taverna. govoni, 1-218: ed io credevo di fuggire ai monti, / ed
di fuggire ai monti, / ed io credevo di fuggire al mare. ungaretti,
un buco nell'acqua, giusto com'io credevo: il padre non ha saputo leggere
: il forno non era così caldo come credevo...; c'era un
, cerco un alloggio... credevo di aver appiggionato un buon alloggio, ma
ero ancora impigliato nell'allucinazione e ci credevo e godevo a riviverla con la memoria
. saba, 377: io la credevo altrove, e qui non sola la vidi
non sola la vidi e in compagnia credevo altrove, e qui non sola la vidi
-per simil. govoni, 2-137: credevo che tu fossi come vite / con
e stava per accadere... credevo ancóra di assistere aha ripetizione inevitabile d'
. -diavolo, ci son patate. credevo fosse altro. ora assaggio. -figur
, in questo mezzo io, che ne credevo qualche parte di questi assassinamenti loro,
e semplici. settembrini, 1-99: credevo di morire per via, e lasciare
nell'acqua per una settimana intera! credevo quasi di morire! 6.
limite del deserto. panzini, iii-425: credevo fossero gli attendamenti dei soliti salta cavalli
, 1-32: per bacco! ti credevo sui digesti a quest'ora; ed eccoti
treno? ». e io: « credevo che ti importasse... uscivi tu
ed io pure dicevo le cause che credevo che fussi. caro, 2-2-295:
sono meravigliato assai della thèse, perché credevo che solo in italia si bestemmiasse; ma
balia. pavese, 7-119: io credevo che fosse una bionda, e invece vedo
più strade. / ma traditor non credevo che 'l conte / fussi, né ignun
mano, mi fece accelerare il cuore. credevo già d'averlo preso: se n'
sugna, che noi vicitiamo; che non credevo ne fussi tanta nella magna, non
: dov'è andato il tempo in cui credevo di aver provvisto a tutti i bisogni
sua volta:... quand'io credevo che pensasse soltanto alla pentola e arrivavo
10 desideravo che voi andaste dove io credevo che la vostra salute ne avrebbe avuto
carità, pensate a ogni cosa voi. credevo d'esser più forte; non costo
buco nell'acqua, giusto com'io credevo: il padre non ha saputo leggere
bono, ma tanto poi non lo credevo ». a me invece pare d'essermi
quello mi aspettavo; imperò che mi credevo che mi dovessi intervenire come a'fanciulli
« o maledetta luce, io mi credevo avere in te trovato la mia felicità
. silone, 5-264: io non credevo più in dio, ma cominciai a desiderare
supremo ridicolo. gramsci, 35: io credevo che due capolavori (dico proprio sul
libri, e studiavo, e credevo di trovarli davvero quei tesori. ma
alla catena delle combinazioni del carbonio cui non credevo ritornai alla legge. -tetracloruro
che si fanno sopra tacque / io non credevo, di ciò mi correggi. ariosto
anime ». gramsci, 35: io credevo che due capolavori (dico proprio sul
alla vera vita. a quella che io credevo vera vita; e come lui aveva
al bono, ma tanto poi non lo credevo ». a me in
ha dette queste precise parole « non credevo che il cav. giusti avesse figlioli
tutte le vergogne. / io mi credevo ben tu fussi tristo / e ladro
al balcone la cugina sganci... credevo che venisse, anzi!..
in fior. giusti, iii-384: credevo di aver chiusi i conti coi mangiapopoli
cimitero dei miei buoni propositi e non credevo più possibile di formarne in quel luogo
specie di baraccone con due carovane. credevo fossero gli attendamenti dei soliti salta cavalli
ci si tratta a questo modo! io credevo di trovarcene almeno un bicchierino! »
catena delle combinazioni del carbonio cui non credevo ritornai alla legge. panzini, ii-171
io l'immoralità d'insegnare quel che credevo non potere. pascoli, 1509:
. e. cecchi, 1-143: lo credevo più giovane, franco e sicuro.
compendiare. gramsci, 35: io credevo che due capolavori (dico proprio sul
la guerra non venne nell'anno (credevo ancora che la guerra risolvesse qualcosa)
invaso dall'idea del matrimonio e che credevo di non poter contrarlo con lei, solo
suoi sogni. panzini, ii-716: io credevo di trovare una faccia da convenzionale della
iii. d'annunzio, iii-3-618: mi credevo in ogni corsa scoprire in me una
anima. e. cecchi, 1-41: credevo di cominciare a scorgere nella portatura,
, 2-173: io che a quel tempo credevo di essere ormai diventato un altro,
. doni, 3-25: io mi credevo che tutti i giovanni mi fussero d'un
. montale, 3-232: io mi credevo in credito verso di me e verso
. mattio franzesi, xxvi-2-70: io credevo abbastanza averne detto, / ma la
ben mi doglio che da principio non lo credevo. ariosto, 11-65: era il
ne importava; e, poi, credevo che avesse un certo amore per me,
si racconta, e che io stesso credevo vero, della severità feroce dei costumi,
a denti stretti, ormai, ancora credevo di poter superare ogni battaglia.
di maometto. comisso, 1-27: io credevo... che foste dei tipi
. de amicis, i-851: io credevo ancora che per suonare il pianoforte bastasse
, ii-19-113: nell'ultima parte io credevo di aver nel tasso rappresentata l'italia
le domande. gramsci, 89: io credevo prima che le sentenze del tribunale speciale
verga, 1-32: per bacco! ti credevo sui 'digesti'a quest'ora ed eccoti
gli altri mi dicevano bastardo, io credevo che fosse un nome come vigliacco o
.. io che a quel tempo credevo di essere ormai diventato un altro,
, 28-219: ti rammenterai di quando credevo di avere ucciso iddio. fu l'ultimo
volevano bene ai figliuoli; ma non credevo che le volessino tenere le mani alle
, ordinato. gramsci, 89: io credevo prima
la prima volta una distilleria di profumi: credevo la cosa bella ed attraente. sono
poche cose in questo mondo, ch'io credevo che ogni divulgata cosa a te fussi
mai dubitato. cicognani, 3-240: credevo d'esser più forte; non costo più
. e. cecchi, 5-13: credevo difficile ci fosse qualcosa da paragonare alle
settembrini [luciano], iii-3-50: credevo dicesse la verità quel poeta che dice
8-27: la nuova maniera che io credevo di avere attuato -l'im- magine-racconto -mi
veduto scritto in dua luoghi. io mi credevo che fussino dua libri e questi mia
mi son trovato più ricco che non credevo, vale a dire sen
: testa bizzarra era, e non la credevo: l'ha mostrato coi fatti;
... l'avrei fatto se non credevo che quel po'di bene che io
, ii-19-113: nell'ultima parte io credevo di aver nel tasso rappresentata l'italia fatalmente
si fanno sopra tacque / io non credevo, di ciò mi correggi. m.
alle ferrovie uno dei biglietti a cui credevo di aver diritto; ma per una
. e io, invece, che credevo fiasco completo: tanto meglio! collodi,
strani rumori. ma io non gli credevo, non gli ho mai creduto, erano
battaglia. landolfi, 8-33: io credevo fiutare il caro odore di corruzione.
antho dice non senza scherno: 'credevo che non poteste piangere, che foste
attraverso le versioni del nigra, ma la credevo un fossile ormai della letteratura popolare.
f. doni, 3-25: io mi credevo che tutti i giovanni mi fussero d'
scritto e non ho spedito. perché credevo; la fede era più fonda delle mie
e xv, 84: io mi credevo in ciel salir divino, / or sto
fontana segreta. bartolini, 17-129: credevo fosse l'ispirazione una fontana eterna.
mi sentivo tuttavia ben forzuto e vigoroso, credevo di dover continuare in quella buona sanità
dormiva, almeno taceva; anz'io la credevo morta. venne marzia -e con poche
libro. magalotti, 9-1-123: quando credevo che fossero già stampati,..
mia giovinezza erano cose immaginarie. io le credevo vive... invece, erano
-di animali. chiesa, 5-13: credevo che quegli esseri fuggevoli, d'un
filetto di fumo. dessi, 3-77: credevo di avere ragione io. che possa
insieme, formavano questa perfezione che io credevo solida come una torre e, invece,
. settembrini, 1-43: allora io credevo il mondo una gabbia di matti,
al camelo. chiesa, 5-13: credevo che quegli esseri fuggevoli, d'un colore
altrui. moravia, xi-155: io credevo di fare il generoso con umberto permettendogli
sapevo già che giocava, ma non credevo che la passione del gioco fosse in lui
creduto da giovane e in cui ancora credevo. -che è proprio di persona
lì per lì non ho capito: credevo fosse una comitiva di gitanti. quarantotti
. pulci, 19-142: io mi credevo ben tu fussi tristo / e ladro
da bere. bartolini, 5-178: io credevo che... li avesse ammazzati
: oh tu se'la bella gridalana, credevo che fusse altro: a dove è
contese altrui. bozzati, 3-205: credevo che tu fossi un vento guerriero.
il pensiero / di mostri, insonne credevo impazzire. -fisima, capriccio, mania
commesso io timmoralità d'insegnare quel che credevo non potere. ojetti, iii-541:
il pensiero / di mostri, insonne credevo impazzire. -di animali: imbizzarrirsi
dita il sigillo imperioso / ch'io credevo smarrito / e la luce di prima si
siffatti parlari. baldini, 9-211: credevo perciò impresa disperata trovare nell'opera di
occupò il pensiero / di mostri, insonne credevo impazzire. emanuelli, 1-84: trascinato
case romei, 198: io non credevo, ch'i pedanti volessero che erano alle
, 219: o povero me, credevo esser incognito, e son conosciuto da tutto
era un volumetto... che credevo dovesse incontrar bene. calandra, i-84
morte inconsapevole; e a poco a poco credevo tira gli uomini a la intemperanza
petto la loro ultima giustificazione; mi credevo ricco ed ero invece indigente.
con suoi amici e industria, e mi credevo che nella zecca e ne'suoi traffichi
insieme, formavano questa perfezione che io credevo solida come una torre e, invece
1-28: povere vecchiuzze, quante cose credevo avreste potuto dire fino dal mio ingresso
quando torna talino, lo guardo. « credevo ti avessero rimesso al fresco ».
noi stessi. oriani, x-2-214: non credevo né in dio né nella famiglia,
8-13: con i vecchi clienti che credevo di non rivedere più, si svolgeva
delle lacrime insensate. pavese, 2-279: credevo di udire il gorgoglìo dell'acqua che
preveduto. d'annunzio, v-3-820: credevo che, risvegliandosi, giusini avrebbe ritrovata
alzò le spalle, come un tempo. credevo ridesse. invece disse a voce rauca
chiamato, a leggere il giusti; che credevo d'intendere. quasimodo, 1-43:
frate. calvino, 2-230: milady, credevo si trattasse d'un invito per me
secchi. aretino, vi-721: io mi credevo che voi fussi tutti santi a'piè
, questa veemenza di sentire ch'io credevo recare in me come un dono divino?
che pure poi voi m'elegeste, io credevo essare ora di longa più di mille
travagghio, / ché, s'io 'l credevo il laggavo di fuore; / ma
cos'è e io cretina che lo credevo un ragazzo a posto ». pratolini,
cor batteva lugubri rintocchi. / mancar credevo, di colpo, per via. fratelli
276: uno stanco / esser credevo, al sole che vien manco /
dal greco. giusti, iii-384: credevo di aver chiuso i conti coi mangiapopoli,
. « non ti mangio mica! credevo che fossi uscita! ». cassola,
troppo simile a certe miniature indiane che credevo di maniera, se la maschera perfetta
, bellezza. -meno male, stamani credevo di arrivare in manifattura dopo la sirena.
mani. mattio franzesi, ii-3-82: io credevo a bastanza v. fuori, n
capacitavo che cosa fosse questo crescere, credevo fosse solamente fare delle cose difficili -come
manzo giovane. tassoni, xii-1-8: credevo che monsignor vescovo ve nisse
pianto. svevo, 6-241: vi credevo martoriato dai rimorsi! térésah, 1-60:
. stigliarli, ii-267: dove io credevo il peccato esser di lussuria, lo
figliuola è più buona ch'io non credevo, perché, al vedere, ella
pure poi voi m'elegeste, io credevo essere ora di longa più di mille
che delle minchionerie. fogazzaro, 12-x-153: credevo che lei [signor curato] fosse
di letto. carducci, ii-14-11: credevo che tutto fosse finito. siamo salvi per
miracoloso. landolfi, 8-167: io mi credevo ancora miracolosa. a denti stretti,
. a denti stretti, ormai, ancora credevo di poter superare ogni battaglia.
nabismo ebraico. bigiaretti, 10-15: credevo allora, come trent'anni dopo mettendo piede
. soldati, 5-119: credevo, in buona fede, che il montevecchia
condizioni. soldati, 238: credevo di parlare in nome della superiore moralità
sporgenti. verga, 4-61: ti credevo già andata via!... -esclamò
. -sei morto? ', ti credevo morto: con riferimento a persona che
s. v.]: 'ti credevo morto ': a chi non ci
-morticello. d'azeglio, 2-23: credevo di vedere una qualche mor- ticella,
ambiente). moretti, i-92: credevo m'accogliesse con tanto garbo..
. buzzati, 6-188: be', io credevo che facesse per la mostra, voi
il pensiero / di mostri, insonne credevo impazzire. brancati, 3-208: ubbidendo
molto motosi. i miei compagni che credevo onesti, hanno girato tutte le chiavi
profeti, quel poco che ricordavo o credevo di ricordarmi. 6. parola
non avevo scritto nulla al marchi, perché credevo che 11 pallestrini... fosse
. machiavelli, 1-viii-164: quando io credevo essere navigato, e la fortuna mi
: testa bizzarra era, e non la credevo: l'ha mostrato coi fatti;
. albertozzi, 381: non mi credevo semplicemente un neurastenico. borgese, 1-347:
domandava con... ansietà se credevo che la figlia avesse, come si dice
poche cose in questo mondo ch'io credevo che ogni divulgata cosa a te fussi per
io non t'ho iscritto, perché credevo che tu tornassi ognora. firenzuola, 221
). zarra era, e non la credevo: l'ha mostrato coi fatti;
, ii-io-140: io dissi che non credevo che con poche frasi, e nell'intendimento
polverosa mi saltò fuori un libro che credevo perduto. = deriv. da
tazione. baldini, 9-211: credevo perciò impresa disperata trovare nell'opera
, 1-95: ero solo -o mi credevo -a battere in prima fila ostentata- mente
. -deh, sta a vedere ch'io credevo ch'el mulino a due palmenti macinassi
martini, 1-i-91: lo schimper che credevo partito è sempre qui e viene a
saba, 276: uno stanco / esser credevo, al sole che vien manco /
. tommaseo, 15-191: io per me credevo che la prosa dovess'essere la fedele
le gatte. marino, i-56: io credevo a quest'ora esser costì di passaggio
. cecchi, 18-10: 10 mi credevo / gir, in questo passo del tor
. panigarola, 63: io mi credevo pure, serenissimo signore, d'avere
suoi libri in francia, il quale io credevo larghissimo e molto profittevole per lui,
che sa maneggiar la penna meglio che non credevo. manzoni, pr. sp.
viaggiare per gli svizzeri, ma non credevo così presto. foscolo, gr.
dove si perda. caproni, 5-47: credevo di seguirne i passi. / doverlo
che sapevo eletto e nobilissimo, ma credevo -mi perdoni -un po'sdegnoso, corrosivo
le croste qualche volta, però non credevo che il teatro della guerra fosse nell'
maledetta luce! io [farfalla] mi credevo avere in te trovato la mia felicità
. caproni, 5-47: 'falsa pista'. credevo di seguirne i passi. / d'
pino, 5-9: ora ch'io mi credevo aver dal patrone qualche buona mancia de
, che non credo / più, che credevo nella puerizia, / mamma, nella
alcuni de'miei compagni quello che ne credevo e com'egli mi pareva che nella
rilevanti. verdinois, 223: credevo anche di conoscere il russo, che
mi sentivo portato ad amarli, io credevo alla loro umanità, perché mi trovavo umano
. e. cecchi, 1-41: credevo di cominciare a scorgere nella portatura,
cos'è e io cretina che lo credevo un ragazzo a posto ». pavese,
1-i-93: amante io che ora mi credevo perseguitato con una commedia di amor postumo
, vivendoli. alvaro, 13-m: credevo di essere stato felice, allo stato d'
in una carrozza di prima, e credevo di esser libero: dovei arrossire di vergogna
quattro princìpi lirici che quasi solo io credevo di ricordare e amare così, non è
, 7-258: in quel momento ancora non credevo che la tragedia avesse assunto tali proporzioni
e charlois. soldati, 5-56: credevo fermamente che dell'asprino si fosse perduto
potuto apprender tutto dai filosofi, perché credevo che essi dovessero sapere e dirmi la
d'offendere il signor padrone non parlavo. credevo che andava a caccia., proibita
di umorismo. papini, x-1-673: credevo fermamente alla verità degli dei creati e
di vetro. per i tulipani, credevo; più prosaicamente mi spiegarono che servono
già e più dì ti scrissi manifestandoti come credevo essere a genova. ora à deliberato
ribollire il sangue per tanta ingiustizia cui credevo nessuno avrebbe potuto apportare riparo. bacchelli
appaiono alla prova ben peggiori di quanto credevo. bonsanti, 4-19: questo salone
e fantasie. capuana, 1-i-357: credevo... che il vero provocatore di
i-69: prudentissima reina, io mi credevo esser accompagnata con una bestia, ma
impression de l'opere mie, le quali credevo di publicare a mie spese e di
6-102: era una cognizione in cui non credevo a fondo per ciò che di bello
odiavo dio soltanto perché a dio non credevo ma odiavo ferocemente tutti gf'imbecilli pusilli
cucina, né puzza di pesce come mi credevo, ma non l'ho mai trovato
della memoria, e altrettanto favoloso, e credevo di essere entrato a viaggiare in una
. moretti, ii-535: dapprima credevo mi si facessero domande, mi si
annunzio, 8-47: e io che credevo innocuo quel piccolo sicoli, mezzo calvo e
floriana. soldati, 2-492: « credevo che tu non mi volessi più bene »
una bambina già morta; anzi io credevo che ora ti deliziassi con qualche ragazzino.
che [quan- d'ero matto] credevo di ragionare la mia pazzia; anzi,
mi stabilii a pisa tanto tempo che credevo di non tornarci più, alla laguna!
: quanto alla signora jacoba, dirò che credevo m'accogliesse con tanto garbo non solo
ciascuna finestra. d'annunzio, iv-1-372: credevo che la rarità delle mie sensazioni e
sicurezza. savarese, 185: mentre credevo di avere in mano te redini di
giusto era del cardinde de'medici e che credevo che 'l cardinale, quando gliene dette
che lo facesse per nulla, perché credevo che ci mettesse di riputazione.
fine del mese. giuliani, i-43: credevo, dopo aver maritato le figliole,
chi conduceva. giuliani, ii-166: credevo proprio che mi si schiantasse il cuore
così non l'avrei mai creduta. credevo fosse ricco ricco e gli volevo tanto
conto. cattaneo, iv-1-168: mi credevo in diritto di non trovare in don
. betti, i-1121: non ti credevo fatto di una tale ricotta...
avevo scritto nulla al marchi, perché credevo che il pallestrini... fosse in
: molto tempo dopo, e ormai credevo fingesse d'essersi dimenticato, l'abate
alta procella. goldoni, ii-407: non credevo che le donne italiane fossero così maliziose
stortura di interpretazione si scusò: « non credevo punto di offenderla, dandole dell'illustre
volta. pamgarola, 63: io mi credevo pure, serenissimo signore, d'avere
. landolfi, 15-168: accidenti, credevo di aver da ultimo inteso qualcosa,
stile di caravaggio. pratolini, 15-197: credevo che la giovane diva trovasse parole per
. machiavelli, 1-vili-164: quando io credevo essere navigato, e la fortuna mi
non vi trovo quel pascolo che io credevo. -senza riposo: ininterrottamente,
risalita dal cuore a un tratto. credevo, dianzi, che non l'avrei
suoi trionfi al teatrino delle querce: credevo chi sa quale impressione gli avesse a
una curiosa involuzione.. -involuzione? credevo che questo fosse l'ultimo che da pensarne
scene forti. bernari, 3-43: credevo di aver sposato un artista; nelle
nelle argenterie del lotto, le quali io credevo che si avessero a smaltire, e
, ho scoperto tante volte terrore ove credevo d'aver appresa la verità.
ni gettato. »... « credevo... che aveste il proposito solo
del bene. savinio, 182: mi credevo di trovare un sacerdote dell'arte,
santo cielo, passatemi i sali! non credevo si impressionasse tanto. -miscela
per parecchi anni in convento, suora. credevo d'avere la 'vocazione'. ma poi
molto duro. caro, i-159: credevo che voi foste, come dire, un
in una carrozza di prima, e credevo di essere libero: dovei arrossire di
ci hanno trattenuto assai più di quanto credevo; e solo al terminare dello scaduto sono
scagnare giù per quelli sterpi, che credevo proprio l'avessero levata; non fu
xiv e xv, 84: io mi credevo in ciel salir divino, / or
, 8-13: con i vecchi clienti che credevo di non rivedere più, si svolgeva
e mi fece una scanagliata, che credevo mi volesse mangiare; senti che scanagliata
nuovo, non so, non è come credevo, tutto sfugge, non si arriva
suo animo. pratolini, 3-65: credevo di averti dimenticato durante la vita amara
figura. è stato uno scorgimento. non credevo di trovarmi a questi scorgimenti. collodi
quella di cotesta giovinetta? poiché non credevo tanto male da una puntura de nostri scorpioni
2-279: dalla soglia spiavo nel buio. credevo di udire il gorgoglìo dell'acqua che
lago, voltando la testa a settentrione, credevo di sentirmi a precipitare addosso le alpi
. g. bianchetti, 1-307: credevo che gli scrittori italiani non dovessero trascurare
che sapevo eletto e nobilissimo, ma credevo -mi perdoni -un po'sdegnoso, corrosivo
si racconta, e che io stèsso credevo vero, della severità feroce dei costumi,
dentro della sua sementina: io mi credevo che fosse il spumeo, ché già mi
moravia, xli-180: ogniscoperta che facevo o credevo di fare su cecilia diventava immediatamente un
perché? » ribattè l'ivo. « credevo che fossi uscito dalle serali e tornassi
, 27-627: anche fuor del mio scrittoio credevo fermamente a quelle verità morali che i
idearmi. slataper, 2-227: io mi credevo più freddo, uando si tratta di
(per contrazione delle dita) che mi credevo stampe di rame, membri della pittura.
architettura. c. brandi, 1-252: credevo proprio che non ci fosse niente altro
spine feraci. savinio, 182: mi credevo di trovare un sacerdote dell'arte,
», ma nel mio dentro ci credevo. speriamo nella misericordia di dio,
le dita il sigillo imperioso / ch'io credevo smarrito / e la luce di prima
dei compagni del mercato? » « credevo non ce ne fosse più bisogno, dal
anni. d'annunzio, iv-1-412: io credevo che per me potesse tradursi in realtà
capo fuora di quella spelonca, dove mi credevo più nascosa e sicura, solché se
io che, fino ad ora, credevo fosse gesù cristo ». jahier, 67
immortali. savonarola, i-3: io credevo bene, signore, che tu fossi
sopravvenuto un impegno di leva, da cui credevo di ottenere l'esonero. f
che si fanno sopra tacque / io non credevo. giovanni dalle celle, 4-2-14:
tenere... il mondo / credevo in queste braccia mie che spando.
con qualcuno-. bersezio, 3-187: credevo di non aver più nulla da spartire
inequivocabile. pulci, 19-143: io credevo, morgante, tu 'l sapessi / ch'
signora contessa.. io non lo credevo ancora., cercavo di illudermi »
1-i-93: amante io, che ora mi credevo perseguitato con una commedia di amor postumo
vite). govoni, 2-137: credevo che tu fossi come vite / con l'
è dentro della sua sementina: io mi credevo che fosse il spumeo, ché già
da lui sperar gran cose, / credevo che fosse un di quei squarcioni / che
, 3-141: quando m'ha conosciuta credevo nella psicanalisi... e pensavo che
che son di basso stato, / e credevo che fusser vero dio / e 'n
: ho visto venezia da lontano. non credevo mia lingua parlò quasi come per
color. de amicis, ii-462: non credevo che si potesse esser belli, felici
madore epidemico. pavese, 2-279: credevo di udire il gorgoglìo dell'acqua che
dormivo e sognavo di svegliarmi, talaltra credevo di dormire ed invece ero sveglia e
rigoroso. montale, 3-233: io credevo insomma a dimenticanze relative e quasi volontarie
le croste qualche volta, però non credevo che il teatro della guerra fosse nell'
svogliato e quasi tediato... io credevo questo un indizio di disamore.
e io che, fino ad ora, credevo fosse gesù cristo ». testualissimo.
nazza- rena non è così tetragona come credevo. bernari, 18-271: quando vide
timidamente il giovane vestendosi. « io credevo che il mio male di testa fosse poco
sovvenne impensatamente al mio male: mentre credevo mi fosse rimasto soltanto quel 'nichelino'un
militare. machiavelli, 1-vi-492: io credevo che questa impresa non si potesse tollerare
in questa topinaia? giusti, 4-ii-676: credevo in su quel subito che l'uomo
. machiavelli, 1-viii-164: quando io credevo essere navigato, e la fortuna mi
insieme, formavano questa perfezione che io credevo solida come una torre e, invece,
. fagiuoli, 1-3-109: io che credevo d'averne più di loro [della
avrà guarito dalla toscanite. » e lo credevo zare. 2.
7-494: di voi sapete quel che credevo, ma non immaginavo mai di dovere capovolgere
mestier. d'azeglio, 7-ii-374: credevo trovare una città viva, un porto
gioia. montale, 3-232: io mi credevo in credito verso di me e verso
mio petto la loro ultima giustificazione mi credevo ricco ed ero invece indigente.
. bartolini, 18- 259: credevo... che, nella pubblica villa
gin. mi fece orrore. non credevo che l'ubbriachezza potesse trasfigurare un uomo
con suoi amici e industria, e mi credevo che nella zecca e ne'suoi traffichi
di paolo. carducci, ii-15-229: credevo di non andare più avanti. e pure
evento fortunato. fagiuoli, 1-1-358: credevo di fare un buon trucco a pigliar
: finalmente i due posti vuoti che io credevo destinati a personaggi ufficiali vennero occupati da
con quelle stesse donne con le quali credevo di sfogarla. -in senso concreto
m. cecchi, 5-57: quando io credevo ch'e'fusse in villa a far
: povere vec- chiuzze, quante cose credevo avreste potuto dire fino dal mio ingresso
m. cecchi, 18-10: io mi credevo, / gir in -verbo durativo
progetto. macinghi strozzi, 1-476: credevo essere a mezza via, ed io
1840-1902). cameroni, 2-199: credevo l'anatole france più avanzato d'idee;
in una tale valanga di lavoro che credevo di restarci sotto. = locuz.
. lungaggine. baretti, ii-320: credevo che il signor conte v'avrebbe mandata l'
. serra, 94: pensa che io credevo che eri una mongola. e. brizzi
: io quando ti ho conosciuta, ti credevo diversa. bella, mastupida, diquelle