accostumatézza, sf. disus. costumatezza, educazione, buona creanza.
anzi rimarcavasi in esse generalmente una commendabile costumatezza. nievo, 20: nella prima
(superi, costumatissimaménte). con costumatezza, in modo virtuoso, garbatamente.
poteva saziare di lodarlo della sua grande costumatezza. savonarola, iii-470: così sono
parola sua; nel resto si vede tutta costumatezza e moderazione. bettinelli, i-191:
altri [idiomi] spiravan pudore e costumatezza, altri licenza e furore. baretti,
furore. baretti, 1-20: la costumatezza non è mica la sola qualità che
p. verri, i-314: la costumatezza, il saggio contegno di una donna accorta
passati ebbero sì fattamente a cuore la costumatezza, che a procurarla e custodirla ordinarono
, di rettitudine, di generosità, di costumatezza. costumato (part.
passati ebbero sì fattamente a cuore la costumatezza, che a procurarla e custodirla ordinarono
dama, dama di dio: la costumatezza, ed in oggi è dama di onore
, che offendano il comune sentimento di costumatezza (o, anche, nell'offrire
che l'insegnano andare con ogni pulitezza e costumatezza di fuora, ma non gli insegnano
onorare e non adorare la maestà, la costumatezza, la soavità e bellezza..
infine celebrano augusto, la prosperità la costumatezza la pace la gloria che egli conserva
l'insegnano andare con ogni pulitezza e costumatezza di fuora, ma non gli insegnano
; colla bassezza dello stato vengono la costumatezza e la moderazione. gioberti, 12-i-236:
2. che si distingue per la costumatezza degli abitanti (un luogo, una
passati ebbero sì fattamente a cuore la costumatezza che a procurarla e custodirla ordinarono il
esempi di modestia ai letterati, di costumatezza e rettitudine alla società. massaia,
baretti, 6-45: che dirò della costumatezza e del garbo infinito delle loro gentildonne
che l'insegnano andare con ogni pulitezza e costumatezza di fuora, ma non gli insegnano
, che si fonda sopra il concetto della costumatezza, la quale è questa: che
.: sentimento di pudicizia, di costumatezza. dante, conv., iv-xxi-14
esempi di modestia ai letterati, di costumatezza e rettitudine alla società. romagnosi, 18-237
che si deve alla decenza, alla costumatezza di linguaggio, alle convenzioni di dignità