vita non si può avere perfettamente, ché tutti semo torti, ché tutti pecchiamo
perfettamente, ché tutti semo torti, ché tutti pecchiamo. dante, conv.,
e li mal d'amor covrire, / ché l'amanti pere a torto. maestro
: si vergognino i cupidi avari, ché vedranno e'poverelli perire di fame e non
le lege scribende, impero ché sì la lege peritamente sera scripta, farà
, che non si periti, / ché ciò che io ho è suo: piglilo
piglilo, godilo, / gettilo via, ché io non son per dirgnene / parola
/ e non vi peritate, / ché sarete esaudite. giordani, iii-57: la
/ a trovar manzo e vitello, / ché vo'dare oggi un convito / e
: l'agaseo ottimo per traccia, / ché fortemente è savio a ritrovare / torme
. magalotti, 19-6: fatti cuor ché a quello / che 'l delicato troppo
, 85: dov'era la luna? ché il cielo / notava in un'alba
, voce ditirambica, poi ché al ditirambo convengono certe voci composte e nuove
notaio, fece il suo testamento, ché così permettevano le leggi di persia.
mas a prima reina nella casa patema, ché, in quanto al mondo, mi
ci sia male alcuno nella città, ché, il signore no 'l permettesse,
il monte, non a fame peculio, ché danari non vogliono, ma permuta.
/ in ben'acconcia scatoletta chiuso, / ché su 'l suo perno postosi in
incuria e noia / fora la vita: ché quai ruote al perno / del bisogno
a vuoto usciva la minaccia amara, / ché gli era anzi di gloria eccelso perno
io sono a mal partito: / ché e'greci sono il perno di questa
egli è perno de'pinconi, / ché di dottore è diventato sere. allegri,
turco non fa preparamento per quest'anno ché se ne dubita molto e seco si negozia
vada, / non però vuol restar, ché ben potrebbe / alcun messo fedel trovar
vostre offese, o cieli, / ché basta a incenerir cento babeli / ove
eroe [patroclo] pregò. folle! ché morte / perorava a se stesso e
a ciò che ti bisogna, / ché per mercé amor fura lo core / ed
/ perch'el no se vergogna: / ché s'el se vergognase / e ben
ogni delitto, / signor, seguite, ché per lei si sale. cassiano volgar
el pentir chiuda la porta, / ché, ben che colpa perpetuale sia, /
, congiunti, sono effetto di quella; ché l'anima poi che è partita,
hanno l'affetto... lungo, ché non cessano mai di procurar ricchezze,
contentare in paradiso che è perpetuo, ché non può ad alcuno essere questo.
'n casto amore / ti dèe fruir, ché fia perpetuo vivo. strapàrola, 10-5
fortuna crudel, malvagia e iniqua / ché mi persegui ogn'or, che t'
mio cor pingo / ad amore, ché. llà / penson'avere avento: /
cavar me d'esto proscinto, / ché di servire a dio ho molta sete!
fare al mezzul dinanzi buona chiave, / ché non si può far senza, /
non si può far senza, / ché 'l mezzul pigne, come cosa grave.
loco ove se stesso si riprende, / ché non lo tien serraglio, né catena
mio cor pingo / ad amore, ché. llà / penson'avere avento. dante
sed e'sa ben giucare, / ché, quand'egli arà ben perduto o vinto
12-6: lascia loro e varca; / ché qui è buono con l'ali e
che saranno et intesi e respettati: ché tal volta li mezi non la han
dello ben che l'uomo acquista, / ché per la fama cresce più il valore
vani e superstiziosi movimenti del corpo, ché non è iudice umano che abbia ad mover
che face e si riprende, / ché non è per natura / la propria
maniera di scrivere era imperfetta e incommoda ché non esprimeva e bisognavano volumi per dire
i-726: di sangue sgorgano poche stille, ché la coscia è stata legata stretta da
pinzi di riso e di oppio, ché l'uno è il consueto cibo e l'
ti par pur così gran male / ché non corri a san marco a farti
questa è la piissima cristiana società, ché sotto le altre bandiere le cose non
lume tuo sereno e puro: / ché lo splendor del sol ne pare oscuro
piovana. lapo gianni, xxxv-ii-589: ché 'n voi ricorre tutta sua speranza /
del quando in dubbio stanno, / ché nel giardin di dama così bella /
i-163: non più, di grazia, ché voi [il poeta] mi tenete
modo ch'essi sceman per bollire, / ché dove i colpi ella indirizza e piomba
né la luce radiosa del litorale; ché l'antiquario... aveva incastrato
auro, ond'ò gran male, / ché per mezzo lo core m'ài partuto
cercarò più non perdere li passi, / ché tu non tieni la deritta via,
non tieni la deritta via, / ché l'argento per piumbo par che lassi.
la semina su la pietra dura, ché in su la pietra ella secca e fallisce
su la pietra ella secca e fallisce, ché neuna piuva no le vale. sonetti
si trova / flegetonta e letè? ché de l'un taci, / e l'
da ogni parte agli occhi piove, / ché male un gran dolor par che si
hanno ben l'occhio / a'mochi, ché oggidì per tutto piovono / i bari
si empie de sì fatte lode: / ché piove sempre negli zentil cori / frutto
, ii-9: vieni, imene imeneo, ché già ti aspetta / la vergine reale
tosto in me calde frittelle, / ché seco i'possa ragionar col dente.
/ assecuralo, onoralo, intrattiello; / ché 'l crudo verno, il tempestoso mare
[o stelle] ne'vostri ordini, ché quelle / piovute grazie, col divin
vecchio]..., / ché il perder tempo a madonna non piace,
per tempo più del solito pipitono, ché così chiamasi il suo [del passero
gore di sudato.. ». « ché, ché, lo so, ma io
sudato.. ». « ché, ché, lo so, ma io penso a
: pirrites ha nome dal fuoco, ché pirrites tanto quanto fuoco viene a dire:
uno; l'epicureismo la dissipa, ché vuole che giudichi dell'utilità 'l
la piscia'. ed è vero: ché le donne le quali perdono mezza giornata
-deh, dàgli la mala pasqua, ché tanto s'indugiano che poi vanno pisciando
quantunque sia doviziosa e largaccia, / ché piscia molti di sangue reale, /
pataffio, 1: fate agl'ingoffi, ché siete di pari: / pisciaci su
, e faremo una brava agliata, ché il castrone senza agliata non vai un pattacco
entrino pure senza paura i principianti, ché a loro sicurezza sono scalette per discendervi
mettinlo pure nel dritto e nel rovescio, ché non te ne darei un pistacchio.
a quel ch'aspetterà il batacchio! / ché e'leverà la mosca di leggieri,
« ah, signor filitemo, ammazzatemi, ché io me 'l merito ».
piango ancor di tanta cordoglienza: / ché prima di consumar le biade e l'erba
per poter venir tagliando il secco, ché molte volte le falcette da potare non sono
presto, camina in casa, poltroncella, ché te voio cazzar tutto, tutto,
/ et un pistrin col tomo / si ché poresti grano / e farina aver a
, ii-395: il travaglio era grande, ché mi necessitava, per sfoco della natura
pittome al cuore e sostegno alle braccie, ché mi sento cadere e rivolgere le budelle
/ chi per quella s'aggira, / ché se niente tira, / non lo
cotesto, era eccellente il medico, / ché e'non si può trovar la meglio
... chiesa, non per orare ché non erano cristiani, ma perocché si
di più mi resto d'ire, / ché 'l saggio, quando membra, /
di formaggio, anzi di più, ché, mangiato quello di dentro, adoprano per
per cosa ch'avenire li potesse: / ché, com'più pena, tanto più
il compagno finisca una ragione, ché sempre lo interrompeno. fausto da longiano,
tanto come consolarsi fra nui; / ché quigli campioni ch'è per lui /
: serventes'a dir esto / va', ché per serv'i'resto, / piò
farai, seràti centìle ^ a, / ché forte ne starò piu de lipardo.
stesse più placida e tranquilla, / ché avrebbe ogni altra donna lasciature. foscolo
/... / ma più beata ché in un tempio accolte / seibi l'
che gli salvasse un suo figliuolo (ché più non ne avea). boccaccio,
dio noi facesse per gran maraviglia, ché son più di loro ben cento cotanti
/ come fa la più parte, ché per certo / infinita è la schiera degli
similitudine egli l'avea ritratta e più, ché non solamente ritraeva in tanta proprietade le
più, trova pur altra musa / ché questo ufficio a me viene interditto.
più n'ha, più ne metta: ché s'io volessi fare intera la lista
conduce [l'anima], / ché la vera è sotterra, anzi è nel
del flessuoso / collo s'attorce, ché di lei contempla / neri sulle sue
, / disse 'l maestro; « ché, seggendo in piuma, / in fama
italia, il foco spento / (ché 'l corpo ancora ardea) nel maggior fiume
carne, caco ora le piume, ché le fila d'oro sono venute d'argento
rado sia tuo uscire in piuvicò, ché cagione non ti mancherà se tu, sempre
chiude quella bocca di ranocchia; / ché, ad altro suon che di cembalo o
miei poveri versi, me ne vergogno, ché mi paiono, così vestiti di stracci
libro il capitolo 16,... ché sentirai di belle cose sopra i numeri
vasi sempre lisci e non riformati, ché non vengono bene; e questi di diverse
649: la carità mi sprona, ché, se voi volete pur tor marito,
: -più non l'arrostiàno, / ché il cervio molto cotto è poco sano.
cecchi, 20-23: o basta, / ché e'pizzicano, e ben, di
, cadde in una grandissima infermitade, ché con la febbre forte era tormentato di
membra il pizzicor d'amore, / ché mal si può sanar quel che s'offende
tutto il mondo. manzoni, ii-336: ché non tentan la turba furente / con
angui, leoni ed orsi: / ché si placano quei, questi placarsi / non
molto l'ira di dio: fatela, ché ce n'è bisogno. fausto da
si poteano incontra il mar schermire: / ché sempre più superba e più arrogante /
che le pietre / giaceano in parte, ché placato il vento / già non faceva
pensier sempre nel bel viso fissi, / ché qualche sonno placido venissi / alle roranti
, 1136: oh no! cantiamo! ché noi siam gli eletti, / i
no m'entradi a inganare, / ché voio inanci plaezare ». / dixe raynaldo
1-45: farassi un olocausto a lui, ché vede / quanto sia il mio improprio
basso, / non vi maravigliate, ché natura / è de la lepre aver
, i-187: farse è tuo pregio (ché se'farsa tutto) / cose da
, ii-237: egli che sapeva tutto. ché, se io conoscevo villon, egli
: di'pure, favella, sermoneggia, ché io ti do plenaria indulgenzia: volli
notte ploro, / merzé chiamando, ché 'l cor si disface: / « merzé
/ alto plori e si doglia, / ché ben duolsi a ragion. -sostant
sorella si lamenta e plora, / ché si ricorda di sua antica pena,
segue o canto o ploro, / ché d'una parte manifesta il danno / e
duo poccion come due ampolle: / ché s'io potessi starvi sopra un giorno /
così poca vela gettammo nostro conto, ché corremmo a ragione di 50 leghe il
/ a esto mondo, vivente; / ché l'alto abassa e veggiolo cadere,
/ s'attristano, io m'allegro: ché diletto / e non martìr, vita
aretino, 20-329: andate pure, ché son per aspettarvi uno anno, non
« andiamo a la taverna, / ché della mie vite si è 'l giardino
, e parvi veder molto, / ché 'n cor venale amor cercate o fede.
spendete lietamente i vostri giorni, / ché giovinezza passa a poco a poco. ariosto
poco chiaro avea con molto oscuro, / ché la sua vita per l'uscito sangue
, dicendo che lo facessero confessare, ché ve ne era per poco.
lasciare il poco per l'assai, ché forse l'uno e l'altro perderai.
dir sene possa oggi la vigila, / ché mai un fuso d'accia non filò
? -dite anche esculenta e poculenta, ché mi soscrivo. 2. che esorta
sono pentito et in me fremo, / ché di sicarie polvi orrida messe / tramisi
; ma l'aspettare è troppo, / ché la giustizia è di podagra infetta.
più bel destro da ciò del mondo, ché io ho un podere verso il valdamo
bonagiunta, xxxv-i-261: o deo, ché non m'avene / com'al leon
'ntelletto e loro offusca i lumi, / ché de la poesia gli ha fatto schivi
tra la poesia moderna e l'antica, ché gli antichi non provavano questi sentimenti,
che apparirò prima questi poete volgari; ché dire per rima in volgare tanto è quanto
cadmo e d'aretusa ovidio, / ché se quello in serpente e quella in fonte
bastante: / ippolito e il fratèi; ché pochi il mondo / ha tali avuti
ji sotto far loro un arginetto, ché così l'acqua della pioggia scorre alle
macinghi strozzi, 1-309: abbianvi picchiata, ché 'l freddo ci ha tolto el vino
poggio le viti muovono più presto, ché il sole le sollecita e scalda piùe
ritiro all'alto poggio / della ragion, ché già cinto d'intorno / mi preme
passate al poggiolino, / vientene su, ché tu mi par confitta. pirandello,
non sai come o dove, / ché questo è come quel d'avorio schietto,
sarà la vera amicizia infra costoro, ché come ella diventerà un poco gialla, non
po, / ed ancor più, ché ne dimostra po': / ver'lui nesuno
quante carte vergo / sbandito sia! ché più che i'non vorrei / è
la pratica de'forestieri più si poliscano, ché, tolti fuori quelli che son stati
che sia in tra gli uomini, ché ella c'insegna governare genti e li
stesse dentro di sé (notate tutto; ché questa è politica di quella vecchia fine
d'italia del botta o del colletta, ché costoro ti conducono per teorie, per
la furia del popolo di siena sostenevano, ché la guerra non ci rompessimo addosso.
nel codice e così deve stare, ché rappresenta l'antico verso politico, come
: svetonio tranquillo acerbamente fu ripreso, ché, negli scritti suoi più di qualsivoglia
; me ne starò al vostro ditto, ché non l'ho visto verde. mi
particolarmente ne la politura de'versi, ché certo ve ne sono alcuni, se
ingegnerei di dimostrare e provare con ragioni (ché molte ce ne sono) come gli
state a letto in divozione, / ché il santo matrimonio il farà frollo.
, tosto che intenderà il caso, ché son certo che non vorrà aspettare questa
modio e di polline cinque sestari, ché così chiamano nel grano quello che nella
tapini / dicieno: andate via, ché voi ci empiete / di spazzatura e
fiera pulmonia: / guarisce mal, ché tisicuzza resta. poerio, 1-238: fui
tua colpa; / ma poco vai, ché dentro a cotal polpa / non ha
toccare il polso ai suoi debitori, ché se morivano gli rubavano il debito.
villani, i-3-152: sdegnasi il fier, ché gli convien morire / senza pugnar,
fate pruova se la spada taglia, / ché qui si fa valente ogni poltrone.
pedocchi qua pubicamente su la strada? ché non aspetti che tu sii in casa
penna in mano / ho già ripresa, ché non vedo l'ora / di terminare
, contra un ladron di strada, / ché per donar castigo a un poltroniero /
: la greppola sia di vino rosso, ché di bianco non fa bene, e
popolo a man commune non l'uccide, ché boia non hanno, ma tutti lo
lei con torva fronte), / ché qua non passa mai anima viva; /
amici non tomaranno più a darvi fastidio, ché gli ho scossa la polvere di
così pericolosa e spessa come fue quella, ché per lo corso de'cavalieri, che
lucini, 4-281: non volendo schiaffeggiarvi, ché una sola guanciata vi avrebbe polverizzato,
armato, ancor volteggiar duro, / ché cum l'arme facea tutta pomada.
le braccia di mezza pomata dinanzi, ché altro salto non si può fare.
mirabilmente quello arbor se apprezza, / ché sempre perle getta nel fiorire, /
del bene e del male non manducherai tu ché in veritade ti dico che qualunque dì
giudicar lo pome e 'l fiore / ché son in tal natura naturato. monte,
distenda i rami ed erga, / ché sono i pomi suoi pianto e dolore.
pompa della maggior corona di oro, ché, avenga piovessi tutta la notte
, 1-21-232: vola, scendi laggiù, ché il suo trionfo / è tua pompa
pompa eccessiva è il meno musicabile, ché le note lo vestono male e ne
buon animo e perseverassimo nel pompare, ché la terra era vicina. garibaldi,
infermità so che con vene; / ché parva, parvo so da curamento, /
quello dell'anno avanti vo'dire: ché il prossimo e talora imminente,
serra. / -erra certo, ché, sestando il suo tondo, / non
le ricchezze sue ben lieve pondo, / ché ne'tesori miei tante io n'aduno
il capo e poggialo al pedale, / ché, se fai ponte e ch'io
occhi e non mi tenere in ponte, ché lodato sia dio, io veggo il
che d'oro e di gemme, ché, gittate via queste cose, alle
la bilancia in terra porte, / ché l'altre popolari or son sì torte
primavera / son più gli amori, ché la primavera / ingombra citerea la popolare
conviti oseran motto / pronunciar contro te; ché sul cocente / meriggio andran peregrinando poi
reale è la migliore delle altre, ché di quella popularesca, ove entrano nei
opprimerlo saviamente, acciocché non multiplichi, ché potria tanto multiplicare che ci potriano cacciare
itaco le spoglie ardue serbava, / ché alla poppa raminga le ritolse / tonda
farti fotter e di poppar garzoni, / ché dice che di cazzi fai bocconi /
altro poppa, / se doneando, ché di fresco è raso, / nel novo
avea quanti fur galli e saranno, / ché il mi'mastro di ballo era il
comportare a chi le tolle: / ché le non fanno il bever così strano,
e ti faranno qualche porcheria, / ché non rispettan le divine genti. collodi,
ancor ei sen lodò molto, / ché il capo gli lavar senza sapone / con
prima messa de'frati di san francesco, ché non voleva esser veduta né tenuta una
ditto: « absolveto », / ché 'l tuo ditto m'è decreto che me
romane, 849: io chiamo dio, ché dal desio son vinto, / la
annetti con essi i denti, ché non è onesto che la sua porcizia vada
francia,... morì disavventuratamente, ché, essendo a una caccia, uno
tanti exactori tucto die a rubare, ché morto lui morto è 'l porco. f
per tale modo ch'ellino possano rugumare, ché altrimenti non si potrebbero pascere. citolini
non tuona irato nembo oscuro, / ché un eterno seren la cinge e veste:
macinello pur di porfido al solito, ché si stritolerà e sfarinerà come fosse zucchero
posta, gemma mia, servirsene, / ché queste donne giovani la chieggano, /
che non teme di gotte: / ché ciò che piglia, lo mangia bevendo
vano / mi porgi, o clio: ché più sonora assai / delle cetre di
dante,... porgetemi ascolto, ché dalla gola m'esce piccola voce.
: godete, godete et esultate, ché 'l tempo s'approssima che la primavera ci
s'attenda a provar l'armi, / ché tempo non si perda. masuccio,
: l'affetto non se ci accorda, ché voi altro che vedire, / ca
la man convien che si ritegna, / ché oggetto degno al mondo non le porge
/ quest'inni offriam a te, ché porger piena / non può laude ad
giusta ragion m'ha porta, / ché la mia donna m'accoglie e m'apporta
giusti, non si fendono uguali, ché si conficcano alla squara. bruno, 3-524
ciel, roma, si duole, / ché può dar sepoltura / a porpore,
questa rosa -e bella sì, / ché col natio cinabbro / immita del tuo labbro
per tòr viole il bosco porporino, / ché 'l campo triema da aquilon ferito.
somar, pongli la sella, / ché, se egli merta il titol di
non le fa acchiocciar molto anzi, ché gli nuoce, e se se gli
quelli dentro inverso quelli di fuori: ché quando ne pigliavano uno, lo ponieno
par ch'ognun se lo indovini, / ché 'l difetto vien dal gallo. grazzini
: il cane non abbisogna di letto, ché dovunque si pone sì truova letto.
esser appresso di voi posto a leggere, ché mi crederei imparar meglio che a congiugar
[l'anima] resanata, / ché l'ha cu sì curata lo medeco
« tu te la onesti troppo, ché cotesta è una cosa da disfarti ».
usano una stolta e matta carità, ché molte volte, per campare il prossimo loro
lo spender no. u'incresce; / ché come voi sien cari, / pur
1-420: non temer, citerea, ché saldi e certi / stanno i fati de'
e grato, / né volli moglie, ché il non prender moglie / si pone
dietaiuti, 297: ma 'l core, ché segnor de la magiune, / costringe
e ch'i'la mostri altrui; / ché nel cielo uno, e un qua
fare gioia de l'altrui dolore, / ché certo no gli è posto in gran
quella vene / ch'è perfezione (ché se pone tale) / non razionale,
ponete a lui venti quatrini, / ché per mia fé e'non ne merta piùe
esso istando fore / lo fa sentir, ché ci pon simiglianza, / ancor ca
post'ài in gran tristanza, / ché m'ài tolto la gioia e l'alegranza
xxx-6-157: la storia è falsa, / ché donzella reai raro si pone / a
/ acquistar quest'altissima ventura, / ché ponerommi subito in camino. c. campana
de bocca: « voglio », / ché t'hai posto iogo en coglio che
: il legume non mi piace, ché sono cosa ventosa; i porri accendono la
, andar in sù che porta? / ché non mi lascerebbe ire a'martìri /
potenza, amore è la porta; / ché, tai vertù, in cor no
ragion che si pichi con qualche consiglio, ché, per buono e sano che sia
perché securamente venga a corte, / ché mai serrate non gli fian le porte
richiesta. guinizelli, xxxv-ii-484: ché 'n vostra mente intrar vizio non aude
coletta, lxtv-io: mora, mora, ché la morte / le tene aperte le
: / a nisiuno saprà forte, / ché a. mme non mi dole ancora
. buonarroti il giovane, 9-392: ché 'n piazza non son stato pur richesto
e che sono collocati nei primi gradi, ché i portamenti de'ministri più bassi non
ardian con riverenza / toccargli il cui, ché andava sul portante. -dare il
zittelle, / vedove e maritate addio, ché a quante / ei ne vide giammai
porti costui in su la groppa, / ché non è spirto che per l'aere
, i-355: certe donne ingelosirono, ché vedevano i loro mariti corrermi appresso;
: -porti chi vuol per rispetto, / ché ci è l'antenna e l'arbor
] non vi parrà sparviere, / ché non porta mai cappello. -con
vale a portare le botte del martello, ché non venga pertusato da quello, ma
stame vital l'avara cloto / tronchi: ché non fia mai ch'ella sen porte
e voler con esse questionar con parole, ché sempre deveno esser riverite e da noi
: va', e pòrtati bene, ché n'avrai anche di più. leopardi,
molto male di te si porta, ché più vale una tua unghia che tutto
sé chiunque si para loro davanti, ché di queste, come di cosa assai per
e'non debbon però esser birri, ché non hanno le chiaverine. gelli,
il portatore che ritenne sempre il vaso, ché, se l'avesse lasciato andar giù
novelle non han bisogno di portatore, ché dal proprio impeto precipitate, ne sovragiungono
in custodia al portator volante, / ché tai messi in quel tempo usò il
, la quale fecie nobilissima portatura, ché ella ebbe tre filgliuoli arcivescovi e uno
ti lontanar tropo dal portello, / ché tosto vo'che la cena sia cotta.
mirabile a dir portento apparve, / ché sopra il capo del fanciullo iulo / chiaro
: amico mio, conforto quanto posso ché tezaureggi a. ttei di te, di
frugoni, iv-404: ma piano, ché 'l principe spunta, poiché la portiera con
clausura: quella era la portanaia, ché mai niuno poteva parlare a maria senza
pace -il portinaio dice, - / ché le notti il signor qui non risiede
per tempo, aprendosi lo sportello, ché volea andare il cavaliere alla cerca,
in maschera, resti se vuole, ché è padrone. ma intendiamoci, se non
porto / a quel dubbioso passo, / ché lo spirito lasso / non poria mai
'l marinaro a la speranza, / ché mante fiate è tomo a rio porto
so se fuligatto montalbano / vedrà, ché pel cammin forse fia morto. / io
all'anel non valea lo scongiurare, / ché più vertude e'non poteva fare.
possiamo se non maravigliarci di tanto indugio, ché pensavamo ora mai che [il cavaliere
va a tartir su l'amo, / ché tè (co'se suol dir) pesce
calandra, 6-320: tira avanti, ché ormai siamo in porto. -ottenere
sia securo ancor del fine, / ché volendo col giorno esser a porto / è
malato al medico fa porto, / ché spera aver verace medicina / e di suo
ormai a voi aver pietanza, / ché 'l mio penare a blasmo non tornasse
rallegrato e confortato disse: confortateve, ché noi siamo giunti a buon porto;
pino, 3-17: o povero lucio, ché, quando esser pensavi in porto,
tua virtù, spengnar la mente, / ché solo la malizia ha preso porto.
[ganimede] rende degno, / ché sempre in ogni prandio, in ogni cena
a fare qualche cosa di meglio, ché ci riparleremo in altra occasione. buonafede,
dopo pranso ti metterai a ordine, ché io vuo'che tu vada a farle [
si fusse ordita per rappicarmi a roma, ché non starei con san pietro non che
bari e bevitori e simile canaglia, ché, se mio figliuolo vero fussi,
forte all'altro far buoni fossi, ché si leverà la pratica di quei popoli vicini
gl'intimarono di desistere da quella pratica, ché altrimenti male gliene verrebbe. pisacane,
pratica, e nulla si può intendere, ché hanno fatto pena di rubello a chi
questo mestiere [la caccia], / ché il praticar con fiere è un brutto
armando! alzati da queste piume, ché non è tempo più di riposo ».
abbiamo aggiunto l'epiteto di pratiche, ché l'oggetto loro [delle questioni] non
esso volentier prese lo invito, / ché se trovava in quel loco soletto, /
146: né se potettero mai arrivare, ché erano destri e bene armati e pratichi
quest'ombra a la quiete, / ché guerrier qui solo d'amor sarete,
, 1 sostati ': fermati tu, ché a l'abito ne 'sembri '
uomo pravo simile al pavone, / ché guasta la comune utilitate / per lo voler
ciascuno che a te s'arrende vinto / ché, se morì narciso a la fontana
rimove dal mio cor ste dolie prave / ché io non abia perso e 'l tempo
e 'l tempo e i passi, / ché amar senza alcun frutto e troppo grave
beolco, xxi-ii-503: mopso, perdon, ché prave, inique e latre / doglie
il materialismo storico (senza determinismo, ché sarebbe un fraintedere il concetto luminoso di
il fin che mi preambulo: / ché dietro al lume vostro in tenebre ambulo.
gli faccia aver questa sua innamorata, ché mi darà quanto caccia d'abbazia,
cavallo] sfangar la sera, / ché t'è cosa leggiera.!..
iacopone, 55-6: so arvenuto probendato, ché 'l capuccio m'è mozato: /
te chiese con divoti preci, / ché per più tempo ancor n'eri digiuno
certo possibile lo scendere per quel dirupo: ché ecco nell'ultimo verso del canto precedente
vi-103: parlate a uno a uno, ché il parlare a dui a dui non
libertà mi fu precisa e tolta, / ché mal si segue ciò ch'agli occhi
sentier ai novo anco preciso, / ché t'avolgerà per l'aspra via /
non ebbe la forza di rispondere, ché la opprimevano l'affanno e più il lungo
drizza al vicin prato il passo, / ché con corso pacifico vi scorge / torcersi
preparai a sentire qualche gran precipizio, ché don filippo era famoso per metter il
bibbiena, 2-52: misera a me! ché da uno lato ho il precipizio,
le due innominate compagne della giustizia, ché con essa per la sostanza filosofica e
ma conta longitudine altre- tanta: / ché di gradi in tal numero preciso / e
e preciso il calcolo delle forze meccani- ché e delle relazioni. stuparich, i-100:
amor, favore a lor mantenimento, / ché son letati di tua [dell'imperatore
onorabilissima immagine del conte pirro graziani, ché tale il preconizza l'epigrafe stelleggiante:
respiri, i guardi foschi, / ché tutti in lui guastarono gli umori / di
a voi l'andar si tolga, / ché, come fama pu- blica divolga,
divolga, / egli è già là, ché null'altro il precorre. l.
umane scorte / non si convien, ché 'l uiel v'alluma; e molti /
sentì affanno del morir atroce, / ché precorse il dolor morte veloce. chiabrera,
e opera senza umiltà è vana, ché l'umiltà è precursore della carità, ché
ché l'umiltà è precursore della carità, ché sempre è bisogno che la umiltà vada
e rifomironsi di cavalli e arme, ché n'aveano grande bisogno. m. villani
me più d'una picca, / ché, se per dio più intorno mi si
fa', crudel, che vói, ché 'l ciel mi sforza / e vói che
xxxvt-172: fuggi 'l dolce lume, ché spruzza l'amore veleno / onde bevendo
che have in sé due proprie nature: ché elli sì è nominato rappace, cioè
accumulate i vostri tesori in terra, ché vi saranno maculati dalla rugine e dai vermi
il dardo, / vienmi a predar, ché fia che il ciel ti veda /
seder su l'auree se-, / ché stavan ginocchioni a questi e quella / del
purgativi né avessero mai soccorren- ze, ché saria stato pure il bell'impaccio il dover
, tenetevi stretti / a giudicar: ché noi, che dio vedemo, / non
tagli cheli'ovra gli onori, / ché mal predica gente / chi è per sé
di subito esser predicatore apostolico, poic- ché non è piccol dono di dio che un
amore; ed hai male studiato, / ché guardar dèe ciascun d'esser ben netto
'prediletti 'non è voce poetica; ché veramente la parola * diletti 'vuol
m altra maniera farci avveduti, accio- ché dalla predimostrazione argomento prendiamo ogni conoscenza consistere
4-77: di queste notizie mi appago, ché forse è tardi per rispondere al richiamo
, 312: né fato né sorte, ché non si dànno questi termini fra
, predoni, oltre ticino, / ché ben per la fremente aura lombarda /
bene cotesti signori, non solo col caffè ché già si intende, ma ancora con
/ prego che rende ivaccio, / ché non è bel procaccio, / né piacevol
; / poi gli allegra di me, ché puoi e dei, / pregrando 'l
/ pregovi, siate accorti, / ché già vi sfida amore. -in
]: può pregare dio per me, ché senza di me la farebbe male.
, / merzé n'agio precato, / ché m'ài in tua pregione. dante
vale dare a duecento la limosina, ché di subito ve ne sono raunati altrettanti;
del dolor mio ministro fui, / ché 'l pregator e i preghi eran sì ardenti
odio non si maculi la giustizia, ché v'è posto da dio. m.
i'verso ricchezza far potesse, / ché poco parve che le ne calesse, /
/ già non si fa per noi, ché non bisogna, / ma per color
pregiar vertute. idem, xxx-36: ché 'l saggio non pregia om per vestimenta
è di natura un mostro, / ché sapienza non pregia il sesso imbelle: /
non tu om di gran nazione, / ché quanto più de vii, più de
che le sue cose sprezza, / ché pur ad altri vien talvolta in pregio:
266: serva io ti sono, / ché tal mi fé fortuna, e io
/ del mio presio gradire, / ché fallire -non vole e non porria. rinaldo
, porria drittamente esser blasmato, / ché più è nauti donna che pulzella. mazzeo
al cantar mi son miso, / ché 'l suo fin preso il fa, tanto
fama dà all'uomo una seconda vita, ché perch'egli muoia, non muore lo
che la furia del popolo di siena sostenevano ché la guerra non ci rompessino adosso.
, / non è da curucciare, / ché tutto toma a danno. istorietta troiana
giunse mai la gloria antica, / ché non ha pregio al merto vostro eguale.
bisogno di rifiutare nessuna delle cose finite, ché, anzi, riperderebbe dio senza di
ii-335: non glie li dico: ché una volta detti / quei versi perderebbero
con tanto pericolo sia bevuta da me, ché questo sarebbe non bevere acqua, ma
e prestigio. dante, xxxviii-62: ché 'l fo perché sua cosa in pregio
vostro nome in pregio saglia, / ché 'n nulla parte sì saldo s'intaglia /
che le sue cose sprezza, / ché pur ad alto vien talvolta in pregio.
studiato la retorica di fresco mi progiudica, ché non si può camminare del pari.
inverso li miei sudditi m'appressi, / ché il trattenermi di vantaggio fuora / pregiudicar
il secretano abbia da osservar inviolabilmente, ché così si camminerà sempre ad un tenore
piante, nessuna sorta di robe, ché sono molto pregiudiciali colle loro benché piccole
di me fra i vostri compagni, ché so io per buona via che molte
signoria si passi questa disgrazia allegramente, ché così fo ancor io, sperando che ci
/ tu sol mi porgi aita, / ché myha'del tuo valor il cor sì
nome di tal valle péra; / ché dal principio suo, ov'è sì pregno
aspirazione. chiaro davanzati, xxii-42: ché 'l fantino spess'ora / chere volare
cotal fera [l'invidia], / ché non istrugga e pera / per lo
questo onor sopra le cniome, / ché le lor canne non son battezza
gusto, credo, di farsi fottere, ché credo lo facesse e 0 faccia per
forte piè la buia strada, / ché già solea calcarla il grande erode,
l'usiam far cogl'italiani insieme, / ché non si può far solo: /
/ seguir più l'opra ornai, ché 'l tempo preme. 20.
, 2-380: aprite, signore, ché preme. tommaseo [s. v.
dar non gli poteva aiuto, / ché non avea per sé: sicch'alla colla
gli conviene dare a parenti o amici, ché niuno vorrà parlare per loro o raunarsi
palermo... oppur da napoli, ché non ne mancavano intesissimi di tali reali
, donna, ti cale, / ché tal premio ne rendi a chi ben t'
, 288: costei fu la prima, ché la freccia el per- cuosse l'orecchio
bisticci, 1-i-441: era liberalissimo, ché in firenze donò assai cose a più
benché con gli occhi lume / veggia, ché l'alma umana che non sape /
il tuo fagotto e mettilo in barca, ché vi ha pisciato su il cane di
fortuna ti si volse in contrario! ché prima ti presono il figliuolo e ricomperastilo lire
blasmare, zo mi sembra, / ché voi volete stare / papa e 'mperio,
10 terzo stato claman per adiuto, / ché, senza lui, prenno mala via
due volte caccia 'l via, / ché gli è presa la via -di non
secondo che la sua natura ne prende, ché senza dottrina non la puote [la
.. chiesa, non per orare, ché non erano cristiani, ma perocché si
più contra me l'usata prova, / ché amor, quando si presso a voi
anche uomoni sono stati o saranno, ché tutti siam pur sempre, a ben prendere
, prèndati pietà dii mio languire, / ché di suffrir tal morte 10 non son
1-17: prendi riposo sanza pigrizia, ché lo stare ozioso non è sanza peccato
unde del vagegar prendo sospetto, / ché, s'eo trovasse mergé pur un poco
« va'via » gli disse « ché la tua grugnesca fisonomia mal ti prenunzia
preparamento per operare a suo tempo: ché forse, ove piaccia alla divina sua maestà
: svelatami liberamente il cuor vostro, ché a qualunque nuova più trista ho preparato
non dite così per darmi spene, / ché già l'anima mia sta preparata.
giunta la correzione della disciplina della regola. ché, se non così si correggerà,
foscolo, iii-1-294: noi provocar, ché prepossente è l'ira / di sommo
smaltisca il vino in santa pace, ché sarà meglio. -vicario foraneo.
prerogativa di lui, parlando francescamente, ché dicono a ogni oltramontano lombardo, fu
le chiamate iuridicamente erano le seconde; ché in queste seguitando il popolo, come spesso
spezie], fa'piccola presa, ché è di grande sustanza. -acquisizione
; pretesto. abbracciavacca, xxix-14: ché 'l gran valore prima si provede /
affetto non se. cci acorda, / ché vói altro ca vedere! / cà
: -passiamo un poco per di qui, ché sento un non so che mi dice
pensava / vederti qui fra noi, ché da'primi anni / tal presagio di te
cominciarono i pontefici a scemare il numero: ché prima erano ventotto presbiteri, diciotto diaconi
non vorrei vi fussi fatta prescia, ché in cotesta opera vorrei che voi avanzassi
mensa privo, /... / ché per più pena mia ciaschedun divo /
delle cose belle e significarne altrui. ché non ancora ho potuto, e sorrida chi
di madonna la su'altezza, / ché splende oltr'a li ciel'la sua chiarezza
però non ebbe idio comencia- mento / ché non fu 'nanzi a. llui cominciatore,
chero, i... i ché senza naturai dimostramelo / non ho talento
; / in presente si discinge, / ché tanto è cortesissima. francesco da barberino
par., 7-24: tu ascolta, ché le mie parole / di gran sentenza
man lassato ho il core, / ché il dì ch'i'vidi acceso del tuo
. panfilo volgar., 77: ché tanto solamente tu vi'lo volto de
i rutilanti rai / girti d'intorno, ché ti stavi in mezzo, / una
determinata. chiaro davanzati, xxxviii-24: ché. llà ove fa aparenza / lo
, e marco bello secondo, / ché non v'era persona di presenza, /
intellettive è il solo parlar proprio: ché la presenzialità importa due entità che abbiano
grandissima cognizione di molte cose divine, ché 'seppono ancora talmente la natura de'demoni
siate preservati, aiutate e poveri, ché dio ha dato la roba al ricco perché
no, perché non ebbe peccato originai, ché ne fu preservata egli e la madre
zioè uxendo tal cosse per preservazione, ché cussi non incorano tal generazione di vermi
veementi preghiere per rimovemelo e ritiramelo, ché, essendo prencipessa cu gran qualità,
un ricchissimo presidio, a lei ricorro ché col soccorso suo può facilmente, non
non dirò mettermi in istato di ricchezza, ché ciò non desidero, ma levarmi fuor
o del gallo su 'l cantar? / ché se tu lo tieni preso, / peso
uno fante, o masgio o femina, ché io lo sento. -colto in
, non s'affissi molto, / ché resterà subitamente presa / fra mille meraviglie
[amicizia], prezente io stando: ché quando amico ad amico è pressimato,
presso, lo sfida a battaglia, / ché crede ben fargli votar l'arcione.
tempo, e ognor si sface, / ché del suo immaginar si truova fuori.
: polibio, andiamo in casa, ché oramai egli è presso l'ora di desinare
or apparecchia pur l'arme mentite, / ché 'l giorno ormai de la battaglia è
di essa soleva essere presso prelati, ché quasi tutta l'isola è divisa in abbazie
i-vm-67: non dubitare della fede mia, ché quando e'non ci fussi l'utile
maggior quanto è più bella, / ché sempre intorno a quella / o la madre
vi-430: urlate,... ché il dì del signore è presso. savonarola
multiplicano sempre peccati, e però di'ché il fragello è presso. g. m
si confida nel suo proprio potere! / ché, quando aver li par più fermo
quando piove e tira il vento; / ché la vai più d'una veste di
pressura che gli facevano li svedesi, ché anche il fuoco gli prenunzio sciagure abbruciando
in man che non durerà molto, / ché, se durasse, fia contra natura
cagiuso, non è buono per noi; ché sapi ch'e denari ci sono valuti
pare che vadia per il contradio, ché li contadini prestano alli cittadini. b.
quel prestabile / sermon fussero stati, ché 'l silenzio / da for contem- pto
prenzi debbono dispendere largamente e prestamente, ché poca cosa basta a sostenere la sustanzia
solo eminente /... / ché più l'ultimo giorno ognor ci chiama.
non pagar pur d'atti belli, / ché ne prendon sicuranza, / cheggionti magior
: il segnor te fo cortese, / ché 'l suo ben volse a te prestare
!); / ed anco più: ché presta e tolle vita. cavalca,
de fortuna se pò lamentare, / ché li prestò sì dolze genitore / che se
el catino ntomi,... ché non ci si truova de'sì grandi:
, e non è dei soli economisti, ché anche i giuriconsulti hanno voluto ficcarci lo
solo; / va', toma presto, ché di fame io casco / e soprattutto
il balenar viene subito alla faccia, / ché presto l'occhio può veder la luce
12-57: ella non perì già, ché alcune donne / deposer gli archi e al
amor mi fece esser più presta, / ché più e tanto amor quindi sù ferve
angelica tosto il freno torse, / ché del guerrier, ch'a piè venia,
. / mercurio a te gli diè, ché non in vano / ti fé presto
mantua non credo serà cussi presta, ché prima andarimo ad urbino, poi de lì
e la prego di presta risposta, ché 'l caso la ricerca. b. segni
presto si'a tua voglia, / ché quegli e detto saggio / che * n
e non leggero stimate perder fama, ché menore male serea perdere vita. seneca
quel ch'io scovo in carta, / ché a'vostri cenni sarò sempre presto.
trattato non andò molto in lungo, ché fu accordato per sei mesi di neutralità
saver e'nonn-è im presto, / ché le prosiede bene in sua masgione. onesto
, presontuosone, sta'in dietro, ché per la croce di cristo ti do d'
così presto il tuo male inremediabile, ché questa imaginazione è il maggior mal che
africa a fare guerra, imponendoli pena ché non si partisse da'sacrifici, non
altro che la domenica,... ché non era di quei pretucoli che corrono
alcun poco o mandassero alcuno cercandomi, ché sarebbero soddisfatti appuntino; cessassero intanto di
18-37: sì andrencene passo passo, ché / se bene i'sono un po'stracco
à mandata, ve la mandarà, ché non può preterire che così non facci
pretta, e avarizia della comunità, ché date licenza, pagando certa gabella, possano
, un solido è potente, / ché la mole del solido prevale. spallanzani,
lo tiene; fativelo dare e provaletevene, ché so'certo che lei non mancarà di
bisogna alquanto prevaricare dal mio assunto, ché, avendolo sinora dimostrato un savio dissimulatore
regole nostre ammirativi e stupidi rimaniamo, ché per ignoranzia sappiamo non esser fatto:
piccola né grande che vi sia, ché sareste rei (fi prevaricazione. tarchetti
mai. i'lo vo'prevenire, ché così s'arrischierà a dirmi qualche cosa.
/ fugge, ma spesso indarno, / ché prevenuta è dal malor la fuga.
all'incontro il criminale al civile si- ché l'uno dipenda dall'altro, in tal
, armando! alzati da queste piume, ché non è tempo più di riposo.
qual fortuna mi s'appressa, / ché saetta previsa vien più lenta. antonio
la ricca e preziosa testa, / ché pioveran le chiome i nembi d'oro
o con versi o con frottole, / ché non prezzan due trippe / la fontana
il mio voler ne sprango, / ché v'è chi dice il ver mortai nemico
/ e disiato da persone sagge, / ché de l'altre selvagge / cotanto laude
che dal suo viso m'asconda: / ché come fior di fronda, / così
nobili pur per l'anima razionale, ché siamo fatti alla immagine di dio,
propormi nuova / inutil opra fia, ché a un prezzo iniquo / non compro
cose ben fatte è in loro, ché di fuori non ha niuno prezzo sufficiente a
e assai de'letti affanni, / ché... prendon mogli per le quali
dell'opera come ci è ora, ché quasi tutto il commercio della russia è trasferito
, / retrova l'amor pria, / ché forse non è bon sanza lui gire
pregióne / dove bellacoglienza fia murata; / ché 'n altra guardia non fie più lasciata
/ il mi'fantin savere: / ché 'l fantino spess ora / chere volare,
farti onore, / sendo de'tuoi, ché tu facci ragione. f.
, se non per prexone. / ché nei peccati sì me son sommerso / e
mi deggio doler ai quel legame, / ché dolce la prigion, caro l'impaccio
ti sta dipinto: prillati un po', ché vo'vedere come ti sta di dietro
guardare da ria fama, / ché non è cosa che l'amor più tima
mondo no nostro bono è riccore, prima ché, come senaca dicie, ciò che
: cioè, in prima, generazione, ché se non ci fosse generazione, non
/ però invisibol ven la 'namoranza, / ché null'omo lo sente prim'è nato
quando s'aprende tutt'à sottiglianza / ché 'n meve sede e ven dissimulato. dante
venga il fredo e 'l stizo, / ché 'l primadizio fa caspo e radize.
: godete, godete et esultate, ché 'l tempo s'approssima che la primavera
abbondantissimamente ha satisfatto cristo per noi, ché non potevamo, ma a terrore e acciò
, vi-664 (7-14): oimè, ché solo a dirlo par ch'i'smalvi
come del giuoco d'uvil maverria, / ché 'l capo da lo 'mbusto partiria
prima chiamasi, ma sola, / ché 'l giglio e la viola / cedono e
vagheggia e meco si consiglia, / ché son più cara e più simile a lui
danno retta alla prima, ricorrere ancora, ché a forza di ricorrere s'ottiene.
dell'amore] e datemene piena cognizione, ché tanto obligo ve ne terrò quanto di
ancor spesso fa ragion con dio, / ché questo è principal consiglio mio. leonardo
principalissimo di tutte l'altre membra, ché tutte le illumina co 'l suo spirito.
di diritto mezzodì sono di fiero pericolo, ché 'l corpo dell'uno e dell'altro
principale 10 prestava un'attenzione devota, ché non avrei voluto perderne una sillaba.
mettersi a sì fatte cerche disarmati, ché mettono a pericolo loro e tutta loro
entrino pure senza paura i principianti, ché a loro sicurezza sono scalette per discendervi
la rana e del topo; / ché piu non si pareggia 'mo 'e
principio e non venne alla fine; ché noi non potemo sapere quanto il mondo si
nome di tal valle pera; / ché dal principio suo, ov'è sì pregno
mento e 'l principio del casso, / ché da le reni era tornato 'l volto
la poesia e la ricercata nel suono, ché tutte queste cose sono cominciamenti e come
98-176: metti questa cappellina in bucato, ché io la vorrò rendere al benci,
io la vorrò rendere al benci, ché debo'essere stato il principio di tutto
punto e lo cerchio...; ché, sì come dice euclide, lo
più disci; e pon'cura, / ché 'ntes'ho che compon'd'insegnamento
/ non la si tiene ascosa, / ché dal principio ch'ai corpo si sposa
ii-168): dormi, vita mia, ché io vo'andar in coro, perciò
egli [cristo] è verità, ché chi sèguita la sua dottrina riceve lume di
/ com'solete non fate, / ché moro in veritate, / s'10 no
mi dicono: or che fai? ché non ritorni / al giogo usato, ai
maggiori e siate sottoposti a loro, ché egli vegliano sì come possano rendere ragione
t'ami / in et- temo, ché tutti èn una buccia. / e ben
... costui pieno di puzza, ché non sarà privalo al mondo così puzzolente
, acciocché rimanessi io vostro amico, ché, posciaché è divenuto quello vostro nimico
me lamento de mia sorte, / ché la lustizia sì me n'ha privato:
però che la fantasia noi puote aiutare, ché non ha lo di che),
ciò non è l'uomo da biasimare, ché non esso, dico, fue di
e di me piatate / vi venga, ché me n'ha sì morte privo 7
erano amanti di bellezza invisibile e incorporea, ché, se avessero amata bellezza visibile e
ben si spoglia o priva, / ché così el ciel e mia nimica vole.
; io dico ancor con parenti, ché lo stretto dir di sopra dà generai dottrina
ma le paghe loro sono eccessive, ché danno fino a venti o venticinque fiorini
1-14-202: noi co- nobb'io, ché sott'altr'armi venne / e guerrier lo
tenga persona questa parola a favola, ché suthone dice che comillo libam fu molto
contrario di quello che egli vuol dire, ché la lettera 's 'preposta a
/ tanto fece buon servizio, / ché d'ogni beneficio / fu ben privile'
dove calpesta; / perciò bestemmia, ché non par suo fatto, / e dice
/ patria mia!... ché te privilegiando / l'esule, ai voti
saria esso bello mai amato da lui, ché i privi interamente di bellezza non hanno
innanzi che a voi: ché son privi di gioventù. manzoni, pr
/ ragione gli porge privo, / ché fuor di quella legge / che matrimonio
posare, e prò ti faccia, / ché tutta notte hai cavalcato a caccia.
di vederci rimborsati:... ché... ci saranno posti a credito
che si possono avere sanza troppo amare, ché dio non comanda a tutto lasciare.
si può. -non dite il vero / ché il flagellare i vizi ed i furfanti
ma ella è di grande previdenza, ché ella procaccia la state di che ella
e bono procacciato credo avete; / ché dove auro perdete / intendo procacciate sapiensia
m'ascolta in cose divine, / ché arte non vale se non si procaccia
iacopone, 91-142: fede se cessa, ché gli è dato vedere, / speranza
/ e lasci la fortuna trapassare; / ché talor molto corre chi va piano:
alla donna]: « va'procaccia / ché del tuo ventre arai di caro preda
/ galdete dunqua, e vaccio: / ché de volere vano e forssennato / retto
, / prego che rende ivaccio, / ché non è bel procaccio, / né
di cui fosse il procaccio, / ché fu di certi di questi paesi / e
o volontà è detta diritto, ché a diritto si conforma in ciò ch'
et onore / e laudato riccore, / ché si vede / chi procede / sì
comizi, né debbo però far passaggio, ché talmente tra i cittadini si distribuiscono i
impero / in diffinire errato, / ché prima puose 'l falso e, d'altro
avanti procedete in poco d'ora, ché già volete saper chi sia mia dama.
quello nominare franchi procede da'franceschi, ché tutti ci appellano franceschi. castelvetro,
aviene sì sofferrà con eguale animo, ché sa che ciò è avenuto per legge
questa cotale confessione non vale niente, ché già non procede da cuore compunto e
, paternità ed amor tennevi loco, ché forse no vi fu unque o fuvi parvo
grandina in perle e in diamanti: / ché non sanno que'frigidi amanti / ch'
invochi gli dei, almeno dai gesti, ché non s'odon le parole a cagione
pittura, musica et alchimia, accio- ché possano con uno ramo di esso, a
non sei gravato da altra fatica (ché non fatica, ma dolce strastullo si può
aprite li occhi vostri e mirate: ché, innanzi che voi foste, ella fu
confessioni 'a parlare di sé, ché per lo processo de la sua vita,
si ridea del fiotto. / (ché il mar turbato avea la fata nera,
a cavar me d'esto proscinto, / ché di servire a dio ho molta sete
, e la procura debbe permetterlo, ché ancora non l'ho letta. tasso,
co'suoi modi gentilissimi se lo componga, ché io le ne mando la procura gentilissima
, pura, la mia mente, / ché pria saccentemente alto procura. s.
mi provederà senza che io m'affatichi, ché certo le son parole da persona di
all'ordine d'uno buono vicario, ché n'abbiamo grande bisogno. tortora, i-64
procuriamo la propagazione del genere umano, ché così serviremo ai voleri di dio. muratori
a sborsar due mila oncie d'oro, ché tanto importava la taglia di rolando.
tolto a prezo e mandato alla squola, ché quelli imprenderebbe e non tu.
il popolo di roma avea lui trattato, ché di troppo grande procuragione e briga avea
/ in proda per le botte, / ché poria in scontrando / et in iscoglio
, ma per lo vostro prode, ché al vecchio è vantaggio di passare di
tempo, e molto piacque al marito, ché, per lo bello tempo, v'
altere lode; / deponete il cantar, ché nulla prode, / poi che non
giovane molto cortese e quasi prodico, ché le sue ispese erano vane e boriose
pinto voi credo in memoria, ché prod'omo non obrìa mai beneficio. francesco
vanti libia con sua rena, / ché se chelidri, iaculi e faree /
bella tu te 'l sai, / ché mai natura non produsse riso / che simil
da sua nativitade ne lo suo corpo, ché non fu elio di ciò fattore,
, / no 'l lascerai per ciò, ché questi sono / di memoria maggior,
: producea in lungo la cosa, ché al giovine / non volea dar repulsa né
[la terza parte della canzone]: ché prima si propone a che la scusa
a la vertù celestiale..., ché a me medesimo pare maraviglia come cotale
iii-441: non è da proemiar più, ché assai mi resta tuttavia del cammino.
per f f ché li omini inanti a me nati hanno preso
introdutti nei ragionamenti, esser già morti: ché, oltre a quelli de chi si
sua bontà prende il proemio, / ché, essendo sì perfetto in sua natura,
tron d'esca profana un ardor pio / ché le bellezze di terreni oggetti / son
farà con doglia al cor pavento, / ché mai l'arco d'amor non tira
imbucarsi loro quotidiano, gli arnesi, ché non fossero toccati dagli odiosi profani.
, fuor, genti profane! / ché così caste lodi udir non lice / ad
avrà buona / come lo sa! ché questo è appunto un torgli / la sua
terra, non voglio ch'ammiri: / ché chi 'l vide qua sù gliel discoperse
sei stato ministro del tuo male, ché s'avessi proceduto più umanamente con leandro
dal profferire, / disse filena, ché d'una tal morte / non ti risulterebbe
la quale è pietra forte e ferma: ché sono di più ragioni pietre da macinare
di voi né della casa vostra, ché troppi obblighi vi professa questo santo luogo
per dubbio d'esser detta crudele, ché tal concetto non s'accorderebbe con la
. botta, 6-i-117: i libertini, ché così chiameremo con vocabolo antico coloro che
: nacque servo [il signore]: ché fu fatta per lui professione sotto la
è ancor monaca, come sai, ché non ha fatto professione, la priora vuol
fu cosa mirabile quanto egli era eloquente, ché non suole essere professione di frati.
, lxxx-3-436: non parlo di fantaria, ché non ne fan essi [gli ungheresi
puoi pigliar moglie a chiusi occhi, ché tutte ti governeranno, terranno a mano la
più che non portano quattro somari: ché questo è il proprio de le donne,
se io ci stesse di necessità, poi ché io fusse professo mi converrebbe escire dell'
della lingua) cancellate per errori, ché elle son bene antiche, ma non cattive
campo segnor che lo sporta, / ché lo profeta merlin ne raporta. novellino,
il timore vi soggiochi: seminate, ché la raccolta verrà a suo tempo. praga
poetica naturale stietta con alquanto di profetica, ché questo certo era divino in lui,
si deve / fuggir da tutti, ché molto dispare / troppe in ogni parlare /
vuole sapere divegna umile come fanciullo, ché a cotali insegna il nostro signore iesù
ella chiedesse quanto le pareva profittevole, ché al tutto si provederebbe. a
profondo, o male cupi- ditadi, ché io voglio innanzi profondare voi che voi profondiate
, tanto che uscirono del passo, ché non aveano contasto. boccaccio, dee
omeri: qui stette lunga pezza, ché l'arena era profonda, sino a tanto
i-9-105: virgilio più non parla, ché la morale filosofia non può intendere cose
queste acque chete si rimane spesso, ché non mostrano, e son profondissime.
bene. / dimmel tu dunque, ché 'l caso è profondo, / tanto ch'
profondo, o male cu- pitadi, ché io voglio innanzi profondare voi che voi profondiate
questo modo sono tutte le creature, ché tutti stiamo appiccati, e tutti ci attegnamo
paura doveremmo noi stare per non offenderlo, ché non ha se non a
restituire / al sacristan della consolazione, / ché yl bevera- gio li farà partire.
mostro] nel fuggire spesso, / ché non aveva il ribaldo mutande, / e
tutto a perdere il suo vigore, ché e'cominciarono a campeggiare ne'profumieri,
questo, come progenie di un mussulmano, ché infatti il sudanese omar era convertito altislamismo
porta cerbaia..., ché li avrebbe consegnata aperta la detta porta.
produsse tutto in un solo istante, ché tutto seguì la legge di progressione.
cooperando con lui, l'agevola. ché la grazia è necessaria sì al principio
per noi, uomini del progresso: ché appunto ciò dicendo diverreste retrogradi.
il tonno ne vide appena il principio, ché si fermò m quei pressi dodici ore
lieve che non possa contrastare: ché, se per la propria gravezza non ce
già per maggior copia, / ma ché, accadendo far proli gemelle, /
, perché siam dietro a'prolegomeni, ché il resto è compiuto. b.
questo capitolo per mazuor suo socorso: ché certo io spierò tal prolixità non
dove manca ogn'alto stile, / ché parlando son rauco in sì gran tema
rivedere il latino al mio puellulo: ché chi fa questa professione eruditoria mal può
la poesia e la ricercata nel suono, ché tutte queste cose sono cominciamenti e come
narrami pur quel che tu vuoi, ché, quale / sempre fui, di sempre
par vostro è don d'iddio, / ché servite gli amici col non posso /
il bavaro prolungò l'andare nel regno, ché, se ito vi fosse sanza indugio
alcun d'essi / v'era (ché v'era pur) che da sì fiero
stravagante ed inquieto nel suo conversare, ché a chi ne dà ed a chi ne
le siepi; e la seguirono, ché sembrava promettere un orizzonte più raccolto. alvaro
far fondamento sopra le cose trattate, ché, se bene il convento non serà
prometter quel non crede fare, / ché, quando egli è un gran promettitore,
così cortese promettitore della mia onestà, ché per certo, se forza non mi
pronti e prominenti assai in fuori, ché sotto e attorno vi capischino molte persone
nostro, non aver pavento, / ché dio mantiene le sue promissioni. imitazione
: ah ria fortuna per guido! ché, se aiolfo avesse conosciuti e'cugini,
, in quella sarebbe ella franta, ché chiaro appare che per le orazioni s'
ogni via, non dirò di quiete, ché non la esigo, ma di poter
bi- sognòe la tua persona / (ché così era già pronosticato), /
che sono tutte prontate di palme, ché mirabile cosa è a vedere in pietre
e e monte, i-xi-24: ché si vede il leone / che sua potenza
manca però commodità tale per farli, ché, quando si volessero disporre ad edificarli,
questi capei tingi / nel color primo, ché di fuor la scorza, / come
sarà fra poco spazio di tempo, ché la varietà delle cose del mondo è
essere, ad averne gelosia, pero- ché gli accidenti del mondo son più pronti nei
senti, per che mutulo taci: ché se ce la sentisse, sì feroce e
ch'io ri esorto e laudo, / ché la pronta obbedienza è dolce e lieve
l'obbedienza dev'esser pronta e pura, ché per lei non è inconveniente lasciare ogn
operare se non uno per volta, ché altrimenti, in vece di propagare la specie
la tua stirpe propaghisi eterna, / ché felici saranno l'età. foscolo, iv-357
.. è miglior propagginar le viti, ché la vite studia ora di fermar le
procaccierian, se non mutavan stile: / ché se di lor propagme non fanno,
lasciate uscir questo partito / di man, ché voi lo piangerete. -ehimè! /
tuo noviter nella mente conceputo pensiero, ché dirò poi in che sentenza io cada
optimo voler suo, per ché, cussi facendo, saremo promptissimi ad ogni
pura gentilezza della sua solitudine, e ché non la ceda neanche al colossale propileo
né andar più svagando a saltarello: ché, se ti fei dar da bere,
appiccati per la gola,... ché vogliono, da coloro da chi comprano
sia coagulato da una certa virtù, ché m vero non è di solfo, ma
che per- d'ogni vertute: / ché le cose propinque al lor fattore / si
, / né accostar mi se può, ché 'l ciel no 'l paté /
sapeva da te tormento e doglie, / ché, se il favor del ciel t'
dua amanti a questi eguali, / ché se l'uno arde nel foco, /
. g. cavalcanti, i-xlvn-14: ché 'ntes'ho che compon'd'insegnamento /
meglio il ragionare che 'l leggere, ché il ragionamento fa ammaestramento e,
abbiamo già noi a voi tanti oblighi, ché anzi di voi dolersi possiamo che,
fu perdente di questa contesa, / ché tal proporzione avea con quello / che
marsilio da padova volgar., i-xm-7: ché. ggiassia che per loro e'non
ignudo. passeroni, iii-106: aspettate, ché adesso mi rimembra / una storia la
proposito / a sì fatto mestier, ché cotesto abito / non è da negromante.
cienturioni solo non è a proposito, ché è falito raconcio. della robbia, no
, datemene un po'di avviso, ché ve ne sarò sommamente tenuto.
ne la ret torica: ché la rettorica è soavissima di tutte le altre
ciascuno numero per le sue proprietadi, ché nessuno di loro può essere parte a
del grano e tutte le vettovaglie, ché se io presto a uno una misura
non ven di saggio loco, / ché foll'è chi s impronta di volere /
face -e si riprende, / ché non è per natura / la propia pintura
cotal dà di te copia, / ché tu se'nata propria / per dispregiar li
: questa passione di cristo, avegna- ché fosse per la salute di tutti comunemente,
che frutto lo'dà la disobbedienzia, ché, se fussero obbedienti, osser- varebbero
se la prendano essi se la vogliono, ché il vangelo comanda di far carità col
dio, come piatosa altezza, / ché 'l proprio di pietate e gentilezza. varchi
fazio, i-9-78: erra certo, ché, sestando il suo tondo, /
parole, / non dica ascesi, ché direbbe corto, / ma oriente,
in universale tutti i teologi, awenga- ché persuasi dalle medesime loro discrepanze della vanità
glutine della palude impedisce l'ira: ché così né si fa cote della fortezza
, / a ftia si rieda, ché (tassai fia meglio / al paterno terren
mesi da essere rimessa alla repubblica, ché già finita era, in sei altri mesi
prorompere in un atto di libero arbitrio, ché in libertà di volere erano creati e
cent., 28-18: questo basti: ché matera nuova / pigliar convienimi e seguitar
suggetto di quel che volete, / ché la memoria è fatta rugginosa.
veduto giove porsciolto il furore, / ché i voti eran già 'l tempio della rade
genere). latini, 1-2890: ché poi che del peccato / mi son peni-
riposatevi... con cuor sicuro, ché quinci son le cure sbandite, stan
1774 supplicavano fossero accorciate le vacanze, ché troppo recavan danno al proseguimento degli studi
guittone, i-3-142: beati poveri, ché regnio del cielo è. lloro;
è. lloro; che possegon terrene, ché tutte mondane divisie son d'omo fedele
innanzi che tu consumi lo matrimonio, ché, così facendo, iddio ti prospererà.
allegramente il cammino che avete incominciato, ché sua maestà vi prospererà sempre. ariosto
coraio, / en prosperitate umele, ché 'l sa far per usaio. idem,
una sola nave, o della continovanza, ché da poi non fumo trovati corsari?
dia ordine per la restituzione dei bestiami: ché altrimenti il convegno si farà con non
i vari oggetti di un medesimo piano, ché se mancasse a questa legge, tutta
, 4-196: né m'affatico molto ché mi veggo giungere ad un tempio smisurato
della pittura quand'ella è bene intesa, ché, a star qui, tanto m'
: venite quadri, orsù liberamente, / ché noi, come voi, siamo;
e facili, non strane e fastidiose, ché i costumi si pigliano da quelli coi
de'magi, imperocché significaro la fede, ché vennero ad adorare cristo...
la cagione perché venuti fussero costoro, ché tutti quanti gli erano attinenti e prossimani
esso istando foro / lo fa sentir, ché ci pon simiglianza. -spiritualmente
gli sarebbe non montare in jerusalem, ché. dda. nniuno era constretto, che
gridi a me medesmo incresce, / ché vo noiando e prossimi e lontani. alfieri
cioè per amare idio e 'l proximo, ché sanza ciò l'umana gente non avrebbe
sposarmi avevi un tal dolore, / ché non mi uccider pria con man proterva
buone protezioni, qualche cavaliere di peso: ché con questi mezzi si sana ogni piaga
v'era il re de'sacrificuli, ché così si dimandava il maestro delle cerimonie
può protrarlo di là da 65 metri, ché fi lo arrestano la virtù romana e
la chiocciola su la scrignuta schiena, ché tanto suona l'epitetto 'limaces '.
fate pruova se la spada taglia, / ché qui si fa valente ogni poltrone.
spirituale: / descemese a la prova, ché ven men la potenza / patere onne
ne'tormenti / serva la legge, ché poi non ten penti. dante, xviii-8
e usar tutte pruove / nobilitarla, ché è cosa miranda. poliziano, 1-429
, 7-84: non superbir però, ché me qui vedi / apparecchiato a riprovar tue
/ e anche ben barbati vengano, / ché quante più radixe le averano / tanto
più contra me l'usata prova, / ché amor, quando sì presso a voi
vide che 'l difetto veniva dal gallo, ché la gallina era di pruova. razzi
vera, / entenderolla a destritto. / ché onne bono omo spera / che eo
va pur via innanzi ogni presenza, / ché litterato essemplo spesso giova, / e
senso è certo e non vuol prova, ché egli e prova; ma la ragione
forse ancor per complice impiccato, / ché questa non sarebbe usanza nova / che a
tener alta quanto vòle, / ché la piu bella donna è che si trove
sia pigmeo, / ché non feo / guerra mai che con le
« andiamo a la taverna, / ché della mie vita si è 'l giardino »
calore / vedendolo lucente ed ismerato, / ché, se provato avesse lo suo ardore
finalmente non si paga mai: / ché quei meschini disperati e stracchi, / a
io ti trarrò del generale, / ché par che tu ci voglia manicare;
: / pinovi, se sa; ché tu qui rimarrai, / che li ha'
povertà a le ricchezze di gregorio, ché tu se'provato d'amare più la gatta
. subord. anonimo, i-606: ché 'l core è quello che mi face amare
dire qualche cosa della mia gratitudine, ché tutto non potrei certamente, io ti
bastati, paulo, la grazia mia, ché la virtù si compie e affina nella
amori / e li versi novelli, / ché fan si dolci e belli -e divisati
344: non l'auso dir, ché la mente ò raminga, / né da
darmi aiuto non vi sia fatica, / ché all'ultimo sono della mia vita.
petrarchevoli pandette / legge a noi son, ché, come laura ei noma, /
iudizio a altri non spoglia; / ché l'enfluenga a l'organo pur dona /
dir non com sofista persevèro, / ché, volendo a l'empireo esser provetto,
trapani). mandagli quel leopardi, ché l'avrà molto caro. ferd. martini
costui in su la groppa, / ché non è spirto che per l'aere vada
, 5-i-131: non provocare, goliath, ché, se io cavo fuora un'altra
non providivi, / attennete a nui, ché 'l farim craie! boccaccio, dee
di corte e provedi a'casi suoi, ché a me non piace che ella a
vegio, amor, non vedi, / ché ver me non prevedi; / con
: mira l'alto preveder divino: / ché l'uno e l'altro aspetto de
or prevedete ad una cosa, / ché lungiamente l'aggio udito dire, / che
ho che darti: gioca al lotto ché dio ti prowederà ». -rifornire qualcuno
può nuocere. abbracciavacca, xxix-14: ché 'l gran valore prima si provede / che
anzi ch'egli si provegia- no, ché lo inducio nuocie senpre a coloro che sono
andava provvedendo dov'egli si potesse fermare, ché meglio stesse ad agio. statuto dello
parla come per colui che dèe udire: ché se 'l parladore è mal disposto,
che pro- vidde colla sua sapienzia, ché questo era convenevole e bastavasi a noi
al tristo ove gli scade, / ché a cui non vói aver provedimenti /
ti paia cosa che si sogna, / ché chi vuol quelle gente pigliar tosto /
vino e vettovaglia assai cammelli: / ché, come e'fieno un poco riscaldati,
gran provvedimento nell'acqua e mantenimenti, ché non si dava se non tanto che
. or quale è il loro provveditore? ché certo essi né seminano, ne mietono
in credito per le buone parti, ché del suo saper essere si era procacciato co'
chiari, i-28: alloggiava don massimo, ché tal era il suo nome, nella
, è una confidanza mal sicura, ché qualunque è signor di un paese piano.
consiglio / sescalco né sergente, / ché da tutta la gente / sarai scarso
noi l'avemo assai chiaro veduto, / ché orazion, vigilie né fatiche, /
e provveduto e sùbito acquisto di guerra, ché mai per forza né per altro modo
levossi questa feminella, e atollo: ché peria in una vile fossatella d'acqua
ma ella è di grande previdenza, ché ella procaccia la state di che ella
mala prowedenza non era guardata, awegna- ché malagevole fosse a guardare, perché era molto
doctrina / di donna medicina, / ché son tenuti a morte / di quel che
sortano è stata sempre trattata bene, ché, grazie a dio, non siamo ricchi
lo sdegno d'un re alunno-di-giove, ché da giove gli vien l'onore e 'l
ragno né pulce essere / voglio, ché mi potrebbe troppo nuocere / ogni picciol
strozzi, 1-605: non riuscì loro, ché furono sentiti e ri cor- sono de'
/ che voi m'avete dato, / ché per tante persone / conrien fare una
posso in dimolt'altre cose. / ché del resto vorrei provvisionare / un castratino
5-57: oggi si fa il contrario, ché se uno signore o comune farà fare
che ciascun a uxurare impari, / ché quello è el modo da inpir la scarsella
b. segni, 13: mentre- ché lautrec ancora in bologna, lasciando passare l'
il signor mantengavi la vista, / ché d'appetito avete assai provvista. pascarella,
d'esperienza e stati alla guerra, ché di quantità ella ne ha pur troppo.
pure il bertone ben provisto, / ché con tutti si corca per polcella.
di prua secondo si vede il bisogno ché senza la presenza non si può dare
e però a lui debbon esser commessi ché gli disponga. ammirato, 1-i-37: il
tomba già schiudon la mente, / ché non tentan la turba furente / con
a spasso? andiamo a letto, ché è trapassata l'ora. baruffaldi, 1-8
ii-329: vien mascagni truce in vista / ché su l'uno spera già / e
tener più tanto a digiuno, / ché 'l fior di tua bellezza ha a
, i-ii- 153: ditela, ché mi sentiva prorir l'orecchia per ascoltarne
, nella ben fatta casa, / ché se n'alza il celeste alito al cielo
dentro e vi sospiri / sempre soletta, ché non hai compagne / altre che voci
. non si può porre rimedio senon- ché col rialzamento del concetto della nazione. camerana
pedocchi qua publicamente su la strada, ché non aspetti che tu sii in casa
sia di rado io soglio, / ché studio a mio poter girne nascosto. davila
al numero delle sue consultazioni dirigasi di presenza ché ne sarà convinto. il professor d'
6- i-117: 1 libertini, ché così chiameremo con vocabolo antico coloro che
che dicea, non senza / cagion, ché ne l'esercito de'mori / openione
, se non per peccati pubblici, ché de'secreti solo dio n'è giudice.
riuscirono di poco beneficio agli oppressi: ché, se bene l'aldringher restringesse con rigorose
non abbia biasimo / per voi, ché mi sarebbe malagevole / andar poi per
nobili / persone, come i'fo, ché ma'tenutami / non è porta.
nello sminuir della luna e sieno conservate ché non si guastino e sieno insitate nel
s'egli è pudico, amane mille, ché poco men che tanti n'amò il
che può far donna avea tentato: / ché quella che da l'oro e da
o gentile, il mio pensiero, / ché tu, d'accompagnar quelle pudiche /
tuoi pensieri e tue voglie pudiche, / ché, fatto il chiaro 'orno,
quel prestabile / sermon lusserò stati, ché 'l silenzio, / da lor contempto e
. scroffa, 1-12: vien, ché cibo ti fia dolce e lautissimo / vedermi
potrebbe difendere dalla pugna del dimonio, ché 'l dimonio è fortissimo. abate isaac
gnore; / « fatti sicur, ché noi semo a buon punto ». boccaccio
povero ruggier fu colto al punto, / ché 'l pazzo e 'l savio è da
io consiglio qui facciate punto; / ché, chi da ciò si parte fia ben
cioè a dire delle virtudi dell'anima, ché elli fa tutto e a punto,
a punto e darli bella forma, ché ciò è legier cosa a fare a
incantesimo; ma non la intese, ché, avendolo fatto costrignere per sapere come
io consilglio qui facciate punto, / ché, chi da ciò si parte, fia
mettete. - va'e torna, ché in punto ci troverrai. lanci,
, mettete in ponto le orechie, ché stamane non è niuno a chi non ne
sperimento. -bene sta..., ché quel mio parente ha la persona vostra
1-25: non vi sgomentate punto, ché 'l signor dio vostro è con voi.
mentre che nel cader mi raggavigno: / ché, punto ch'un traballi o vada
in pietra già ne stampomo molti, ché con grande artificio tutto quanto è in
spargimento del sangue di cristo... ché cinque volte lo sparse per noi:
viene finalmente a penetrare quel duro, ché talora il più puntuto già rintuzzato lasciò imperfetta
, a quell'altro punzecchia, / ché di schermir avea l'arte sua vecchia
spesso sen rincoia, / consigliarne, ché novamente ho poia, / e 'l cotant'
, 57: puozzo è il rangifero, ché questo nome di rangifero gli è imposto
una popa da vestire e svestire (ché, quanto a figlia, non ne avea
di pietra / com'è cotesto tuo: ché, se creduto / l'avessi,
è la pupilla degli occhi miei, ché ci ho consumato questa misera vita.
e lassane / la cura a me, ché i'debb'ormai essere / fuor de'
, e fia 'l combatter corto, / ché l'antiquo valore / ne l'italici
(573): toma pure accompagnato, ché, se dio vuole, ci sarà
, e non andaro insieme più, ché santo paolo dicea a santo barnaba:
, e no lo temperare, / ché, se lo vin è forte, la
dargliene, imperò aspetti che vachino, ché io non mancherò di sollecitarne il cardinale
credoti più che non mi narri, ché non è pure adesso che io ti conosco
il piacer tutto in un punto, / ché mal potrà capirlo angusto seno. montale
: tu sia el mal trovato, ché se'pur giunto dove sempre abbiamo dubitato.
scusi e accusi te insiememente ». ché argomento di colpa è, non purgamento
può adoperare in tutti li mali disperati, ché fa miracoli naturali data per bocca in
quindi / non è il purgar, ché molte fila indarno / si disperdon ne'fiumi
composi- zion fui fatto privo, / ché un certo non so chi m'ebbe a
fiume e sassi minuti di fossati, ché quivi calerà ogni feccia e posatura dell'acqua
il cielo, vivete nella vostra purità, ché così voi con l'influenza della virtù
, a te mi fa venire, / ché mai non fo chi mi volesse udire
a garzone di sì cattivi costumi, ché, s'egli è perduto dietro ad una
come... se ne capiterà, ché, credendosi segnare, s'hanno dato
che seguiti il consiglio del medico, ché, ogni poco di purgazione che pigli
con auguri, i... i ché giovenetta donna le tue prove / fa
grande oporto. chiaro davanzati, lx-41: ché 'l puro om mai non guard'a
per questo regno conquistare e avere, ché per altra cagione non ti farebbero compagnia
potea pigliare, ma non vide quello ché gli dovea forare il gozzo e la gola
ogni cosa nel ciel chiaro comprende, / ché la substanzia pura, / separata dal
, e per ogni una poco, ché l'una è quello che si trova per
serventese a dir esto / va', ché per servir resto, / più puro c'
li romani non fecero nullo sacrificio, ché forse puro da onne sangue. bisticci,
così che lor non mostn alquanto: / ché gli occhi pregni un bel purpureo giro
dio, che buono ufficio fate, ché, quando dovreste in tutto rimuovere le
issono, a fare anco il pusigno, ché così lo nomano. matesti, 35
, come tu fai, disperiti: / ché onor, servigi e meriti / s'
animo, ma per aldacissima bravuria, ché benissimo mi cognosceva. = voce dotta
questo antiveder poco mi giova, / ché se 'l mio gioco ben pietosa guarda,
: oh forte! oh saggio! ché di santo zelo / fervido il cor si
2-207: scandalizzatevi pure, pusilli, ché noi non ci metteremo al collo la
i-48: conoscerai le variole epidemiali percio- ché sono alcune pustule picciole, rotonde, di
membri. s. bargagli, 2-125: ché 'saragie 'e 'putiggini '
morto: e l'era sì, ché già cominciava a corrompersi e putire. segneri
: non si li poteva accostare, ché putiva di lezzo. f. scarlatti,
offerta inebria il nostro sangue solo, / ché gli pute
co5 vivi..., / ché giunte mani a mani e bocca a
giuglaris, 258: più non camina, ché anzi è portato: orrore di chi
? su, veloci uscite, / ché con forza di foco io ciò v'impongo
di venir meco in questo punto, ché ti vo'menare in un luogo che
! frezzi, i-17- 141: ché non r arresti? / perché fuggi così
in vile e basso stato, / ché le puttane ci hanno rovinato. aretino,
già ber chi l'ha puttana, ché 'l vin, quando lo crede in bocca
io ti faccia iscopare per tutta roma, ché m'hai isviato questo mio figliolo.
. firenzuola, 2-140: lasciami andar, ché io voglio svenar questa puttanaccia di mogliama
compagni, 3-34: siena puttaneggiava: ché in tutta questa guerra non tenne il
sì soavi rime. -vattene, puttanella, ché vorresti altri che il cavalier marino.
bene aver tutti per amici, ché anche questo è un detto meretri
una scempità prosum- ptuosa e matta, ché 'l vole dir villania a questo e quello
forza d'atturare i nasi, / ché non si può patir la puzza immensa.
di tenda, andai di pomo volo ché, dubitavo di trovarvi puzza, tuttavia
io ho voglia di farti giuoco, ché sempre te ne verrebbe puzza.
puzza che uscìa loro dalle carni, ché ogni uomo puzzava. burchiello, 2-45
quel puzza zibetto del signor fulvio, ché pare che mia figliuola sia così mostruosa
nel gesto di turarsi il naso, ché le consultazioni regali e le negoziazioni ministeriali
a vederla ballar è grande stento, / ché par gli vegna puzzo del mondo.
/ oi buggeressa vecchia puzzolente: / ché qualunque persona ti sta presso / si
fatti in qua, vecchio puzzolente, ché oramai non ci è rimedio alcuno de'
/ assai mi stia da stecco, / ché e'm'ucidon con puzzosa forza /