» [disse] mostrandoli certi ducati d' oro. cellini, 2-95 (465)
anni, / non ti potrebbe far d' un capei calvo. m. villani,
, prima che egli sappia il certo d' aver conchiuso il parentado. torricelli,
certo non, com fa il foco d' amore, / che 'l naturai ti fa
pulci, 7-74: non fu lodata mai d' esser crudele / alcuna donna al suo
.. me lo son creduto [d' esser bella], anzi mi è paruto
omero: « ella non parea figliuola d' uomo mortale, ma di deo »
per cancellare ogni traccia di lagrime. d' annunzio, ii-596: e certo non è
grazia alcuna / che vinca tua grazia d' aprile / quando la valle è una
una delle certose dei dintorni di milano. d' annunzio, ii-551: vide i
certosino? manzoni, 169: sentendo parlare d' assassini che mangiano di magro, potranno
l'idea, che l'italia sia piena d' uomini che vivano così tra il sicario
il certosino. nievo, 663: mangiava d' olio tre giorni per settimana come un
, 201: una camera da letto d' una semplicità da certosino. stuparich, 5-257
che si fa sentire ogni tanto, crederei d' essere in un'isola, ove nessuno
subito comprai due cavalli, di cui uno d' andalusia della razza dei certosini di xerez
di xerez, stupendo animale, castagno d' oro; l'altro un'hacha cordovese,
i quali... si pensano d' oscurar la gloria di michelagnolo. f.
: certuni..., non contenti d' andar enfiati col petto tronfo, empion
vengono con polizze domandate cabale, spiegazioni d' indovinelli, interpretazioni, scioglimenti di dubbi.
migliore che ha in sé alcune scintille d' oro. domenichi [plinio], ii-1106
petrarca, 185-9: purpurea vesta, d' un ceruleo lembo / sparso di ròse
ai venti, / altra intrecciando il va d' alghe marine; / e di manti
e venia lieve da'balzi i luminosi d' olimpo, e percorreva / tutto ad un
raggio, pure spiccava nel campo immenso d' un bigio ceruleo, che, giù giù
... tra il verde perpetuo d' una selva feconda lascia apparire più caro il
gli occhi grandi e cerulei come sereno d' autunno e la bocca vermiglia e rotondetta
mare sempre più lontano / migrano tacque d' un ceruleo fiume. d'annunzio,
/ migrano tacque d'un ceruleo fiume. d' annunzio, iv-2-551: su le nostre
, 27: è un'alba cenila d' estate: / non una randa in tutto
non una randa in tutto quel turchino. d' annunzio, ii-647: lunge per l'
l'alpe di carrara, / cenila d' ombre / bianca di cave. gozzano,
dovunque io vada, ecco uno scorrere d' acqua, / e dai capelli scende rugiada
/ la cerala minerva a diomede. d' annunzio, iv-1-349: aveva il tipo bovino
, iv-1-349: aveva il tipo bovino d' un lucio vero biondo e ceralo.
fondate de'cerumi sporchi e neri. d' annunzio, v-3-91: corsi dal contri
colari destinati a separare il cerume. d' annunzio, v2- 505: avea cessato
orecchia ceraminosa e stropicciarsi le mani sporche d' inchiostro. cerusa, v.
terza e quarta parte del quarto canone d' avicenna, esposizioni utili e sottili,
1-13: leggesi... la relazione d' un cerusico, il quale narra che
se eravate in mano del cerusico! d' annunzio, iv-2-324: egli doveva essere
in vinegia e in altri luoghi mercanteschi d' italia, non solo per l'uso della
la cerussa, ch'appena dentro lo spazio d' una angusta cornice compaiono. f.
gesso e di cerussa, volgarmente biacca. d' annunzio, ii-270: i calafati la
con ciò aveva mezzo, non solo d' assicurare la presa, ma anche di
e di sotto spiegavano i fazzoletti. d' annunzio, ii-149: splendono i buoi tra
non si mostrò insinoché non ebbe etate perfetta d' uomo. moravia, iv-232: sai
sen vostro e 'n career fiero, / d' esca amara nudrissi egro e mal vivo
amara nudrissi egro e mal vivo. d' annunzio, ii-505: o prato, o
, lungo le sabbie lisce. / eco d' una voce chiusa nella mente / che
la condizione del furo, che sempre cerca d' occultarsi. dante, purg.,
cui provare, la natura doversi compiacer d' esso, e dilettarsene piuttosto che di
scienza del bene e del male. d' annunzio, 11-557: sorse per mezzo
taciturno (una persona, uno stato d' animo o l'animo stesso, un'espressione
che dà un senso di solitudine, d' inaccessibilità (un edificio, un luogo,
spesso stanza de'cuor vostri interna. d' annunzio, i-535: la luna diffonde /
monti, x-2-247: e voi / d' ogni gente avversari, angli superbi,
i promessi » circolo chiuso, adorabile misto d' ingenuità e malizia,...
siede in poppa la dea, chiusa d' un velo / azzurro e d'oro agli
, chiusa d'un velo / azzurro e d' oro agli uomini ed al cielo.
, lei avvolta in uno scialle oscuro. d' annunzio, iv-2-128: la. donna
un fazzoletto di seta un piccolo cuore d' argento, camminò religiosa- mente lungo la
rigidi chepì, col « fiore » d' oro arabescato sulle maniche, armati di
sino alla più chiusa notte. d' azeglio, 1-339: la sera di quella
2-2-6: cavalcano e baroni alla pianura / d' un chiuso trotto, che giamai non
cavalcando ne van per la pianura / d' un chiuso trotto, che mai non
per compiutezza o perfezione (un pezzo d' opera, nel corso di un atto
estremi sono uniti a una stessa sorgente d' energia. - anche al figur.
i coraggiosi; e spesso ne'pericoli d' importanzia, e dove son molti testimonii,
guarini, 210: o da me più d' ogn'altra amata, e cara /
altra amata, e cara / più d' ogn'altra, gentil terra d'arcadia,
/ più d'ogn'altra, gentil terra d' arcadia, / che col piè tocco
fece lo spazio di quei forse quaranta palmi d' altezza il peso più leggiero, fu
ruote preste / de l'omicida lucido d' achille / rifatto il giorno mille / e
... si raccoglieva dalle piante d' un piccolo chiuso vicino al cairo.
/ da un rosseggiar di peschi e d' albicocchi. d'annunzio, ii-199:
rosseggiar di peschi e d'albicocchi. d' annunzio, ii-199: pastori /.
o quattro giorni qualcuno portava la nuova d' averli [i reparti] rivisti in
e l'aria penetrano a fatica. d' annunzio, iv-2-98: apriva l'uscio,
dal chiuso, mentre al lume sereno / d' ime radici sorge la verde cima.
rasate dentro il chiuso de'boschi. d' annunzio, iv-2-411: come nel chiuso
annunzio, iv-2-411: come nel chiuso d' una foresta infame, i malfattori si adunavano
conduttura attuata mediante una certa quantità d' acqua che rimane in una parte della conduttura
loro delle belle gratificazioni quando le chiusure d' inventario erano brillanti. panzini, ii-502
fate queste due cose, potete dire d' abbattere la chiusura delle porti. guido
toccasse, tutte senza resistenza aperire. d' annunzio, iv-2-640: egli la vedeva isolata
inventato nulla di meglio che un disco d' osso che fa leva su un'incisione
lampo) quel dispositivo di chiusura scorrevole, d' invenzione americana, che ha sostituito bottoni
al suo giro ordinarono una chiusura di legni d' ebano. baretti, 1-181: nella
-anche con uso pleonastico. cielo d' alcamo, 13: quando ci passo e
passa differenza. — starci: essere d' accordo nel prendere parte con altri a
trovo sordo! / sostene lo flagello d' esto nodoso cordo, / emprende esto
boiardo, 1-2-67: il re, turbato d' altro e disdegnoso, / disse:
, sentendosi attribuire certe qualità ad alcune d' esse, ch'io non so come c'
chiamare scoperte. pascoli, 50: parlan d' uno ch'è un altro scrivo scrivo
mostro a cnosso, e nel mercato / d' hiràklion confuso e sporco d'oriente /
mercato / d'hiràklion confuso e sporco d' oriente / non c'è nulla che assomigli
mai non ce la direi. trattato d' amore, 27-5: chi ci ha
pensi ch'egli non si possa vendicar d' una ingiuria, se non chi più ci
rarmi che nel nudo osso d' un teschio non manchi qualche continuazione
noi mortali non è dato di conoscerli né d' indagarli; ma gli effetti loro
garzoni, 1-177: la nobiltà d' oggidì consiste... nell'aver
bere il cià, sei tenne presso d' un'ora in ragionamenti. segneri, iv-217
iii-60: i dilet tanti d' antiquaria..., quando si tratta
antiquaria..., quando si tratta d' asseverare le origini, doventano altrettanti
levò di piedi una ciabatta e, riempitala d' acqua, annaffiò la terra
soavemente affaticato... a rattoppare d' ignoranza e presunzione, di bugie e di
fue di vile nazione, siccome uno figliuolo d' uno ciabattiere. g. villani,
cent., 52-2: un garzone d' onesto portamento, / figliuol d'un ciabattier
un garzone d'onesto portamento, / figliuol d' un ciabattier fu di caorsa, /
le sbriga a rompicollo, come avesse d' ore somma carestia; poi all'occasione
malamente. tommaseo-rigutini, 890: d' artefice dappoco, di scrittore che acciabatta,
ma, dio buono, a quanti cartelli d' appigionasi, a quante vecchiarelle ciabattone mi
che è a andare con le ciabature d' una parte per un'altra.
tommaseo]: radiche ed erbe e pali d' aquila e zidre e ciacchierandà e
obbligato lungo il liston, con quei rumori d' acqua che fanno i piedi, strusciando
ella ombreggiava verso la cia- coppa / d' un grand'orrore e d'un ben fermo
coppa / d'un grand'orrore e d' un ben fermo pelo. =
un po'comica balena la saetta diritta d' un pugno, tutt'una retta dal
si applaude anche perché s'è contenti d' aver capito il doppio senso di quel balletto
e tolgonsi / tutti i danai. d' annunzio, v-2-518: tu sei un birro
sbadato. varchi, 8-2-95: d' uno sgraziato o che faccia le cose
, che poste sopra il fuoco, mostrino d' esser piene di quella pasta che fa
alla mancina, / e ragguazzava e usciva d' argomento. / perché non gli mancasse
minima difficoltà, affogare in un bicchier d' acqua. varchi, v-38: quando
si voglia accettare la congettura poco probabile d' una derivazione da calda con l'influsso
buommattei, iv-216: quand'io penso d' aver a sentir una mano d'encomi
penso d'aver a sentir una mano d' encomi e di maraviglie, ohimè, sento
diede alfin l'ultimo addio. d' azeglio, 1-84: vedo le finestre ad
nei cialdoni: affogare in un bicchier d' acqua. varchi, v-38: quando
la gente che non è dei loro. d' annunzio, v-3-216: forse pensava che
di un minto, di un palmerston o d' altri consimili cialtroni e gabbapopoli? nievo
facevano saltare. brancoli, 4-24: d' altro canto, se muore lui, che
per curarla della ingenita o acquisita cialtroneria d' impacciarsi a seccare con le sue stupidaggini
, di ciam belle e d' altre golerìe. calvino 1-103: i panettoni
lavorare una ciambella di cristallo ritonda e d' un braccio di diametro, e l'
braccio di diametro, e l'empierono d' acqua calda. magalotti, 21-122: fu
fu fatta una ciambella vota di cristallo d' un braccio di diametro con due imbuti
e. il ministro degli affari esteri. d' annunzio, v-1-103: dove sono gli
v-1-103: dove sono gli ammiragli / d' arzanà? su la ciambella? pratolini,
gomma o di tela impermeabili, gonfio d' aria, usato come salvagente, per tenersi
panzini, iii-239: egli tolse le camere d' aria dai copertoni, le gonfiò a
testa irta di ciambelle come un fuoco d' artificio, correvano ogni momento al balcone
6. cerchio di osso o d' avorio che si dà ai bambini perché
, è un anello o cerchio d' avorio di due o tre dita di diametro
9. ipp. figura dell'equitazione d' alta scuola, che consiste nel trotto
gran fuoco amoroso, / che m'arde d' ogni intorno, / potrà scaldarti il
: stavano pure benissimo le due ciambellette d' un giallo di zafferano, arrotolate sulle minuscole
(e ha come insegna le chiavi d' oro sospese a due bottoni d'oro
chiavi d'oro sospese a due bottoni d' oro o ricamate sull'abito).
bastardo ch'avea nome manfredi, disiderando d' avere il tesoro di federigo suo padre
infermo ed uscito quasi del sepolcro. d' azeglio, 1-253: i ciamberlani, le
1-253: i ciamberlani, le dame d' onore ed i marchesini m'avevan guarito dell'
potevano uscire dal cerchio magico delle idee d' anticamera; né aspirare a maggior cosa
i-634: si tratta, mi pare, d' un ciamberlanó paffuto, con la catena
gli uomini tolto ogni adornamento e cintura d' argento, e giubbetti di zendado, e
cosa parea, che ciambellotto. f. d' ambra, xxv2- 357: i'vo'
per questo, che tutta era sparsa d' onde; e fassi questa di peli di
. garzoni, 1-177: la nobiltà d' oggidl consiste... nell'aver
pulci, iv-103: che tanta boria d' un ciambellottuzzo? = ant. fr
, sf. ipp. ant. figura d' equitazione d'alta scuola, ciambella (
ipp. ant. figura d'equitazione d' alta scuola, ciambella (cfr. ciambella
, xxv-299: se dire vertà volemo, d' onni piagian- teroed'onni ricco,
teroed'onni ricco, diremo voita la ciambra d' onni barone; ché ricco né piacente
il giovane, 9-434: colla paniera piena d' altre dieci / bazzècole, arzigogoli e
di cucuzze marine? son tutte ciampanelle d' invenzioni per atterrire! magalotti, 9-2-no:
; certi ciurmatori gli s'eran messi d' attomo, mentre era ancora in codesto stato
76: « ciampa, piede comunemente d' animale quadrupede ». ciampeggiare, intr
[s. v.] è d' uso lucchese. ciampicare, intr.
viani, 10-36: la gente che aspetta d' entrare nel recinto è taciturna. un
gruppo organico o un metallo: cianacetato d' etile (usato nelle sintesi organiche)
intendeano con lettere alla segreta col re d' ungheria. intelligenza, 126: un
ciancerelli, ma talvolta ben anche degli uomini d' aspetto grave. ciancerìa,
per alcun luogo passi, non si inframetta d' alcun salutare, ma cortese e soave
veder s'a piacer miei / son d' aguagliar le ciance che tu pruovi.
di parere che sian ciance e fole d' uomini e di donne scioperate, que'tormenti
par sofferente e infaticato / non è d' offeso vincitor l'orecchio. leopardi, 26-61
dalla sua donna, quando un pettine d' avorio e quando ima borsa e quando un
le dance, / e qua sa d' altro già che melarance. -porsi
voto di core e di fede / d' esser cristian,... / e
padrona mia, e poi morire? d' annunzio, v-2-528: parlo come chi
: che non si dea volere / d' ogni ciancétta far qui longa seggia. leggende
2-379: ti citano un diluvio di nomi d' autori d'ogni generazione, a proposito
citano un diluvio di nomi d'autori d' ogni generazione, a proposito d'ogni cianciafra-
autori d'ogni generazione, a proposito d' ogni cianciafra- scola. ricci, 3-173
moglie del sol- dano, la imperadrice d' osbech, la ciancianfera di nor- rueca
; raccontare fandonie. cecco d' ascoli, 2704: non si confessa,
bel corno sonasse, / ch'avea, d' avorio, come era la guancia.
steccato / cianciano le comari in capannello. d' annunzio, ii-379: contro l'un
pieno di colore, la mulattiera brulicava d' una gente che saliva allegra, cantando e
sollazzevole brigata dipignendo, non però lascia d' adoperar la mano, ma motteggiando e
in prima / e concepute; e d' adempirle ancora / s'era promesso. monti
del n. 3 è voce d' uso romanesco. ciancicato (part
che una fanciulla perfettamente dabbene e meritevole d' esser dama. lambruschini, 1-46:
e questo che non merita il nome d' amore, rende, come io diceva,
uovo ell'era / o di gallina o d' anitra ciancierà. cianciolina,
: siccome chi avesse uno bello vasello d' oro, e usasselo a cotali ciancioline,
il tempo, e per il giorno d' oggi non sarà possibile di espedire il
poco. bar etti, 1-289: invece d' andare con questi ed altri somiglianti argomenti
biondi capelli, a qualunque chiarezza degni d' assimigliare, senza niuno magistero lunghissimi,
sommità di quella, con nodo piacevole d' essi stessi vede raccolti,..
palpitanti / vespri un lieve pel cielo frullar d' ale. cianciugliare, tr.
a v. a. cianciumi e scempiezze d' alcun barbaro e sazievole raccoglitor di seccaggini
fa discorsi sciocchi e vani. d' annunzio, iii-1-495: taci, gaglioffo!
mente come compariscono, ella è così d' avere diletto, a vedere le nuove cappelline
, che veniva, di su, d' addosso le lamiere delle torri, dal ricucire
più romore che non fanno i campanacci d' un intero armento di buoi. cattaneo,
si accettava poi come denaro ogni maniera d' oggetti preziosi... e le importunità
. svevo, 2-543: la stanza d' angiolina aveva cambiato un po'd'aspetto
stanza d'angiolina aveva cambiato un po'd' aspetto, denudata di tutte le cianfrusaglie che
dante; e il boccaccio nel laberinto d' amore disse della setta cianghellina. =
dell'autore, chiamata monna cianghella, d' una casa detta li tosinghi, donna
parlare a vanvera. f. d' ambra, 103: io vo'intendere /
ma per non aver che fare. d' annunzio, iii-1-487: che farai della tua
è sempre lì o là di lì. d' annunzio, v-1-866: il vostro campidoglio
ciangottare. faldella, 2-202: il gallo d' ordinario è sempre il primo ad avvedersi
le onde del mare). cecco d' ascoli, 3155: nell'acqua fredda dove
3. per simil. mormorio d' acque, sommesso e interrotto sussurro di
fontana. bocchelli, 1-iii-736: parevale d' udire il diavolo, con occhi accesi
flava / fioria quell'occhio azzurro. d' annunzio, ii-583: il ciano rassembra santamente
ii-385: sulla scrivania, inforcati un paio d' occhiali tondi da barbanera, jacopozzi distende
o meno rilevante allumatosi. d' annunzio, iii-1-1218: egli è là,
giovanni ciantre di messer l'arcivescovo d' arli. = adattamento del fr
arrivasse, la chiesa era già piena d' irrequieto cianume in brusìo.
potassio, cianuro di rame, cianuro d' oro, ecc. (e sono tutti
. è violento veleno che si tentò d' introdurre nella cura delle malattie veneree.
po'di bambagia, nel vasetto, imbevuta d' un qualche acido... l'
fibbia, una cintura o altro. d' annunzio, v-1-377: c'era un calesse
, 2-16: 'ciappola', piccolo strumentino d' acciaio a foggia di scarpelletto quadrato,
ii-258: 'ciappola ', picciolo stromento d' acciaio, fatto a foggia di scalpelletto
lavorare metalli che si debbono smaltare. d' annunzio, v-2-157: il coltello alla
tuguri / tutta la buona povera gente. d' annunzio, v3- 156: sùbito fece
ciaramellava da un gruppo all'altro. d' annunzio, iii- 1-487: che ciaramella
passò potente alcuna voce di poeta. d' annunzio, iv-2-250: ora, come
che si manda in donativo per pasqua d' uovo dalle ragazze ai giovinotti.
ancora, dio sa quanto, prima d' aver la bisaccia piena:...
e le ciarle scipite e le fiacche imprese d' amore. nievo, 189: ora
non di badare alle loro civetterie e d' aiutare le loro birberie. de roberto
molla, mai non fina. f. d' ambra, 89: con la quale
taglia, al sembiante, a'capei d' oro, / le sembra ad evidenza filinoro
non poteva che con un grandissimo sforzo d' attenzione e di gravità. verga,
. calvino, 1-567: sulla riva d' un canale, sopra una chiusa, c'
sopra una chiusa, c'era la sponda d' un lavatoio e di là con le
boccaccio, 7-7-94: costei che tanto d' ogni gente parla, / senza saper
pudica marfisa e terigi / fu gran cagion d' una ciarlata matta / nelle case e
belle arti fondate su l'immaginazione vivono d' illusioni e di prestigi, e perciò sono
, napoli, torino e tanti altri d' italia l'applaudiscono. che cosa sono le
i ciarlatani addottorati, pure in mano d' un illuminato e onesto uomo,..
per passatempo in case e per spaventacchio d' ucelli a la campagna. redi, 16-ix-19
che una fanciulla perfettamente dabbene e meritevole d' esser dama. cesarotti, ii-401:
signor girolamo sindaco, un già mercante d' olio arricchito, ma sempre mercante più
sempre mercante più di quand'era mercante d' olio, il quale, senza mai
, ii-286: non essendo da filatessa d' argomenti o belle sentenze o descrizione vaghe
nera e stomacosa, / più ciarliera d' una putta. aretino, iii-133: so
ciarliera nel dirti che molti, per parer d' esserci e per beccar su da i
cucina, lo svolo / di piccole grida d' impero; / là, in sala
, il ronzare, ormai solo, / d' un ospite molto ciarliero. panzini,
quanto il marito era duro e tutto d' un pezzo. palazzeschi, 279: i
uccelli che fanno un gran cinguettare, d' acque che mormorano scorrendo, di meccanismi
all'ornello, / anche al frullo d' un passero ciarliero! palazzeschi, 226
insistente e continuo di uccelli. d' annunzio [accademia]: tutta la
sole ora vi aleggia la sua spera / d' anime, suscitandone un giocondo / ciarlìo
tuo padre affascinato / da quel ciarlon d' omero, / nel romantico impero / senza
di noi a lor solo giovamento. d' annunzio, v-1-60: per costoro [gli
nostra cabina; più avanti il giudice d' istruzione colla ciarpa turchina. baldini,
scarsella, / ov'ha più ciarpe assai d' un rigattiere. note al malmantile,
.. che libertà vi manca, d' ubriacarvi come tanti otri? di crepare
gittò per bocca... ugna d' orso, e infinito altro ciarpame. d'
d'orso, e infinito altro ciarpame. d' annunzio, iv-2-89: nel vicolo,
un'ora morta. -figur. d' annunzio, v-1-750: tra la mia angoscia
di paglia pesta, trita e mista d' immondo ciarpume. tommaseo-rigutini, 3527:
', e di cose materiali e d' altre, suona ancor più dispregio.
, di quel guadagno. f. d' ambra, xxv-2-438: io scusomi / con
è occupato; ma si dimostra in aspetto d' una piazzetta biancheggiante, la qual deriva
e quei ch'è un becco cavalier d' onore. carletti, 81: la barchetta
la barchetta... è fatta d' ambe l'estremità appuntata, et in ciascheduna
persona molto robusta, e corpolenti e d' un colore rosseggiante abbruciato dal sole.
li facesse andar via con la sodisfazione d' aver portato un po'di conforto.
ciascuni buoni costumi agiugnere nobilezza. trattato d' amore, 16-2: nobil pulzella dolce ed
ciascun ne la destra, e in mezzo d' essi sia un cane. tasso,
x-2-272: una ghirlanda / stringea ciascuna d' olezzanti fiori. cuoco, 1-225: ciascuna
noi, che ciascuno n'andasse contento. d' annunzio, iv-2-150: scendeva giù per
e nobiltà vera], ch'en d' uno effetto. / onde convien da l'
altra vegna l'una, / o d' un terzo ciascuna. boccaccio, dee.
volgar., 1-27: di due ciati d' orzo al die si pasce bene la
le ghiande e le fave del secol d' oro] forse mele, susine, castagne
faldella, 2-202: il gallo d' ordinario è sempre il primo ad
fe'cibar le genti, e poscia d' alto / parlando confortolle al duro
tacque / ad alta voce un uom d' amor si lagna. / dolor il ciba
10 che sia la confortatrice e sollevatrice d' ogni afflitto e tribulato, che si
/ disse. campanella, i-17: d' un gran mondo aristarco, e metro-
camaleonte, che pur non si ciba d' altro che mosche, ma mosche che egli
carni umane... che dovevan essere d' uomini da essi consagrati ed uccisi.
, i-267: avrei finito o col delirar d' intelletto, o col soccombere delle forze
, 2-13: conviene, che in terra d' intorno alla pianta sia il cibo putrido
virtù, né messi in burla certi principii d' onore, dei quali l'uomo onesto
, 10-6: come puote / meglio, d' un'alta palma i frutti scòte;
moderatamente. monti, x-2-52: pianto d' orbi fanciulli e madri pie / d'erba
pianto d'orbi fanciulli e madri pie / d' erba e d'acqua cibate, onde
fanciulli e madri pie / d'erba e d' acqua cibate, onde di mulse /
cibate, onde di mulse / e d' orzo sagginar lupi ed arpie.
awien, s'un cibo sazia / e d' un altro rimane ancor la gola,
iddio provvedera alla vostra povertade. trattato d' amore, 38- 13: oimè
li poveri che molto è grande rischio d' apostasia, quand'altri è in prigione
che quel poco e vile di legumi o d' erbe che desinando solo usava. l
solenni adunanze, ma refezioni e cene d' ogni buon cibo e d'ogni gentilezza
e cene d'ogni buon cibo e d' ogni gentilezza condite. parini, giorno,
licor lieti di francesi colli, / o d' ispani, o di toschi. cuoco
re] era in mezzo ai legni pieni d' infelici arrestati, che morivano sotto i
, alla città fumida e bianca. d' annunzio, iv-2-77: una bramosia bestiale
a cena. era una cena / d' altri tempi, col gatto e la
e rotti. tasso, 6-i-71: d' aria un tempo nudrìmi: e cibo e
/ l'aura mi fu, che d' un bel volto spira. salvini, 39-i-9
del sacro ufficio, non s'astenevan d' usarla. prati, ii-73: orde
, più degni di galle / che d' altro cibo fatto in uman uso, /
petrarca, 193-1: pasco la mente d' un sì nobil cibo, / ch'ambrosia
ed hanno avuto questo per gratissimo cibo d' animo. tansillo, 622: o
. battista, i-433: fra le nevi d' un seno / le sue fiamme nudrisca
palati. leopardi, 17-17: un detto d' alcun dolce asperso, / ben mille
ojetti, i-38: non ne poteva più d' essere solo, di non avere trovato
carico di cibo. f. d' ambra, 14: sarebbe errore caricarsi troppo
entro un altro è una futilità. d' annunzio, iii-2-57: e son romane
. idem, v-1-806: cuori votivi d' argento sospesi sopra il ciborio ebbero un
[l'arca] fa'un ciborio d' oro, che la cuopra tutta quanta.
nomi di coloro che li straziarono. d' annunzio, iv-2-148: l'arcivescovo di
orsogna aveva donato alla basilica un ciborio d' oro con incrostature di pietre preziose.
gr. xtpópiov 'frutto della fava d' egitto ', da cui, per la
, di ranocchi, di lucertole e d' uva paradisa. = = >
pataffio, 6: e non remoli cica d' impazzare. idem, 8: e
, sm. plur. entom. famiglia d' in setti emitteri del sottordine
, sm. plur. entom. famiglia d' in setti emitteri del sottordine
per lo cantare de le cicade. cecco d' a scoli, 2305: canta cicala
o girar trottola / o farsi lieto d' una bella frottola, / di far cantar
cicala / e 'l mondo ardeva a guisa d' una torcia: / l'aria sta
uomini, i quali avendo dalle nove sorelle d' elicona imparato a cantare, presero del
con tal privilegio, che senza bisogno d' alimento alcuno consumino tutta la vita cantando.
l'ebbre cicale / col grido solivo. d' annunzio, ii-96: tutta la valle
, 27-41: ma perché e'c'è d' una ragion cicale, / ch'io
agguagliate all'indiane, / che cantan d' ogni tempo e dicon male, / voi
cicala... qui si dice d' una donna, che chiacchierando assai, non
squallidi imitatori del metastasio nelle cicale scoppiate d' arcadia. 3. figur.
. 6. stor. ornamento d' oro che ricchi portavano in capo prima
com'è noto, su'capelli alcuni fermagli d' oro in forma di cicale effigiati.
, / ed e'li curò men d' una cicala. sassetti, 73: mi
mezzo se n'è scandalezzato, parendogli d' essere appresso di me, e forse
pina, gli fermavano con certe cicalette d' oro. c. e. gadda,
anco i granchi o di mare o d' acqua dolce nella medesima parte del corpo loro
: cominciarono a cicalare, e mi pareva d' essere a mezzo del desinare, nel
a voce bassa fra di loro. d' annunzio, v-3-422: le eia- risse
volesser metter la casa a romore o arricchirmi d' uova. 2. tr.
trombette. fiacchi, 131: stava d' un pioppo in vetta / una gazzera
fra mille, può per modestia dire d' essere stato, quella volta, un grande
con diversi cicalecci / di negozi, d' amori e di battaglie. caro, 12-i-5
: san paolo... ha mostrato d' intender meglio la natura di questo dio
e sordo, / fra i giumenti d' arcadia il più balordo. / di cicaleggi
bellini, i-52: mi detti ad intendere d' esser fuori di questo cicalevol ginepraio per
la fronte, / da bei legami d' or sospeso e stretto. pascoli,
andava con le foglie a cuori. d' annunzio, iv-2-1168: sotto la cupola
discordia insieme, e pieni i cuori d' inganno e di rancore, prosuntuosamente e sanza
natura / fa più lucente la stella d' amore, / quando la terra copre
, e posso / promettermi da lui d' un grato core / anche prove più grandi
. alfieri, xiii-26: in cor d' icilio ha seggio / virtù, valor,
/ posso bearti il giovanetto cuore? d' annunzio, ii-243: egli sarà segnato /
un buon giovane... un cuor d' oro. ojetti, ii-6: brava
generosità, compassione; sensibilità, delicatezza d' animo, sensitività. -aver cuore:
leopardi, ii-293: poco ai tempi d' omero valeva ed operava quello che negli
l'alpe ed il mare; / una d' arme, di lingua, d'altare,
/ una d'arme, di lingua, d' altare, / di memorie, di
, in cose occulte, in paure d' infanzia. 12. figur. sede
332): le portò cinquecento be'fiorin d' oro, li quali ella ridendo col
era occorso di difendere, in più d' un'occasione, la riputazione di quel signore
affetto. - affari di cuore: d' amore. -donna del cuore: la donna
/ e non vi mostro amore. rinaldo d' aquino, v-116- 21: e
., 59: quel vago cerchio d' ór che me tien vivo, / ed
30-72: per non si veder priva d' amore, / avria potuto in ruggier
core, / che non ricetti i messaggier d' amore. campanella, i-274: gioia
giuro, / oggetto agli occhi miei sempre d' orrore: / la mano avrai,
bortolo mio cugino m'ha fatto sollecitare d' andar là a star con lui, che
dell'anima alla donna del cuore. d' annunzio, iv-1-187: eppure, credetemi,
sola, del mio cuore, / grido d' amore, grido di vergogna / del
mio core, / ma nel foco d' amore. foscolo, xiv-281: ti devo
di intendere, di volere; stato d' animo, disposizione dello spirito. -in generale
, ii-465: né sì saresti angoscioso d' amore / né sì involto di malinconia,
in vanità le vostre tempie! trattato d' amore, 21-12: altro disio al mio
/ perché dovete voi amar colei / dove d' onor vedetevi onorata. pulci, 1-44
vero iddio / che ci può sol gradir d' eterno onore. ricchi, xxv-1-165:
affatto; ma atterrito, più che d' ogni altra cosa, del suo terrore,
e sede della vitalità, della forza d' animo, dell'energia; coraggio, fierezza
benananza, / che tutta la sembianza / d' alessandro tenete. monte, ii-388:
gentili uomini della nostra città, giovani e d' alto cuore. castiglione, 116:
; cadon quant'altri han core / d' avventategli. manzoni, 66: marco,
aveva il cuore più grande del mare. d' annunzio, ii-3: o tu che
ii-61: firenze era ancora il cuore d' italia: lì ci erano ancora i lineamenti
nove / si mosse voce. cecco d' ascoli, 331: girando il cielo,
la vedesse: circolava sempre gente. d' annunzio, ii-591: terribile nel cuore
, 98: dormivo nella stanza / d' angolo, accanto alla cucina, ancora /
, ancora / nottetempo o nel cuore d' una siesta / di cicale. quasimodo,
pena, valeva. era più bella d' irene, aveva gli occhi come il cuore
anzi nel cuore, una grandissima fornace d' amore. segneri, 2-3-98: una fiamma
con tanto mal volere, che sarà peggio d' uno che abbia fatto un umicidio.
col cuore in mano, senza timore d' essere ingannato, e non inganna mai altrui
angoscia, al terrore. d' annunzio, iv-2-1021: egli vinse l'orribile
il core. pananti, i-461: d' inganni artifiziosi fabbri, / che mai
in due parole son certo che anderemo d' accordo. leopardi, iii-431: il cavaliere
con due cuori; l'uno molto desideroso d' impetrar grazia da lei, l'altro
cannelle della fontana / si discioglievano trecce d' argento, / e una canzone di corcontento
cuori corazzati, canne di fuoco, potenza d' uccidere e di sfruttare.
e di sfruttare. -cuore d' acqua: persona timida, che si impaurisce
sapeva ancora che ella aveva un cuore d' acqua, e non avrebbe mai fatto
che voi siete la più buona pasta d' uomo di questo mondo. un povero cuor
core / chi riman qui solingo, ove d' orrore / è cieca valle di miseria
/ è cieca valle di miseria e d' ira. chiabrera, 85: core di
coraggioso. pindemonte, 11-344: venne d' anfitrlon la moglie, alcmena, / che
amoroso: insensibile, indifferente alle proteste d' amore. chiabrera, 299: il
pene e martìri. -cuor d' oro: indica eccezionale bontà, generosità.
la prosperità del bravo figlio dal cuor d' oro. moravia, iv-239: quell'ottimo
brusco, si sa, ma un cuor d' oro. -cuore gonfio, cuore
i sentieri della montagna col cuore gonfio d' angoscia e di cupi presentimenti. moretti
, e allora così scarso, e d' acquistar tempo. nievo, 1-17: mi
, cipressetti miei, / fedeli amici d' un tempo migliore, / oh di
cuore. -cordialmente, con spontaneità d' affetto. gli ingannati, xxv-1-336:
al dito del cor [il cerchietto d' oro], né mai lasciarlo, /
involarlo. -d'un cuore, d' un solo cuore: con perfetta armonia
su romagna la forte, / tutti d' un cuore s'avventano / tumultuando alla
il sole, / e il cuore d' un fanciullo senza cuore. -in
. foscolo, v-42: mi rincresce d' avere che dire col monarca di un
venire, mi si è allargato il core d' allegrezza. manzoni, pr. sp
, 26-136: marfisa avea sì il cor d' ire a parigi, / che 'l
ebbi cuore di prendermela con lui. d' annunzio, iv-1-29: tu non mi
amavi! tu, allora, avesti cuore d' uccidere l'amor tuo, d'improvviso
cuore d'uccidere l'amor tuo, d' improvviso, quasi a tradimento, mentre ti
curiosità di mirare, o nel compiacimento d' esser mirato; e però non sanno talora
ariosto, 27-95: e spesso ha d' impiccarlo avuto in core. foscolo,
bastando el cuore poterle riformare voluntariamente e d' acordo, si ingegnassi con la forza
e, cadere il cuore: perdersi d' animo, di coraggio. febus el
per nulla: / che se l'un d' essi al fin s'arrende o
nel bel viso adorno, / che d' allegrezza mi cresceva il core. pulci,
così combatte), / e col gigante d' acquistare onore, / le genti mie
, / a cui ruggiero è più d' ogni altro a core. s. caterina
. davanzali, i-361: l'ordine d' uccider plauto non andò sì segreto: perché
volete, piacevi, evvi a core d' accettar nel vostro consorzio, società,
e per questo cesare e pompeo furono d' un cuore e d'un consiglio.
e pompeo furono d'un cuore e d' un consiglio. -essere il cuore
pregassero, non mi è in cuore d' aiutar questo popolo. -essere nel
da ogni parte mi assalta tanto desio d' essere una volta con costei. nardi,
can mordace ed arrogante, / che d' iniqui latrati empiea l'etra.
: una malvagia ranocchia si puose in cuore d' ingannare questo topo. lorenzo de'medici
,... si pose in cuore d' andare ancora sopra i saracini e nemici
messe in core / alle genti assediate d' agramante. varchi, 18-2-424: s'era
1349: mai non vedrete la presa / d' ilio la ripida, ché sopra lei
sua riputazione, né che avesse intenzion d' aiutarlo. collodi, 433: il
-reggere il cuore: non perdersi d' animo, conservare la volontà, il
rodermi il cuor non crederei / per chi d' oro ammassato si fa specchio, /
piavagli il cuore, persistendo nell'armi, d' avere a lasciare il vincitore più crudo
/ far ai passati onor; ché d' altrettali / oggi vedove son le tue contrade
contrade, / né v'è chi d' onorar ti si convegna. nievo, 121
il primo libro di lettura fra le mani d' un bambino. -piacere assai (
. bartoli, 13-1-46: e allora confessò d' avere inteso a fatti quel che sia
362-5: talor mi trema 'l cor d' un dolce gelo, / udendo lei,
nasconderlo, un sentimento di angoscia e d' incertezza l'opprimeva. -uscire
sull'aerie cime / venganvi in cor d' endimione i sonni. d. bartoli,
qualche sospiro sono talora i soli contrassegni d' una disperazione, della quale non trovereste
cupaggini di cinque anni di galere e d' esilii, ci dié la fosca figura
da couper 'tagliare'. cfr. d' annunzio, iv-1-251: « il corso era
cupezza di legni; un sommesso luccicare d' ottone e di peltro: come negli
più che altro contro i professori. d' annunzio, v-2-455: dario in conseguenza
sì famigliari ai medesimi, e mostrassero d' intenderne il bello ancor per minuto. leopardi
e non lo soglia usare cupidamente. d' annunzio, iv-2-146: nell'entrare, aspirò
corte similemente e non senza frutto pugnesse d' un richissimo mercante la cupidigia.
. tasso, n-ii-163: io non sono d' una picciola e ignobil città del regno
più ch'a le leggi, ma d' una la qual, vivendo in libertà lungamente
di sagri- ficio e buona volontà. d' annunzio, iv-2-1161: il padre e
inferma in una casa di salute. d' entrambi, e della feroce cupidigia ch'
un lume di cupidigia in faccia. d' annunzio, iv-2-55: ella aveva il grembo
merita più tosto il nome di cupidigia che d' amore. oriani, x-21-212: la
bellezza e nella insaziabilità della cupidigia. d' annunzio, iv-1-332: il fantasma d'
d'annunzio, iv-1-332: il fantasma d' un delitto d'amore lo tentò e
iv-1-332: il fantasma d'un delitto d' amore lo tentò e si dileguò,
si dileguò, rapidissimo, nella luce d' un lampo: uccidere quell'uomo,
movimenti, cagioni e costumi e natura d' amore, che serve alla cupi- dine
o più tosto piangendo sovra i rami d' un folto corbezzolo, si lamentava del
, 287: de le tre spezie d' amore, delettabile utile e onesto, li
in senso positivo: di gloria, d' onore, di potenza, di beni spirituali
infamia e depressione de li malvagi uomini d' italia che commendano lo volgare altrui e
di vanagloria; la quarta, argomento d' invidia; la quinta e ultima, viltà
invidia; la quinta e ultima, viltà d' animo, cioè pusillanimità. maestro alberto
il quale valeva oltre a cinquecento fiorin d' oro, il quale costoro volevano andare
1-3-221: sono spiriti cupidissimi di nuocere fuori d' ogni giustizia. seneca volgar.,
pindemonte, 149: né qui gran sale d' im- mortal lavoro / sorgon, dove
] il nauta ride i furori / d' euro che gl'ispidi flutti cavalca, /
oro quanto vento, / e'cupidi d' onore in alta banda / di gloria coroni
soprawegnenti guadagni, cupido di gloria e d' onore, si dette a commentare gli autori
] che sogliono aver gli uomini cupidi d' onore, d'essere onorati. fogazzaro
sogliono aver gli uomini cupidi d'onore, d' essere onorati. fogazzaro, 7-17:
. f. doni, 3-98: usci d' una nube un fanciullino con tanta prestezza
apparì nel mezzo, vestito a guisa d' un cupido. bruno, 53: [
di cupido, conduttrice del strai del dio d' amore, nodo che lega, vischio
il core, / né ti manca d' amore altro che amore. 2
tanto sottilmente lavorati, che dall'ali d' una mosca furon coperti. = voce
, di gomma, di rasa e d' altri amari succhi contra la avidità di animaletti
3-1-122: onde avvenga che dal fondo d' un pozzo molto cupo si possono di giorno
marino, 1-89: a l'arrivo d' amor da cupi fonti / sgorga e
istessa a un empio padre, / così d' umanità privo e d'affetto, /
, / così d'umanità privo e d' affetto, / nelle viscere sue darà ricetto
sola vasca alta, stretta e cupa, d' una luce lunare. le bollicine dell'
in un inestricabile intreccio di spire e d' anelli... era un orrore
in quella penombra diventava quasi cupo. d' annunzio, iv- 2-1006: tumuli cupi
, 1-47: e ancora la notte d' inverno, / e la torre del borgo
,... sotto una volta mobile d' ombrelli verdi e color viola cupo o
porpore cupe a margini di croco. d' annunzio, ii-199: padre di templi /
tombe fitte alla muraglia / come celle d' alveare e dentro specchi, / ridenti
rumor cupo nella stanza vicina, come d' un peso che venga messo giù con riguardo
, / a un tratto, col fragor d' arduo dirupo / che frana, il
/ finita in un rivo canoro. d' annunzio, iv-1-32: ella si mise
); o di sentimenti, di stati d' animo: intenso, sentito e sofferto
fisso il ventre grosso della moglie. d' annunzio, iv-2-530: il più potente,
esile corpo o per la sua naturale gentilezza d' animo. brancoli, 4-60: il
stesso in una pubblica lettera: carico d' anni e sazio di solitudine.
trincerò, cupo, in uno stato d' animo nuovo. comisso, 1-155:
. salvini, 39-ii-146: fanno mistero d' ogni lor cosa, e per minima e
, e i cupi inganni / svelò d' atreo. manzoni, 85: questa
. deledda, iii-86: si svegliò pieno d' angoscia, ricordò gli avvenimenti della giornata
di tradimenti, degna dei romanzi cosiddetti d' appendice. montale, 1-79: oh la
sino ai due terzi del suo cupo d' acqua. tasso, 11-43: ed arrivando
debiti intervalli, i varie e ricche d' ornamenti / e il bel tempio componenti.
a base circolare sieno generate dalla rivoluzione d' una curva intorno a quest'asse.
campanili. carducci, 584: quanto d' aere abbraccia / questa cupola bella del
/ questa cupola bella del vignola. d' annunzio, iv-2-707: il corruccio del mare
sere di festa, scintillano come mitre d' oro. sinisgalli, 8-43: certe cupole
soderini, iii-244: boschetti... d' ogni sorte agrumi ed altre delizie,
con pergole, spalliere, cupole, padiglioni d' arbori, d'olmi, mori e
, cupole, padiglioni d'arbori, d' olmi, mori e quercie, sulle più
pure anch'elle a graticolato, coperte d' una verzura tutta fiorita. 2.
le ben fatte cupole di strame. d' annunzio, iv-i-m: la dama teneva
persiane. -chioma degli alberi. d' annunzio, iv-2-1003: sotto le innumerevoli cupole
le innumerevoli cupole dei pini un bagliore d' incendio. panzini, ii-120: vidi
angolo della piazza, sotto una cupola d' ippocastani, una panchina appartata e seminascosta
cupola al palagio del nostro mondo? d' annunzio, iv-2-414: così talvolta su
intorno bianco, come usano gli uomini d' affari milanesi. -acconciatura dei capelli
pina, gli fermavano con certe cicalette d' oro. algarotti, 2-167: se un
la cupola di veduta. f. d' ambra, xxv-2-334: io ho pensato
, 3-210: ricevono essi il lume d' alto per via di quattro cupolini.
, ben lavorato, coperto di verdura d' ellera. a. a dimari, 1-104
qua dalle alpi se i borghesi sapessero d' etimologia e non avessero quel peccato originale
(ginepro); comprende molte specie d' interesse forestale, o coltivate per ornamento
si trova in prossimità del calice. d' annunzio, iv-2-962: le piccole ghiande lucide
inf., 9-102: fe'sembiante / d' uomo cui altra cura stringa e morda
, iii-2-36: la morte è fin d' una pregione oscura / all'anime gentili;
riunitisi quasi per disputarla alla morte. d' annunzio, iv-2-153: alcuni mesi dopo
', che lor tal volta serve d' un taglio dato al nodo che non può
eoe / febo accompagni fino al mar d' atlante, / con alma sempre a sì
all'arrivo dei promessi da cesare soccorsi d' armi, furono i disegni della congiura.
, ed ingiungi alle femmine ancelle / d' essere a loro faccende: il parlare
foscolo, xv-35: ho l'onore d' inviarvi la situazione chiestami: sarà mia cura
/ di mie fatiche un dì godrai. d' annunzio, iv-2-242: era stato
, / perché sia colpa e duol d' una misura. machiavelli, i-37: questi
quando con diligenzia e fatica si sforzò d' esser più culto e castigato. marino
che di tenermi lontano dai patimenti. d' annunzio, iv-1-278: s'egli avesse posseduto
e bello / alla manca un signor d' alta fortuna, / che con raro consiglio
lui il maestro simone avea fatta, d' averlo fatto in tre dì senza pena alcuna
arsura, / sì come vedi, è d' ogni spoglia ignudo, / con repentina
bevete, / seguaci, o no, d' amore: / cura non v'è
! 11. eccles. cura d' anime: il governo spirituale dei fedeli
si trova sia il sacerdote cattolico in cura d' anime, sia il ministro di qualunque
da barberino, 3-287: e s'hai d' anime cura, / qui ti convien
beneficio senza cura; per essere uomo d' una buonissima coscienza, non volle benefici
e al presente si dice « di cura d' anime »; e altri delle cose
nominare alle dignità ecclesiastiche che hanno cura d' anime personaggi idonei e capaci, e'
lo si potea vantare per un modello d' indipendenza ecclesiastica; giacché le riverenze profondissime
dal condursi a proprio talento nella cura d' anime. panzini, ii-266: fra
trasparente e da femmina scisso e in d' ogni sorta esitanze impigliato, come a più
divideva in due viottole, a foggia d' un ipsilon: quella a destra saliva verso
stimandol da ciò raro uomo e degno d' invidia, deliberato trassi alla cura.
il gielo mesci, / tutto 'l regno d' amor turbi e contristi; / poi
brunite / coppe ogni cura in razzi d' oro scioglie. serao, i-753: si
. per lo più al plur. pensieri d' amore; dolcezze o inquietudini che derivano
tasso, 4-17: altri, in cure d' amor lascive immerso, / idol si
benché nascenti a pena / dolci cure d' amor, fra i meno intenti / o
s'eo non ho siguranza / che d' altra donna non aggiate
! quando m'ebbe priso / d' amor tuttor mi s'infinge, / pare
sento fornito, / se non d' alquante ch'i'non metto cura, /
, / come di calzamento e d' armadura. dante, purg., 5-89
, / io metto poca cura / d' andar ala ventura. guinizelli, ii-
i-284: egli non si misse cura d' andare in aiuto a bosolino. boiardo,
s'è detto in questa lingua cose degne d' esser lette, tosto la vederessimo culta
, 5-1-685: prenda adunque il villan d' intender cura / delle terre i sapori
egli, non che si prendesse cura d' intrattenermi in alcun passatempo o di darmi
« e poeu gratà e spazetà on para d' or », rompendosi di quando in
io a vostra posta; ma pensate d' avere a pagar voi. -avere
foco. monti, x-3-228: eppur d' atene i portici, / i templi
ohimè! per qual colpa meritai io d' esserti sì poco a cura?
in gran parte poco o nulla intelligenti d' agricoltura, e men curanti di migliorarla
i grandi che in questa particolar sorta d' offese non vogliano esser temuti, eziandio quando
eccellentissimi curanti vengono, secondo l'insegnamento d' ipocrate e di galeno, in sommo
dal capo alle piante, gli levai d' addosso il molto fastidio del quale egli era
e morii senza che ti rivedessi. d' annunzio, iv-1-126: dominando ogni agitazione,
; fece distendere sui pavimento la striscia d' incerato; e invitò il santa margherita a
. jahier, 222: magnifico stradone d' alemagna / sempre così uguale ordinato!
5-10: poich'ha di tal carcere [d' amore] ventura, / servaggio apprezza
da loro / quasi fuggo lontano. d' annunzio, iv-2-229: riprese a camminare,
della sua virtute / in non curar d' argento né d'affanni. marco polo volgar
/ in non curar d'argento né d' affanni. marco polo volgar.,
gentil donna fosse, infermando, non curava d' avere a'suoi servigi uomo, qual
lodavano gli altri che, non essendosi curati d' esser frettolosi, aspettavano di veder occasione
si veda. / non ti curar d' omarti: / amor bella ti fe';
nemmeno. io son così; mi basta d' aver la roba ma non mi curo
, per ottenere i quali facesse bisogno d' adoprarsi molto, o d'arrischiarsi un poco
facesse bisogno d'adoprarsi molto, o d' arrischiarsi un poco. leopardi, 1070
con mal garbo il guardaspalle al capitan d' arme, e l'aveva dato al tenente
commiato. « non z'è bisogno d' altro, con me. capisco a volo
cultivati, quasi sempre son simili a quelli d' onde procedono e spesso migliorano; ma
io le avrei curate quanto il morso d' un verme sotto il calcagno. tommaseo,
è sua ragione 4 tor- nesi grossi d' ariento del sacco e più non ne puote
sì se ne dà 6 grossi tornesi d' argento del sacco, i quali paga il
21: parrebbe ora affatto miracoloso questo codice d' un centinaio di pagine che pon ordine
agevolezza che ebbero agio qua e là d' inframmettervi leggi e consigli sulle tutele, sulle
essere il men curato degli altri. d' annunzio, iv-2-273: un berretto che l'
infatti, in esso, il periodo d' incubazione, l'ascesa, la crisi e
cronica: e allora prende forme morbose d' idea fissa e di mania.
curato2, agg. concernente la cura d' anime. -sacerdote curato: titolare
anime. -sacerdote curato: titolare d' una cura; investito d'un beneficio
: titolare d'una cura; investito d' un beneficio curato. -beneficio curato: prebenda
altro beneficio senza cura; per essere uomo d' ima buonissima coscienza, non volle benefici
. sm. sacerdote che esercita la cura d' anime, parroco. -anche: sacerdote
con poteri quasi parrocchiali, la cura d' anime in un determinato territorio; sacerdote
o di propria bocca o per opera d' altri, almeno le dominiche e feste
dispiacere. davila, 420: deliberarono d' arrendersi, e mandati due curati delle
anno 1628, don abbondio, curato d' una delle terre accennate di sopra.
compagnia, verrò ad accompagnarti ». d' annunzio, i-793: per lui ragli
, deriv. da cura 'cura d' anime '. curatolo, sm.
gallina / ch'era degli anni più d' una trentina / stata dell'altre curatrice e
/ del regai parto, e roride / d' eterna ambrosia il crine, / qual
creduto [il medico] essere ucciditore d' uomini che curatore d'in- fermitadi.
medico] essere ucciditore d'uomini che curatore d' in- fermitadi. aretino, 2-4:
. boccardo, 2-669: l'atto d' istituzione d'una curatela limita l'ammontare
boccardo, 2-669: l'atto d'istituzione d' una curatela limita l'ammontare dei pedaggi
tramettono di fare mercati di mercanzie o d' altre cose che si comperano ovvero vendono
, e similmente di cambiare, e d' ogni altra mercanzia che l'uomo volesse
lo più non sogliono ammettere la curazióne d' impiastri e d'unzione, ma richiedono
sogliono ammettere la curazióne d'impiastri e d' unzione, ma richiedono la manuale operazione.
da roma a viterbo contrae una febbre d' aria, o mortale o di difficilissima
e di muschio, lucide come giovanna d' arco nella loro corazza di acciaio chiuso
seconda spezie, che si ci porta d' india, simile al gengevo, da ciascuno
commercio, iii-1181: 'curcuma', radice d' una pianta del medesimo nome, originaria dell'
, sottile, liscia, densa e guernita d' anelli circolari poco apparenti. d'
d'anelli circolari poco apparenti. d' annunzio, iv-2-920: olivigna, se bene
., ch'erano i sacerdoti armati d' aste,... i quali cureti
con pari, coi méssi lombardi / fu d' uopo al superbo legarsi di fé!
al tuo acume, se l'hai, d' indovinarli da una pausa, da una
, 661: i primi parlamenti de'reami d' europa dovetter essere di baroni, come
fatto riportato nell'apologià. prima però d' esaminar quest'articolo, sembra molto opportuno osservare
che non si parla nelle terre particulari d' italia. idem, i-iiii:
roma, ha la larghezza di espressioni d' un curiale romano. pananti, i-312:
grado di fare sfoggio, quando capita, d' una perizia delle prescrizioni quasi curialesca
, tributa, di plebei ovvero d' ignobili. = voce dotta,
da barberino, 372: e quando fosse d' alcuna cosa ripresa, non si mostri
; tendenza a curiosare. = d' alberti [s. v.] registra
candida, in signoria di cupido, o d' ainore, e menato nel trionfo.
, misesi un vestimento a porpora tessuto d' oro, tutto pieno di pietre preziose,
perocch'e'suoi fisichi gli mandare profferendo d' avvelenare il loro segnore. machiavelli,
vecchie cose del morto, quei gesti d' incantata e avida meraviglia di fronte alle
strada, anche non troppo battuta, d' intendere e sapere, non è curiosità,
allor per una nostra guasta / curiosità d' adolescenti in pena / noi ti facemmo
la grandezza del trovato avrebbe mossa fin d' allora la curiosità de'medici e de'
curiosità del sapere che invadeva i contemporanei. d' annunzio, iv-1-37: lo spirito di
sue rovine può sempre fornire il soggetto d' un piacevole ed erudito viaggio. alfieri,
mio fidato e diletto elia, procrastinandolo d' un giorno in un altro, io
curiosità più singolari di molti semplici. d' annunzio, iv-1-68: in quell'anno,
donna allo amante, pervenne in mano d' un'altra pur nobilissima e di costumi e
cupida di saper secreti, e massimamente d' altre donne, aperse questa lettera, e
comprese ch'era scritta con estremo affetto d' amore. v. martelli,
, ch'è curiosa investigatrice della vita d' altri, è straccuratissima a cor- reger
, sorella, questo vostro desiderio è d' amante, non di curioso. pindemonte,
una seggiola, una gonna / frusciar d' un tratto: alla finestra appare / curioso
ma ben voglion vedere e sapere i fatti d' altri. buonarroti il giovane, 9-274
il giovane, 9-274: chiromantico astrologo ha d' intorno / sempre cento curiosi. goldoni
a ceder passo altrui. / chi d' usurparlo ardisce, / balza respinto; e
curioso circa quelli altri, perché bramo d' intendere quella dottrina di prin- cipii da
, xxiv-1051: la traduzione delle opere d' un idioma nell'altro ha da farsi con
del suo reame la forza del re d' inghilterra, il quale teneva il forte castello
femmine giovani che sono oziose e curiose d' andare e di venire; e motteggiose,
con giardini mara- vigliosi e con pozzi d' acque freschissime e con vòlte piene di
alla guardia e stabilità dell'acquistato. d' annunzio, v-3-87: e vivevo in
curiosità... ci fui pel capo d' anno del 1768, giorno anche più
curiosissima contraddizione la tanta servilità e cecità d' obbedienza, la tanta noncuranza di virtù
chiesastico e gesuitico, ma di spiriti e d' accenti leopardiani, sconsolati e pessimistici;
invece composte e semplificate come vere opere d' arte. silone, 5-53: certo può
che proprio io, adesso, parli d' onore. brancoli, 4-317: è curioso
curiosa è che anche lì è in mano d' un pesciatino. de sanctis, i-119
manda pure allegramente, che sei sicuro d' accertare il gusto di s. a
tutta lasciva percotendola, or la rimoveva d' in su le delicate carni, ora accostandovela
[dioscoride], 260: fassi medesimamente d' orzo quella bevanda che si chiama 1
(presso la corte bizantina). d' annunzio, iii-1-352: con centoquindici curopalati,
9-16: per via di curri, d' argani e di travi, / gli avevan
2-56: queste [torri] fomite d' animosi soldati, e sopra curri sospinte
gli architetti in occasione di condurre cose d' eccedente peso o grandezza, sottoponendo per
, noi siam sul curro, / d' andare a far un ballo in campo azzurro
quale tanto l'aveva stimolato alla spedizione d' italia, e messo, come si suol
ipomenès, che fra cotanta / turba d' amanti, e miseri cursori, / sol
succedono i cursori, i quali sono d' antica professione, perché ne'giochi essequiali
vanto. gioia, 1-i-64: la celerità d' un cursore rappresenta più la sua abilità
che la forza de'suoi muscoli. d' annunzio, ii-81: l'orma dei cursori
presiede all'amministrazione, ch'è composta d' un amministratore cassiere, d'un economo
ch'è composta d'un amministratore cassiere, d' un economo, d'un ragioniere e
amministratore cassiere, d'un economo, d' un ragioniere e due istitutori. avvi inoltre
far il giro del mondo in un batter d' occhio. a fratta poi esse giungevano
spade che sono portate dinanzi al re d' inghilterra durante la cerimonia dell'incoronazione.
portatile e pieghevole, ornata di fregi d' avorio, simbolo del potere giudiziario (
maffei, 5-5-32: figura con ramo d' ulivo in mano, sedente in sedia curule
loro esclusivamente tutta la vita. su d' essa si facevano portare pomposamente al senato,
coll'altro ignudo e bianco al pari d' avorio disegnava giocarellando circoli e mezze curve
intorno alle tinchiuole che guizzavano a sommo d' acqua. svevo, 2-418: « cara
/ lenta su 'l fren s'incurva? d' annunzio, iv-i- 219: la
prese la curva al largo, sterzando d' improvviso, come se chi la guidava si
. ansa di fiume o di altro corso d' acqua. d'annunzio, iv-2-645:
o di altro corso d'acqua. d' annunzio, iv-2-645: a un tratto,
di sanfre- diano è « di là d' arno »,... dall'alto
un vigile stradale di quelli con motocicletta d' alta velocità... passandoci accanto
la formica esploratrice, seguendo il ponte d' un filo d'erba, s'affacciò sul
, seguendo il ponte d'un filo d' erba, s'affacciò sul lago nero del
berchet, 18: quando al giogo d' estranio servaggio / niun de'greci curvava il
/ di morire 0 tornar vincitor. d' annunzio, v-1-266: ho spavento del
:... di te cantaro / d' amos l'inclito figlio e il morastite
stesso problema della libertà è divenuto problema d' organizzazione, pratico. 3.
i-262: quei [un servo], d' alto curvando 1 il cristallino rostro,
bartoli, 10-146: quindi è il curvarsi d' ogni buona lama, fino a far
ima figurona nera nascosta sotto le falde d' un cappellaccio da contrabbandiere o da mago
, gli abitatori e l'abitatrici fosser d' altra natura che di celeste e d'angelica
d'altra natura che di celeste e d' angelica. marino, vii- 514
nievo, 241: io cominciava infìn d' allora a disprezzare e ad amare:
a'suoi figliuoli; battaglia e pervertimento d' ogni principio morale; servitù senza compenso e
mirar negli elementi / sogliono al gorgoglio d' acre vasello / i chimici curvati e
delle rote intorno / da salda fascia d' or cerchiate foro. -nella coltivazione
, pur la quarta parte vi ha d' intervallo. la medesima larghezza si misura
avanza finalmente con una rapidità inusitata. d' annunzio, v-2- 914: m'
parea trepida e tepente / e penetrata d' aere, ventosa / come fosse per
sotto la lente due arterie mesenteriche abbondanti d' angoli e curvature, presi a considerare
comparazioni de'curvilinei co'rettilinei sieno proprie d' euclide [ecc.].
la curvità de'fiumi, quanto d' impedirne gli eccessi. tar
la loro inclinazione [dei filoni d' alberese] non posso asserire quale sia,
frezsi, ii-15-106: la bocca fe'd' un porco, il naso còrvo. straparola
/ su la sonante incudine battuto / d' aratore in guerrier vedi rivolto. d.
passa 10 staffile, ha un bottoncino d' osso. monti, x-1-402: trittolemo
che splendono e tonano in fronte. d' annunzio, v-1-86: l'oro grasso dei
strada, un litorale, un corso d' acqua). carducci, 694:
grinzosa li portava tuttavia abbastanza bene. d' annunzio, iv-1-118: mancavano circa ottocento
non si avvedevano costoro [i reggitori d' italia] d'essere rimasti molto al
avvedevano costoro [i reggitori d'italia] d' essere rimasti molto al disotto dell'ignoranza
là dentro, / cusansi tutti prigionier d' amore. = voce semidotta,
un cuscheri di mele. = voce d' area settentrionale: cfr. lat. mediev
come puntaspilli, o, imbevuto d' inchiostro, per timbri).
cuscinetti rossi e gialli ai davanzali come d' estate. -per simil. giocosa
orecchio, dov'era infìtto l'anello d' argento che i vecchi villani portano ancora
, a lunghi banchi paralleli come quelli d' un'officina, nelle vaste celle dove sono
plur. meccan. piastre di bronzo o d' altro metallo tenero o di rovere,
purpureo drappo / mostra turgido il sen d' erbe odorate. alfieri, i-148:
testa quasi più grossa della sua. d' annunzio, iv-1-21: un gran cuscino,
cuscino, tagliato in una dalmatica, d' un colore disfatto, di quel colore che
col riccamo vanno accompagnati tutti i lavori d' agucchia, i quali tengono l'ago
come si manipola. = voce d' origine araba (forse berbera), penetrata
, ecc., sono la * cuscuta d' europa ', volgarmente 'granchierella,
e a singhiozzare. = voce d' area settentrionale: cfr. lat. mediev
c'era un mosaico che mandava bagliori d' oro. 3. figur.
. cecchi, 6-177: all'ultimo piano d' una casetta di legno, cuspidata come
cuspide, o punta, simile a quella d' uno spiedo. 3. del
: indi, una salda / asta d' acuta cuspide impugnata, / fuor della
, 762: un balenìo di cuspidi d' acciaio, / un'eco d'inni che
di cuspidi d'acciaio, / un'eco d' inni che tremola ed erra / qua
sue due cuspidi ineguali, come la schiena d' un dromedario. 2.
l'acuta cuspide lampeggia / nella destra d' achille. -ant. punta del
che lascia sentire il fiotto dei remi d' una gondola lontana e il tubare dei
colombi sulle cuspidi delle sue torri affilate! d' annunzio, iv-2-576: passava ima fila
ove si congiungono e si arrestano due rami d' una curva formando una specie di punta
, ella non l'ode: / onde d' aprir la figlia più non pavé /
, e posso / promettermi da lui d' un grato core / anche prove più
/ rapire osasti? e del furor d' atreo / non temi tu? slataper,
marino, 431: di tuniche e d' umori in vari modi / hawi [nell'
croce: eppur custodi / stanno colà d' una progenie estinta. d'annunzio,
stanno colà d'una progenie estinta. d' annunzio, v-1-1090: fiume è l'estrema
istituto, anche di una casa privata d' abitazione (e vigila l'ingresso,
testo come quelli fatti a dante. d' annunzio, iv-2-887: quando per la
sua poltrona la vecchia custode non perde d' occhio la soglia, e sembra una
ricoperta / sotto l'immagin sua, d' uscir son certa. / non ardirieno
nome, che sul sacro letto / d' onor morte distese. idem, x-5-71
sangue / correva e alle regali armi d' enea. prati, ii-175: fidata lampa
pertanto a noi pare che si eleggano d' amendue le parti i più potenti uomini e
.. l'ufficio commesso, sempre d' ogni cosa colla reina e colla nuora
pace, e molti delle riformagioni e d' altri magistrati,... sotto la
ricercate: e quei capitani, che d' esse hanno tenuto poco pensiero, son
, / ricoperte di lacca, e impresse d' oro, / molte ravvolte son dipinte
2-5-302: feciongli rimessa di cencinquanta scudi d' oro... acciò gl'impiegasse
dell'opera) con un gran paio d' occhiali. ma non sì tosto m'assisi
la più liscia, eccoti due qualità d' occhialetti: quelli senza custodia costano 18 paoli
le lenti acromatiche e sono elegantissimi. d' annunzio, iv-1-200: i disegni sono conservati
di cuoio inciso con borchie e fermagli d' argento imitanti quelli dei messali. pirandello,
del cielo, tuorlo del mondo, custodia d' ogni pianta, coperchio dello inferno,
senza dubbio se omero avesse scritto al tempo d' oggi
nobili nella custodia del suo cuore. d' annunzio, iv-2-659: liberato da ogni
all'esposizione del ss. sacramento. d' annunzio, iv-2-108: il prete, tutto
annunzio, iv-2-108: il prete, tutto d' argento, si volse verso la custodia
, e senza ch'egli fusse d' alcuno veduto, via lo portò, e
le patrizie magioni al popolo, / premio d' industria, benigna copia / calò;
: or fai parole, / figlio d' atreo, da custodir fra'denti. /
nella profonda coscienza tutti i segreti. d' annunzio, iv-1-29: dopo tanta felicità e
foscolo, 1-38: custodisci costor: d' essi sarammi / tua vita pegno.
la sua natura, allegando che le cose d' essa natura bisogna lasciarle custodire a lei
x-21- 233: in una escursione d' estate, che feci solo sulle alpi,
le porsi / la custodita veste. d' annunzio, iv-2-113: una femmina di
, dopo di aver bevuto due sorsi d' un'acqua custodita in una piccola zucca secca
si faceva tra i di voti il sorteggio d' una madonnina di cera custodita in una
sette incredule ben rette e quelle genti d' arme fuori della strada della religione,
le sarebbe stata benigna, e custoditrice d' una tal gemma. salvini, v-521:
meno prolungato del custodire. un custode d' uffizio più essere buono o inetto custoditore.
che attacca il tessuto della pelle. d' annunzio, v-2-736: l'arte della
di unguenti ed essenze ignoti ai ricettarii d' ogni tempo e d'ogni razza..
ignoti ai ricettarii d'ogni tempo e d' ogni razza... tende a ottenere
ogni lite. cariteo, 305: d' un'aspra e dura cute mi coversi.
colori, onde possiamo chiamarli i camaleonti d' italia, ornandosi anche i nostri testate
su la testa i crini; / tutta d' un vecchio la persona ei prende /
, dalla polvere e dal sudore. d' annunzio, iv-1-64: egli le baciò la
. pirandello, 7-67: a forza d' acqua, ogni mattina, riusciva a
cuticagne del prevosto e di radescki. d' annunzio, v-3-193: si vestì di tutt'
maggiore che aveva balconi di dietro e d' avanti per il traverso del palagio.
. detta anche * epidermide '. d' annunzio, iv-2-322: il giorno dopo,
coserelle / mi tocca a fare, innanzi d' uscir fuora. / cavarsi il cuticugno
tuono per sempre il gracile / bisbiglio ruppe d' una cutrettola / oh! scesa nel
fremente, e piluccavano l'uva prima d' andarsene a dormire nei loro nidi di foglie
strada, ormai ridotta a poco più d' un sentiero, terminava in un largo
un sentiero, terminava in un largo d' orti sabbiosi. -al figur.
salvini, v-516: alcuni bei vasi d' avorio fatti al tornio, di mano
prima pietra ed io l'ultima d' una nuova città. * » dalla
il d. alunno, 43: 'd'. pura, snella et ispedita è
e rozzo è composto di t e d' s, ovvero di d e d's
e d's, ovvero di d e d' s. corticelli, 1-315: il d
incontro di due vocali, quelle [parole d' una sola lettera] si crescon d'
d'una sola lettera] si crescon d' una consonante, che per l'ordinario
burro, nel latte, nel tuorlo d' uovo, ecc.). c
. idem, par., 6-12: d' entro le leggi trassi il troppo e
un volgo disperso repente si desta. d' azeglio, 1-337: è raro che ne'
dai balconi, per eccitare il popolo. d' annunzio, i-468: noi, chinati
, 17-101: non potrei io entrar d' altronde, che dall'uscio da via?
egli che alcuno vantaggio avesse un figliuolo d' un re da un semplice cacciatore.
abbino qualche particolar dipendenza da roma. d' azeglio, 1-196: io disegnavo dal
vini / l'anime a rallegrar. d' annunzio, i-429: s'udian..
quando a quando, come in vaso d' oro / pioggia di perle, da le
le odorifere gemme ad ogni fiato / d' aura cader. cardarelli, 402: mi
di aguzzare gli occhi per leggermi. d' azeglio, 1-83: capelli tendenti al
davanti a la più bella. cielo d' alcamo, 115: di canno ti vististi
dante, inf., 15-18: incontrammo d' anime una schiera / che venian lungo
. bencivenni, 4-62: santo bonifazio d' infino ch'elli era fanciullo era sì pietoso
: riparo, difesa. cielo d' alcamo, 157: meo sire,.
di là da castel guiglielmo, al valicare d' un fiume, questi tre, veggendo
da mal conobbi, sempre per la bellezza d' alcuna di voi stato sono ad amor
i cantoni di mia casa saranno guemiti d' or innanzi di bocconi d'arsenico!
saranno guemiti d'or innanzi di bocconi d' arsenico! carducci, 1079: diman da
coi quali aveva avuto da fare. d' annunzio, i-429: tu la bella
/ e a lei ricingerai le chiome d' oro. barilli, 3-58: l'ultimo
4-14: da tempo ti devo parole d' amore. pavese, 6-11: sei disoccupata
19): con le pugnenti sollicitudini d' amore, da insensato animale...
su qual si pose / venus vestita d' òr da capo a piede. s.
indefinita lontananza, la verde campagna. d' annunzio, iv-2-301: il sole discendeva a
cicognani, 9-9: nacquero, a distanza d' un anno l'una dall'altra,
[il palazzo] dalla mano diritta d' oriente. dante, inf., 11-107
, inf., 13-41: come d' un stizzo verde ch'arso sia / dall'
giusti, 2-91: tenni per àncora / d' ogni burrasca, / da dieci o
ienti foi 'nalzata, / e d' onni emperio adomata, / da deo santo
, forse sarei stato ripreso di levezza d' animo, udendo me essere dal primo
far difesa / che battuta non sia d' amore e presa. tasso, i-102:
e vallicene, frammezzate da pianure piene d' arbori e di animali, e corse
can malfussi. manzoni, 73: d' ambo i lati calpesto rimbomba / da cavalli
immenso / la città vive un giorno d' umori campestri. / ebbra la primavera /
e perde un po'di tempo all'ombra d' un bell'albero. leopardi, 39-71
fosse nevicato, dalla tanta polvere. d' annunzio, i-459: mi veniva ne 'l
dalla figura, ma con l'aria d' uomo. sbarbaro, 1-132: costui apertamente
de le peccata / vede qual luogo d' inferno è da essa. idem, par
(352): essendo ella già d' età da marito. palladio volgar.,
, 181: voglio una buona ampolla d' olio da veleni. tasso, 6-i-51
. tasso, 6-i-51: nulla poscia d' amor cantai, né scrissi: /
3-i-302: né credo umiliazione il servirsi d' un'arme da fuoco diversa dalle usitate sin
quel di pisa fo già villa / d' uomin grossi e da niente. boccaccio,
con allegrezza questo vezzoso amante. f. d' ambra, xxv-2-414: io non arò
è stato da tanto ch'egli fornisca d' ordir questa tela. caro, 12-ii-
monti, 1-47: dio dall'arco d' argento,... /..
/ sa colle buone, / e più d' un asino / fa da leone.
, i-529: un bastone dal pomo d' avorio s'appoggiava alla seggiola. d'annunzio
pomo d'avorio s'appoggiava alla seggiola. d' annunzio, 1-431: segue zefiro,
ragazzo... con l'aria d' uomo, dalla fronte bassa e dalla bocca
rosso, un po'consunto con bacchette d' oro, e poltrone dalla spalliera dorata
così dolci da ricordare da grandi. d' annunzio, v-1-378: mi piaceva di
busone da gubbio, 130: lo re d' erminia sue terre foraiscie di gienti armate
la casa si facea giorno. f. d' ambra, 52: e lasciare'lo
non vi sarebbe potuta condurre]. d' azeglio, 1-35: il farsi da sé
da per sé solo, senza aiuto d' altri, altro che di me a cui
. -come locuz. aggettivale: d' animo chiuso, che rifugge dalle compagnie
, che rifugge dalle compagnie. d' azeglio, 1-202: ottima persona, ma
volere interrompono qualche giorno l'esatta uniformità d' una tal vita. dossi, 20
5 di magio f. otto larghi d' oro in oro 1. una s.
da far riparo / contri a'colpi d' amor. boccaccio, dee., 2-4
, e da non sentirsi in bocca d' uomo. g. gozzi, 3-5-304:
, che da dire che tante migliaia d' uomini dicano la bugia. manzoni,
: tenevano firenze come un paese preso d' assalto, e il governo come roba da
2. con valore negativo: semplicità d' animo e d'intelletto che induce a
valore negativo: semplicità d'animo e d' intelletto che induce a prestare facilmente fede
che possa in coscienza lasciar in balla d' un curioso fanciullo o d'una ragazza
lasciar in balla d'un curioso fanciullo o d' una ragazza innocente un libro, dal
per la mente al dabben popolo milanese d' allora. arila, 136: 4 uomo
4. sm. ant. bontà d' animo, onestà, rettitudine. caro
signor, pria ch'io mi scordi / d' un tanto beneficio, i dabbuddà /
scorre un fanciul menando il dabbudà. d' alberti, 280: 4 dabbuddà ',
finiste, e io son daccapo ancora. d' azeglio, 1-180: cominciai coll'alzarmi
che per istare in gambe ha bisogno d' appoggiarsi a qualcosa. nievo, 156
arciprete bugno ricominciò daccapo: -una statua d' autore! pirandello, iii-136: credi
3-3-338: e quando pretendessero ambedue / d' attaccar voi, perché da voi mia vita
, 74 (125): uno fedele d' uno signore, che tenea sua terra
contrada, vide in su la cima d' un fico, un bello fico maturo.
guarderò per lui. -sì si pensò d' imprunarlo e di guardarli. dante,
enti nell'universo non è che moto. d' azeglio, 4-203: fra mariano viveva
, contra i quali non gli era permesso d' alzar la voce. nievo, 1-324
non c'era rimedio, a forza d' unghie, di ginocchi e di gomiti con
, nel leggere i versi del bemi, d' aver avuti egli stesso que'versi scritti
tu incominci ad appassionarti per il ballo. d' azeglio, 1-409: io ottenni il
la sua coetanea, la sua amica d' infanzia ed adolescenza, non più rivista da
. calvino, 1-366: questa specie d' appuntamento ridiede ad amedeo una calma quale
= deriv. dal nome del mineralogista antonio d' achiardi (1839-1902).
può astenersi dalle lacrime. d' alberti, 280: * dacrigèlo ',
medie. che stilla materia purulenta. d' alberti, 280: * dacriòde ',
medie. lacrimazione continua. d' alberti, 280: 4 dacriòma ',
.]: 4 dacriòma stato impervio d' uno o di ambedue i punti lagrimali
, ecc.). nei lessici del d' alberti [s. v.
di contanti e dadaiuoli, / e d' ogni cosa ch'a lor fa mestieri.
sbarbatelli appassionati hanno i daddoli loro. d' alberti, 280: 4 daddolo '
di tutta la gente persa intorno ai portenti d' un moccioso o d'una smorfiosa
ai portenti d'un moccioso o d' una smorfiosa: tutti stare a bocca aperta
nulla di daddoloso, di manierato, d' artificiale nella bambina, spontanei in tutti l'
, sì come 4 addosso ', d' 4 a ', e di 4 dosso
che sia dadovero, si de'mostrare d' amare altra femmina e passare spesso per
per la contrada di colei cui si mostra d' amare: per la qual cosa se
awenire che sì come altri, fingendo d' amare, s'inamora da dovero; così
infingendomi di portarmi riverenza, sarà costretto d' ono- rarmi veramente. d. bartoli
esser cascata daddovéro nell'arca di noè. d' annunzio, iii-2-1000: sappi, giana
bravo coltellino i due nomi nel pedale d' un eterno leccio. c. e.
si è, ch'assai mi sono rallegrata d' avere un padre santo, e di
gran miraeoi fia, / a far d' un'uom dipinto un daddovéro. buonarroti
, per diversi giochi, per lo più d' azzardo: il più antico e il
, 248: l'altra maniera d' indovinamento, sanza espressa invocazione del demonio
la materia del dado, questa parte d' osso e stucco grave, quest'altra lieve
non domandar quel ch'io so far d' un dado, / o fiamma o traversi
sorta di giocattoli pei fanciulli adulti. d' annunzio, iii-2-101: or mentre / gridavi
il gioco dei dadi; il giocatore d' azzardo, il vizio stesso del gioco
femine aspetto, / dadi, e cercar d' ogni spiager vendetta. tedaldi, 27-10
e giuocò per molte ore ai dadi. d' annunzio, v-2-891: giocammo a dadi
conversazioncine o sui superiori o sui compagni d' ufficio. calvino, 2-63: era il
dadi. - anche al figur. d' annunzio, iii-2-150: voi giocate a dadi
lazzaro fue portato dalli angeli nel seno d' abraam, e 'l ricco fue sepulto
la mia vergogna ola vostra salute. d' annunzio, iii-1-455: il destino ti consente
ché s'i'le dessi un marco d' or trebuta, / non ne potre'avere
/ ad un'armata torre in men d' un dado / la sua difesa, e
è rilevata da terra un dado. d' azeglio, 1-535: il legno..
materia, ma singolarissime per la circostanza d' essere tutte naturalmente di figura di dado
figura di dado, segnato in ciascheduna faccia d' una macchia in forma di croce.
su un dado di sasso, incoronata d' una fronda, pareva ch'ella stesse
nel quale fecero fermare forte un dado d' acciaio per la larghezza di un quarto
... il poterono mai far cangiare d' opinione. varchi, 23-147: giova
medesime fino al numero di quattro). d' annunzio, v-3- 420: da
della vecchia lingua e delle capanne affumicate d' un tempo, nel loro dado di
casotti, 1-8-9: costor non dan mai d' un quid sentore, / fuorché al
e mi paga, mi vuol parere d' aver fatto diciotto con tre dadi. passcroni
è del parentado / certamente di venere e d' amore; / che ogni donna
come uomo e cristiano, credete e confessate d' avere una vita eterna da perdere dopo
ma li aveva scelti troppo bene per temere d' esser tradito. de roberto, 2-138
che primo, per usare le parole d' oggi, questo dado levasse, ma di
, però che ne sono di peggio più d' uno milione di fiorini infino a
certi che tiravano un gran dado]. d' annunzio, v-1-231: imagino l'aspettazione
di politica... o d' altro, durante il potere fascista. bocchelli
, ii-1-606: un nuvolo di delegati e d' applicati di pubblica sicurezza che si davano
per le botteghe... cercando d' ingrossare più che fosse possibile il drappello,
ingoiando foglie di lauro. d' alberti, 281: 'dafnefagi ',
, epiteto degli indovini e delle sacerdotesse d' apollo in delfo, perché prima di
dare le loro risposte mangiavano delle foglie d' alloro, l'albero consacrato a questo
piane ed angolari, simili alle foglie d' alloro. = voce dotta,
la parte principale del cibo dei pesci d' acqua dolce. = voce dotta
abitatori si chiama achi, e da mercanti d' ales- sandria dafnite. =
vencidi, et arrendevoli, all'altezza d' un gombito, frondosi dal mezo fino
eupetalo, altri stefano, cioè corona. d' alberti, 281: 'dafnoidi '
dafnòide 'daphne laureola), nome d' una pianta dell'ottandria monoginia, che
per mezzo dei rami e delle foglie d' alloro (vedi dafnèfago).
vedi dafnèfago). d' alberti, 281: 'dafnomanzia', divinazione
l'augurio stimavasi funestissimo. le foglie d' alloro si masticavano eziandio da coloro che
, e davanti al petto un'anima d' acciaio, bracciali di ferro, cosciati
dove sta legato / l'un pezzo d' arme a l'altro, e sì risponde
le lor daghe / con bei manichi d' or pompose e vaghe. b. corsini
a marte. monti, 16-467: aiace d' oileo, sovra cleòbolo / correndo impetuoso
la via gridava: -ferma, ferma! d' annunzio, v-1-381: porta un gran
portava a canto una daghétta solamente. d' azeglio, 4-39: portava una daghétta
4-39: portava una daghétta in cintura d' acciaio nero martellato; ed in questo
volto d' una tinta pallida ed un po'brunetta,
fortezza e di senno non ordinari. d' annunzio, iv-1-410: guardai un libro che
la formazione di uno strato di ioduro d' argento; l'immagine veniva poi sviluppata
corsini, 8-73: di daghinazzi, e d' alabarde armati, / a guardia di
stesso il magno sire, / gran corona d' intorno ha di soldati / della fedeltà