriv. da derogare * annullare '. derogatòrio
la sua disposizione non s'intendesse rivocata da un nuovo testamento, se questo non
nuovo testamento, se questo non incominciasse da certe parole 0 non le contenesse verso
. derogàtórius (giuliano), deriv. da derogare 1 annullare '. derogazióne
e del cardinale aldobrandino,... da ieri notte in qua sono in castel
, lat. dèrogàtió -ónis, deriv. da derogare (cfr. derogare).
* taglio, incisione * (da répvco 'taglio '). derrata
, ecc.). paolo da ccrtaldo, 142: non comperare tutte le
s. bargagli, 29: da certi era ne'pignatti a guisa di
sì esmesurata en suo dominato. francesco da barberino, 203: vendi le cose ma
basta studiare me ed ingegnarmi di cavare da questo studio utili ammaestramenti. io spero
. - anche al figur. uguccione da lodi, v-150-97: mai d'una cosa
hoe spesse volte vergogna. s. bernardino da siena, 889: ne le
città quando le mercanzie vi so'condotte da coloro che le conducono, eglino non vogliono
simigliantemente di quelli che getta le pietre da alti, sì grida: fuggi, fuggi
il denar, ricever la derrata. felice da massa, xliii- 245: e
i-594): tutte le donne poi da partito la temevano come il fuoco di
fu somma carestia, così de'panni da vestire di lana, di lino e di
assai buona derrata: che pur cadendo da così altissimo a rompicollo non si rompesse
caro, 12-ii-235: con la lettera che da v. s. m'è stata
9-28-2-45: ma questo non è argomento da toccarsi così alla leggiere: e troppo
a sua volta ingannato. francesco da barberino, 363: alcuna volta è degna
giunta alla derrata, che improvvisamente, da un momento all'altro, egli si vedeva
: « secondo i più, viene da denaio o denaro, quasi denaiata o denarata
figliuoli. = deverb. da derubare. derubaménto (dirubaménto),
che dapoi che il vero baldoini partì da queste contrade e navigò in levante,
, a poco a poco, in modo da non dare nell'occhio e da
da non dare nell'occhio e da non destare sospetti, 0 alla sottrazione
nebbia scialba e lattiginosa, -son ricco da un'ora, e già mi trovo
, e no solo i palagi. bartolomeo da s. c., 26:
espugnarono e tutta senza pietà dirubarono. da porto, 1-199: quivi alcun dì
di stefano, 9-40: e quela pianamente da lei dirobava; / e lui medemo
i paesetti di campagna invasi e derubati da malfattori. e. cecchi,
sorta. eppure visitavano delfo già guasta da saccheggi ed incendi; manomessa da siila
guasta da saccheggi ed incendi; manomessa da siila, derubata di centinaia di statue
siila, derubata di centinaia di statue da nerone. 4. letter. disus
. disus. rubato. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
- derubatori. = deriv. da derubare. deruralizzazióne, sf. neol
effetto dell'urbanesimo. = deriv. da rurale (v.), col pref
..; e è nome usurpato da quelli che, fra i maomettani,
. deaminasi. = comp. da des- (forma eufonica del pref. de-con
. deaminazione. = comp. da des- (forma eufonica del pref. de-con
dei beccai. = deriv. da desco. deschétto, sm.
. -in partic.: il tavolino da lavoro degli artigiani (soprattutto quello dei
, overo altro aconcio a giuoco o da giuocare, fare comandamento a quello cotale che
. bartoli, 18-1-68: ciascuno mangia da sé al suo proprio deschetto, alto poco
, coperto di seta. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
: c'era un banco di falegname da un lato e un deschetto forse da ebanista
falegname da un lato e un deschetto forse da ebanista 0 da intagliatore in mezzo alla
e un deschetto forse da ebanista 0 da intagliatore in mezzo alla stanza. 2
con un deschetto. allegri, 257: da seder mi detton tra le mani /
di fare all'altalena. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
dissipuli vegando lo pericolo loro, andaron da elio e dessidalo. idem, 52:
bentivegna a desco che desinavano. andrea da barberino, i-99: fu apparecchiata loro
sul desco della povertà. -desco da parto: vassoio di legno (spesso
rabescava uno stemma, decorava un desco da parto, uno scudo. 2.
su cui siano messi scompostamente alcuni piatti da sbocconcellare qualche cosa, senza che vi
né si curano essere veduti e biasimati da molti. nardi, ii-170: cadde
olmo e di noce preparano i deschi da tagliarvi sopra la carne. caporali,
giovane, 9-199: alla carne / da esporsi al taglio / ho fatto porre 'l
mise in cima una brocca ovvero mezzina da acqua. p. del rosso, 84
significa una panchetta co'piedi, perché da principio era di forma tonda, dalla
anche di chi riscuote danari o provvisione da banco o luogo pubblico: 'egli
al desco. -far desco: fare da mangiare. a. f. doni
, pare un anticipo del gusto che da siena trasferì a firenze il ghiberti.
un'isola deserta dell'oceano, popolata da spiriti obbedienti a un mago. serra,
: che rozza cosa diventan codeste scipitaggini da musica descrittiva del povero des esseintes accanto
mediante figure piane, in modo che da queste si possano dedurre le proprietà di
dotta, lat. dèscriptivus, deriv. da discriptus, part. pass, di
, un racconto). francesco da barberino, 253: la qual iustizia,
, 281: venuto qui, mandato da plutone, / per lucidarvi un amoroso caso
, / per lucidarvi un amoroso caso / da me descritto quando fui garzone. collenuccio
e d'amore, descritta molto piacevolmente da apuleio nel suo « asin d'oro »
mutazioni fatte in altre comete e descritte da altri autori, pensa pur di confermare
, eterna, / non mai descritta da mortale inchiostro, / aura dolce,
del terreno amore, provati pur troppo da chi non sa guardarsene, e descritti in
gli recai dalla segreta / stanza piegate le da te descritte / vesti leggiadre. manzoni
, ii-228: quel mercato è alimentato da una compagnia di mercanti descritti in un
verri, ii-372: obbligò in un cerchio da lui descritto nell'arena il re della
simil. compiuto (un determinato movimento da un corpo in moto). galileo
dotta, lat. tardo dèscriptor -oris, da dèscrifitus, part. pass, di
xxiv-1044: il sonetto... ha da essere sostenuto, unito, conseguente.
risentissi 'l petrarca. = deriv. da descrivere. descrivènte (part. pres
/., 32-8: non è impresa da pigliare a gabbo / descriver fondo a
a tutto l'universo, / né da lingua che chiami mamma o babbo. cavalca
con le fiamme, cert'altre figure da non potersi descrivere, che volevan dire anime
l'immensità degli applausi che si levavano da un chilometro quadrato di pubblico. bocchelli
ancora quando non possa avvicinarsi al luogo da descriversi. magalotti, 7-16: il
). - anche assol. già da lontano; e sembrava gli descrivesse tutt'ingiro
balzi, una ghirlanda. francesco da barberino, 79: qui d'altre regole
, per la quale, dopo essere nato da un con istil soave e piano
addetti alla ferma. battaglia fatta da teseo con ipolita, reina dell'amazzone,
trascrivere. -anche al figur. venuto da imola volgar., i-12: ma delle
e 'n cor describo, / per che da meglio dimostrare tito livio, quando discrive
di unguento dell'impiccato. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
, nella stessa maniera, la cosa da mettere in carta. [ediz. 1827
gli espone nello stesso modo i concetti da descriversi]. 6. disus
tutti d'un volere per la impresa, da spignerli avanti ogni volta che 'l re
. giannotti, 2-1-244: altri non saria da lasciare indietro, acciò che col tempo
= adattamento dotto del lat. dèscribère, da scribère * scrivere '.
tal lingua. = deriv. da descrivere. descrizióne, sf.
i caratteri accidentali, che la distinguono da un'altra (e differisce dalla definizione
dichiara l'essenza). guido da pisa, 1-373: detto questo accogli la
tasso, 12-685: né si dipartì da questa imitazione il poliziano, il quale ne
tutto il fatto deh'arme. benvenuto da imola volgar., i-9: sigillatamente
l'italia, coll'aiuto di lei conquistò da poi il p. r. le
5. figur. movimento (compiuto da un corpo in moto).
. cicerone volgar., 1-237: da che tutte le stelle saranno ritornate a
subito scriverai una brevissima descrizioncina del codice da te prescelto. = voce dotta
dal lat. dèscriptio -ónis, deriv. da dèscriptus, part. pass, di
ant. sconvenire, disdire. francesco da barberino, i-340: la seconda desdece /
, deriv. dal lat. dèdecère, da decere 'convenire ', con cambio
voi, religione. = comp. da de-che indica allontanamento e seguire (v
. = voce dotta, comp. da de-con valore privativo e sensibilizzare (v
immagine latente. = deriv. da desensibilizzare. desensibilizzazióne, sf. fotogr
del rispettivo antigeno. = deriv. da desensibilizzare. desequestro, v. dissequestro
servizio di un pranzo (costituito da formaggio, frutta, dolci, ecc
piovute dal cielo, disseminate in ogni dove da una volontà maligna e funesta, sotto
. = voce dotta, comp. da deserto e dal lat. -cola, da
da deserto e dal lat. -cola, da colere 1 coltivare '. desèrto1
non percorso (o raramente percorso) da passanti, da veicoli (un centro
(o raramente percorso) da passanti, da veicoli (un centro abitato, una
una rovina, una deserta chiesa, / da cui te, solitario, odo cantare
, in là deserta, / chiusa da un muricciolo. corazzini, 3-47:
mente guarda / le terre a te da presso / che son diserte, e perché
da'pastori, trovarmi in una solitudine da me mai più non veduta, tra
diserto, / ché cinto si vedea da tutti i lati, / volge a bertoldo
è un braccio / senza numeri abitato da piante e da pietre. -arido
/ senza numeri abitato da piante e da pietre. -arido, spassionato;
di trovare la sua vecchiarella sull'uscio deserto da sei mesi. d'annunzio, 1-641
è un trono vacuo, deserto / da tempo immemorabile, fatale: / ove
ogni persona accorta, / bench'inetta da sé, grossa e deserta.
hanno, probabilmente è una derivazione da 'appello deserto ', che, secondo
mancò la vivanda, e non trovava niente da mangiare. fazio, i-9-64: qui
, l'oceano è poi, / che da levante a ponente incatena. marco polo
per il quale fa de bisogno portar da bere e da mangiare per sé e per
fa de bisogno portar da bere e da mangiare per sé e per le bestie
, anche con disperazione, sentendosi lontani da ogni umano contatto e conforto).
..., fu in modo oppressato da quelle, che vi perdé, per
serpenti. caro, 7-622: così da bacco e da le furie spinta /
caro, 7-622: così da bacco e da le furie spinta / ne già per
e giuste, / del ben servir da dio n'avean buon merto. folengo,
adacquarla, né potarla, né difenderla da i pruni, che le fanno ombra,
alfieri, 35: or ch'io son da mia donna allontanato, / intero il
in un deserto, e volete lettere da noi, e voi siete a roma,
ai margini di un giardino pubblico che pareva da lontano pressocché un deserto.
dotta, lat. dèservìre, comp. da de-con valore intensivo e servire 'servire
desessualizza un tantino. = comp. da de-con valore privativo e sessuale (v.
moto affettivo. = deriv. da desessualizzare. desfermare, tr.
(sec. xii), comp. da descon valore privativo e jermer * fermare
si'desfigliata. = comp. da des- (che ha il medesimo valore privativo
tutte piacere. = deverb. da desiare. desiàbile (datàbile)
mio ben? = deriv. da desiare. de§iàio, sm.
fare ». = deriv. da desìo, con la terminazione -aio di danaio
ant. eletter. desiderio. paganino da serezano, xxxv-1-117: quando fra dui
salire. più volte fu, nel levarsi da tavola del principe, udito dire,
cantar mostranza. = deriv. da desiare. desiàre { disiare),
. e letter. desiderare. giacomo da lentini, 14-20: s'io non temesse
mai a dottrina non vegnono; credendo da sé sufficientemente essere dottrinati, mai non
nel mio petto, / non so da qual radice, / com'erba suol che
de'miei pensier fidate scorte, / da che vedove e triste / vestir per duol
tenere '. = deriv. da desìo. desiatina (disus.
russo desjatina * decina ', deriv. da desjat 'dieci '. desiato
/ mentr'io son stato -lontan da la più gente. latini, i-2291:
figliuol, se'stato maledetto / da ogni gente, et a morte condutto.
nella nostra età, sono in tutto libero da quelli desideri che fanno quasi sempre
discopre il desiato suolo, / il saluta da lunge in lieto grido. marino,
, 159: niuna cosa più da natura è desiderabile agli omini né più
] son dannati li magistrati civili, come da chi stima la vita d'uno uomo
la vita d'uno uomo libero esser diversa da quella di chi amministra le cure civili
fatto, come siete voi, è desiderabile da qualunque donna. botta, 5-267:
è desiderabilissima. sbarbaro, 1-16: da quando posso parlare, la mia vita
base di tutti. sì che, quanto da la punta ver la base più si
forma eletta e le ricchezze fanno desiderabile da tutti. = lat. dèsideràbilis,
= lat. dèsideràbilis, deriv. da desiderare 1 desiderare '. desiderabilità,
coll'acqua. = deriv. da desiderabile. desideraménto, sm.
suo animo. = deriv. da desiderare. desiderante (part.
, desideroso, bramoso. francesco da barberino, 18: sanza dubio, per
desiderantìssimo della salute dell'anime. bianco da siena, 35: per grazia
, quell'altra parte che è mossa da lui, è desiderante ed intelligente.
mazzeo di ricco, 1-12: da poi che per la mia disideranza /
tua cera. = deriv. da desiderare, con il suffisso astratto in -anza
ordinato nella città nostra, italia liberata da tutti e barbari e liberato el mondo
.. che 'l padre, mosso da l'amore di se stesso, desidera
quali amò come fattura sua, e fu da loro riamato come fattore e conservatore.
con la fiducia che la vendetta sarebbe venuta da sé, peggio di quella che lei
iddio, cresce lo freddo; e da capo le altissime acque sono sparte. lo
e i fiori desiderano d'esser calcate da lei. a. verri, ii-325:
crescenzi volgar., 5-1: è da sapere che certi arbori desiderano e amano
[i meli] che siano creati da piccoli a forma e garbo rotondo con
que'due animi, e faceano una conversazione da non desiderar meglio in sua vita.
queste ottave piene di correzioni posteriori fatte da lui - pure c'è una ispirazione
un dizionario per il ginnasio si desiderava da tutti. 3. cercare,
. giamboni, 7-102: ancora è da considerare il luogo ove la battaglia si
luoghi stretti e pieni di fosse. bartolomeo da s. c., 28- 1-2
, i-103: nessuna cosa è più da disiderare che amore, con ciò sia cosa
cosa che ogni fattura di bene vegna da quello, e, sanza quello, bene
albergano ne'nostri animi, amati sogliono da ciascuno essere per natu rale
ch'io desidero, ha co'suoi versi da raccogliere in sé tutte le virtù poetiche
sé tutte le virtù poetiche; star lungi da ogni difetto, e recar nello stesso
augurare, auspicare, attendere. francesco da barberino, 4: in ver di voi
: lasciare ad attendere, in modo da eccitare il desiderio di quel che si
quando gl'impresari hanno de'personaggi nuovi da metter in grazia, non si deve lasciarli
io, e non può esser se non da nobile signore posseduto, il quale tra'
: ella seppe indovinare [quell'idee] da sé, ed esporre in modo che
cotal guisa, non ci hanno lasciato nulla da desiderare nella verità del concetto sotto cotali
costellazioni necessarie per trarre gli auspici (da sidus sidèris 'stella'); quindi,
diminutiva e la denominativa, con truppe da non tenersi in leggier conto. -sostant
, che si fa, o che ha da farsi per lo advenire, incerta nientedimeno
= lat. dèsìderàtivus, deriv. da desiderare * desiderare '. desiderato
dall'uomo (per estens., anche da un ente personificato), che si
che a l'abito [delle scienze] da tutti desiderato possano pervenire, e innumerabili
veloce a meraviglia, ed andava in groppa da un cavallo ben addobbato. sarpi,
salute perducessero a'disiderati luoghi. mariano da siena, 128: a dì quattro,
dianzi mossa dal porto ne i liti desiderati da i navicanti. bruno, 3-148:
leopardi, iii-1064: vorrei poterti consolare da vicino, vorrei che questa cosa non
cosa non si opponesse alla congiunzione, da noi tanto meditata e desiderata, dei
/ d'affanni, e stanchi, da paesi stranieri / torniamo in patria, e
di sonno con morte non disiderata. guido da pisa, 2-27: quando il vide
desiderata opera, ma nel trovarla accompagnata da una obbligantissima lettera, e nel ravvisarvi
di pregio e di vittoria. bartolomeo da s. c., 27-2-5: o
e letter. desiderabile. bartolomeo da s. c., 6-1-5: dilettevole
varchi, 18-1-45: lodandosi alcuna volta da noi... il felicissimo e
, importunamente allegando gli stessi canoni fatti da i papi medesimi, mostrare lui in assais-
di pitagora. = deriv. da desiderare. desidèrio (ant.
per portare -lo contrar disidero. bartolomeo da s. c., 11-8-10: più
di ripetere quello che sa. francesco da barberino, ii-148: poveri son color
. carducci, ii-18-82: ma, da poi che ella insiste sì cortesemente spiegando il
quale titolo [di maestro] rifiutato da lui tanto più in lui risplendeva,
lui risplendeva, quanto con maggior disidéro da quegli che men sapevano di lui o
ismisurato desiderio. machiavelli, 212: da questo desiderio di vendetta nasce il sangue
desiderio e amore. s. caterina da siena, iv-268: cresca in voi il
e votare leggi fondamentali, che erano da molti anni nel desiderio e che forse niun
anima. -pio desiderio: cosa difficile da ottenere, speranza vana. imbriani
. imbriani, 3-12: ned aspettarti da me giudizi che dimostrino l'intenzione di
= voce dotta, lat. disiderium, da désideràre * desiderare '. desiderosaménte
brama; appassionatamente. bartolomeo da s. c., 8-3-8: noi
meglio a non averlo ricevuto. busone da gubbio, 47: così acconci,
desiderosissimamente richiesto colà in vienna a conversazione da giovani. beltramelli, iii-216: era tornato
di sopra li altri cieli. busone da gubbio, 46: noi, con voi
verbo incarnato, e senza più ella fu da lui disiderosamente abbracciata. 3
con avidità, con bramosia. bartolomeo da s. c., 11-6-3: poche
di morte finio, perocché desiderosamente consumato da questa sua donna, rendeo lo spirito
sozza e a puzzolente distemperanza. benvenuto da imola volgar., i-314: e tanto
con sollecitudine. lancia, iii-620: da ora innanzi andiamo nella cer- tana morte
essi: che sanza niuna accezione egli è da prosumere gran fermezza, gran sollecitudine e
provvedimento in lui. 5. bernardino da siena, 685: sia disiderosa a lavorare
la tua aita, che in un punto da amore togliendolo, a le desiderose selve
eran chiusi della sua fanciullezza, perché fin da quando passava di lì per mano a
. - anche al figur. bartolomeo da s. c., 33: il
corpo, la quale l'uomo à da natura, della quale nasce la desiderosa
, con disideroso studio di vederlo, da ogni parte vengono in fretta. albertano
di famiglia. = deriv. da desiderare. desìdia, sf.
guardare, tiepiditade e ignavia. giovanni da samminiato [petrarca], i-412:
la ringentiliscono. caro, 9-778: da questo pianto una mestizia, un duolo
popoli. monti, 13-296: nessun fiaccato da desidia fugge / l'affanno marzial.
. desidia 4 poltroneria ', deriv. da dèses -idis * ignavo 'da dèsidère
. da dèses -idis * ignavo 'da dèsidère 4 restare inattivo e senza muoversi
uscir del monasterio. = deriv. da desidia. de§iévole (disiévole),
bembo, 1-98: ora si sente da uno amante il quale, con la
briandosi. = deriv. da desiare. designàbile, agg.
eterno corso e ricorso, in cui da d risorge a, b, c,
). cfr. dieresi. guidotto da bologna, 1-85: ed è un'altra
far cento passi senza esser designati dieci volte da una comare femmina o maschio. bocchelli
-visto che non c'è altre parole da designarla? 4. raffigurare,
difficoltà in cui qui si urta nasce da ciò, che, invece di mirare alle
indicare (un luogo). guido da pisa, 1-288: enea con altra gente
144: chi accusa / il designato da dio? chi l'accusa? bocchelli
: udendomi così parlare la designata, da lei stessa, al suicidio, s'era
, avrai ricevuto quelli fra i libri da te designati nel catalogo guidi che eran
, lat. dèsignàtor -óris, deriv. da designare 1 indicare '.
non, come troppo spesso succede, da un'anticamera o da una cassaforte. bilenchi
spesso succede, da un'anticamera o da una cassaforte. bilenchi, 371
un privato) sceglie il soggetto che da un'altra autorità sarà investito di una
e dissertatori. svevo, 5-377: da noi vecchi con la designazione di salute deve
» è tuttavia così vasta designazione, da potersi disgiungere in esso, come fibre
, 6-195: era fissata, per data da destinarsi colla designazione convenzionale, ventiquattro ore
tutti fuggirono; e piovendo così forte da ogni lato intorno, infra la designazione di
, lat. dèsigndtio -ónis, deriv. da designare * indicare '. desinare1
tu ne sugi 'l lardo. francesco da barberino, 13: la madre, ch'
cane nero, fedele e intelligente, che da lunghi anni divideva con loro il pasto
3. locuz. -camera, stanza da desinare: stanza da pranzo.
-camera, stanza da desinare: stanza da pranzo. albertazzi, 45: già
albertazzi, 45: già raccolti nella camera da desinare, gli altri preti, digiuni
luogo dove ci trovavamo seduti era nel salotto da desinare accanto a una specie di madia
faccia alla finestra aperta. -dar da desinare, a desinare, dar da desinare
-dar da desinare, a desinare, dar da desinare a qualcuno: dar da mangiare
dar da desinare a qualcuno: dar da mangiare, invitare a pranzo, far
quanto un foglio, e due gliene dé da bere, e con certe altre chiachiarette
con certe altre chiachiarette asai bene li dé da desinare. -far da desinare: preparare
bene li dé da desinare. -far da desinare: preparare, cuocere, am-
ch'ella / si risolva di far da desinare, / ella non sa dove
desinare riuscì galantissimo, e fu condito da sì graziosi discorsi ch'io vi giuro che
l'appetito. tommaseo, 1-362: da quel giorno accettò più sovente i desinari
desinare, nel cortiletto cieco che serviva da cucina. cicognani, 6-77: i desinari
castello sino quasi a l'occaso del sole da gioveni e damiselle di quello luoco.
il disnare. giusti, ii-508: io da vent'anni in qua non ho letto
attendere a un banchetto. bartolomeo da s. c., 284: essendo
colla cena e non aveva un soldo da far cantare un cieco, si raccomandava
hanno fame; pei poveri, quand'hanno da mangiare. idem, 286: dopo
una gran desinata. = deriv. da desinare1. de$inatóre, agg.
di chiaravalle. = deriv. da desinare come adattamento del fr. ant.
del fr. ant. disnée (da disner), poi dinée (nel 1483
di questi vocaboli o forestieri o trovati da te o latini? -nelle prime due cantiche
medesma voce. marino, i-70: richiesto da lui del mio parere sopra una sua
désinentia * terminazione ', deriv. da dèsinère 'cessare, terminare '.
suscitato; desiderio. giacomo da lentini, xxxv-1-90: amor è uno desio
: amor è uno desio che ven da core / per abondanza di gran piacimento;
/ che riparava ad ogni pensier rio / da me, per la dolceza che mi
così siete avveduta come vi tegno, da esse potrete comprendere quanti e quali siano
ch'a buon fine porti, / scorger da l'altre, e quanto adorar dio
miei danni in oblio, / lieto sarei da la mia musa accolto. della porta
torso nella sua beltà giovanile, sì da suscitarmi un desìo d'alzarla verso il sole
sì dolcemente e lascivetto vola / or da l'abete al faggio / ed or dal
cimone di ciò si dolesse, non è da domandare. egli pareva che gl'iddii
: si carezzò più volte, e da più parti, l'idea, o si
i cattolici... a operare da reagente chimico per la divisione dei partiti.
, poi vostra benvogliensa mancasseme. francesco da barberino, ii-148: poveri son color c'
» si chiama, / ché sol da corporal desìo è desto. aretino, iii-125
lattee quella sua mobile rossezza, non da vergogna, ma d'amoroso desio cospersa?
, 5-92: a la leggiadra vergine da presso / si fè pur sospirando e
le ingorde mani: / quasi consunto da febbre maligna / per l'immenso desio
a un ideale). giacomo da lentini, 2-19: avendo gran disio,
poco innanzi, e invano ridestata da un secondo annuncio. 8
desio: andare a divertirsi. andrea da barberino, i-270: venuta la mattina bosolino
-cadere in desio: essere colto da desiderio, avere l'intenzione.
, 5-113: per te vederai, come da questi / m'era in disio d'
gran disiore. = deriv. da desio. desiosaménte (disiosamente),
volgar., 31-1 (522): da questo oracolo domandai io sollecitamente molte cose
, a forza ha svelto / il consenso da lui. monti, ii-193: qui
vi vede; / e lo mio cor da ciò non si disvia, / ch'
quella che sì forte la innamora / da farle di ogni immagine obliose / ma van
. - anche al figur. giacomo da lentini, 13-29: or potess'eo,
delle fiere », / disse, « da questa parte te n'andrai »,
voglio io, / se nulla cosa da voler mi resta, / e son,
? 6. che è pervaso da un sentimento vivo di elevazione; attratto
che spesso con tue levi scorte / scioi da me l'alma peregrina e snella /
. -anche al figur. giacomo da lentini, 5-1: la namoranza -disiusa,
piendo oltra onni vostro penserò? bianco da siena, 36: venit'al gaudio
mesteri fa vero valore provare. tommaso da faenza, v-324-17: per natoral ragione amore
si mostra. = deriv. da desio. desipiènte, agg. letter
', * vaneggiare '(comp. da dèe sapère 'aver gusto, discernimento
non accettato dalla lingua e volutoci introdurre da coloro che credono di parere il secento,
= voce dotta, lat. désipientia, da dèsipièns -éntis * in sipiente'
la rasgione. = deriv. da desirare. desirare (disirare),
tr. ant. desiderare. uguccione da lodi, xxv-1-610: molt'è greve peccado
amore non este / disirare, se da l'amor non vene. dante, par
ed in saver cavalcare avenante. francesco da barberino, ii-167: fa spessamente povertà fallire
meriti, perché i loro desiri deviarono da dio. 2. desiderio amoroso,
desiro. marino, 1-108: se deriva da te l'origin mia, / s'a
d'amor languìa, / ottenne unqua da me dolcezza alcuna, / acciò ch'
. guinizelli, iv-32 (14-12): da lo su'amor son assalito / con
iii-190: se quei sentimenti che ho da voi raccolti, sono sinceri, tutto anderà
! ch'io non so staccarmi / da questo ciel beato, / da questo lido
staccarmi / da questo ciel beato, / da questo lido amato, / unico mio
: io non posso gioire / lunge da voi, che siete il mio desire.
del suo dolore / la cagion domandar da la donzella. 10. impulso
provenz. dezire (secolo xii) da denrar \ cfr. fr. elisir (
fr. elisir (sec. xii) da désirer. la forma ital. desiro
disiroso, / riguardando essa, né giammai da lei / partir senza il disiato giugnimento
argomento ». = deriv. da destre. desisténza, sf.
dell'azione stessa. = deriv. da desistere', cfr. ingl. desisterne e
, tralasciare un'azione incominciata; ritirarsi da un'impresa: e quasi sempre
sempre vi è sottintesa la consapevolezza, da parte del soggetto, di essere impari al
una proposizione implicita retti dalla prep. da). cieco, 36-2:
al fine / 10 non voglio desister da l'impresa / ancor ch'io senta
ogni opera perché tutti i vicini desistessino da fare favore a'pisani. sarpi, ii-458
garrito fra noi. folle, desisti / da vana impresa. segneri, ii-47:
, rivolta attentamente all'alto cipresso, da cui usciva quel gemito corrispondente all'intema
[s. v.]: 'desistesi'da opera cominciata già; 'desistesi'però anco
opera cominciata già; 'desistesi'però anco da un proposito, da un pensiero, in
'desistesi'però anco da un proposito, da un pensiero, in quanto era fermo
era fermo. * desistesi 'anco da parole di qualche gravità, e già
acciò esse vi riparino col non desistere da esercitarlo. bratteati, ii-12: rimanendo
continuare o di desistere. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
stare zitti, quando non sentan più grida da ripetere, a finirla, quando manchino
. tasso, i-139: posso dunque desistere da la dimanda, e non provocare chi
, 419: fu chiamato un giorno da un ispettore di polizia, il quale
, una bugia, perché ella desistesse da ogni dubbio e si affidasse, con
: vi prego... di desistere da quel vostro proposito di rimandarmela a casa
in un'ora e mezza sarebbe stato da lei, ma desisteva nell'incertezza di
dotta, lat. dèsistère, comp. da di-e sistère 'fermare, star fermo
legame 'e èxtccoic 'estensione '(da èxxecvto 'di stendo '
ramificata o in gruppi, sono legate da filamenti gelatinosi; lo zigoto dà origine
*; cfr. ingl. desmidiaceous, da desmid (nel 1862).
piante esotiche,... caratterizzato da frutti articolati come gli anelli d'una
8ecrp. óc * legame 'e da batterio (v.). desmocaridini
. 8eop. óc 'legame 'e da cranio (v.).
tropicali, a foglie stipolate, formate da tre o cinque foglioline, con fiori
con cerniera mancante di denti, sostituiti da processi calcarei sottili, quasi foliacei
. costituito (un sistema meccanico) da uno o più capi rigidi vincolati in
(juxóc 4 proprio della corsa '(da 8pó|i. oc 4 corsa ').
. 8eop. óc 4 legame 'e da enzima (v.).
'e (pxóycùoig 4 infiammazione '(da cpxoy ^ cù * infiammo ')
legame 'e dal sufi, -cpópoc (da q>ép . che è caratterizzato, nei tessuti, da speciali aggruppamenti a cellule meristema- tiche 'e ypoccpca 4 scrittura '(da yp&pco 4 scrivo '); voce già desmolasi, sf. biol. enzima da cui dipendono i processi di ossido-riduzione e , contraendosi, determinano il movimento; da un individuo, detto oozoide (che ha simultaneamente un certo numero di gemme, da quaranta a duecentocinquanta secondo la specie. legame 'e 4 rottura '(da fr /) yvutu 4 rompo ') . gruppo di echi- noidi, caratterizzato da simmetria pentaradiataregolare con ambulacri nastriformi, bocca al seopioriiptov 4 prigione '(comp. da ssoixóc 4 legame 'e dal tema di 'e xoixr) 4 resezione '(da téptvo) 4 taglio '); voce ? 2. figur. scoraggiamento determinato da abbandono e solitudine interiore. segneri scuopra convenevolmente. = deriv. da desolare (nel significato veter.). '... ricorda ai puristi troppo da vicino il modo eguale francese desolant. , anima grande, e nondimeno rósa da desolante scetticismo. dossi, 829: che passino per quello i calzati. benvenuto da imola volgar., ii-63: scipione
2-683: così 'l fiero cinghiai, che da tirata / diana offesa a desolar fu
il vento continui a scrosciare, / da palme ad abeti lo strepito / per sempre
autorità degl'imperadori d'occidente, i quali da tributari renderongli feudatari. c. gozzi
fortezze, capidopera di questa scienza, erano da questa scienza medesima desolate, distrutte e
dossi, 534: vengono, accompagnati da legge, non preceduti da amore, con
, accompagnati da legge, non preceduti da amore, con un lungo treno di
, iii-3-210: carlo di angiò desolò da tiranno napoli e sicilia; decollò nel
la compongono, e quelle che traggono da lei sostentamento. ed ecco ricader tosto a
un poco, non che torre affatto da quello afflittissimo regno una sola delle tante
tetro. de sanctis, 7-43: da molto non piove, il campo cristiano
profondamente, accorarsi; lasciarsi prostrare da una sventura, e anche da una semplice
prostrare da una sventura, e anche da una semplice contrarietà. cesarotti
lat. desolare 4 lasciar solo '(da sòlus * solo ').
la parte dell'unghia morta delle bestie da soma nella pianta del piede.
, tormento, per quello intesi da chi lo provò, acerbissimo.
, acerbissimo. = comp. da de-con valore privativo e solum 4 suolo '
rammari carsi '. altro da 4 sconsolatamente ', perché dice non la
patire un'ingiustizia. = deriv. da desolato1. desolato1 (part. pass
lasciò tutto quel paese desolatissimo. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar
solo, per contrade desolate o inondate da vagabondi, da disertori, per foreste orride
contrade desolate o inondate da vagabondi, da disertori, per foreste orride e solitarie
contra esse li lacci. s. bernardino da siena, 463: le vere vedove
, cioè che è tagliato il marito da lei, poi che ella ha perduto il
e ch'io ti lascio / desolata da me'. c. bini, 1-346:
(98): poi che fue partita da questo secolo, rimase tutta la sopradetta
tutta la sopradetta cittade quasi vedova dispogliata da ogni dignitade; onde io, ancora
: era un parco antico e squallido / da molt'anni abbandonato; / desolato /
: un'atmosfera di tristezza pareva esalasse da quella congerie di cose condannate a sdruscir
, 3-141: i tavolini, coperti da tovaglie gialle, azzurre, violette, un
afflitto, sgomento, affranto; tormentato da una sofferenza che deve essere sopportata in
la desolata con uno stringimento di cuore da non potersi dire. aleardi, vi-576:
costretta a passare la gioventù sulla macchina da cucire. d'annunzio, iii-1-948:
notte stava per chiudersi senza un osso da rosicchiare né una cagna disposta a star
angoscioso, di straziante, non disgiunto da un senso di delusione e di sconforto
lo spirito divino perché... dissipasse da quegli infelici lo sconforto e i dubbii
come necessariamente insita al genere umano, da che ebbe perduta, declinando la gioventù del
: che il luccicare dello spirito non venga da qualche freddo lume di verità, da
da qualche freddo lume di verità, da qualche alta e desolata negazione! dossi
, 3-ii-403: son eglino forse malefizii da rimeritare d'imprecazioni, quelle istituzioni di
lat. tardo dèssldtor -sris, deriv. da clessidre * desolare '.
s. bernardo volgar., 10-25: da quanto fervore di mente pensi tu che
della parte inferiore dello zoccolo delle bestie da soma. crescenzi volgar.,
dell'unge. = deriv. da desolarea. desolazióne (ant. disolazióne
veduta la desolazione di luceria, animosamente da la crudeltà di constanzo si difese. lorenzo
. bocchelli, 9-38: ed ecco da quell'estremo di desolazione, in quell'
certamente riconosce la sua desolazione e malsania da vergognosi errori fisici commessi negli scorsi secoli
collodi, 100: il terribile pescecane che da qualche giorno è venuto a spargere lo
una desolazione. verga, 4-275: da per tutto quel senso di abbandono,
di sapone. ungaretti, i-33: da questa terrazza di desolazione / in braccio mi
. mi ristrigne dal tanto che v'è da poter dire, a questo solo argomento
essere solo a patire, senz'avere da altri, non che soccorso, pietà.
352: la regina fu colta all'improvviso da una fiera malattia... la
cui l'anima, sentendosi come abbandonata da dio, prova disgusto, tristezza,
non poche [monache], le quali da lui trovate in un tal mezzo inferno
paradiso. d'annunzio, iv-2-1266: da ogni peccato, /... /
, 1-v-279: si vide in breve tempo da potentissimo e florido diventato orribile teatro di
lat. tardo dèsólàtio -ónis, deriv. da desolare 4 desolare '.
= voce dotta, comp. da de-con valore privativo e solforazione (v
dèsóldnus 4 vento dell'est '(da de-'da 'e sol solis 4 il
vento dell'est '(da de-'da 'e sol solis 4 il sole '
ambiente). = comp. da de-con valore privativo e sonorizzare (v.
dissuade. caro, 5-25: da questa [la felicità], e da
da questa [la felicità], e da le cose che tendono a questa
che tendono a questa, e da quelle che son contrarie, derivano
, sm. chim. composto che deriva da uno zucchero monosaccaride per sottrazione di
= voce dotta, comp. da des [ossi-'] e dal sufi.
, comp. dal pref. des-privativo, da ossigeno] e benzoino (v.
, comp. dal pref. des-privativo, da ossigeno] e corticosterone (v
a eliminare la presenza dell'ossigeno da una determinata sostanza.
sm. chim. composto derivato da un monosaccaride per sostituzione di uno
, comp. dal pref. des-privativo, da ossigeno] e monosaccaride (v
= voce dotta, deriv. da desossiribonucleico, col sufi. -osi
= voce dotta, comp. da desossiribo [so] e nucleo (v
ant. spedito; libero, esente da obblighi, da oneri. storia di
; libero, esente da obblighi, da oneri. storia di stefano, 15-7
despedire non altrimenti documentato (comp. da de-con valore intensivo e spedire 4 liberare
dal lat. dèspectio -ónis, deriv. da dèspìcere 4 disprezzare '. despiacére
essere disprezzato, spregevole. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar.
, quando veggiono la santa chiesa quasi da tutte le genti esser riverita, si sforzano
dèspicàbilis 4 spregevole ', deriv. da dèspicere 4 disprezzare '; cfr. ingl
sta tolto zoso uno de gli apicati da le forche, che i suo'parenti
le stelle. = comp. da de-con valore intensivo e spiccare (v.
= voce del dialetto umbro-marchigiano, comp. da des-con valore privativo e pigitare 4 fare
aio nova dieta per fegura / che da materia no se transfegura / e coll'altra
mustrare. = voce dotta, formata da de-con valore intensivo e spianare (v
oggi perpetualmente. = deriv. da desponsare. desponsare, tr.
lizio ', deriv. da dèsponsàre * promettere o dare in matri
gie aportato. = comp. da des- * da, via, fuori *
= comp. da des- * da, via, fuori * e portare (
resta la sposata! = comp da des-con valore privativo e posato (v.
ella steva. = comp. da des-con valore intensivo e posato (v.
a la guardia d'essa terra furono da lui deputati vi fu il signor go-
, stava nelle dorate stanze, lungi da pericoli illustri, trastullandosi a dadi.
chiamato il pubblico. morante, 2-161: da parte sua [mio padre] doveva
[mio padre] doveva essersi accorto fin da principio della mia visibile, ostentata antipatia
che ci si divertiva, ma, da despota indolente, mi lasciava coi miei
lei d'avermi proposto, e alla sua da me riverita società d'avermi accettato per
<; 'capo di casa * (da seokó ^ co 'domino ')
despotato, sm. stor. territorio retto da un despota; dignità e titolo del
collenuccio, 290: imperocché essendo assediato da turchi il signore del despotato già detto
così agevolmente, come quando erano despoteggiati da un uomo solo o da una
despoteggiati da un uomo solo o da una fazione. = deriv. da
da una fazione. = deriv. da despota. despotestare, v. dispodestare
non si sa bene ancor come) da nostri regolati, oltremirabili ordigni, che
provida natura. = deriv. da despumare. desquamare (disquamare),
disquamava interamente, il giocattolo era da buttare via. c. e. gadda
ciare, escoriare ', da dé-con valore privativo e squama 1
i-404: l'orizzonte è contrastato e chiuso da grandi eucalitti coi tronchi lucenti e desquamati
in forma di squame, causata specialmente da malattie cutanee; escoriazione, esfogliazione.
o un ramo. = deriv. da desquamare; cfr. fr. desquamalion (
). medie. che è affetto da dessiocardia. dessiografìa, sf.
sf. sistema di scrittura che va da sinistra verso destra (ed è usato pratica-
destra (ed è usato pratica- mente da tutti i popoli, a eccezione di arabi
dopo una preposizione). francesco da barberino, 6: ve'tu le donne
. questo è desso per certo quel che da tutti si desidera. fazio, v-4-58
. fazio, v-4-58: ma qui è da veder qual sarà desso / l'uno
in tanto che molte volte nelle cose da lui fatte si truova che il visivo senso
sciolti che sieno [i versi] da quel loro numero, non paiono più
dal mai sia quello che fu letto da fozio? certamente non è tutto desso,
so che tu fosti desso tu. bianco da siena, 34: non ha l'
dottrina, per lingua, uno uomo da metterli il capo in grembo, dite che
questo pronome la tribù de'grammatici fece misteri da non credere e diede regole da non
misteri da non credere e diede regole da non osservare ». dessudazióne,
medie. eruzione cutanea dei bambini causata da scarsa pulizia. = voce dotta,
voce dotta, lat. dèsùdàtio -ónis, da dèsùdare 'sudare assai 'e anche
.). = deriv. da stalin, pseudonimo dello statista russo josif
quale si passa al vegghiare. dino da firenze [tommaseo]: e sempre
veder gli occhi, li quali essa, da alto sonno gravati, teneva chiusi;
ombre del talamo con la consorte, da incognito insidiatore, il quale mi strinse
che sospirando la distrugge amore. francesco da barberino, 208: fui mandato per
» si chiama, / ché sol da corporal desìo è desto. giusto de'
pensieri / son così di leggeri / da sì basse cagioni e desti e spenti
, i-208: il pranzo fu lieto da principio, poi volse a tristezza, giacché
bella, degna de memoria e lodata da tutti, e poi un giorno questo rovescio
529: e già la massaia ritorna / da messa;... / la
morto, richiamarlo in vita; riscuotere da uno svenimento. meditazione sulla vita di
i morti destassi. folengo, ii-32: da sì lungo oblio già l'alme déste
. ant. riprendere un'occupazione sospesa da tempo. pulci, iv-20: rendi
, 1-18: quanto giova a mirar pender da un'erta / le capre, a
1-908: dormono poi [i bachi] da tre o quattro giorni, che non
alla realtà; sentirsi scosso, agitato da passioni; sentirsi incitato all'azione;
acciò che si desti. s. caterina da siena, v-59: déstati, déstati
ii-3: déstati, pigro ingegno, da quel sonno, / che par che
destava la mia fantasia. -seguito da un complemento predicativo. accorgersi, nel
largo! -si grida improvvisamente da una parte della via. ungaretti,
erasi desta. graf, vi-1170: ora da te mi disgroppo, / prima che
lat. tardo * déexcitàre (comp. da dè-e excitàre [e somno]
... destàti all'aurora / da suon di mortai, di campane, /
suon di mortai, di campane, / da grida di festa. loria, 1-25
. scosso dall'inerzia, dal torpore, da una fantasticheria; sollecitato, eccitato,
non le sofferiste. quasi destati subitamente da letargo, uccideste, a furore di
squadernare un paio di carte. -destatoio da risvegliare i tassi e i ghiri. g
a destare. = deriv. da destare. destatóre, agg. e
ariosto, 807: ammonito e fatto pauroso da le lettere di vostra excellenzia, e
castiglione, 414: le eccellenti condicioni da voi attribuitele includino ingegno, giudicio,
, lat. dexterltàs -àtis, deriv. da dexter 'destro, che si trova
: destinata mi fu questa finita / da ch'un uom convenia esser disfatto,
sì onesta morte mi destina. girolamo da siena, xxi-290: dovete credere che
, 1384: e'cantava il ritorno da troia / tristo, che aveva agli achei
elezione, e perché così avesse destinato da principio, ma per l'universale consentimento
tutto regno cristiano; / peroe vene da lor mano, / del paradis deliziano
se per due o tre mesi, dipendeva da come si sarebbe trovato, altrimenti avrebbe
ogni evento finalmente carlo desiderava di conoscere da vicino colui, che aveva destinato per
, 371: in tema di prole da destinare alla patria [donna giulia]
raro e solo / e non ha par da l'uno a l'altro polo.
analitico, condotto, meglio, trascinato da un vento di fantasia e di tempesta
, che in colui, a cui è da me destinato, non si possa scoprirne
e gli amici casalaschi, ci accommiatammo da essi, mischiando non poche parole delle
govoni, 2-203: rinviata ad epoca da destinarsi / fu la partenza mia.
. 11. commerc. mettere da parte una quota degli utili di esercizio
155: 'destinatario': voce tratta da 'destino'o 'destinazione ', comunissima specialmente
il loro destinatario. = deriv. da destinare-, cfr. fr. destinataire (
alle case per chiedere un sorso d'acqua da bere, e domandano se volete comperare
giunse a minacciare un castigo agli avvocati da lui stesso destinati, perché difendevano i
matrimonio, ecc.). benvenuto da imola volgar., i-30: li giovani
trattato. alfieri, 1-739: già da gran tempo, al grido / di tua
l'autunno. sannazaro, 10-157: disvellendoli da mezzo le coma la fosca lana,
dal quale ognuno renderà conto, cominciò da fanciullo a pensare come potesse render la sua
dai rovi; grigi fauni parevano costoro da lontano. 6. rivolto,
sorgere quella romanza [favella], destinata da prima all'umile e volgare dire de'
. buzzati, 4-330: gorgia fu tratto da un richiamo oscuro, come se già
un richiamo oscuro, come se già da molti giorni, anzi da mesi ed
come se già da molti giorni, anzi da mesi ed anni egli già avesse saputo
ch'amo for misura / una donna da cui non sono amato. chiaro davanzati
questo fu il secondo. s. bernardino da siena, 57: parleremo contra
i beni che desideriamo? * = da destinato1. destinazióne (ant. distinazióne
, i-309: tutto camminava di maniera da far credere che gli uomini non avessero
vita, ci addoloriamo di cose che da tempo non ci fanno più soffrire, ci
, ii-191: * calice '. vaso da bere non arrovesciato, altrimenti detto a
misteri, e la coppa è sostenuta da un piede, che alle volte si carica
una esattezza e una fedeltà non dirò da sposa fedele, ma da stelle, che
non dirò da sposa fedele, ma da stelle, che nei loro giri in
, lat. déstinàtio -onis, deriv. da dèstinàre 'destinare '. destino
': qui tocca tre cagioni, da che procedono tutti li nostri affetti; cioè
procedono tutti li nostri affetti; cioè da volontà di proprio arbitrio, o da giudicio
da volontà di proprio arbitrio, o da giudicio universale delle costellazioni che si chiama