accantonamenti. stuparich, 2-125: volle curar di persona l'accantonamento della sua compagnia
: questa malagevolezza, che pruovasi in curar l'ira, ed in soggettarla, concorre
faville della sua virtute / in non curar d'argento né d'affanni. g.
faville della sua virtute / in non curar d'argento né d'affanni. idem,
: appresso a calen d'aprile da curar son gli alvei, per modo che si
, e ultimo, ci insegna a curar con sapienza i mali, essendo prattici de'
aprire, spazzare, dirvi messe, curar l'anime. -ant. darsi all'
faville della sua virtute / in non curar d'argento né d'affanni. s.
aguati / le schiere sue d'asse- curar desia, / molti a cavallo leggermente armati
che a te convenga / di te stesso curar sovra ogni cura, / ché per
, quali avanzi avrebbon fatto gisippo non curar di perdere i suoi parenti...
suoi parenti..., non curar de'disonesti mormorii del popolazzo, non curar
curar de'disonesti mormorii del popolazzo, non curar delle beffe e degli schemi, per
, i-702: gli antidoti sono istituiti a curar gli avvelenamenti, non sono istituiti
tempo di goder la villeggiatura e di curar la gotta alla stagione dei bagni. carducci
che si diede corpo ed anima a curar le piaghe di suo marito e a
nell'ultima stagione aveva aiutato il pastore a curar le vacche sui nostri monti. e
allegando / leggi multiplicando; / né curar di broccardi, / ma cerca i casi
alba si veda. / non ti curar d'omarti: / amor bella ti fe'
suo compagno; / e la pena mostrò curar sì poco, / che disse il
cittadin lascivo] caloreggia; / noi curar, se col piede or gira or
monardes racconta che gl'indiani, per curar le piaghe fatte dalle frecce avvelenate de'
altri sia, e così di niuna cosa curar dobbiamo, la quale abbia forza d'
redi, 16-iv-44: gl'indiani, per curar le piaghe fatte dalle frecce avvelenate
amica: -tu ripòsati, che a curar malati ci si strapazza, povera cocca
ira il raggio ardente. / poco curar degg'io fronte sdegnosa, / diss'ella
iii-1-210: questa malagevolezza che pruovasi in curar l'ira, ed in soggettarla, concorre
contrattacco, fuori delle / sempre curar, ma molto più regnando. i
tartaro,... verrà a curar totalmente e divellere [ecc.].
da stalla consiste in questo, curar la stalla dalla immondizie, le mangiatoie
ii-210: ora io voglio andar a curar la mia persona, di poi farò intender
la tua giovine maga, e meno / curar la vita, che lo starle a
la schiera industre / cui franger glebe o curar piante e greggi / vede l'alba
faville della sua virtute / in non curar d'argento né d'affanni. marco polo
lassù converso piove; / ma che curar dobbiam che faccia giove? sarpi,
l'alba si veda. / non ti curar d'omarti: / amor bella ti
monardes racconta che gl'indiani, per curar le piaghe fatte dalle frecce avvelenate de'cannibali
; ed ha bisogno, / a volerla curar, del fuoco; il medico /
aprire, spazare, dirvi messe, curar l'anime. tasso, n-iii-1016: l'
]: il lino sapete che si vuol curar molto, e macerare. 11
, ii-212: tutto egli usò, per curar quella delirante. redi, 16-ii-104:
non sentire il male, / e non curar ch'ei che m'induce a tale
e qui nota che questa podestà di curar infermi e demoniaci non si dà per l'
/ vider da lunge e il non curar superbo / del fatai giovanetto le immortali,
altro rincrespa, / mia vita è da curar men che una nespa. =
scaccia e disgombra, / né qui cosa curar che a te sia cara. poliziano
. equicola, 52: non si deve curar di vedere chi ti mira con dispetto
e di cerusici un drappello / a curar corra il piagato ditello. = dal
moneti, 297: onde non ti curar per ambizione / d'entrar coi gentiluomini
lasciallo pure star, e non te ne curar troppo, ché non è di condizion
tadi vostre, e con qual arti / curar si denno. testi, ii-206:
pur vi vuo'lì stare / non curar d'edificare, / ma nascoso il tuo
ordinato in tutte le cose, dal curar le facende publiche e lo scrivere in
la marcia, si attende poi a curar la ferita, tenendovi tasta con digestivo
che faceva spregiare la vita terrena; curar poco i doni di dio sparsi nella natura
che preme ai suoi ascoltatori, senza curar troppo la scelta dei termini e le proporzioni
servitori da stalla consiste in questo: curar la stalla dalle immondizie,...
: appresso a calen d'aprile da curar sono gli alvei, per modo che si
faville della sua virtute i in non curar d'argento né d'affanni. giovanni da
a. casotti, 1-3-16: a curar non s'aspetti una febbróna, /
v. franco, 283: senza curar de la miseria mia, / a far
simo stillato dall'albero della croce per curar le ferite dell'anime. pascoli,
francesco da barberino, iii-244: non curar de'più ricchi, / ma guarda
dei pescatori a chiac- chera ed a curar la testa pidocchiosa della figliuolanza. landolfi
che preme ai suoi ascoltatori, senza curar troppo la scelta dei termini e le
, ed ha bisogno, / a volerla curar, del fuoco. boccalini, ii-152
soldani, 1-53: però non ti curar d'andare a caccia / per certi
altri sia, e così di niuna cosa curar dobbiamo, la quale abbia forza d'
cerca, che delle gentilesche, senza punto curar le cristiane, doberti, 1-v-455:
.. / e la pena mostrò curar sì poco, / che disse il giustizier
faville de la sua virtute / in non curar d'argento né d'affanni.
d'uno alle paterne case / a curar la ferita. de amicis, i-566:
imbroda / la cara patria a non curar per moda / talor s'avvezza.
e, così impedito, / sol di curar l'amo- rose ferute / sollicito era
2-275: rimedi... valevolissimi a curar quelle febbri maligne che riconoscono per loro
ed ha bisogno, / a volerla curar, del fuoco. morone, 129:
fine. cebà, i-27: il non curar del suo e l'usurpar dell'altrui
cotesti naturalisti, quasi che io dovessi curar molto le loro lodi o i loro biasimi
., dove insegna il metodo di curar le febri e simili mali, più se
schiera industre / cui franger glebe e curar piante e greggi / vede l'alba
proverbia pseudoiacoponici, 109: non curar de nazione se l'omo è infatuato.
aperta pò securo andare, / e non curar ferneticar di gente. boccaccio, dee
onde poi morbo abituai si genere, / curar m'accade simulati mali / cui fan
d'annunzio, iv-2-510: bisogna quindi curar le piaghe con infinita pazienza e con
languire, / e sola il può curar, ché solo a lei / il mio
abbandoni e lasce, / poco debbiam curar ch'altri ci manche. 3
prudenti / che professan virtute, / di curar, di sanar l'inferme genti.
de'poveri, come maritar donzelle, curar infermi etc., è sotto la cura
ombra che 'l frutto, non è da curar del loro cavamento o letaminamento.
209: leva per tempo, non curar del freddo. dante, inf.,
, non pur scalda, / un non curar de la sua libertate, / un
]: il lino sapete che si vuol curar molto e macerare e battere, ed
impara. ma dell'arte dell'insegnare e curar l'anime, la quale è la
ella l'amato medicar desia, / e curar il nemico a lei conviene; /
non impazzir nel lavoro che mi cresce tra curar poco del tuo dir villano, / se
ella l'amato medicar desia / e curar il nemico a lei conviene. marini,
ch'i'non devea, e men curar me stesso. pulci, 5-5: io
dir vogliamo sillabe, alla mescolata, senza curar delle rime. botta, 4-267:
non star ha trovato un metodo per curar le varici, che ho veduto riescire
pettinarsi in men goffa maniera, ella a curar la casa ed ad arricchirla man mano
leggi multipli - cando, / né curar di broccardi, / ma cerca i casi
avrebbon fatto gisippo... non curar de'disonesti mormorii del popolazzo,..
, prendilo,... non ti curar che dii tre morsi ad un faggiuolo
un faggiuolo,... non ti curar che sii troppo attempato.
il naturale affetto, / mostrò di non curar quella scrittura. davila, 441:
eh'è in me ti mova a curar d'uom sì basso. boccaccio,
nauseava non dovesse né men alcun altro curar di leggere. rosa, 147
d'iddio con la sua morte / degnò curar a noi far seco eredi / del
, 9-43: sono alcuni che, volendo curar le galle, fendono con la lancetta
l'amato medicar desia, / e curar il nemico a lei conviene; / pensa
e valenti, / se voi volete ben curar le genti. viviani, 5-1-341:
4-43: anche dalla muffa il vino curar si dice se un sacco stretto pieno
i-155: bisogna a tal effetto non curar patria, non curare parenti..
curare parenti..., non curar cariche, non curare onorevolezze. f.
e ordinato in tutte le cose, dal curar le faccende pubbliche e lo scrivere in
i. frugoni, i-3-265: non ti curar d'ornarti: / amor bella ti
ti fé. casti, 252: non curar quivi di ornarti / fra le rustiche
porre in armi i prìncipi ed essi curar solamente le panarici, ma coll'esempio,
/ « marta » dicesti « non curar di quella: / ottima parte ha eletta
che si diede corpo ed anima a curar le piaghe di suo marito e a
mancar nulla. e per iron.: curar troppo la salute, le delicatezze.
tu pòi, sì t'acorda, no curar d'altro pato. testi fiorentini,
ch'onoro ed amo tanto, / senza curar de'fiumi del mio pianto / e
: / sempre encognito te tene a curar tua enfermetate. angiolieri, vi-1-350 (
l'amato medicar desia, / e curar il nemico a lei conviene; / pensa
tu pòi, sì t'acorda, no curar d'altro pato. rainardo e lesengrino
, 139: e1 pollèzolo fiorito per curar el stomaco. = voce di
chi mai potrebbe tralasciar di amar o non curar l'opera sua ed una porzione vivente
chi vince una battaglia campale non deve curar le piazze che restano, ma levar i
tu pòi, sì t'acorda, no curar d'altro pato. faba, xxviii-11
: questa malagevolezza, che pruovasi in curar l'ira ed in soggettarla, concorre anche
valenti, / se voi volete ben curar le genti. cellini, 675: quando
i. frugoni, i-3-265: non ti curar d'omarti: / amor bella ti
privar ruggier d'una divisa, / di curar poco il re agramante mostra. nardi
carne, / non curan nulla e nulla curar sanno / e prosan sonnacchiosi e si
le linee di circonvallazione e quindi a curar gl'infermi e ristorare i più deboli e
/ tenero e fisso al ciel non curar parve / o non sentir le sue
i passi. casti, 252: non curar quivi di onorarti / fra le rustiche
la valorosa leonilda qual rabbiosa tigre nulla curar pericoli pur che faccia strazzi de'miei
, in nessun modo... curar si puote, imperocché la sua radezza
ten in tal dureza / ked eo curar non posso de l'etemal dolceza ».
da re alle volte, cioè non curar qualche bassa voce, e bisogna mo
libro di sentenze, 1-43: non curar de gran casa, ché piccola casa
mal che sì te agogna / voglio curar o farlo men repente, / perché levar
che 'l frutto, non è da curar del lor cavamento o letaminamento, le quali
lira di paris, rispose non se ne curar molto. bisaccioni, 1-299: devesi
stascione? /... / non curar più d'esto corpo, ca la cura
il dottor gérard ha trovato un metodo per curar le varici, che ho veduto riescire
, / e non sarebbe degno / di curar con un cece il suo rottorio.
'l sacro alloro, / e non ti curar d'oro. caro, 16-77:
prudenti / che professan virtute / di curar, di sanar l'inferme genti. redi
lasciallo pur star e non te ne curar troppo, ché non è di condizioni da
/ vivere a sé, non si curar del resto, / delle fatiche altrui
putare o me- tere, / ma curar greggi da la infetta scabbia. soderini,
avrebbon fatto gisippo... non curar delle beffe e degli schemi, per
firenze, non te n'ài da curar troppo, purché non sia storpiata né
tuo alla mia bocca, / e non curar se alcuna tei contende. / e
con un vilesconfidarsi di dio è quasi men curar la gloria di lui che il proprio
come il cane ocome i cani': non curar le percosse. monosini, 413: fa
nacque? / qual cieco sdegno a non curar ti strinse / del corpo tuo,
son chiamati secreti grandi, come il curar la peste; alcuni mediocri, come
la peste; alcuni mediocri, come curar la quartana; alcuni leggieri, come guarire
, i-10-29: chi scordar puote o non curar lontano / fedele amico ben di doppia
/ ch'è in me ti move a curar d'uom sì basso. firenzuola,
i. frugoni, i-i2-207: a che curar il vulgo reo, chebasso / serpe e
della laponia quasi ci avvezza a non curar più né punto né poco la luce del
nostro lo. / portato via per curar la ferita / alla trabacca sua, a
secondo me mal consigliato, / e nel curar la sua salute cieco; / però
, e della sofferenza e del non curar sì fatta gente. alfieri, 1-168:
sole ti splende, non ti dèi curar della luna. ibidem, 343: quando
cioè canzoni fatte sopra alcuna cosa che curar si voglia o possedere o governare.
corte, / voglia ti spinge a non curar miei l'orazione, dettero le
corte, / voglia ti spinge a non curar miei danni, / ché, amando
fuggir via donne e donzelle, / senza curar tra le spinose strade / di stacciarsi
sole ti splende, non ti dèi curar della luna. = voce dotta
, 17-56: non perder tempo, non curar fatica, / cavalca a spron battuti
a spron battuti e non mostrare / di curar troppo la gente nemica. d.
discorre, si cena, / senza curar ciò che succede in scena. / questi
, 1-74: a far stecchi gentili da curar li denti. della casa, 5-iii-362
corte, / voglia ti spinge a non curar miei danni, /... /
di firenze, non te n'hai da curar troppo, purché non sia storpiata né
fuggir via donne e donzelle / senza curar tra le spinose strade / di stracciarsi
? / qual cieco sdegno a non curar ti strinse / del corpo tuo, che
si discorre, si cena, / senza curar ciò che succede in scena.
gravi, tal che poco / pareva curar di gioco ovver di festa. vadi,
tarpea tanto difese, / mostrando non curar la sua grandezza. 3.
e presta / girsen vid'io senza curar tempesta / una nave superba in mezzo
e valenti, / se voi volete ben curar le genti. b. segni,
torto. bandello, ii-929: né ti curar di ciò che 'l volgo dica,
de'poveri, come maritar donzelle, curar infermi etc., è sotto la cura
par che abbiate ragione, a non vi curar di stuzzicare il vespaio. giuliani,
e lì 10 scamoga / e no curar per ch'el para cosa soga / ch'
sono stanze da morti da non si curar di sapergli per pruova. redi, 2-8
imparò putare o metere, / ma curar greggi da la infetta scabbia / e passion
prudenti / che professan virtute / di curar, di sanar tinferme genti. loredano,
vosco e voce e carta, / per curar l'alta piaga, onde la spada
= voce spagn., deriv. da curar 'curare'. curapipe, sm.