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vol. III Pag.5 - Da CERTO a CERTOSINO (79 risultati)

state per li tempi, e alcune ancora che io vidi e fui presente, e

e fui presente, e certe di quelle che a me medesimo sono intervenute.

: « perché la vostra magnificenzia veda che io non sono a tanta inopia reducto,

io non sono a tanta inopia reducto, che abia bisogno de dieci ducati, eccovene

suo. 24. sm. ciò che è accertato; ciò che è garantito.

sm. ciò che è accertato; ciò che è garantito. -certi e incerti:

, v-103-30: cierto ben mi pare / che si faccia blasmare / chi si vuole

affanno nel voler trovare il certo di quel che stanno in dubbio. vallisneri, ii-287

ma quanto è, tutto è non altro che sustanza sapere per certo [di certo

certo; essere il certo; certo che (con ellissi del verbo essere):

. guittone, ii-221: certo che ben è ragione / me sia noios'

/ perseveranza tene, / cert'è che véne -a fine sua sentenza. dante,

purg., 27-25: credi per certo che se dentro all'alvo / di questa

): la donna rispose: certo, che egli non mi offese mai. s

lume della santissima fede, tenendo di certo che ciò che dio dà e permette in

fede, tenendo di certo che ciò che dio dà e permette in questa vita alla

morì, come si dice; il che non ho certo. castiglione, 131:

castiglione, 131: però certo è che quello che si conviene nello scrivere si convien

131: però certo è che quello che si conviene nello scrivere si convien ancor

parlare; e quel parlar è bellissimo, che è simile ai scritti belli. guicciardini

per più vera, e tengo per certo che... nel luogo medesimo dove

ora è firenze fussi mandata una colonia che edificò questa città. aretino, 1-194:

. aretino, 1-194: certo, che molti nobili in ciascun paese, per non

foste voi [carte da giuoco] che gli fate corteggiar da grandi, oltra

le arazzerle per parar la casa, prima che egli sappia il certo d'aver conchiuso

freddo solamente alla germania. certo è che subito l'aria raffreddata di quel vasto

. magalotti, 9-1-160: certo, che alla tua natura non è poco; anzi

dico, ch'egli è tanto, che ti esorto a tralasciarlo. bar etti,

singoiar cosa, poiché gli è certo che si stette di molte settimane rimescolando assai

molte settimane rimescolando assai ignee materie, che infuse quindi nella sua corporea sostanza.

senza cangiarne o traslocarne sillaba, certo che tu mi sapresti grado. idem, xv-223

leopardi, iv-295: il certo è che il mondo in questo non s'inganna

la stanchezza della giornata, certo è che ad un tratto l'assalirono una viltà così

per l'avventura cui andava incontro, che ebbe paura di se stessa. -lasciare

certo per l'incerto: queste sono cose che non servono se non a questi che

che non servono se non a questi che fanno le tarsie. pirandello, 7-97

campagna era li, stesa al sole, che tutti potevano vederla: soggetta sì alle

foco mai cangia calore, / o che faccia languire o tormentare, / per certo

com fa il foco d'amore, / che 'l naturai ti fa poco durare.

per sé fortuna parlasse, per certo che contradir non avresti. petrarca, v-1-83:

! dirò io di no della prima cosa che questa gentil donna, la quale io

, ne dovess'io di certo morire, che io non me ne metta a fare

non me ne metta a fare ciò che promesso l'ho. s. agostino

, 4-164: sappi per lo certo, che orando per lo morto, o

1-2-62: ogni om crede di certo che 'l sia morto, / perché l'elmo

mezo era partito, / e ciascadun che l'ha nel viso scorto, /

ha nel viso scorto, / giura che il spirto al tutto se n'è gito

in quel cespuglio starsi / un non so che di bigio / ch'a lupo s'

/ tutta la speme, un dio, che dalla mano / l'arco mi scosse

dove c'è tutta la cabala, e che adesso è in mano della giustizia,

come voi sapete di certo; scommettiamo che ve lo fo comparir qui, senza l'

fissato ', quindi * vero, che esclude ogni dubbio '. cèrto2

stagion de doler tanto / a ciascun om che ben ama ragione /...

di sì nobili e laudabili portamenti, che certo di lei si potea dire quella parola

i'vedria certo / pianger quegli occhi che da amor son volti. alberti,

il male [agli occhi], che io pensai certissimo rimaner cieco. bruno,

ingrata sei, / se creder puoi che possa, ancorché rara, / altra beltà

e certo non è grazia alcuna / che vinca tua grazia d'aprile / quando la

): credi tu, marito mio, che io sia cieca degli occhi della testa

., i-143: non vedemo noi che la bestia da uno cacciatore levata,

un altro presa, ella rimane a quello che la prende? certo sì; dunque

lo secondo amadore dee avere amore meglio che 'l primo. meditazione sopra l'albero

. caro, 2-1-283: certo sì che voi mi siete un buon discepolo.

del suo signore...? certo che sì. moravia, xii-258: -anche

certose, con torri e campanili che si confondono da lontano con gli alberi.

che'sette cieli / compreso di ciascun che scrisse il vero, avete presa certosana

sani. caro, 12-i-95: voi sapete che i certosini fanno profes- sion di silenzio

fanno profes- sion di silenzio, e che, da uno in fuori, il quale

quale è deputato a trattenere i gentiluomini che vi capitano, tutti gli altri non

un distretto di mandare a prender delle armi che si dovevano trovare nel monastero dei certosini

dei certosini, dove non si trovarono che dei monaci stupefatti e spauriti da una

4-8: orto in miniatura, come quello che i frati certosini hanno dietro la cella

. 2. figur. persona che fa vita di sacrificio e di mortificazione

di astinenze. -lavoro da certosino: che richiede una grande attenzione e pazienza.

, 169: sentendo parlare d'assassini che mangiano di magro, potranno farsi subito

, potranno farsi subito l'idea, che l'italia sia piena d'uomini che vivano

, che l'italia sia piena d'uomini che vivano così tra il sicario e il

se non fosse il fischio del vapore che si fa sentire ogni tanto, crederei d'

: h silenzio e la pace certosina che all'occorrenza si difendono

vol. III Pag.103 - Da CI a CIABATTA (29 risultati)

cade in capo e all'aria che ci entra pegli orecchi, e ci

prima volta sulla scena tutte infreddate che pareremo chiocce. foscolo, vii-16

il vento ce lo disse / che rapisce de gli uomini i sospir,

dentro al tuo petto eterne risse / ardon che tu né sai né puoi lenir

i-18: c'è la nebbia che ci cancella / nasce forse un fiume quassù

. pavese, 7-107: gli dissi che andassimo a cantare insieme. « nei

acqua mischiata con una polvere preziosa, che essi chiamano chia. carletti, 108:

, dieci e venti anni una certa foglia che loro chiamano il cià. d.

poscia all'uso di quella famosa erba, che ci vien portata dalla china, dalla

giappone, intendo dell'erba te, che per altro nome è chiamata cià.

messer lo cherico; è vero quello che costoro dicono? ». =

. v.]: per quell'ora che ciabano, ciabassero in buona lingua

davanti e facile a infilarsi (che si porta in casa, per

90-29: io ci t'ho detto, che non è l'arte tua di

i-51: non era possibile rimediare che un paio di scarpe, per attillatissime che

che un paio di scarpe, per attillatissime che elleno si fossero, in progresso

, per esempio, le ciabatte che infilarono a nino quando erano suoi

e saremo tutti fritti, prima che il signor vice-capitano pensi a mettersi le

50: una ragazza in ciabatte passa che dice rimessamente: un giorno la piena

vecchie e quelle scarpe all'apostolica, che usano i frati scalzi. 3

ha quie! / per dio, che troppo il capresto s'indugia! l.

oltraggi, e i torti, / che peggio di saul fanno i duchetti / dalle

sandro manzoni! / quant'è mai che s'arrabatta / co'filosofi nebbioni / e

di diventare ciabatta più presto di quel che bisogni, ciabatta di molti. bacchetti

giusti, ii-473: una delle pesti che ci rode da cento lati, è

quella di non voler mostrare al pubblico altro che la parte scelta di noi. tutti

in ciabatte, e con le vesti che le cascavano da tutte le parti.

la gnà venera gli rinfacciava ogni volta che i malavoglia avevano invitato la piedipapera a pettinare

a pettinare la mena, -bella pettinatura che le aveva fatto! - per leccare

vol. III Pag.104 - Da CIABATTAIO a CIACCHISTA (49 risultati)

: carducci, i-855: ciò non impedirà che un imbecille, non averne alcuna considerazione

prov. non fu mai sì bella scarpa che non diventasse una ciabatta: anche le

già da due ore con un ometto che pareva il suo discepolo e che si chiamava

ometto che pareva il suo discepolo e che si chiamava s'ciafulin, pantofolino,

. cicognani, 3-3: ogni volta che tira in su il fiato, risucchia

e mi fa vedere i piedi mollicci che sbuzzano dalle ciabattacele sfatte. c

voce affine in lingua persiana, senza che se ne possa stabilire una precisa relazione

ciabattino. ariosto, ii-49: che li calzari miei non rimanessino, /

detto 'ciabattaio '... colui che ricuce e rattaccona le scarpe rotte,

a girare lo spiedo più in fretta che mai. accorreva ciabattando la cuoca, e

nemmanco a furare; va per nient'altro che * per vedere a morire'. sbarbaro

a uso di pianelle, quando si crede che non metta conto di farle racconciare dal

, di sue calze e di ciò che vi è di suo, fino ad un

e se hai maniglie, o anello che ti abbia dato, rimandagliene. carducci

venne in visione a uno santo vescovo, che uno povero ciabattiere, che aveva pure

vescovo, che uno povero ciabattiere, che aveva pure uno occhio, gli doveva

l'occhio ch'egli aveva meno perdé, che calzando una bella cristiana gli venne tentazione

un ciabattier fu di caorsa, / che si partì da lui con poco argento.

: e'me lo disse bene il maestro che me li calzò [gli stivaletti]

me li calzò [gli stivaletti], che, se non era uno ciabattiere come

non era uno ciabattiere come tu, che non se ne poteva avvedere; per lo

dissero anche 4 ciabattiere ', colui che... racconcia le ciabatte.

esca poi a far sapere alle persone che voi credete ancora all'onestà e all'amicizia

. sacchetti, 90-44: questo ciabattino che voi vedete qui, ha trattato di

rigattier pezzente, il ciabattino rattoppadore, che mette punti falsi e rattaccona alla peggio

rappezzano, rattoppano, come i ciabattini, che rattacconano le scarpe. c. gozzi

, 62: di questo modo panni che tutti siamo più o meno poeti,

o meno poeti, anche il ciabattino che non ha sentito parlar mai di poesia

pago è nessun del tacito / lare in che dio lo pose; / invidia il

per favore? ». il portinaio, che lavorava da ciabattino, levò gli occhi

890: d'artefice dappoco, di scrittore che acciabatta, diciamo ch'egli è un

, sm. il ciabattare, il rumore che fa chi cammina strascicando le ciabatte.

desiato! pratolini, 2-407: prima che a palazzo vecchio suonino le sei giunge milena

fuori di città la vecchia macchina ciabattona che mi portava bucò due gomme una dietro

ciabattoni e facili a rullare, tanto che c'era da vedere ruzzolare barili per

. morante, 2-125: è inutile che ti pavoneggi:... tanto lo

pavoneggi:... tanto lo sappiamo che sei bruttarella, una ciabattona.

sanno. caro, 6-3: per paura che questi poverelli non capitino a le mani

, iii-115: e così sta bene che awegna a chi, lasciando i maestri

casa, perché io so il travaglio che è a andare con le ciabature d'

imitazione del rumore delle onde del mare che si infrangono sulla riva, di un

un oggetto molle, di una cosa che viene schiacciata. lippi, n-19

questo, / sicché e'doventan più che pollo pesto. salvini, v-406:

non essere investite dagli spruzzi di quel ciac che l'acqua produceva sull'impiantito.

regista, all'operatore, alla scena che sta per essere ripresa; prima di

colonna visiva e su quella sonora, che sono girate su pellicole separate).

spiegò sorridendo, « è il ragazzo che batte il ciàc... l'hanno

non è valicato incor dua mesi, / che mecherin qui tolse la catrina; /

e poi dirgli a posat'animo / che non mi faccia più di queste ciaccbere,

vol. III Pag.105 - Da CIACCIA a CIALTRONAGLIA (53 risultati)

ha pure alcuni verbi molto affini, che sono... acciacciare e ciacciare

... acciacciare e ciacciare, che significano intraprendere a fare checchessia senza considerazione

modo inabile e senza ottenere nulla; che ciarla a sproposito. tommaseo [

]: un mercantuzzo, un impiegatuccio che si viene industriando con più fatica che ingegno

che si viene industriando con più fatica che ingegno: è ciaccino.

ingrassare et empiere il ventre, intervenne che costui da'suoi cittadini fu così denominato.

bicchiere o 'l dado / o broda che succiava come il ciacco. ariosto, 35-21

'l ciacco. guarini, 162: poi che spremuto ho quanto / era di buono

quanto / era di buono in lui, che far ne debbo, / se non

anima e il cervello / vendansi, che di bue carne o di ciacco.

più cenciosa e la più orsa femminaccia che io vedessi mai. /. nelli,

ciacca... - ma, oh che ho di sporco e di poco proprio?

da ciac, con allusione al rumore che si fa masticando). il passo dantesco

l'interpretazione adottata da alcuni commentatori, che univano il secondo verso al primo anziché

il liston, con quei rumori d'acqua che fanno i piedi, strusciando, e

ciarla, chiacchiera; gruppo di persone che cianciano. cicognini, 1-71:

, 1-71: o agatina! lo sapete che in bottega non voglio ciaccolalo. che

che in bottega non voglio ciaccolalo. che volete che m'importi a me di

bottega non voglio ciaccolalo. che volete che m'importi a me di codeste buscherate

(anche ciacolante). dial. che ciancia, che ama le chiacchiere.

ciacolante). dial. che ciancia, che ama le chiacchiere. ojetti

fatt'una fame un'altra, / forse che perderesti il ciaccolare / e lo schermo

schermo. sbarbaro, 1-127: si chiamano che è notte ancora le donne che vanno

chiamano che è notte ancora le donne che vanno alla bastia, al treo a raccor

move sì gentilmente sua persona, / che ogni ninfa e pastor si maraviglia.

deriv. dallo spagn. chacona * danza che si balla al suono delle nacchere '

di uno schiaffo, di un oggetto che cade nell'acqua. ojetti, i-282

burlevole. ciaf, ciaf. non sapevo che l'uomo fosse un tamburo tanto sonoro

collaretto / l'altr'ieri un peregrin che andava al ciaffo. rigatini [in tommaseo-

varchi, 8-2-95: d'uno sgraziato o che faccia le cose a caso [si

forme di metallo 0 di terracotta, che stringono la pasta fortemente. - per

ruffiane abbiamo ruffianando il medesimo piacere, che ha colui, che fa le cialde,

medesimo piacere, che ha colui, che fa le cialde, il quale si

, il quale si mangia tutte quelle che si rompono. buommattei, 4-207:

impresa figurare un paio di quelle forme con che si fanno le cialde, che poste

con che si fanno le cialde, che poste sopra il fuoco, mostrino d'esser

mostrino d'esser piene di quella pasta che fa la cialda. s. manetti,

in forma di ostia per chiudervi medicine che devono essere prese per via orale (

la deglutizione). 3. coccarda che i servitori in livrea portavano sul cappello

4. locuz. -avere più bel tempo che chi fa le cialde: non avere

, / i'ho più bel tempo che chi fa le cialde. -far cialda

picchiata di questa clava: ma dubito che lo finirei di schiacciare, e che

che lo finirei di schiacciare, e che io non ne facessi una cialda.

]: togli di quella farina fine, che farina da cialdette si appella.

= di etimo incerto, a meno che non si voglia accettare la congettura poco

del fr. chaude 'calda '(che però non aveva se non il senso

medici, ii-241: non eron prima fatti che mangiati / da noi, che ghiotti

fatti che mangiati / da noi, che ghiotti siam, tutt'i cialdoni.

grande il pugno in sul naso, che io mi senti'fiaccare sotto il pugno quell'

e così segniato da me ne resterà insin che vive. s. caterina de'ricci

: mandovi una scatola di cialdoncini, che gli mangiate per nostro amore.

certi nobili chiamano cialtronaglia tutta la gente che non è dei loro. d'annunzio,

d'annunzio, v-3-216: forse pensava che qualcosa di vero ci dovesse pur essere

vol. III Pag.106 - Da CIALTRONATA a CIAMBELLOTTO (45 risultati)

: persona trasandata e trascurata in quel che fa (e dimostra scarsa voglia di

buommattei, ii-n-5-261: quel barattiere, che forse di- rem'oggi cialtrone, o

il cuore; ei vi dà l'udienza che si dà a'cialtroni. baretti,

nievo, 220: il cialtrone nobilitato che abborre lo spago e la lesina perché gli

. carducci, 528: ne l'età che molte e lente / ci passàr su

mi ricordo di lei perché l'ho visto che ballava sul lenzuolo che quattro cialtroni facevano

l'ho visto che ballava sul lenzuolo che quattro cialtroni facevano saltare. brancoli,

d'altro canto, se muore lui, che succede? chi prende il potere?

prende il potere? i quattro ladri che gli stanno attorno? si ammazzano a

nella spartizione del bottino. i comunisti che stanno in carcere? sarebbero peggio dei

questi sono dei cialtroni e le bestialità che hanno in testa le fanno male, mentre

palpitante. « si era creduto sempre che glie li avesse dati qualche cialtrona ».

. pratolini, 1-106: volevo ricordarti che le cialtroncelle, dalla prima all'ultima,

a presentarsi. ma non si può figurare che negligenza cialtrona in quegli uffici consolari.

-chi). proprio di cialtrone, che ha l'aspetto o la natura di

solean gridare altamente alla maniera di quei che vendono le ciambelle: vegna a noi

né grande applauso apresso a'prudenti coloro che, tralasciata la vera eloquenza e le

e le ragioni intrinseche e sode, che sono i nervi della orazione, tessono tutta

! mi sono scordato di dire, che mi portino due ciambelle. s. manetti

una qualità di pane o di pasta che dir si voglia, da mangiarsi fuori de'

pirandello, 7-196: tra le ragazze che saltavano la corda, e i ragazzi che

che saltavano la corda, e i ragazzi che si rincorrevano,... si

in tutta segretezza, è quello nientemeno che gonfia la ciambella di guttaperca a s

5. cercine, pezzo di panno attorcigliato che si mette per portare pesi sul capo

6. cerchio di osso o d'avorio che si dà ai bambini perché lo mordano

di due o tre dita di diametro, che si appende al collo de'bambini in

dentizione, per agevolarla col frequente premersi che fanno con esso le gengive. 7

solido in aver la medesima proporzione, che il diametro ab al diametro il. il

il diametro ab al diametro il. il che è assai manifesto; perché essendo la

canna ae (chiamo ciambella la superficie che resta, tratto un cerchio minore dal

figura dell'equitazione d'alta scuola, che consiste nel trotto misurato e cadenzato sul

riescono col buco: non tutto quel che si fa riesce bene o come si

, 1-241: dice un antico proverbio che non tutte le ciambelle riescono col buco

un inchino, / con tal attenzion, che non sì attento / ad una ciambelletta

: il gran fuoco amoroso, / che m'arde d'ogni intorno, / potrà

moretti, 17-129: permise... che la róssola allineasse le ciambelline nel

ciambellaia, / o sia bozzolaraia, / che riposo non ha, né trova lato

gli ambasciatori, sovrintendere a tutto ciò che ha attinenza con lo splendore della corte

doni e signoria, con uno primaccio che a federigo puose il detto manfredi in

lunga appresso la terra, con maniche che si rimboccavano foderate. machiavelli, i-484:

. cattaneo, iii-4-33: codesti ciambellani che si erano messi ora a capo delle dimostrazioni

anticamera; né aspirare a maggior cosa che a mutar padrone. giusti, 2-168

la catena del suo grado al collo, che parla con non so più qual uomo

. chambellan (sec. xi), che ha lo stesso etimo di camerlengo (

76: « ciammiello è quell'uccello che mettesi ligato a una bacchetta in mezzo

vol. III Pag.107 - Da CIAMBERIERA a CIANCELLARE (37 risultati)

a san sebastiano, raso di fresco che pareva un mellone, e con la veste

in dosso, increspata da collo, che non vi si sarebbe appiccato il pidocchio

guaraaccia di ciambellotto, frusta di sorte, che ogni altra cosa parea, che ciambellotto

, che ogni altra cosa parea, che ciambellotto. f. d'ambra, xxv2-

porti quella propria / cotta di ciambellotto che, domenica, / aveva la sorella

. e fu detta ondolata per questo, che tutta era sparsa d'onde; e

, 2-119: nel tempo e età, che ha testé francesco tuo, si coglie

savonarola, iii-32: questi saranno quelli che goderanno le felicità di firenze e la

come hanno preso i padri loro, che non si possono spiccare dal reggimento tirannico.

. ciambellottuzzo. pulci, iv-103: che tanta boria d'un ciambellottuzzo? =

in cui fidar ben si potesse, / che ciascuna di lor sì gli chiedesse /

è il ciambolare; ma non sì che certi giornali e certe accademie non possano venir

sm. (femm. -trice). che ciancia, ciarlatore. tommaseo [

intorno se gli odìan suonare, / che erano apprese de l'acqua gelata; /

(dal lat. carrièra), che indicava l'appartamento privato dei nobili, dei

f. f. frugoni, xxiv-1052: che domine di plutone, di acqua rosa

v'esser sì gran letterato, / che non dia qualche volta in ciampanelle.

come un povero abate montanino, / che ha il cervel grosso come la cotenna,

il cervel grosso come la cotenna, / che si ciampica molto nel latino. idem

. viani, 10-36: la gente che aspetta d'entrare nel recinto è taciturna

ci si vuol gente ciampicona, / che vada come vanno le lumache, / e

vada come vanno le lumache, / e che resti a tirarsi su le brache.

. v.]: vecchio ciampicone, che barcolla e par sempre che inciampichi.

ciampicone, che barcolla e par sempre che inciampichi. 2. locuz.

tutti dolci e suavi, come fa colui che inesta il pero salvatico, e inestavi

, e inestavi su il pero ciampolino, che non mutando pedone, fa il frutto

stava a chiacchierar con certe ciane / che perdean il grembiule e le sottane. tommaseo

b. zannoni (1774-1832), che intitolava le ciane di firenze alcuni dialoghi in

organico, mononitrile dell'acido maionico, che si presenta in cristalli incolori, solubili

. pratolini, 2-543: lasciamo che i comacchiai si mangino il cuore l'

il loro modo di volersi bene. che in fondo al cuore dicono: «

immaginare. ma voler dire con questo che la strada ha perduto il suo buonumore

rassomigliano tutt'e due que'cagnetti piccini che vedendo un cagnone alzar la cianca di

tracagnotte tutte due, con la pancia che parevano incinte, le cianche corte e grosse

, batte una ciancata tanto soda, che la botte si sfonda, e brututùn!

così avvenne fra gli detti reali; che tuttora con poca fermezza ciancellavano insieme, e

su la fronte, / sì forte che ciancellò tutto 'l ponte; / poi 'l

vol. III Pag.108 - Da CIANCERELLO a CIANCIARE (58 risultati)

ciancerèllo, agg. e sm. che ciancia, fa discorsi vani e pettegoli

da dottori, senz'altra suppellettile intellettuale che il dictum de dicto, è neltossa

livio volgar. [tommaseo]: che sarà, dicevano eliino, che,

: che sarà, dicevano eliino, che, innanzi che le leggi siano fermate,

, dicevano eliino, che, innanzi che le leggi siano fermate, li consoli per

ciò dirai: ma pon mente / che al sovrano parer di certa gente / tu

loro dare in terra crepacci così vergognosi che mai più non possino risorgere, più

possino risorgere, più tosto erano diavoli che uomini. pasolini, 3-10: piegato

da barberino, 27: s'egli avien che colla madre sua per alcun luogo passi

alcuno, né dilettando sé nelle ciance che vede; ma guardi e pensi come onesta

/ a gli altri discendenti e quel che fenno. piovano arlotto, 26: truovano

truovano uno sanese più gagliardo di parole che di fatti, el quale mercatava una

i lombardi? ariosto, 5-38: sì che tu puoi veder s'a piacer miei

piacer miei / son d'aguagliar le ciance che tu pruovi. bandello, 1-27 (

, 1-27 (i-340): pensando poi che ella è ancor fanciulletta e che per

poi che ella è ancor fanciulletta e che per l'ordinario le fanciulle deveno esser

, v-1-631: la fama di coloro che invecchiano drieto a lo scriver le ciancie

. vasari, iii-131: scoperta dunque che fu questa storia, la voleva il generale

le femmine ignude di quell'opera, che è delle migliori che vi sieno.

di quell'opera, che è delle migliori che vi sieno. guarini, 423:

spendere il tempo in ciancie, affermo quel che non posso negare. campanella, i-138

772: io per me son di parere che sian ciance e fole d'uomini e

quelle amare dolcezze, quelle morti perpetue che son così possibili ad essere provate dagli

le mie ciance nessuna potrà mai oppormi che io abbia avuto (trattone voi stesso)

mirando alle utilità nazionali, fu prescritto che le scienze si applicassero alle arti, a'

.. / cògli ora il fior che hai coltivato, e taci. / inesausta

: di questa età superba, / che di vote speranze si nutrica, /

e di virtù nemica; / stolta, che l'util chiede, / e inutile

ora bisogna cavar di testa all'europa che l'italia sia un mercato di ciancie

italia sia un mercato di ciancie, che l'italiano sia un popolo il quale

saranno finite. se ne intesero tante che parevano persino accuse. palazzeschi, 4-104

cambiare; dar ragione alle ciance di quelli che mi vedono passare e si chiedono

venuto a comprar l'uva o che cosa. 2. disus. burla

era sì caldo de'molti fiorini, / che li uomin li parean topolini, /

cacciò con spiedi e lande, / non che con sproni, a volger testi e

ne rise, e disse: -veramente che egli è de'primi di questa terra,

: io non ebbi giamai altro intento che strapazzarlo col darli la baia e,

femina. / -cotesto non cred'io, che gli è impossibile; / ma che

che gli è impossibile; / ma che vi dia la cianda ben vo'credere

fanti in fra due mesi, / sì che 'l fondarsi in altro aiuto è ciancia

/ e qua sa d'altro già che melarance. -porsi la gorgiera delle

straparola, 4-4: maestro raimondo, che aveva una moglie delle belle donne che

che aveva una moglie delle belle donne che mai la natura facesse, postosi la

ho veduta una donna di tal bellezza, che quando voi la vedeste forse non

, padre, sì meravigliose, / che chi le udisse le terrebbe a ciancia

sembri a lei tanto fedele, / che poco ti vogliam tenere in ciance.

/ è tenuto più a ciancia / che non fu mai il ciocco dalle rane /

ciancie, e ci fanno gran danno, che forse altri sarebbon comparsi per liberarci,

. francesco da barberino, i-284: che non si dea volere / d'ogni

i-31: qualche ciancétta debbe essere, / che da parte gli dà di questa giovane

nimpha, non ti potria dire con che filastroccola la lusingano, e quelle cianciar

lusingano, e quelle cianciar elle, che le balie usano a fanciulli, che non

, che le balie usano a fanciulli, che non sanno ciò che si vogliono,

a fanciulli, che non sanno ciò che si vogliono, sono i confetti loro.

confetti loro. speroni, 1-4-384: che ha da far bacco iddio di liberiate,

marte, /... / colui che della guerra tratta l'arte. baretti

andamenti. ricci, 3-133: l'autore che stimavaia una baiata, una baloccaggine,

pres. di cianciare), agg. che ciancia, chiacchierone, ciarliero.

vol. III Pag.109 - Da CIANCIATA a CIANCIUME (58 risultati)

si confessa, ed anzi, par che ci ance. boccaccio, dee.,

su per la mensa guizzavano, di che il re aveva maravi- glioso piacere,

per alquanto spazio cianciarono, tanto che il famigliare quello ebbe cotto che dato

tanto che il famigliare quello ebbe cotto che dato gli era stato. seneca volgar.

con una femina non vi ramen- tate che ogni cosa possono le femine eccepto che tacere

tate che ogni cosa possono le femine eccepto che tacere. pulci, 3-12: gente

pulci, 3-12: gente non volle che l'accompagnasse: / uno scudiere a

sol colla lancia; / e così par che in sul campo n'andasse, /

guancia. boiardo, 1-2-55: ma mentre che lui ciancia, ecco grifone / fu

. machiavelli, 776: tu sai che i forestieri o e'pervertano il c in

. bembo, 1-98: ma egli, che in questa arte rade volte si lasciava

arte rade volte si lasciava vincere, poscia che alquanto le ebbe lasciate cianciare e ridere

, madonna, e poco compassionevole, poscia che voi il vostro signore vorreste far piagnere

dono, / o quel destrier, che miei, non più tuoi sono. firenzuola

dal vero giudizio si parte / quei, che di donna severa e pudica / empie

. ricchi, xxv-1-201: e che tanto cianciare / e berlingar? dimmi

ma esse [le mie avversarie] che non dicono? anzi, che non fanno

avversarie] che non dicono? anzi, che non fanno? se io ho cianciato

ingenuità di socrate la propria ignoranza, che con cianciare a sproposito... tradire

'cianciare * suppone più spensieratezza [che * ciarlare '], e più

la mangiacarrubbe avevano dimenticato tutti gli improperi che si erano detti, e cianciavano davanti

giorno nella farmacia cianciava con lo speziale che spediva una ricetta. pascoli, 50:

ii-379: contro l'un concistoro / che ciancia baratta confisca / e l'altro

ciancia baratta confisca / e l'altro che munge il tesoro / di pietro per

, la mulattiera brulicava d'una gente che saliva allegra, cantando e cianciando.

osservato pittore tanto capriccioso quanto valente, che tra sollazzevole brigata dipignendo, non però

mano, ma motteggiando e cianciando par che con le ciancie si pigli la pittura

tali isfagumati legge per disgrazia nostra quel che ora cianciamo tra noi, senza dar

noi, senza dar mente a ciò che ci esce dal capo: di prima giunta

capo: di prima giunta dirà: che mescuglio di parole sono queste? caro,

fra gli argivi profetando or cianci, / che delle frecce sue febo gl'impiaga,

, breve per le siepi, e che invece di fuggire balzella intorno al cacciatore

chi non piace in altri quel vizio che in sé no gli dispiace, che

vizio che in sé no gli dispiace, che essendo lecconi aodiano e ghiotti, essendo

in publico, quella reverenzia e rispetto che si conviene al servitor verso il signpr

310: niuna altra è al mondò che meglio possa gastigare questo cianciatore. ricchi

/ forse, ai lor prieghi, che fossi dannato / a vita nel torrone.

perché e'non si morivano, poi che e'l'avevano eletto per suo erede.

quella cianciatrice e saccentuzza della ragione, che tante volte vinta e sbeffeggiata da lui

dei soliti cianciatori delle farmacie rurali, che si fanno belli dell'amicizia di chiunque

, 1-103: irritato anche per la fatica che aveva durata nel decifrare le righe

viani, 13-115: m'accorgo che sopra un tappeto s'attruciola,

lupetto dallo sguardo mali zioso che ha ridotto la cocca del tappeto a guisa

disse: « io prenderei quelli che scrivono i libri e con una frusta li

-a). ant. e letter. che ciancia, ciarliero, chiacchierone.

alcun'altra delle susseguenti scene per provare che pamela è una sciocca ciancierà, una pettegola

volgare, ima ciarlatana noiosa, anzi che una fanciulla perfettamente dabbene e meritevole d'

cieco, l'amore debole, l'amore che in luogo di governare si sottomette:

di governare si sottomette: quell'amore che alla fine, dolente e dispettoso della

ed in ira meschina. e questo che non merita il nome d'amore,

gli oziosi, e io ho molto che fare; dicono male i ciancioni, e

. p. fortini, iii-484: intendo che noi finiamo tutta questa notte cianciosamente

per una rondinella garrula e cianciosella che gli rompeva nella testa l'alto

), agg. letter. che rumoreggia sordamente (il mare)

balbettare. saccenti, 1-2-278: che sbacchiar la pandora, che cian

, 1-2-278: che sbacchiar la pandora, che cian ciugli? idem,

[s. v.]: parlamento che se ne sta cian- ciullando.

marino il cui solo nome sarebbe, secondo che io aviso, bastevole a nobilitare qualunque

vol. III Pag.110 - Da CIANCIVENDOLO a CIANINA (27 risultati)

pindo alle fanciulle e cara / più che l'antro cirrèo. 2.

: certi moderati, se sorpresi nei momenti che la natura loro dilaghi, oh

o immaginoronsi di vedere la gente armata che trae al fuoco; ché per certo

le nuove cuffie e le nuove cianfarde che recano, sanza le nuove chiocciole e'

e volere entrare nella lega; e diranno che ch'e cianfardoni de'fiorentini gli bracicheranno

panzini, iv-134: 'cianfrinare'. verbo che non esce dal deforme gergo dei meccanici

affinché vi sia una buona tenuta, cioè che il liquido contenuto non trovi alcun passaggio

de'martelli e de'cianfrini pneumatici, che veniva, di su, d'addosso

l'accatti appunto, / come colui che va cattando rogna. = alterazione popolare

= voce di formazione popolare, che si riconnette a termini e concetti compositi

. peste, e conce in modo, che non ne mangerebbeno i cani. a

3-173: di questi attempati saccentoni, che ne dite? ultimamente da loro non cavai

ultimamente da loro non cavai mai altro che capogirli, castelli in aria, arzigogoli e

balocca, /... / che senza passaporto, e senza ostacolo,

cianfrusaglia? pasta, 1-55: quegli che pretendono con una sola ricetta, che

che pretendono con una sola ricetta, che il più delle volte non è che una

che il più delle volte non è che una cianfrusaglia di medicamenti, di arrestare

colubrine, e mille altre cianfrusaglie, che gli pendeano a'calzoni, appiccate per

, appiccate per ciondoli all'oriolo, che faceano più romore che non fanno i

ciondoli all'oriolo, che faceano più romore che non fanno i campanacci d'un intero

oggetti preziosi... e le importunità che a tal uopo si facevano, e

e l'assidua lista delle donate cianfrusaglie, che si sciorinava ogni giorno nella gazzetta,

d'aspetto, denudata di tutte le cianfrusaglie che l'angiolina aveva raccolte nella sua lunga

, come a gente di mondo, che valore hanno quelle sue cianfrusaglie.

gran valente donna,... che fu chiamata madonna cianghella. varchi, v-35

frugolo / non è in mercato, e che abbia più ciangola. 2. locuz

m. cecchi, 7-5-3: ed io che ho la ciangola in balìa, /

vol. III Pag.1084 - Da CUTICOLARE a CZARISTICO (19 risultati)

'. cuticolare » agg. che si riferisce alla cuticola, proprio

cuticolare: nelle piante, quella che avviene attraverso lo strato esterno dell'

decomposta dagli alcali a caldo), che viene elaborata dal plasma delle cellule epidermiche

organismo nei confronti di determinate sostanze, che vengono applicate, dopo opportuna diluizione e

della famiglia cutleriacee, ordine cutleriali, che vive in acque marine; ha generazione

famiglia di alghe feoficee, marine, che comprende i generi cutlèria e zanardinia.

latino quest'uccello motacilla dal continuo muovere che fa di coda; in italia si

, 3-5-375: giunge, amico novello, che passeggia / anch'ei come cutrettola.

tutta la cattiva stagione, cercando di che cibarsi lungo i fossi, nelle fogne

sorta di bastimento inglese ad un albero che somiglia, per la sua attrezzatura e per

vele, ad uno * slop ', che è un vascello molto usato dagli inglesi

di bastimento inglese a un albero, che somiglia per la sua attrezzatura e per

'slop ', con questa differenza, che il cutter ha per l'ordinario il

far... strabiliare il cariasela che aveva le idee del 1849 e vedeva

. m. -ci). disus. che si riferisce, che è proprio del

. disus. che si riferisce, che è proprio del potere assoluto degli zar

ancora, l'impero non può essere che czaristico: è questa la sua unità

iii-27: una forma di automatismo, che ha tolto al popolo russo anche quel

non molto respiro mentale e di libertà, che pur possedeva o si procacciava sotto il

vol. III Pag.1085 - Da D a DA (43 risultati)

e si conforma con la t, ancora che la voce della d ascenda e quella

bembo, 296: sono ancor di quelli che dicono che eziandio alla particella e,

296: sono ancor di quelli che dicono che eziandio alla particella e, che congiugne

dicono che eziandio alla particella e, che congiugne le voci, si dà alle volte

la d, in vece della t, che latinamente parlandosi sta seco,..

,... con ciò sia cosa che più alquanto empie la sillaba e falla

sillaba e falla più graziosa la d, che la t. buommattei, 77:

77: per fuggir quella cadenza e languidezza che nasce dall'incontro di due vocali,

lettera] si crescon d'una consonante, che per l'ordinario è il d,

il soggetto dell'orazione,... che venne portato graziosamente dall'arciconsolo fu il

signore ascoi ta- trici, dove provò che alla copula istessa deve togliersi la lettera

d, dicendosi ed, più tosto che et. 3. in numerosi

a denaro, e serve a indicare che la quotazione di un titolo si riferisce

uno d. leonardo, 7-i-204: poniamo che a b sia la pittura veduta,

b sia la pittura veduta, e che d sia il lume. dico che se

e che d sia il lume. dico che se tu ti porrai infra c ed

raggi riflessi. ariosto, 35-4: che venti anni principio prima avrebbe, /

venti anni principio prima avrebbe, / che col m e col d fosse notato.

medie. vitamina d: sostanza vitaminica che stimola l'accrescimento corporeo, favorisce la

b, c, d, e) che il popolo fronzuto di pomona e di

= dalla lettera lat. d (che occupa lo stesso posto nell'alfabeto)

talvolta viene elisa dalla vocale della parola che segue; davanti a consonante, la

toscana, anche se staccata dalla parola che regge, ne raddoppia sempre la consonante

punto osserva la forza della parola da, che segna il termine a quo, corrispondente

alcun; ma io m'accorsi / che dal collo a ciascun pendea una

se voi mi prestate cinque lire, che so che l'avete, io ricoglierò dall'

mi prestate cinque lire, che so che l'avete, io ricoglierò dall'usuraio la

: ecco io veggo un vento tempestoso che veniva dallo aquilone. bembo, 1-194:

tasso, aminta, 973: e che giova fuggir da lui, c'ha tali

da sì lontano e in tanta moltitudine che [della chiesa] fu bisogno dilatarne

appena / dalla tenda l'udì, che fuori apparve / in marzial sembianza.

d'azeglio, 1-337: è raro che ne'matrimoni costoro escano dalla loro classe

tu! dal cielo! dal cielo! che piove / la guazza su le dure

dal favore del pubblico, dal luogo che aveva nei giornali, nelle riviste. montale

, 1-112: un crollo di pietrame che dal cielo / s'inabissa alle prode

non potrei io entrar d'altronde, che dall'uscio da via? [sostituito

cui e come cominciò eloquenzia et in che cose. iacopone, 23-2: omo,

, 23-2: omo, pensa da che simo e de che fommo e a che

, pensa da che simo e de che fommo e a che gimo. chiaro

che simo e de che fommo e a che gimo. chiaro davanzali, ii-333:

: di questo neuno ne dee pregare, che iddio ciò dimostri, perocché verrebbe da

, inf., 20-95: prima che la mattia di casalodi / da pinamonte

del mondo; ma da quella i che quattro cerchi giugne con tre croci / con

vol. III Pag.1086 - Da DA a DA (55 risultati)

v-91: ma non si conveniva egli che alcuno vantaggio avesse un figliuolo d'un

una voce si desti, / molto soave che parca da cieli savonarola, 5-82:

cieli savonarola, 5-82: le creature, che sono tutte da te, danno lo

: è servizio ancora della santa sede che questi corpi ecclesiastici della francia abbino qualche

: portai da natura un temperamento meno che tiepido. carducci, 644: per le

verdi braccia / de li alberi, che misti eran di rose / le odorifere gemme

le dissi, accostandomi, / parole che udivo salire dal sangue, / da tutto

1-85: presa la mia lezione più che dalla tua gloria / aperta, dall'ansare

gloria / aperta, dall'ansare / che quasi non dà suono / di qualche tuo

nascita, di residenza di una persona (che nel passato spesso teneva luogo del cognome

per liberarlo da quella catena / di che lo cinse magica violenza. l. martelli

monti, 9-450: mirabil opra! che dal fiero ettorre / noi fa sicuro

colle, / e questa siepe, che da tanta parte / dell'ultimo orizzonte

più piagiente, aulente fiore rosato, / che non è il sole luciente da la

: incontrammo d'anime una schiera / che venian lungo l'argine, e ciascuna /

qua da picciol tempo / di quel che prato, non ch'altri, t'agogna

con tra quel del gran giovanni, / che, sempre santo, il diserto e

la memoranza / degli amorosi piacili, / che non mi posso partili / da voi

parole, di lui adiviene cotale frutto che, però che non sente quel medesimo che

lui adiviene cotale frutto che, però che non sente quel medesimo che dice,

che, però che non sente quel medesimo che dice, conviene che di lui avegna

sente quel medesimo che dice, conviene che di lui avegna male e danno a sé

inf., 3-89: e tu che sei costì, anima viva, / pàrtiti

anima viva, / pàrtiti da cotesti che son morti. idem, inf.,

idem, inf., 19-113: e che altro è da voi all'idolatre,

: non è scusato da peccato colui che pecca per cagion dell'amico suo.

zara e mal'usanza, / però che son de'vizi'ogni radice. boccaccio,

., 2-2 (134): avvenne che, essendo già tardi, di là

, per la mia disavventura, poscia che io ben da mal conobbi, sempre per

5-5 (48): come avvenisse che giacomino per alcuna cagione da sera fuori

, 5-30: ma ben mi doglio che da principio non lo credevo. ariosto,

1-126 (287): gli dicevo, che loro certissimo mi avevano avelenato da poi

, io spero / ch'almen dirà quel che verrà da poi: / in animo

fanciullezza. manzoni, 37: tu che, da tanti secoli, / soffri,

soffri, combatti e preghi, / che le tue tende spieghi / dall'uno

tre in quattro mesi, e sappi che ciò accade spesso da tre anni in

qua. nievo, 1-480: lo giuro che tutti i cantoni di mia casa saranno

. pea, 7-15: -è da tanto che non vieni al piano? -da lunedì

a, con in, ecc., che indicano il punto di arrivo),

uomo e della femmina dall'ora, che è creata, infino all'uscita del

fu dato / per mia ristorazion moglie, che garre / da anzi dì 'nfin al

da quel tempo in qua tutti quegli che hanno commossa la repubblica, l'hanno

. cavalca, iii-23: dal dì che nacque per infino alla sua morte, sempre

caterina da siena, v-168: voglio che voi e gli altri sempre, la prima

gli altri sempre, la prima cosa che voi facciate da mane e da sera,

altra scienza per istudio acquistata; però che insino da puerizia attese alle mercanzie.

più volte dal capo alle piante, / che gli pareano strane, orride e brutte

gli spiace, e a quello aspira / che dal sommo pontefice è il secondo.

membra. manzoni, 33: qual masso che dal vertice / di lunga erta montana

boccaccio, i-255: niuno era nella città che fermamente non credesse che biancofiore. fosse

era nella città che fermamente non credesse che biancofiore. fosse morta, da coloro in

. bemi, 70: sarà ben un che farà una prova / di dar via

da quello in su non è uom che si muova. g. m. cecchi

ogni cosa, e vi supplica / che non vogliate contro a lui procedere. g

: consistevano le sue forze, a quello che ne aveva divulgato la fama, in

vol. III Pag.1087 - Da DA a DA (61 risultati)

e alto, / si che veder si potean tutti quanti. idem

volta da'cartolai, s'abbattè a caso che v'era messer giannozzo manetti. boiardo

machiavelli, 410: vedendo messer buondelmonte che solo veniva verso la sua casa,

quando passò da savona, manifestato quel che occultamente per consiglio e mezzo suo trattava

., 16 (275): -da che parte si va per andare a bergamo

funesta del colloquio di napoli, così che, dopo, fosse, spesso,

fogazzaro, 5-4x1: « non credo che potrò ripassar da casa, nel ritorno

dalla bella maliosa, la confinata siciliana che abita dietro la casa della levatrice?

: a lui la mamma aveva detto che cercasse di nascondersi, poi venisse da me

sia / dall'un de'capi, che dall'altro geme / e cigola per vento

dall'altro geme / e cigola per vento che va via. idem, par.

idem, par., 30-80: non che da sé sian queste cose acerbe,

è difetto da la parte tua, / che non hai viste ancor tanto superbe.

tanto superbe. petrarca, 28-90: che dunque la nemica parte spera / ne

, 18-21: ascolta qua da parte, che colei / non senta. m.

villani, 4-10: furono i barucci che stavano da santa maria maggiore. marco

e tutte l'altre sono buone, che sono nel tomo da ventotto acque.

1-129: finalmente, i suoi compagni, che quivi erano da quaranta, tutti vestiti

machiavelli, 716: fo conto che tu... con un liuto in

, rettor., 16-2: dice vittorino che forza di corpo ci è data da

giamboni, 7-89: è bene da provvedere che da'savi, e bene usati queste

, conv., iii-1-11: dico che pensai che da molti, di retro da

., iii-1-11: dico che pensai che da molti, di retro da me,

: noi ci mettemmo per un bosco / che da nessun sentiero era segnato. petrarca

in grande parte portare da coloro, che arebbono avuto a obbedire a'cenni suoi

alcuna al fin può far difesa / che battuta non sia d'amore e presa.

giunsero in modo conci da la pioggia, che gran cosa sarà ch'io gli possa

4-183: sempre sono tardi i negozi che si debbono risolver da molti.

, e corse da acque vive, che in gran parte la bagnano. giannone,

leggere, sentendo dire da'dotti, che quelle annotazioni erano così puerili, sterili

di ragazza sfolgorante di luce bianca, che s'avanzava fra gli abiti scuri degli

. 12. introduce i complementi che indicano causa, motivazione, legittimità (

und'è a voi bataglia e lite che da vostra cupidità? ». c.

gran gioì la mi tegno, / che da foco mi spegno. iacopone, 30-46

. iacopone, 30-46: l'omo che è cieco dal peccato / ed ha gente

nobiltà più degnamente si farebbe da li effetti che da'principii. idem, inf.

: tristi fummo / nell'aere dolce che dal sol s'allegra. idem, purg

il qual pianto la donna prima credette che da dolore di dover da sé dipartire

la qual grazia... illumina quelli che sono ciechi da ignoranza. boiardo,

pietre grosse oltre a misura, / che sol dal peso avrian morto un gigante.

. machiavelli, 11: il che non è nato dalla molta e poca virtù

, di mummie e di fossili, che ci fece piangere dalle risa. de sanctis

. banti, 8-49: sta a'vedere che mi metto a piangere dalla contentezza.

levi, 1-76: da quel poco che ho visto di gagliano, arrivando, mi

visto di gagliano, arrivando, mi pare che non ci sia male. moravia,

: gli sembra di aver detto una cosa che non può farci rompere il suo silenzio

mezzo. sarpi, i-2-60: noi che non sappiamo le cause del consiglio,

operazioni fa mostra di se stesso, che non è altro che soldato. cicognani,

di se stesso, che non è altro che soldato. cicognani, 9-53: un

significato di adatto a, degno di, che si addice a, qual si conviene

ma voi torcete a la religione / tal che fia nato a cingersi la spada,

della terra da vigna non sia piano, che vi si stagni entro l'acqua.

: noi ti preghiamo, francesco, che tu ci dia in questa dipartenza qualche buono

, ma le signorie vostre hanno considerato che questo è loco più da predicazione che

che questo è loco più da predicazione che quello. bembo, i-254: la mia

: non mi tentate disse, messere, che non sono io cosa da voi.

per commandamento della giustizia, in un modo che pare che faccino da burla. diodati

giustizia, in un modo che pare che faccino da burla. diodati [bibbia]

da acqua, come da bosco, che con molta facilità si prendono. redi,

fa il morto da burla fino a che la vecchia lo farà sul serio. panzini

, 1-103: io stesso non capivo che cane fosse: mi pareva uno strano

vol. III Pag.1088 - Da DA a DA (57 risultati)

essere da molto più tenuta e più che l'altre onorata. macinghi strozzi,

. savonarola, 5-ii-41: tu credi forse che dica da beffe e che questo predicare

credi forse che dica da beffe e che questo predicare sia una arte. bibbiena,

boccalini, iii-94: gli avrebbero provato che gli uomini senza lettere erano asini che

che gli uomini senza lettere erano asini che parlavano e buoi da due gambe.

spesso è da forte, / più che il morire, il vivere. monti,

; e posso ben dar fede / che pugnaste da prodi. idem, pr.

carceri, dalle finestre accecate in modo che la luce filtrasse dall'alto. -ant

, 188: qui hae uno valletto, che da teneretto è nutricato in mia maggione

: le quali ragioni, appresso noi che fin da giovani vi ci usiam nelle

6-36: egli ritorna il ragazzo malato che fu da adolescente. pavese, 5-46

fossa, e li altri dal concilio / che fu per li giudei mala sementa.

schiera. varchi, 18-1-391: che il signor malatesta baglioni si conducesse per governatore

guittone, i-3-107: dicie [salomone] che nullo re in tezauro ebbe quanto lui

retro da costui van tutti quelli / che fan gentile per ischiatta altrui / che

che fan gentile per ischiatta altrui / che lungiamente in gran ricchezza è stata. idem

gli occhi miei sì bella cosa, / che dentro dal mio cor dipinta l'hanno

io dentro dalla porta della città allora che io con voi poco fa me n'uscii

dio per la inestimabile sua carità, che ha trovata dentro da sé. boiardo

., 60: l'ora del giorno che ad amar ce invita, / dentro

posson gentilezza dar né tórre, / però che vili son da lor natura. lippi

giamboni 48: [il vino] awegna che sia buono da sé, e molto

molto reo nella persona di colui, che troppo ne bee. fra giordano, 3-46

giordano, 3-46: vedi la pecora che ti veste, che ti dà la lana

vedi la pecora che ti veste, che ti dà la lana, ché date eri

. è sì bella da sé, che niun altro adornamento gli bisogna né giova.

alagia, / buona da sé, pur che la nostra casa / non faccia lei

40): [dice]: non che noi siamo idonei a pensare alcuna cosa

. savonarola, 5-ii-197: vanno investigando che nessuna cosa si muove da se medesima,

da se medesima, e hanno trovato che bisogna venire a uno primo motore.

, 44-13: risposto gli avea amon, che da sé solo / non era per

: ho pensato talor da me a me che sia ben non fidarsi mai di persona

rilucevano in guisa da per loro, che la casa si facea giorno. f.

poco a poco del fornello, tanto che sieno freddi da per loro. varchi,

nel favellare dice... quello che il suo avversario... gli voleva

mosse, tirandosela dietro tutta tremante, che da sé non vi sarebbe potuta venire.

, senza aiuto d'altri, altro che di me a cui qualche volta chiedeva

confessarti una cosa! -c'è bisogno che tu porti l'ambasciata? -da sé non

. aggettivale: d'animo chiuso, che rifugge dalle compagnie. d'azeglio,

tanto se'selvaggia dalla gente, / che hai di chi ti mira gran paura.

di corte, gale e simili cose, che da volere a non volere interrompono qualche

. cavalcanti, 52: voi siete certi che il palagio è dal vostro. b

, rettor., 15-27: intendo che folli arditi sono uomini matti e ratti a

sono uomini matti e ratti a fare cose che non sono da fare. guittone,

di venire a lo raggio del sole che non farebbe la pietra. idem, inf

bembo, i-304: assaggierete il vino, che io ho fatto venire da fare il

par veramente cosa molto nova da dire che 'l mondo sia partito eguale. sassetti,

eguale. sassetti, 118: non ho che farvi a sapere, se non che

che farvi a sapere, se non che questo è un paese da curarsene.

3-5-304: egli è piuttosto da pensare che sia infedele questo specchio, che da dire

da pensare che sia infedele questo specchio, che da dire che tante migliaia d'uomini

infedele questo specchio, che da dire che tante migliaia d'uomini dicano la bugia.

verci su. collodi, 379: scommetto che dev'essere un giovane grazioso e da

. pirandello, 5-406: non capisce che, facendo così, dà più ansa

tozzi, i-382: io non sapevo quel che inventare che mi paresse meno da fargli

i-382: io non sapevo quel che inventare che mi paresse meno da fargli invidia.

e quanto appare manifestamente in alcuno savio che non sia parlatore, dal quale se noi

vol. III Pag.1089 - Da DABBASSO a DACCANTO (75 risultati)

142: giovangiorgio trissino... pensò che alla nostra abbiccì mancassero i segni.

i segni... del eh, che si sente nella parola che..

eh, che si sente nella parola che..., dell'! /,

da lui con questo nostro v, che s'appunta così dabbasso. redi, 16-ix-28

16-ix-28: quel sollievo tanto confortativo, che provano coloro che hanno dolori, ogni

sollievo tanto confortativo, che provano coloro che hanno dolori, ogni qual volta, o

ogni buon conto la corrente dal circuito che stava provando e si precipitò dabbasso. moravia

dabbasso. moravia, ix-66: concetta che era subito scesa dabbasso salutò il primo

dabbasso salutò il primo con un soprannome che era tutta una pittura. = comp

baldinucci, 2-4-207: possiamo anche affermare, che all'altre buone qualitadi di quest'uomo

di quest'uomo fosse congiunta quella, che noi sogliamo chiamare volgarmente vera dabbenaggine.

. redi, 16-v-165: io non saprei che dirmele: si consigli da per se

dabbenaggine, e con quella virtù, che risiede nell'animo suo con tanta onorevolezza

volermi cambiar di podere; sicché fosse che mi apprezzassero della mia dabbenaggine o per la

di lavori, il certo si è, che presero a curarmi alquanto, ed ebbi

: semplicità d'animo e d'intelletto che induce a prestare facilmente fede alle parole

lancellotti, 1-313: dicessero pure quello che volessero quei vecchi (come noi chiamiamo

quei tempi, lasciasi cianciare a lor piacere che gli antichi con quella loro dabbenaggine.

loro dabbenaggine..., se non che l'indovinarono, non che abbiano da

se non che l'indovinarono, non che abbiano da imitarsi. giannone, 2-i-416

possono darci ad intendere di veder quel che non si vede, e a questo modo

favorito il figlio o il fratello di coloro che ha egli stesso consegnati al carnefice,

egli stesso consegnati al carnefice, il che è un misto della più insensata dabbenaggine

. foscolo, v-72: posso dire che la mia dabbenaggine non fu mai tanto derisa

, ii-52: la verità è, che il la marmora,... giudicando

voi la dabbenaggine di credere... che senza questa mira si sarebbero dai

si sarebbero dai vostri antenati del tevere che, con loro pace, non erano

è più furba e calcolatrice di quello che io abbia avuto la dabbenaggine di credere:

la dabbenaggine di solleticarlo proprio in quella che era la sua mania di grandezza,

. di indole proba, onesta; che agisce in modo retto; che si comporta

; che agisce in modo retto; che si comporta seriamente; di buoni costumi

la fede data, o promessa; però che non si conviene a persona dabbene:

ha tante buone parti in sé, che i'tengo certo ch'ella istarà bene quanto

ho trovata una dabbe- nissima donna, che ne servirà molto bene, insieme con

insieme con suo marito buono omicciuolo, che attenderà al giardino. grazzini, 77

. grazzini, 77: a voi che sete gentile e dabbene, / caro

. tasso, 12-640: s'alcuno dicesse che l'uomo dabene è « ben tetragono

ma non significa alcuna operazione, però che non mette alcuna cosa innanzi gli occhi

sta ottimamente dappertutto, quando abbia di che vivere agiatamente. parini, 332:

sorte; / non è più 'l tempo che berta filava; / e le genti

63): è un uomo dabbene che ha freddato un birbone superbo. tommaseo-

il dovere; opera con quella semplicità che dimostra l'agevole prontezza e la sentita

perfin le illusioni di tutti gli amori che hanno lasciato viva una fibra del loro cuore

altre... delle altre, che vanno per il mondo a godersela con

un giovane dabbene, non è una cosa che possa far piacere alle famiglie. jovine

folla di persone e tutti poterono osservare che facevamo il nostro dovere, da persone dabbene

ruote dell'orologio, insieme alla pisana che è proprio la figliuola della signora contessa.

aretino, 1-126: ciò testimonia lo scherzo che al troppo dabben compagno fece il suo

signor matteo egizio, mio amico, che potrebbe nascondersi una verità istorica, cioè

potrebbe nascondersi una verità istorica, cioè che quivi avesse prometeo trovato l'uso della pietra

alla gente dabbene di quegl'innocenti secoli che avesse al sole rubato il fuoco.

, 2-63: qual è quel dabben padre che possa in coscienza lasciar in balla d'

a don placidi, quel dabbene canonico che ride tanto, che mangia tanto,

quel dabbene canonico che ride tanto, che mangia tanto, che beve tanto.

ride tanto, che mangia tanto, che beve tanto. cantù, 487: ma

4 dabben'uomo 'si usa più che altro ironicamente; e chi dice: 4

di maritarsi, e il dabbenuomo, che per iscrupolo avea rifiutato una fanciulla fresca

pirandello, 5-419: come uomo dabbenissimo che era, non arrivava a supporre che

che era, non arrivava a supporre che potessero ingannarlo per altro fine. c.

mi giuri sul tuo onore di gentiluomo che non è tutto un inganno, che

che non è tutto un inganno, che non mi state facendo uno scherzo, che

che non mi state facendo uno scherzo, che... ». 3

chiedendo perdono anticipato per le cattive notizie che contro lor volontà si vedevano costrette a

12-i-161: conosco in lui quel da bene che mi muove in un uomo più che

che mi muove in un uomo più che tutte le dottrine del mondo. vasari

già oltre negli anni era un dabbenaccio che aveva sotto- scritto tacitamente il patto colla

quel carattere di capricciosa dabbe- nezza, che lo rendeva tanto singolare e insieme amabile.

salterio. burchiello, 127: e che tanto ben suoni il dabbudà. varchi

v-148: e tanto mena le braccia colui che suona il dolcemele o il dabbudà,

il dolcemele o il dabbudà, quanto colui che suona gli organi. tassoni, iv-2-126

o dal sonatore, a me parve che non avanzasse di molto il dabbudà moresco.

, e si suona con due bacchette, che si battono in sulle corde. leopardi

filos. termine mnemonico della sillogistica, che indica il settimo modo della prima figura

figura del sillogismo, e precisamente quello che consiste di una premessa maggiore universale affermativa

). = voce mnemonica, che forma la seconda persona plurale del futuro

vol. III Pag.1090 - Da DACCAPO a DACRIOCISTECTOMIA (44 risultati)

a voi daccanto è il vero / più che talor non sembra. nievo, 1-322

a. pucci, 5-29: e poi che fu ne la sedia reale, / parlamentò

sedia reale, / parlamentò sì ben che ognun dacanto / diceva: « e1 nostro

l'odio e 1'amicizia, / pur che tòrla per moglie mi prometta: /

. faldella, iii-87: mi avvidi che avevo presso di me la mia alfonsina con

la mia alfonsina con un ufficialetto daccanto che le sussurrava delle fatuità imparate a memoria

scalpiccio, appena distinti; è una vecchierella che entra nella chiesuola lì daccanto a guardare

un sepolcro in cui non sono rimasti che fiori. = comp. da da

e baciògli i piedi, e dissegli che in lui si fidava, e daccapo

poi daccapo mazziniano: insomma è un essere che per istare in gambe ha bisogno d'

nuovi, e ricominciar daccapo quello stento che provai a venir su da bambino fino

autore! pirandello, iii-136: credi che voglia tenermi il tuo danaro? m'insozzerebbe

abbreviata in d. c.) che viene posta al termine di un brano

d. c. ', significa che terminato quel dato pezzo di musica o periodo

l. bellini, 5-2-152: con tutto che tanto si sia ragionato del taglio e

tagli e delle forze loro, fatevi conto che egli è come se non se ne

1090 — dacché (da che), cong. causale. letter.

. causale. letter. dal momento che, dato che; giacché, poiché,

letter. dal momento che, dato che; giacché, poiché, siccome.

gli uomini] si potieno melliorare, da che non erano buoni? ». giamboni

i'stava com'om dottoso, / da che meritatamente / non serve a chi l'

con onore. / onorai, da che vene, alma, per te salvare:

: uno fedele d'uno signore, che tenea sua terra, essendo a una stagione

, inf., 2-85: « da che tu vuo'saper cotanto a dentro,

aretino, i-3: or, da che io posso starmi (vostra mercé) senza

mercé) senza lavorare i mesi non che i giorni, pregovi per lo studio da

posto per abbellirvi come donne novelle, che vi piaccia contarmi, di donde cavate

fu quella di michelagnolo non morire prima che fusse creata la nostra accademia, dacché con

di tutti gli enti nell'universo non è che moto. d'azeglio, 4-203:

. da quando, allorquando; dopo che. giamboni, 7-178: dacché la

22-31: con lei foss'io da che si parte il sole, / e non

, / e non ci vedess'altri che le stelle. livio volgar., 5-217

: i romani non disfingevano lo spiacimento che aveva il senato di tutte le cose

iii-275: e tè alcuna volta stato, che s'è lasciato a dietro la voce

* poi 'et èssi detto 'da che ', in vece di dire '

, in vece di dire 'dapoi che ', non solo nel verso: •

: • con lei foss'io da che si parte il sole » [petrarca,

ma ancora nelle prose: « da che, non avendomi ancora quella contessa veduto,

nella carriera diplomatica non ci eravamo visti che a rari intervalli, e come di sfuggita

= comp. di da e che * (v.).

soderini, i-489: aggiungonvi alcuni quello che chiaman dachiume, avendo seccate l'uve

di alcuni psicodegenerati a mordere tutto ciò che capita loro in mano. =

.]: * dacricistalgìa ', dolore che si risente al sacco lacrimale.

: * dacrigèlo ', epiteto di coloro che ridendo piangono. tramater [s.

vol. III Pag.1091 - Da DACRIOCISTITE a DADIA (57 risultati)

. medie. infiammazione del sacco lacrimale che provoca la fuoriuscita di lacrime sulle guance

, col sufi, medico -ite (che indica le infiammazioni): voce registr.

dacriòde, agg. medie. che stilla materia purulenta. d'alberti,

: * dacriòde ', epiteto delle ulcere che mandano o stillano di continuo fuori di

lacrimante '(detto anche di piaga che versa un liquido acquoso). dacrioemorragìa

ghiandola o delle vie lacrimali, che si forma per la concrezione di carbonato

lacrima 'e il sufi, -orna (che indica affezione, infiammazione, tumore,

ghiandole lacrimali e dei dotti escretori, che si manifesta con scolo di lacrime purulente

poliartrite nodosa, ormai quasi scomparsa, che colpisce le dita di soggetti blenorragici.

'. donde viene questa voce? che significa? uno spiritoso giornale la dichiarò così

(pronunziate dadà) è una parola francese che significa, in senso proprio, quel

francese, e significa un'idea fissa, che si accarezza volentieri, che si cerca

fissa, che si accarezza volentieri, che si cerca di far prevalere. i nostri

piuttosto: là vi è tutto: che cosa fate? panzini, iv-178: 'dadà'

dadaismo, sm. movimento artistico-lette- rario che ebbe vita durante e immediatamente dopo la

: da ogni parte sorgono coloro che vanno ricercando e promulgando un concetto addirittura

ricercando e promulgando un concetto addirittura nuovo che guiderà la vita dell'arte, di

vita dell'arte, di un'arte che avrà solo comune il nome con l'

arte coltivata nei secoli, di un'arte che negherà l'arte, o si

dizionario e adottata perché voce infantile presso che priva di significato (cfr. dada

(plur. m. -i). che si riferisce al dadaismo, che tratta

. che si riferisce al dadaismo, che tratta del dadaismo. 4 raimondi,

un futurista, un dadaista o un surrealista che, certe innovazioni, meglio non fame

dall'altra, per dimostrare una certa stanchezza che a molti è vezzo. =

si dice a ragazzuccio dad- dolone, che ostenta malessere per destar compassione, perché

alle panche, se davo ne'fanciulletti che mi solleticàvano con gli occhi, e

. tommaseo, 4-i-316: gli uomini che pigliano la vita in digrosso e senza

e mariti del mondo se avessero sempre che fare con anime non isteriche.

. -a). tose. persona che è solita fare moine e smorfiette per

viziato. palazzeschi, i-552: e che avrebbe fatto gedeone con una mogliettina sdolcinata,

, 32-19: dice la scrittura, che gesù minacciò lo spirito immondo, dicendo

sordo e muto; io ti comando, che tu eschi di lui, e non

come fece con suo grandissimo rammarico, che veniva accresciuto dall'osservazione, o sospetto

veniva accresciuto dall'osservazione, o sospetto, che il buon padre non gli levasse mai

fatica, il resto dei panni, che eran come appiastricciati alle carni; si rasciugò

/ a chi è 'nnamorato daddivéro / che potrebb'anzi far del bianco nero /

certo, da dowero ardisco a dire che la nobili tade umana, quanto è da

, / per la virtù di dio che n'ha potenza, / e ciò confermo

credettero primieramente beffati; ma, poi che videro che da dovero parlava la donna

beffati; ma, poi che videro che da dovero parlava la donna, risposero

capellano volgar., ii-293: anche quelli che vuole conoscere a certo la fede e

amante, con grande scalterimento, e che paia che sia dadovero, si de'

con grande scalterimento, e che paia che sia dadovero, si de'mostrare d'

qual cosa se la sua amanza vede che se ne turbi, sappia ch'ell'è

: non temete altro danno, / che fia quel, ch'esser suole, /

guardia, lasciate pure fare a me, che io lo giugnerò ben io. tasso

io. tasso, iii-125: potrebbe awenire che sì come altri, fingendo d'amare

: ma questo è fatto oggidì, che, dove pur pochi si truovino che sappiano

, che, dove pur pochi si truovino che sappiano, niuno quasi v'è che

che sappiano, niuno quasi v'è che voglia, per amico che sia, prendersi

quasi v'è che voglia, per amico che sia, prendersi dadovero la carica di

, iii-2-1000: sappi, giana, che la rondinella non soltanto è innamorata daddovéro

la quale i più degli uomini giudicherebbon che fosse da far con ferri, questa

il bemia ringraziate mio signore, / che fra tanto egli sol conosce il vero /

conosce il vero / di me, che chi mi stima, è in grand'errore

con le braccia, / da altro che da beffe e da paure, / fur

disser tanti dirupisti e tanti, / che e'parevan romiti. — daddovéro? /

vol. III Pag.1092 - Da DADO a DADO (46 risultati)

due o tre dadi dentro un bussolotto che viene ripetutamente agitato, poi rovesciato sul

sono cotali immagini le donne nostre, che portano i dadi in borsa come barattieri

ell'è la migliore / dadi gittante, che tu mai trovassi. testi fiorentini,

trovassi. testi fiorentini, 46: ordiniamo che neuno di questa compagnia vada a luoghi

signore..., fece legge, che per tutto suo terreno fosse pena l'

persona a qualunche facesse dadi, e che ancora chi gli facesse potesse esser morto

alberti, i-354: e'modi con che uno solo può rubarme al giuoco, chi

contengono un numero per dado. quelli che si giocano soli, sono almeno tre,

tre, al più sei; quelli che si giocano con altre cose, si giocano

condott'al verde, ciampolino, / che già del candellier hai ars'un poco;

a macca de'lor ben, convien che goda / la gola e i dadi e

. mamiani, 1-149: cieco sanson, che a dalila nel grembo / tra i

creata razza / maestra di costumi, / che dell'età consumi / tra 'l dado

? è ai dadi o all'armi che si giuocherà questo cencio di dote?

alla forca più gente la compassione, che i dadi, il vino e le donne

tirare i dadi: giocare ai diversi giochi che si possono fare con i dadi.

vale. castiglione, 239: -parmi che sia vicio nel cortegiano il giocare alle

i-292: sforza da cotignola non comportava che i soldati suoi giuocassero a'dadi. d

s'adunano ne'loro tempi a farvi ciò che loro è in piacere, conviti e

b. pitti, 1-88: adivenne che toccando il dado a me, 10

li dadi molto fuorono loro cambiati, che lazzaro fue portato dalli angeli nel seno

dado. carducci, ii-1-37: vedete che io gioco un dado fatale: o la

, i-268: donna paola seppe dunque che il parentado della contessa aveva gettati i

gettati i dadi opportuni per far credere che ella fosse vittima innocente di qualche terribile

dado. fiore, 10-13: per che di lei i'non pregiava un dado

per la pace rotta / de'ghibellin, che non montò un dado. idem,

otto dì durò, mettendo fuoco, / che dove furon non rimase un dado.

verso, i... f che un dado potesse essere pegiorato. la

, ii-54: finse la nostra donna ritta che è rilevata da terra un dado.

qualunque cosa vuoi sapere il suo peso che sia uno ottavo per faccia. c.

retti, chiamato da'latini cubo, che è uno de'corpi regolari. soderini,

il più bell'ordine di piantare arbori che sia, viti, frutici et erbe,

viti, frutici et erbe, e che corrisponda meglio all'occhio è questo quincunciale,

meglio all'occhio è questo quincunciale, che, oltre che dal dado, si può

è questo quincunciale, che, oltre che dal dado, si può formare dalla x

g., lungo due dita; sì che una delle sue faccie sarà quattro dita

le mura furon dadi di creta impastata, che sovraposti l'uno all'altro, da

: e per la poca altezza a che dovean portarsi, non abbisognanti di fondamento.

nella sala degli staffieri del granduca, che forma un dado di quaranta braccia per ogni

applicando i vari pezzetti a vari canali che sono scavati nella grossezza di una pietra

scavati nella grossezza di una pietra rotonda che gira ed ha la forma di una

tentato, si avvicinava ai dadi luminosi che ospitano vari animali esotici. moravia,

lettere dell'alfabeto, ecc., che compongono uno dei più diffusi giochi istruttivi

ma sovrapposizioni di elementi informi come quelle che i bambini compongono coi dadi finché non crollano

estratto di carne e di sostanze vegetali che serve a preparare brodo e minestre.

viani, 19-371: dadi da brodo che sciolti avrebbero ristorato una compagnia, venivano

vol. III Pag.1093 - Da DADO a DADO (55 risultati)

vengo a'lineamenti de'membri in quello che sono differenziati nelle base [delle colonne

cavetti. il dado è quella parte quadra che sta da basso, la quale io

moderni: però volendovelo porre, si farà che 'l dado sia quadro, e da

e sopra i capitelli gli architravi, che si stringono nel mezzo del diritto della

orlo, dicesi con nome greco plinto, che significa quadrello, ovvero mattone, ed

di forma più o meno cubica, che regge una statua. vasari, iii-285

certi dadi con le zampe dinanzi, che posano sopra alcune maschere, le quali gettano

. e. cecchi, 5-177: ecco che su un dado di sasso, incoronata

foro assiale filettato passante oppure no, che insieme con la vite ha la funzione

e del sistema di avvitamento previsto che può essere fatto a mano o con chiave

'di sostegno si tengono a tale distanza che è forza poi dare alle spranghe della

rinuccini, 1-140: fu tormentato aspramente, che in più volte ebbe circa tratti 24

base di alcuni pezzi terminati in punta, che dopo avere stretta ciascuna gamba del paziente

della macine, e regge l'albero che vi posa sopra girevolmente in una buca tonda

pezzo di grossa lamina di metallo, che sporge in fuori intorno all'inferiore estremità

fodero metallico della sciabola, per impedire che non si logori dal lungo strascinare per terra

episodio di sofronia opposero: prima, che fosse troppo vago; appresso, che fosse

, che fosse troppo vago; appresso, che fosse troppo tosto introdotto; ultimamente,

fosse troppo tosto introdotto; ultimamente, che la soluzione fosse per machina. a

scambiate i dadi in mano, referendomi che pare che non sia fortemente connesso.

dadi in mano, referendomi che pare che non sia fortemente connesso. -essere

fa diciotto / con tre dadi colui, che per cent'anni / mangia tra noi

un pettin rado; / e me'che sa, i suoi capelli sfrasca, /

i ridono i due, e dicono: che frasca / è mai costui! egli

venere e d'amore; / che ogni donna gli ruba e senno e core

vita eterna da perdere dopo questa, e che gittato una volta il dado, ella

: erano in si feroce ravviluppamento alcuni, che desideravano che si gettasse il dado affatto

si feroce ravviluppamento alcuni, che desideravano che si gettasse il dado affatto, e con

quando mi capitò il vostro * spero che non risponderete una parola '-e mi pentiva

farsi indietro, come i bambini, che, se il giuoco non riesce a modo

non saremo felici mai, e poi che il dado è tratto,...

forbendosi la bocca con il tovagliolo, che grimaldi teneva appeso al collo, come

. -lasciar correre il dado: lasciare che la cosa vada da sé.

di non voler essere egli colui, che primo, per usare le parole d'

levò il dado, come si dice, che si dovesse dar loro 'l mandato libero

, avere completa soddisfazione; fare cosa che vale la spesa, che meriti la fatica

fare cosa che vale la spesa, che meriti la fatica che vi si spende

la spesa, che meriti la fatica che vi si spende (soprattutto in senso ironico

221: s'e'pisani feciono cosa, che fosse meno che dovuta, o poco

pisani feciono cosa, che fosse meno che dovuta, o poco onore, io me

del lume e de'dadi, però che ne sono di peggio più d'uno milione

: abbiate cura a una cosa, che quando voi gli appresentate al signore,

e'non ispetezzassmo a questo modo, però che voi potreste esser pagati e del lume

211-110: e grande maraviglia mi pare che ne'di suoi non trovasse chi lo

in sul campo saremo; / e so che 'l lume e'dadi pagheremo.

, 9-16: il valente cavaliere, veggendo che gli erano presi i dadi, e

, arbo o usso; / quel che si ruba non s'ha a saper grado

il maggiore inferno per un servitore, che stare con un patrone innamorato; e

e tira per el dado di sorte che non so ciò che mi farò. lippi

el dado di sorte che non so ciò che mi farò. lippi, 12-51:

torre i dadi, e quel corpo che fia già generato in corpo, idest quella

sia fatta il corpo di quella prima anima che esce per sorte. -tirare,

una necessità sentita da tutti, sapendo bene che giocavano una gran carta, ma convinti

giocavano una gran carta, ma convinti che non c'era da far altro,

. 1827 (212): certi che tiravano un gran dado]. d'annunzio

vol. III Pag.1094 - Da DADOFORO a DAGA (38 risultati)

, e massimo nelle colonne, ancora che elle fussino finite del tutto, lasciativi

finite del tutto, lasciativi certi dadotti che escono in fuora quasi come manichi,

giocavano a tavola reale con certi dadoni che facevano un rumore del diavolo.

, 2-26: ma non saprei vedere a che cosa possa riuscire il lavoro o il

..., non potean fare che, nel girare intorno a se stessi,

= deriv. dal lat. datum, che da prima indicò 'il getto del

: * daduchi', sacerdoti di cerere, che nella celebrazione de'loro misteri portavano delle

. invar. attività molto intensa, che comporta fatica, responsabilità, preoccupazioni;

; per il rimanente, abbiam visto che da fare gli avesse dato la raccolta de'

quelle lingue, allora men coltivate in europa che al presente; più ancora de'tipi

. veniva gente... e angela che annotava i numeri, il suo da

cardarelli, 1-45: fra tanto daffare che c'illude / creare un brivido è

delegati e d'applicati di pubblica sicurezza che si davano un moto, un daffare

pubblico ed all'inclita guarnigione le fasce tricolori che avevano a tracolla, come segno indiscutibile

... cercando d'ingrossare più che fosse possibile il drappello, prima che

che fosse possibile il drappello, prima che arrivasse il momento decisivo dell'azione ormai

lauro pel fogliame e per le bacche che producono. ¦ » voce dotta

. -gi). stor. indovino che prediceva il futuro ingoiando foglie di lauro

entomo- straco della famiglia dafnidi, che vive in grandi quantità nei laghi,

dafnina, sf. chim. glucoside che si ricava dalla corteccia delle piante del

pepe. quella è da eleggere, che è rossa, che ha bel colore,

da eleggere, che è rossa, che ha bel colore, che si rassembra

è rossa, che ha bel colore, che si rassembra al corallo, che è

, che si rassembra al corallo, che è benissimo stretta, lunga, grossa,

calore costretti va, aromatica, e che abbia odore di vino, come è quella

di vino, come è quella, che da gli abitatori si chiama achi, e

fino alla cima: la corteccia, che vestisce i rami, è sopra modo

, 1-1368: anche quello [arbusto] che si chiama dafnòide, ha di molti

d'una pianta dell'ottandria monoginia, che dà il nome alla famiglia cui appartiene,

il nome alla famiglia cui appartiene, e che rassomiglia per le sue foglie al lauro

d'alloro si masticavano eziandio da coloro che credevano profetizzare con questo mezzo.

sacchetti, 223-78: va inverso il tedesco che era nascoso, e con una daga

passare. cieco, 9-75: febur che a teode era superiore, / vedendo

i-81): e tanto fa, che sopra lui si volta, / dàgli in

darle delle pedate nel ventre; tanto che le guardie dovettero sguainare le daghe per

in prigione, in mezzo ai fischi, che sembrava una frotta di maschere. di

: porta un gran berretto di velluto che mi fa pensare a pisanello; e

con le daghe sguainate contro gli operai che fuggivano verso il gasometro. 2

vol. III Pag.1095 - Da DAGALOTTO a DAGUERISMO (15 risultati)

un po'brunetta, con alta fronte che mostrava esser sede di fortezza e di senno

d'annunzio, iv-1-410: guardai un libro che aveva una coperta di stoffa antica e

. tratto del greto di un fiume che emerge dall'acqua. bocchelli, 9-130

si vede con stupore la lava, che fa bollire i pozzi a centinaia di

, quello lo chiamano dagalotto, che cosi si dicono in sicilia i tratti

dicono in sicilia i tratti di greto che le piene dei fiumi lasciano asciutti nel letto

fiumi lasciano asciutti nel letto, dopo che son passate. 2. per

arte di far rimanere impresse le imagini che si formano nella camera oscura, su

lastrine argentate, adoperandovi alcuni mezzi fissatori che ne hanno l'efficacia. è nome derivato

nome derivato da 'daguerre 'che ne fu l'inventore. panzini, iv-178

de sanctis, 7-204: tutto ciò che di più splendido ha prodotto la scienza

le quali noi non proviamo sentimenti di orgoglio che pur sarebbe giusto, perché ci siamo

nell'unico ritrattino (un dagherrotipo) che in casa si conserva. gozzano, 328

. savinio, 10-154: sempre ricusò che pittore o scultore le facesse il ritratto,

suo tempo riuscì a vincere la ripugnanza che le ispirava l'iconografia. c.