segno la modestia che, per non farsi da tutti vedere, portano il cappuccio e
sguardi tremuli / gli smilzi damerini / da l'occhialetto lucido. deledda, ii-108
elegante, poi! e che scarpette da damerino! quanto le hai pagate?
= voce dotta, comp. da dama1 e dal sufi, -oidio (dal
-oidio (dal lat. -cidium, da caedère 'uccidere '), sul modello
della dama. = deriv. da dama2. voce registr. dal panzini,
falta in me si troveria! busone da gubbio, 138: altri che giostrano a
tomiamenti si fanno, sì sono intomeati da uno palco di legniame alto e a
testa più chiari che stella. andrea da barberino, 1-93: una gentile damigella
1-93: una gentile damigella sonava dinanzi da loro un'arpa, e cantava una
damcelle, traggono al luogo. andrea da barberino, iii-309: giunta in camera
e gentile era molto e perciò che da bambina cresciuta se l'avea, assai
se l'avea, assai teneramente era da lei amata e avuta cara. ariosto
eccellentiss. signora, io son ricerco da un gentiluomo onorato di questa città d'
genti armate ampia corona, / e da un lato, vaghissima, la schiera /
i mesti servi / asceser tutti; e da le somme stanze / le damigelle pallide
, giovanna seimour, era stata eletta da anna bo- lena per damigella d'onore
castello sino quasi a l'occaso del sole da gio- veni e damiselle di quello luoco
europa meridionale e l'asia centrale, da cui emigra in inverno nell'africa nord-equatoriale
281: 'damigella di numidia', chiamasi da alcuni scrittori d'ornitologia una specie di cicogna
damigel che non sia saggio. andrea da barberino, 5-1217: appressandosi alle mura,
adimandò del damigello / quale era tanto da morgana amato, / e vide il giovanetto
servizio di re o principi. andrea da barberino, 1-254: giunse in sala uno
e dal corpo molto ampio, protetto da un intreccio di vimini, con fondo
fondo di legno; è fabbricato con vetro da bottiglia per soffiatura e ha una capacità
vengono... con la loro damigianina da riempire sotto il braccio. calvino,
di dama. = deriv. da dama1. voce registr. dal panzini,
macchie... / cadean trafitti da infallibil dardo. calandra, iii-216:
dammara, sf. resina prodotta da varie piante delle molucche, di
», usata con valore di aggettivo: da e meno (v.).
più dirci che il tuo damo l'ha da nascere. petruccelli della gattina, i-216
con il cuore / quanto avrà ancora da aspettar marito, / ed or che il
venute di lontano, e dal muricciolo, da cui dondo- lavan le gambe e rubavano
la dama nella danza. andrea da barberino, 5-1217: e andando per la
priati per cautela. = comp. da da e molto (v.).
per cautela. = comp. da da e molto (v.).
. = voce dotta, coniata da cooke in onore del minera
canapa) con cui si reggono da dietro i bambini quando incominciano a
il bambino per avvezzarlo a reggersi da sé e camminare. falde,
le dande, sorretto a volte da ima cameriera. 2. figur
2-199: voi v'imparerete a camminare da voi stesso, senza le dande, e
. dandistne (1830), deriv. da dandy (1820), dalla stessa
1813-19), secondo il tipo rappresentato da g. -b. brummel (1778-1844)
che l'omicidio di un danese commesso da uno straniero veniva compensato colla morte di
caccia al falcone... è riesumata da qualche raro buongustaio inglese o danese.
non dal maneggio de'suoi cavalli, da quello de'suoi corsetti, levrierini,
1 dominio, signoria, diritto '(da domlnus * signore '), che
del mezzogiorno. = deriv. da dano 'danese dànio, v
dannabilissime e non cristiane costumanze. zanobi da sfrata [s. gregorio magno volgar
sia brutta, ambiziosa e dannabile, da se stessa si scuopre e si condanna.
la ambizione non è dannabile, né da vituperare quello ambizioso che ha appetito d'avere
anco alcuni dogmi parte dannabili, parte da essere temperati. delfino, 1-495: non
, lat. tardo damnàbilis, deriv. da damndre * condannare '.
danno; perdita, disgrazia. giacomo da dentini, ii-82: i'ne son danneggiato
freddura. mostacci, ii-180: se da lei parto e in altra intendo, /
, 7-91: dalle latora sono ancora da mettere certi uomini armati, perché i
, / per travar- gare il mar da l'altro lato. / dipoi vi con
, parve tempo ai villici di ripararsi da tanto dannaggio. 2. dannazione.
li vale niente. = deriv. da dannare. dannando) agg.
pochi fuggio in lilibeo, ed essendo assente da quelli di cartagine fue nel capo dannato
ha officio dannarlo per rascione. bartolomeo da s. c., 3-8-7: dispiacere
primiero / giudizio? colletta, iii-49: da un tribunale straordinario fu giudicato frà diavolo
morire, ebbe tal sembiante da far dubitare chi dei due fosse il
prosapia pareva destinata a corrompersi pienamente e da ultimo a estinguersi in lui; poiché
è giudicato, non ti danni. paolo da certaldo, 296: se fosse possibile
, e fian divisi / i rei da i giusti: e quei dannati al foco
altri, che lui riprendano, parto da loro e danno. fazio, v-12-65
furioso dell'ariosto, ma non è da marivigliarsene, che assai apertamente si comprende,
vive in povertate né in difetto / né da fortuna può'essere dannato. folengo,
sentirsi sussurrare negli orecchi mille stomachevoli cosacce da ciascun uomo. foscolo, xv-150: io
danneggiare, colpire; offendere. compagnetto da prato, v-127-20: donne, noi tenete
, ovvero fosse, o solchi cavati egualmente da bocca infine al fondo dalle latora,
perciò dannerai la mia ragione. benvenuto da imola volgar., ii-294: e
tema di dannarsi; / perché niun da sé deve ammazzarsi. manzoni, 302
. pea, 6-57: è proibito da dio e ci si danna a toglierci la
ch'io non mi danni, / da poi che io son tenuto ne'pupilli,
. 11. locuz. -bellezza da far dannare: estremamente conturbante.
di onta e di dispetto, bella da far dannare un angelo. idem, 4-186
stava rimbeccando don bastiano con un sorriso da far dannare l'anima: -lo
-lo so! lo so! giuramenti da marinaio! de roberto, 1-241:
carducci, ii-4-267: vedi, pietro da bene, costoro mi voglion far dannare l'
dotta, lat. damnàre, deriv. da damnum * danno '. dannato1
auttorità il successo del consiglio, già da lui dannato. galileo, 3-4-170:
che, professando manifeste eresie già dannate da tutti i concili e dal consenso della
delle tue acute osservazioni era già stato da me presentito e corretto. ma per buone
. manzoni, 19: se alcun da furia d'irritato nervo, / o da
da furia d'irritato nervo, / o da grave ciprigna, o da loquace /
/ o da grave ciprigna, o da loquace / tosse dannato a l'odiosa
conservazione? michelstaedter, 587: forse che da questa dannata fatica fra un paio di
ordine sistematico, senza linguaggio tecnico o da iniziati. definizióne (ant. anche
ragione che 'l nome significa. lapo da castiglionchio, 20: parlando della nobiltà
. torini, 293: è adunque da sapere, non solamente secondo la difinizione
, 9-1-194: ogni buona definizione ha da tornare al suo definito. genovesi,
intrinseco quei vocaboli che nella loro derivazione da un altro contengono una specie di definizione
e l'oggetto così la definizione differisce da un semplice sinonimo, come dicendo: «
che viene proposta a tutti i fedeli da credersi. sarpi, i-228: disse
acquieta, et ogni azione privata dipendente da suoi pareri resta giustificata e permessa.
a ciò che questa definizione anticamente pronunciata da santo antonio e dagli altri padri sia
voce dotta, lat. definitio -6nis, da definire * limitare '. cfr.
-ónis (glosse), deriv. da défigère * inchiodare '. defissióne2
santa teologia. = voce dotta, da dèfixus part. pass, di dèfigère 1
dai muri. = deriv. da affissione, con cambio di prefisso.
, che in prima diparta la mente da ogni perturbazione e fluttuazione de'beni visibili
: si sposta egli con redivivo quadrupede da un luogo all'altro del fronte accerchiante,
un luogo all'altro del fronte accerchiante, da una fase all'altra della battaglia che
una carica esplosiva. = deriv. da deflagrare. deflagrazióne, sf. tipo
, lat. déflagràtio -onis, deriv. da deflagrare 'ardere'; cfr. fr
provvedimento economico). = deriv. da deflazione1. deflazionare, tr. e
buona parte. = deriv. da deflazione1. deflazióne1, sf.
economico). = deriv. da deflazione1. deflegmare (deflemmare)
(deflègmo). chim. separare da una miscela di liquidi una parte dell'
, o meglio 'sflemmare', separare da un liquido composto una parte dell'acqua
= voce dotta, comp. da de-con valore di separazione e flegma o
deflagmazione. biringuccio, 1-67: abbiate da esser nelle operazion vostre avertente e primamente
caldaia stessa. = deriv. da deflegmare. deflegmazióne, sf.
produrre la condensazione dei vapori meno volatili da quelli più volatili, in modo che
di distillazione. = deriv. da deflegmare. il d'alberti registrala forma
figur.: l'allontanarsi, il recedere da un'opinione, da una condotta stabilita
, il recedere da un'opinione, da una condotta stabilita, cedimento morale.
deviazione prodotta su un pannello di elettroni da un campo elettrico. -deflessione di un
lat. tardo déflexio -onis, deriv. da déflcctère * piegare '. termine registrato
: cfr. flettere). piegare da un lato, volgere da una parte
). piegare da un lato, volgere da una parte; deviare dalla strada,
. 2. figur. recedere da una posizione morale o politica, da
da una posizione morale o politica, da un'opinione; allontanarsi da una linea
o politica, da un'opinione; allontanarsi da una linea di condotta prestabilita; cedere
in quel preciso momento, sull'atteggiamento da tenere con me e non avrebbe più
con me e non avrebbe più deflesso da questa decisione, qualsiasi cosa avessi detto
cilindro funzioni, in fase opportuna, da valvola sia di aspirazione sia di scarico
la porta è aperta, in modo da ottenere un rimescolamento dei prodotti della combustione
= voce dotta, comp. da de-con valore di allontanamento e flogisto (
deflorazione. * = deriv. da defiorare. deflorare, tr.
di tanaffari, si usa farle deflorare da uomini bianchi prima che vadano a marito
della verginità '), deriv. da flos floris * fiore '. deflorato
poco maggiore della paga che vien data da un vizioso liberale a venezia ad una
vizioso liberale a venezia ad una mercantessa da peccati di pianterreno. 2. ant
3. figur. allontanarsi in massa da un luogo (la folla; anche
la folla; anche merci, denaro, da una regione, da uno stato,
, denaro, da una regione, da uno stato, da un'attività, in
una regione, da uno stato, da un'attività, in seguito a cause
dotta, lat. dèfluus, deriv. da defluire * scorrere *. deflusso,
poco s'era ritratta con inesorabile deflusso da quella stanza. 2.
gruppi più o meno numerosi di persone da un luogo (un locale, una
anche di merci, di capitali, da uno stato, da un'attività economica,
di capitali, da uno stato, da un'attività economica, ecc. cattaneo
lat. tardo dèfluxus -ùs, deriv. da defluire * scorrere '. deflùvio
allontanarsi di una gran folla di persone da un luogo. cagna, iii-198
dotta, lat. dèfluvium, deriv. da defluire * scorrere verso il basso '
, sfrondare. = comp. da de-con valore privativo e foglia (v.
delle foglie. = deriv. da defogliare: voce già registrata presso il
un pignone. = deriv. da deformare. deformabilità, sf.
gregge [delle nuvole] si sdrucivano da una perpetua deformabilità, poi si richiudevano
brani di azzurro. = deriv. da deformabile. deformaménto, sm. disus
loro deformamento. = deriv. da deformare. deformante (part.
ha fugato. = deriv. da deformare. deformare, tr.
i-17: la miseria l'aveva schiacciata da bambina con tutti gli stenti che deformano
bella o più grave 0 punto alterata da quella che la natura in quella età
la deformassero, né questi s'avriano da tralasciare, se non quando con l'arte
: vedendo la sua bellezza esser sollecitata da gli occhi di molte femine, mosso
gli occhi di molte femine, mosso da mirabile vergogna, si deformò la faccia
mirabile vergogna, si deformò la faccia da se stesso con ferite, e impiagolla talmente
sarpi, ii-23: protestava la partita da trento e la translazione del concilio a
al letto del figlio, ignorando che, da quando il figlio aveva l'uso della
canape ancor molle / e morbidetta, da quel nuovo peso / giù tratta, piega
così enormemente gonfiata e deformata, che da un momento all'altro, dio liberi,
suo corpo, crede che dipenda soltanto da lui non deformarsi. -figur
dotta, lat. deformare, comp. da de-con valore privativo e formare 1
privativo e formare 1 formare '(da fórma 1 aspetto, bel
, ii-146: portava addosso non un giacchetto da donna ma una giubba di lustrina nera
a fondo nell'intimo, colpito nell'animo da impulsi, moti che allontanano dalla consuetudine
bonarotti; siccome eccita indegnazione in vederlo da altri così disgraziatamente deformato. gianni,
ili-io: 11 mondo è allagato ormai da tanta giustizia e io sono tanto deformato
che deformati, raggelati e resi ridicoli da un linguaggio insieme ingenuo e convenzionale, sofia
, v-2-481: alzando improvvisamente gli occhi da un giornale in questo caffè di tutti i
, tutto è coperto dalla neve e deformato da un'altra fantastica architettura.
alle cose pratiche sia uno spregevole scotto da pagarsi all'armonia prestabilita in compenso delle
nei suoi sogni. = deriv. da deformare. deformazióne, sf.
deformazione. moravia, xi-520: hanno da essere malattie visibili, lampanti, infermità,
o del volume di un corpo sollecitato da forze esterne e dalle reazioni dei suoi
di deformazione: è il lavoro prodotto da un insieme di forze applicate a un sistema
, lat. dèfórmàtió -6nis, deriv. da deformare 4 deformare '. defórme
il corpo o parte di esso deturpato da gravi difetti fisici o privo di proporzione
così deforme l'avesse ren- duto / da essa sola fu riconosciuto. frezzi, iii-10-21
/ e l'anima già doma / da i casi... / si crederà
cinque sirocchie unico e solo. [sostituito da] manzoni, pr. sp.
, o con un bambino in fasce da nutrire. così, in pochi anni,
irsuto / di scimmia intento ad esplorar da un antro. -di piante.
sembiante, / dal digiun lungo e da l'immenso ardore / refrigerio e pietà languendo
/ rosseggia. fogazzaro, 2-195: da quell'andito si entra nella « sala del
che l'urbanità è cosa profondamente diversa da quel fenomeno che impoverisce le campagne senza
che ad uomo, quasi per ischemo da tutti era chiamato cimone, il che nella
: una voce, deforme, sgorgante barbugliosa da bocca e narici rose e consumate,
comportamento di una persona). francesco da barberino, i-208: lo decimo [vizio
vizi più deformi. rosa, 38: da tante e tante iniquità deformi / provo
sia un uomo che si lascia vincere da bestiali appetiti, da malnate passioni e si
si lascia vincere da bestiali appetiti, da malnate passioni e si dà in preda
anarchico deformi di natura, o deformati da dottrine demenziali. betocchi, 5-122:
: la mia anima lungamente affaticata ed arsa da uno sdegno doloroso, per quello che
senza communicazione reciproca è il mostro dipinto da orazio; e per quanta fosse la
una parola che se è nuova, o da noi non mai intesa ci parrà bruttissima
: fu [empedocle]... da aristotele commendato per avere delle proprie meditazioni
collegato, meglio che non si fosse fatto da altri filosofi; nondimeno è giunto a
bar ioli, 9-32-40: il deforme è da torsi di veduta col bello. muratori
dotta, lat. dèfórmis, comp. da dè-con valore privativo e fórma * forma
arti figurative. = deriv. da deforme. deformità, sf.
deforme; aspetto de turpato da gravi, quasi ributtanti difetti fisici;
deformità, / cioè far contra il ben da dio ordinato. carani, 3-221:
con più vivo desiderio di veder levata da essa questa deformità. rovani, ii-36
guizzi fuggitivi delle linee del volto, tale da parere irregolare, di quella irregolarità che
ad un tratto, per la prima volta da quando era al sanatorio, gli parve
l'essere informe; ciò che si discosta da ogni regola e consuetudine; stranezza,
vechieza e deformità de uno saporito compendiolo da dare a ogni affanato ingegno e doctrina
doctrina e sublenamento e molto più quando da tale deformità e vechiezza fussi depurato e
cioè avere origine traumatica, o derivare da malattie generali e costituzionali o da processi
derivare da malattie generali e costituzionali o da processi atrofici o infiammatori, soprattutto a
, lat. dèfórmitàs -àtis, deriv. da dèfórmis * deforme defosforazióne,
= voce dotta, comp. da de-con valore privat. e fosforo;
. = voce dotta, comp. da de-con valore privat. e fosforilazione (
è bono che questa compagnia sia defraudata da voi. grazzini, 603: or dunque
, e de l'ingiuria / che riceve da me sì caro pegno, / se
anche questa era una di quelle cose da non tacervisi, e un pollastrello da
da non tacervisi, e un pollastrello da non defraudarne la vostra tavola. goldoni,
secondo la moltitudine delle loro empietadi cacciali da te. amabile di continentia, 6:
2-86: perloché restarono subito i fazionieri da doppio dispiacere circondati: prima, per
si vedesse fin a quell'ora defraudato da tal fiducia. magalotti, 24-75: son
lat. tardo dcfraudàtòr -óris, deriv. da defraudare 'defraudare '. termine già
lat. tardo dèfraudàtiò -ónis, deriv. da defraudare * defraudare \ defrito,
pass, di * defriggere, comp. da de-con valore intensivo e friggere (v
terzo / per bollir mancherà, è da chiarire / che sia raspeo; ma se
dèfrutum e dèfritum, forse deriv. da una forma composta di fervère (anche fervere
ne fui favorito di uno assai galante da uno de'signori defterdari, cioè tesorieri o
la popolaglia fosse giunta, / che da firenze veniva a stagione, / la gente
di due confessioni diverse, che una da ima parte una dall'altra si dilungano liberamente
d'annunzio, 1-668: ella piange da ieri il suo defunto / amore.
visaggio tutto era defunto. 5. bernardino da siena, 1052: dubitando santo francesco
atteone al fin steso e defunto / da i cacciator, che giungono, si trova
pareva lavacro sufficiente. = deriv. da defungere. degagna { decagna),
gas naturale. = comp. da de-con valore privativo e gasolina (v.
con siste nelpeliminare i gas da liquidi e da solidi. =
siste nelpeliminare i gas da liquidi e da solidi. = » deriv.
solidi. = » deriv. da degassare. degassare, tr.
un solido. = comp. da de-con valore privativo e gas (v.
sono disciolti. = deriv. da degassare. degassifìcare { degasificare)
.]: 4 degassificare '. liberare da ogni resto di gas (una
= voce dotta, comp. da de-con valore privat., gas
pervertito. carducci, 1056: da i capitelli orride forme intruse / a
veramente de costumi e virtù non degenerante da la excellenzia del suo sangue. varchi
di rettitudine, di saggezza. lapo da castiglionchio, 4: cesserà via quell'antico
re, la intera vertute del cavaliero da la grandezza de l'animo de la
avien ch'egli traligni in guisa / degenerando da progenie illustre, / che da l'
degenerando da progenie illustre, / che da l'umanità quasi è diverso. sarpi,
soprattutto perché la sua prole non degeneri da una serie di avvocati e colonnelli.
villan naturale, / per non degenerar da sua natura, / alzò il schidon con
tutto il regno intollerabile, era universalmente da ciascun odiata. marini, i-232:
ambrosiani non avevano ancora degenerato al punto da proscrivere il * cervelaa 'dal risotto
limiti. tasso, n-iii-667: lasciarem da parte tutta quella musica la qual degenerando
. m. i. l'uffizio fatto da lei per me da vero padrone affezionato
. l'uffizio fatto da lei per me da vero padrone affezionato, e gliene rendo
4. trasformarsi, modificarsi, passare da una condizione a un'altra (quasi
gocce. muratori, 7-iv-78: ma da che i versi fescennini del volgo e de'
erudizione profonda, attività somma, temperata da prudenza, che poi degenerò in codardia
napoletana, ma essa non è fiore da quella serra, e le sue vispe cadenze
in furiosi costumi, come furono i descendenti da alcibiade e da dionisio primo; e
come furono i descendenti da alcibiade e da dionisio primo; e gli ingegni quieti vanno
in dappocaggine, come furono gli descendenti da cimone, da pericle e da socrate.
come furono gli descendenti da cimone, da pericle e da socrate. pallavicino,
descendenti da cimone, da pericle e da socrate. pallavicino, 1-143: e
momento il suo capezzale, gli fece da infermiera e da cameriera, dimenticando la propria
capezzale, gli fece da infermiera e da cameriera, dimenticando la propria ambascia pel
dotta, lat. degenerare, comp. da de-con valore di allontanamento e genus -èris
, che nell'arte antica furono prodotte da una incapacità tecnica, o dal travisamento provinciale
valore di per se stesse, indipendentemente da ogni pratica determinata. 2.
delinquenti sarebbero un fenomeno di degenerazione, da attribuirsi o a un ritorno allo stadio
suo albero genealogico deve annoverare individui colpiti da pazzia degenerativa: costui è candidato al
caricato in tal modo i sintomi degenerativi da costringere gli altri a una fatica immensa
che dicevano. = deriv. da degenerare. degenerato (part.
si conveniva,... degenerato da se medesimo, venne finalmente a una
o un pazzo come in questo momento ispirata da un torbido risentimento sembri esserlo tu.
violenta ed aggressiva. « cosa vuole da me questa degenerata? » pensava;
degenerare, l'essere degenerato; passaggio da uno stato originario a una condizione peggiore
* fisica degenerazione 'dei popoli meridionali da emendarsi con un crocicchio di razze.
del cristianesimo è la degenerazione dell'uomo da uno stato primitivo più perfetto e felice.
anormale (se il protoplasma risulta intorbidato da granuli, si ha la degenerazione albuminosa
ha la degenerazione albuminosa; se ingombro da goccioline di grasso, si ha la degenerazione
grassa o adiposa; quando è scavato da spazi più o meno grandi, ripieni
una fibra nervosa separata dal corpo cellulare da cui emana. de roberto, 2-235
degenerazione cancre nosa si diffondeva da per tutto. bocchelli, 3-223: nelle
lat. tardo degeneratiti -6nis, deriv. da digeneràre 4 degenerare '.
spera dall'opra / chi mal vide da pria, cercando all'agne / degenere marito
tra gli alunni del parini non degenere da tanto maestro. mamiani, 1-225: è
de roberto, 1-193: se discendeva da una stirpe regale, era molto degenere
quale in francia ed in inghilterra partendo da quella degenerazione della forma tedesca, riuscì
. 5. medie. affetto da degenerazione. negri, 2-164: si
dègener -iris 4 degenere ', comp. da dè-con valore di allontanamento e genus -iris
4 stirpe '(ma deriv. da degenerare, come adulter da adulterare).
ma deriv. da degenerare, come adulter da adulterare). degenerescènza, sf
= voce dotta, deriv. da degenere col sufi, incoativo dei verbi
dighe [vitam], formato da di-con valore rafforzativo e agire 4
ticinquemila lire. = deriv. da degente. degètto e deriv.,
emolitiche). = comp. da de-con valore privativo e globulo (v.
principio di parola (come usignolo da lusignolo: ed è l'opposto di agglutinazione
? loredano, 1-96: amore viene da tutti decantato e preconizzato con attributi divini
riscaldate espressioni, vengono adoprate con profusione da essi [francesi] per le loro
marito; quella che pareva dovesse lacerare da. un momento all'altro la guaina del
e degniamente villana mertarìa morte? bartolomeo da s. c., 3-7-3: siccome
. si duole di tutte le cose godute da gli altri o degnamente o indegnamente,
, iii-6-378: si chiudono i sonetti da me raccolti tra queste ultime rime con
ecc.]. = deriv. da degnare. degnante (part.
il più che dir si possa lontano da que'beni che non fanno migliore l'
, che non degna altrui. andrea da barberino, 1-78: per questo si
, è raro perché rari son degnati da lei. g. capponi, i-531:
... d'esser stato degnato da voi per amico, e dagli altri
angosciato, / la giente ci corressoro da traverso e dallato, / tutt'a
umili. collenuccio, 26: fu da li circostanti esortato a baciare il piede
infinite grazie dell'onore, che egli ha da voi ricevuto, il quale degnato vi
. romagnosi, 10-593: gli speculatori da gabinetto dovrebbero degnarsi di portarsi in mezzo
a lo mosteri / e sposami davanti da la iente / e poi farò le
poi farò le tuo comannamente. compagnetto da prato, v-127-31: madonna, a
cavalcanti, iv-50 (7-10): da ciel si mosse spirito in quel punto,
col sarcasmo, questo non è né da uomo, né da critico. fogazzaro,
questo non è né da uomo, né da critico. fogazzaro, 5-24: sapendo
estens. e al figur. francesco da barberino, 1: pregava lei [l'
sete, asciutto e stanco, / sia da nube leggier di sopra asperso [il
all'ora, / sia lunge all'or da lui l'aratro e 'l bue; /
, come suoi: addio, piovano. da porto, 1-136: non vedete voi
non vuol che le si faccia / intorno da cert'uomini il buffone, / già
: ce ne appelliamo al vico, da voi non degnato mai di né pur nominarlo
contessa ha voluto aver la degnazione di venire da me? pirandello, 7-376: molti
complice sciamannato. 3. che deriva da degnazione affettata, che sa di sussiego
accetta l'invito. = deriv. da degnare (cfr. lat. dignabilis)
esserci cordialità. = deriv. da degnevole. degnevolménte, avv.
imperadore sarebbe degno di morte. francesco da barberino, 4: forte maraviglio com'
sì alta grazia, / sono chiamato da voi a sì alta ovra. dante,
., 9-9 (389): qual da questo si parte, estimo che degnissima
stante qualche capriccio le facea porre da un canto questa breve ambizioncella. pirandello,
tu eri degno d'aver me. andrea da barberino, 1-142: udiva almonte cantare
e si usa parlando di persone legate da particolari rapporti di parentela, di amore
somiglianza, di analogia). bartolomeo da s. c., 3-1-19: veramente
specialissimo signore e padre mio. francesco da barberino, ii-54: amici non ti
arciconsolo e virtuosi accademici, è difficile da comprendersi, ma però facile ad argomentarsi.
speranza che egli generosamente, con atto da vero cristiano e degno ministro di dio
professore -una degna persona che non vedo da dieci anni -si meraviglia dell'insolito omaggio
, dipinto a quadratura e a figura da leonello spada e dal brizio, che è
cum onore e degna pompa, contenti da bologna se partirono. caporali, ii-132
a'capitani e al frate. guido da pisa, 2-59: quali degni premi
greco lito, / da'suoi tesori e da i nocchier tradito / ne le tempeste
11. valido, efficace. francesco da barberino, i-216: così convien aitarmi
, i-216: così convien aitarmi / da questa gente ch'assai poran dire / ch'
v'è pegno: / partir non po'da voi, tanto gli è bello.
il tuo nome e il tuo valore / da ogni creatura, com'è degno /
ti soccorra e diati aiuto, / da che ferventemente tu mi chiame, / e
non farà a diece uomini veridici e da bene. tassoni, ii-2-135: il
etti, 1-41: sono stato assicurato da persone degne di fede che moltissime copie ne
degni siate! s. caterina da siena, 1-81: ragguardate dio, che
sì perfettamente, come tu sei stato amato da me, come veramente le tue virtuti
il corpo delle donne: le reni da cavalla.
loro distanze. = deriv. da degradare. degradante (part.
. bernari, 7-113: fu destituito ufficialmente da patrono della città e fu degradato e
dal dare una buona risata se sentissero da uno spagnuolo annoverar lucano (che nacque
la particella pronom.). passare da una condizione superiore a una inferiore;
dove la luce batte più direttamente. da quel punto partendo la luce, e
la luce, e il colore che riceve da essa le sue modificazioni, si degradano
lat. crist. degradare, deriv. da gradus * scalino '.
bartoli, 4-4-44: parve dunque miracolo che da così capitali accuse... egli
capitali accuse... egli si tornasse da iendo sol degradato, e non vi
rari. soldati, 156: degradato da tenente colonnello a semplice caporale per motivi
giammaria dettori. 2. passato da una condizione superiore a una inferiore;
in letto, fisicamente e moralmente degradata da una febbre putrida, che l'ha acconciata
, che l'ha acconciata in modo da volerci un atto di fede per credere che
ambascia o perché la parola fosse scomparsa da un essere talmente degradato.
per sollevar al suo posto glisomiro, da esso più che per lo valore amato
medesimo, all'espettazione del miracolo promesso da lui. sarpi, ii-208: il cardinal
. avevano appruovato che la repubblica punisse da sé gli ecclesiastici incorsi in gravi delitti
impiegato in un grado inferiore a quello da lui occupato al momento dell'avvenuta trasgressione
poca nettezza. 4. scadimento da un grado superiore a un grado inferiore
il discorso della solenne degradazione de'bruti da animali sensibili a puri insensibili automati,
magalotti, 20-122: una vista terminata da una degradazione di più costiere di monti
: la degradazione degli stanzini, che da noi si dicon palchetti, opera che
8. fis. passaggio o trasformazione da una forma superiore di energia (meccanica
lat. tardo dègradàtió -ónis, deriv. da degradare; cfr. fr. dégradation
ingegneri, ecc. = deverb. da degradare. degressióne, sf. letter
degressióne, sf. letter. il passare da un grado superiore a uno inferiore;
. ottimo, i-545: ed è da notare il modo della degres- sione dello
voce dotta, lat. dègressio -6nis, da dègrèdi * scendere giù '.
ottodontidi (octodon degus). = da una voce araucana. deguastare, v
. godere spiritualmente, intellettualmente. zanobi da strato [s. gregorio magno volgar.
dotta, lat. degustare, deriv. da gustus 1 gusto '. degustazióne,
, lat. degustati6 -snis, deriv. da degustare 4 assaggiare '.
priego che mi sii pietosa. bianco da siena, 160: signor, non mi
, arricchito, per suo diletto, da lei di purgatissima veduta interiore in questo,
stomaco puoi tu, libretto, / da uscire a gloria tra le persone, /
bestiali creature che una volta si aggiravano da queste parti e cercavano di detronizzare giove
crist. deicida (ilario), formato da deus 4 dio 'e -cida (
deus 4 dio 'e -cida (da caedere 4 uccidere ') su homicida
. deicola (itala), comp. da deus 4 dio 'e -cola (
deus 4 dio 'e -cola (da colère 4 adorare '), calco del
= voce dotta, comp. da deidro [genare] e dal sufi.
= neol. dotto, comp. da idratare (v.) e dal pref
sf. disidratazione. = deriv. da deidratare. deidrocorticosteróne, sm. biol
. = voce dotta, comp. da deidro [genare] e corticosterone (
. chim. eliminare atomi di idrogeno da un composto organico. = voce dotta
. = voce dotta, comp. da de-con valore privativo e idrogeno (v
biol. deidrasi. = comp. da deidrogen [are] e dal sufi,
chim. eliminazione di atomi di idrogeno da un composto organico per opera di agenti
vitali). = deriv. da deidrogenare. deiettare (digettare),
ne lo too furori sia deiettato, / da canto en canto desirtato. iacopone,
voce dotta, lat. déiector -oris (da déicère 1 gettare fuori '),
ventre e per gli sconvolgimenti di spirito che da esso provengono. bicchierai, 187:
, 187: cominciò ad essere incomodato da accessi di nausea, e vomito nero,
false, e le deiezioni. zanobi da strato [s. gregorio magno volgar.
cose di quell'imperio, che erano da alcuni stimate in degezióne, si veggono nello
, lat. déiectió -snis, deriv. da déicère 4 gettar fuori '.
lat. crist. deifer, comp. da deus e dal sufi, -fer (
deus e dal sufi, -fer (da ferre 4 portare '), calco del
d'iddio. = deriv. da deificare. deificare, tr.
e della umana natura. guido da pisa, 1-149: li romani..
e avuti in reverenzia dal vulgo. bianco da siena, 128: quell'umanità
di augusto, che era stato deificato da giove per considerazioni che si dovettero avere
grazioso bel tempio in partenope, nominato da colui che per deificare sostenne che fosse
dal lat. tardo deificare, comp. da deus e dal suff. -ficare,
deus e dal suff. -ficare, da facère 4 fare '; cfr. fr
quando la persona amata bellissima è amata da anima chiara e levata da la materia
è amata da anima chiara e levata da la materia, ne la quale la somma
nella maestà divina. s. bernardino da siena, 567: e se fusse possibile
. mascardi, 1-81: l'origine, da cui nel gentilesimo la superstizione de'lari
trasformò il rispetto col quale i germani già da gran tempo nelle lor selve onoravano le
, lat. tardo deificus, comp. da deus e dal sufi, -ficus,
deus e dal sufi, -ficus, da facere * fare ', calco del gr
tua. 3. che riceve da dio la forma, l'essenza, gli
. mediev. deifòrmis, comp. da deus e -fórmis, da fórma '
comp. da deus e -fórmis, da fórma 'forma '. deiformità
, tr. ant. discendere, scendere da un luogo. - anche al figur
bassa villa. = comp. da de-con valore di allontanamento e imo
deionizzare, tr. chim. eliminare da una soluzione acquosa ionizzata le impurità presenti
di ioni. = comp. da eie-con valore privativo e ionizzare (v.
di gas neutro. = deriv. da deionizzare. deipara, agg. e
. tardo crist. deipàra, comp. da deus e dal tema parére 'partorire
. proprietà di aprirsi spontaneamente, posseduta da alcuni organi vegetali, che in questo
.). = deriv. da deiscente. deìscere, intr.
. dèhiscère * aprirsi '(deriv. da hiscère 'aprirsi, aprire la
'aprirsi, aprire la bocca ': da hiàre * stare a bocca aperta
i baloardi co'quali tu pensi difenderti da quelle numerose artiglierie di deismo e d'
, che ti battono tuttora in breccia da tutte parti! beccaria, ii-805: ogni
natura divina; divinità. giacomo da lentini, ii-iio: dicono in lor ditto
vedere l'umanità di cristo. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar.
motore... è più tosto da essere con somma venerazione adorata e riverita con
certa, ferma e vera credenza, che da essere ricercata e voluta intendere indarno.
può sua deitate. 5. bernardino da siena, 527: essare madre di dio
l'esca de la carne, fu preso da l'amo de la deitade. pulci,
gelli, i-99: ella è rinchiusa da voi in qualche onesto carcere dove dandole
46: e veramente stimo / che tesser da te amata e desiata / abbia trasfuso
, lat. deltas -àtis, deriv. da deus 4 dio '. deitrinifórme,
trino 'e dal sufi, -fórmis (da forma 4 forma '). de
al ministro guizot le opinioni sue differenti da certi atti de'governanti la francia,
. dèlàtor -5ris 4 delatore '(da dèldtus, part. pass, di dèferre
proprio della delazione. moravia v-445: da ieri ha lasciato la carriera politica ed
si è solennemente mentito, né ignoro da qual parte è proceduta la vile delazione delle
viii-163: gli occhi suoi furono contaminati da tante vili suppliche, che domandavano pane grado
che domandavano pane grado ed onori, da tante denunzie segrete, da tante offerte
ed onori, da tante denunzie segrete, da tante offerte spontanee di delazioni, da
da tante offerte spontanee di delazioni, da tanti sfacciatissimi delatori. gioberti, 1-ii-342
lat. dèlàtio -ónis 'rapporto '(da dèlàtus, part. pass, di
incise, ma pinte con delebile rubrica da tanti secoli avventurosamente non scancellata. tommaseo
inchiostro indelebile 'che è composto in modo da resistere all'azione de'medesimi preparati.
, lat. dèlèbìlis * cancellabile '(da dèleo * cancello ').
dell'esercizio di funzioni legislative al governo da parte del parlamento. -legge delega o
delega il calamo. = deverb. da delegare. delegante (part.
sul suo patrimonio, una certa prestazione da un altro soggetto (1delegato) verso
era di tanta dignità, che fu da prima cura degli stessi re. tullio ostilio
non può esercitarsi che dal sovrano, o da chi è da esso delegato a tal
che dal sovrano, o da chi è da esso delegato a tal fine, promulgandole
proprio creditore, od a chi venga da lui indicato, una terza persona che prenda
. delegare 'delegare ', comp. da dè * da 'e
comp. da dè * da 'e legare * incaricare in virtù di
incaricare in virtù di un patto '(da lex legis 'legge ').
delegatabile. = voce deriv. da delegato, coniata dal carducci sul modello
fa promettere o eseguire una data prestazione da parte di un terzo soggetto (delegato)
forma delegativa. = deriv. da delegare. delegatizio, agg.
non esser richiesta, la sua, da rivolgere alla venerata autorità delegatizia.
autorità delegatizia. = deriv. da delegare. delegato (part.
delegato in sua causa o questione, che da niuna signoria di comune non fosse udito
titolo, senza la presenza di uno delegato da lui di animo quieto, e a
giacché in fine dovrebbe sottostare alla volontà da esso delegata e messa in posto della
delegazione passiva di credito, è assegnato da un debitore al proprio creditore affinché si
ii creditore che ha liberato il debitore da cui fu fatta la delegazione non ha
quali parti- cipano nel favellare collo scomunicato da lui? sarpi, iii-372: li
posa altre e altre notizie di morte da diverse parti, furono spediti due delegati
epoche. nella sua assenza è rappresentata da un delegato che governa in di lei
regale signora. bocchelli, i-349: da giovane aveva fatto il viaggio di roma
delegato di brescia, del quale era ospite da poche ore. -delegato di
, i-651: entrò il delegato seguito da due guardie in divisa. il delegato
di vigilanza e di ispezione. busone da gubbio, 54: provveduto fu per lo
degnassi di risposta una osservazione, fatta da monsignor delegato giustiniani sul mio discorso.
che assume, in seguito a elezione da parte di tutti i dipendenti, le funzioni
. delegatòrio, agg. che deriva da una delega. alla gita quando
delega. alla gita quando viene da me una piccola delegazione di giovani barcaioli
istituito nel 1867 (ed era composta da due rappresentanze di sessanta membri ciascuna i
gato codice di commercio, e costituito da tre 0 cinque creditori eletti, in
creditori eletti, in loro rappresentanza, da tutti i creditori del fallito (ora sostituito
certi affari. = deriv. da delegare. delegazióne, sf.
se non presenterà la delegazione, venutagli da roma in collaterale. 3.
stati pontifici, così dette perché governate da un prelato col titolo di delegato.
sul suo patrimonio, una certa prestazione da un altro soggetto (detto delegato)
dalla comune dottrina giuridica delegatario, ma da alcuni autori delegato) a ricevere dal
debitore (detto comunemente delegato, ma da alcuni autori delegatario) la promessa di
a ricevere in suo luogo l'adempimento da parte del suo debitore di un'obbligazione
al prio creditore od a chi venga da costui indicato, un'altra persona che prenda
forma di garanzia per il mutuo ricevuto da un comune, da una provincia, o
il mutuo ricevuto da un comune, da una provincia, o da un altro
comune, da una provincia, o da un altro ente pubblico che dispone di entrate
, lat. delegatici -onis, deriv. da delegare. delèggere, tr. (
messa. idem, iv-11: e da poi che tutti li fatti delle pecore si
e delegramento. = comp. da de-con valore privativo e [al] legramento
stette, gl'inganni del quale, da cicerone scoperti, gli furono cagione di
, 1-5: parce pur nondimeno e da te dele / ogni rugo in ver
, eppur capace d'uscir sana e vigorosa da un ambiente così deleterio. de marchi
<; 'che distrugge '(da 8r) xéo|i. ai 4 ferisco,
. anonimo [in s. caterina da siena, vi-61]: conciosia- cosaché
'deleto'. distrutto, ma non è da imitarsi. imbriani, 2-135: con artifizi
lat. dèlectus -ùs 4 scelta '(da delectus, part. pass, di
, che spesso mi dicea / che da una maga delfica insepolta / l'arte di
delfici armonia più dolce assai trar seppe da una cetra logora di legno vile,
logora di legno vile, che evàngelo da una tutta d'oro, tutta di
giuramento di fedeltà, solito a prestarsi da tutti i letterati che meritevoli sono giudicati
e, forme delfiche, / a te da canto, / rosee ne l'orrida
la delfide cortina. = deriv. da delfi.
,, xviii-3-400: il suo abito da camera è curioso: sotto veste e calzoni
blu-viola). = deriv. da delfin [io], col suff.
spada, il delfino): è formato da una freccia o ferro con quattro alette
attacchi dei delfini. = deriv. da delfinox. delfinina, sf.
come antiparassitario. = voce dotta, da delfin [ió], col sufi.
i-422: il delfinio produce i fusti da una sola radice, lunghi due palmi,
palmi, e qualche volta maggiori: da i quali escono le fiondi picciole, sottili
sembrano alla forma de i delfini, da i quali ha preso ella il nome
). = deriv. da delfinox. delfino1 (ant.
le reti; nuota molto velocemente; da ogni gestazione nasce un solo piccolo,
di banbezza o 'l dalfino. folgore da san gimignano, vi-n-135 (4-3):
schiere de'dalfini e de'gran tonni fuggire da l'impia tua furia. poliziano,
sia calma scherzando insieme, dimostran vento da d'onde e'vengono, et intorbidando
] sembravano fare quel gesto che fu mosso da giosuè contro la faccia del sole.
delfini impazziti, ma per nulla turbati da quelle barche pescherecce, gli si affollano
donne, s'era lasciato bucar la rete da ima delfina molto disinvolta. dove se
tre silvestrinelle colombaie. = da delfinox, per la forma.
= voce dotta, lat. dèlia, da dèlus, gr. afjàoc, l'isola
(valerio massimo), deriv. da delibare * prendere una parte, delibare '
poi fece venire / l'orrendo mostro da l'infemal grotte, / che gli rapisce
sa convertire in dolcezza l'austerità che da talun fiore va delibando. fontanella,
/ delibando avidette umor soavi, / da le poppe dei fior traete i favi.
assorbire. marchetti, 4-296: benché da ciascun luogo il sol delibi / d'
calice d'eletti / vividi fior, da vergini man colti: / perché l'
quelle memorie sparse, come l'occhio da un'altura discende per gli alberi del
cor de- scribo, / per che da sospirar sempre litro ve, / rapto per
, e non delibi / succo vital da le sacrate carte? pallavicino, 1-114:
manzoni, dal foscolo, dal leopardi e da scrittori più recenti, specialmente quelli
-5nis (tertulliano), deriv. da delibare * prendere una parte, delibare '
, appalti. = deverb. da deliberarex. deliberaménte1 (diliberaménte, dilivraménte
. deliberatamente. giacomo da lentini, 8-41: deo, com'agio
, / che m'à levato da gioia e di bene. deliberaménto1
sia, sia, sia ». costantino da orvieto volgar., xxi-777: sapeano
a tarli. = deriv. da deliberare *. deliberaménto2 { diliberaménto,
sm. ant. liberazione. busone da gubbio, 21: egli è notorio infra
che i beni subastati rimangono acquistati da chi più offre. boccardo, 1-988:
del deliberamento. = deriv. da deliberare2. deliberante (part. pres
il senato, deliberante su le provincie da assegnarsi, riconfermata avea la numidia a metello
che fosse abolita la nobiltà. [soppresso da] manzoni, pr. sp.
preposta all'esercito comune dovrà essere governata da un corpo esecutivo e da uno deliberante.
essere governata da un corpo esecutivo e da uno deliberante... nel corpo
presta diliveranza. = deriv. da deliberare2. deliberare1 (ant.
uomini. -assol. francesco da barberino, iii-104: e quando a passar
presto che chi delibera tardi. ma da riprendere è sommamente la tardità dello essequire
. che contro alcun senatore erano deliberati da un senato. balbo, i-183: urbano
monteaperto, xxviii-941: disse lo conte da rasi: -se a voi piace, io
dibattere (in vista di una decisione da prendere). livio volgar.,
2- 134: fatte le domande da ciascuna parte, ciascuno ne prese copia
deliberando, interpretando e questionando. andrea da grosseto, xxviii-210: meglio è lento giudicatore
due volte deliberò. e così noi, da che averemo deliberato, co la grazia
loro. -intr. francesco da barberino, ii-22: pensa voler insieme
della coscienza che deve deliberare sulla condotta da seguire. 4. scegliere,
. - anche assol. bartolomeo da s. c., 2-3-6: in
? 9. intr. seguito da una prop. finale (con soggetto
prop. finale (con soggetto diverso da quello della prop. reggente).
. 10. intr. seguito da un infinito (con, e anticamente
: ha valore rafforzativo. bartolomeo da s. c., 128: parvegli
di combattere immantinente con antonio. francesco da barberino, 342: veduta lei,
quelle intollerabili e eterne pene. giovanni da samminiato [petrarca], ii-396: io
de le parole, le quali sono state da me trapiantate nel mio poema da'buoni
deliberò nascostamente di levarselo di tomo dandogli da mangiare del prezzemolo. piovene, 1-40
di considerare per eterno, non aveva da pagare sei mesi di pigione, e quel
/ e nullo piacimento t'aio voglia da dare. g. villani, 4-21:
12. intr. (seguito da prop. interrogativa indiretta). riflettere
raunano li consillieri per diliberare che sia da fare sopra alcuna vicenda e che da non
da fare sopra alcuna vicenda e che da non fare. giamboni, 4-398:
4-398: assai fue diliberato se capitolio fosse da ardere con coloro che cesare aviano morto
o donare allo amante speranza e liberarlo da morte e aprirgli via di fare tutti
a deliberare, a qual più tosto sia da appigliarsi parte, tra l'utilità,
ha il mondo altra lite così difficile da giudicare. luchini, 89: due femmine
]: il 'deliberare'è sovente accompagnato da dubbio o da incertezza, e porta sospensione
'deliberare'è sovente accompagnato da dubbio o da incertezza, e porta sospensione di giudizio
e allora distinguesi più chiaro che mai da * risolvere '; anzi può dire
): senza niuno indugio e quasi da necessità costretto si diliberò, e disse
. vale 'risolversi', segnatamente di cose da fare; come dire: fare atto
-consigliarsi con qualcuno. bartolomeo da s. c., 20-1-9: queste
* decidere, risolvere ', forse da dèlibràre * pesare con la bilancia '(
dèlibràre * pesare con la bilancia '(da libra 'bilancia'); cfr.
sez- zaia pena furono puniti. francesco da barberino, 359: trovossi ch'ella
. 5. liberare o preservare da malattie, dalla morte; guarire,
(323): giungo testé qui mandato da dio a convertire le vostre lagrime in
le vostre lagrime in riso e diliberare da morte il vostro marito. canigiani,
il quale, altra volta, roma deliberasti da simile pistolenzia colle tue divote ed efficaci
, e con coloro ch'erano invasati da mali spiriti, ed erano guariti e
mani; che se ci fusse conceduto da dio di poterle dire noi, come
disse egli, ancora saremmo salvi. mariano da siena, 36: in questo tempio
di verace sapienza, dilibera l'anima da morte.
8. esentare (da un tributo); dispensare (da
(da un tributo); dispensare (da un obbligo, da una pena)
; dispensare (da un obbligo, da una pena). novellino, vi-146
a pericoli materiali e morali; liberare da persone malevole, da molestie, da
morali; liberare da persone malevole, da molestie, da preoccupazioni. giamboni,
da persone malevole, da molestie, da preoccupazioni. giamboni, 4-68: bambillonia
al di dietro in quello tempo fue da ciro disfatta, che roma in prima dal
pregoe merlino che la prendesse a diliverare da sì malvagio periglio. dante, par
dante, par., 2-94: da questa istanza può deliberarti / esperienza,
com'ell'era stata dilibera e strana da corruzione. b. tasso, 31-44:
. b. tasso, 31-44: da lei intese, ch'amadigi solo /.
apo gli eletti spirti / mi dilivrasse da vergogna e duolo / come la colpa amor
questo fue quello che diliberò l'assedio da tebe. 10. disus.
finire, portare a termine. busone da gubbio, 141: fatto ciò, il
. - anche al figur. francesco da barberino, i-224: qui claude / sette
quanti v'erano allora, / convien che da tal tema mi dilibri. boccaccio,
colui che per privilegio aveva il dir da sezzo, così a dir cominciò.
v.]: ben direbbesi deliberarsi da un lavoro 'o intellettuale 4
/ infin che l'uno e l'altro da quel cinto, / cambiando l'emisperio
) 4 liberare ', comp. da dè-con valore intensivo e liberare 4 liberare '
addietro è impossibile. sarebbe uno sconvolgimento da cui non mi riuscirebbe di ritrovar l'equilibrio
: deliberatamente seppure senza entusiasmo, cavò da un buco molti ciottoli aguzzi raccolti il
natura sua, ch'è ragionevole, ha da fare ancora le cose sue sempre deliberatamente
fede e nelli costumi, non è da dissimulare né da trapassare, perché è scandalosa
costumi, non è da dissimulare né da trapassare, perché è scandalosa e posta
imperiale che il boiardo dice aver tradotta da ricobaldo. pascoli, i-301: mostrò
, 51: deliberatamente correva per combattere da cavaliero e non per gioco di armeggeria
cui torquato non potè mai staccarsi deliberatamente da una città ove gemeva deriso. de sanctis
deliberatario. = deriv. da deliberare2. deliberativa (ant. diliberativa
mio stato d'animo deliberativo dipende soltanto da me. 2. dir.
con solenne giuramento approvata e confermata successivamente da ciascun deputato; e questo, acciocché
: vi sarà un tesoriere anche nominato da noi. egli interverrà nel consiglio d'istruzione
loro quello che ne sentono. guidotto da bologna, 1-12: la diliberativa è favella
soggetto immagina di interrogarsi circa una decisione da prendere. = voce dotta, lat
= voce dotta, lat. dèliberàtivus (da deliberare 4 decidere, risolvere');
stefano maconi [in s. caterina da siena], vi-100: non mi
avvennero in modo così deliberato e minuzioso da aver dovuto richiedere almeno tanta forza ed
costruire. 2. che deriva da una scelta, ferma e consapevole,
o mercé, o peccato. busone da gubbio, 30: insieme quella sera
se ver trovassi che tu per altrui / da criséida fossi abbandonato, / non dovevi
di morire, ch'io non so da cui / giammai ne fossi se non biasimato
com'ella ha te schernito. giovanni da samminiato [petrarca], ii-360:
di quella libertà che tanto è stimata da quelli che hanno spiriti generosi. magalotti,
-era democratica sfegatata, -aveva un contegno da popolana e bestemmiava anche. cicognini,
sempre dopo attenta ponderazione). busone da gubbio, 117: e così pervenuto fue
deliberata fanciulla sempre la rifiutava e dilungava da sé. firenzuola, 473: e'
firenzuola, 473: e'bisogna guardarsi da animo deliberato, perché alla ostinazione non
. desideroso, premuroso. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
avea proposto. gelli, iv-47: da poi che tu se'deliberato, e all'
sono figliastri. sbarbaro, 1-120: stimandol da ciò raro uomo e degno d'invidia
servaggio coll'aiuto di dio. giovanni da samminiato [petrarca], ii-105:
faccende importanti. = deriv. da deliberare1. deliberazióne1 (ant.
argomento, la questione stessa deliberata o da deliberare. bibbia volgar.,
cardinale degli ubaldini. guicciardini, i-127: da uno popolo che è pieno di confusione
4-1-392: avviene che le deliberazioni che da un solo nascono, siano spesso precipitose.
: conveniva trovare e adottare le deliberazioni da seguire con animo sicuro. moravia,
e muove la mala volontade. paolo da certaldo, 172: quella cosa che
se ella invecchia, è odio. bianco da siena, 25: se tu
fattone qualche prova, ributtato in terra da naufragii, infine a cosenza morì. bandello
dignità e bellezza d'aspetto, modo da spender largamente e senza risparmio, e
e senza risparmio, e animo e deliberazione da farlo lietamente. pallavicino, 7-344:
troppo frettoloso in sue imprese. paolo da certaldo, 308: quando riprendi alcuno
non con orgoglio né con furore. benvenuto da imola volgar., i-32: l'
poco rilievo, ed ora gli escludeva da ogni deliberazione, adoperando in tutto di suo
con tutto ciò che non fosse disegno da rimettersi semplicemente al caso, ma di
alla mattina. nardi, ii-288: è da notare che in questa sopra detta
9. decisione, provvedimento preso da un'autorità (in partic.:
un'autorità (in partic.: da un organo collegiale); la legge
i giornalisti formare pronostici, prendendo lume da quelle votazioni, studiando gli aggruppamenti delle
fuggire il mondo, e di ritirarmi da la frequenza a la solitudine, e da
da la frequenza a la solitudine, e da la fatica a la quiete. boccalini
; decretare. s. caterina da siena, i-241: viene a voi il
, lat. deliberatiti -ónis, deriv. da deliberare 4 decidere '. deliberazióne2
de anima ', fatta condurre poi da uno architetto tedesco. = deriv
architetto tedesco. = deriv. da deliberarez. delibero (dilìbero,
, delle proprie azioni. alberto da massa di maremma, xxxv-1-361: e più
dissero. 2. non vincolato da alcuna costrizione, sciolto; prosciolto (
alcuna costrizione, sciolto; prosciolto (da una pena); liberato (da cosa
(da una pena); liberato (da cosa o persona molesta).
rive: donne e uomini e corpi diliveri da la vita di magnanimi signori, garzoni
488: xvii anni sono stata molestata da le tentazioni de la carne in questo
e l'asia le dividono, / che da niuna parte son dili vere.
la libertà. = deriv. da delibrare. delibrare (dilibrare)
dotta, lat. dèlibràre, comp. da de-con valore privativo e librare 'mettere
volgar., 1-145: non sono da udire li uomini stati in dilicamenti, s'
per ragione. = deriv. da delicato. delicanza (dilicanza)
morbidezza, mollezza. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar.
, confusione e morte aspetta. bartolomeo da s. c., 38-4-4: è
belli fiori. = deriv. da delicato (con il sufi, -anza,
martello, né morsa. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
immagine d'una sorella amata non meno da lui, che da fingai. foscolo,
sorella amata non meno da lui, che da fingai. foscolo, xiv-29: uno
questo tempo che il vasari colloca bernardino da lupino, che a saronno dipinse tanto
gioie uniche e intrattenibili. delicatezze e iridescenze da bolla di sapone. bocchelli, 1-i-221
delicatezza ma con grazia ed eleganza, da uomo colto, ingegnoso e finemente educato.
quantunque non abbia io questa volta molto da significarvi e sappia dall'altro canto la
solamente quel che conviene, e il servar da per tutto attentissimamente il decoro, suole
, di premura; azione che nasce da un animo sensibile, gentile, che
d'insinuare con somma delicatezza, lontanissimo da ogni apparenza di fame negozio, confesso
piacere, delizia dei sensi. bartolomeo da s. c., 62: anche
è allevata, ove colei in continue fatiche da piccolina era stata. s. agostino
che non è oggi, che è corrotta da mille delicatezze e lascivie feminile, non
mille delicatezze e lascivie feminile, non da uomini. bolero, i-103: i
maschia virtù. -oggetto raro, da regalo. simintendi, 3-133: tu
, e 'l nido levato dal tetto. da porto, 1-180: alle fiere,
, e bee. s. bernardino da siena, 68: questa parte si riferisce
: questo tutto l'anno è medicamento da fare alle pecore per non lassarle diventare
nel litame! pàrt'egli avere carni da dormire a lato a sì dilicata figlia?
col viso delicato e troppo bello, da cui non era ancor sparita la rosea freschezza
ho mai mostrato il suo ritratto scolpito da desiderio: quel piccolo busto d'un
volere mangiare innanzi ora convenevole. folgore da san gimignano, vi- n-152 (18-4
e rinchiudendosi dove niuno infermo fosse e da viver meglio, dilicatissimi cibi e ottimi vini
delicatessimo. tasso, n-ii-347: invitato da lui bevvi un'altra volta d'un
è domestico e delizioso, essendo irrigato da diversi rami d'acque purissime e dolci
pur per un riso disonesto. francesco da barberino, 253: l'uomo fu
gli 'ncarchi e per fornire le bisogne da vivere, e la fenmina di natura
26-386: poi, d'ogni età, da bambini fino a decrepiti, e d'
lauro. -sm. francesco da barberino, i-241: io non vidi mai
mi aveva colpito in testa con un ferro da stiro, in un punto delicato,
/ quando è bramato assai. -sì da coloro / ch'han gli stomachi freddi
delicati di palato. svevo, 2-426: da anni amalia passava una buona parte della
torpediniere, non distinguendo un condensatore da una caldaia... non avendo insomma
. fortini, ii-476: omini più da portare sopra de li omeri loro ogni
amare fa gli òmini stolti. bartolomeo da s. c., 10-2-3: delicato
dell'avarizia eziandio lo ladrone puote. piero da siena, 8-36: ogn'altra cosa
ne vo'pregare in cortesia. giovanni da samminiato [petrarca], ii-79:
non avrebbe dovuto esser quello il sacrificio da offrire a venere. -attimo,
dilicata, e chi è giovine ha da divertirsi da giovine. -fiuto delicato
, e chi è giovine ha da divertirsi da giovine. -fiuto delicato: capacità
i-90: i suoi concetti solo erano intesi da quei più elevati ingegni, che avevano
opera d'arte: che appaiono caratterizzati da toni lievi, colori sfumati, accenti
nappi e scodelle e taglieri e vivuole da sonare e tutti dilicati lavori. vasari,
alfieri, 1-1153: quello stile che passeggia da una mano all'altra, senza ferirsi
bonsanti, 2-15: mentre l'ago condotto da una mano delicata cuciva, maria pensava
musica un gusto fine e delicato e da giovane aveva suonato il violino.
una persona). s. caterina da siena, v-196: non curarsi d'adomare
). -anche: indebolito, infrollito da un'esistenza dedita al vizio, al
un temperamento suscettibile, risoluto, e da temere in alcuni momenti. foscolo, xiv-241
giovenetto infame; siila questore, da mario detto delicatello, c. cesare perpetuo
delicature, certe smancerie che si usano da certi uomini per segnalarsi dagli altri,
d'arte non si dimanda, perché da un busto muto di un'animata statua fuori
d'un pezzo. = deriv. da delicato. delìcia e deriv.
sione ', deriv. da dèlicère 'allettare, lusingare '(v
dell'insonnia. = deverb. da dilicare. delimare, tr.
di marmo di vario colore, terminate da un fregio squisito che delimita tutt'intomo
rete che delimita i luoghi della pazzìa da quelli della saviezza è stesa come un colossale
, lat. tardo delimitare, deriv. da limès -itis * confine '.
storiche », delimitate cronologicamente e contrassegnate da un concetto o da una rappresentazione generale
cronologicamente e contrassegnate da un concetto o da una rappresentazione generale o dalla figura di
o dalla figura di un personaggio o da altro simbolo, sono partizioni di uso mnemonico
un passaggio tra i reticolati, delimitato da paletti, che portava al mare.
lat, tardo dèlimitàtió -snis, deriv. da delimitare * delimitare '. delineaménto
avvenne in molti libri poc'anzi inviatigli da macao; e al delineamento delle figure geometriche
, sappiate ch'il difetto è provenuto da questo, che il pittore non ha possuto
la pittura. mascheroni, 8-4: sol da sé nasce il circolo; né prima
della società. leopardi, ii-545: da questi discorsi si raccoglie essere un sostanziale
dell'orchestra, lunghe e nervose, da mago che fa nella penombra le evocazioni.
, la fronte alta nascosta sulle tempie da due bande di capelli neri finissimi: sotto
annunciarsi, incominciare a palesarsi, apparire da indici sicuri (un evento, anche
2-456: ebbe per un istante l'occhio da sognatore come se gli si delineasse in
dotta, lat. dèlìneàre, deriv. da linea 1 linea '. delineato
duramente delineate con matita turchina chi sa da chi. -ant. inciso,
campanella, i-360: avendo il poeta da dipingere la guerra tanto verisimile..
all'argante del tasso delineato in parte da mesenzio stesso, siccome la sua clorinda
, appena seppe che il lavoro era delineato da cima a fondo, tanto fece e
, la storia della filosofia, delineata da aristotele, si trova consistere più che
in altro in una rapida rassegna critica da servire di propedeutica al suo sistema. c
lat. tardo dèlineàtió -ónis, deriv. da délinedre 'delineare '.
moltitudine di gente / videro intanto trapassar da un lato, / quegli dicea siveno,
pazzo. montano, 201: vuoi far da mezzano alla moglie, delinquente, vigliacco
distinto due sorti di peccati, una da rimetter e l'altra da ritenere, che
, una da rimetter e l'altra da ritenere, che perciò convenga saper de
rapine... non dipendono tanto da un mutamento dei caratteri, quanto da
tanto da un mutamento dei caratteri, quanto da un sistema più razionale di marcatura del
, lat. tardo delinquentid, deriv. da dèlinquère 1 venir meno al dovere '
questo modo di essere dei partiti è da ricercare nella deliquescenza delle classi economiche,
del paese. = deriv. da deliquescente. deliquio, sm.
molte condizioni morbose e che è determinata da un diminuito afflusso di sangue ai centri
petrarca disprezzi tanto segnalati, che sopraffatto da un deliquio d'animo grandissimo, tramortito
, xv-404: per la prima volta da che vivo ebbi un deliquio: mi
che ultimamente a roma era stato colto da un lieve deliquio nella sala di chimica,
la femmina. = deriv. da deliquio. deliraménto, sm.
istu- pirmi. = deriv. da delirare; ma già nel lat. tardo
romo- rosa e congiunta a tanta fatica da moverle persino i fianchi, alla posizione
. d'annunzio, iv-2-713: consunto da una passione disperata, venne a venezia
accaduto di vedere un infermo, compreso da una ardentissima febbre maligna, per cui
, per cui, accesogli il celabro da que'boglienti spiriti del sangue distemperato che
, 5-9: fu una certa femina decrepita da lui chiamata acco la quale (e
, stiracchiati, sbertucciati in malo modo da romperli. bocchelli, 12-60: e
, i-51: questi, che distillar da greca vite / su posilipo aprico aurei liquori
ch'io mi credeva, di che ha da fremere e delirare? stolta ch'io
non avrebbe, signore, un piccolo obolo da dare a una donna che è stata
/ disse « lo 'ngegno tuo da quel che sole? ». boccaccio,
dotta, lat. delirare (comp. da dè-con valore di allontanamento e lira 1
poesia ciò che in poesia non s'ha da mettere, a dirit tura
qualche volta dalla bile e qualche volta da un sangue sottile effuso per cerebro,
sottile effuso per cerebro, o da altra causa. p. della valle,
delirii nella malattia, o di quelli da me veduti in altrui. redi, 16-ix-322
giù dal balcone. svevo, 2-537: da parecchie ore il delirio di amalia non
i miei severità di fati. / da mantice fabril tu spremi i fiati,
delirio, non falsità che non potesse da loro mettersi in versi con isperanza di
se quella persona era morta e sepolta da lungo tempo? bacchelli, 10-85: quel
, 1-178: quest'inumana ha voluto liberarsi da due che invigilavano forse a i deliri
un continuo delirio, inesprimibile quanto incredibile da chi provato non l'abbia. foscolo,
espressione poetica o artistica o musicale creata da una sfrenata fantasia, al di fuori
di scrivere, e ardo invece di adorar da vicino, e mostrare e sfogare,
e senso d'arte, a passare da una rappresentazione dell'* africana '
danza, aiutata dall'insurrezione dell'orchestra e da uno scenario cruento, sbocca in furore
pubblico, levato in piedi, applaudiva da quattro minuti freneticamente, e voleva l'
: pochi stocchi d'erbaspada / penduti da un ciglione / sul delirio del mare.
, lat. tardo delirium, deriv. da delirare 'delirare '.
finestra. carducci, 102: ahi, da la morte l'ultimo suggello / ebber
la contessina parve come svegliarsi di colpo da quello stato di traso- gnamento deliro in
di traso- gnamento deliro in cui versava da qualche tempo. 2. irragionevole
dotta, lat. dèlirus, comp. da de-con valore di allontanamento e lira
dotta, lat. scient. dèlitèscentia, da dèlitèscère * nascondersi ';
i volti per quell'efferato delitto, che da due giorni teneva in subbuglio la città
, che viola una legge penale stabilita da un regime autoritario per reprimere l'opposizione
dei beni e l'esilio. benvenuto da imola volgar., i-310: lo dittatore
civilizzato che in una situazione primitiva, da delitto d'onore, rifiuta di vibrare
lasciare indizi per l'identificazione dell'autore da parte dell'autorità inquirente. migliorini [
perfetto'. quel delitto così bene architettato da non lasciare alcuna traccia e da eludere
bene architettato da non lasciare alcuna traccia e da eludere le ricerche della polizia.
apertamente ne 'l mostra il vangelo. bianco da siena, 83: in miseria giaceva
così il dono, perciocché la condennazione da un defitto procedette a condennazione, ma
procedette a condennazione, ma il dono da molti defitti alla giustificazione. boccalini,
, dal lat. délictum, deriv. da délinquère 'delinquere '(comp.
délinquère 'delinquere '(comp. da di-rafforzativo dell'idea di separazione e linquire
: egli non aveva bisogno d'imparare da nessuno cosa pensare della delittuosa pretesa dei
transilienti ed eletti di dio che passano da questo mondo alle delizie celeste. aretino,
morgante, e nel malmantile, che pur da più d'imo si tengono per le
imbrecciata ed altri simili letamai, e da per tutto le stesse delizie: buio,
padre nostro è stato giardiniere e constituito da dio custode di quell'orto famoso ch'
'l difendesse dal freddo e dal caldo e da la piova, tutto che tombe [
una casa di delizia può essere abbellita da molti edifici distaccati e sparsi per la
l'edificio. restaurato nel secolo xvn e da ròcca feudale trasformato in villa di delizia
leccornia; ornamento, tesoro. bartolomeo da s. c., 24-2-7: d'
d'ogni parte le troiane spoglie / fin da le sacristie, fin dagli altari /
, iii-15-202: il rezzonico non volle esser da meno del rivale, e rincarò la
metafore continuate, o sieno le allegorie, da noi s'adoperano di rado; né
nazione. parini, 431: che da gli occhi, dal volto, e fin
esso lui nelle delizie. 5. caterina da siena, iii-203: oimè, che
e per delicia de'bevitori, è da loro impiegata ne l'omamento de le chiese
altre fortune o sciagure. s. caterina da siena, iii-152: questo cotale sempre
tenere in delizie: tenere al riparo da ogni avversità, con delicatezza e premura;
la tenea in tante delizie che parea che da quella le nascesse la vita e ogni
tentar di sua delizia. s. caterina da siena, io: questa è la
a sé, il contento procurato alla fanciulletta da un mazzo di fiori l'avrebbe forse
plur. femm.), deriv. da dèlicère * sedurre * (comp.
via lam- bertesca? = da delizia, nel senso di * cosa squisita
tutto regno cristiano; / peroe vene da lor mano, / del paradis deliziano
fu rimossa dalle degnitadi spirituali, come da quelle del paradiso deliziano. mannelli, 32
d'acqua cristallina, la quale cadendo da una vicina rupe, con bel mormorio
che formasti a deliziarlo; tutte cose da te aspettano che a loro doni il
a deliciarci, che non ci resta tempo da pensar punto al sollievo e bene del
, lat. tardo délicidre, deriv. da déliciae 'piaceri '. deliziato
, 7-180: non vorrei né meno che da noi s'imitassero [nella pittura delle
di assai vaghe idee si potriano ricavare da quella in parecchie cose ingegnosissima nazione.
pittura. 2. in modo da procurare intenso o sottile piacere, o
alcuna distrazione; e ti giungono portate da onde sonore, tra colori e tra mormorii
questa nave casalinga, deliziosamente lenta, da darmi l'impressione che sto facendo il
ho eletto per mia abitazione sorrento, città da napoli poco lontana, tanto piacevole e
altri giardini di fiori, separati solamente da una deliziosa e vaga loggia. p
sconvolta sino alle viscere e come violentata da un delizioso segreto. fogazzaro, 5-38:
linati, 8-48: guardare un uliveto penduto da un poggetto di ancor viva erba,
ad essi pare, ma pure sono servi da loggia, così pure per modo della
e deliciosa che mai se farrìa servire da uno servo cussi brutto corno quisto.
con grazia squisita (non sempre disgiunta da atteggiamenti leziosi e da un tono manierato
non sempre disgiunta da atteggiamenti leziosi e da un tono manierato, per cattivare l'
, lat. tardo deliciòsus, deriv. da dèliciae * piaceri'; per il
): po- nemo questo cerchio uguale da ogne parte delogne dala terra.
. ant. de lonh 'lontano, da lontano '. dèlta, sm
andromeda in fondo; e lineato / è da tre lati, a foggia d'una
denso anzi irto di pesci, oscurato da nugoli di uccelli, e formicolante d'
e formicolante d'isolotti che gli fan da museruola. e. cecchi, 5-565
, fra perseo e andromeda, formata da tre stelle principali (dette anche triangolo
, elastico, molto tenace, costituito da una lega a base di rame e zinco
della foce. = deriv. da delta, n. 2.
di delta. = deriv. da delta, n. 2.
: un'altra pallottola gli aveva passato da parte a parte il deltoide destro.
. 8exxoei8f) <;, comp. da séxxa * delta 'e dal sufi
3-833: apparve il porto / più da vicino; apparve al monte in cima
, decatizzare. = comp. da de-con valore privativo e lucido (v.
tess. decatissaggio. = deriv. da delucidare2. deludènte (part
trattato, partì, a'venti, da napoli per andare alla volta dello stato
che con lodi, / ch'esser da tai delusa io sono avezza. sarpi,
o abbrucia le tue corde / se da fuoco divin non vieni accesa; / deluderai
né quella rodopea che delusa / fu da demofoonte. cavalca, 19-452: ed ingannandomi
cosa palpabile. o sarei mai dilusa da cosa fantastica? caro, 1-657: ahi
d'un giovane, stimato e tenuto da lui come fanciullo, risolse di ritirarsi
finzioni per servirsene a deludere le leggi da loro stimate le più salutevoli. alfieri,
annulla, / e ogni forza, da chi l'ha, ischiude.
conciliò con suo marito. la conoscevo da molto tempo, l'avevo veduta da
da molto tempo, l'avevo veduta da ragazza. ricordo quasi esattamente il giorno in
qualcuno, ingannare ': deriv. da lùdère * giocare '(da lùdus
deriv. da lùdère * giocare '(da lùdus * gioco ').
deludimenti diabolici. = deriv. da deludere. deluditóre, v.
verso occidente. = comp. da de-con valore intensivo e lume (v.
, meno favorevole, meno bella) da ciò che si era immaginato e atteso.
occupò in modo gli estremi suoi momenti da porlo in commercio e in colloquio con gli
-snis (amobio), deriv. da dèlùsus, part. pass, di delùdere
delusivo di una meccanica totalità che sia da conoscere, ma anche da quello non
che sia da conoscere, ma anche da quello non meno tormentoso e delusivo delle «
e delusivo delle « origini », da attingere, « delle cose ». e
delusive della legge. = deriv. da deluso. deluso (part. pass
all'eroicità e al sacrificio politico: sono da un lato i delusi dell'aspirazione al
marino, 267: [i cani] da la mutata pelle / errarono delusi.
le palme tendo, / e sol da lunge i miei tetti saluto.
tal suo stato era però continuamente percorso da fremiti, 0 meglio spasimi, che
che tutte [le ville] fin da lungi appariscano sontuose più assai del vero
del volgo. = deriv. da deluso. delusòrio, agg. che
pallavicino, ii-142: la risposta data da essi al pontefice era delusoria. b
sori di soluzioni. = deriv. da deluso. demagneti?? are,
nel mare. = = comp. da de-con valore privativo e magnetizzare; cfr
e instaurando rapporti di dominio assoluto da parte dei capi politici e di cieca
capi politici e di cieca fede da parte delle masse. -anche: il regime
288: nel 48 sorsero statuti da ogni parte, egli volle opporsi alle
, avv. in modo demagogico, da demagogo. carducci, iii-24-389: egli
, gr. srjixaycoyixóf;, deriv. da 87) [xocycoyó <; '
le illusioni patriottiche. = deriv. da demagogo; cfr. ingl. demagogism (
. = formazione scherzosa, comp. da demagogo col sufi, medico -ite.
= dal fr. démagogiser, deriv. da démagogue 4 dema gogo '
della plebe... son da greci detti demagogi, e da socrate
. son da greci detti demagogi, e da socrate erano detti fuci. salvini
dotta, gr. srmctyayòq, comp. da 'popolo 'e &yoì 4 guido
antagonisti. = deriv. da demagogo col sufi, collettivo e spreg-
ercole d'este cui era stato demandato da borso il governo di modena. c.
dotta, lat. demandare, comp. da di-con valore di allontanamento e mandare 4
cruscherie gallicane! = deriv. da demandare. demanganiz? azióne,
= voce dotta, comp. da de-con valore privativo e manganese]
= dal fr. domanial, deriv. da domaine * demanio '. demanialità
al demanio. = deriv. da demaniale. demànio, sm.
1-4-47'la linea di demarcazione si protrarrebbe da benevento fino alle bocche dell'ofanto.
nero, o corniola su porfido. da tale diversità, e dalla violenza della demarcazione
. svj- { jiapxog, comp. da sripiog 'demo, popolo ', e
= fr. demargariner, comp. da de-con valore privativo e margarine *
in un grasso i gliceridi solidi da quelli fluidi a temperatura ambiente.
temperatura ambiente. = deriv. da dentargarinizzare; cfr. fr. démargarination.
= fr. dématerialiser, comp. da dé-con valore priva tivo e
l'aria. = deriv. da dematerializzare. demattare (dematare)
démdter (nel 1680), deriv. da mdt 'albero della nave '; cfr
bela vita. = comp. da de-con valore rafforzativo e menare (v.
] mondo. = deriv. da demenomare. demenomare, tr. e
e demenemare. = comp. da de-con valore rafforzativo e menomare (v
: attendevano a lui, percioché già da lungo tempo gli avea dimentati con le sue
, lat. tardo dementare, deriv. da dèmens -entis * demente '.
e mi sembra, pensandola, dementata da dolori e stenti, morti e perdite,
di samaria. = deriv. da dementare. demènte, agg.
sm. e f. che è affetto da demenza; privo di senno,
di senno, pazzo. francesco da barberino, 11-375: il demente /.
che è segno di pazzia; che nasce da una ragione sconvolta (parole, gesti
, lat. dèmens -entis, comp. da de-con valore privativo e mens -entis '
e profonda, / non maculata mai da insipienzia. garzoni, 5-12: tutti medesimamente
mente / tutte le voglie che avevo da ragazzo. moravia, viii-258: fui.
stelle e la luna non si rimasero da ridere un riso di demenza sopra le miserie
, discorso insensato, stolto (nascendo da una mente sconvolta, da una ragione
(nascendo da una mente sconvolta, da una ragione turbata); manifestazione demente
della morale;... credersi dispensato da essa, osservando esteriormente alcuni di que'
dotta, lat. dèmentia, deriv. da dèmens -entis 1 demente '.
, 5-53: sforbiciano e cuciono ai banchi da sartore. d'una soltanto, grassona
per venir meno. = deriv. da demergere. demèrgere (ant.
agire, operare indegnamente (in modo da non meritare la stima, la simpatia
buti, 2-375: se fussemo necessitati da le influenzie del cielo, non aremmo
che abbia demeritato o in che sia mutato da quello che 10 era due anni
ho demeritato della tua fiducia tanto da farti pentire? tornasi di lam
cantù, 48: allora abbandonata da esso, ove ricorrerai? allo sposo ingannato
meriti e i demeriti procedono più tosto da la volontà che da l'intelletto. galileo
procedono più tosto da la volontà che da l'intelletto. galileo, 3-1-302:
24-102: soli dunque portiamo con noi da questo all'altro mondo, come cosa
in tutto è nostra, i meriti da premiare, e i demeriti da punire.
i meriti da premiare, e i demeriti da punire. metastasio, i-191: dunque
stesso infelice, e non tragediabile, da chi che si fosse, non che
chi che si fosse, non che da un'inesperto autore per primo suo saggio.
lat. tardo dèmersió -snis, deriv. da dèmersus, part. pass, di
fibre nervose. = comp. da de-con valore privativo e da un derivato
= comp. da de-con valore privativo e da un derivato di mielina (v.
). demilitarizzare, tr. eliminare da un territorio gli apprestamenti bellici e le
imposta generalmente con un trattato, da stati vittoriosi o più forti a uno stato
del demistificare. = deriv. da demistificare. demitizzare, tr. [
) { zioi>pyixó <;, deriv. da oupyòi; 'creatore, ordinatore '
del signor didaco? = deriv. da demiurgo. demiurgo, sm. (
propriamente 'lavoratore pubblico'(comp. da * popolare'e gpyov 'opera').
modellato su aristocrate), deriv. da démocratie 'democrazia '(cfr. democrazia
gioii tti. = deriv. da democratico. democraticità, sf.
inferiore). = deriv. da democratico. democràtico, agg.
la regina dunque, la quale ha da reggere l'umana società in tutte le repubbliche
, la buona compagnia non è più da sperarsi. nido eritreo, i-108: