libro di similitudini [crusca]: vanno cherendo certe guaste anticagliacce tra le rovine.
mia, / che tanto le starò merzé cherendo, i che sia pietosa più sua
mogli andavano alla riva scapelliate e piangenti, cherendo loro fìlliuoli e loro mariti morti.
anderei piangendo infra la gente, / cherendo te, meo sir disideroso. maestro alberto
lo core / con gran merzede tuttora cherendo / che non vi grevi lunga dimoranza.
lontano amore manda sospiri, / merzé cherendo inver l'amorusa / che falso non
n'anderei piangendo infra la gente, / cherendo te, meo sir disideroso. boccaccio
meo sir, piangendo, / umilmente cherendo / del mio fallir perdono: /
lontano amore manda sospiri, / merzé cherendo inver l'amorusa / che falso non
amor mi manda sospiri, / merzé cherendo inver l'amorusa, / che falso
n'anderei piangendo infra la gente, / cherendo te, meo sir disideroso. tedaldi
core / con gran merzede tutt'ora cherendo / che non vi grevi lunga dimoranza.
, / mi hanno invaghito di andarti cherendo, / sempre di te mi vai
8-56: convene con pietanza / merzé cherendo, che 'nalzi le ciglia. dante,
'l meo sir, piangendo, / umilmente cherendo / del mio fallir perdono. g
, vi-46: mi moro temendo, / cherendo a voi merzede. petrarca, 49-6
afendo / a voi venendo / merzé cherendo. dante, par., 8-78:
ch'io vo fugendo, / pur cherendo -ond'io m'asconda. f. de'
leale e ubidiente onne stagione, / merzé cherendo a vostra cortesia. =
giacomo da lentini, 36: pur cherendo -ond'io m'asconda; / onde
forte mi doglio s'ò falluto, / cherendo perdonanza per gran dono. anonimo senese
meo sir, piangendo, / umilmente cherendo / del mio fallir perdono. pilizaro
, v-47: io non fino voi merzé cherendo, / e poria sucitar d'un'
il piede. monte, 1-25-6: merzé cherendo, m'inchino al vostro pede.
anonimo, i-556: umilemente vo'merzè cherendo / e di bon core e con
, 95: pietro doloroso / cristo cherendo giva, / gisse a scaldare al
, xvi-55: tutavia s'io vo merzé cherendo, / sono com'ubidente servitore:
ci ha persone ispeziali / che van cherendo lor vita per dio, / per ch'
attribuito a iacopone, 1-ii-36: io vo cherendo languido d'amore; / or non
divisioni. cavalca, vii-231: dunque cherendo l'aiuto di dio, / quivi resiste
. lapo gianni, xxxv-u-576: perdon cherendo a voi umile- mente / del fallo