lat. scient. fissilinguis, comp. da fissus, part. pass, di
piani subparalleli. = deriv. da fissile. fissinèrvo, agg. bot
, agg. bot. che è caratterizzato da foglioline con nervature laterali bifide.
lat. scient. fissinervius, comp. da fissus, part. pass, di
atomico). = deriv. da fissione2. fissionare, tr.
è il firmamento di corpi sferici, da tutte parti esce, in tutte parti
fixió -ónis (s. agostino), da fixus, part. pass,
lat. fissió -ónis (cicerone), da fissus, part. pass,
per scissione. = deriv. da fissiparo. fissìparo, agg.
fissìpede, agg. zool. caratterizzato da estremità che poggiano sul terreno con il
dito e hanno quindi lo zoccolo formato da due parti distinte (un mammifero);
(ausonio), comp. da fissus, part. pass, di findère
lat. scient. fissipennis, comp. da fissus, part. pass,
(nel 1838), comp. da fissus, part. pass, di findère
aiuto di telai. = deriv. da fisso. fissìstico, agg. (
fissità del mare. landolfi, 8-61: da essa [scena] si conclamò l'
l'idea della partenza con una fissità da incubo. vi ani, 19-270: -
della specie. = deriv. da fisso-, cfr. fr. fixité.
occhiello. cicognani, 9-83: à da sopperire al compagno a cui non deve
fatto, tenuta in posizione per lo più da un elastico. sbarbaro, 1-239:
come, dico, distinguerò gli fuochi da le terre? -da quel, che
fuochi sono fissi e le terre mobili, da che gli fuochi scintillano e le terre
l'erranti, è stato lor attribuito da ciò in che e gli dèi e gli
146: tutto a un tratto ti scorgo da quell'altra parte nella fossa, a
. sarpi, vi-1-6: fu assalito da grave melanconia con fissa apprensione della morte
, priva d'ogni conforto, sfogava da per se stessa sospirosa e piangente in
l'ha fisso, e giustamente, da quel gran politico che è, che
rende ». alvaro, 5-54: da ragazzo aveva avuto un sentimento dominante della
); comandato, prescritto (un dovere da eseguire); indicato (un fine
eseguire); indicato (un fine da raggiungere); immutabile, irrevocabile,
arrivi, / e terra acquisti; almen da fiera gente / sia combattuto. alfieri
di piazze o di stalli, divisi da spranghe di ferro che ne formano altrettante
a prezzo fisso in una trattoria frequentata da imbianchini. -sm. stipendio,
ad epoche fisse, come una rondine, da baden, da vienna o da parigi
come una rondine, da baden, da vienna o da parigi. svevo, 1-132
, da baden, da vienna o da parigi. svevo, 1-132: con le
omnibus], il servizio è fatto non da stracchi e mal pasciuti ronzini, ma
stracchi e mal pasciuti ronzini, ma da robusti cavalli intieri, che hanno i
colazione al console all'hotel continental tenuto da un veneto che dicono faccia denari a
forse impossibile cosa essere il potergli smuovere da quel proponimento. n. da ponte
smuovere da quel proponimento. n. da ponte, lii-9-424: ha il pensiero
per una ragione alla quale non avrai niente da rispondere; ed è che né il
), attento. -anche: dominato da fissazione, astratto dalla realtà oggettiva,
e fisso in gran pensiero. sabba da castiglione, 130: io dall'altro canto
pratolini, 5-81: guardi che sembri distante da tutti, fisso in una tua idea
un punto. buzzati, 3-117: bàmabo da qualche giorno sta fisso con gli sguardi
astratto, che si dice disegno. da ciò anche la conferma, che non
cielo fisso, di pietra, interrotto da qualche ruga di nube più scura. moravia
, non s'amàr più forte. zanobi da strato [s. gregorio magno volgar
fisso e invariabile tutto ciò che di fuori da quella per corso di secoli si rivolge
reni, e si conosce esser generata da un dolor fisso e perpetuo, che a
, si dirà asse del cono generato da esso. -che non subisce variazioni
di pastore. -preceduto o seguito da un altro aggettivo, ne aumenta notevolmente
45, contesta e legata in fascetti da dieci a sedici canne. =
seccarlo al sole. = deriv. da fistèlla2. fistiare e deriv.,
e viene dal regno di napoli, da un luogo sotto la montagna di somma.
bot. valeriana rossa. = da fistio variante di fischio. fistióne
312: oh! che spera egli udir da incolti e semplici / pastori, avvezzi
, la sua apertura). zanobi da strada [s. gregorio magno volgar.
fistule, stantuffi et altri simili strumenti da trar fuori acque. palladio, 1-6:
: fistule o canaletti che diciamo da condurre le acque. zinano, 17-13
trombe, fistole far, stromenti chero / da mandar tacque altrove, o farle sparte
cardinale in delizia, e poi mille, da beverarne le piante a'cipressi.
vallisneri, i-25: il cannello chiamato da aristotele, e da voi * fi-
: il cannello chiamato da aristotele, e da voi * fi- stula ',.
: quantunque... dicano chiamarsi da alcuni fistola di pastore e da altri piantagine
chiamarsi da alcuni fistola di pastore e da altri piantagine acquatica, nondimeno si vede
, sf. medie. lesione costituita da un canale che si forma nei tessuti
o di pus; può essere causata da trauma o da un processo patologico;
pus; può essere causata da trauma o da un processo patologico; richiede ordinariamente
gittava fastidio e puzza. s. bernardino da siena, iv-iii: la piaga della
ricette. redi, 16-vii-267: cadde da alto, si ruppe tossa e gli
lo più largo, accompagnata per lo più da durezza e callosità. monti, v-401
il catino del latte, le forbici da tosar le lane, e talvolta la
cecchi, 443: quest'è pratica / da far fallire e rovinar un principe.
di parlar chiaro e d'adoprare, da buon medico, altincancherita fistola, e
della linfa spiritosa. = deriv. da fistola1. fistolare2,
salvini, 17-577: fistulando fe'un suon da udirsi lungi. = deriv.
udirsi lungi. = deriv. da fistola1. fistolare4, intr.
parte. = deriv. da fistolare4. fistoleggiare, intr.
infino a tanto che il fistolo uscisse da dosso al suo marito. forteguerri, 30-38
fistolo ', invece del diavolo, parlar da donna. firenzuola, 609: da
da donna. firenzuola, 609: da parecchi dì in qua par che mi sia
e precauzione volevano ch'io mi allontanassi da tutti i personaggi che la componevano.
25: i'proverei / qualche impiastro da me, per non gli fare /
, 59 (140): però è da darvi espaccio, a ciò che veggiate
questa paura. = deverb. da fistolare (cfr. fistola2).
= voce dotta, comp. da fistola e dal tema del gr.
fistolóso2, agg. medie. affetto da fistola (un organo); che
bocca subtegmi- nale circondata per lo più da cinque piastre
baldini, i-571: [firenze] pensa da sé a méttertisi così perfettamente a fuoco
sé a méttertisi così perfettamente a fuoco da stimolare le tue capacità migliori d'attenzione
tale che ogni coppia di rette uscenti da esso e coniugate rispetto alla conica sia
: nell'ellisse la somma dell'inclinate da i fuochi a qualunque punto della curva
tale, che le ordinate tutte si partano da un punto dato, che si chiama
bencivenni, 5-72: confezione di medicina scritta da amec, e vale a ogni passione
amec, e vale a ogni passione fatta da collera e flemma salso, come è
che vien detta formica... da cornelio celso fuoco sacro fu appellata.
-accendere il fuoco: fare da mangiare in casa propria. forteguerri
non l'adastiare di parole. andrea da barberino, 3-1025: udendo la 'nvidia e
per una dama, e questa raccomandata da voi e parente vostra? io poi n'
goldoni, vi i-63: l'ha da sposar, se andasse tutta la casa
: don blasco, a cui il fare da moralista del nuovo abate aveva dato ai
-da poi che il fuoco scalda: da che mondo è mondo. ariosto
de'due ponti di legname. guido da pisa, 2-56: turno, giungendo,
, cinque canti, 4-86: v'è da dar foco, e nei pia- telli
foco, e nei pia- telli / da condir buoni cibi e delicati / con zucchero
i dolori. olina, 75: da molti... s'usa inanzi 'l
-dare fuoco: sparare (un'arma da fuoco). cellini, 2-4 (
anzi era colla bocca alta; e da per sé dette fuoco. -parlare
, i-490: poi gli scoppiettieri / parati da dar fuoco a ogni passo. ariosto
altro modo, ed è più perfetto da colorire; ma per mordenti vuole essere pur
qualcuno: sparargli contro con un'arma da fuoco. cuoco, 1-82:
cuoco, 1-82: quando si avvide che da tutt'i punti di napoli i repubblicani
: noto a più segni, egli è da lei mirato / con occhi d'ira
evitare con la massima cura. paolo da certaldo, 374: guardati come dal fuoco
de la donna tua. 5. caterina da siena, iii-144: voglio dunque che
: mescolato tra i combattenti, avvolto da un fuoco di fila, per dir
di storielle oscene e bizzarre, che da pistoia a rifredi tutto il vagone non
. ariosto, io-7: guardatevi da questi che sul fiore / de'lor
a giulia di quei fuochi di paglia accesi da altre, di quei desideri che non
lite, sedare agitazioni. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
1-45: non chiederci la parola che squadri da ogni lato / l'animo nostro informe
di fuoco / lo dichiari. -medicina da fuoco: atta a guarire le scottature.
. ricettario fiorentino, 260: unguento da fuoco primo magistrale. redi, 16-viii-166
magistrale. redi, 16-viii-166: pastiglie da foco e da bocca odorosissime.
redi, 16-viii-166: pastiglie da foco e da bocca odorosissime. -mettere a fuoco
folgore da san gimignano, vi-11-156 (21-11):
fedelmente descrivere nei predetti loro quademucci, da tenersi appresso le caldaie, il giorno
baldini, i-775: sono, c'è da mettere la mano sul fuoco, tre
? sì, avvenga quello che ha da venire voglio scherzare con questo fuoco.
fuochi: trovarsi esposti a proiettili provenienti da parti opposte. -al figur.
che questo focherello sia picciolo e fabricato da umana operazione, egli è ricordevole di
teneva ancora desto sotto il pastrano logoro da più stagioni. gramsci, 11-81:
di esclusione). francesco da barberino, 9: tutte, fuor che
paladino, / fuori che orlando, da cui morto fu. ariosto, 1-26:
l'alba; fuorché ogni tanto, da una macchia, voci d'usignoli, dure
una cameruccia, fuorché se c'era da macinare anche la notte, che allora stava
, tuttavia, nonostante tutto. marsilio da padova volgar., i-xvn-ii: roma avea
più consentito. = comp. da fuor [i] e che (v
. dissennatezza, follia. marsilio da padova volgar., ii-xxv-15: in sì
sugietti. = comp. da fuorvi], del e senno (v
d'alessandro. = comp. da fuor [i], d [i
(di certi confini); lontano (da un punto determinato); nella parte
di dentro e introduce compì, di moto da o a luogo oppure di stato
, / stella li dà valore. bartolomeo da s. c., 30-7-14:
: introduce un compì, di moto da luogo. latini, i-588: del
suo sollecitar di prigion fore. paolo da certaldo, 370: quello che non
] mai tanto fuori del lenzuolo, da trovarsi sul più bello scoperto da piede.
lenzuolo, da trovarsi sul più bello scoperto da piede. d'annunzio, i-460:
, di stato in luogo: lontano da, a distanza. fra giordano,
'l fa per ritrovare la dramma. bartolomeo da s. c., 2-6-11:
al collo una catenina. -fuori da: introduce un compì, di moto da
da: introduce un compì, di moto da luogo (e talora, anche,
bibbia volgar., i-94: partitosi lot da loro, uscì fuori da drieto.
partitosi lot da loro, uscì fuori da drieto. fazio, ii-58: tutta la
tristezza soave. carducci, 688: da quegli olmi le ninfe usciran fuori /
dai senesi ebbe il salario, e da noi il bando della persona e poi il
girandola... contradice l'altra ragione da esso addotta dell'estrazione di danari in
vuole star tranquillo. -in fuori da: introduce un compì, di moto
: introduce un compì, di moto da luogo. dante, purg.,
si penta, / star li convien da questa ripa in fuore. salvini, 30-2-132
osservano. -di fuori, di fuori da o di: introduce un compì,
: introduce un compì, di moto da luogo, di origine o provenienza (
stato in luogo). francesco da barberino, i-124: questo intendi se dai
vaporante / ebri rapiangli, barcollando, / da i palafitti laghi, da i fumidi
, / da i palafitti laghi, da i fumidi / antri scavati. civinini,
le avevano portato di fuori città, da una terra lontana. -con valore
sì che quando / forse sarai di fuor da questo loco, / d'onorarie disii
ballin forte chi più pò. niccolò da correggio, 169: sacrate muse, /
beni materiali o morali, all'esclusione da determinati godimenti, alla perdita della vita
credesse così ardito e fuor di senno da essermi venuto pur in mente di restituire alla
assorto fuor de'sensi, è scortato da una donna fulgida e gentile alla soglia
. 5. esprime preservazione o liberazione da mali fisici o morali, da vizi
liberazione da mali fisici o morali, da vizi ed errori, da sventure e
o morali, da vizi ed errori, da sventure e calamità. latini,
sarei già di questi pensier fora. bianco da siena, 25: fuggir non potrai
e di folìa, / alma rimota da ogni pensier vile, /...
pigliato in derisione. s. caterina da siena, i-29: perché il peccato
ogni dritto fuori / infamiata e biasmata da un uom vile, / mi confortai
della sorte e della morte / e da non poter essere domata / da uomo.
/ e da non poter essere domata / da uomo. alvaro, 7-146: l'
ma quando son fuor di misura inducono da ridere assai. marino, i-50: cavalcava
questa dignità fuora di stagione e in tempo da non concedergliela. s. caterina da
da non concedergliela. s. caterina da siena, 129: hotti decto quale
fòr chi ric- chessa dispregia. francesco da barberino, 1-66: ben ima- ginando
a quella gioia, / gioia celeste che da te mi viene! de sanctis,
/ e bon solo noi tu, / da cui solo onne bono e for cui
spera ottava; e che di fuori da esso non fosse altro alcuno.
all'opera d'istruirlo. 10. da qualcuno o qualcosa in fuori: fuorché,
fatta eccezione. angiolieri, 53-1: da giuda in fuor, neuno sciagurato /
, con tutte le dimostrazioni e azioni da principe. cellini, 1-73 (173
novemila cavalli, gente quasi tutta alemanna, da qualche numero di francesi e valloni in
grande corrispondenza con le città italiane, da venezia in fuori. foscolo, xi-1-
e gelati (come pur sono, da pochissimi in fuori), se il genio
se il genio non fosse stato inceppato da troppe regole inesorabilmente imposte, patrocinate dalle
, / con legge tal, che da giornali in fuori, / libro non s'
fuor tiene / la lingua e 'l sugge da le labbra immonde. gemelli careri,
un determinato ambiente sociale. giovanni da lizzano, i-211: sopra gaeta fuori in
estraneo alla vita dello spirito. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar.
de'mori, x-953: licenziatasi lidia da lui con graziose maniere fuori, ma dentro
e di sdegno, tenendosi offesa da lui,... se n'andò
di mal talento piena dove era attesa da quello. garzoni, 5-10: la
o per quello della gioia che emanava da lui. 17. sostant.
... in contrapposto di * vestito da casa ', dicesi di veste o
dicesi di veste o parte di vestimento da portarsi uscendo di casa, e perciò
sembrasse di fuori. -dall'esterno, da un luogo lontano, da un paese
-dall'esterno, da un luogo lontano, da un paese straniero (ed è in
in funzione di compì, di moto da luogo reale o figur.).
reale o figur.). bartolomeo da s. c., 4-1-4: iddio
, di conservare la dirittura sua. francesco da barberino, 11: quella è saggia
nulla, avendo assai libri in venezia da studiare, senza farne venire di fuori
di fuori, né avevano fondamento alcuno da difendersi in se medesimi. magalotti, 1-241
come bue che 'l naso lecchi. folgore da san gimignano, vi-n-133 (2-9)
bianca / a le donzelle che staran da torno. fiore, 7-1: molto vilmente
fuori, abia arnesi di suo ed abia da la com- pangnia 1. ni per
pangnia 1. ni per anno. francesco da barberino, 48: io non farò
fuori. fioravante, 40: smontarono da cavallo, e legarono i cavalli ivi di
iacopone, 29-7: alluminato me mustro da fore, / c'aia umilitate nel core
del giacere quando altri dorme. giovanni da samminiato [petrarca], ii-182:
se la principessa era gravida, così da fare sperare una amnistia, quando
) estraneo a una collettività, escluso da un ambiente sociale. compagni, 3-4
. vuole appellare contra qualche sentenza datagli da magistrato alcuno di dentro o di fuori,
evidente (un discorso). bartolomeo da s. c., 11-10-13: lo
i sensi di fuori ed al tutto sbandita da tutte le cose materiali,..
uomo di fuori, veggio che sono disceso da parenti i quali mi fecero innanzi dannato
., 1-41: primieramente prendi a disciogliere da te medesimo ogni legame di fuori,
legare col cuore con dio. marsilio da padova volgar., ii-n-6: i
di fuori: inferno. bartolomeo da s. c., 22-1-4: non
gli pose aspro di pelle, / da molte lasse nell'interno tutto / saldamente
immota al di fuori, e agiatata da un travaglio interno, par che opprima
corrisponde a un compì, di moto da luogo reale o figur.).
: tu dege cavere / dal lupo che da fora co peco voi venire: /
grande; e tu non usciresti da fuori, e le fiere bestie ti darebbero
passi, a ogni lieve suon che vien da fuora / tendo l'orecchio. gentile
, 3-14: l'oggetto, quasi, da fuori passa dentro al pensiero: non
fuori, di difuori: dall'esterno; da paese forestiero. bembo, 1-138
loro. varchi, 18-1-165: difendendolo da tutti quei casi ed accidenti i quali
fu de'primi paesi d'italia ad accogliere da principio il buono, poi anche il
una mimica che non mi sarei aspettata da lui. tozzi, i-296: dietro il
verdi e dritti, l'hanno trapassata da dentro in fuora. -con valore
i-402: ci troverete sempre col berretto da notte, ma coi piedi fuori delle lenzuola
che. boccaccio, i-483: mai da noi offesa non fosti, fuori solamente
a suo senno; in fuor che da ivi ben a quattordici mesi essendosi la
a punto quel che mi è stato detto da chi non falla e, da poi
stato detto da chi non falla e, da poi che io ebbi scritto, pesai
onore. -chiamarsi fuori: liberarsi da responsabilità, impegni, preoccupazioni; rinunciare
parola, un monosillabo, un cenno da me per attaccare e dar la stura,
. 24. -far fuori: escludere da un affare (cfr. anche fare
-fuor fuori (anche fuorfuori): da parte a parte, a fondo (
sua assenza; lon tano da lui. de'mori, x-941
letture, perché le pare che vi sia da vergognarsi nell'accedere a sentire delle cose
declamatore. bocchelli, i-271: ebbe da fare a non esser messo dentro, perché
qua or là trascorrendo. s. caterina da siena, 41: alora quella anima
stava quasi beata e dolorosa. andrea da barberino, 1-183: quando vidde la
il misero clonico si volse accomiatare da noi. -fuori di tempo,
, fuori del cospetto: così lontano da non poter essere visto. alfieri,
, [le oche] hanno smaltito piombinando da basso e mandato fuori.
la vite] manderà fuore il frutto da alcuno luogo e tralce duro. lorenzo
guantari hanno messi fuora per la moda da correre nel prossimo inverno.
volesse interpretar sempre, avrebbe un gran da fare; tante cose hanno lasciate fuori
farsi avanti, farsi valere; uscire da un nascondiglio, lasciarsi snidare. -anche:
a farne uno -. prese un quaderno da scuola e l'appese all'albero con
corrompesi, mio caro, e c'è da morir tisico *. nieri, 179
squadre fuor, come veduto / fu da lunge venirne il popol franco. pirandello,
piano, voglio andare ad averne parere da mio cugino prima che si cavino fuori
lirica tedesca, che non sia abbellita da questo sentimento, così poco frequente presso
commedia in bologna vidi una donna vestita da uomo: pareva un bambolo. in
. in un altro atto ella uscì fuori da donna, facendo un altro personaggio.
fuori a dichiarare che lui in abiti da città ci si sentiva a disagio.
, 9-1-261: terrò le dette mie rime da più che 10 non le tenea,
le tenea, poscia che voi le tenete da tanto, né mi pentirò d'averle
traboccare, cavare fuori dalla bocca o da uno strumento: risonare (o far risonare
: tentava di cavar fuori del suono da una specie di arpa e a cotesto suono
annunzio, i-436: quale il vin da le coppe auree di giove, / tal
le coppe auree di giove, / tal da que'cerchi il suon trabocca fuori.
spiriti vivacissimi... vengono fuori da gli occhi dell'amata. -spuntare
persistere gl'interrogatori, se non che da principio il « niente » veniva fuori asciutto
fuori dalla matita una vera e propria frase da pazzo. -derivare, aver origine
malata; vedete cosa può venir fuori da un gioco di società. -impers.
mercato libero. = comp. da fuori e banca (v.).
759: 'fuoribanda', la parte esterna da un lato del bastimento; onde 'scaletta
del bastimento. = comp. da fuori e banda (v.).
questo sport. = deriv. da fuoribordo. voce registr. dal panzini (
'fuoribordo', la parte esterna del bastimento da ogni lato. così il bompresso, il
iv-281: 'fuoribordo ', nella marina da diporto, piccola imbarcazione col motore applicato
la nave. negri, 2-761: da mattina a sera, innanzi e indietro
si spense. = comp. da fuori e bordo (v.).
; dopoborsa. = comp. da fuori e borsa (v.).
si faccia. = comp. da fuori e cacciare (v.).
intoccabili. = comp. da fuori e casta (v.).
sportiva). = comp. da fuori e classe (v.).
fuoricombattimento tecnico: per indicare l'arresto da parte dell'arbitro del combattimento, per evidente
dichiarato sconfitto. = comp. da fuori e combattimento (v.);
all'azione. = comp. da fuori e gioco (v.),
10-284: non siamo tenuti a trattarvi da uomini, voi fuorilegge. landolfi, 3-169
la popolazione. = comp. da fuori e legge (v.).
, tutta di villini, di là da ponte margherita, ai prati, in
ci passava. = comp. da fuori e mano (v.).
bubboliere. = comp. da fuori e mondo (v.).
uso avverb. = comp. da fuori e pagina (v.).
assente. = comp. da fuori e porta (v.).
un fuori-posto. = * comp. da fuori e posto (v.).
privilegiato disdegno. = comp. da fuori e sacco (v.).
invar. marin. neol. imbarcazione da regata, lunga, stretta e leggera,
sporgenti. = comp. da fuori e scalmo (v.).
latte alle vecchie. = comp. da fuori e scena (v.).
autovet ture e alle imbarcazioni da diporto). -anche con uso
dalla carne illeso. = comp. da fuori e serie (v.).
strade accidentate. = comp. da fuori e strada (v.).
del fiato. = comp. da fuori e tono (v.).
dalla propria sede, di un liquido da ciò che lo trattiene, ecc.)
in tumulto in quell'angoscia, sì da temere la fuoruscita dei seni dalla tirannide
. bontempelli, 19-182: il viaggio da cisterna di roma a terracina..
dal tempo. = deverb. da fuoriuscire (fuoruscire). fuorivia
impressione piacevolissima di rientrare finalmente a casa da una gita fuorivia. bocchelli, 10-12:
è lui che mi ha sempre cavato da tutti i gineprai. 3.
3. locuz. -di fuorivia o da fuorivia: dall'esterno, dall'estero
: dall'esterno, dall'estero, da lontano. -anche: da persone forestiere
dall'estero, da lontano. -anche: da persone forestiere, estranee; dalla voce
voce pubblica. brasca, 76: da monte oliveto si pò vedere [il tempio
male). = comp. da fuori e via (v.);
moderni tedeschi. = comp. da fuor \ i] e modo (v
può seguire. = comp. da fuor [i] e ne (v
ciascun ramoscello. = comp. da fuori e solamente (v.).
appartenenti all'ordine delle cose reali da cui la fantasia piglia l'elemento fuorumano onde
sue fizioni. = comp. da fuori e umano (v.).
sgorgare, sporgere fuori. marsilio da padova volgar., ii-xm-19: quello movimento
ruscito. = comp. da fuor [i] e uscire (v
dai fuorusciti. = deriv. da fuoruscito. voce registr. dal migliorini.
è stato bandito dalla patria, da una città, da uno stato
bandito dalla patria, da una città, da uno stato per ragioni politiche o
, si trovava nelle mani di francesco da carrara signore di padova. nardi, i-35
fuorusciti..., l'altra incominciò da uomini probi, i quali si ricoveravano
, a portare loro lettere e inbasciate da parte della loro moglie. f. f
-sm. chi è stato espulso o cacciato da un luogo. aretino, 8-186
disgraziati da'lor padroni, de fuorusciti da tempeste, de pelegrini, de disutili
se ne partì. = comp. da fuori e voglia (v.).
, 1-51: i monaci, per esser da tutti conosciuti per uomini furacissimi, si
voce dotta, lat. fùràx -dcis (da fùr fùris 1 ladro ').
voce dotta, lat. furacìtds -dtis (da fùràx fùràcis * rapace ')
comp. dall'imp. di furare e da cuore (v.). furaggiare
capitolar col lione, dandogli tanto sito da furaggiare intorno ad una grotta solitaria che
pregio che iacopo gliel'aveva promessa, ma da certi furagrazie, per far male al
comp. dall'imp. di furare e da grazia (v.). furaménto
e spiccato. = deriv. da furare. furànico, agg.
catalitica del furfurolo, oppure si ricavano da alcool furfurilico, per resinificazione con catalizzatori
= voce dotta, deriv. da furano, col suff. chim. -ico
in acqua. = voce dotta, da [fur] furano, dal lat.
nella molecola un anello pentatomico, costituito da quattro atomi di carbonio e da uno
costituito da quattro atomi di carbonio e da uno di ossigeno (e la struttura
furano). = voce dotta, da furano col suff. chim. -osio
che conservar saldo lo possa, / né da tigniuola o altro sia furato, /
impiccare al rettore. s. bernardino da siena, iii-193: quando il ladro
/ ch'ai figlio furarebbe. bartolomeo da s. c., 10-2-2: tu
, 8-i-40: fu furata [elena] da paris figliuolo del re priamo. bibbia
. riferimento al fuoco rubato al cielo da prometeo). lorenzo de'medici,
fura. -strappare. francesco da firenze, i-652: gli auscielli che la
le mosse. castelvetro, 4-120: è da dire che si truo- vano di questi
sia licito a furare le cose trovate da gli altri poeti. anguillara, 11-107
quelle machine che, attinta l'acqua da qualunque profondo, la sollievano alto.
l'occasione propizia. s. caterina da siena, ii-142: se l'anima fusse
ch'ogne valore avetemi furato. francesco da barberino, 71: perché non mi
la gloria tua. s. caterina da siena, i-55: il sangue di
agradisce il vostro regno / che mai da voi partire non dé'elio, / non
non dé'elio, / non fosse da la morte a voi furato. petrarca,
pier della vigna o mostacci o giacomo da lentini, 413: parse che
ch'a me l'anima fura. bruscaccio da rovezzano, ix-244: lasso, che
-attrarre sentimentalmente a sé una persona distaccandola da altri; sottrarre ad altri un affetto
stesso. poerio, 2-79: sicché da te medesmo il duol ti fura?
fura? 11. preservare (da pericoli, danni, sventure);
13. rifl. allontanarsi furtivamente (da un luogo); segregarsi, appartarsi
luogo); segregarsi, appartarsi (da una compagnia); sottrarsi (a
bernardo volgar., 11-55: si furano da parlamenti degli uomini in alcuno luogo secreto
, lat. furari * rubare '(da fùr fùris * ladro ')
pasta si cibava, in un momento trovassesi da altri tratti dal medesimo furore assalito e
.. col quale partiscono i beni da lor furati, non solamente non muoiono,
mandava le figliuole furate. -distolto (da un'occupazione). alfieri, 5-156
aretino, iii-118: ne le ore da me furate al sonno di forse venti
voce dotta, lat. fùratòr -oris (da furari 'rubare ').
furàzano, sm. chim. composto da cui derivano alcune sostanze eterocicliche attraverso la
di idrogeno. = deriv. da furano. furba, sf. ant
lasagne; e se e'non ha / da sé, le trova per via della
della furba. = deriv. da furbo. furbacchiolata, sf. letter
, è dottore perfetto in queste furbacchiolate da procuratore. = deriv. da
da procuratore. = deriv. da furbacchiuolo. furbacchiolerìa (furbacchiuolerìa)
e circospette. = deriv. da furbacchiuolo. furbacchióne, agg. e
assai di malizia. può concemere cose da poco, che non offendono la moralità
del signor zendrini. = deriv. da furbo. furbaménte, avv.
. con grandi barbe profetiche su facce da furbastri, e dicevano d'essere garibaldi.
6-250: guardava me, proprio me, da quel letto, con gli occhi pelosi
che tirerà a fine ciò che ha da fare con giubilea e quanto ha da
da fare con giubilea e quanto ha da dire col medico. baldovini, 2-10:
d'essere nato e creato per fare da cortigiano: ci vuole più risoluzione e più
a campare, hanno tanto levigato gli italiani da lasciar passare su loro ogni sorta d'
, 5-646: sogni dei conservatori travestiti da ideali progressivi: quale stupendo esempio del
capelli, / come in una 'mboscata / da essi ben serrata, / gli par
ben serrata, / gli par cosa da strani nascondelli / di gente senza legge
fatta qualche furberia. = deriv. da furbo: sul fr. fourberie (nel
e a disprezzarli. = deriv. da furberia. furbescaménte, avv.
. furfantescamente, con modi o intenti da furfante. -con significato attenuato: astutamente
, iii-1-212: io sono stato offeso da te, che mi spargevi tra quei
d'annunzio, v-2-486: non soltanto ottenevo da lui l'onesto grimaldello a ogni richiesta
stimolo vanitoso e furbesco di non mostrarsi da meno degli anticlericali di stampo democratico.
degli occhietti furbeschi e birichini / ciò che da te egli vuole: / ed in
soldo. sbarbaro, 4-82: uscendo da una corvè, da un turno di guardia
4-82: uscendo da una corvè, da un turno di guardia, lo vedevo
altra questione. = deriv. da furbo. furbìzia, sf. accortezza
, 25: tu che aspetti da fuori della casa, / della luce domestica
le grinze? = deriv. da furbo. furbo, agg.
aretino, 1-65: il giuocatore or cena da satrapo e or desina da furbo.
or cena da satrapo e or desina da furbo. berni, 109: chi è
, / ch'egli è una morte da furbo, da baro, / cioè a
ch'egli è una morte da furbo, da baro, / cioè a dir quel
, di più spasso e gioco; / da l'altra banda altera e sdegnosetta /
mondo le persone / arte non è da sciocco e da minchione. goldoni, vii-51
/ arte non è da sciocco e da minchione. goldoni, vii-51: signor,
ma rise dell'iperbole. quel riso da furba era perfettamente silenzioso. pavese, 12-264
voce alta certe barzellette imparate a memoria da un cocchiere del suo padrone. moravia
sere di festa per le stupende colline da moncalieri a torino. dossi, 173:
con te, perché mi hai un visino da furbacchiotta! nievo, 1-219: era
. allegri, 21: non un baston da un povero o da un orbo,
non un baston da un povero o da un orbo, / o tal ch'ogni
senso di 'ladro ', deriv. da fourbir 'forbire, nettare ',
pietà, ma elle non sono figurate da legittimi monetieri, cioè di provati e
e di cattolici padri; e non procedono da cardinale e palese fucina della loro collazione
2-140: a questo fare son constretto da quel furcifero... figliuol di quella
, lat. furcifer -eri, comp. da furca * forca 'e dal tema
.. ammazzato... e da puoi fatti certi furecce. sozzini, 341
voce gergale di origine senese: deriv. da fùr -fùris * ladro '.
). che è preso o agitato da furore incontenibile; che mostra negli atti
: ma lo scrittore del nord, da me commiserato nella sua stoltezza, procelloso
e anela insieme di conseguire gli encomi da esse. foscolo, xviii-98: facendomi
mio nome a gran voce, riconoscere da molti altri che imperversavano furenti senza sapere
dubitava di essere... dilaniato da setoso e dentato apro, quale cari-
apro, quale cari- demo, overo da furente e famato uro. pananti, i-120
d'intorno latrano. comisso, 5-315: da una casa di contadini esce la vacca
bestia innamorata. -ant. preso da passione d'amore. belo, xxv-1-131
suo livore a torto concepito. [sostituito da] manzoni, pr. sp.
gioia furente]. nievo, 465: da un turbine vorticoso d'idee monche e
e leggera, la moglie, spaventata da quel repentino cambiamento del marito, cui
di viaggiatori. -che è dettato da profondo sdegno, da ira violenta.
-che è dettato da profondo sdegno, da ira violenta. monti, iii-65
che egli sia stato furente, e da tale sembra in vero quella disperata risoluzione
5. sm. ant. indovino invasato da furore divinatorio. varchi, 8-2-116:
le feste. = deriv. da furiere (per il n. 2 la
non mi scovavano. = deriv. da furetto, per l'attitudine di questo animale
o di faine è ancora il furetto chiamato da i latini viverra. questo non è
2-7: fucili, carniere, reti da conigli e da quaglie; gabbietta di legno
, carniere, reti da conigli e da quaglie; gabbietta di legno pel furetto
bracchi. calvino, 2-97: lo cucì da sé [il giubbotto] con pezzi
con pezzi di pelli di varie bestie da lui cacciate: lepri, volpi,
un furetto. -occhi di o da furetto: piccoli, vivaci e spesso
continuamente le pàlpebre su gli occhietti vivi da furetto; ridendo scopriva la gengiva superiore
panni ma capelluto, forforoso e acceso da un entusiasmo che gli brillava negli
di furetto. -viso di o da furetto: affilato e con un'espressione
sufi, dimin. -etto, deriv. da fùr fùris 4 ladro ', per
/ sapendo che temer tratti inumani / da una certa genia ciaschedun puote, / e
non saprei. = deriv. da furfante. furfantàglia, sf.
di furfanti. = deriv. da furfante, col sufi, collett. e
in mezz'ora. = deriv. da furfante. furfantato (part. pass
viene in mente il giergo furfante, da furfanti a furfantati. non te ne dilettare
, briccone, malandrino. sabba da castiglione, 94: gieronimo aveva un sac-
e l'amica in chiazzo e vedersi da tutte e due negato quello che a
et io che m'inmaginai che la venissi da quel suo furfante tesauriere, detti l'
ramo costì, che sporge in fuora / da cotesta più forte antica pianta, /
cittadini furfanti. - furfante da tre cotte: birbante matricolato. guerrazzi
vecchio omobono, quantunque fosse quel furfante da tre cotte che noi conosciamo, pure
1-12 (i-145): ora vestito da furfante ed ora da donna, si
): ora vestito da furfante ed ora da donna, si ritrovò con esso lei
del gomito e infarinato come un fantasma da teatro, reggeva il sacco ad un
insieme a un frutteto, saccheggiarlo e scappare da tutt'altra parte, e lì daccapo
, e lì daccapo, non c'era da opporre che una tattica simile.
per la loro dapocaggine, sono biasmati da tutti e dimostrati a dito, e più
intenderete. garzoni, 1-708: quelle dimande da furfan- tone, quelle risposte da becco
dimande da furfan- tone, quelle risposte da becco cornuto. marino, i-200:
quella furfantona della balia. [sostituito da] manzoni, pr. sp.
astutezza e furfanteria di questa monna onesta da campi. redi, 16-v-143: desidererei
per la quale mi strizzava un occhio da lontano. -plur. ant. bricconerie
i burlati. = deriv. da furfante. furfantésco (ant.
un altro giorno, però, vinto da una nuova tentazione, presi di sulla
di cucina un pezzo di pane già morso da lei, e lo addentai di nascosto
ab antico '. = deriv. da furfante. furfantile, agg.
e modi furfantili. = deriv. da furfante. furfantina, sf. ant
cercava capriuolo o damma, / ma da far, s'ei poteva, un
'lingua furfantina', gergo, parlare oscuro da furfanti e da birri, fondato su le
gergo, parlare oscuro da furfanti e da birri, fondato su le loro convenzioni
= voce dotta, deriv. da furfur [ano], col suff.
. = voce dotta, deriv. da fur furiano], col suff. chim
= voce dotta, deriv. da furfurile, col suff. chim. -ico
* = voce dotta, deriv. da furfuriano], col sufi. chim.
sacchi di corrispondenza, ecc., da luogo a luogo: ora son per lo
che la caccia era sulle mosse. da due furgoncini gialli sbucarono i cani con aria
come andasse al loro inseguimento, preso da una fantasticheria di cacciatore. = dimin
quattro ruote lungo e coperto, trainato da cavalli o con motore, adibito al
paglia e altro, in modo che da lungi paresse un forgone. cipriani, ii-1-179
cipriani, ii-1-179: comprò dodici cavalli da sella e due ungheresi da tiro per sé
dodici cavalli da sella e due ungheresi da tiro per sé e gli amici,
per sé e gli amici, venti da tiro per l'artiglieria, e poi una
lungo e coperto'(per l'uso da luogo a luogo in città, anche
qua e là, a gruppi, da soli, sbigottiti dalle grida
fu il pagan con leggier salto / da l'ostinata furia di baiardo, / si
gozzi, 1-236: un gatto caduto giù da un tetto, accecato dalla furia e
passato di strada in strada spinto avanti da una furia malinconica. -convulsione.
cavalca, 20-31: questo furore è da imputare al demonio che l'occupa,
aveano sonato, volea tagliare il campanile da piè e disfeciame di sopra presso che
la sua casa circondarsi ad un tratto da una furia di soldati. manzoni, pr
. saba, 162: hai tanta via da fare / tra la furia dei carri
marte. gelli, 14-109: incitato da la fatai furia della non regolata forteza
della vendetta nel petto sono partito immediatamente da venezia. fogazzaro, 4-70: bastava
affligendo lo corpo in pelegrinaio. giovanni da lizzano, i-157: il forte de'
furia di scarabocchiare della carta, è da tre o quattro secoli così universale nella
, fortunale; intemperie. andrea da barberino, 3-1026: navigando n'andò in
dell'artigliarie. serdonati, 9-328: da tutte le torri fu subitamente scaricato gran
, 5-iv-375: fu... assassinato da una furia di pistolate senza poter dir
furia... già sonava molto da presso. g. bentivoglio, 4-523:
suo insolente! alfieri, i-121: agitato da mille furie alzatomi all'alba del sabato
le furie infernali, e pigliò consiglio da loro. luca pulci, 1-1-17: lascia
abissi / s'apparecchiaro adamantini ceppi / da rilegarlo nelle furie infeste. forteguerri,
incominciò a gridare in furia. ca'da mosto, i-114: con furia cominciorono
e profumi a furia. [sostituito da] manzoni, pr. sp.,
villani, 11-142: per ingiurie ricevute da certi grandi si levò in furia il popolo
si mise sulle furie e mi discacciò da lui. tasso, i-210: prega [
precipitazione, senza riflettere. andrea da barberino, i-48: fia meglio indugiare fino
atti o parole violenti; essere colpito da pazzia furiosa. sarpi, i-2-152:
egualmente nelle furie. -essere cose da furia: essere violentissimo (una manifestazione
femina diede... furon cose da furia. -essere nella furia di fare
in grande agitazione, essere tutto preso da questa. carducci, ii-3-311: benché
persone in attesa; esserci molti affari da sbrigare urgentemente. crusca [s
straordinarie, molti affari o molte faccende da sbrigare in tempo ristretto.
è disdoro; ma esser tenuto in scacco da un galantuomo, oh furia!
(e si riferisce alla persecuzione subita da oreste da parte delle furie dopo l'
si riferisce alla persecuzione subita da oreste da parte delle furie dopo l'uccisione della
-atti d'ira e di collera causati da motivi futili. crusca [s
infuriare, compiere atti violenti. andrea da barberino, 1-2io: orlando, poi ch'
quando vide la figlia, e che riseppe da lei tutto l'accaduto, prese
-venire a qualcuno le furie: esser preso da grande fretta. cicognani, 1-197
furie, e mise fuori un passo da bersagliere. 14. dimin.
dotta, lat. furia, deriv. da furère * infuriare '. nel significato
per favore di fortuna poterono uscir vivi da quelle mani furiali, ben ci dicono come
colla furiale veste, la quale accostantemisi da lato con morso mi lacera le interiore
dotta, lat. furialis, deriv. da furia * furia '. furiana,
e le furiane. = deriv. da furia, nel significato di * vento forte
non t'abbracciasse, / con forza da pertutto flagellando / il corpo colla coda.
: dare in ismanie; essere invaso da furore sacro. l. martelli,
indemoniati] con spaventosa confusione. erasmo da valvasone, 1-3-93: geme steso il rivai
. furiare 1 render furioso deriv. da furia, * furia '. furiata
fretta e confusamente. = deriv. da furiare. furiato (part. pass
. e letter. agitato, sconvolto da ira violenta, da furore, da
. agitato, sconvolto da ira violenta, da furore, da accesa passione; infuriato
da ira violenta, da furore, da accesa passione; infuriato (una persona
giove guerra. = deriv. da furibondo. furibóndo (ant.
vedi che si può attendere di bene da una massa di furibondi. manzoni, pr
. cattaneo, iii-4-300: fu preso da alcuni furibondi, e già stavano per fucilarlo
se quando vuol bene ha l'aspetto da furibondo. -pazzo furibondo: v
lampeggia di violentissime azioni di movimento, da degradarne donatello e il poliamolo dove sono
panzini, iii-172: una luce smorta pioveva da quelle finestrine; furibonde figure palpitavano lungo
furibondo. -che è caratterizzato da usanze e costumi violenti (un'età
la guerra, e pur combatte / da brame spinto furibonde e insane / l'uom
fuggente l'acqua frigide peligne, / da lor si scuda e dal pian che
sen di liquefatta brina, / scende da balza alpina. cesarotti, ii-
dotta, lat. furibundus, deriv. da furère 1 in furiare '
d'essere stato corbellato a quel modo da quel furicchio. = deverb. di
tassoni, 3-28: esser potean costor da quattrocento, / e 'l furierò
di codesta società non sanno che vestirsi da inglesi, da americani, da russi
società non sanno che vestirsi da inglesi, da americani, da russi, perché incapaci
vestirsi da inglesi, da americani, da russi, perché incapaci e inetti a trovare
dal fr. ant. fuerre 'foraggio', da cui fourrage (sec. xii)
solubili in cloroformio. = deriv. da fur [ano], col sufi.
di posare il sacco. = forse da furino1 (cfr. furicare).
lingua furia. = deriv. da furia. furiosaménte, avv.
noi discende dall'alto monte? andrea da barberino, 1-24: percosse lui e
misura, procede furiosamente e dà mazzate da cechi. tolomei, 2-165: quando l'
scorressino e occu- passino la persia. da porto, 1-51: rifiutando i conforti
tanto veloci che nessuna fiera veduta campa da loro. buonarroti il giovane, 9-745:
vuol, sendo a quel modo / dianzi da noi partita / così furiosamente? carletti
serpenti? - precipitazione. da porto, 1-212: senza pur sedersi preso
vestito sì vilmente, astretto non meno da dappocagine d'intelletto che da furiosità di poco
non meno da dappocagine d'intelletto che da furiosità di poco senno. 2.
, furiosità. = deriv. da furioso. furióso (ant.
, furiosissimo). che è preso da ira violenta, che è agitato da
da ira violenta, che è agitato da grande collera, da furore; che manifesta
che è agitato da grande collera, da furore; che manifesta con gesti violenti
19-44: perché non trovò subitamente bastone da percuoterlo, irato e furioso pigliò la predella
, 261: spiedo lucente / impugnando da presso, ardito affronta / furioso cinghiale
. 2. che è preso da violenta pazzia. livio volgar.,
. muratori, 5-ii-76: non è cosa da furioso il voler morire con una presta
a fianco ». -che è invasato da furore sacro; che è trasportato dall'
geloso. - che è preso da una violenta passione. biondi, 1-174
-con uso avverb. andrea da barberino, 5-1192: adirato, sanz'altra
fosse ora d'un furioso scapaccione dato da un padre a un figliuolo perché aveva schiacciato
può dir della francia passata di salto da una libertà furiosa al dispotismo di buonaparte.
non... erano ancora stretti da quel furioso bisogno d'inventario ch'è indizio
tolomei, 2-164: uomini nati solamente da uno stolto, anzi furioso appetito de le
carattere, il temperamento). bartolomeo da s. c.: 30-3-4: ritieni
furiosissime fiamme del troncato peloro. andrea da barberino, 1-106: si missono alla furiosa
l. martelli, 1-177: giù da i monti / cadono i fiumi furiosi e
tasta], onde gli uscitte / da l'altra orecchia il furioso acciaro. boc
dotta, lat. furiòsus, deriv. da furia 4 furia '. furlana1
che ha carattere vivace ed è ballata da gruppi di due o quattro ballerini in cerchio
furlani mi dieno ne'fianchi fieramente. da porto, 1-180: giungendo io in questa
. garzoni, 1-533: assumono da credere [gli eretici] quel che
a ch'è peggio d'un forlone da fomaro che s'aggira d'ogn'ora.
. = deriv. per metatesi da frullone (v). furo {
deitade ed è grande peccatore. bartolomeo da s. c., 5-2-9: la
certo tu se'furo e ladro. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar
non ci usano alcuna discrezione. giovanni da san miniato [petrarca], i-254:
da'furi. s. bernardino da siena, v-47: io sono la porta
lat. fùr fùris 4 ladro ': da cui la forma fure, sostituita
cui la forma fure, sostituita da furo (forma ricavata dal plur. furi
furoico. = deriv. da furo [ico], col sufi,
acido piromucico. = deriv. da fur [ano]. furoino
di potassio. = deriv. da furoico. furò ne, sm
viene il furone di notte. benvenuto da imola volgar., i-24: volle
perturbazione mentale, provocato dall'ira o da una passione violenta. -anche (in
a che gli infelici innamorati son condotti da queste fiere, che hanno più sete
furore. tasso, 6-48: vinta da tira è la ragione e l'arte,
l'amore da cui nasce. alvaro, 7-174: quegli
dì del furore del signore. bianco da siena, 29: ch'el signor
? ariosto, 23-132: il quarto dì da gran furor commosso / e maglie e
pazzo, cioè entrato in quei furori da rovinar, stracciare, rompere e gettar
alle guerre vere, non era nervo da sostenere il furore franzese. grazzini,
e sponda / sono al furor che lor da tergo inonda. 4. ardore
travolgente; travaglio amoroso. francesco da barberino, 251: l'amore inclito è
vizi brutti. caro, 4-129: vide da l'alto la saturnia giuno / il
non raffrena. loredano, 1-110: portata da quei furori che agitano l'anima di
v-1-214: sforzativi di trarre i concetti da i pensieri che vi nascano nella memoria,
e come il suo furore / era da febo raffrenato o spinto, /.
, 4-155: un giorno, colto da furore religioso... pregò, predicò
, iii-862: mi viene un poco da ridere di questo furore di calcoli e di
; la mia casa fu quella che fu da guidotto rubata, e costei nel furor
... esplodono con tale furore da abbrustolire palpebre e cigli. 11
dee., 4-3 (415): da dolor vinto e in furor montato,
lei invano mercé addomandante uccise. paolo da certaldo, 331: non ti muovere
frettolosamente, di furia). giacomo da lentini, 648: quell'amor che strenze
quell'amor che strenze cum furore / da la vista di gli ogli à nascimento.
. verri, ii-37: quasi destati subitamente da letargo, uccideste, a furore di
= voce dotta, lat. furor-óris, da furère * essere furioso '.
una calca disordinata. = deriv. da furore. furriginóso, agg. ant
tinto era. = deriv. da ferruginoso, per incrocio con fuligginoso.
,... per- ch'ello da consolarsi del misero amore furtasse quello mezzo
mezzo tempo. = deriv. da furto-, cfr. provenz., catal
si batteva furtivamente la moneta. busone da gubbio, 150: non credete voi
tutte d'om tolli onni merto. bartolomeo da s. c., 144:
(o di sorpresa); che dipende da inganno, da frode, da insidia
); che dipende da inganno, da frode, da insidia. bibbia volgar
dipende da inganno, da frode, da insidia. bibbia volgar., v-636
segretezza (e anche con tale rapidità da non farsi notare). -anche con uso
affatto ei non può loro impedire / da quel lato fortivi, e pochi uscire.
, anche 'furtivo, occulto': da fùrtum 'furto'. furto, sm.
la pena del doppio o del quadruplo da applicarsi a chi l'aveva patito. de
eritreo, i-129: in tutti i luoghi da vari secoli a questa parte i furti
verri, i-270: io non fui spinto da abbietta ingordigia di furto, ma dal
. sfilano proconsolo dell'asia stato accusato da socii delle repetunde, cioè de furti
, la cosa rubata (o anche quella da rubare). - anche al figur
: costrigne / a confessar quali opre da purgare / uom qua di sopra d'un
e'quali doverebbono essere sufficienti a guardarlo da uno furto. guicciardini, ii-110:
furère 'rubare ', deriv. da fùr fùris * ladro '.
ladro che imbola di notte, da 'furvo 'ch'è a dire oscuro
battuta a tempo ordinario, ed è rappresentata da un o chiuso con la gamba sotto
fus 1 fuso '(poi sostituito da fuseau). fusàggine (anche fuliggine
suoi frutti si assomigliano ad un berretto da prete ('berretta di prete',
('berretta di prete', 'berretta da cardinale'). pascoli, i-882: e
, lat. tardo fùsàgo -inis, derivato da fùsus (in quanto col suo legno
, venduti a roma per lo più da venditori ambulanti. panzini, iv-282
lupini salati, che derivano il nome da * fusàgine (con suffisso mutato)
fusàggine fa frutti con seme bianco coperto da una pellicola gialla come i lupini »
fusari di bucchianico. = deriv. da fuso1. fus àiòlà [fusaròla
delle modanature architettoniche semicircolari, e costituito da elementi in forma di fuso.
forato di vario materiale, che serviva da peso per telaio o da volante di
che serviva da peso per telaio o da volante di fuso, o costituiva elementi
, è formata di mezzi pallini, due da capo e due da piedi al fusino
pallini, due da capo e due da piedi al fusino, cioè a quel pezzetto
uso malcerto. = deriv. da fuso1 (v. fusaiolo).
infino all'aere. s. bernardino da siena, 451: va', piglia un
piglia un nocciolo di quelle belle pesche da san giumignano, e pollo qui a
: sopra le foglie sono più cinti da formare: prima uno chiamato balteo; sopra
dal nettario a quattro lobi, e da una drupa baccata. = voce
dotta, lat. fusanus (deriv. da fùsus * fuso '). la
che nel corso della trattazione è sostituita da * fusàggine ', come termine d'
ne andava. = deriv. da fuso1. fusària (fusària)
lat. mediev. fusària (deriv. da fùsus * fuso ').
conidi, di solito colorati, portati da rami coni- dioformi ammassati in pustole,
dei funghi coniomiceti, che vien costituito da uno stroma spianato che contiene gli sporidii
e fusaro. = deriv. da fùsus * fuso '(cfr. fusano
un fuso. = deriv. da fuso1. fusàtile, agg.
circuito politamente dispositi. = deriv. da fuso1. fusato, agg. che
pezza). = deriv. da fuso1. fusbèrta, sf.
di fuscàre * annerire ', da fuscus 'oscuro '. fuscellino,
modo, ch'ai detto tuo pennello corra da poterlo abilmente lavorare. gelli, iii-17
un palmo e grossi quanto una penna da scrivere. lorenzi, 1-28: se
, 12-197: alcune custodie sono formate da granelli di sabbia cementati tra loro, altre
granelli di sabbia cementati tra loro, altre da fuscellini incrociati e invescati.
avventura che io avessi trovato questa occasione da me a me, o almeno cercatala,
percosso o per toccarne. questo detto vien da quei ragazzi dell'infima plebe, i
'rompere il fuscellino ', tratto da un uso antico di dichiarare con questo
siano genti indomite,... da toccar col fuscellino. -trarre prima la
., 1-1-81: e voi, maledetti da dio, per ogni fuscello di paglia
-da toccare con un fuscello: da evitare con ogni cura, da starsene
: da evitare con ogni cura, da starsene alla larga. s. bernardino
starsene alla larga. s. bernardino da siena, 865: quando tu vedi uno
... credemi che egli è da toccare col fuscello, e dico che egli
= lat. tardo fùscellus, formatosi probabilmente da un incontro di fùsus 'fuso
pascal, il pieri derivarono fuscèllo da una forma contratta di * fùsticèllus
con friscèllo * spolvero, volanda ', da lui tratto da * flo
spolvero, volanda ', da lui tratto da * flo scellu e dal
flo scellu e dal pieri da * floriscèllus * fiorellino '».
o da livrea. giusti, 4-i-143: vedea sbiadito
origine orientale, pers. fisak * ombrello da sole '. si propende anche a
anche a congetturare una derivazione di fusciacca da fascia (a. prati, 464:
vicino all'origine '. la derivazione da fascia è probabile, suppunendo che va
è gradevole. = deriv. da fuso1. fusellato, agg.
croce). = deriv. da fuso1. fusellatura, sf.
gnola il non aver saputo che la curva da lui construtta per la fusellatura delle colonne
milizia, ii-192: * calo 'dicesi da alcuni lo scemare o restringersi che
dice anche fusellatura. = deriv. da fuso1. fusellino, sm. bacchettina
fusellino ', detto anche 'pettine da parrucchiere ', simile al pettine lungo,
sotto il lato della cassa. giuseppe da capriglia, 31: il fusello di
5. tipogr. filetto ornato simmetricamente da una parte e dall'altra, che
di noi. = deriv. da fuso1. fusétta, sf.
sorta di fuoco d'artificio, costituito da un sottile filo di ferro a un'
del quale è applicata una pasta composta da polvere pirica e fosforo; acceso,
= voce settentr., deriv. da fuso1; cfr. piem. fu§eta.
: appresso la spada, e la cinta da spada,... il
il fusetto. = deriv. da fuso1. fusìbile, agg.
. = dal fr. fusible, da fuser, 4 fondere'(sec. xvi
stato liquido. = deriv. da fusibile; cfr. fr. fusibilité (
o anche vuoti. = deriv. da fuso1: cfr. lomb. fusera.
lat. scient. fùsifórmis, comp. da fùsus, * fuso 'e
fuso 'e dal suff. -formis, da fórma, 'forma '; cfr.
. fatto di metallo fuso. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar.
= voce dotta, lat. fùsilis, da fùsus, part. pass, di
= voce meridionale, deriv. da fuso1.
di brescia. = deriv. da fusione. fusióne, sf.
anime e di due corpi, consolidata da cinquant'anni di vita comune, era
italiani... è certamente favorito da questa riunione. cattaneo, iii-1-119:
.. 'laude 'è anche da notare la ben temperata fusione delle idee
due leghe in una sola, da ultimo la sollecitarono. arila, 238:
voce dotta, lat. fùsiò -onis, da fùsus, part. pass, di
articolato o diviso. = deriv. da fusione-, cfr. fr. fusionnisme (
comunista). = deriv. da fusionismo-, cfr. fr. fusionniste (
gli è tocco [il ferro] da lo stagno fuso diventa frangibile ed intrattabile.
, 599: per tre giorni lavorai da un fabbro per scolpire due maniglie di
, effuso, diffuso. erasmo da valvasone, 1-2-65: un cristallino umor da
da valvasone, 1-2-65: un cristallino umor da gli occhi fuso /...
sentii la vita; e insieme / da le braccia l'imago esil vania / fusa
sul quale viene avvolto il filato; da esso dipende l'uniformità del filato e
di una ritorcitura). cenne da la chitarra, vi-640 (10-2):
: cavava di buoni denari di alcune trottole da fanciulli, pestelli e fusa da lino
trottole da fanciulli, pestelli e fusa da lino viterbese. caro, 8-629: col
d'aspi governato dall'elettrico, accudito da donne in grembiule. -per anal.
farsi porre il fuso ne la rocca da un villancione. 2. l'
donne al fuso e al pennecchio. guido da pisa, 2-46: le sue mani
fuso avolgono, / e con amor da sé l'alma dividere. folengo, ii-92
per uso, / tutte dependon sol da cenni suoi. / quella tien la conocchia
di rotazione della ruota. gano da colle, ix-438: anche noto che,
ecco alle mani: / di ferro da stradieri impugna un fuso, / e l'
, / e l'altro una paletta da caldani. note al malmantile, 11-44:
anche fuso acromatico); è costituito da citoplasma gelificato, ed è importante per il
(a forma di fuso sferico e limitato da due meridiani distanti fra loro 150)
sulla cui sommità si fissa l'oggetto da lavorare. d. battoli, 9-29-2-53
. appiccatigli una volta i contrapesi, da per se stesso lavora e volge su
un micio peso e poltrone, / da carezzargli il groppone / e fargli fare le
8-283: fu portato, non sapendo da quali piedi, a casa di colei che
dèi scacciare, / ch'io non voglio da lui le fusa torte. nievo,
genere di molluschi gasteropodi prosobranchi, rappresentato da forme in cui il lungo becco della
dotta, lat. scient. fusus, da fusus, 4 fuso '. fusobattèrio
lat. scient. fusobacterium, comp. da fùsus 4 fuso 'e bacterium 1
vin fanno. = deriv. da fuso1. fusolièra, sf.
cassola, 2-518: è un apparecchio da caccia; un macchi. lo riconosco
fusoni '. = deriv. da fuso1. fusóne, sm.
, lat. tardo fùsor, -óris, da fùsus, part. pass, di
dieci, e il sole ha un riverbero da forno fusorio. =
voce dotta, lat. tardo fùsórius, da fùsus, part. pass,
grippi et altri legni loro, / e da lon tana parte e da
da lon tana parte e da vicina / portan sollevamento al lor mar-
fummo as saliti e presi da cinque fuste di turchi. morando, 522
46: nessuno è visto: da dietro le feritoie scrutano se nel denso e
si palesi lo stormo delle fuste da preda. dizionario di marina,
eccelsi ne'monti eminenti / per forza da gli artefici abbattuti, / e ridotti altri
il gnomone e che riceve il moto o da fuste o da contrapesi, non può
riceve il moto o da fuste o da contrapesi, non può lungamente durare senza
più tempo fa sopra il banco da scrivere. = voce dotta,
nel cordusio. = deriv. da fustagno. fustagnèro, sm.
tellaroli e fustagneri. = deriv. da fustagno. fustagno (ant. fustano
sua particolare robustezza, per confezionare abiti da lavoro, da caccia o da pesca)
, per confezionare abiti da lavoro, da caccia o da pesca). francesco
abiti da lavoro, da caccia o da pesca). francesco da barberino,
caccia o da pesca). francesco da barberino, iii-128: agocchie e canavaccio
fustagno è buono impaccio. s. bernardino da siena, 112: -che mestiere
dama, la principale attrattiva; ma da canaglia in frustagno, ammessa a visitare
fustàia, sf. bosco formato da alberi di alto fusto; bosco ceduo
a spizzico, diradando la fustaia, così da esporla a tremenda rovina in caso di
via sessuata. = deriv. da fusto; cfr. fr. futaie (
basti, ecc. = deriv. da fusto. voce registr. dal tramater.
botti, ecc. = deriv. da fusto, col sufi, collettivo -ame.
un'arma). = deriv. da fusto, calco del fr. fùté (
(nel 1690), deriv. da fut 4 fusto '. voce registr.
è costituito, nella parte inferiore, da un tronco di cono cavo con bordo
con bordo tagliente, e nella superiore da un codolo su cui si batte con un
fustellatura di astucci. = deriv. da fusto. fustellare, tr. (fustèllo
una fustella. = deriv. da fustella. fustellato (part.
pelli, ecc. = deriv. da fustellare. fustellatura, sf.
di esso. = deriv. da fustellare. fustèllo, sm.
, sm. stor. arma da lancio, consistente in un palo lungo
(vegezio), comp. da fùstis 4 bastone 'e dal tema del
fecie più tempo fa sopra il banco da scrivere. = deriv. da
da scrivere. = deriv. da fusta2. fustifero, agg.
e che chiedono il prospetto / del mare da vicino; e vivamente / vegetan col
= voce dotta, comp. da fusto e dal sufi. lat. -fer
e dal sufi. lat. -fer, da ferre 4 portare '.
di pedante. = deverb. da fustigare. fustigante (part.
sferza o una verga. guido da pisa, 1-107: come balaam la fusticava
: la groppa della collina era fustigata da folgori pazze e da sibilanti minacce.
collina era fustigata da folgori pazze e da sibilanti minacce. 3. figur
) 4 battere con verghe', deriv. da fùstis 'bastone'; cfr. fr
dial. frugare. niccolò da correggio, 1-355: vivon gli ucei senza
= voce di area settentrionale, deriv. da un incrocio di frugare con frustare;
383: gomene colossali, tese, tirate da schiere di buoi fustigati. -per simil
, 5-56: si sapeva un po'da tutti, memorante cesare, che la signora
fustigatori teatrali. = deriv. da fustigarex. fustigazióne, sf.
fustigazione della chiacchiera, a sentirsi travolti da un alto destino. = »
destino. = » deriv. da fustigare1-, cfr. fr. fustigation (
, cioè il pedale, e da quello le ramora, poi le fronde e
i picciuoli a larga mano. [sostituito da] manzoni, pr. sp.
-bosco d'alto fusto: quello costituito da alberi, lasciati crescere liberamente fino a
vi-16: si può piantare un bosco da taglio, e le piante da scapitozzare
un bosco da taglio, e le piante da scapitozzare in qualunque sorta di terra;
così quelle d'alto fusto, ovvero da costruzione. papi, 1-6-239: gli
di basso fusto: che è costituita da tali piante. bocchelli, 9-153
largamente fornito. ariosto, 46-79: fe'da costantinopoli a parigi / portare il padiglion
l'impero / di grecia, lo levò da mezzo giorno, / con le corde
giogo e adattatisi a'piedi i legni da scorrere, confidatosi tutto in su 'l
cavi, dove rimarrai sepolto e conculcato da quegli stessi che al tuo commando satra-
scoperte e i sacconi appoggiati alla spalliera da piedi. -in partic.:
parte centrale di certi oggetti (bastoni da passeggio, ceri, tubi, ecc.
come tutte le altre cose che nascevano da tutti i canti, dove erano i calami
mobile). ruscelli, 3-5: da quel luogo medesimo, cioè dalla cima
della gamba di quel piede, si hanno da partir due rami dritti.
viviani, 5-353: da esso [magnano] fecesi fabbricare il
, che le sostentano, ma che da esse sono coperti e nascosti. carena
pare un serpente / ed ebbe astolfo da sé combiatato; / e rivoltato nequitosamente
impugnatura e la bocca. ca'da mosto, i-105: e fansi in ditta
ditta isola... bellissimi fusti da balestra e fusti da tenier. /.
. bellissimi fusti da balestra e fusti da tenier. /. getti, 201:
parte anteriore della cassa di un'arma da fuoco. j. getti, 141
ma con il fusto più arcato e da una banda sola, e che chi la
chi li canta que'singhiozzi erotti / da l'imo cor, quando a l'alba
cilindrica, può essere monolitica o costituita da vari rocchi e presentare una superfìcie liscia
una superfìcie liscia, scanalata o ricoperta da elementi decorativi. -per estens.:
significhino alcuni cerchi di metallo posti anticamente da piedi e da capo ai sostentaceli di
cerchi di metallo posti anticamente da piedi e da capo ai sostentaceli di legno, che
comprendente il torace e l'addome, da cui si dipartono gli arti superiori e
. faldella, iv-154: un fusto da cavallerizza ungherese, un'onda da divinità greca
fusto da cavallerizza ungherese, un'onda da divinità greca, una testa eretta,
a. cattaneo, i-361: da pertutto mi davan ne'piedi ossami infranti
iii-15: sul cader del giorno scoprimmo da lunge sull'alto destriere torreggiare il gran fusto
una persona (ed è spesso usato da un personaggio per alludere con immediatezza e
di voi, e più tosto voglio vivere da povera gentildonna con un cavaliere che da
da povera gentildonna con un cavaliere che da ricca mercantessa con quel fusto. baldovini
sconcio fusto. 14. recipiente costituito da doghe di legno tenute insieme da cerchi
costituito da doghe di legno tenute insieme da cerchi di ferro; botte, barile;
bacchetti, 6-15: il console era stabilito da molti anni in italia a esercitare il
assile principale delle corna del cervo, da cui si diramano i palchi. -scheletro
del corallo] / sorge; e da questo alterni e multiformi / sporgon di
cecchi, 7-2-6: che questo / fustuccio da galea sempre gli metta / nuovi scavezzacolli
adacquava per battesimo. = deriv. da fusto, sul modello di * corpuscolo '
.]: il fustoncino d'un ombrellino da sole. = dimin. di fusto
senza polpe. = deriv. da * fugita, deverb. dal lat.
gire'): cfr. 'frale'da 'fragile'; cfr. fi. fuite (
dall'ar. fitta * asciugamano, grembiale da bagno '. cfr. a
svolto con superficiale attenzione; che deriva da capriccio (un'attività, uno scritto
le arti liberali ad un'eminenza, da cui non hanno potuto mai decadere.
se stessa, gli parve futile gioco da fanciulli. morante, 2-267: avrei
. fr. colonna, 2-247: da l'altro lato era uno che sopra
propriamente 'che lascia scorrere ', da fundère 'versare '; cfr. fr
può i difetti;... ha da sbandirne le affettazioni e tutte le futilità
voce dotta, lat. fùtilitàs -àtis, da fùtilis (v. futile);
quel che può futuramente essere. è usato da scrittori di cose filosofiche, e dice
; nel significato 2, deriv. da futuro sul modello di possibile.
e subordinatamente al verificarsi delle condizioni previste da esse). = deriv.
esse). = deriv. da futuribile. futurismo, sm.
e politico d'avanguardia fondato nel 1909 da filippo tommaso marinetti, che propugnò un
predominava il futurismo, che era roba da manicomio. = deriv. da
da manicomio. = deriv. da futuro; cfr. fr. futurisme;
: manifeste du futurisme, preceduto da una premessa editoriale, col titolo
, iii-25-110: il futurismo proviene proprio da quegli ambienti intellettuali ed artistici (francesi,
sempre oggetto di ogni sorta di vituperi da parte dei futuristi nostrani. ojetti,
le parolibere futuriste. = deriv. da futurismo-, cfr. fr. futuriste (
, più scaltri. = deriv. da futurista col sufi, -eggiare (a indicare
in libertà futuristiche. = deriv. da futurista. futurìzióne (futurazióne),
verso il futuro. = deriv. da futuro. futuro, agg.
l'uomo consiglio e dilibera che sia da fare e che noe. dante, inf
le forze vostre l'osserverete e amerete, da dio ne sarete remunerati nella presente vita
. la dottrina morale sarebbe stata tutt'altra da quel che ella apparisce ne'salmi,
evo, anzi di tutto il popolo cristiano da dodici secoli. baldini, 3-138:
futuro grande scrittore era nella sua camera da letto, per la cui finestra il
è così tolta dal latino, senza da sé aver forma. citolini, 41:
futuro. leopardi, ii-25: luogo da aggiungersi a quelli che ho recati altrove per
ottativo invece del futuro indicativo; uso da cui sono nati tutti i futuri di
che tutta morta / fia nostra conoscenza da quel punto / che del futuro fia
il futuro e ch'io dispieghi / da l'occulto destin gli eterni annali, /
disoneste opere la- ciare a'futuri. da porto, 1-21: ho voluto raccogliere
: ho voluto raccogliere alcune lettere, da me nello spazio di alquanti anni scritte
certo che ciascuno di loro sia libero da qualunque altro vincolo simigliante, e non
di esse 'essere ', deriv. da altro tema (secondo la radiec del
sol, la cui attuale forma deriva da una progressiva deformazione della lettera g.
e azzurre: se 'viene alzata da sola indica 'ho bisogno del pilota '
delle facce ardite. = deriv. da cabala per sonorizzazione dell'iniziale (cfr.
iniziale (cfr. 'gabinetto 'da 'cabina '). gabànio
gabardine (verso l'anno 1500), da cui l'inglese gaberdine (sec.
gabarra, sf. marin. grossa barca da carico a fondo piatto.
2-338: 'gabarra', specie di grossa barca da alibo a fondo piatto, destinata nello
rienzo, 84: non pare opera da gabbe. castelvetro, 3-148: ricevendo per
grammaticuccio presuntuoso. = deverb. da gabbare (v. gabbo).
ipocrita, bacchettone. s. bernardino da siena, 127: fu mai che d'
, che siete chiamati gabbadei e ipocriti da questi cattivi, pigliate il remo della
« egli è un gabbadeo, un furfante da ventiquattro carati, un ribaldo da mandarsi
furfante da ventiquattro carati, un ribaldo da mandarsi al mare per bastonarvi i pesci
per bastonarvi i pesci, un pendaglio da forca ». = comp. dall'
. aretino, 8-304: lasciandoci accecare da le lettere che ci mandano i gabba
con la persona in verso colei adocchiata da lui. = comp. dall'
comp. dall'imp. di gabbare e da oste (v.).
e corrompitori. = deriv. da gabbare. gabbaminchióni, sm.
, / ch'era in un campo da piantar carote, / rivolto al re,
la figura d'una donna rotonda in gabbana da infermiera. landolfi, 3-167: recava
lo più sotto il lucco; veste da camera ordinaria. savonarola, 5-i-139
, che la fanciulla, vestitasi la notte da maschio con la gabbanella dell'amante infedele
infedele che avea tenuta nascosta, andava da sé sola e senza saputa altrui ad appiccare
in genere bianco o nero, indossato da chi lavora, soprattutto da medici per proteggere
, indossato da chi lavora, soprattutto da medici per proteggere gli abiti, da
da medici per proteggere gli abiti, da convalescenti in ospedale, ecc.;
tra le mani gabbanella, e vedo da una tasca spuntare il lembo della cartina
ojetti, iii-291: magro, vestito da sportivo, in brache e calzettoni e
gabbano a cappuccio. 2. veste da fatica indossata per lo più da contadini
. veste da fatica indossata per lo più da contadini o da operai; vestaglia o
indossata per lo più da contadini o da operai; vestaglia o casacca ordinaria.
guerrazzi, 1-157: egli vestiva un gabbano da camera sudicio. de marchi, ii-65
, usciti dagli ospedali militari in tenuta da degenti: gabbano di tela e grandi
di tela e grandi pantofole e berretto da fatica. g. raimondi, 3-359:
leggiera in un gabbanetto, ovvero mantelletto da cavalcare. d'annunzio, v-2-200:
: io me ne son fatto un gabbanetto da cavalcare, di lana tosata scardassata filata
voce di tutte le cose vedere fu da me gabbato per senno, che si
, sì come di gabbare. sabba da castiglione, 5: la vanagloria del leggier
vennegli bene, che una grande acqua da cielo venne la notte, perché castruccio non
campo veniva / due cavalier di berardin da todi, /... / l'
medesimi di sapere di non essere stato da l'arte gabbato. pasqualigo, 164
, anima mia, che siete solo gabbata da soverchio timore, e ch'io vi
: / quand'era tempo d'andar da me stesso, / colle gambe degli altri
ne stai mo a gabare. zanobi da strata [s. gregorio magno volgar.
intr. scherzare, celiare. giacomo da lentini, 54: certo l'amore fa
/ se io non gabbo! andrea da barberino, 1-89: disse el dux
castelvetro, 3-155: per aver cagione da poter rispondere in alcun modo coperto a
che tutti ebbero capito non esserci modo da scherzare da quella banda. -cadere
ebbero capito non esserci modo da scherzare da quella banda. -cadere in errore
un abbaglio, sbagliarsi. sabba da castiglione, 34: se per aventura qui
castiglione, 34: se per aventura qui da alcuno io iniquamente calunniato fossi di adulazione
propria fiducia negli altri, generalmente viene da essi ingannato. proverbi toscani, 135
solenne gabbata; ma credetti di farla da furbo. = femm. sostant.
diversi modi. = deriv. da gabbato. gabbato (part.
beffeggiato, schernito; giocato. busone da gubbio, 196: voi tornerete a'vostri
dal giovine, così volse che egli da lei gabbato rimanesse, per farlo ravedere
2-108: carlo magno dunque, incoronato da papa adriano, costumò come gli altri cristianelli
giordano [crusca): si lasciò persuadere da quella femmina gabbatrice. trattati antichi,
gabbatore, leggiere e disleale, è da donne tenuto caro, né pongon mente che
alente rosa. = deriv. da gabbare. gabbavillano, sm.
e villano. la voce è registrata da a. prati, 465 (idem.
la vita. = deriv. da gabbare. gabbévole, agg.
gabbevole meno. = deriv. da gabbare. gabbia, sf.
di dimensioni varie, costituita in genere da regoletti di vimini o di canne
di vimini o di canne oppure da sbarre di ferro o di filo metallico
metallico (detti staggi), tenuti insieme da aste (dette gretole), destinata
più ragion v'arrivano uccellini / sì da tenere in gabbia per cantare. sannazaro,
-gabbia per i grilli, gabbia da grilli: di piccole dimensioni, formata
grilli: di piccole dimensioni, formata da sottili stecche o da paglie, erbe
dimensioni, formata da sottili stecche o da paglie, erbe e foglie intrecciate,
in qualche stop- piaro a lavorar gabbie da grilli. allegri, 11: per dispetto
, sporte..., gabbie da quaglie e altri uccelli. -uccel di
-cassa i cui fianchi sono formati da sbarre di legno o metalliche o da
da sbarre di legno o metalliche o da reti (ed è adibita al trasporto
». -imballaggio leggero, formato da liste di legno, destinato al trasporto
o recinto per tenere rinchiusi gli animali da cortile (polli, conigli, ecc
nudrir ne vorrai, luogo chiuso è da avere, nel quale due gabbie per
2. struttura fissa, costituita da sbarre di ferro o di legno oppure
sbarre di ferro o di legno oppure da graticci o da reti metalliche, in
ferro o di legno oppure da graticci o da reti metalliche, in cui sono rinchiusi
-anche: locale protetto verso l'esterno da un'inferriata in cui vengono rinchiusi questi
figur. tolomei, i-92: quando da voi tra i termini di toscana fu
uso soprattutto nel medio evo, costituito da un'intelaiatura di sbarre di ferro o
de enrigo quarto, suo gentile, e da lui posto ne la gabia di legno
pensili della torre. -spazio circondato da un recinto di sbarre metalliche in cui
par che gli spiriti riabbia, / da ogni parte i pagan ributtando; / e
fronde in cui sono rinchiusi gli uccelli da richiamo, usata dai cacciatori nella caccia
al capanno, le gabbie degli uccelli da richiamo. -sostegno per il trasporto
-sostegno per il trasporto dei falconi da caccia costituito da un supporto di pertiche
il trasporto dei falconi da caccia costituito da un supporto di pertiche ricoperto di tela
126: « va pur là, pretaccio da gabbia, se 10 non te ne
: rispose astolfo: sì, prete da gabbia. -luogo o ambiente nel
mi strigne l'amorosa gabbia, / da poi ch'ai collo cerchio / fer
capo contro la gabbia delle due bombe da sommergibili. boriili, 1-93: con