né orlando sentia alcun ribrezzo, / ché la corazza avea, l'elmo e lo
s s -viralto (ché così nomavasi il duca di filena),
d'altra fuga il modo, / ché ogn'angolo del mondo fi ributta.
dei saggi e buoni / autor, ché gli altri li ributto e scarto.
sua pena; e poi gl'incresce / ché, ributtato, la sua febbre cresce
ricacciare dentro le mie lacrime, / ché la pietà degli uomini m'umilia. fracchia
sisifo: 'lapis impudens ferebatur', ché ti pon davanti non un sasso ricadente
intiepidì, ma non s'estinse, / ché, dopo l'anno, in quel
riso / non recagnate il viso, ché è vergogna. = cfr.
da lor non si ricalchi, / ché 'l sol sempre la sua secando gira
non mi stare a ricalcitrare, / ché noi ce n'andrem nell'infinito / e
, perciò che alcuna fiata s'ingannano, ché se noi credemo che ricalco sia oro
alcuni per le silique si discemono, ché questa fa le foglie come il melliloto che
9-698: se'tu ora chiaro? / ché, se tu ben raccogli / e
a un ammorbato d'amor medicare, / ché quando io mi pensai d'essere sanato
- fermi, fermi, cavalieri, / ché il re mandavi a contar. -
ch'un altro faccia quest'officio, ché lo farà più riccamente de me e
il parini non potè aver veduto, ché è in un manoscritto riccardiano del secolo
blasmare, zo mi sembra, / ché voi volete stare / papa e 'mperio,
la pazienza dell'animo ha nascose ricchezze, ché grandi ricchezze sono non desiderar ricchezze.
cadesse subito la pittura, come avvenne, ché, volendo egli ritoccare una delle istorie
con tal moda si vescuno, / ché ricci assai tenete: / così v'invechierete
rinaldo: -più non l'arrostiàno, / ché il cervio molto cotto è poco sano
giunture de'piedi [dei cavalli], ché così non gli verranno i ricciuoli,
per quel che la ne scinguettava: / ché era una cicalina, ricciutina, /
perfetti amici, a le fiate, / ché tai perigli n'ò visti passare /
acrescier moneta, ma volontà sottrae, ché la più corta via a riccore conquistare è
ben agia el meo cora- gio / ché fue vegiente e sagio, / se si
perché valor pregiato insegna fare: / ché non è 1'om laudato pe.
inquisizione del cane che ha perduto, ché dubito l'abbia tramandato, e fatevi dare
dei vasi sanguigni e de'nervi, ché il loro aspetto solo spaventa. giannone
il duca a ricercare il tutto, / ché là non era asceso a quello effetto
iacopone, 68-25: recerca de for, ché 'l vaso è acolmato: / non
314: non guardate a questo mostaccio, ché, quando verremo a'fatti, vi
, e parme abbia ragione, / ché un soldo non li dava il traditore /
tua donna sempre in recettaculi conosciuti, ché non si conviene esser ogna volta in
perché non ho io un pugione, ché volentieri mi trasfoderei questo petto, misero
, perché tu la lavi, / ché d'one rio tu sie porto e recepto
lo ammaestrava non tanto co * precetti, ché atta non e per ancora a ricevere
che ella lo arà trovato vivo: ché mi sarà di contento tanto grande che io
quando non fosse per mutar vita, ché per questo sarà sempre ricevuto a braccia
mestiere non lo consiglia a suo potere, ché, poi che l'uomo riceve altrui
il diavolo si fugga di ninfemo; ché, s'egli vi stesse così volentieri come
il suo parer fu appieno ricevuto / ché c'inclinavan tutte le persone. algarotti,
, dove ci fu fatto gran ricevimento, ché ci facevano morti. pagliari dal bosco
enone, e qua t'accosta, / ché umana in me ricevitrice avrai.
ciò, senza essere ubli- sedere, ché si riposasse, né non li fu fatto
, e mandatemi ciò che vi piace, ché io con tutta idee ricevute,
alla feminetta che recata l'avea, ché gliele riportasse, e brutto commiato datole
vaga donzella, il tuo dolore, / ché tal da noi soccorso in breve avrai
privato e d'ogni senso /, ché, se ben dritto penso e ben
i-24: or basti, servo nostro, ché la fama / ch'io so delle
: « messere, non gli credete, ché egli è un ghiottoncello; e perché
ed è ben tempo ornai: / ché al gran passo fatai son già vicino /
cor, come a noi grami: / ché d'arguti galletti ha piena l'aia
noi facciamo. / lascialo far, ché fa come far suole, / sì che
della piazza e aspettarne il soccorso: ché, allora non comparendo, l'averebbe
col re dei goti / secretamente, ché l'avea richiesto, / fu sopramunto da
niente favorevole, / richiedetemi pur, ché, per dio, increscemi / de'
farò risposta / più al pensier, da ché sì ti riguarde. tommaseo [s
cittadine erano anche troppo pulite oramai, ché ci si riguardava persino a sputare.
e pericolo di vita per la peste, ché mai se si ha riguardato esso bailo
/ dalle lusinghe e 'npromesse false, / ché spessamente si vedrà beffata / e non
tutto tagliò: ogni cosa traballa, / ché non ebbe niente riguardato, / ché
ché non ebbe niente riguardato, / ché il braccio destro alla spalla spiccò.
che tu perdoni a siro, / ché ciò ch'ei fece a mio riguardo il
guarda quel che facea lionetto, / ché molto il giorno gli parea gagliardo; /
non vi brighiate di bene fare, ché, quanto più tosto il farete,
non ne mancava, sul tavolo. ché, anzi, il tavolo ne rigurgitava agli
-regurgiti pure la tromba de'suoi eloqui, ché io lasserò toccarmi non solo el timpano
, xxxix-ii-250: non te doler, ché lege è de natura / de dar la
cristo, oblia gi nostri peccati, / ché relaxati altrui i avimo. s.
rilassa il budello e stia bene, ché non vorrei condurlo morto in toscana.
leggibile, senza molto rilavorarci attorno (ché ora non ne avrei tempo),
spazzo hanno patito un incontro cattivo, ché, essendo legate con spago, per
vada a rilento al fatto della donna, ché, come tu di', è cosa
trista che i tempi del sole, ché la turba dei compagni che rilievi le pene
morale. novellino, xxviii-852: ché 'l mio misfatto è tan'greve e
mio amico, scrittore della pretura, ché altrimenti ella sarebbe da capo a fondo
, né pon né leva: / ché dove dio sanza mezzo governa, / la
novella straca e che non rilieva, ché altro non ho che scrivere. vasari
questa state e studia di forza, ché tu conoscerai a settembre quello che rilieva
dare si dèe agli animi rallentamento, ché dopo il riposo si rileveranno migliori e
non concavo, non in dentro: ché la concavità fa fiera guardatura e il
. e possi granare a rilievo, ché con sentimento di fantasia e di mano
1-ii-678: imparate pure a disegnare, ché poi è facilissima cosa a 'ntendere ogni
cui povertà bene acalappia!) / ché, qual farà di cotal colpo lievo
... ora s'è mutato, ché come stella rilucente è fra gli altri
biagio gli parea ciascuna bella, / ché rilucevan come fan le stelle. mantuano
sia in dubitanza sia bene o male, ché bontà nluce per se medesima e dubitanza
come si dice, el primo / (ché tanta grazia il cielo in te relustre
e relut- tavo / in vano, ché le sue braccia son ferree / come le
queste nostre rime, messer cino, / ché si conviene ornai altro cammino / a
vi serve, cacciatelo via senza rimandarmelo, ché io non l'ho mica sposato.
loro stracci; ma neente valse: ché tutti li messe in uno monte e cacciòvi
martello, 6-i1-723: spedirommi in momenti, ché al mattutino raggio / corron rapide tore
; / pruovi, se sa; ché tu qui rimarrai. idem, purg.
sire, a deo t'acomanno, / ché ti diparti da mene, / ed io
; / che vi sia racomandato, / ché con voi riman mio core. anonimo
91: canzon, qui ti riman, ché s'io volessi / narrar gli effetti
tu perdoni a siro, 7 ché ciò ch'ei fece a mio riguardo il
ma non cangio labore, 7 ché m'è rimaso di voi lo guardare.
può l'uomo contento,... ché quantunque l'altro cose avesse, sanza
indi innanti non permanere in male, ché maiavventurato faresti, se tu dessi li
maremma (andare in maremma), ché quel po'di guadagno si rimangia quasi
pregovi abbiate in voi la puritade, / ché questo non è canto de'rimanti.
si rammaricava di non poterla domare, ché essa rimbalzava ogni qualvolta pareva vicina a
bue dal campo], invan, ché l'arme / dal forte dosso rimbalzate e
sono buone come io mi stimo, ché l'altre tutte rilevano ben poco e
, vecchio rimbambito ch'egli è, ché, se io lo truovo, gli dirò
lontano. / lavami in lui, ché, se egli mi riceve, / puro
à colmo / che già traboco, ché ne vien lo scolmo: / in tutte
/ l'affrica ancor rimbomba, / ché 'l cener di cartagine / darle dovea
/ vienmi a veder e prendimi, ché peggio / mi face amor.
non mira ad alcun interesse privato, ché assai basterebbe ridurre le false piazze in
tutto tempo abbi rimembranza della morte, ché questo passo converrà a tutti fare. libro
significano la terra dove noi aobbiamo tornare, ché noi dobbiamo tutti avere in rimembranza che
temere contra a tutte questa proffia, / ché sola questa ama co. llianza,
(no): quanto potete fate, ché io la vi pur rimembrerò molto spesso
pur rimembrerò molto spesso, maladetti occhi, ché mai, se non dopo la morte
per voi quanto per elle, / ché, mediante lei, sarete degni. fausto
occhi, sospira del cuore, / ché non rimena gaia e n'ha dolore.
della limatura del ferro fuori del bacino, ché non caggia in sull'oro, e
aver da vo', donna valente, / ché awene spessamente / che 'l bon servire
veruno si giovava; ed a ragione, ché troppo egli procedeva salvatico e feroce,
e travagliamento di diti nel porgergliela, ché questo è un atto di femmina di
un rimescolio di tutto rimescolato, ché quella poverina gli faceva pietà.
finirla e mandatemela di mano in mano, ché del resto ci per lo più improvvisi
po'confusetta e replicata alcuna cosa, ché è fatta in pezzi, come vi mostrerà
deh, non la rimestare più, ché, quanto / più ne dicessi,
libertà remissi / quei re, ché gliel concesse il paladino. pantera, 1-132
: se fa per voi, prendetelo, ché mi sodaisferete quando volete, e se
dono, / e me con lui, ché tutto, / pur ch'a me tomi
sodisfazione a doralice e a'suoi parenti, ché io per me gli rimetto di buona
, potendo, a far lezioni, ché fa male. pratesi, 5-222:
, e cerca di rimetterti in gamba, ché a giorni dovremo ripartire. tecchi,
conti che sono specificati in essa, ché si durerebbe fatica a rimetterli insieme un'altra
ma che facessero quel che piaceva loro, ché si rimetteva alla loro misericordia.
tempesta / ne tolse ogni ricolta, ché, comparso / il podestà (cred'io
, lui partito, / fummo, ché stavam là poco lontani, / dall'ar-
come la potè vedere e riguardare, ché non chedeva mai muovami de la piazza
è fatta ancora la carta della vigna, ché s'è preso errore della misura:
d'azeglio, 7-ii-179: rileggendo, trovo ché t'ho scritto una lettera assai minchiona
lettera assai minchiona, ma mi somiglia, ché anch'io rinminchionisco, prendila e prendimi
bigia e rinmollala a tuo modo, ché mai non la potrai fare istare sotto
piccolo a essere potato e rimondo, ché così si danneggierà meno. targioni pozzetti
vita lacerata e scura; / piangi, ché morte m'ha tosso rimondo.
, per non abandonar dita galia, ché già le altre erano fuora de vista,
un sopor mite / tosto il prese, ché niuna il rimordea / tema d'insidie
signor, non ti far sordo, / ché d * ogni mio peccato mi rimordo.
piacervi qui ristringo il groppo: / ché assai mi doglio, mi rimordo e
doversi dire il vero al padrone, ché, se bene egli s'infuria in udirlo
di dover interrompere così utile pubblicazione, ché se ciò fosse mi ritenga pure per
l'opra fia d'utilità rimossa / ché, stando pe'granai, ispesso pasci /
delle terre si fa per diversi modi, ché chi l'accoglie a braccia e.
né altri modi usano coi loro fanciulli, ché li rimpolpettan e zeppan di grasso e
a l'amore i suoi tormenti, / ché non è gioì che si venda in
voi, gente, facciam priego / ché staiate im penitenga; / del forte remproverio
eleggete quello che vi pare più adatto, ché a me non monta covelle. è
1-380: de'sensi non faccio maraviglia, ché esposti sono in publico; ma l'
/ non gli scuopra la fede, / ché qui certo si vede / che libertà
ciascuno il piè calca il sentiero, / ché l'essempio de'duci ogn'altro move
nostre opre e noi /... ché non sia che v'annoi, /
iddio, sì t'hanno a muovere, ché non ti azzicavi, che ti rimuovono
fede mi dà conforto certo: / ché bella è, unde à glaritate / che
la bocca a tutti i forni: / ché, non potendo più cuocere il pane
legrega cht ò nel mi'corago, / ché li suspiri po''l bene trop è
vi pensiate che si sia per rimutare, ché ha fatto il callo nei vizi.
contra noi già fusse decretato, / ché il rimutarsi è molto più onore /
natura, egli appare tutto chiaramente, ché tutte le nature o elle sono permanevoli
maggiore non occorre che io ragioni, ché molto ben vi son note, né
deh foss'io morta in fasce, / ché ben morendo quasi si rinasce! tasso
purg., 1-135: oh maraviglia! ché qual elli scelse / l'umile pianta
dolor già non si acqueta, / ché sempre rimembrando in lui rinacque, /
tal dì qual è oggi io rinacqui: ché oggi fa xxv anni ch'io mi
a te doglia né pianto, / ché, se mori nel mondo, in ciel
di sarchiare i grani e rincalzargli, ché si guadagna assai il giorno, massime se
è possibile, a test'alta, / ché l'accidente suo non rincappelli.
sposo / e fagli vezzi. -sì, ché n'ha bisogno. / -a rivederci.
. ma ciò fare non se poteva, ché. lla terra staieva sbarrata, lo
dante, par., 9-102: ché più non arse la figlia di belo
mondo e son dal mondo escluso, / ché 'l piè tremante al camminar fé punto
ch'ella non giaccia con uomo, ché ciò è la cosa che più corrompe il
spesso sen rincoia, / consigliarne, ché novamente ho poia, / e 'l cor
alcuna d'animali che tu rincontri, ché tutti sono stati uomini: sì che
la sua pugnalata non può passare, ché va a rincontrare la vostra punta della spada
: signor mio, prendete l'asta, ché 'ni- mici vi sono dinanzi a rincontro
torvamente mirando, si ritira: / ché né 'l valor, né l'ira gli
fa nella parte di sotto un portico, ché toma mirabilmente in acconcio per lo smontare
mi vo'restare per migliore, / ché non è sì bel giuoco tropp'usato,
): rincrescemi oggimai lo scrivere, ché forte invecchio e divento poco sana più l'
poso, da che v'abellisce: / ché 'l folle, al saggio, -à
or non degg'io dolere, / ché bene avere -talora altrui rincresce. boccaccio
32: non me gabare iù, ché 'l me recrese. novella del grasso legnaiuolo
ti rincresca lo stare con meco, ché tuo figliuol sono. tommaseo [
-signor, non vi rincresca! / ché del cader non è la colpa vostra,
. e per questo è privata, ché non è lecito se none a quelli che
o a chi lui piacesse, andarvi, ché, altri similihidine come al
sentuto / alcun re- crescimento? / ché in tal spavento / son stato nocte e
, mo è rencresce- mento, / ché pure de vanagloria faria gran ne stromento.
sangue, della virtù di quella morte, ché altrimenti le mie ferite rincrudiranno e con
certo aria avuto il peggiore, / ché indietro a poco a poco rinculava. giovio
questa difesa, ne rinculava di botto, ché il ritraea conscienza. oriani, x-23-148
non sarà sì presto il tuo cammino, ché 'l spirto mio verrà seguendo torma
al tutto perdona cristo ogni ingiuria, ché non ci danna vendicando, non lo rinfaccia
jahier, 179: somacal si rinfagotta, ché non sa tarsi la cravatta (perché
loro dove tu m'ài trovata, ché forsi credeno ch'io sia in perdizione.
tua per tuo mal come suole; / ché, s'i'ho sete e omor
. segneri, i-388: rawèditi prontamente ché ancora hai tempo di rimaner nel suo
baldanza e più sottile che puoi, ché se lui si sente il valore di tre
comanini, l-iii-238: leggete, guatto, ché questa lezzione vi sarà col suo diletto
ii-53: guindolo, rinfresca la vista, ché non curerò poi se non vói rispondere
a tempi dura foglia, / ché raro frutto n'hanno e'negligenti.
la togliate, né per piluccarvi covelle, ché certo i miei bicchieri non son da
bene andare alla volta del rinfrescatoio, ché qua non ci posso badar tanto.
a uno de'suoi fidati eunuchi, ché la guardasse fino a dar volta l'
di una femina na sapore, / ché insino qui scia de ringe saliate: /
recipiente e luti bene le giunture, ché la rilaverà: la quale si può ringagliardire
arricchito il suo figlio di latte, ché quella tenue fortuna a lei pareva un
al volto attila il fello, / ché con occhi ai drago ei par che
coprir col pelo or sì annerito, / ché, s'appare al color ringiovenito,
frugoni, 3-i-458: rincuorati, armando, ché riusciranno colmi di giubilo, per farti
sollevate contra il fondatore di essa: ché l'odio verso i figliuoli ringorga singolarmente
] ringorghi e il preme, / ché chiamar gli altrui sguardi nel suo col
a'fianchi tante vessicuc- ciole, / ché spesso e sì aspramente l'uom si graffia
questo vocabolo in margine alla crusca, ché non v'è per certo. =
pietro si mostrò forte / d'amor, ché 'l seguitòe, / e poi lo
modo di mano a questo poltrone: ché dio sa come la stenta, cane rinegato
l'uscita, il volto antico, / ché lo sgombra da sé qual rio nimico
4-47: fate ch'egli sia slegato, ché or ora voglio ch'egli sposi vostra
, anima e cuore del corpo, ché così veramente, per amore del mio cristo
cosa sia quest'orzata è impossibile, ché subito v'accuserebbero di pmdarismo e gongorismo
in foco, eo così faccio, / ché 'n fiamma e 'n pena e 'n
comincia l'erba tutta rinovarsi: / ché dove quella mette il picciol piede,
[questi alberi] da giovani, ché rinuovano più. -rifiorire.
che di vecchio, invecchiano, ché non sono sottoposti al tempo, ma le
in foco, eo così faccio, / ché 'n fiamma e 'n pena e 'n
la ente di nembròt attenta: / ché nullo effetto mai razionane, / per
cino un campo nimico e poderoso, ché la rinoma accresce di numero sempre
odor de'fritti granchi lieva via, / ché assai l'offende [l'ape]
un'altra, e rinterzandole accoccartela, ché, in vero, chi lo fa
rompessesi, o sommergesse in fondo, / ché tardi, o mai suo podere rentocca
me sentenza, fa mal troppo; / ché contro amore già non vai rintoppo.
alla campagna, massime la primavera, ché rintorzola l'erbe e le biade,
noi cerchiamo la necessità del problema, ché ci darà gran lume a rintracciarne la
l'azzurro owera- mente il rosso. ché se, tolto via ogni impedimento, i
atride; né forò l'acciaio, / ché il duro scudo rintuzzò la punta.
cedete l'onor di questa pugna, / ché né pietra, né ferro è la
: se voi per vostra cortesia (ché non posso indurmi a credere che sia giamai
cristo, / sempre sia rengraziato, / ché lo don ch'i't'ò chiesto
lettera, a rinfrescarmene la memoria, ché più non perderolli di certo per non
col pelo or sì annerito, 7 ché, s'appare al color ringiovenito,
ove tu ancor potrai ascendere: / ché chi crede altrimenti il tempo perde.
de la speranza mia rinverde, / ché s'una volta il dì l'anima mia
, nerea, deh segui, / ché sol per te rinverde, / se fior
d'ogni speranza trema l'alma: / ché rinverde il pen- sier del suo bel
fior, né foglia perde, / ché apollo in guardia l'have e la rinverde
io abbia il mio libro così sdrucito, ché andrò rin- vergando il tutto.
gozzi; la cosa rinverga assai, ché, a fare moneta falsa, otto
mi- ser, vaimi poco, / ché credendo scampar più mi rinvisco. /
: o signore pio, perdonami, ché non per mio difetto questo è avvenuto
nostre ci è poco di rinvito: / ché gli è disfatto già tutto el paese
non tra 'l fango il piede, / ché dovrò il tuo tesor, quivi è 'l
spedire, che talvolta si conserva, ché non ci vada la polvere.
., 14-114: o brettinoro, ché non fuggi via, / poi che gita
... / ella cruda peccò, ché non dovea / chiuder in sen sì
: / però mi ci fatico, / ché impera di lui ria mi ci tira
viaggio orlando non se cura, / ché la fatica è pasto a l'animoso.
si conosce il rio dal buono, ché i buoni hanno il cuore pacifico e
lo rio [r acheronte], / ché la divina giustizia li sprona, /
pieno di sangue e eli uomini morti, ché per otto giorni da poi la marea
. ci se ne accorse in pochi ché il riondo del vento le faceva straccare
capi de'sestieri, ché li rioni vogliono dir regioni. d.
: antonio, dove vai? e per ché? guido da pisa, 1-203:
da chiamare pecore, e non uomini, ché se una pecora si gittasse da una
, se guardi le ripe, / ché dalla terra natura s'arretra. cavalca,
monte, 1-100-9: chi vuol dica! ché, ch'i'più dico, sta /
non vengon fatti per malizia molta, / ché ciascun pensa a riparare il danno,
mancanza, / ma tutta potestate, ché l'altre riparate / quando tra esse fate
quella volta non lo potè fare, / ché la donna il ferì su quella spalla
parti, ma poco poterono accedere, ché in tutte parti furono riparati. -mettere
egli faceva per vincere cotal pugna, ché, se io non riparavo, e'cascava
, ripara a sì crudo tormento, / ché un santo, non che io,
lice, / come se dice, ché lo ardor la abella? 42
in piazza della certosa, preliminarmente: ché se la cosa procederà poi per il
sanza argini e sanza alcuno riparo: ché, s'ella fussi reparata da conveniente virtù
adesso non dico altro: andate, ché ci riparleremo. fanfani [s. v
: donna, ben ho riparo, / ché senza chiave la porta aprirazo. /
czo a granni repari fare, / ché madama in sua vece lo. poneo
diffesa usbergo, piastra o maglia, / ché omini e l'arme a gran fraccasso
e meritava appunto di perdere la libertà, ché, scordate le glorie riportate da'turchi
e cerca di rimetterti in gamba, ché a giorni dovremo ripartire. pavese, 7-73
sono [le cose mondane] vero bene ché si dimandono ripartitamente; ed essendo divise
si fanno sopra terre nuove ripassare, ché si conosca l'acqua esser pregnissima di
e poi porgere a dio il priego, ché gli soccorra. chiose cagliaritane, 141
di domandarlo. petrarca, 23-130: ché non ben si ripente de l'un mal
quel tempo mal consigliata ti scusi, ché, tornata, cessate l'ire, la
: tutto fosse [davit] peccatore, ché cadde in adulterio e omicidio,
tutti ripercosso. fazio, vi-3-74: ché, / dentro all'acqua ripercosso il sole
abbattono appunto a passar di quel luogo! ché o ei rompono, o eglino hanno
la sua ura e semplice divinità (ché a questo non sariano essi astanti)
bisogno di rifiutare nessuna delle cose finite, ché, anzi, riperderebbe dio senza di
non dessi quattrini al monastero, / ché son buttati e ché dover non è
al monastero, / ché son buttati e ché dover non è: / che ad
mani ai messer lo borbottino nostro, ché e'non è punto negozio da lui che
. va'via e non ripetere, ché se no, ti rompo il muso.
vi sia e medici buoni e medicine, ché ne interviene che l'amico si muore
cosa con due frasi..., ché con quella ripetizione par loro di fare
poi te del tuo tormento, / ché per me non riman farti contento.
de'primi poco ha da temere, / ché tutti han ripiegate le bandiere.
servita nel miglior modo per ora, ché a tutto darò più adattato ripiego.
novello principe cammini per torme del padre, ché così facendo si avvedranno in processo di
, i sviati e i ribaldi, ché, dio grazia, ne hanno le case
anni: son ripieno d'imperfezioni, ché però non son più capace di rendere servizio
richesto al vero e al trastullo, / ché dentro a questi termini è ripieno /
, 'il ripieno de'capelli', ché, sotto i veri, mettonsi i finti
non sia stato mai erede, sì ché ripiglia li suoi crediti e le altre ragioni
alquanto: « non temete -ripigliò -figlio, ché non offende la lingua in bocca »
chiudi 'l varco al lutto: / ché assai più piange il cor, se 'l
imf f jrontato a stupore, ché, con uno sforzo violento di vo-
era più possibile ormai tenersi fermo, ché tutto, dentro, gli vagellava.
petto, e nulla giova, / ché di latte una gocciola non trova.
nozze, / tosto ei verrà, ché non ha men desio / di posseder sofia
vadansi le ninfe a ripor tutte, / ché certo allato a questa sarian brutte.
alla feminetta che recata l'avea, ché gliele riportasse..., la richiamai
vittoria nessun de'duo gran campi, ché con adolfo la vittoria è morta. muratori
, ma non s'estinse, 7 ché, dopo l'anno, in quel
mio diletto [il messia], / ché a lui ve voglio desponsare; /
l'ha, convien che sbagli: / ché la virtude nel mezzo riposa, /
presso quell'osteria potremo riposare, / ché troppo stanco sono e troppo stanca sei
e cerca di rimetterti in gamba, ché a giorni dovremo ripartire. moravia, ix-25
godere,!... / ché lunga serie di moltissimi anni / non potrà
ormai riposo, / fo. 1 ché 'n pensar di sua bieltà so miso
: perdonatemi se così ardentemente parlo, ché non posso stare che non m'infiammi,
mori, 1-148: vivete riposato, ché sarà vostro l'onore d'esseme l'
porto / a quel dubbioso passo, / ché lo spirito lasso / non poria mai
va, non va per andare, ché se dimandato perché vada, dicesse: 'per
: 'per andare', matto sarebbe, ché quello non è il fine, ma è
riposo, è non e'durevole, ché lo riposo ritorna la forza e rinnuova le
così simigliantemente ti dico de'troni, ché, conciosiaché in loro sia l'amore e
/ encolpisi stesso e non altrui, / ché lasa 'l bene e prende lo difetto
non timoroso, combattete contra ogni avversario, ché dio vi darà la plenitudine della grazia
, le spade piene di rugine, ché lungamente ierano istate i riposo.
/ ne la tua segnoria »: / ché chi d'amor non sente sta doglioso
: avello è differente dal reposito, ché questo è sopra terra in alcuna arca
granne me pare c'aia segnona: / ché raro parlamento pò pom fare, i
pensato de parlare; / reprennome, ché faccio gran follia. 17.
dignità, né di falsità di riverenza, ché riprende- vole cosa è non ridere.
, 1-44-6: sono un folle, ché faccio quistione, / inver'di voi,
anco è da refrenare la lingua, ché ella non abbia ardenti né mordenti riprendimenti
, che moia, di neiente, / ché li sarebbe grande riprensione: / questo
buon risponso e del parlar piagente, / ché 'nteramente -m'avete appagato, /
'nver voi non posso usar riprese, / ché mai non trovai donna sì valente /
potenza cierca o usa il prete. ché così alquna volta la divina giustizia e.
chi non sì reprova sé sapiente: ché chi desdegna de piaga esser curato odia la
ordine e 'l corso della natura, ché prima dimandi d'essere amato e tu
ventura altrove. / non superbir però, ché me qui vedi / apparecchiato a riprovar
liberata, benché prima fusse condennata, ché dio destò lo spirito di daniel e
da padova volgar., i-14-8: ché. sse così non fosse inteso ripungnanza
né giacio se non vinto dalla stracchezza, ché sozza cosa mi pare senza repugnare cadere
e uomini repugnasseno, debbi andare, ché, come è scritto, bisogna più
: non però 'theodorus'dovrebbe scriversi, ché ripugna al verso, ma 'theodorius'.
il mio rozo e debole ingegnio, ché forse perverrò a piacevole fine della mia deboi
meritano in terra greca subitanee repulse, ché i greci in terra italiana trovarono riverenza
. gozzano, ii-73: lesta! / ché soffre ed ho rimorso! / trapassale
e il cielo co'suoi fulmini, ché vengo a difendere la sua causa, ripurgando
che mi si ripurgherà il cuore, ché sempre le città e il mondo lo guastano
al bagno portava a vendere di riqueto, ché bartolomeo noi sapesse. =
timor d'esser seconde: / sì ché tal piaga il mondo unqua risalde. guidiccioni
marsilio da padova volgar., ii-ix-4: ché. sse alquno risalglia ch'è.
e quello di quegli asini risaliti, ché così si chiamano i villani tornati cittadini
ponece, che l'hanno resanata, / ché l'ha cusì curata lo medeco ammirato
attenti di farmi in ciò oltraggio: ché, se ne fia nessuna che con parole
portar scoperti, non voglio ir, ché massimo / se adirerebbe meco risapendolo.
? -essa non ne sa nulla: ché se lo risapesse, guai a me!
tutti i lor danni sofferti / risarcisci, ché il puoi. carducci, ii-15-20:
se'dolge a chiamare, maria, / ché pare che resbal- desca tucta gente!
essere i miei mali per questo, ché io incomincio a credere che voi vogliate
come neve a l'ombra: / ché non la move, se non come petra
e riscaldare questi nostri adroni, ché mi pare ne abieno bisogno. molza,
mi riscaldo / di questa cosa, ché l'avete odita. bibbiena, 43:
voce risponde che rassembra morta: / ché un riscaldo crudel gli have infiammato /
oprarsi in questi nostri fatti, / ché 'l bel vestir non spegne vostri
il principe... non morì, ché solleciti rimedi e gagliardi lo riscattarono
achei, / per liberarlo da te, ché ti porto un riscatto infinito.
regga, egli mi scorga solo: / ché chi confida in lui di nulla teme
e pieno di grande ecellenga, / ché sua benevolenzia / sì ce debia reschiarare /
/ avesson di bieltà tanto valore: / ché 'l suo dolze splendore / rischiara ogni
straniera luce a mendicare or vegno: / ché può 'l raggio divin dei lucid'ostri
lo guadagnato che? 1 guadagnare, ché quine è risco e qui è bisogno sottiglieza
non v'appressate al risco », / ché teco è intorno, alla civetta,
et arme, / vo securo io, ché non pò spaventatine / altri che 'l
meditazione di soccorrerli i comandanti spagnuoli: ché, se ben risoluti di tentarlo ad ogni
mensa, lavera'ti ottimamente le mani, ché non vi rimanga nulla sozzura, perché
e anche ti risciacqua la bocca, ché non vi rimanga nulla limosità di cibo
patire e poi le labbra verdiccie, ché io non avea pensato di risciacquarmele,
: la furia m'è passata, / ché del resto i'volevo / fargli pur
: senz'andare mai nella stalla, ché schifava il puzzo; senza fermarsi a
rier più ardito e scaltro, / ché, riscontrato in lei, sembrarà forse
gioviali circolatori in ogni passato momento, ché forse dalle diversità di esse abitudini potria,
quando... assaltò bologna, ché li vidde andar freddi in quello assalto.
versi risguardando, abbi il riscontro, ché così darà bellezza all'occhio et utilità a
tutti i dispetti e le doglie: / ché la peggior di tutte è l'aver
mo- nasterie, né loci santi, ché tucti forno sachigiati, riscossi, predati
traimi a se per mia pigrizia, / ché mai tempo perduto ni riscuote.
paia ch'io n'abbia bisogno, ché non vi muor la lingua in bocca,
a. ddio che elli muoia, ché. ggià grandi piacieri ò ricevuti da.
riscurata più che quando la fece, ché sempre sono diventati più tinti e scuri
pace -il portinaio dice, - / ché le notti il signor qui non nsiede:
venire a ciò posso neiente, / ché lo mio afar di nullo amor risembra.
che tu hai servito il risenta, ché avresti perduto il servigio ch'avrai fatto
venite ad udire / la gran sentenza, ché dé'essar data »! salvini,
: voglio andare un poco da fulvia, ché comparita su l'uscio la vedo,
mio volere. era ris- sentito, ché fu caggione che non potei visitarlo. testi
nulla da te risappia galatea: / ché se me 'l tien celato, io ti
marsilio da padova volgar., ii-xm-33: ché. cchi à in comune con alquno
non mi sdegni vostra alteza, / ché 'l primo giorno cn'eo vi risguardai /
/ levati e va'vedire, / ché nullo amor s'aquista / se no per
non risguarda grande o picciolino, / ché quanti tocca manda sul sentiero. -intr
è saggio risguarda all'essenza, / ché su in quella sta fundato il vero,
età verde, al tempo leve, / ché l'onor non offende amor segreto.
ci- mier con qualche velo, / ché un di 'l cervel non li volasse
van con an nsguardo, / ché ben conosce l'un l'altro gagliardo.
entriam di grazia in metafisica, / ché di passar per seccator si risica.
e salvatico / anzi che no, ché e'parla poco: ditemi / qualcosa voi
da porsi nel ruolo delle obbliate: ché allora le voci di questa risma sarebbero
verso. iacopone, 17-25: ché non ce iova far sofisme / a quilli
e quinci e quindi stupefatto fui; / ché dentro alli occhi suoi ardea un riso
lor guardava con gran risa, / ché non degna seguir quella canaglia. g.
. parini, 292: vien, ché nulla varrammi aver parlato, / quando
lo scricca ora egli mise in riso: ché volentier si burla delle larve.
l'avean più da riso, / ché, sonnolenti, timidi et inermi, /
pure a risolcar i flutti, / ché abbiam piene le man di mo- sciolini
gli rispose in collera venuto, / ché col lor cazzo impronto e risoluto /
or dragontina fa lamenti strani, / ché vede il suo giardin già risoluto. /
secolo ne ha veduta una insigne, ché, nato peripatetico, muor già moderno.
punirlo, / ma risolver non so, ché in mezzo all'ira / per lui
risolvi s'io viva o muoia: / ché m'è venuta a noia la luce
e il quale così: però risolvetemi, ché da qui inanzi non voglio udire altri
., 3-125: ben e ragione, ché risomi- lino dal padre [il grande
però risuona in tutto 'l mondo, ché i giuderi, i saracim, i cristiani
e nel 'fa'grave descende suave, / ché 'l verbo resona. cavalca,
-al corpo de la..., ché s'io piglio un bastone, ti
lor qual fumo al vento, / ché scio cu suo valor forian qui sterle /
caldo il letto / a noi facciamo; ché risorto è il vento. -divampare
e oramai / è da partir, ché tutto avem veduto. 10.
scudo e lo percosse a pena, / ché dal sonante acciaro incontinente / risospinta e
: risovvenendomi ravviso datomi dalla marchesa, ché colà appunto corrispondeva il suo appartamento,
tramortisco / pur delle gran pene, ché 'n cristo languisco; / e poi mi
montagne; ce ne fu sicuro: ché del dolore, ce n'è, sto
degna memoria a così gran virtuoso, ché non risparmierei punto la mano e l'ingegno
spenda tanto quanto fa di bisogno, ché tutto si finirà con prestezza e con
e gratulante piglierai l'effetto, / ché tanto il graziare si fa perfetto /
, rispettato / questo vecchio sarà, ché l'ira mia / tutta è contro
detto di rispettare il sonno del guerriero, ché garantivo io il tuo biglietto.
ri- spettatissimo: e con ragione, ché nessuno dei giovani scrittori mi dà il
decti in taxar te men scaltri, / ché a dire il vero il campo è
, lasciando tanti rispetti da banda, ché, sapete, mediante i sospetti,
ricchi venghin nel mio tetto, / ché non sta bene, e parmi aver
temperassero i due la notte insieme, / ché, stando tutte due su i buon
e donzelle amorose, con vui, / ché non è cosa da parlarne altrui.
. destate il vostro ardire, / ché per l'onda infedele / è tempo già
invitto tancredi allor non bada, / ché tatto crudelissimo gli spiace / e vuol
lo don e 'l grato, 7 ché molto iù risplende / lo poco chi
. novellino, xxviii-823: oh, ché non respondi a colui che tanta villania
nel resto perché io non gli scriverro, ché non ho tempo, potrete dirgli che
è che costi tanto cara, / ché morte n'ha più tosto e più amara
voce che a pietà risponde, / ché, come più battendo istringe il nodo
vago di gloria e d'oro, / ché tu, per acquistar fama e tesoro
essere fatte alli cavalli che l'intendono, ché al- trimente non risponderanno ancorché fossero le
la ricolta in erba verde, / ché sempre il frutto non responde al fiore /
tenia suoi panni dinanzi a quella, ché non volea che fosse veduta. boccaccio
otto case n'ò fatto una, ché tre ne rispondevano nella via della vingna e
che venga a risponder su i fossi, ché questa è una occasione di far tosto
delle maggiori femmine v'ha posta meritevolmente, ché così a ciascuno li meriti rispondere sapete
ora risporcami la spalla come prima, ché se don nicolino se ne accorge dice
mi desti risposta e senza parole, ché meglio di queste... la scotta
, la guerra s'abbia, / ché penuria giamai non fu di risse; /
pietate amor guerra mi move, / ché com'è più tranquillo, i'più 'l
lo stupore era de'lecci, / ché grande e chiaro tra la cetra arguta /
s'io non venni oggi, ché andai a metter certi rissanti in steccato.
od orso / cui morderà!). ché giamai non nstangna. sacchetti, v-265
e disdegnoso / si ristette giunon, ché rabbia e tema / le stringono la
, né a ciò s'è ristato, ché na inteso ad ornarla anche più splendidamente
sercambi, 2-ii-141: non dubitare, ché di tutte tuoi aversitadi ti ristolerò. bellincioni
ch'abbian tregua i guai, / ché quel canto soave il cor ristora.
che quivi / aspettiam nostre sozie, ché il patito / caldo ci fa mancare,
né con teneri fior la sostentate, / ché non langue d'amore / ma 1
domanda, però si facesse il conto, ché cosimo sarebbe pronto a ristorarla, sebbene
/ non fia gioia smaruta, / ché ristorar poraggio d'ogni reo. tavola
dovresti pur pacificarti il cuore, / ché la vendetta è pur grande ristoro /
e ciò sol per tua grazia, / ché il grado mio mi serbi, /
dio consenta quando tu consenti; / ché, nel fermar tra dio e tomo il
impetrar perdono è tutto vano, / ché a nissuno già mai si fa ristoro,
puose in fretta / al petto, ché la freccia trovar crede: / trovò la
/ ristretta all'intelletto suo riluce, / ché tutta insieme con lui si racolse.
stretta / crudo io provai martir, ché la tua mente / per così atroce
è in dio,... / ché tante perfezion, se son ristrette /
grossa, debole e fallace, / ché tutti non son buoni, / ed a
è di tal murar capace, / ché se ne rompe assai / e con fatica
moralitade è bellezza de la filosofia, ché, così come la bellezza del corpo risulta
/ tre persone e un dio, ché non è piùe!. -discendere
si temesse la resurrezione della questione alvisi, ché titolare è lui. -interesse
domenedio andò al morto e guadagnò, ché 'l risuscitò: guadagnò cento bi- santi
/ ma facci libertà risuscitare, / ché sopra terra mai non venne pare.
infinita moltitudine di risuscitati né mi stupisco ché pochi, in terra, imitarono il mio
tardi mi risvegliai -a disamare, / ché non si può astutare / così sanza fatica
m'è allora un altro nascere: / ché la mente lavata dall'oblìo / e
e mostrateci come avete bona memoria, ché, credo, se saprete ritaccarlo ove lo
italia sia stato ritardato dalle discordie; ché tra i fautori e autori d'esso
che sì la fortuna abbiam seconda, / ché non corriamo a quella eccelsa meta /
, doversi comporre per i duecento passeggeri, ché tutti si volgono verso il ritardatario,
signor che ne fu guida, / ché non corriamo a vendicarlo in fretta? /
!); / ed anco più: ché presta e tolle vita. boccaccio,
armonia non è privilegio de'dotti, ché i dotti per forza di studio riescono
disio, tant'è scomfortato, / ché troppa ritenenza / agio avuta i'non dire
, invece di pensare agli altri, ché anche le cose leggiere, a trascurarle,
è la sua persona: / ché 'l buon col buon sempre camera tene.
servidore e altro voi pigliare: / ché l'amoroso usagio / non voi che sia
e altoreggia cui li piace, / ché me fatt'ha sentir de li suoi
-io mi ritenni. / or canto. ché mi sento megliorato. boccaccio, dee
mio natio paese / col pensier, ché non è chi lo ritegna. porcacchi
e rinovo 7 mi'coragio, / ché tant'agio / dimorato / e dottato
no. ll'ò punto ritenuta, / ché no. mi piace per nulla cagione;
paleso / e fermalvi entro: / ché non fa scienza, / sanza lo ritenere
le reliquie di quello infelicissimo esercito, ché egli intanto, fin che gli durasse
sanmno e cristian con gran guai, / ché non ci arà niun ritenimento.
si dovesse ritentare di novo la fortuna, ché bene sapeva che 'l numero de'nemici
vacche] si faccino alquanto correre, ché dà loro ritenitiva. 3.
frena, si aepura e s'assottiglia: ché la virtù discretiva fa il suo ufficio
fatto, se non per breve spazio, ché non è possibile che i miei segretari
e la diede ad un tintore, ché gliela ritingesse di quel colore di che essa
la fortuna, / non bisogna tentarla, ché ritrosa / s'insuperbisce e spesso si
la sua querela contra di me, ché quando tu, o sofia, m'hai
, al metrico e al ritmico; ché altri nomi per ora migliori e più
con ogni supplicio / uccider gan, ché così meritava, / e che dovessi a
: e se lapaccio volesse gridare, / ché volentier il fa quando ha facenda,
contorni / il tutto, che l'aspetta ché gli è itosi / a ritoccar nel
all'itaco le spoglie ardue serbava, / ché alla poppa raminga le ritolse / ronda
l'arciero come a voi piace, ché io m'apparecchio di riceverne e di
scudo, / ma noi passò, ché nella salda targa / si ritorse la punta
più altre volte, tanto ne sarebbe, ché di ingiuria, una volta ritorta,
colla isposa falciò ch'è mestieri, / ché tu se'maschio per grazia di dio
: / pruovi, se sa; ché tu qui rimarrai, / che li ha'
suon de le parole maladette, / ché non credetti ritornarci mai. idem,
, / vagliami alcun bon mutto, / ché per un fratto -piace tutto un orto
mi ritorno a la mia spene, / ché troppo mi sarian gravose pene / patire
più fugenno, o dulcissimo frate! / ché tanto t'ho gito chedenno, /
: / retòmate en caritate, / ché tutta la corte t'aspetta, / che
/ non ritomin nei peccati, / ché non varrà più il pregare. poliziano,
/ cadde in terra tramortita, / ché sentimento nonn. à. / ritornarle i
lor discordanza / ritorni in iguaglianza / ché ciascuno è contrario / a l'altro
, dàllo a'poveri di san martino, ché tutto ritorna nella comunità tua e ne'
non vorria che lo saveste, / ché voi terreste -similmente noia / sì com'io
l'uomo i'me ne pento, / ché sopra me ritorna questa cosa. ovidio
gridare: « non me ne ritornate, ché io non voglio ritornare; priegoti.
, / ch'io prenda ardir, ché sto ver ciascun quatto. 31
/ non vi deggia spiacere, / ché lo mi fa volere / il vostro
è 'n altrui forza e balia! / ché tutto suo pensier ritorna in asso /
fellonesche astuzie dal signore rimasono impunite: ché, co'suoi preghi, operò che i
specchi al cor dolcezza al giorno, / ché il ritorno / del bel maggio fan
lingua a iccaria fece ritorno, / ché dubitando fu da lei diviso, / e
amo vantarmi (con me stesso, ché con altri non oserei) di aver
a voi amando -fo ritorno, / ché di nulla altra cosa aggio valenza,
anzi tu se'timagine istessa della liberalità, ché porti comocopia nel viso ». d'
assai, e pur sopportale, / ché m'ha legato con cento ritortole. caro
; e perciò dite quanto volete, ché io vi risponderò quanto sopra. -trovare
da me pensieri e voglie, / ché vi venne cagion di prender moglie, /
ritraga alli costumi delle donne, / ché, sanza dubio, l'usanza di buoni
ti curare né ti ritrare, / ché invidia teco stare / già non porà,
nel tuo stesso ritrasfigurarla / di luce, ché sol questo le compete.
956: tolga la legge civile, ché basta solo la canonica; e di
ch'avvenne, con timore, / ché sare'me'tacer che ritrattare. moravia,
in questo il mio ritratto è dissimile: ché, qual mi séte, vi mostra
mala ventura che dio dèa loro, ché essi fanno ritratto da quello onde
andare assettare um poco il ritrecine, ché la macina non va pari. g.
non vada per tragetti san martino / ché, s'io lo truovo innanzi ch'
ove locati / siano i corpi odoriferi, ché sempre / più divien fredda ogni lor
prove / di sì robusto condottier, ché vano / era a lena minor volgerlo
quella rócca, madonna / francesca, ché non è certo un nemico; / o
mensa, vi rimenate in drieto, ché mai, non che io giaccia con lei
forte senza porte da'n'socorso, / ché la sorte della morte vien de corso
.., /... 7 ché queste vostre spine, / con le qual
non ti noccia / la tua paura, ché, poder ch'elli abbia, /
per pedine serviano i pedoni, / ché a questo gioco, per pigliare il rocco
son buone; quanto male tenevano, ché la maggior parte erono roche e
né vile ebbi la cuna, / ché arrideva la sorte al genitore, / cui
dubitate », rispose il setola, « ché il sartore mi sta terminando un rodingotto
i-622: oh! non aveva torto; ché è meglio intendersi con una parola sola
del contratto de la causa de biascio, ché fo remissa la causa in peroscia.
l chiamai più d'una volta, / ché innanzi m'era: « attienti,
rogna: / io te la grattarò, ché 'l ti bisogna ». carcano,
fortuna non e d'umore di sgallettare, ché qui sarebbe il. paese da esser
spezza e snerva e membri imbola! / ché 'l forame lor cola / isperma sangue
fatto che roma ha secolare esperienza, ché se la scenografia del mondo muta,
cotesti vortici, che tu di', ché io non vò attendere a cotesti romanzi
nel ragionar faceva un gran rombazzo, / ché voce grossa aveva ed i polmoni /
, / di margarita tutta ornata; / ché in te sparse, o beata
tutto cinereo ornai, tutto mortale, / ché l'inter- nitio ardor, di cui
. montale, 14-57: ahi ahi, ché tutto è pronto e domattina / presto
: « lascia fare a me, ché oggi ti rosolo io. » e quel
. su, mi racconti lei, ché son anni che non ci si rivede.
l'orecchio / aue lunghi comi, ché un sì fatto arnese / hanno i rospacci
sarà ch'andiamo a riposare, / ché l'alba già comincia a roscigiare.
/ ch'a soperchio gl'ingombra, / ché cui il sol più vede / più
che il vento no 'l crolli, ché bisogno ne ha per aver sì gran rosta
grandi effetti il tuo maggiore: / ché s'ei rotando dà luce e calore,
, 14-243: poi parve far notte, ché una tempesta di fulmini e grandine sali
mattino da un sognaccio d'incubo, ché avea veduto e sentito l'imagine di
, e elli viene a noi, ché lo fermamente non fina di tomiare; e
quando ella fece il mondo tutto ritondo, ché nulla cosa puote essere firmamente serrata in
corsa e venni al pomo d'oro / ché quel metallo in vista è sì iocondo
eo fo a questa maraviglia motta, / ché ne voria da voi certezza aprendere:
leonina non per la orta, ché se guardava, ma entraro per lo muro
modo si piega essendo verga, / ché vecchia nel piegar rotta si scorge.
intelletto da le rotte vele, / ché tua vertù non basta a veder luce /
padre. egli è un uomo rotto, ché tra i debiti che lo assediano e
quivi gli converebbe passar la vernata: ché già il tempo era rotto 46
pace e di ben fare, / ché già non può scampare / terra rotta trattempi
io abbia da dare nei rotti, ché sarà male per te. -essere baracca
in barca rotta, non ti fidare, ché se ti fidarai, e'sarà una
i rottoli o chi li fece / ché se ben giungi a un infelice stato /
prima che facciate conciare le calze, ché, dandole il vestito, rimarrete in
pria che freddi il brodo, / ché la regina poi sarebbe donna / da farci
] spiegandole con una sola mano, ché l'altra teneva costantemente nella saccoccia,
: la parte fantastica rimanendo vota, ché si rovescia in dietro...,
egli sappiendo mal fare si rivesciò, ché rivolse le reni a dio, pero perdé
io diceva tra di me stessa, ché rovesciar voglio co'piedi altinsù tutto il
, o sol mostraile in parte, / ché giovarmi parea tacendo il resto, /
mettinlo pure nel dritto e nel rovescio, ché non te ne darei un pistacchio.
alcun che l'altro bade, / ché sorgozzoni raddoppia e stramazzi / ed alla
dentro ancora a rovescio dello scarabattolo, ché per di dentro basterebbe di legno bianco.
si sognò un grave e maraviglioso sogno, ché gli parea che molte persone l'avessono
non istiamo a rovigliare i testi, / ché noi farem de'cocci. -sostant
si perde e tutto va in rovina, ché 'l misero innamorato, stando in sé
durar troppo poco le lor danze, / ché 'n levando da terra / concordi un
come debbi creder, toccò fondo, / ché, com'un tratto egli ha preso
diciamo anche 'essere per le rovinate', ché così si chiama in via de'bardi una
una minaccia / sul bosco triste, ché lo intrica il rovo / spietatamente, con
tua propria e naturai bellezza, / ché rozzezza, incultura o poverate / non
punirlo affatto né discacciarlo dal convito, ché saria una rozzezza. pavese, 8-33:
cacciamo quest'oggi la noia, / ché forse domani ci stràngola il boia. cattaneo
queste ognun si guardi e celi, / ché da quelle d'amore io l'assicuro
fine? per la cucina? no, ché già supponsi che non s'aspettasse tanto
, a cui l'hai congregata: / ché tal la t'ha robbata, che
pure lasciamo di rubarne il corpo, ché non v'ha mezzo di togliere di nascosto
, la capra in guardia al lupo, ché, se i tesorieri rubavano dieci,
a toccare il polso ai suoi debitori, ché se morivano gli rubavano il debito.
, la quali era nuova nuova, ché guai a lei se la sua padrona lo
il conte -e tua si sia, / ché già per lei non voglio prender brica
parte della fama delle mie pruove, ché le genti, vedendomi così bello,
l'erbe nocive nascon tra loro, ché così col sarchio come con mano ottimamente
toglio, m'involo e mi rubo, ché assai meglio m'è morire una volta
rifuggio per la ruberia del pesce, ché vedrei forse qualche cosa di bello. are
cantilene in recitando le lor poesie, ché la fiacchezza del merito, la timidezza,
più, quali io non posso donare ché son vostri..., priego tutti
monaco, molto mi rispondete rubesto; ché, per la mia fé, e'
rubesto; / pur non giovò, ché tosto che le apparse, / noi potè
: ognuno avea della morte timore, / ché 'l saracin crudele e rubicondo /
robrica; / provedi al negro, ché ciascun tu'paro / a. llei e
dico, quanto puoi, rubrica, / ché quel dir frutta c'ha vive radici
1-208: or qui fo punto, ché più là non tende / tenebroso intellecto e
/ e araffa / e non ristagna / ché persona mascagna / gli dà un colpo
ruffa e di raffa; presto, ché colui che viene oltre non me la sentisse
di pagamento. dio noi voglia, ché in questo modo sarei ruffiana! atti del
a pubblicar queste vostre ribalde lascivie, ché nel mio stato, stanza di ogni più
1-141: non esser sì crude!, ché verran presto / le rughe e il
, le spade piene di radine, ché lungamente ierano istate i riposo. s.
se l'uomo maschio ingenera: adunque ché vidi io tutti li uomini tenere la
reggendo con cor mondi e puri, / ché questo è porre in ciel quel ricco
non avere altro e per non iscoprirse, ché sarebono stati presi. spettacolo della natura
, tempesta: netta la spada, ché non si ruginisca. zonca, 78:
nomi ruginosi ed acquistarsi qualche grido, ché altrimenti sempre abietti e sconosciuti se ne
il suggetto di quel che volete / ché la memoria è fatta rugginosa.
non degno, il nobil uso: / ché 'l ferro brama et appetisce sposo,
versi intorno a tebe audaci, / ché la ne chiama il fier leon volante,
, battino tonde, insultino i venti, ché la nave e sicura senza un periglio
eo non ardisco appelarti sdegnosa, / ché en donna è laido se tal nome rage
/ né pavento incontrar flutti malvagi, / ché non semino ardori al mar d'abido
ansi l'ha morto la sua avarisia, ché so quanto mi gosta del mio per
fine a piangere ed a stridere, ché volea che 'l zio mangiasse del zuccherino.
per tale modo ch'ellino possano rugumare, ché altrimenti non si potrebbero pascere. fra
qui coloro che da tacere sariano, ché più tosto al mondo mostri, faci e
egli, anzi toglie la mina, / ché può sanar un popolo impestato. fiamma
cadere anch'esso alla foresta, / ché pinadoro, il giovanetto ardito, /
bisogna, o minare o emendarsi, ché la catolica fede non può perdere
corso e nulla il corso arresta, / ché la soda testu- gine sostiene / ciò
diceva: -va', sbuffa, ché questo è tempo buono. -rumore delle
sollecita e mia danari da'dieci, ché non vorrei però mi fusse posto la taglia
stringa la poppa in bocca al fanciullo, ché li antichi chiamarono ruma la poppa.
in questo corpicciuolo una buona munizione, ché a me bisogna far come la capra,
carrozze e caminare / non si può, ché la polve imbratta i panni! g
a questa gente che stieno a drieto, ché non mi guastino la mercanzia, ché
ché non mi guastino la mercanzia, ché io arei romore da'miei signori mercatanti
se guardi carlo lo imperierò, / ché adosso se gli scarca un gran romore.
che dicea, non senza / cagion, ché ne l'esercito de'mori / openione
tra lor facean questi romori, / ché, tosto o buona o ria che
alla spigolistra, com'io ti dissi, ché come madonna lucrezia toma, tu non
anseimo innanzi che facia alcun ricorso: ché, in riguardo della dignità che sostiene
. buonarroti il giovane, 9-230: ché 'l guardo, abbarbagliato dalla gente /
fu allegro sì, ma non rumoroso, ché ben ognuno sentiva non essere quella annata
in contingergli a farsi scrivere col rolo, ché altrimenti la elezzione non sarebbe vera.
e molto travaglio perciò gli diedero, ché, quantunque ridotti fossero a pena a
asaliti. chiaro davanzali, lxi-73: ché 'l mondo ad una rota ha simiglianza
non si ralegri perché sia inalzato, / ché, quanto più si mostra chiara e
superbo tuo augel l'occhiuta insegna; / ché privo di sua pompa egli non degna
passa quel d'ogn'altro sciagurato, / ché per segarmi la vena organale, /
meglio tragualgi e meno ti agruspa, / ché la fortuna sé al gusto te agnspa
bernabò è corno lo gallo, / ché 'l gallo canta bene e ruspa malie:
a la scoperta, / scusate, ché 'l poeta è dozzinale. cicognini, xxx11-
roma sette volte consolo con tanta gloria, ché due volte italia liberò da obsedione e
sopra uno sconcio e rusticano trepiè (ché sedia magnifica non usò egli giammai)
ora, cambierei l'arte mia volentieri, ché in questa alla fine v'è più
per non ve ne avere a dispiacere, ché voi mi parevi vaga di star sola
esser vèr di me piatosa, / ché in cor gentil rusticità non lice. ramusio
loro. e più rustica cosa fece, ché promise di fare aver loro delle nobili
secondo u senso edifici, / ché 'l rustico ho veduto in ver la cima
] e sì l'uccide, / ché il tossico con questa da lui sputa.
e 'n pianta / cresce ugualmente, pur ché in alto assisa / e 'n umido
rutilanti rai / girti d'intorno, ché ti stavi in mezzo. b. taccone
, non ch'altri, mute, / ché dentro a'vaghi e rutilanti lumi /
non degno, il nobil uso: / ché 'l ferro brama et appetisce sposo
negli animi gentil sol si trasforma, / ché non degna tal ben ruvido core.
ruvida prosa non farà difetto al libro, ché voi... avrete e versi
dell'opera sua e del suo servigio, ché dio sa il bisogno che noi ne
tumulto non durava molto a lungo, ché la stanchezza prendeva il sopravvento, il
no, queste cose lasciatele star pure, ché non vi fan punto mestieri; e
manda / angelico cibo per gustare, / ché sabbato, da vespero binanti, /
e si sabbia bene le congiunture, ché non possa svaporare niente. marinetti,
tu gli conoscerai pigliandoli in mano, ché se stride quando lo stropicci cosi con mano
una larghezza di 7 in otto piedi, ché tanto devono per il meno essere larghe
che 'l male non faccia sacca, ché s ^ accorgeranno d'avere usato veleno
di voi è che siete un vanaglorioso, ché solete spesso vender gusci a ritaglio e
che 'n voi tuttora mira, / ché chiunqua vo mira / non ha considerala;
cosa del sale che mi scriveste, ché costà s'era detto che li ra-
fu avuto gran rispetto nella vita, ché alcuna non perì. -spogliato degli arredi
/ ma invan, di racquetarli, ché i trovaro / fra lor come una saccola
. nde lassare o poco o nullo, ché conoscerla se fa per ragione, ante
da bono e vigilante saccomanno; / ché per nudrir sua madre non si stracca /
, / si crede esser peggior, ché agli altri è visto; / e poco
, i-33: un poco di pigrizia, ché stamane il saccopelo fasciava di così soave
suscitata, / confortala ed aiutala, ché sta sì vulnerata; / le sacramenta
ponece, che l'hanno resanata, / ché l'ha cusì curata lo medeco ammirato
, perché bisogna disporlo ai sacramenti, ché è in fine. d'annunzio, iv-2-159
mi possa mia donna star scura / ché maggior sacramento non so fare, / se
intiepidì, ma non s'estinse, / ché, dopo tanno, in quel medesmo
o di più o di uno, ché un solo e i più e tutti possono
ii-335: non glie li dico: ché una volta detti / quei versi perderebbero
perniciosa e sacrilega, impia e superba (ché queste sono le sue parole formali)
tua ceda ogni regale insegna, / ché de le sacre leggi in man tenesti
punto vadino tutti i danari del mondo, ché io non voglio altro che la santa
larghi di fiorilla occhi sereni, / ché a lei tu stesso, amor, cedute
: / tempo non è passato, / ché tu porrai avire / ciò c'ài
signor, il molle fianco: / ché di pregare e di seguir m'ha
i'ho per te saetta, / ché di guatarti il mio cuor non è sazio
.. raccettassono [àiolfo], ché gli farebbono tutti morire se non gliele ren-
, 1-605: non riuscì loro, ché furono sentiti, e vi corsono de'
carne 'l sente, sta afflitta, / ché l'empeto non pò portare.
; / putti, fate cervel, ché siate spenti; / donne, lasciate il
bestia non le dà così incontanente, ché guata di darle bene che non la
, vii-627 (82-2): oimè, ché l'arco con li strali attorte,
pesta e saetta, / allor sta'lieto ché '1 buon tempo aspetta. -scagliare
la parola dal gemito lungo del saettato, ché la donna ha teso l'arco e
tu [armida] scocchi, / ché non è degno un cor villano, o
bene, et a certe no, ché spolpa la vite. = denom
né vana bellezza femminile t'inganni, ché la sagacità femminile suole essere tanta e
è lo paragon d'amante, / ché 'l sagia, come l'oro, s'
vegnente in firenze ebbe grandissimo caro, ché lo staio del grano valse uno mezzo
ver del tuo dimando fare; / ché da leal comsiglio nom partragio. lacopone,
/ l'andar su 'l carro, ché io non lessi mai / che carro o
gentil si strugge e srace, / ché, da te fatto antiveduto e saggio,
facesse saggio. chiaro davanzati, xliii-48: ché ven dolze più ch'ape /
in fuoco che le vesciche sieno partite, ché te ne av- vederai a fame saggio
-come riescìe la mercanzia al saggio, ché voi l'avete saggiata? -benissimo,
leggiadria: l'altro mi dice 'taci', ché troppo le sono nemiche del pudore.
guerrazzi, 1-199: andiamo a roma; ché esempi di temperanza civile e di grandezza
valse a saturno schermo o lanza, / ché love el sagettò con doglie et onte
angnello non si teme morso, / ché suo morder neiente già non sangna.
domenica: abbivi tre o quattro dossaluzzi ché è inesperto, manda molti pazienti all'altro
mia persona da morte a vita, ché, per lo vostro gentile amore, io
che la piscia'. ed è vero: ché le donne le quali perdono mezza
tocato e visto; e fecilo salare, ché 'l prefato locotenete me lo donò
non andar o voler gran salaro, / ché di buffoni par ch'egli abian caro
: però vi farete dire quanto è, ché quanto prima lo manderò. 9
feci presto mazzo de'miei salci, / ché lo star quivi mi parve disagio.
cammina sempre per lo verso diritto, ché però intoppa il ferro in vari riscontri e
, 8-101: sia benedetto il cielo, ché l'abbiamo saldata meglio che pensavamo.
messer sempronio have il buon tempo, ché, non bastandogli a la scioperata con i
del suo crin fermar le piante, / ché torse or non saria passavolante.
e incorrotti; e noi saremo mutati, ché bisogno è che questo corpo corruttibile si
me la son presa calda, / ché l'aver la chiave salda / è una
a settentrione e'tuoi granai, / ché freddo e secco vento è in tal
e per amore morire, / ché zentilmente muore chi amando more. bellincioni,
, / sta'saldo tu, ché lei fa sperienza / di te, se
migliore rai il giudizio, ché lo star saldo nell'opera ti farà forte
/ e ciascun uomo simigliantemente, / ché nullo contra lui potè valere, /
/ « tu farai bene ancor, ché il troppo caldo / non fa gran
questo mondo, è tutta vanità, ché non ci ha neente del saldo o di
mia compagnia e guadagnai bene, ché in tre saldi, che fu l'ultimo
lo me di', frate ranaldo, / ché del tuo scotto non so saldo.
doveva essere / sale al mondo, ché non trovar da porgliene / un grano in
si ìsvapori in orinale di vetro, ché rimarrà in fondo un sale bianchissimo quanto
: parliamo un poco dei mezzi minerali, ché altro de le pietre a dir non
n'abbi iddio per escusato, / ché la mattina, quando son levato, /
or, che dio li dia, / ché io per me non terrò quella via
anche dai salesiani, a maria ausiliatrice, ché s'era come vicini di casa,
». antonio da ferrara, 51: ché come 'l vento fa tremare 'l salice
farti fotter e di poppar garzoni, / ché dice che di cazzi fai bocconi /
lo die ch'eo sonto gegunatore, / ché tute le colere cum ardore / atomo
perduti. -deh! contatemene qualcuno, ché voi mi fate strabiliare. -..
impedito / d'altrui, o non sarrìa ché non targioni pozzetti, 12-6-226: questa
morir non voglio de malinconia, / ché quanto scende l'acqua saglierà. carducci,
punga, o raffrenarlo, se può, ché non gli salga sul volto, o
grandeze d'essi ma della verdura, ché mai non perdon foglia, e dello
dello odore soave che d'essi salìa, ché sono tutti aromatici. ghirardacci, 3-138
oh quanto poco umana mente sale, / ché non s'affisa al sol vista mortale
uomo e non si muova, / ché senza pena a virtù non si saglie.
potiesi in quella vita, / per ché di questa in me s'accese amore.
far sì che il nostro si sdegni, ché, se bene assai indugia,
317: accostatevi au'uscio, ché tirerò la fune del saliscendi: intendete?
fidare ed al mio dire attendi, / ché la fortuna fa de'saliscendi.
mi parlate di quelle vostre prediche, ché la lingua stessa la mi va tutta in
, menatene l'asino a casa, ché, perché non abbia coda, e'porterà
vostr'alma? i... i ché chera - vostro pregio orato sommo /
corone a questa morta salma, / ché vò creder che l'alma / sì casta
, ma l'acqua era salmastra, ché vi sboccava dentro il mare per più luoghi
ritenere intendi e a udire, / ché non potresti aprender miglior salmi. zena
dèe ogni parola aver per salmo, / ché l'opre sempre a le promesse èn'
soi laude tosto fien cadute, / ché gascuno psalmo toma en gloria. bandello,
una e l'altra tavola uno spazio, ché agiatamente vi possano passare quelle nobilissime donne
t'accomoderò dalla parte di là, ché vfè un salotto onorevole con tutte l'appar-
, cavatone prima fore tutte le budelle, ché ha molta trippa. ariosto, 6-36
, facesse molto bene della salsa, ché n'era vago. crescenzi volgar.
vivere, tale da crederla oggi incredibile, ché vi parve fatto realtà quel paese di
fare [il battesimo] sì bene, ché 'l salsume non impedisce ovvero il colore
sì n'ha bon pregio tosto: / ché qual de lui poi dice / cosa
/ a quel ch'i'veggo, ché pel primo ostacolo / gli è stato molto
fare [il battesimo] sì bene, ché 'l salsume non impedisce, ovvero
, vieni del libano, vieni, ché sarai coronata del capo di monte amana
e corri e sali e salta, / ché troppo gente asalta. dante, inf
e non far più rifiuto, / ché tu svergogni tutto il parentato. g.
al mio mal con l'altrui, ché, se li piace, / facciala al
di corpo forte e dure, / ché se alcun cercasse per vie torte /
cammelli, 115: destro e ligier ché mai non può star fermo, /
rapporto sessuale. calmo, xxi-ii-791: ché no me chiameu anche mi per terzo
né andar più svagando a saltarello: ché, se ti sei dar da bere
dolcezza di musica e d'armonia, ché essi furono trasmutati d'ebreo in greco
mi condussi qui in due salti, ché mi fermai per la via alla romola e
parte nuda ella ne resta, / ché, rotti i lacci a l'elmo suo
cxiv-6-351]: superiam questo punto, ché le altre spese son salti di scimia in
pare che sia del- l'exordio, ché sanza tallo chi saluta altrui per lettera già
continovando il batter quanto più potrà, ché non può farsi meglio per aver buon
la gente agguerrita allora combatte meglio, ché le manca ogni speranza di salute.
mio mal mi sia salute, / ché ciò che nuoce ha pur qualche virtute.
con unguento, viene con gloria, ché non viene senza salute jesù, né sanza
staneslao santinelli... alla salute, ché egli lo darà al zucchi e farà
di verminosi grafismi...? ché altrimenti dovremmo noi allora proporci paradossalmente come
] promesse o a salvocondotto! / ché tu l'hai prima rotto / che sia
cv-160: poscia state tutti attenti, ché adesso è 'l tempo d'allegrezza, e
vestito che ti cucì. / costa; ché mamma già tutto ci spese / quel
, ma ti lascio viva, / ché sì vii sangue chi s'apprezza schiva.
et i colori comparissino a salvamento, ché non è poco a questi tempi che sono
da queste carità parentevoli e fratellevoli, ché noi ne avemmo già assai. tommaseo [
omo, de te me lamento, / ché me fcristo] vai pure fugenno,
dissi che: « iddio, assistimi, ché salvo il mio onore ». pellico
, cioè due quinte e due ottave, ché a suo luogo si dirà il modo
, o tirsi, in seno, / ché se 'l gregge da lei ci viene
voi giamai no. mmi ritorno, / ché per voi il me'cor salvar si
amor dame non ti sia sdegnoso, / ché gran segno d'amor allor ci desti
. aretino, iv-5-18: pur su, ché il conoscere del peccato è principio della
si annetti con essa i denti, ché non è onesto che la sua porcizia vada
dentro a'chiostri fuggo in saivitate, / ché quivi poss'io dar le gran ghignate
non esser nave, potrete salvi, ché dio vuol arpino, 19-198: cercò
da investire, tutti gli perdé, ché, se venivano a venezia salvi,
et argento ogni cosa pigliava, / ché di partirsi pigliava connato / e m
, i-40: in questo s'ingannavano, ché non consideravano che, tra l'altre
, dri- zatele qui a noi, ché sempre vi si manderanno per salvo modo
... fonte più tranquillo, / ché v1 mio d'ogni liquor sostene
scirocco e da ostro e scirocco, ché con tali venti non si stana ben securi
sanabile / è questo male o no: ché, conoscendolo / senza rimedio (il
amici, 421: sono in erranza / ché madonna dottare / mi fa sol di
a le vendette? / no, ché troppo l'onoro; anzi se voglio /
dio che sani vostri occhi interiori, ché vizio infermo non pò veder luce. dante
con doglia un'amorosa piaga, / ché 'l duol di quella ogn'altra doglia
vecchie membra il pizzicor d'amore, / ché mal si può sanar quel che s'
di me, sana me infermo, / ché, se misericordia or non difende,
tua mano diritta e priegati per noi, ché per lui sanerai le mie fedite »
siete del mio cor tramontana, / ché non si muta da voi la mia vita
moretti, 2-8: tacque il sanato, ché sentì un bisogno / strano di buio
a un ammorbato d'amor medicare, / ché, quando io mi pensai d'essere
lava le sardelle ala cucina, / ché tu non sai partir quattro da sei!
e dubio la somiglianza del nome sandaser, ché nicànore lo chiamò sandasèrio et alcuni altri
soderini, i-502: guàrdati dal sangioghéto, ché chi crede fame vino ne fa aceto
mi curo sì sono avviato, / ché, s'io avessi in mano il sangredale
e non te ne curar troppo, ché non è di condizioni da farti molto
pecore] se pascon sanguinella, / ché spesso el ventre n'enfia, e si
sì presto il tuo cammino, / ché il spirto mio verrà seguendo l'orma /
tutte piene de'sangue de'poveri, ché elli tolgono... lor sostentamento
. antonio da ferrara, 106: ché zà battaglia stretta e san- guenosa /
non fatta per sanicare il campo, ché presto guasterà con le barbe la fogna.
, 153: o figliuoli d'èva, ché non ponete li vostri occhi avvelenati dinanzi
sanificata [la natura umana], ché sarà purgata da ogne corruzione e mala
bello per tutto e per le parti: ché l'ordine debito de le nostre membra
10-ix-245: attendete a star sani, ché non è poca felicità la sanità in questa
battiture... che gesù ebbe, ché non fu in lui niuna sanità.
dèi del tuo famulo infermo, / ché tomi l'alma sua in sanitate. fiamma
d'ogni maniera che fosse al mondo, ché la coltre e coltrice e lenzuoli sìe
altra; anzi vale molto meno, ché vale circa al quarto o al quinto,
vale circa al quarto o al quinto, ché dove la francesca vale da 25 a
): rincrescemi oggimai lo scrivere, ché forte invecchio e divento poco sana più
vostra dolce e bianca mano / (ché di rose e di perle il ciel fé
rimpalmare i legni lor non sani / ché navigar non ponno. boccaccio, 21-5-21:
di schematizzare sui tipi san- sovineschi (ché il sansovino, a mio vedere, è
tele di ragno] senza numero, ché più volte m'ero scapriccito a lacerarle con
santanulla, allerta, signor alberto, ché vi so dire che testé vi siete
indarno la mia penna qui versifica, / ché non sa dir quanto a l'anima
(1-iv-312): non vi maravigliate, ché per questo la santità non diventa minore
già grande, bella e dilettevole! ché tutte le generazioni del mondo ti chiamano
1-91: a questo modo sono molti, ché sarà molte volte uno ricco uomo,
, ragion e perduta, / ché più ladroni son che mercatanti, / e
feste che io recai a marito, ché vedete che non ci posso andare a santo
vero, ell'ha mille ragioni, ché questo rivolere i suoi santi come si guasta
detto le vien da quei santoni / ché semplice era e in quell'età più tenera
chiese, e me lasciami stare, / ché non voglio esser come te, santona
della sapa e della manna, / ché in villa non si caccia anello in dito
altra volta porta sapa stietta, / ché 'l dolce assai smaccato al popol piace.
venuto era dal capo d'oriente, / ché seppe in india con suo gran dolore
o 'chiavevole'si deve nominare toscanamente, ché vorrei pur sapervi dare il vostro titolo
non ti noccia / la tua paura, ché, poder ch'elli abbia, /
'amen', sopra alla tua benedizione, ché egli non sa quello che tu dici?
a lo re venire ti conviene, / ché li savi t'ànno adimandata ».
28: fuggie quanto tu saie / ché io pur te seguirò. masuccio, 117
fatti, e saperatti dir tutto, ché sa tutte nostre faccende. a
: vostra signoria non perdi tempo, ché 'l perder tempo a chi più sa più
pregiare, pensando unde si move: ché sapiensia grande è adimandare savere e gran
in caldo chi vuole olio dolce, ché lo indugiare alla stagion calda lo fa
te con puro core / ricorrer, ché l'ettema sapienzia / disponga a perdonar
ho parlato -contra sapiménto, / ché piacimento -sol ho en voi trovato.
miei sapi: / facciam danar, ché bene aremo onori! proverbia pseudoiacoponici,
/ -andiam pur, andiam pur, ché il mio sapone / e 'l ranno mio
via leggermente confidandomi nei giudicii vostri, ché tale lo giudicarete quale egli si merita
voglio portare ancora il vostro saponétto moscato ché, se vi ricordate dell'ultima volta,
se sia cattiva o buona, / ché a definirla n'andrebbe il cuore / a
/ dimando che spandiate sovra mene, / ché alcuno altro bene / non m'ha
verità la cosa non è nuova, / ché nella donna altrui notato fue / che
male, / saporirano el ben, ché, quando viene, / richecia sancia
. ghirardi, 72: andiamo, ché dirai più saporitamente la tua ragione.
impazientitevi se un poco mi dilungo, ché debbo presentarvi altri compari e comari saporose.
: maestro, avisa questo destriere, ché m'è fatto conto che tu se'
non desiderano di sapere ad uno fine, ché... altri desiderano di sapere
con saracin né con giudei, / ché ciascun suo nimico era cristiano. cronica
9-258: aiutatemi, padre, aiutatemi, ché saracini neri mi vogliono pigliare.
] di sarchiare i grani e rincalzargli, ché si guadagna assai il giorno, massime
dice: « dàgli colla ramata, ché questo è un sassèllo, che aspetta poco
la quale non se poma vivere, ché etiam fra li sassini èi necessario se
parte della fama delle mie pruove, ché le gente, vedendomi così bello,
delle 'fleurs'fu assai più complicata: ché il suo satanismo... ebbe piuttosto
schiatta, io sono nobile », ché 'l divino seme non cade in ischiatta,
paragone / non tentar degli dei, ché de'celesti / e de'terrestri è
ciossiaché i tormenti tutto il corpo deformavano, ché non era avvezzo allo schiavaggio.
/ le porga la chioma, / ché schiava di roma / iddio la creò.
plus ultra, o musa mia, ché gli uditori ne son pregni pregni: /
fia quel tuo conno felice, / ché ti fotteran bretton, tedeschi e schiavi,
/ ed hai perduta vita, / ché messa t'ha ciascuno 'n schiavonia.
quand'e'si fa a schiccherar carta, ché de'sonetti ne fa quaranta il giorno
71: men accadrà questo di bene, ché mi si leverà dinanzi forse questa seccaggine
, e non elvio viva per iscrivere: ché pur troppo ce ne sono degli schicheratori
schiena che e calamità del remo: ché, quanto alla pancia, non ha ella
soa stalla fa ardere li sarmenti, ché il fumo venga al cavallo e fa questa
veggio che 'l tornare è tardo, / ché, come aveste a mantova la cappa
prima non ricerchi e vedi, / ché spesso aver la credi / savia,
che lor botte si spanda, / ché, s'han del pane, il pozzo
beatrice, loda di dio vera, / ché non soccorri quei che t'amò tanto
vestano così schiettamente come comunemente fanno, ché chi non li conosce di vista non li
vin versato ci bagnian di fuori, / ché l'acqua stietta accoglie e to'la
le carni che era usa d'avere, ché adesso mi paiono a toccarle carne d'
], iii-2-314: mi batteva ancora ché io corressi, e non con una mazza
e di costanza il petto, / ché, per far il mio stil men vii
morire; / e n'ha ragion, ché il vivere diletta, / e quel
hai a. ffar col minore, / ché tal fiata onore / tolgon a quei
la cupidi- tade de l'avere, ché neuna cosa è di più angoscioso e di
: senz'andare mai nella stalla, ché schifava il puzzo... riscontrava
« donqua niente aggio io pensato! ché io credea abitare en quissto cas- stello
o schifezza si dèe levar via, ché, se bene il vino bollendo ha
cascione de lo tuo partemento, / ché mai lassata afflitta en gran dubitamento: /
. beltramelli, iii-576: va'via, ché mi fai schifo, puttana! slataper
, 5-14: in fretta in fretta, ché tengo il camion coi freni uno schifo
dia ad un vecchio schifo cataroso, ché prima l'affogherei. ricchi, xxv-1-264
mi son voluta lisciar un poco, ché non son per anco da gittar via
che tanto gli è amorosa; / ché schifo e conoscente om doveria / volere
panztni, ii-704: ci tiravano, ché si sentivano, le palle che schioccavano contro
che portate / gli fosser tarme, ché volea dar morte / ai nemici ch'avea
andiamo fino a'servi a messa, ché qui non molto lontano troveremo forse chi
mente il fiume, / ditemi, ché mi fia grazioso e caro, / s'
anche la stagione secondava tale miseria; ché pioveva e non pioveva, nella landa.
di san gallo sanza nullo contasto, ché allora non erano a la città le
stomachi, anzi e accresca l'appetito, ché, se altrimente fosse, poco varebbe
lavata », dice palma, « ché schizzi puzza di sudore come se avessi una
insegue la ragazza / schizzettandolo ognor, ché non le manca / l'acqua giammai
ella era. zito, i-343: ché 'l vederla in contegno e schizzinosa, /