-che colpisce una persona insigne. cino, cxxxviii-163-45: guarda che persona non te
di vedere (gli occhi). cino, cxxxviii-88-9: seco ha 'l meo core
/ poi non ho tanto ardire. cino, cxxxviii-443: sta nel piacer de la
(una qualità intellettuale). cino, cxxxviii-151-10: io ne canterò sì dolce
una facoltà sensoriale). attribuito a cino, iii-2-6: in ciascun membro mi sento
uom che, spaventato, agghiaccia. cino, iii-160-71: la figura sua, ch'
spostare lo sguardo da un oggetto. cino, cxxxviii-166-28: amor li occhi mi smove
voi erra -e gran travaglia nd'avi. cino, cxxxviii-iii-i: la dolce vista e
o sublimemente poetavano dante il cavalcanti e cino. 5. amorosamente, con
tono, di parole. attribuito a cino, iii-7-78: allor da gli occhi le
omanaggio / ché tutto vince lungia soferenza. cino, cxxxviii-166-23: mercé non mi vale
guerreggiarmi, per certo vi dico. cino, iii-2-6: amor, sed el non
6. persona individualmente intesa. cino, cxxxviii-146-4: amor che viene armato a
-ant. mostrarsi, essere presente. cino, cxxxviii-49-57: tanto siete sovrana / e
solatia. -primo sole-, alba. cino, cxxxviii-159-9: prim'hanno li spagnuol perduto
in ombra della terra. cino, cxxxviii-159-0: prim'hanno li spagnuol perduto
, 199: diemine pagatore allora simon- cino albergatore e bartulo da montargione catuno in solido
che le sta alla pari. cino, cxxxviii-145-8: in ogni su'sembiante /
/ rimembriti di pier da medicina. cino, iii-168-1: voi che per somilianza
carnai matto diletto, semiglia bestia. cino, cxxxviii-34-i: angel di deo simiglia
11. apparire uguale. cino, cxxxviii-125-65: secondo ch'era qua giù
-essere praticato (una virtù). cino, cxxxviii-126-1: dante, i'non so
casa, e si suonò al porton- cino verde che dava su un crocicchio.
la parola o con patteggiamento. cino, iii-181-39: ciò che si vede pinto
, conchiusivo, arguto, strizsonetto di cino, l'ottava / melodiosa del poliziano.
che siano freno a tanta malizia ». cino, iii-165-1: il dolor grande che
/ e de ciascun porea sovragioire. cino, cxxxviii-125-30: di che vi stringe
sì coralemente, donna, inamorai. cino, iii-49-60: donna, per deo
eccessiva intensità (un sentimento). cino, cxxxviii-28-13: là ond'io sperava aver
bene quotidiano. -con sineddoche. cino, cxxxviii-136-11: ben è talvolta far l'
al gran murale assalto / qua sora cino, iii-2-41: ogni volta ch'io l'
condizione o a uno stato abbassare. cino, cxxxviii-171-3: amor c'ha messo 'n
in una volta senza prendere fiato. cino, cxxxviii-156-7: già mi percosse sì un
erano sospesi suso in alto. giovanni di cino calzaiuolo, lxxxviii-1-684: e1 comun
l'anima: « sospira ». cino, iii-27 (21): di che
quello che precede la morte. cino, iii-33-14: 0 occhi, pel
in un'attività. attribuito a cino, iii-3-19: di mercede cherer giammai non
rebbe in ciò più sottile ragione. cino, cxxxvlii-46-49: le parole sue son
-indica condizione sociale inferiore. cino, cxxxviii-151-4: amico saggio, il bel
luogo ove aveva trovato il cerbio. cino, cxxxviii-47-4: ora che rise lo spirito
posottragge loro il lume della verità. cino, cxxxviii-94-14: dir sottrarre (
/ suole schifare più la mala gente. cino, cxxxviii-i 10-40: quello piacere che
di reazione. s s cino, iii-21-17: non ànno li miei spirti
di dio, e siane troppo spaventato. cino, iii-33-4: quanto più fiso miro
/ mia speme non porria star disiosa. cino, cxxxviii-89-4: gentili donne e donzelle
quelli è omero poeta sovrano. cino, iii-101-54: tanto siete sovrana / e
a sé o ad altri. cino, cxxxviii-89-6: gentili donne e donzelle amorose
ai mia confession non mi sovvenne. cino, cxxxviii-64-7: se voi m'odiaste mortalmente
locata l'alto dio d'amore. cino, cxxxviii-15-12: tant'è la sua vertù
in te perfetta fa la gentilezza. cino, cxxxviii-132-3: messer, lo mal
lo 'nfemo tuo nome si spande! cino, iii-97-27: però ch'elli ti manda
seco tuttavia sospirando e spargendo lagrime. cino, 62: ahi lasso! quante
sdegno sull'uomo (dio). cino, 240: paghi / chi la giustizia
volto (un sentimento). cino, iii-i 10-33: posso dir ch'è
affetti diversi (una persona). cino, cxxxviii-130-14: un piacer sempre me lega
spasimo,... lo figliuolo di cino da morrona di spasimo, e molti
corpo in ettemale transmutato. attribuito a cino, iii-xill-i: quando ben penso al piccolino
, alto (la fronte). cino, 405: fronte spaciosa e tinta in
veggendo vista sua nel 'maginare. cino, cxxxviii-154-1: fa'de la mente tua
grande studio e franchezza di core. cino, cxxxviii-23-12: dolce signor mio,
ne lo scuro mi donò lumera. cino, cxxxviii-49-75: m'è mortale e
3. attesa timorosa della morte. cino, cxxxviii-63-11: nessun'è per me stata
a guisa che fa l'orbo miscredente. cino, iii-38-12: gentil donzella, fatta
di cupido o dell'amore mistico. cino, cxxxviii-133-ii: questo così distringe amor che
/ che del non ben ti penti. cino, cxxxviii-44-io: così gire mi fa
la arte deruinea le ferme citade. cino, iii-179-25: oimè quella speranza /
la vita. - anche assol. cino, iii-141-11: grave pesanza quanto più soverchia
spietate / a me vostro mostrate? cino, iii-83-8: morrò, da che vi
fare -sperar me di gioire. attribuito a cino, iii-3-32: portat'ò sempre da
. - anche sostant attribuito a cino, iii-3-41: così morraggio per forza e
dice uno spiritei d'amor gentile. cino, cxxxviii-19-12: mercé chiamando sempre ne'sospiri
sole che non farebbe la pietra. cino, cxxxviii-47-1: ora che rise lo spirito
, / così mi circunfulse luce viva. cino, xxxviii-74-14: quando il penserò
a l'anima: « sospira ». cino, cxxxviii-2-10: quando va fuor adorna
di ornamenti luccicanti. attribuito a cino, iii-7-42: vidi sette uomini venire /
gioì d'amore / m'ave conquiso. cino, iii-130-14: hiedendo vo la
lo splendore de li oculi de ottaviano. cino, cxxxviii-74-9: già non oso sguardar
l'uno allo altro aiuto e servigio. cino, cxxxviii-145-10: per che si può
libero da preoccupazioni e turbamenti. cino, cxxxviii-54-12: sed io vedesse ciò,
passione amorosa). attribuito a cino, iii-6-44: maggiore affanno mi strugge,
e 'l foco e 'l mare. cino, iii-38-10: eo, che lungo tempo
queste son salite ov'eran quelle. cino, cxxxviii-8-3: come non è con
contemplazione (gli occhi). cino, cxxxviii-104-10: 0 lasso me, sovra
o, anche, vizioso). cino, cxxxviii-120-12: quando l'aura move il
gli occhi, lo sguardo). cino, cxxxviii-1-3: veduto han gli occhi miei
trovare riposo, pace. attribuito a cino, iii-2-41: amor mi sormontava, sì
, stette più di che. cino, cxxxviii-13-g: deh, piacciavi donare al
interrompere, smettere di fare qualcosa. cino, cxxxviii-126-14: diletto frate mio, di
/ il su dolze amor fino. cino, cxxxviii-166-69: morte, per dio,
e di pensare; scoprirsi. cino, cxxxvili-136-7: mi risponde [amore]
-discorso letterario o poetico. cino, cxxxviii-164-2: su per la costa,
il precursore fu guinicelli, il fabbro fu cino, il poeta fu cavalcanti.
, guido cavalcanti, dante alighieri e cino da pistoia, che si proponeva un rinnovamento
confusi). - anche assol. cino, cxxxviii-136-12: non crediate che 'l tambur
da una persona; respingere. cino, cxxxviii-34-10: ogni parola sua sì dolce
18. ant. cessare. cino, cxxxviii-8-8: vedete che ogn'om si
mala dottrina sono dalla verità istrani. cino, cxxxviii-i 18-41: selvaggia, del ben
contento. -nemico, ostile. cino, cxxviii-48-9: deh, malannaggia quella terza
) di guido cavalcanti e di messer cino e d'altri a lor anteriori. carrer
si straziano le mani. g. cino, 6-1-85: venne sentenziato non solo a
una persona, il cuore). cino, cxxxviii-65-2: oimè, ch'io veggio
il poeta invero è vi cino all'oratore e in numeri poco più istretto
brevissima distanza, molto vistretto cino. bollettini della guerra igi5 -18
equicola, 16: piu che'l pistoiese cino della morte di selvaggia non si lamenta
a colui, ch'era già fioco. cino, cxxxviii-118-1: lo gran disio che
che ti stringon li pensier sottili. cino, cxxxviii-125-29: di che vi stringe
: l'insistenza nel corteggiamento amoroso. cino, cxxxviii-143-13: così, lontan, m'
che tu di tal piacere i svaghi. cino, iv-235 (115-2): spesso
riproporsi successivamente). giovanni di cino calzaiuolo, lxxxviii-i-687: così finì que
di provenienza; la patria. cino, xxxv-ii-680: pensando a la distrutta valle
el meritò nel suo farsi pusillo. cino, iii-181-36: suso 'n ciel l'abbraccia
occhi, dove quella del suo maestro cino ha imitato: 'luci beate e liete'.
loro, che molto vilmente perderono. cino, xxxv-ii-667: e non è meraviglia se
-anche in contesti metaforici. cino da pistoia, iii-173-2: al mio parer
morte, allora non è più tempo. cino, cxxxviii-163-23: malvagia fortuna 'n subit'
è venuto, -che comenza putire. cino, iv-185 (49-86): già son
dicier ciò ch'io sento per amore. cino, iii-101-44: ciascun altro inteso /
con tamburi e con cenni di castella. cino, iii-57-12: fon crediate che
chi l'ama merta ciento tanto. cino, iii-124-6: morir mi farai poscia cento
, però che sapienzia sempre è tarda. cino, ii-79-8: e poi ch'
qualcosa. - anche al figur. cino, xxxv-ii-656: io son colui che spesso
infeconda, che è storia anziché scienza. cino di pezzuole, calcovvelo sopra col dito,
te, o chi tec'ha contratto. cino, xxxv-ii-648: amor, così son
[dioscoriae], 68: gleu- cino costrigne e infrigidisce: il che fa efficace
, un agente atmosferico). cino, cxxxviii-49-84: omo son for conforto;
del potere secolare. giovanni di cino calzaiuolo, lxxxviii-i-685: eravi pomposo il
- per anton.: primavera. cino, iii-38-8: gentil donzella, fatta siete
sgretolare. -espressione poetica. cino, 3: forse con simil disusate tempre
perocché non vi lucea lume. attribuito a cino, iii-7- 11: mi fermai
l'affezione del vel costanza tenne. cino, iii-167-14: in che ventura e 'n
alegrare chi vuol tener d'amare! cino, iv-221 (00-14): madonna,
-turbare (la passione amorosa). cino, 426: per excesso di mente il
21. dimin. tenuétto. cino, 405: fronte spaciosa e tinta in
, pericoloso (una situazione). cino, xxxv-ii-681: se m'è buon di
: tolli tilente e seme di bamba- cino e poni nel luogo del male.
il volto, la pelle). cino, 405: fronte spaciosa e tinta in
, intenso (un colore). cino, iii-137-2: dante, i'ò preso
incontro; loggia, portico. cino, xxxv-ii-675: o sommo vate, quanto
anche con uso iperb.). cino, 67: il dolor grande..
in terra / da le fatiche loro. cino, iii-8-71: so che
tutt'i ntorno. giovanni di cino calzaiuolo, lxxxviii-i-685: quant'e'fus-
di onesto bolognese e di m. cino. parte 'tomellati', ne'quali s'aggiunge
di onesto bolognese e di m. cino. parte 'tornellati', ne'quali s'aggiunge
che fu nel cominciar cotanto tosta. cino, cxxxviii-163-4: da poi che la
, 67: ordinarono, che piccio e cino inieme collui fa- cessono questo fatto.
bellezza di una donna). cino, cxxxviii-177-2: io maladico il dì ch'
o men traluce nelle cose generate. cino, iv-268 (156-5): quel che
anche, da contenuti spirituali. cino, iii-42-7: io dico che [amor
palpeggiare, accarezzare, anche rudemente. cino, 408: di trassinar m'ingabbi cosce
diletta. -ant. sguardo. cino, iv-270 (159-11): tu sai
testa adomannose -co fossen trecce accolte. cino, i-203 (75-2): omè!
». idem, ii-2-203: se del cino potessi avere le prove, serie per
tutte le parti del mio corpo. cino, iii-145-20: quando l'anima trista e
, che ve ne poss'atare. cino, 171: mille dubbi in un dì
ci attristiam ne la belletta negra ». cino, iii-85-10: sed io vedesse ciò
uso di famigliarità affettuosa troncò poi in cino, come avvenne a'due più celebri
tronco, ovvero pedale del pruno e del cino, amendue le nature de'detti arbori
intenzione. -con uso intr. cino, cxxxviii-151-13: farò ismarrire ogni intelletto,
ch'i'tegno ben garzon ciascun amante. cino, iii- 63-2: bernardo, quel
, / ma passavam la selva tuttavia. cino, iii-59-4: vinta e lassa era
: assai bene alla sua nominanza risponde cino da pistoia, tutto delicato e veramente
gittò sopra buona liena. attribuito a cino da pistoia, iii-2-38: paura avea
com'un secchion che tuttora arda. cino, iii-33-6: parmi vedere in lei,
gliel celai, ma tutto gliel'apersi. cino, iii-9-27: ben deggio sempre,
una condizione spirituale, ecc. cino, cxxxviii-134-2: anzi ch'amore ne la
suo figliuolo, e chi no. cino, iv-163 (28-1): la udienza
occhi spietati, udendo di siringa. cino, cxxxviii-46-42: io sto com'uom
a soggetti astratti o inanimati. cino, iii-9-5: eo son in ciascun tempo
che noi siamo non ci vederete. cino, xxxv-ii-636: donna mia, unquemài
donne dei canzonieri di dante e di cino. d'annunzio, iv-1-35: l'
a usura: recare gravi conseguenze. cino, xxxv-ii-667: sempre mi possa mia donna
. usuale, solito, abituale. cino, cxxxviii-167-11: ma perché le sue [
dello schiller, la predica del cappac- cino. così è da sperare che si vaccinerebbero
che 'n quel limbo eran sospesi. cino, iii-18-12: vedi com'è soave il
voto, / vegno a vedervi. cino, 42: la morte ch'io porto
sua con minor arco. attribuito a cino, iii-7-19: andando per la strada,
a un signore. attribuito a cino, iii-22-4: amor, sì come credo
di guido cavalcanti, e di messer cino, e d'altri a lor anteriori,
ogne veduta fuor che de la fera. cino, ìii-68-5: trovandomi di sua veduta
amo sì verace. -sostant. cino, iii-44-50: e le parole sue son
una prop. subord. attribuito a cino da pistoia, iii-7-83: 1'che tanta
, equanime (un giudizio). cino, 171: a si gran piato /
/ perché 'l nostro amoroso messer cino / novellamente s'è da noi partito.
anche con riferimento a dio). cino, iii-37-6: per dio, qualora insieme
ricoperto da una vegetazione lussureggiante. cino, iii-145-53: quand'io penso a mia
un atteggiamento, disposizióne d'animo. cino, cxxxviii-59-12: morto mi fu lo cor
le done e gettate a'lor piedi. cino, iv-159 (20-2): mòvit
se ben mi ricordo, di messer cino, poeta vezzoso e ch'io paragonerei a
la contemplazione mistica di dio. cino, iii-27-70: come fu [beatrice]
vicinus (v. vi cino). viciniamo, bot
arbore ha alquanta vicinitadé e conformità al cino e al pruno. leonardo, 7-i-110:
ancor più difficile da sopportare. cino, iv-178 (45-35): se 'l
dominare e controllare. attribuito a cino, iii-3-43: credo che per sofrir l'
con uso iperb.). cino da pistoia, iii-42-12: vede 'l sole
anton.: castità, verginità. cino, 34: quando 'l pensier divien tanto
sento commosso fino alle vi cino, iv-203 (75-4): omè!
un atteggiamento, ecc.). cino, iii-98-11: se voi vedeste appresso la
alteri, non gli parli lei, ma cino, iv-268 (156-6): e quel
lo ti prometto e giuro ». cino, iv-151 (7-13): tutt'amorosa
giudiziaria, in una contesa politica. cino, xxxv-ii-638: sì grande è la vettoria
sguardo, alla sua bellezza. cino da pistoia, iii-170-5: già mi percosse
tost / d'i prmzipay gaudi vost'. cino, 303: guardate, amanti, io
ciascuna di tali chiazze. cino, 408: già non curi barba né
mi faceste soferiri / tanti martiri. cino, 323: amor mi tiene in tanta
proprio volere, volentieri, spontaneamente. cino, x! xxv-ii-632: o dolenti occhi
, scrupolosamente. - anche sostant. cino, xxxv-ii-639: guardate ben ched ogni carta
pensiero1, n. 15. cino, xxxv-ii-689: ah dolce lingua, che
, tramontare (il sole). cino, xxxv-ii-687: quando pur veggio che si
. mutande da donna fatte a calzon- cino (e un tempo indicavano anche un tipo
). bignè, pastic cino di forma allungata, per lo più ripieno