ciò fu fatto per guadagneria. andrea da barberino, 1-263: levava boce che
il cattivo augurio '(comp. da ab-che indica allontanamento e omindri: da ómen
da ab-che indica allontanamento e omindri: da ómen 'presagio'). il termine
. nel senso di 'esecrare, allontanare da sé come cosa empia * (cfr
due anni, così abominato e dispregiato da ogni persona, sempre pareva più costante e
redarguita, sommamente esecrabile e fieramente abbominata da dio. monti, 22-329: non
queste cagioni... non sono da vituperare, ma da escusare e di perdono
. non sono da vituperare, ma da escusare e di perdono degne; le
masuccio, 234: il vertuoso figliolo da la abominazione del fatto isdignato e turbato
, ii-588: aveva i sensi come flagellati da una abominazione che fosse entrata nella sua
l'uomo che in quella si sommerge da ogni virile generosità e fallo simile a'
illuminar la mente del marito e levarlo da così abominevol peccato. idem, 1-19
: era in fatti corrotto a segno da più di un secolo nella nostra italia
2 7: [gli alberi] hanno da sé soavissimi odori; e questo [
; e questo [l'uomo] ha da sé abominevoli fiati. passavanti, i-201
/ e 'n somma ognun che 'n qua da calpe siede / barbaro è di
poi senza difetto. = deriv. da abominare. abominosaménte (abbominosaménte),
quasi « senza origini » ovvero « da sé nati ». cattaneo, ii-1-52:
dai lecci e dai sugheri anziché provenuti da altra terra o da altra gente.
dai sugheri anziché provenuti da altra terra o da altra gente. d'annunzio, v-1-472
(cioè * originario '), da cui pare invece indipendente. gli antichi
dall'agg. lat. * laburneus, da laburnum; quell'abborrimento, in
detestabile; orribile. = deriv. da aborrire. masuccio, 267: gli
; de = deriv. da aborrire. testare profondamente (con
di filosofia, tutte aborrenti e partite da questo uso forense. grandemente lo enorme peccato
peccato..., non gli parve da esalibro delle segrete cose delle donne [
tratto di no. guicciardini, aborrentissimo da quelle operazioni. castiglione, 247: 1-23
onesto, il giusto; odio estremo da ogni disonestà. gioberti, ii-246:
cristiana è amatrice del vero, e aborrente da ogni ombra me stesso. g. gozzi
: son zuffa, si trovò circondato da eserciti e condottieri bramosi infiniti coloro i quali
., della schietta natura, aborrente da ogni giogo e da ogni sdegnosissima ch'ella
schietta natura, aborrente da ogni giogo e da ogni sdegnosissima ch'ella è di quanto può
nel numero rossore e rimorso e pentimento da restaurare in sé quella de'miei amici altro
perpetua ci fa smanire = deriv. da aborrire. sovente la ragione ed
abborrevoli abbastanza. tommaseo-rigutini, col da par che voglia significare segnatamente la ripul
, par che = deriv. da aborrire. abona dalla vista di
modo ripugnante, che meglio si congiunga al da, all 'il la seconda. giusti,
transazioni. idem, ii-8-157: la celebrazione da loro fatta in aborrimento ad alessandro
). per tutta la vita, da ogni fatica ed applicazione. c. gozzi
ci è troppa gente, ed io abborro da sì fatte pubblicità. pellico, 214
, tremare di freddo, inorridire': da cui horror 'orrore'). nella cit.
contaminati altari / aborriti lassù non sien da noi, / che siam pur sì pietosi
non serve; / abbonito e temuto da chi regna, / non men che
, avverso, ostile. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
rassegnazione. = deriv. da abortire. abortire, intr.
[le] parole salgono alle labbra da sé così languenti che vi si spengono appena
formato; prematuro. zanobi da strada [s. gregorio magno volgar.
vitello. marino, 14-37: le fu da tanta doglia il cor trafitto, /
dal ventre della madre sua. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar
. non può trovarsi se non indebolito da due aborti così presto avvenuti. vallisnieri,
e sparuto, forte si maravigliò come da uno, per cosi dire, aborto della
i quali non hanno gagliardia né presenza da farsi largo nel mondo. negri,
mai visto. tecchi, 8-18: da quell'esserino brutto e quasi ripugnante..
esserino brutto e quasi ripugnante... da quell'abor- tino era venuto fuori a
. = lat. abortùs (da aboriri 'perire ', e anche 1
grasso vi sia. = deriv. da amoscino (v.), per dissimilazione
di leda. la quale fu fecondata da giove sotto forma di cigno, onde ella
, onde ella generò due uova, da uno dei quali uscirono castore e polluce,
non eran nulla. = deriv. da abracadabra (come part. pres. di
o delle mucose, prodotta in genere da trauma di lieve entità. a.
. perf. di abradère (comp. da ab e radire).
magica = lat. ab ovo, da un'espressione di orazio. cfr. panabraxas
gli idolatri. = deriv. da abraxas. abreagire, intr.
alla coscienza. = deriv. da abreagire. abrenùntio (= rinuncio
cose mondane. = deriv. da abrenunziare. abrenunziare, intr.
e intra voi gli dividete, però che da ora abrenùnzio al secolo, e
lat. eccles. abrenuntiàre (comp. da ab e renuntiàre * rinunciare '
e cognosciamo come conseguentemente e ragionevolmente da tali principi e fondamenti vennero a
dotta creata dal rampoldi (1911), da abro. abro, sm.
= voce dotta diventata internazionale, coniata da prospero alpino (1553-1617) e accettata
prospero alpino (1553-1617) e accettata da linneo sul gr. à (3eóg
elettorale. = lat. abrogare composto da ab-privativo e rogare 'promulgare '.
una legge promulgata, benché poi abrogata da dio, non può ridursi ad abito naturale
, ligusticus, ligustinus, agg. derivati da ligus -uris. abròtano (ant
è di color d'oro: nasce da se medesimo, e con la punta
medesimo, e con la punta sua da sé si propagina. idem, ii-178:
, giova, ponendolo nel luogo affetto da interna doglia. marino, 6-126:
ad andamento semicircolare o poligonale, coperta da una volta a calotta (catino);
, separata dall'abside di questa solo da una stradetta lastricata che pareva un cortile
. àijng -i8og, deriv. da focxco 'connettere '. nel significato di
. = voce dotta recente, derivata da absintio (v. as
[plinio, 14-19), deriv. da absinthium * absintio '(v
gr. à (3oi>àxa, comp. da a-privativo e pouà ^ j 'volontà
plur. m. -ci). affetto da abulia, incapace di volere.
le ironie. = deriv. da abulia. abumbrare, tr.
di vime di quercia. = deriv. da abusare. per lungo abuso sopra il vecchio
: già = deriv. per metatesi da arbuto * corbezzolo * (laabusióne,
: considera come alcuni sono tanto lontani da sì pio senso, ch'anzi si abusano
volentieri colla mi'stella? io, da primo restai un po'abusato, ma poi
abùsus * consumazione, uso eccessivo ', da abùtor (composto da ab e ùtor
eccessivo ', da abùtor (composto da ab e ùtor 1 uso, adopero '
allo zafferano. carducci, 1069: da quel verde, mestamente pertinace tra le
un silenzio strano..., da quei bianchi grappoli che parevano corimbi di
. ojetti, i-558: per la carta da lettere, ecco un astuccio d'acagiù
numerici. = comp. da a-privativo e lat. calculus 'calcolo *.
di ampio ombrello, con bocca circondata da labbra frangiate, che fluttuano delicatamente nell'
lat. scient. acanthaceae, deriv. da acanthus (vedi acanto).
pallido come colto al matutino / è da sera il ligustro o il molle acanto.
dal gr. óócav&os (deriv. da ócxav&oc 'spina'). cfr. isidoro,
. acanthocephala, voce dotta, comp. da &xav&oc, spina e xé parte cartilagineo; le aperture branchiali protette da opercoli; la cute coperta da spesse protette da opercoli; la cute coperta da spesse squame ossee rivestite di smalto; zool. superordine di pesci teleortei caratterizzati da pinne dorsali e anali con uno o dall'orga nismo non accompagnato da un aumento pro porzionale nella . = voce dotta, creata da mosso (v. acapnia2). quel che si dice comunemente polvere (da sparo) senza fumo-, ma solo dal gr. óbcoctcvo?, comp. da &-privativo e xontvóc 'fumo '. dermatosi dell'uomo e degli animali causata da acari (la più comune nell'uomo scabbia). = deriv. da acaro. acariòsi, sf. . bot. malattia delle piante prodotta da acari. = deriv. da acaro da acari. = deriv. da acaro. acaro, sm. entom
in forma umana. botta, 4-613: da sardegna essere venuta [la peste]
essere venuta [la peste], da navi e soldati spagnuoli appiccata.
dosso macula di peccato. s. caterina da siena, 2-145: credo, la
appiccato della sua cattività. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
il fuoco). 5. bernardino da siena, 220: batti, batti,
, se vuole, vi potrà servire da amico al campo. idem, ii-193:
per conseguenza senza quattrini. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
con altre care pietre assai. zanobi da strada [s. gregorio magno volgar.
, ovvero s'appicca, si leva da basso e ponsi in alto. sacchetti,
l'appiccarono a uno arbore. zanobi da strada [crusca]: egli vide lo
i molti peccati. s. caterina da siena, 2-14: il quale [creatore
del mondo, perché lui vuole uomini spiccati da ogni cosa terrena. vuole soldati gagliardi
16-63: questo notaio guardò di levare costei da dosso a'suoi parenti, ed appiccarla
l'appiccavano anche a vocula, se travestito da schiavo, di notte, cheto non
continua fatta nella cute de'nostri corpi da questi soprammentovati bacolini. imbriani, 2-151
sm. ant. ciò che è composto da parti attaccate insieme. buommattei,
a sinistra. = deriv. da appiccare. appiccativo, agg. ant
era raffigurato appiccato a un albero e trafitto da uno stile lungo come uno spiedo.
vogliono appiccare. = deriv. da appiccare. appiccatura, sf.
mi venne fatto di cavare un senso da quel viluppo di lettere. d'annunzio,
cento- gambe. = deriv. da appiccare. appicciare, tr. {
-figur. iacopone, 15-19: como da tene a mene fo appicciato amure,
. attecchire. iacopone, 88-49: da puoie che [l'albero] lo frutto
il misero salustio mezzo morto; quale da loro cognosciuto, subito corno cani da
da loro cognosciuto, subito corno cani da presa l'appicciomo. 5.
algarotti, 1-243: la varietà ha da nascere dalle modificazioni diverse del medesimo soggetto
modificazioni diverse del medesimo soggetto, non da cose che al soggetto si appiccino,
è voluta tutta a nettare quella materia da ciò che ci aveva appiccicato la mala fede
: un personaggio che improvviso si presentò da una porta ebbe per effetto di appiccicare l'
persona importuna, fastidiosa, insistente, da cui non ci si riesce a liberare.
- anche al figur. busone da gubbio, 102: un giorno lo re
se no l'è una tale appiccichina da averla ogni momento per la casa.
. di persona fastidiosa, importuna, da cui non ci si può liberare.
indivisibili o meglio lui non si staccava mai da me, tanto che spesso ero costretto
la scienza. = deriv. da piccino (v.). appiccinito
spinadipesce). = deriv. da picciolo (v.). appicciolato
repubblica di firenze, 1-91: se da qualcuno fussi richiesto, potete dolcemente rispondere
appicco, come se ne foste ricerco da qualcuno, a chi s'appartenesse. idem
, tal costume gli servirà per appicco da riprenderlo ne'suoi falli maggiori. l.
se vi trovo appicco, / e da far bene e presto il fatto mio,
di buono, non ebbe aiuto da coloro da'quali lo sperava: intendendosi
i-35: difettosi alfine quei che derivano da una particolarità accidentale e indifferente, da
da una particolarità accidentale e indifferente, da una circostanza momentanea, da un appicco
e indifferente, da una circostanza momentanea, da un appicco soverchiamente lontano, da una
, da un appicco soverchiamente lontano, da una opinione falsa. manzoni, 946
commettere certe imprudenze pensate... da dare appicco a certe calunnie più ambite
dare appicco a certe calunnie più ambite da essa che verisimili. b. croce,
delle rupi vicine. = comp. da a e picco (v.).
loro podere. = deriv. da appiccólare. appiccolire e appiccólare (
garruli augelletti. = deriv. da piccolo (anche picciolo).
. capellano volgar., i-109: da ciascuno lato uno adorno cavaliere avea per
: venimmo al piè d'una torre al da sezzo. m. villani, 10-64
e malaria. = comp. da a e piè (piède).
. milit. abbandono dei cavalli, da parte di truppe di cavalleria, per combattere
a piedi. = deriv. da appiedare. appiedare, tr. (
tr. (appièdo). far smontare da cavallo i soldati di cavalleria (per
piedi). -al rifl.: scendere da cavallo, abbandonare il cavallo.
a piedi. = deriv. da piede (v.).
di appiedare), agg. smontato da cavallo. -per estens.: costretto ad
.. perch'è stata grande novità da notare. petrarca, 153-9: dir se
a pieno. = comp. da a e pieno (v.).
provenz. apleit 'vomere '), da applicltum, part. tardo di applicare
. ¦ = deriv. da appigionare. appigionante, sm. e
appigionare o vendere. = deriv. da pigióne (v.); cfr.
affinché si conosca che quella casa è da affittarsi o appigionarsi. tommaseo-rigatini,
, 4-149: ma queste son tutte parole da lettere d'appigionasi. idem, 4-266
3-17: a me affermò uno lavoratore da bene, che ogni innesto s'appiglia.
appiglia. d'annunzio, iv-2-1139: da quel viluppo un lento bene si generava come
certamente l'ambizione è un vizio splendido e da cuori grandi e magnanimi, e ne'
loro il bene, nondimeno, invitati da l'appetito, lasciano il bene e
scienza. guiducci, i-270: lasciando da banda e queste e somiglianti opinioni degli
al peggior m'appiglio. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
, dopo la nata discordia. francesco da barberino, i-193: un altro è che
5. accapigliarsi, contendere. francesco da barberino, i-271: e sono alquanti [
, occasione; cavillo. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
darci noie. = deverb. da appigliate. appigrirc, intr. con
ch'io patisco. = deriv. da pigro (v.). appillottare
gli parevano appena villaggi di mezza spanna da appinzarsi e tirarsi su con due dita.
appinzare), agg. punto (da un insetto); pinzato.
schegge, schegge ed ossa, arate da un erpice spietato e una cenciaia appinzata ai
un ragno velenoso? = deriv. da appinzare. àppio1 [àpio)
il fusto alto una spanna, che nasce da picciola radice: attorno al quale sono
provoca i mestrui... ma è da avvertire, che non ci ingannassimo,
, rossi, sottili e poco alti da terra; le sue fiondi sono simili a
di leggieri. = comp. da a e piombo (v.).
di zelo. = deriv. da pioppo (v.).
molto appioppati. 2. sostenuto da pioppi (detto delle viti).
alcuni altri, ai quali è più da esser creduto, che mangiato questo apio
hawi il così detto riso sardonico prodotto da spasmo dei muscoli della faccia: e
(m'appisolo). essere preso da forte sonnolenza, addormentarsi di un sonno
s'appisola. = deriv. da pisolo (lat. pènsilis 'pendente '
famosissimo urbano. = deriv. da applaudire. applaudire (ant.
g. bentivoglio, 4-103: esaltavasi da ciascuno di loro [degli eretici] la
gridava, applaudiva ad alcuni deputati che da quei balconi aringavano. ojetti, ii-300
ojetti, ii-300: chi l'aveva udita da giovane e pel ricordo e pel confronto
: voi, invasato dall'applauso fattovi da una moltitudine spregevolissima, non mi volete
. panzini, iii-384: scrosciò l'applauso da tutte le manine. ojetti, ii-19
applauso unanime era preceduto per alcuni secondi da approvazioni isolate, non scoppiava d'un
, non scoppiava d'un colpo come da noi. barilli, 3-12: gli
con molto applauso e guadagnati dei danari da caricarne un mulo. l'aurora,
applicabile, rimane ancora una lunga pena da scontare. applicabilità, sf. l'
di pittura più grata, né più da vedersi volentieri, che quella che ne
e devoti. = deriv. da applicare. applicare, tr.
àpplichi). porre sopra in modo da far aderire, mettere a contatto, far
bencivenni [crusca]: faremo uno impiastro da poterlo applicare sopra le mammelle. g
ed ha la forma di una macina da mulino, si rotondeggiano. marotta, 1
titoli che non aveva mai udito applicargli da altri, senza interrompere in fretta con
, e gli avvezzavano con tutta diligenza da fanciulli. baldinucci, 1-61: fino al
aveva applicato le sue idee e aveva agito da furbo. piovene, 2-107: senza
quando anche le paresse che fusse cosa da non ci applicar l'animo. marino,
. baldinucci, 2-5-49: questi, avendo da fanciullo applicato a queste arti,.
il mio spirito era troppo agitato, da potersi applicare a qualsiasi lettura. leopardi,
studiare con diligenza '(deriv. da piicàre). il significato del n.
dell'anno. = deriv. da applicare. applicativaménte, avv. disus
applicativo dell'arte. = deriv. da applicare. applicato1 (part. pass
ogni fatica. magalotti, 9-1-31: da voi spero accrescimento di affetto, per
applicate alle arti fecero in francia da trent'anni in qua. praga, viii-
20-110: voi vedete quanto vasta, da, questo apologhetto, potrebbe cavarsi
ugenio] possa benissimo aver inventato dopo da se stesso, senza alcun precedente motivo
orazione vocale ti affatica la mente e sviala da quella applicazione che tu hai fatta a
magalotti, 21-67: distratto... da altre applicazioni, le quali tutto a
quiete dell'animo, e la totale astinenza da ogni genere d'applicazione. salvini,
nel concetto di alcuno. bartolomeo da s. c., 15-2-4: niuna
, nella grazia di alcuno. francesco da barberino, 372: dee visitare la sua
i pericoli e le povertadi *. guidotto da bologna, 1-76: questa cosa.
1-76: questa cosa... da me avuta non l'hai, ché
lume maggiore. = deriv. da poco (v.).
impedirono l'appoderamento. = deriv. da appoderare: voce registr. da tommaseo.
deriv. da appoderare: voce registr. da tommaseo. appoderare1, tr.
collocarvisi. = deriv. da podere (v.).
tormenti de secreto fattigli tormentare, ognuno da per sé confessò appieno corno dal principio
il fatto passato. = deriv. da podere, variante di potere1 (v.
; cfr. spagn. apoderar, da poder 1 potere '. appoderato1 (
sf. appoderamento. = deriv. da appoderare1. appodiare, tr. [
, frazione di un comune, retto da un priore locale e godente di alcune
diretto dominio. = deriv. da appodiare. appodiazióne, sf.
loro contea. = deriv. da appodiare. appoggiacapo, sm.
sul quale viene appoggiato il ferro da stiro. = comp. dall'
cosa a un'altra che le faccia da sostegno; posare sopra; mettere a
pareva fatta apposta per non avere nulla da fare. viani, 19-322: costrinse a
iii-1-34: è maledetto chi si diparte da dio per appoggiare le sue speranze ad un
biasimava i signori. s. caterina da siena, iv-199: sicché siate colonna,
e crudel foggia / il mesto inglese da due funi eguali; / e il boia
silone, 5-169: il prete vide da lontano un vecchio signore appoggiarsi a un lampione
lampione stradale, come se fosse preso da malore. jovine, 3-225: salendo
lat. volgar. appodiàre, deriv. da podium 1 piedistallo '.
allontanare la prua della nave dalla direzione da cui spira il vento. magalotti
avrebbe portato. = deriv. da appoggiare. appoggiatèsta, sm. invar
. accostato a qualche cosa che serve da sostegno; posato sopra, retto su
comisso, 12-66: nostri arditi appoggiati da autoblindo andarono all'assalto sulla strada
facciata ed una salita di scale che da due bande salgono per trovare un piano,
della voce per la nota seguente: da ciò il suo nome. bellramelli, i-36
sia parapetto, per impedire la caduta da quell'altezza che uguagliava tutta la scalinata.
e mi v'adagiai. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
: i cavalli insonniti alternavano l'appoggio da una gamba all'altra. d'annunzio,
, 103: tale amore piglia appoggio da cento piccole tradizioni e storiette fantastiche.
gli altri caporali e conducitori, avendo da pisani ferma promessa e dalla gente loro
6. sport. piccolo attrezzo costituito da pezzi di legno duro, per eseguire
nella zona di operazione nemica, così da influire nelle operazioni offensive in corso di
, una chiusa alle sponde del corso da cui l'acqua ha da fluire, con
del corso da cui l'acqua ha da fluire, con l'obbligo di pagare
o la resistenza. = deverb. da appoggiare. appoiare, rifl.
. note al malmantile, 242: da questa voce [pollaio] noi abbiamo ancora
era sull'alto sgabello avvitatile del tavolo da disegno, e rideva conio sguardo lontano.
nell'anima. = deriv. da pollaio (v.).
4-319: appollaiato dietro di essi, da sembrare una civetta sulla gruccia, il fedele
moravia, vii-316: scoprimmo la macchina da presa, con tanta gente raggruppata intorno;
di carboni. = deriv. da pomice (v.).
corpi crescono e s'aumentano. = da apponete, forma antiquota di apporre.
infisso nel muro per attaccarvi le bestie da macello. = deriv. da apponete
bestie da macello. = deriv. da apponete, forma antiquata di apporre (
terra sul ponte di una portaerei (da parte di un aeroplano).
= fr. appontage, da pont * ponte '. appontonare1,
tr. appuntonare. = deriv. da pontone (v.). appontonare2
, popoloso. s. bernardino da siena, 251: con tutto ch'ella
prua. = deriv. da appoppate. appoppare, tr. (
in assetto cabrato. = deriv. da poppa (v.). appoppato
prenderete in proposito, per annunziarvi fino da ora che si darà premura di apporvi
suo posto che nessuno poteva trovar mai da apponergli nulla. d'annunzio, iii-2-1109:
fino all'estremo? 6. trovare da ridire, obiettare, opporsi. - anche
altro. nieri, 113: lui trovava da ridire su tutte; in tutte ci
tutte; in tutte ci trovava qualcosa da apponerci. 7. rifl.
che non avverrà più. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
, tr. { appòrto). trasportare da un luogo a un altro; portare
questa dottrina per autorità, che l'abbiate da ammettere, ma per mostrare la conformità
figlio. magalotti, 9-1-144: cose da apportar dottrina, ma non diletto o
segreti terribili, come se apportasse profezie da lontano. b. croce,
avendoli per nemici dichiarati e per persone da non potersene fidare, e che ai
questo apporterai nel mondo vostro. andrea da barberino, 1-46: lo re carlo
notizie che egli ne apporta alla disposizione da noi scelta,... si troverà
apporta. * = deriv. da porto (v.).
magalotti, 21-29: esperienze apportate da alcuni contro alla pressione dell'aria
nella sala delle sedute medianiche, provenendo da altri luoghi). = deverb.
altri luoghi). = deverb. da apportare, con l'influsso del fr.
del generale degli agostiniani, venuto appositamente da roma, la chiesa si ricominciò ad ufficiare
lo pane apposito, e quello purgare da ogni macula. 3. conveniente
, felice d'un'arte non risulta che da una facoltà apposita. leopardi, i-825
non deriva... se non da una appositissima convenzione. nievo, 656
6-9: se poi voleste osservare più da vicino la nafta che brucia, e pregustare
la terra. = deriv. da apposito. apposizióne, sf. l'
. fogazzaro, 2-356: c'è da chiedere al pretore l'apposizione dei sigilli.
, lat. appostiti -dnis, deriv. da apponère', cfr. fr.
nero lucido, decorato d'oro, tirato da due cavalli neri eguali. così eguali
tozzi, ii-169: dopo aver preso da -una tasca, fattasi fare apposta, una
l. bellini, 5-2-142: ogni materia da tagliarsi richiede uno strumento d'una sua
soldati, 1-88: mi offrì subito da fumare... le sigarette che io
farlo apposta. = comp. da a e posta (v.).
agguato, insidia, imboscata. zanobi da sfrata [s. gregorio magno volgar.
vadano sempre soli;... e da tutti gli animali, a'quali pongono
la mente che la vostra vita, da me molto da tener cara, non sia
la vostra vita, da me molto da tener cara, non sia con insidie appostata
le galline] appostate da'nibbi e da alcuni altri rapaci uccelli. machiavelli, 626
noi stessi appostato avemo un loco / da quella porta che riguarda al mare, /
lor viaggi le formicole. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
, 8-1 (231): tornato gasparruolo da genova,... avendo
la moglie era, se n'andò da lui. idem, dee., 9-3
che, impedito, non potessi essere alzato da quegli di dentro. alfieri, i-101
di dentro. alfieri, i-101: trovai da capo l'invemo, dietro cui pareva
collo apposta. = deriv. da posto (v.).
appostatamente e palesemente educazione... da falegname. = comp. di
a dito, ma spiato, appostato da una curiosità ammiratrice,... sono
in agguato. alfieri, 4-135: da uno degli appostati manigoldi quasi apertamente assalito
rimasto preso a una tagliola appostata là da alcuni contadini. nievo, 595: i
chi si mette in agguato. zanóbi da strata [s. gregorio magno volgar.
tetraggine dei muri. = deriv. da povero (v.). appozzare1
ai costoni. = deriv. da pozza (v.).
in un pozzo. = deriv. da pozzo (v.). appozzato
universo,... e appozzato da tanti laghi, che è proprio una maraviglia
buone regole. = deriv. da appratire. appratire, tr. (
o di spese de'padroni, appratirebbero da per loro medesimi. lastri, 1-4-86
poi accestisce. = deriv. da prato (v.); cfr.
buti, 2-670: la cui opera è da essere appregiata e lodata. alamanni,
. federico ii, 2-31: da la ria gente aprise / da lor non
2-31: da la ria gente aprise / da lor non si stornasse. dante,
e con parola, / per apprender da lei qual fu la tela / onde non
par., 5-5: ciò procede / da perfetto veder, che, come apprende
per suo ingegno, o ch'egli apprenda da altrui. boccaccio, dee.,
lodati et pregiati, né mai partirsi da quegli onde abbiate exempli et doctrina ad
è così semplice fanciulla / che, uscita da le fascie, non apprenda / l'
: amore, in quale scola, / da qual mastro s'apprende / la tua
amare? idem, 6-67: ella da la madre apprese, / qual più secreta
ricorrere... agli scrittori, e da essi apprendere le regole del variare e
nievo, 480: appresi maggior virtù da un'ora di colloquio con un morto
di colloquio con un morto, che da tutta la mia convivenza coi vivi. carducci
dell'occhio, ecco quanto possiamo apprendere da platone. -dial. far sapere
letter. insegnare, ammaestrare. giacomo da lentini, ii-93: e li due cori
t'apprenderò com'io potrò. francesco da barberino, n: vero è che tanto
suon di rana. dotti, iii-248: da lingue di coltelli interrogato, / con
cose, specie intorno alla religione, da stupefarlo. 5. ant. e
stato nel quale hai più che mai da temere il vizio, è quando tu lo
figur. guittone, 1-8: or da voi, che del fiore / del piacer
; ma se si abbatte in altri da lei diversi,... non gli
le lettere più ornate gli animi nostri e da loro quel salvatico diradicare ch'elle appresero
attenersi, far ricorso. giacomo da lentini, 1-48: non è da blasmare
giacomo da lentini, 1-48: non è da blasmare / omo che cade in mare
ne scostò la testa e la moveva da una parte e dall'altra, ma non
lenzuola. -figur. francesco da barberino, 382: e perciò lodo ch'
della passione d'amore). giacomo da lentini, ii-93: lo dardo de l'
amore, là ove giunge, / da poi che dà feruta, sì s'apprende
dare apprensione; temere. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
): ciò che più si apprendeva da prima]. = lat.
e intelligibile. = deriv. da apprendere. apprendibile, agg.
onde non ha alcuno apprendimento. domenico da montecchiello [crusca]: non perch'
dal 1395), deriv. da apprendi (cfr. apprendista).
di carri al maestro di muri, da quello di ferro a quello di legno
a quello di legno, senza fermarsi da nessuno e senza concludere niente. marotta
.. assistere all'uscita delle apprendiste da una grande sartoria. 2
manca di proprietà. = deriv. da apprendere', cfr. fr. apprenti (
giornalisti ». = deriv. da apprendista; cfr. apprendisàggio. apprenditóie
apprendere, imparare facilmente. domenico da montecchiello, 93: gli è tutto desiderabile
: possono le cose essere apprensibili ciascuna da sé, ma la serie de'ragionamenti di
un movimento d'appetito, che discende da alcuna apprensione, ovvero cognosci- bilitade.
di ansietà, di inquietudine (determinato da timore vago e impreciso, dall'oscura
salvini, 30-1- 134: non da dolori, non dalla terribile apprensione di morte
giovane, invece, non riusciva a liberarsi da una apprensione di peccato sotto l'amore
vedersi sola. soffici, ii-128: da anni e anni esse vivevano in un'apprensione
al momento di salutarci; apprensione che, da parte sua, ha della gravità e
mistero, mentre io sono trattenuta soltanto da questo bruciante enigma che lui rimane per
caratteristiche sensibili. = deriv. da apprensione. apprensiva, sf.
, purg., 18-22: vostra apprensiva da esser verace / tragge intenzione. passavanti
boccaccio, viii-2-141: e poi da queste virtù sensitive è trasportato [l'
la ragione e a'sentimenti. domenico da montecchiello, 86: e siccome è in
avvisarti. sbarbaro, 4-34: bersagliato intorno da sguardi apprensivi o riprovatori, allargai le
in appezzamenti. = deriv. da appresellare. appresellare, tr.
un terreno. = deriv. da presella (v.).
menava uno scudieri. s. bernardino da siena, 215: fu apresentato a
presenza; presentarsi, comparire. francesco da barberino, 5: madonna, i'ho
la più gente /... / da mia parte t'appresente, / e
chiara gemma /... o qual da dotta mano / in ebano commesso,
ti maravigliar; ché ciò procede / da perfetto veder, che, come apprende,
. 6. figur. preso da una passione, che è preda di
ella. caro, 12-1546: allor da mortai gelo il corpo appreso / abbandonossi
, per l'appressamento e dilun- gamento da esse. galileo, 3-1-418: l'appressamento
, più m'appresserei all'altro. francesco da barberino, 3: ma pur,
gli occhi miei / la luce che da lunge gli abbarbaglia. boccaccio, i-39
gl'incanterò e farògli morir tutti. zanobi da strata [s. gregorio magno
m'appresso, / che col corpo da te più m'allontano. metastasio, 1-4-191
buoi ed alla vigna e ad ogni albero da frutto se vi si lasciano appressare.
né forza, né volere. bartolomeo da s. c., 21-3-9:
appressarmi al mio disio, il quale dentro da voi serrato ritenete? scala del paradiso
meglio della loro sciocchezza, cadreste subito da ogni vostro immaginato piacere. tommaseo,
. per estens. accoppiarsi. francesco da barberino, 223: quando [i due
più udirai di lei delle cose meritamente da biasimare, tanto più, lei a
s'appressa. = deriv. da presso (v.). appressato
. accostato, vicino. andrea da barberino, 19: erano le schiere appressate
, nelle vicinanze. francesco da barberino, 373: ancora, quando gli
se alcuno conoscesse quel ribaldo. paolo da certaldo, 126: se ài femine in
paura tuttavia. s. bernardino da siena, 194: io vego colà oltre
rispetto ad altre persone). francesco da barberino, 372: dico che questa donna
cosa, appresso a dio. paolo da certaldo, 156: molto dei amare
initiatus. 8. tra, da, presso (un popolo, una nazione
, ai loro costumi). bartolomeo da s. c., 109: quello
che [s. girolamo] può da dio impetrare grazie appresso a qualunche altro
è d'arrighetto mio padre. andrea da barberino, 1-76: così giurò don chiaro
d'argento appresso di mille marchi. andrea da barberino, 212: chiamò un suo
'l consiglio di colui ch'avea detto dinanzi da lei. malispini, 1-12: appresso
, di notte scura entrarono. francesco da barberino, ii-243: tu che ti lavi
mia mente, la quale fu chiamata da molti beatrice. idem, inf.,
chi e'fossero. s. bernardino da siena, 960: e inde apresso
: -or cosa aggiungo a queste / fatte da me, ch'a me non meno
: di sette talpe, le quali da quattro giorni fa son partite dal fondo
poi (in relazione con la prep. da). m. villani, 3-9
. m. villani, 3-9: da quell'ora appresso il detto messer luigi
il vii mio secol mai. [sostituito da] manzoni, pr. sp.
macario lo condusse seco la sera appresso da annetta. 16.
: prende l'arco pian pian, da l'erba sorge, / e 'l miglior
forse il cuoco, che gli abbia da stagionare e da apprestare cibi? cattaneo,
, che gli abbia da stagionare e da apprestare cibi? cattaneo, iii-4-280:
4. ant. affrettarsi. francesco da barberino, i-161: e colui che non
= lat. volgar. adpraestare, da praestus * pronto \ apprestato (
commensali parasiti. = deverb. da apprestare. apprettaménto, sm.
con l'appretto. = deriv. da apprettare. apprettare, tr. {
operazione dell'apprettatura. = deriv. da apprettare; cfr. fr. appréteur *
appretto ai tessuti. = deriv. da apprettare. apprettatura, sf. tess
applicazione dell'appretto. = deriv. da apprettare. apprètto, sm. tess
risultati apprezzabili. = deriv. da apprezzare. apprezzaménto, sm.
; reputare, aver caro. bartolomeo da s. c., 3-5-12: la
quando con perseveranza è accompagnata. francesco da barberino, ii-348: discerne [la discrezione
: discerne [la discrezione] pruni da fiori: / li primi gitta e gli
sia la dignità di questa arte, da tutti gli uomini apprezza tissima.
d'un libro, il cui valore dipende da considerazioni scientifiche od estetiche. =
sec. xvi), deriv. da apprécier 'apprezzare, valutare; assegnare il prezzo
lat. tardo appróbatòr -óris, deriv. da approbare * garantire, approvare '
dentro ritenne l'approbazione, subitamente fu da amor passionato e preso. savonarola,
: questa opera ha avuta tanta approbazione da tutto il mondo, e è ora
frequenti approcciamenti. = deriv. da approcciare. approcciare, intr.
dal lat. tardo appropiare, deriv. da prope * vicino, presso '.
iii-968: dopo qualche minuto di silenzio da parte vostra, tentate un approccio.
vera causa. = deverb. da approcciare; cfr. fr. approche (
.. quella bella regina bionda illuminata da un sorriso inestinguibile. approdare1, intr
, x-2-15: ma tu, che approdi da quel mar di pianto, / che
. i e chiama, chiama, se da tameriche, / se di britannia,
, / se di britannia, se da l'arsa africa / alcun di sua tragica
alcun di sua tragica prole / spinto da morte le approdi in seno.
l'approdò. « = deriv. da proda (v.).
prode. = deriv. da proda (v.).
, subito. = deriv. da prode * interesse, utile '.
approdi insperati. = deverb. da approdare. approfittare, intr.
insegnamenti. = deriv. da profitto (v.).
, non chiamato ad essa chiaramente da dio, non assodato, non approfittato.
a null'altro [il giannizzero] ha da pensare, che a ben combattere;
per iscoprire. = deriv. da profondo (v.).
le questioni si approfondiscono come le buche da piantarvi le zucche, i cocomeri o
. dessi, 7-147: a volte, da ragazzi, capita che certe cose si
bene approfondire. = deriv. da profondo (v.); cfr.
preparativo. = deriv. da approntare. approntare, tr.
toscana, 7-94: sono stati tramandati da loro gli ordini opportuni agli iusdicenti..
passare acheronta. = deriv. da pronto (v.).
— lat. tardo appropiare (da propius, comparat. di prope 4
de'mestrui. = deriv. da appropinquare. appropinquare, tr.
credendo che mi difendesse la sua veduta da questa battaglia, dimenticando quello che per
castiglione, 523: la luna, che da quello piglia la sua luce, secondo
dotta, lat. appropinquare4 avvicinare ', da pro pinqua 4 che sta
4 che sta vicino '(deriv. da prope 4 vicino, presso ').
tutte le maniere, e tor via da quello la massa degli umori di mista natura
con l'acqua, una di quella da messa è la più approposito col beccuccio
di circustanze naturalissime. = deriv. da appropriare. appropriare (ant.
pietro s'appropiò il tesoro. zanobi da straia [s. gregorio magno volgar
volgar.], 7-22: intenderemo da esso, da cui esso dirà,
], 7-22: intenderemo da esso, da cui esso dirà, che [job
corresse per la via della morte. paolo da certaldo, 239: e
chiunque, avendo trovato denaro o cose da altri smarrite, se li appropria, senza
, siccome lo universale diluvio fu mandato da dio per gli universali peccati. boccaccio,
posso appropriare, però che... da voi la vita tengo. masuccio,
= lat. tardo appropriare (da proprius 'proprio ', e nella
derivate, come l'avevon buone barbe da mantenersi. redi, 16-ix-416: si
, sono appropriatissime per tagliare i legnami da costruzione. ojetti, ii-554: attori e
ma sempre ogni cosa che facciamo continua da quel modo non appropriato, rimasto delle
delle barchette, che si veddero uscire da esse isole per quel mare, tutte a
proprio, caratteristico. s. caterina da siena, ii-95: venne [il verbo
conta) d'uno sforzo produttivo compito da altri, non possono da alcuno appropriarsi
produttivo compito da altri, non possono da alcuno appropriarsi ulteriormente. 2.
, poiché presuppone il possesso della cosa da parte dell'agente a titolo diverso dalla
l'opini on di varrone. domenico da montecchiello [crusca]: però [la
e mezzo. -figur. bartolomeo da s. c., 25-9-2: certamente
io sono iddio d'appresso e non da lungi, cioè che m'approssimo al
comp. di proximàre (deriv. da proximus * prossimo '); la variante
arbitrari mi ripugnano. = deriv. da approssimare. approssimato (part. pass
accostano con una approssimazione che si sprigiona da esse stesse. 2. matem
perfettamente. algarotti, 3-321: crescendo da un lato, e togliendo alcun poco
operazione, scoperta che sarà, non è da temere che non riceva l'universale approvaménto
ant. comprovamento, conferma. bartolomeo da s. c., 3-8-3: il
vocaboli brevi. = deriv. da approvare. approvante (part.
n'è bello, e necessario. dante da maiano, 8-14: provedi, amico
virtù non è aprovata / se non da chi la 'ntende. marsilio ficino,
amore e li fa guerra aciesa. bartolomeo da s. c., 10-3-8:
per che, per sé, è da lasciare di parlare sé biasimando. intelligenza
principio della nostra nattività a noi dati da dio, come s. agostino aprova
aprova nel suo * soliloquio '. paolo da certaldo, 375: voglilo prima provare
[della religione cristiana], approvata da tanti maravigliosi uomini, quanti ha avuti la
monti, iv- 274: rinnova da sé la brutta colpa che gli vien data
dottori, 189: si lasciò lusingar da un suo pensiero, / che vittima
. cavalca, 19-183: fummi detto da religiosi uomini ed approvati. testi
de * gio vani è da correggere con la gravezza dalli più approvati.
non torse mai occhio... da me, e fece molti segni di approvazione
applauso unanime era preceduto per alcuni secondi da approvazioni isolate, non scoppiava d'un
isolate, non scoppiava d'un colpo come da noi. 3. ant.
4. ammin. ratifica, da parte dell'autorità o della persona competente
= spagn. aprovechar, deriv. da provecho, a sua volta dal lat
dal lat. profectus 'vantaggio '(da próficère * progredire 'comp. di
utile ed approvéccio. = deverb. da approvecciare; cfr. spagn. provecho *
accorto, con avvedutezza. bartolomeo da s. c., 150: molto
, accorto, previdente. bartolomeo da s. c., 199: egli
varie nazioni, allorché si è creduto da quelle di dover far uso de'mercati
delle derrate e delle cose provvedute o da provvedersi pel consumo d'un popolo,
famiglia, provvedevo i viveri e facevo fare da mangiare per tutti. stuparich, 2-517
d'approvigionamento. = deriv. da approvvigionare; cfr. fr. approvisionnement.
16: accettata la forma approvvigionare, da provvigione, parrebbe da accettarsi anche la
forma approvvigionare, da provvigione, parrebbe da accettarsi anche la forma approvisionare da provisione
parrebbe da accettarsi anche la forma approvisionare da provisione. calvino, 1-498: sarebbe
viveri, ecc. = deriv. da provvigione (v.); cfr.
volante). = deriv. da prua (v.).
. che questo moto sii naturale da principio interno e proprio appulso senza resistenza
voce dotta, lat. appulsus -ùs, da appellère 'accostare, fare approdare '
s. v.]: appuntabile, da potersi appuntare di difetto o di colpa
e del contrario inappuntabile, non è da abusare, come fa la gente che vuol
colta. = deriv. da appuntare2. appuntaménte, avv. (
e vera bellezza. = deriv. da appuntare1. appuntaménto2, sm.
il passaggio della parola nell'uso moderno da un significato generico a un significato particolare
, iii-572: l'appuntamento che io ricevo da stella, non è altro che un
mercedi delle persone impiegate dallo stato, da un capo d'impresa o da una
, da un capo d'impresa o da una casa di commercio. rigutini-cappuccini, 16
il discepolo, mostrandosi d'accon- ciarlo da piede, sì li appuntò la camiciola col
la battaglia era per riuscire oltre modo sanguinosa da amendue le parti, se non che
. / un sospiroso e lagrimabil suono / da l'imo poggio odo. b.
. salviati, 9-75: talmente che da un capo solo [del poema eroico]
la mia risposta. = deriv. da punta (v.); cfr.
su l'ordito / e 'l più bel da notar fermo ed appunto. savonarola,
di riveder... il lavoro, da cima a fondo, a passo a
in modo che tu non sii appuntata da chi ti vede parlare. grazzini,
personali dei poeti. = deriv. da punto (v.). appuntare3
risponde di finta. = deriv. da appuntare1. appuntataménte, avv.
, con misura e ordine. busone da gubbio, 1-166: dico che parlare appuntatamente
e'non sieno tanto appuntati, che spuntati da ogni piccola molestia sieno guasti. varchi
testa, ed appuntato sopra i raccolti capelli da ogni parte. d'annunzio, iv-2-1089
avvolto in lenzuoli appuntati con le spille da balia. dessi, 7-49: per
appunta le artiglierie. = deriv. da appuntare1. appuntatóre2, agg. e
ogni volta ch'e'ne mancheranno, da esserne appuntati per l'appuntatore del palazzo
di vocaboli. = deriv. da appuntare2. appuntatura1, sf.
ecc.). = deriv. da appuntarex: voce registr. dal tommaseo.
de'maligni? = deriv. da appuntare2. appuntellare (ant.
di appuntellare), agg. sostenuto da puntelli, puntellato, sorretto; appoggiato
radeschi, / su l'altare appuntellato / da le picche de'tedeschi. tozzi,
che coglie! = deriv. da appunto2. appuntino (anche a
il nome e cognome di ciascuno che da torino se ne viene a londra. [
se ne viene a londra. [sostituito da] manzoni, pr. sp.
appuntino: persona saccente, che trova da ridire su tutto. varchi, v-48
verso l'ale- magna; o mettetevelo da voi, ser appuntino, se vi ci
fare a punta. = deriv. da punta (v.). appuntito
! comisso, 7-301: una terrazza da cui si godeva il panorama...
l'essere è tale appunto perché generato da un pensiero. deledda, ii-154: badiamo
felici. manzini, 10-27: sembrava giunto da lontano, conservando appunto, d'una
marito. pavese, 5-44: lontano da casa si lavora per forza, si fa
i. nelli, 8-2-1: fatevi insegnar da lui, che appunto eccolo qua.
- appunto. = comp. da a e punto (v.).
peccato nessuno. = deverb. da appuntare2. appuntonare, tr. (
istangarlo e appuntonarlo. = deriv. da puntone (v.). appunzire
dell'appuramento è di mettere al sicuro da ogni contestazione le partite comprese nel conto
interessate. = deriv. da appurare. appurare, tr.
itali spesso a torto ascritto / vien da infallibii gallica censura, /...
e spegne. = deriv. da puro (v.); cfr.
avete apputidata. = deriv. da putido (v.).
le stanze. = deriv. da appuzzare. appuzzare, tr.
cor- ruppono tutte le contrade. giovanni da samminiato [petrarca], i-113:
troppo freddo ». s. bernardino da siena, 151: uno sepolcro non può
loro patria. = deriv. da puzzo (v.).
comp. dall'imp. di aprire e da balla (v.).
accanto a un tavolino apribile con oggetti da cucito. apribócca, sm.
comp. dall'imp. di aprire e da bocca (v.).
comp. dall'imp. di aprire e da cassa (v.). apricità
giorni successivi. = deriv. da aprile. aprile, sm. quarto
/ il così caro aprile / ha da voltarsi in verno, / ninfe del bel
il bell'aprile delia mia vita è passato da molto tempo, e son già presso
posti due mobili, l'uno affetto da maggiore velocità, l'altro da minore
affetto da maggiore velocità, l'altro da minore, certamente lo scorreranno in tempi
/ non d'altronde provien se non da quella / forma di ragionar diritta e
priori, quando un fatto s'arguisce non da effetti o da indizi, ma dai
fatto s'arguisce non da effetti o da indizi, ma dai principii che governano tutti
. avverb. latina a priori, formata da a * da '(indica provenienza
latina a priori, formata da a * da '(indica provenienza, derivazione)
quali mi argomentai di purgare questa dottrina da ogni residuo di astratto apriorismo.
degli esseri e delle cose, libera da ogni esclusione aprioristica di tutto ciò che una
. industr. macchina escavatrice (formata da un trattore cingolato che spinge una grossa
comp. dall'imp. di aprire e da pista (v.).
osso il gran colpo risuona, / e da la cima al fondo l'apre e
particolare riferimento al passaggio del mar rosso da parte degli ebrei). dante,
/ fu l'inventor, ch'ebbe da quell'esempio / ch'apre le nubi,
. idem, purg., 9-128: da pier le tegno [le chiavi]
, i-21: e vien voglia di uscire da quella selva trita di segni così minuti
: mano alle baionette e ai coltelli da caccia, per aprire le scatole di carne
, 3-2 (280): la camera da una cameriera tutta sonnacchiosa fu aperta.
morta: / e già di qua da lei discende l'erta, / passando
rincontro al mezzo cerchio e de'gradi da sedere, si aprivano in alto finestre
3-42: la valle s'apriva striata da folti campi d'avena, e siepi di
e ligustro, corsa dal vento, da folate cariche di polline e farfalle.
, 2-39: per un uscio nascosto da una portiera rossa si entrava nella sala,
12. ant. far uscire da un ambiente chiuso. crescenzi volgar.
teatri, ove le famiglie, inselvatichite da sette generazioni, impararono a conoscersi,
: aprì il foglietto e glielo passò da leggere. pavese, i-302: davanti al
sbiadite di tre voluminose relazioni, accompagnate da un laconico biglietto. calvino, 1-528
: dalla messa di mezzogiorno della cattedrale da venticinque anni escono le stesse donne allo
verso. galileo, 4-1-262: compasso da quattro punte, che da una parte
4-1-262: compasso da quattro punte, che da una parte apra il doppio dell'altra
giovanetti, iii-203: mentre in lei, da man nocente e ria, / tempesta
del fiore. menzini, i-192: da voi per certo ancideransi i fiori, /
non han risposta. baldini, 4-197: da tutte le parti montano in cielo raggi
/ voltommi il tergo e fé * da me partita. fagiuoli, 3-1-5: e
, 153: si può molto bene, da chi è intrinseco del principe, ancor
d'èrcole che entrava in cocchio tirato da alcuni schiavi di nazioni diverse da lui
cocchio tirato da alcuni schiavi di nazioni diverse da lui soggiogate. serra, iii-98:
quelle spene / che mosse d'entro da colui che more. boccaccio, dee.
aspra / ci s'è mostra fortuna da quel tempo, / con aprirci alcun calle
usando la occasione apertagli dalla partenza del gatta da colegno, penetrò il giorno appresso col
la ricchezza aveva tenuti chiusi. zanobi da strafa [s. gregorio magno volgar
. spalancherà, la porta ad ogni scienza da impararsi poi. ed odi. fazio,
: concedere in concistoro ai cardinali (da parte del pontefice) il permesso di
giamboni, 56: non è sì da chiuder la mano in non voler dare
non si possa aprire; né sì da aprire, che sia manifesta a uomo.
uomo. idem, 57: è da biasimare l'avaro, il quale chiude sì
che egli aprano le mani per rilevarsi da tanti dolori. -aprir voce:
ad alcuno: confidargli. bartolomeo da s. c., 18-2-2: allegrezza
ne profitteranno per fargli sentire che sono da più di lui? lambruschini, 1-43:
: onde il proverbio nato n'è da questo, / che il dire che i
sm. invar. arnese (formato da una lama di tipo speciale innestata in
, restorative. = deriv. da aprire', cfr. lat. tardo aperitivus
comporre il solito prologo in versi, da recitarsi... all'apritura del teatro
. g. gozzi, 3-1-100: da un luogo, dove appena si vede il
aprizioni di terra. = deriv. da aprire. apro, sm. ant
. = voce dotta, comp. da a-privat. e procheilo (v.)
. = voce dotta, comp. da a-privat. e tema di protone (v
e t ^ tjxdcpyjo c, (da tpi'lxa- cpdo 4 palpo ')
lat. scient. aptychus, comp. da d- privat. e 7ttux ^ 4
di curvatura di organi vegetali in dipendenza da semplici contatti. = voce
. -ci). bot. caratterizzato da aptonastia. aptotròpico, agg. (
le diverse qualità della carta. = da quiderno (v.), forma tose
= voce dotta, lat. aquìfólium (da acu-4 acuto, pungente 'e folium
ha le dimensioni dell'aquila reale, da cui si differenzia per il color bianco-giallognolo
[haliaètus leucocephalus). giacomo da lentini, ii-92: così mi fece amor
essere sopra ogni signoria temporale. guido da pisa, 1-351: e fu tra
cinque sensi, 1-12: quello re è da lodare, il quale s'assimiglia all'
aquila che rinnova le penne. giovanni da samminiato, i-135: lo volere seguitare gli
per mirar di lungi il serpe che ha da magnare e li cadaveri. marino,
, gli artigli e le interne parti differenti da que'delle colombe, delle pernici,
odon ruinar torrenti. carducci, 996: da i silenzi de l'effuso azzurro /
: dalla vista acutissima, che vede da lontano. carducci, 825: affisa
-a volo d'aquila, con un'occhiata da aquila: rapidamente, per sommi capi
: egli ne rilevò con un'occhiata da aquila il concetto generale. 2
.; egli stava quasi sempre assente da casa, poiché seguiva ovunque il volo
profonda; persona eccelsa. giacomo da lentini, ii-100: sì alta amanza ha
mia idea bene? or via, opera da uomo e fa'che ogni cosa da
da uomo e fa'che ogni cosa da me così desiderata riesca almeno mediocremente bene
fu... / vanno lungi da noi taquile e i cigni: / quei
altronde i due pazienti non erano tanto aquile da sbrigare in due minuti una tale deliberazione
dominio: adottata nel sec. xv da sigismondo, imperatore di germania e re
e re dei romani; nel 1721 da pietro i di russia; nel 1806 da
da pietro i di russia; nel 1806 da francesco i d'austria).
. idem, 18-39: ed ei da lunge in bianco manto / comparia venerabile
il polo? idem, 498: lungi da noi... l'aquila de
20-225: dal can vorace ed aquila e da quante / razze cartilaginee si nomano.
dotta, lat. scient. aquilaria, da una voce indigena indiana àghil, attraverso
...? = deriv. da aquila. aquilato, agg.
soffici e ombreggiati (dove fioriscono da maggio a luglio); molte specie si
aquilegia con foglie non guari lontane da quelle della chelidonia maggiore, intagliate
dotta, lat. scient. aquilegia, da un lat. aqui legium
legium 1 recipiente ', deriv. da aquilegus che raccoglie l'acqua {
di cavalli, / di carri condotta da mille / vittorie che armavano il cielo
, lat. aquilifer -feri, comp. da aquila e fer, da fero *
comp. da aquila e fer, da fero * porto '. aquilinaménte,
spia il pasto, gli occhi suoi mirano da lontano. i suoi aquilini ancora sorbiscono
che gli dava un'aria d'uccello da preda. paotieri, 2-224: pallido
bagattini / senza becchin'. s. bernardino da siena, 501: ellino in tqtto
trentadue. = deriv. da aquila (cfr. aquilino2).
aquìlònàris (e aquilònàlis), deriv. da aquilo -aquilónis (cfr. aquilone1)
aquilóne1, sm. vento che soffia da settentrione, impetuoso, secco, gelato
tramontana o borea. bartolomeo da s. c., 36-5-13: il
: aquilone è vento che viene da settentrione, e austro è vento
e austro è vento che viene da mezzodì, l'uno contrario all'altro;
prospero zeffiro traeva, io era accompagnato da molti amici; ora aquilone, tempestosamente
, 1-212: e gli aquiloni che da terme creste / e dai vergini ghiacci immoti
sole mai non discende, se non ripercossa da altra parte da quella illuminata. idem
, se non ripercossa da altra parte da quella illuminata. idem, purg.,
, 5: una fortuna contraria stridendo da la parte d'aquilone gli percuote le
la chiude il reno / e appennin da levante fa il simile. boccaccio,
alberi... scorrere per l'aria da oriente a occidente, da aquilone a
l'aria da oriente a occidente, da aquilone a meridie. nannini [olao
, 58-47: poniste la tua sedia da parte d'aquilone, / de con
dei cartolai ci son più solo veline da aquiloni. serra, i-22: è il
, 3-119: ricordo le maniche ancora da attaccare, che occupavano distese l'intera
vede più? pratolini, 9-670: da parete a parete, strisce rosse di
nascondevano il soffitto. = deriv. da aquila (cfr. aquilone1, in senso
pareva un aquilotto dalle ali mozze divenuto da un momento all'altro trastullo dei terrazzani
2-40: ma ecco che, accolto da grandi grida, apparve un'altro ragazzo
1-324: ha venticinqu'anni, una chioma da poeta, una voce da aquilotto.
una chioma da poeta, una voce da aquilotto. 2. giovane aviatore
e palloni. = deriv. da aquila (sul tipo di passerotto).
= voce dotta, lat. aquitanus (da aquitània, provincia della francia meridionale)
, deriv. dal lat. area (da cui si era avuto aire) '
nel mezzo: e intorno, o almeno da una parte avere i portici, acciocché
lunga e vistosa, caratterizzato di solito da due tinte accese, con predominio ora
con rencri- scimento grandissimo videa, da fiera ira acceso, e de
ad orobeia: dal lat. ervilia, da ervum * pisello '(cfr
agg. disegnato ad arabeschi; coperto da segni strani, bizzarri.
terracotta arabescato, una bottiglia di coccio da cui versò nei bicchieri di terra, messi
ed a musaici. = deriv. da arabo. arabésco2, sm.
vi truccano in dolci arabeschi / una gravità da pagliaccio. pratolini, 9-114: la
composizione musicale a ritmo bizzarro (caratterizzata da ripetizioni insistenti ma senza vera simmetria)
3-631: veggio il mio alato nume spuntar da quel mezzo e con l'ali
; è scorsa per il lungo da spesse e minute linee bionde, ma inter
5. gomma arabica: resina ricavata da alcune specie di acacie. testi
ti mando queste lettere: la farai comperare da un droghiere. 6.
dioscoride], i-413: è veramente da credere che errino manifestamente coloro che si credono
credono che la spina arabica qui scritta da dioscoride, sia quell'albero spinoso d'
sia quell'albero spinoso d'arabia, da cui si ricava l'acacia. marino
àpaxvaloc, agg. nel mondo da un unico esemplare (che muore in
temore, / e tal signi fa da fore, che pagono d'omo stolto:
/ dentro tutta sta aracolto, non sente da for che fare. = rafforz
bianchi, lucenti. = deriv. da arachis, nome lat. dell'arachide.
due strozzature, entro cui si contengono da uno a tre semi ovali della grandezza
mitica, abilissima, trasformata in ragno da atena che ella aveva sfidata e vinta
corduba: le rughe della quale, da ciascuna parte ornate di drappi simili a
feminiii e gli usi / tutti sprezzò sin da l'età più acerba; / ai
.. con una pazienza ed un'abilità da aracne. 2. ragno
all'aracnòide. = deriv. da aracnòide col sufi, medico -ite.
empir mio stomacone. s. bernardino da siena, 179: elli aragunò un
65-6 (v-203): lo scudo da la cima al fondo pende, / come
. mediev. (deriv. da ratio -onis). aragne, v
arab 1 nomade '. = deriv. da aracnidi. o frondi o carte. caro
. 2. ant. baco da seta. boccaccio, v-74: e
in esse, cominciarono a essere rubati da cupide mani. = lat.
. ant. ragno. giovanni da samminiaio [petrarca], i-72: gli
tele sottili. = deriv. da aragno (v.); cfr.
nei boschi. = deriv. da araldo. aràldica, sf.
ogni verso. = deriv. da araldo. aràldico, agg.
la discendenza del giovane macellaio, sormontato da uno stemma. pratolini, 5-132:
dove correggeresti. = deriv. da araldo. araldista, sm. (
* funzionario dell'esercito '(comp. da heri * esercito 'e waldan
e waldan 1 essere potente '), da cui il lat. mediev. haraldus
umbelliferali, affini alle ombrellifere, da cui differiscono per i petali valvati
attraverso fatti. = deriv. da arare. -lingua aramaica (anche
pollaio era presso l'arancera, tutto recinto da uno stecconato. = voce
sul lido di rodi garga- nico, da far venir le lacrime agli occhi di dolcezza
su una piazza popolata di seminaristi. da una parte è spalancata sopra pianure d'aranceti
se conosco sino io, che dite cose da aranciate. aranciato, agg.
disco giallo aranciato, cerchiato di rosso da cui a cono folgoravano scintille violette sopra
mezzana, perché tutta la stima accumulata da lunghi anni si risvegli nel cuore. slataper
fiori contengono oli essenziali. francesco da barberino, ii-250: lo fico senza fior
, d'assiria e di persia, e da tutte queste provincie hanno sortito il nome
spalliere di aranci ed adombrata da'piedi da quattro grandi platani. meninni, iii-435
ii-358: in testa aveva un velo fermato da una corona di fiori finti d'arancio
altri innamorati, per amore delle donne da loro amate, fanno vegghie, serenate,
, citrus bigaradia): albero alto da 5 a io m, slanciato,
frutto preferito dall'elefante '), da cui spagn. naranja (il frutto)
le finestre sull'orto, fino alla stanza da pranzo. idem, ii-711: era
lacopone, 58-37: quanno la prima messa da te fo cele brata,
terra con l'aratro. bartolomeo da s. c., 2-3-10: non
...]. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar.
si riduce a polvere. giovanni da samminiato, [petrarca], ii-324:
/ per tanti; e pur da una città sua viene. garzoni, 1-507
, che non trovando l'àncora fondo da potersi aggrappare, ed il vento movendo
-arare col bue e con vasino: darsi da fare con tutte le proprie forze.
.. si videro surgere armigeri. giovanni da samminialo [petrarca], ii-278:
. il terreno arato non si distingueva da quello non ancora messo a coltura.
3. segnato con linee, solcato da rughe. battista, iii-396: nice
li quali aravano la terra. giovanni da samminialo [petrarca], ii-34:
co'buoi? alberti, 302: cosa da non la credere, quanto in
morso con sollicitudine illeso servarono. paolo da certaldo, 103: troverà'gli umili e
l'arato o zappa o vanga. giovanni da samminialo [petrarca], i-104:
non perché i frutti loro / dier da l'aratro intatte / le terre, e
taglietti, che mi viene premurosamente richiesto da un marchese. idem, ii-155:
brune con un aratrùccio di legno tirato da due asini. = lat.
. = lat. aratrum (da arare). cfr. isidoro, 20-14-2
porta segni. = deriv. da arare. araucaria, sf.
lat. scient. araucaria (voce coniata da jussieu nel 1789, da arauco
coniata da jussieu nel 1789, da arauco, regione del cile); fr
. = lat. arausicanus (da arausio * orange ').
de fornire intendea, recevendo quasi da ognuno elimosina, de assai minuti aravogliava.
chermis di dommasco l'arazzame / pendente da cornice per tutt'oro. arazzerla
a veder le città di fiandra celebratissime da ognuno per le frequenti e grandissime fiere
216): il marchese istava ritto da canto, appoggiato a un panno d'arazzo
, sm. l'arbitrare, il fare da arbitro; arbitrato. 2
. sport. direzione di una gara (da parte dell'arbitro).
parti avevano poi facoltà di nominarsene altri da loro stesse spontaneamente; ma in questo
proprio interesse. = deriv. da arbitrare. arbitrante (part.
decidere una controversia come arbitro, fare da arbitro (in una lite, in
giudice] possa... arbitrare da per se stesso, secondo la nota e
. m. buondelmonti, ii-16: da niuna tacita o espressa convenzione possono essere arbitrariamente
arbitràrio, agg. che muove da arbitrio; scelto, stabilito ad arbitrio
si allontana dal lavorato, dall'arbitrario, da tutto quello che deriva, puramente dall'
quello che deriva, puramente dall'individuo o da una data classe d'individui, e
ii-2-276: né codesto valore dipenderà mai da un decreto arbitrario, ma dalla suprema
per frode tende a non essere contenuto da limite alcuno. mazzini, ii-130:
gli uomini hanno cavate delle conseguenze viziose da una dottrina santa e vera, voi
che il concetto arbitrario, diversa- mente da quello puro, si gemini di necessità nel
. = voce dotta, deriv. da arbitrario. arbitrarista, sm. (
parti (o almeno scelti nel modo da esse concordato), la decisione di
), agg. disus. stabilito da un arbitro o collegio arbitrale; deciso
estimo. -sentenza arbitrata: pronunciata da arbitri. m. villani, 9-44
nella quale il sottomesso arbitrio è impossibile da tal nodo slegare, se non quando
. boccaccio, iv-io: adunque, da questa ora innanzi concedendo maggiore arbitrio agli
né si sdegnò di aver ricevuto la vita da coloro ne'quali ella avea avuto pieno
[le signorie], non può prendere da ciascuna se non poco, e infinitamente
avevano fatto dipendere senz'altro quelle leggi da quell'arbitrio. borsi, 2-198: se
stato libero arbitrio, e libero arbitrio da dio a tutti \ è dato, seguirebbe
non serebbe peccato. s. bernardino da siena, 63: all'uomo fu dato
mi vale, / che libro meco fu da dio congiunto. idem, canz.
181: lévame tu, mio dio, da tanto male! / rompe lo arbitrio
: la libertà dell'arbitrio è da quell'uomo sottintesa ogni volta ch'egli
: guai se chi educa, lascia da alcun atto o da alcuna parola travedere
chi educa, lascia da alcun atto o da alcuna parola travedere ch'egli vuol vincolare
le ricchezze rimase nel misero campo fossero da loro rubate, e che ciò che ciascun
, / che soli odiati esser dovean da lui. -essere, stare in
d'essere buono o reo, ma da che egli è reo, non è in
.., o esser morto da quello. n. franco, 2-96:
1-30: l'osservar le leggi pubblicate da essi [imperatori greci] fu da lì
pubblicate da essi [imperatori greci] fu da lì innanzi in arbitrio de'popoli.
noi contentasse a mio potere di ciò che da lui mi fu domandato.
[di gentiluomo] ora è tanto ammollito da l'uso, che non significa quel
l'arbitro de la notte, / ammonito da giove, il camin piglia. idem
idem, v-51: il successo pendeva tutto da quell'arbitro che comunemente chiamasi 'caso'.
. baldini, 4-204: un parlamento uscito da una rivoluzione e solo arbitro sovrano dei
cuore, ed eleganza d'ingegno, da ben profittare delle ricchezze e del lusso
è chiamato dalle parti (nella forma da questa stabilita in precedenza) a decidere
4. sport. giudice di gara che da solo, o insieme con altri rispetto
quali ha giudizio paritetico, o coadiuvato da ufficiali di gara con funzioni segnalatrici e
coll'arbòlo. = deriv. da arbolo. àrbolo, sm.
= lat. arbor eus, da arbor -óris 'albero '.
per l'alta notte / salìano a te da gli arborati colli! d'annunzio,
che 'l grande arbore è spesso crollato da piccolo vento. lacopone, 88-42: aiome
conv., iii-xn-io: non sarebbe da laudare la natura, se, sappiendo prima
legno è più su che fu morso da èva, / e questa pianta si levò
, / e questa pianta si levò da esso ». idem, purg.,
mio riposo / vien come ogni arbor vien da sue radici. idem, 263-1:
il quale ora più da'pastori che da altra gente veggiamo visitato, rideva tutto
con ordine tutto il suo suolo coltivato da maestra mano. sacchetti, ii-221: con
? la santa croce di cristo. giovanni da samminiato [petrarca], ii-322:
voce dotta, lat. arbor eus (da arbor -óris 'albero ').
i cui cristalli sono disposti in modo da raffigurare quasi una vegetazione arborea.
, viii-17: la quiete / stanca, da dissepolte arborescenze / riestesasi misura delle mete
forma ramificata. = deriv. da arborescente. arboréto, sm.
bot. terreno coltivato ad alberi da frutto. 2. raccolta di
alberi e di arbusti, per servire da materia di studio agli esperti di arboricoltura.
, lat. tardo arborètum, deriv. da arbor -óris * albero arborétto,
'albero * e suff. -fer da fero * porto '. arborizzato,
sotto un arbo- retto / il qual da amore aveva preminenza / che chi il
aveva preminenza / che chi il tocca da lui subito è infetto. soderini, iii-209
arbuscelli / che qui la terra sol da sé produce. cavalca, 17-ii-199: io
rivestiti, / sòlveno altrui ben forsi da rancori, / e rinver- discon gli
si riferisce a un arbusto; costituito da arbusti. 2. bot.
e antisettica. = deriv. da arbutus [uva ursi], lat.
volgar., 1-5: la terra utile da vigna si conosce in questo modo.
... il settimo dove sia selve da tagliare. l'ottavo dove sieno arbusti
io tra folti ombrosi arbusti ascoso / da un'altra macchia l'attendeva al varco
delle viole, questo è un arbusto da fiore che fa anche da spalliera agli
è un arbusto da fiore che fa anche da spalliera agli orti insieme con le siepi
= lat. arbustum, deriv. da arbor -óris * albero '. àrbuto
troverà nulla, vota sarà. bartolomeo da s. c., 15-1-3: non
o nelle arche gli amanti nascondere? paolo da certaldo, 365: « a l'
non riceveranno nocimento dalle tignuole. giovanni da samminiato [petrarca], i-183:
dipinti, altri che a lui / ridan da parca impenetrabil molti / cesar fulvi.
l'arche piene di biada. giovanni da samminiato [petrarca], ii-27: tante
dell'acqua (con le pareti rassodate da pietra o assi, a sostegno del
genti, / che, seppellite dentro da quell'arche, / si fan sentir con
mortai arca / sanza veder mai ora da pentersi! ariosto, 3-14: dietro
pe'cupi spazii / sospiri e strepiti: da l'arche candide / parea che
arche scaligere, che è cinto da una mobile cancellata a maglia. quasimodo,
e bitume, tutta chiusa, costruita da noè per salvarsi dal diluvio con altre otto
. - anche al figur. bartolomeo da s. c., 22-3-3: non
essi pur perirono nel diluvio. simone da cascia, 671: il quale noè significa
quale il mondo allagò, riserbato solamente da dio un padre con tre figliuoli e con
. frescobaldi, 162: ci partimo da damasco a dì xxix di gen- naro
, noi abbiamo tante varietà di bestie da ricomporne quasi l'arca di noè. panzini
: il rosso santuario sembrava un'arca da diluvio. pea, 6-24: noè non
ventura, che i pittori collocavano da un canto in una storia del diluvio.
ai dottori, si credono d'aver da custodire un'arca santa che se i profani
/ arca d'onni divizia. andrea da barberino, 1-5: la 'nvidia e
scrittura divina ». s. bernardino da siena, 1053: venne in tanta
lo dovreste sapere se verona fu fondata da brenno. beltramelli, iii-403: [
dentro vi sono, o 11 ladro da poterle tórre ». il lat. conobbe
conc., ii-254: si mascheri da arcade in giubboncino color di mattone.
il giorno della vendemmia, è cosa da metterli anche loro sotto il torchio dell'
di vita idillica e beata, ma avulsa da ogni contatto con la realtà, perduta
di un'arcadia sessuale messa al sicuro da sguardi indiscreti. papini, 20-83: ma
4. figur. maniera letteraria, caratterizzata da un'ostentazione eccessiva di semplicità e di
che puzzo di riscaldato per l'aria da tutti i serbatoi dell'arcadia novella.
, i-635: mettete una buona volta da parte rusignuoli rondinelle zeffiretti ruscelletti giardinetti margheritine
azzimati come i contadinelli d'un altro frate da bene. ojetti, ii-352: sui
mente. ojetti, i-180: uscendo da quest'arcadica pace, ecco vedo.
senza posa l'istrumento della lingua, sì da scoprirne in più punti toro d'una
. arcaizzare. = deriv. da arcaico. arcaicizzato (part.
arcaico: processo assai primitivo, determinato da premesse biologiche essenziali, quali la fame
. àpxoctxó?, deriv. da àpxato? 'antico'(cfr. dcpxf)
, gr. dpxalofxói;, deriv. da àpxoaog 'an tico '
dei futuristi. = deriv. da arcaismo. arcaizzante (part.
); = deriv. da arcaico. arcale, sm. disus
. arco di legno, che fa da sostegno; centina. baldinucci, 12
arco della porta. = deriv. da arco. ar califfo (arcalif,
sm. ant. califfo. busone da gubbio, 178: colla moltitudine degli arabi
ti accoglie; o qual ti copre / da i no- piena di pine e di
occulto rapporto tra talora. così arfasatto da arphaxad. certe qualità dell'animo e 'l
: ché un dio = deriv. da arca * cassa 'perché il costato è
;... quando mandato fue da dio a la beata vergine maria.
grande divozione..., fu udito da uno frate... parlare con dante
e nera comsono, o il ladro da poterle torre; e di quinci viene arpagnia
sedendo / si ritrasser le amiche; e da lo sguardo / ratorio, lei e
e arcanum sn., deriv. da arca. cfr. isidoro, 20-9-2:
è arcato con la saetta dell'oro da cupidine. 3. figur.
sulla copertura. = deriv. da arco. arcàrio, sm.
, e tal computo si è potuto fare da qualche piccol pezzo di muro antico e
: quasi una rovina...; da tutte le fenditure pendevano erbe selvagge;
vicino alla torre della rocca. andrea da barberino, 1-24: e1 padre lo
. marcello, 87: avrà imparato da principio a suonar da ballo sui numeri,
: avrà imparato da principio a suonar da ballo sui numeri, non andando mai
, e che egli non era uomo da doversegli gettare la polvere negli occhi, nondimeno
era donna. = deriv. da arco. arcatèlla, sf.
, i-185: mandò valenti arcadori, che da discosto diedon molte ferite e franche.
2. truffatore, ingannatore. paolo da certaldo, 140: tutti sono arcadori di
avete udito. = deriv. da arco. arcatura, sf.
= voce dotta, comp. da archi-, gr. &p%i- (cfr.
forza e vivacità. carducci, 917: da l'arce capitolina del collo fidiaco molle
strumento musicale. = deriv. da archeggiare. archeggiare, tr.
strumento. = deriv. da arco. archeggiato (part.
archeggiatura, sf. motivo architettonico caratterizzato da serie di archi ripetuti (con funzione
sul colmo. = deriv. da archeggiare. archéggio, sm.
in pace. = deriv. da archeggiare. archegònio, sm.
, delle lingue, in quanto espressi da monumenti figurati, edifici o oggetti
delle anti chità comp. da àpxalo? * antico 'e àóyoc;
gli si vedevano più certi cappelli archeologici da spaventare le passere. = voce dotta
con una serie di penné inserite da ciascun lato, arboricoli, capaci solo
dotta, gr. dcpxaipeota, comp. da àpyj \ * governo * e atpscri
archespòrio, sm. bot. cellule da cui hanno origine le spore (nelle
, 20-312: nel nuovo mondo annunziato da cristo... i bambini sono
attraverso la collazione dei codici noti, da cui derivano divergendo tutti gli altri manoscritti
, dal gr. àpxétonov (comp. da dcpx?) - 'origine '
sotto li quali vi si fanno le buchette da poter veder dentro e pigliare il vetro
si risolvette a girare in su i canti da un risalto all'altro certi archetti piccoli
, 2-3-263: strumenti... da corda, come violini, viole, violoncelli
pece per l'archetto, lo spartito da sedercisi sopra per stare un po'più alto
ovvero donde passano, si ficca fortemente da ogni parte un archetto molto piegato,
archetto molto piegato, presso al quale da una parte si ferma una verga, nella
tre gradi. = comp. da arco e acuto. archianèllidi, sm
lat. scient. archianellidae, comp. da archi- (gr. dcpxi-, da
da archi- (gr. dcpxi-, da < xpx i miei disegni avranno effetto, ripasserò da rimini per riveder voi e l'archiatro gr. dcpxtarpo?, comp. da dcpxt- (dal tema di ócpx prevalentemente usato come arma di lusso o da caccia). archibugiare { archibusare di castelnuovo. carena, ii-213: da archibuso derivano le voci archibusare, archibugiare, e con l'archibugiate i lupi, che da l'una e l'altra banda in momenti. 2. ferita prodotta da un colpo d'archibugio. grazzini, { archibuso), sm. antica arma da fuoco portatile: con canna di ferro ferro, poco maneggevole, pesante tanto da richiedere l'appoggio di una forcella, : appresso a questi son gli archibusi da mura, da forcella e da braccia. questi son gli archibusi da mura, da forcella e da braccia. guicciardini, v-216 archibusi da mura, da forcella e da braccia. guicciardini, v-216: elezione, non volsi altro che un archibuso da la man destra e una picca da da la man destra e una picca da la man manca. l. salviati, , ma lungo assai, e circondato tutto da colline di sasso. redi, 16-iv-22 , / palle di gomma, arnesi da cucina. lombari, 1-32: c'era antica arma precedente l'invenzione della polvere da sparo, formata da una canna da cui invenzione della polvere da sparo, formata da una canna da cui, per forza polvere da sparo, formata da una canna da cui, per forza di arco, (ted. hakenbuchse), comp. da bus 'cassa, canna vuota ' sm. grosso archibugio non portatile, da posta, da cavalletto o da mura archibugio non portatile, da posta, da cavalletto o da mura (serviva come portatile, da posta, da cavalletto o da mura (serviva come piccolo pezzo di e, non ne avendo, archibusoni da posta, ed archibusi ordinari. . mus. cembalo inventato nel 1555 da nicola vicentino, a cinque ordini di = voce dotta, comp. da archi- (gr. àpxi-, da fipxw . da archi- (gr. àpxi-, da fipxw * sono a capo '