mia donna, che manofestare / son certo ch' invi posso mio affare. pulci,
a que'monaci santi, / acciò ch' ognun sia più sicuro e certo / come
che gli estremi morsi / di quella ch' io con tutto 'l mondo aspetto / mai
] certamente è tale, che quel ch' io non facessi per lui, ti puoi
per lui, ti puoi render certo ch' io non farei per altro uomo. redi
. monti, 17-522: né ch' ei possa atterrar d'ilio le mura /
certo di sé né d'altrui, ch' egli abbia tanta e tale contrizione,
segno / smarrito, il pegno solo ch' ebbi in grazia / da te. /
certissima porta esser si dice / di ch' alio 'nferno vuol scender talotta. alfieri,
i-26: la più certa ricchezza è ch' io posseggo un numero mio all'ufficio di
piacciono costoro, che portano addosso ciò ch' egli hanno, come la chiocciola.
957: e vo come la chiocciola ch' ha solo / quello ch'ha seco,
la chiocciola ch'ha solo / quello ch' ha seco, schiccherar te mura. sbarbaro
, ove- ramente come quella di siena ch' è fatta a chiocciola. -scala
: -non sai tu / che l'uomo ch' è sgraziato, insin te pecore /
l'incresparsi dell'acqua non è un correre ch' ella faccia con moto progressivo, dilungandosi
, e 'l bellico chiocciolino, / ch' è d'amor lo scodellino. chiocciolio
chiavi né chiovi mi potrà serrare cosa ch' io sappia che sia per il mio
amore, nodo che lega, vischio ch' attacca, chiodo ch'accoppia, orizonte che
lega, vischio ch'attacca, chiodo ch' accoppia, orizonte che gionge gli emisferi
, 3-2-277: a dispetto di tanti ch' exprofesso / hanno di lor [deùe
con sempre stabil chiodo / la pace, ch' è gran tempo ita in essiglio,
uno di lana al peso di bruggia ch' è chiovo lx e ogni chiovo è libbre
non dava maggior credenza a cotali parole ch' io soglia dar a quel che favoleggiano
che quanto alla chioma possa esser veramente ch' ella sia un'illusione della nostra vista
il tempo, i'vi protesto / ch' avrete lunga e faticosa guerra, /
che chiamasser gli achei a parlamento, / ch' hanno le teste lor tutte chiomanti.
sbranato, / dica il campo pangéo / ch' ei posto a paragon del gran
vai, to'sempre qualche cosa; / ch' io tirerei l'aiuolo a una
, 3-14: questo libretto d'ovidio, ch' io t'ho volgarizzato e chiosato
chiose; e di sua mano, ch' era gentilissimo scrittore, gli aveva chiosati
scoli de'grammatici e de'chiosatori, ch' egli l'ha inteso quanto gli altri
donna, dove amor si mostra / ch' è di tanto valor pieno ed adorno,
3-107: uomini poi, a mal più ch' a bene usi, / fuor mi
gli ingannati, xxv-1-334: chi diceva ch' ell'era in molle in dormentorio, che
dormentorio, che s'asciugava; chi ch' ell'era in soppresso nel chiostro. milizia
fanno, e molti fero, / ch' or giaccion per ie chiese e per li
(41-6): ma la troppa faccenda ch' io raccoglio / de la mia mente
marini, xxiv-781: quivi col torchio ch' ella gli porse illuminando que'tenebrosi chiostri,
, e tolto il sentimento a'membri ch' elle tormentavano. crescenzi volgar.,
d'annunzio, v-2-889: la prima volta ch' io visitai montecarlo,...
quanto alla medicina, convien confessare, ch' essa nelle sue subordinate arti, cioè nella
, e le avevano sgarato i panni, ch' era rimasta solo con la sottoveste a
che accomodava faldelle e fasce sulle ferite ch' egli aveva ricevute nello scontro. pellico
poeta un po'di vanitate; / ch' un furor giovenfle ha del perfetto.
ed essi nella mia, chi sa ch' io non fossi costretto a confessare non
dar moglie. -e questo è peggio ch' esser frustato, aver della fune, andar
somma ogni virtù in ristretto, / non ch' altro quando viene sminuita / da voi
4-140: « don camillo! accendete, ch' è ora di andarsene. don camillo
far di molti raviuoli, / tal ch' i'perdono a que'miei minchiatarri, se
d'alcamo, 60: cierca la terra ch' este grane assai, chiù bella donna
tanto di femminismo, di emancipazione, ch' essa portava tra la gioventù aristocratica, trovavano
cerebro lo fa cusì vacillare, e ch' el trarli sangue seria la sua salute.
petracchi, a cui devo le lagrime ch' io bevo. così pure leggerai la
dà a lo 'ntelletto e al parlare ch' è mio; ché, sì come,
armatura in testa... ti pare ch' io sia così? idem, 17-1-1
a ripormi, e di padrona ch' io era in questa casa, mi converrà
reverire insegna / la voce stessa, pur ch' altri vi chiami. lorenzo de'medici
/ tra que'tuoi polverosi biancospini, / ch' io non ritrovi nella mia verzura /
, 3-300: quella passione così vale, ch' ella distrugge le peccata del popolo.
tal maniera; / ma non mi par ch' io muoia, / perché 'l
foss'io ancor con lui coperto, / ch' io non temerei unghia né uncino.
mi fossi tenuto il vecchio, ben ch' era frusto! così non fossi mai
par., 26-130: opera naturale è ch' uom favella; / ma così o
e miravanli, per lo lume della luna ch' era apparito. dante, inf.
/ cori de lo mio core, / ch' è selva di pensieri ombrosa e folta
tutto; vedendo ora claudio, / ch' io tenea morto, spavento non piccolo
lettore o l'uditore che la locuzione ch' io sto per usare mi pare la più
che più s'approssima a quel concetto ch' io credo esser vero, o a
, non altrimenti: semplice affermazione di quel ch' è, e del modo com'è
due, e così via di seguito fino ch' infinito. b. croce,
con studio e fatica operò tanto, / ch' a sella e briglia il cavalcò in
il cavalcò in un mese, / così ch' in terra, e in aria,
la sua faccia a quella di lei così ch' ella ebbe in su la bocca il
intendo fare un generale convivio di ciò ch' i'ho loro mostrato, e di quello
ho loro mostrato, e di quello pane ch' è mestiere a così fatta vivanda.
idem, inf., 5-37: intesi ch' a così fatto tormento / ènno dannati
, 2-184: mi contenterò... ch' io per così due fatte cagioni sia
quand'esso nacque, / sulla terra ch' io fui, / per ritrovarmi in lui
cardarelli, 3-132: fino a tanto ch' ebbe la forza di rimanervi, la sua
. tocci, 2-61: mi permetta ch' io faccia inprima un poco da astronomo,
i siti della terra; in modo ch' egli è espositore e cosmografo e istoriografo.
cantatrici e più d'un suonatore; / ch' era per lui la città sbalordita,
avvisar di ciò mona cosoffiola, / ch' è per basire a questa battisoffiola. note
ampio retaggio, / in cui par ch' ogni dono il ciel cosparga. menzini,
pungente / d'oblio conspargerà soavemente, / ch' a mezza notte alta cagion tien deste
mi coperse / il nudo sen, ri ch' ei ne ferve, e langue?
belle, e ri diverse, / ch' ebbe dell'opra sua diletto, e zelo
davanti al suo cospetto / mi parve ch' io vedesse / che gente s'acogliesse
ah s'altri è sì procace / ch' osi rider di te, costui paventi /
, 120-3: quelle pietose rime, in ch' io m'accorsi / di vostro ingegno
ariosto, 35-79: e ritrovò ruggier ch' era al conspetto / del re agramante
re agramante; e gli fece sapere / ch' alia battaglia il cavallier lo chere.
l. bellini, ii-25: ch' ogni più indiavolato cospettone, / ch'
ch'ogni più indiavolato cospettone, / ch' abbia in corpo flegiasse e barbariccia, /
patini, 727: che volevi tu ch' io facessi, se tutto cospirava a far
morte. se non che la constituzione, ch' egli non osservò e cospirò a distruggere
1-50: la sua particolare natura esigeva ch' egli mantenesse sempre « quattro o cinque
8-55: quegli artefici e popolo minuto ch' erano rimasi in bruggia, fecero tra loro
grosso, / vi posso assicurar da quel ch' io sono, / che talora ho
adamo. pulci, 5-58: colui ch' è dentro assetta lo scoppietto / e
esse corde fan doppio uffizio, cioè ch' elle sostengano la spina mediante le coste
: vieni, [morte], ch' io voglio / ne'tuoi sembianti contemplar me
assai sofferto, tolse la stecca con ch' egli lega le balle, e dagli di
reggia d'amor, vedila è quella / ch' io là t'addito inver la destra
, vi-1-214 (6-2): amore par ch' or- goglioso mi fera, / tanto
: salvo che 'l conte guido novello, ch' era con una schiera di centocinquanta cavalieri
un pezo di tera posta ne la costa ch' è a rinpeto ad aliana. dante
tanto calpestomo monti e coste, / ch' arrivomo la sera a un ricco oste.
gli sono da lato; ma secondo ch' ella volta, se gli lascia alle spalle
un riposo ancora più esemplare di quello ch' era già facile trovare in una città
qual vuoi ripa o costa, / ch' io non ti giunga, se venir de'
cambi e sui prestiti. interessi ch' io ho in quella corte, spero di
fatiche ed a rivedere gli amici e i ch' aveano pagati rinieri per costamenti di
g. villani, 7-86: temea ch' e'ciciliani non si volgessono o per paura
il mio gradito amante / è più ch' altro leggiadro un giovinetto; / ma
/ ma l'avete a scusar, ch' a gli occhi vostri, / occupato a
disputa de la ragion di quelle cose ch' avengono in quel loco ch'è vicino a
quelle cose ch'avengono in quel loco ch' è vicino a le stelle, per
croce, i-2-355: il lotze s'accorge ch' è impossibile formare i concetti (empirici
: il metro è un elemento costante ch' entra mediatamente in tutti i calcoli delle distanze
345): tutti per constante ebbero ch' e'fosse morto. filippo degli agazzari,
ii-243: abbiate pur per costante, ch' altro motivo singolarmente ei non ha, che
ma senti: / non lusingarti mai / ch' io voglia amarti. abbonirò costante /
tutti i suoni, grandi o piccoli ch' e'sieno, nel medesimo tempo correre
poca. bembo, 1-191: se vói ch' io tomi sotto 'l fascio antico
e costanza / di non morir, ch' ohmè mi ucciderai. boccaccio, dee.
di costanza il petto franco / meglio ch' io non armai di strali il fianco.
. pascoli, 50: parlan d'uno ch' è un altro scrivo scrivo; /
ché quanto ch' ella costa più di grosso, / più
il vostro sciocco credere vi costa / ch' io stimi ognun di voi senza ragione
è tòrta; e non si pensa ch' ogni lettera costa un fiume di sangue ed
): un sistema di quieto vivere, ch' era costato tant'anni di studio e
1-254: e per giesù, ch' ai mondo oggi fe'grazia / di sé
essi [gli abitanti della luna] sanno ch' io sono al mondo, e
tiva cerva e miserella, / ch' avendo la saetta nel costato, /
francesco di vannozzo, ix-215: e quando ch' el vien de notte, / e
vien de notte, / e tu ve'ch' i'son irado, / non pensar
i'son irado, / non pensar ch' io te dia botte: / fatte arente
. e viensene costeggiando verso quel monte ch' è chiamato pietra apuana. d. bartóli
violenza delle loro costellazioni più ad uno ch' ad un altro effetto ne tirino a forza
fidanzata costernato e vacillante per modo, ch' ella n'ebbe spavento, e temette non
gridando, / qual che tu sei, ch' ai nostro fiume armato / ten vai
di venti soldi; onde ne seguita ch' ella sia grave e non leggiera; perché
quello che sia giudicato, o mostrare ch' elli sia rilevato da colui che '
re norandino era venuto al loco / ch' avea constituito al fiero gioco. guicciardini,
: la signora livia gli disse, ch' ella costituiva in dote alla sua amorosa
pagare quello che fia giudicato o mostrare ch' elli sia relevato da colui che 'l
un diligente procuratore, secondo la facilità ch' egli le manda in lettera a parte
egli il constituirà sopra tutte le cose ch' egli possiede. capitoli della compagnia della
9-23-211: cessino i cieli... ch' io sia sì mentecatto, che da
, iii-1-48: quel gran signore, ch' è padrone del tutto, si è costituito
libertà si moverà, tutta volta però ch' egli abbia da natura inclinazione a qualche
12-7-91: mescuglio di sostanza spatosa, ch' è il principale costitutivo della calce. manzoni
in forza per vincere, fece dichiarare, ch' e'non favoriva alcun candidato, perché
ciascuna virtù fosse forma de l'altra e ch' ella fosse virtù prima che fosse virtù
morte. se non che la constituzione, ch' egli non osservò e conspirò a distruggere
dette davanti sono appellate constituzioni, cioè ch' ànno questo nome. e dice che constituzione
: digli che son venute quelle robe ch' io gli promisi, e, se
dirme / ched ei mi vesta; ch' esso s'è disposto / di non mettere
scrittura: / si no emprendìa quel ch' era emposto, / davame 'l costo
del tiranno tarquinio, per l'odio ch' avevano al rigor delle leggi, propio
/ (disse marfisa) e spero ch' a tuo costo / io ti farò di
mia persona vi fosse veramente molesta, o ch' io potessi pregiudicarvi, a costo di
di bontà ha quello d'india, ch' è leggero, pieno e nero, come
tiene il terzo grado quello di soria, ch' ò grave, di colore di bosso
lo signore iddio, della costola ch' egli avea tolta ad adam, la femina
costola era scritto un nome d'autore ch' io leggevo per la prima volta.
il giovane, 9-640: ohimè, ch' io son sudato / con questo accattabrighe,
cecchi, 1-87: nella società capovolta ch' è la società moderna, a forza di
cosa costosa e che vien di lontano ch' è la notizia. c. e.
, 3-1061: quel petto, / ch' i'veggo a tanto sospirar costretto. galileo
, ànno cercato spogliarmi di quella gloria ch' era pur mia. marini, xxiv-786
poi in bocca anco a'destrieri, / ch' era ciascun dalla sete costretto. s
e costrignere ad amare subitamente la persona ch' è amata. s. caterina da siena
canape è constretta / da quella forza ch' ogni forza eccede. aretino, ii-249
ed essi nella mia, chi sa ch' io non fossi costretto a confessare non esservi
un collocar l'uomo in tali strette, ch' altra uscita non abbia, o non
paia avere, men difficile di quella ch' egli non ama. verga, 3-139:
): in quello liquore disse, ch' era questa virtude, che sì tosto come
l'aveva costretta di rinal- dino, ch' ella non volle che più tornasse in prigione
un tale / ben costrutto lavor più ch' altro giova / ne'suoi recinti imprigionate
alcune case ne riproducevano un'altra, ch' era rimasta di là dall'oceano,
ma ponete mente la sua bellezza, ch' è grande sì per construzione, la
bruno, 3-897: siamo dovenuti a tale ch' ogni satiro, fauno, malenconico,
galileo, 3-4-252: così mi par ch' ei dica, se bene ho capita la
non ha di me cura; / per ch' io vo tra costor con bassa fronte
ariosto, 5-13: ben mi dicea ch' uguale al mio non era / né
era / né vero amor, quel ch' egli avea a costei. guicciardini,
, 1-86: beatissimi voi, / ch' offriste il petto alle nemiche lance / per
nemiche lance / per amor di costei ch' ai sol vi diede. nievo, 37
inf., 5-104: amor, ch' a nullo amato amar perdona, / mi
me non ebbi tanta parte, / ch' i'mi potesse difender che marte / cogli
in volto umano arboscel, poi / ch' ella sorvola i più leggiadri tuoi /
scrisse, /... / ch' ei trionfò di chi la chiesa afflisse.
cui lodo e rengrazio / amor, ch' albergar fammi inel tuo cuore. ariosto,
portamento / e sì bel regimento, / ch' avanzate a ragione / e senica,
, che se e'non muta costumanza, ch' io 11 farò dolente. nievo,
insegnamenti de li filosofi di quella dottrina ch' è chiamata costumanza. 4.
/ pur di merzé cherire, / ch' i'non saccio altro dire. giamboni,
, / e s'altera ogni stomaco ch' è sazio. carletti, 77: quelli
pose. leopardi, 11-28: questo giorno ch' ornai cede alla sera, / festeggiar
ceri accesi -il gran letto matrimoniale ch' ella aveva portato da sposa come si
ii-169): non volse lancia; ch' era costumato; /... /
: a quello spiacevol mendo del guizzar ch' egli [demostene] a ogni poco soleva
'l giovane vuol esser costumato / convien ch' abbi vergogna e reverenza / e presto
laude cortonesi, xxxv-n-18: a costume ch' era usato / si ebbero collocato /
, a costume della patria, menti ch' era sacrificio. petrarca, 125-71: qualunque
ix-573: tutto questo infinito / tratto ch' è fonte in noi di vital lume,
dei quali non s'ha notizia alcuna ch' e'si ritrovino, se non per una
insieme, per tal modo / che ciò ch' i'dico è un semplice lume.
d'un gran fiume; / per ch' io dissi: « maestro, or mi
« maestro, or mi concedi, / ch' i'sappia quali sono, e qual
ed in costumi è tale, / ch' è sol ne'vizi a se medesmo eguale
trattati di virtù morali, 1-103: ch' elli non àe guari buoni motti ne'
che vegna a frutto di parlare, ch' elli non n'abbia qua entro qualche piccola
medesimo artefice, in cui pareva proprio ch' egli avesse dipinto i costumi: perché in
di giulio cesare, è necessario di sapere ch' egli era calvo, e che si
in una maniera di parlare tale, ch' acquista fede all'oratore, la qual maniera
gioco mai non fu veduto, / ch' aggio vergogna di dir ciò che sento /
membra e di clarezza, / sì ch' ogne cosa avanza / biltate e beninanza
, n-23: d'ogni malizia, ch' odio in cielo acquista, / ingiuria
la mano a questa chioma d'oro / ch' io porto in fronte, e quel
'l fero artiglio l'aquila proterva, / ch' a terra si rannicchia, e china
fermezza, * che morte solo fin ch' indi ne snodi '. parini, giorno
sanza lettaa, che non intendano quello ch' a loro si dice. boccaccio,
a color che son avari / sì par ch' a dio e al mondo dispiaccia:
scostumato / in riprendere altrui del fallo ch' elli / è più che quel cotale inviluppato
... fu anche di mestieri ch' io facessi mettere i calzari da ghiaccio alla
, 73: ben mi so ch' elicona / favoleggia cantando, / perché
poiché le fui vicino, istantemente pregommi ch' io mi fermassi, ed aspettassila un
questi cotalon lo posson fare, / ch' hanno schienacce, che alle volte ho visto
portavo un cotalon de ferro, / ch' aveva un po'le punte rugginose.
così vid'io già temer li fanti / ch' uscivan patteggiati di caprona, / veggendo
fa'ragione di farla sì forte, ch' ella sia sofficiente a un asino, se
disfaccia e guasti / fra miserie cotante ch' io patisco. marino, 6-9: del
in se medesma ha simmetria cotanta, / ch' è regola infallibile e misura / di
dove men lece, / chi fu ch' ardì cotanto e tanto fece?
esca fallace, i dolce velen, ch' uccide e non dispiace. marini, xxiv-
contanto. malispini, 37: procurarono ch' ella s'abitasse e popolasse di gente
le più sozze femmine del mondo, ch' elle hanno la bocca grande, e
: e quello tragrande amore e disiderio, ch' elli averebbe di là venire, il
mi sforzo, s'io potesse / ch' io cotanto valesse / ch'a voi
io potesse / ch'io cotanto valesse / ch' a voi paresse -lo mio affar piacente
li occhi gira! / dical amore, ch' i'noi savria contare: / cotanto
quel punto maledetto sia, / oimè, ch' eo vidi lei cotanto bella, /
lei cotanto bella, / oimè, ch' eo n'ho pure malinconia! dante,
li occhi sì a posta, / credo ch' un spirto del mio sangue pianga /
bronzino, xxvi-3-65: non posso far ch' io non lodi, e non ami /
paul terzo, e quel tempo, ch' e'ci tenne / scomunicati, non sospiri
tassoni, 6-33: mena al primo ch' incontra: e a braganosso, / figliuol
la galleria (così la nominavano) ch' era un edificio a similitudine d'un ponte
confini; / e di più cose ch' io non dico il nome, / di
per le cuciture e gli occhielli, ch' ella doveva metter di suo.
, 4-97: dio comandò ad aaron, ch' era prete e vescovo, che tutti
viso di latte e di grana, / ch' arebbe un cor di marmo ad amar
. d'ambra, xxv-2-357: v vo'ch' albizo / suo amante mi porti quella
intorno, / l'arnese è di colei ch' adora atene. berchet, 213:
chiamano quel tugurio in loro lingua, ch' è propria del paese), vi resti
lavoro a cottimo..., gridava ch' era un precipizio! bacchelli, i-143
alla cieca allo stesso lastricatore, al prezzo ch' ei vuole. -fare un
famiglio / d'uno scolar chiusin, ch' io tengo a cottimo. 4.
a bocca, ché molto beono volentieri, ch' egli hanno buono vino cotto. crescenzi
imperocché l'acqua cotta, secondo quel ch' hanno detto i savi, fa minore inflazione
li uncini verso li 'mpaniati, / ch' eran già cotti dentro dalla crosta. boccaccio
sole, / dal sol di persia, ch' è così fervente! berni, 6-30
, / non l'ha prima veduto, ch' egli è cotto. calmeta, 108
è la civetta d'altri l'uom ch' è cotto. bandello, 2-17 (i-828
sue fumosità che ella, più imbriaca ch' una sponga quando è stata longo tempo
, viii-211: si sentì alla voce ch' egli era alcibiade cotto spolpo. g
d'angelica bella, / come quel ch' è disfatto non che cotto. cellini
sozzo pazzo cotto, / vitoperato più ch' anch'uom non fue, / ché
cavalca, 16-2-98: lasciami mangiare, ch' io muoio di fame, e in
ho potuto due mattine assaggiare del cotto ch' ell'abbia fatto, tanto sale v'ha
ferro gli trapassa. / ma quel gigante ch' era cotto e crudo, / gli
campane], e sfregiate dal ciel, ch' io son certo / ch'e'non
ciel, ch'io son certo / ch' e'non le può patir crude né cotte
. m. cecchi, 16-12: diremo ch' e'potesse molto ben sapere il crudo
, / anzi il fantasma: però ch' ei de'numi / giocondasi alla mensa,
, 2-78: cotornice è uno ocello, ch' e'franceschi chiamano greoice, perocché fu
, come... de'coturni, ch' usavano i tragedi in scena. g
plauso la leggiadra gente, / lieta ch' ornai per te l'itale scene /
loro malizie [delle pernici], ch' elle furono l'una all'altra; e
, i-55: il perfetto animai, ch' or mondo è, pria / era confu-
questo schermo e fare a credere altrui ch' egli da urgente cagione fu spinto ad
io? -pensar, pur troppo! / ch' odio ei cova, e rancore,
nel camposanto. pur non crediate, ch' egli là passeggiasse a covare malinconia.
dove rotta una campana cova, / ch' era caduta e stava sotto un tetto,
, i-37: a voi, signori, ch' ella cova. 17. ant
ché una cosa che cova, per bella ch' ella sia, non ha vista,
costì che covano. -come? -come ch' e'non ci son più,..
tu t'inganni, se tu non credi ch' io ti conosca, e sappia molto
di state che di verno, perciò ch' elle sono tutte covaticcie, e intendono
oca, e insomma tutte le balorderie ch' egli avea fatte. = deriv.
non s'allegra di covelle, / ch' i'veggia o ch'i * oda ricordare
di covelle, / ch'i'veggia o ch' i * oda ricordare. a.
, i-115: aprisi la prigione in ch' io son chiuso. almeno, se non
de quel non fui essaudito; / ch' eo non stia sempre ammannito a toccar
operto: / non arman per mio defetto ch' eo no arentri al mio covile.
come s'infocò l'aria del covile ch' io abitava. situato a pretto mezzogiorno
un covile di brace; e ho divinato ch' essi ascoltavano il dolore favellare del dio
erba. nievo, 205: poi ch' essi furono satolli e il canonico di sant'
firenzuola, 659: può far il mondo ch' i'non possa colorire cosa ch'i'
mondo ch'i'non possa colorire cosa ch' i'disegni! ben trovò costui la purella
modo d'insegnare antico e nuovo / ch' avete, varchi, voi trovato a
col del l'ingegno umano, / ch' eterno è l'uno, e l'altro
questo / tór la fanciulla; ma ch' ei s'abbia in pace / da'greci
che la carne non ripugni allo spirito, ch' l senso non cozzi con la ragione
bologna. luca pulci, 1-7-61: ch' io so ch'egli è de'giganti sì
pulci, 1-7-61: ch'io so ch' egli è de'giganti sì caldo, /
: ruggiero è questo certo; / ch' era anche cozzon d'uomini il deserto.
tutta la mano. -che vorresti, ch' i'facessi il cozzone? note al
d'andar soli in cavezzana, senza ch' altri gli tiri, e di menargli
? pratolini, 9-78: gli dava fastidio ch' ella dormisse, così serena, e
poca grazia / chiede il semestre, ch' e'non v'è una crazia.
. / qui spesso ai cari suoi ciò ch' altrui cela, / quasi in candido
si diletta / a ben ovrar di quel ch' ell'è dotata /...
è cotesta tua di volertene andare subito ch' io sia giunto? verga, 4-105:
, che fu nobil creato / più ch' altra creatura, giù dal cielo /
al qual tutto si move / ciò ch' ella cria e che natura face.
e similitudine sua, non può fare ch' egli non ci ami. boiardo, canz
della terra, il vallesio si credesse ch' ella fosse un solido, e duro corpo
anonimo, 102 e: amore non vuole ch' io voglia / nel suo proponimento /
io voglia / nel suo proponimento / ch' io chera compimento / contra la vostra
, dell'inclito bellerofonte / nata, ch' a l'egìoco confusa in amore, creasti
che si prepara / de l'onta vendicar ch' ebbe a novara. guicciardini, 157
. bronzino, 1-9: io so ch' assai di ricchi e signorili / parenti
sembiante, disse: « l'amor grande ch' io vi porto, per essermi sino
voglio, / e onne creato ne toglio ch' eo en cose avesse albergato.
leonardo, 1-253: non vedi tu ch' el tesoro per sé no'lauda il
, / animate d'un spirito gentile / ch' è creatore d'ogni pensier bono.
vivente. latini, i-2909: ch' io vidi tutto 'l mondo, / sì
e indi gioie fino / a quella ch' io avea. dante, par.,
serveno solo sotto l'insegna del sole, ch' è insegna e volto di dio,
voi, / piangiente criatura, / ch' eo sia per voi inteso. guido delle
di valore e di biffate, / voi ch' avi te d'angel la figura.
apprese a leggere su questo gran volume ch' è il mondo, e intendere il
ella pensa, ella ama. la beltà ch' egli adora è creatura della sua fantasia
effetto non par già chiaramente in moises ch' el ponga materia coe- teraa a dio
, iv-2-224: il novissimo senso musicate ch' essi hanno del colore fa sì che la
palesemente. chiaro davanzali, ii-324: ch' amore d'essa m'ha fatto credente
d'essa m'ha fatto credente / ch' è più gioia che in l'oro non
bona donna, or, se tutto ch' eo sia / nemico voi, com'è
ariosto, 20-137: s'avede ben ch' egli ha falsa credenza / che sia issabella
anima nostra. petrarca, 329-6: ch' i'credeva (ai credenze vane e
io venissi e'm'è credenza / ch' i'sarei messo poi sotto la scala
chiocciolo gli deggia far credenza: / non ch' io ne dotti, tant'ba il
. chiaro davanzali, 220 e: ma ch' io ne sia dicente ad arti /
sicché potrete poi credenza darme, / ch' io divenni per voi stolto e villano
leggiadra resta / e snella sì, ch' ogni credenza eccede. idem, 6-1-105:
gli uomini. ariosto, 170: pur ch' un guerrier, sia di che gente
, / né per forza di pene ch' altrui senti. cavalca, vii-135: lavoravano
mi fareste credenza, e areste paura ch' io non vi pagassi. corrispondenza di
a credenza a 'nteresse / e lasciate ch' a gli altri il pensier tocchi.
, 27-29: e se tu forse credi ch' io t'inganni, / fatti ver
ma sì 'l sappia chi vuole, / ch' i'ho donat'una cos'a becchina
43-87: e vo', che sappi, ch' io ho la potenza / di chiamar
, e a quello della credenza, ch' erano ottanta. machiavelli, 414: [
racconciassi. guarini, 331: pensate pure ch' io merrò le mani come un piffero
iacopone, 10-9: test'è l'anvito ch' eo n'aio, / che prò
credi, pon mente alla spiga, / ch' ogn'erba si conosce per lo seme
in questo campo ha tanta gente, ch' è una maraviglia a credere, ch'
ch'è una maraviglia a credere, ch' e'pare la maggiore città ch'egli abbia
credere, ch'e'pare la maggiore città ch' egli abbia. s. giovanni crisostomo
, 3-1-153: in effetto io veggo ch' egli ha troppo creduto alle tue parole
/ a nulla vecchia non credere: / ch' elle gue- rìano l'amore, /
gue- rìano l'amore, / per ch' altri loro non credere. latini,
., 32-32: colpa di quella ch' ai serpente crese. simintendi, 1-170:
rustico, vi-1-136 (11-4): ch' egli è tanto cortese fante e fino
confonde sì le cose e i detti / ch' ella nel riferir n'è poi schernita
i cristiani] nemmeno di vedere ciò ch' essi credono, tanta è la stabilità di
non vivi, e mai / non avverrà ch' io ti ritrovi al mondo, /
, inf., 13-25: cred'io ch' ei credette ch'io credesse / che
13-25: cred'io ch'ei credette ch' io credesse / che tante voci uscisser tra
questo è contra quello error che crede / ch' un'anima sovr'altra in noi s'
che credi, e creder dei; / ch' altrimenti far credere è fatica, /
/ tu per te stesso, senza ch' altri il dica, / te n'avvedrai
2-30: ho petto anch'io, ch' ad una morte crede / di bastar solo
cittadini. petrarca, 35-9: sì ch' io mi credo ornai che monti e piagge
assai più gli oracoli di quello / ch' altri si crede. galileo, 99:
fratelli, ancor par che si creda / ch' avrebber vinto i figli de la terra
davvero. povero giovine! perché pensi tu ch' io fossi così contenta di que'danari
/ non menda fora, crio, / ch' io l'avesse, savendo / plagere
, addio. non ti vedrò, ch' io creda, / un'altra volta.
lei, / lieve saria; ma so ch' io ne morrei. cino, ii-582
si paragonava allora con le compagne, ch' erano ben altrimenti sicure, e provava
: i'ero già troppo più parigina ch' io non credessi. de roberto, 600
in cristo, / vel pria vel poi ch' ei si chiavasse al legno. idem
4-36: perché non ebber battesmo, / ch' è porta de la fede che tu
di vannozzo, ix-193: or dico ben ch' io sento e chiaro vegio / senza
e chiaro vegio / senza di te ch' io perderei la vita, / a
aver vorrei / qual è quest'un ch' a litigar l'ha mosse, / ch'
ch'a litigar l'ha mosse, / ch' allor giusto il giudicio io crederei,
cor. perì l'inganno estremo, / ch' eterno io mi credei. oriani,
che supplicando parli / de la fé ch' avea in lui zerbino avuta, / e
avea in lui zerbino avuta, / e ch' io ne le sue man m'era
, e frutto non apporte / a ch' il seme in deposito gli crede. agostini
l'arme tutte, ove è l'augel ch' ai sole / prova i suoi figli
sì baldanzoso il creder mio, / ch' io non stimava alcun di cor sì
: signor anseimo, non è dovere ch' ell'abbia a star più perplesso in
a mio credere, migliore di ciò ch' io sperava. manzoni, 193:
, par., 24-128: tu vuo'ch' io manifesti / la forma qui del
cosa sì ben colorata / dal greco ch' era dotto in tal dottrina; / che
, 11-200: come credibil fia, ch' abbian comune / una dire- zion tante
erano valsi a dar credito alla dimostrazione ch' egli voleva fare, che il suo,
. alfieri, i-53: il sarto sapendo ch' io poteva pagare mi facea credito
con questa credulità, aspettando ogni dì ch' ella fosse gravida; ma ben lo
genti semplici e rozze, sulla credulità ch' essi eran uditi dagli dèi. lami
sua allegrezza: acciocché e'non paia ch' ei non l'abbia volute pagare.
]: 'crenata', quella [foglia] ch' è tagliata o segnata da denti o
si dà ad un europeo d'origine, ch' è nato in america. faldella,
spiar le file di rosse formiche / ch' ora si rompono ed ora s'intrecciano
pavese, 5-89: guardai la stanza ch' era così piccola, cambiata. soltanto la
due anni: cioè, a parar ch' egli avesse il corpo dentro alla pelle d'
ne andrà tutta in uno fascio, ch' e'fondamenti hanno cominciato a crepar delle
, che ora e'non si pare per ch' i'so che cerca di imbrogliarlo.
: repente allor de l'arbore, ch' io dissi, / crepò la scorza e
sapessi, nencia, el grande amore / ch' i'porto a'tuo'begli occhi tralucenti
begli occhi tralucenti, / e la pena ch' i'sento e 'l gran dolore,
addosso poi quella sua cassa, / ch' è tanto grave, ch'ei vi crepa
, / ch'è tanto grave, ch' ei vi crepa sotto. note al malmantile
della oziosità nata dalla tristizia, odi quello ch' ella fa. ella crepa il corpo
. giamboni, 6-107: a colui ch' è crepato dì: va'a racconciati
stridenti penne. pascoli 245: sembra ch' uno... /...
. villani, 9-97: il conte, ch' era nell'età che detto avemo,
al crepuscolo canta un cardellino / mentre ch' io penso, amici, all'avvenire
famiglia quando debbiano porre l'uova, cioè ch' essi pongano a luna crescente, ed
. buommaltei. i-17: penso bene ch' e'la facesse [la città di
di milano] a crescenza, e ch' ella sia stata sempre delle grandissime.
li gittarono nella più presso crescenza del fiume ch' egli trovaro. d. bartoli,
di sua generazione, infino a tanto ch' ella dee crescere. dante, conv
., iv-xxiv-2: ciascuno savio s'accorda ch' ella [la gioventù] dura in
di mal si trova / quel petto ch' è crisciuto / ne la infema lacuma,
mi venne / deu'esser su, ch' ad ogni passo poi / al volo mi
che volentieri, e fra'molti discepoli ch' egli aveva, vedendolo crescere con gli
sempre. marino, 4-213: sai ben ch' ei non è più tenero in erba
più tenero in erba, / forz'è ch' ai foco pur s'accenda l'esca
acerba, / o vuoi forse aspettar ch' egli più cresca? crudeli, 1-144:
danimarca all'incontro crescendo di forze, ciò ch' era patto, s'è cangiato in
in vergogna a giorno a giorno cresca, ch' è l'una virtude che molta lode
di forze il giovinetto augusto, / ch' ottien del pari amabile e temuto / vanto
acerbi cogliono, / tanto acri son ch' e lor denti ostupescono, / onde
aperta correzione rispose l'imperio ottomano, ch' egli era cresciuto a quella grandezza nella
: crescono tonde a tant'altezza, ch' elle / perdon la forma e la sembianza
loro, e 'l danaro, non ch' altro, suole or crescere, or calare
sia preso per trist'occhio, / ch' è il comparone e 'l mio ridolfo lotti
lotti: / il nostro comparon, ch' è più capocchio, / crebbe ventotto
ariosto, 42-60: ben tei dirò prima ch' un passo cresca / l'ombra,
già del folto arbusto / il sol, ch' ornai declina inver l'occaso; /
ratto, / crescendo sempre, fin ch' ella il percuote, / e lascia
sarsi vada dissimulando di vedere le cose ch' egli ha dinanzi agli occhi, con speranza
fama letteraria, di un vizio antichissimo ch' ebbe origine e crebbe e contaminò e appestò
posson durar né crescer tanto, / ch' empian la voglia agli animai sensibili,
parte di quella linea di cento passi, ch' è il semi- diametro comune delle due
il mio parlar crescerebbe, se le ragioni ch' a sì bella impresa disporre e confortar
e raccogliendo il morso; / e fa ch' or questo or quel propizio l'esce
io non la vidi tante volte ancora / ch' io non trovasse in lei nova bellezza
la legge della madre tua, acciò ch' egli crescili grazia al capo tuo, e
tasso, 6-66: i fallaci romor, ch' intorno vanno, / crescon le cose
, vii-233: indi trattando di quelli ch' oltre l'essere e 'l crescere hanno
conducente ubriaco e il sergente incaricato: ch' era un mansueto violinista con una testa
, 3-1 (273): tu vedi ch' egli è un cotal giovanaccio sciocco,
... per aver auspicato alcuno ch' ella... derivi...
'mperadore a cresimare / e la corona, ch' è sì cava, in mano.
ella rideva faceva sì fatte crespe, ch' ognuno che fiso la guattava, se
s'eo m'appresso, / isbigottito converrà ch' eo incespi, / così mi fère
lieta primavera mai non manca, / ch' e suoi crin biondi e crespi all'aura
d'ambra tersa e pura, / ch' a l'aura su la neve ondeggi e
. marino, 214: candido vel, ch' ai più leggiadro oggetto / ch'abbian
, ch'ai più leggiadro oggetto / ch' abbian quest'occhi t'attraversi e spieghi,
che voi in pisa non avvespa, / ch' ogni femmina v'è, per lor
prende la cetra, / com'allor ch' i giganti in fiegra ei vinse / coronato
consorte, a me... / ch' or vecchia ti parrò cresposa e bianca
'l ben-farem mi van d'atomo / più ch' a le vere brocche de bresagli.
mettere la cresta fuore; che secondamente ch' e'fanciulli languiscono quando le gingie ingrossano
è uno pesce c'ha una cresta ch' è alla maniera di serre, onde rompe
smascella. / l'ispide orecchie, ch' irte in alto stanno / in loco di
vero, ell'è una gran cosa / ch' io m'abbi sempre a stillare il
vogliam dire che fosse rimarchevole il passare ch' egli faceva molte e molte giornate in un
acque puoi tu bene cognoscere, cioè ch' ella non esca di palude,..
e luccicavano; e dalla strada, ch' io non vedevo, si fermavano, quasi
. et è medicinale come la celidonia ch' è bell'erba; e se ne trova
. pananti, i-71: quello ch' io dico lo peso e lo cribro.
ardita / femina deve a far prova ch' in libro, / meglio, ch'in
prova ch'in libro, / meglio, ch' in marmo abbia a restar sculpita;
di trappolino per raddirizzare i gobbi, ch' è di mettergli nello strettoio, e
sembran costor due giucator di cricca, / ch' abbian il punto tutti due in bastoni
bronzino, i-94: per quel ch' io sentii cricchiar da basso / l'
e un contadino temerario e impertinente, ch' è stato sul mio, ch'è mio
, ch'è stato sul mio, ch' è mio debitore, che non vuol
. bartoli, 36-64: vero è ch' egli recava a suo debito ancor le
a visitare mad. isa- betta, ch' io andai incontinente a corregger questo errore,
(così li chiameremo per distinguerli da quelli ch' ebbero il merito e la fortuna di
: crudeltà satolla chiamò seneca la clemenza ch' egli [ottavio] mostrò da ultimo
bruno, 3-733: tra gli uomini quei ch' hanno del porco, de l'asino
, il qual esige di giustizia ciò ch' è suo. con che si vengono ad
, / color di perla netta più ch' or fino, / come potrà giamai morte
per la paura del bronzo e de'crini ch' avea sul cimiero, / come tremendo
/ lo capei dela testa, / sì ch' io credea che 'l crino / fosse
boccaccio, iii-2-26: chi son costor ch' a'nostri lieti eventi / co'crini
campanella, i-105: la gran donna, ch' a cesare comparse / sul rubicon,
, 100: una stella apparto, ch' appar per regni / che deon perire ed
tue bellezze il fior adorno / pria ch' egli caggia, e de l'età
inculti abitator de l'apennino; / apennin ch' alza sì la fronte e 'l mento
. fiore, 76-14: « per ch' i'vi priego che mi diate il
ariosto, 32-17: incominciò lamenti / ch' avrian mosso a pietà nei regni bui
n-iii-585: i due primi di color ch' abbiam nominati vogliono che le stelle crinite
. borgese, 1-45: ottenne solamente ch' essa prorogasse la partenza al giorno dopo
valura: / confòrtate, combatte, ch' eo do regno / a quello che 'n
era armata del più fin metallo, / ch' avean di più color gemme distinto;
l'adige o col tevere; / ch' è perfido, sacrilego e dannabile; /
non merita di bevere / chi tempera, ch' intorbida, ch'incorpora / co'rivoli
bevere / chi tempera, ch'intorbida, ch' incorpora / co'rivoli il crisolito e
bèi di questo bel crisolito, / ch' è figliuolo / d'un magliuolo, /
si traversavano a rotta di collo borghi ch' eran tutti una deserta luminaria, un'incantata
sol si difende e sì traluce, / ch' ai fondo cristallin l'occhio conduce.
dottava sfera che vedemo / osanna, ch' ivi etemalmente vive, / formò due cieli
firmamento, perché si fanno nell'aria, ch' è pur parte del cielo ma più
, 6-164: una curvatura del cristallino ch' egli doveva poter stringere a suo agio
di ricco, ii-196: lo cristallo poi ch' è ben gelato, / non poi
gelato, / non poi aver speranza / ch' elio potesse neve ritornare. bonagiunta,
di bicci vocato forese, / potrebbe dir ch' ell'ha forse vernata / ove si
te le luci affiso, / ahi ch' altro non vegg'io che 'l proprio viso
un mostaccio infrigno e giallo, / ch' ella pare il ritratto dell'ancroia, /
. /... il molto fior ch' estolle / le odorate corolle / sui
nobilitarsi? »... ad onta ch' io così da parecchi anni sentissi,
disse rinaldo: « per lo iddio ch' adora / re carlo magno e tutto
ogni pensiero nel sommo e vero bene ch' è dio, tutto in quello ritrovano.
6-iv-2-18: spiega intrepido pur ciò, ch' hai nell'alma, / ch'altro non
ciò, ch'hai nell'alma, / ch' altro non v'hai, se non
che non ti gravi o punga, / ch' abbia buono il sapor, l'odore
dega fare, / che lo nome suo ch' è santo 'n nui dega santificare:
. boccaccio, vii-218: scaldimi del sol ch' et- temo regna, / lo qual
giovane, 9-861: il vetturale, / ch' era un cristianon grasso, /
peccato, / che a quella so menato ch' eo non posso più mucciare. dante
, dicendo: le turbe che dicono ch' i'mi sia? e loro risposero
dicono che sei elia; e alcuni dicono ch' egli è resuscitato uno de'primi profeti
disseli adunque: ma voi cui dicete ch' io sia? rispondendo pietro, disse:
il contento e sorga la gloria, ch' allora poi, pentito del male da me
, giubilando direi: -o me felice ch' ai miei peccati ho avuto un tanto redentore
né argento né oro, ma quel ch' io ho io te 'l dono: nel
. leopardi, iii-121: non crediate ch' io mi sia voluto impantanare in quel
: su culliamlo, crivelliamlo, / ch' ei ne gode; / più non ode
della chiesa e cosparse di calcinacci noi ch' eravamo sotto. g. bassani,
congresso da alimentare la verità medesima, ch' altro non avea del sottile che la
se dio piace, ad amo / ch' ell'aggia non m'ha crocco. /
: pur anco gli vuol far, mentre ch' ei muore, / col farsi
che forerebbe una muraglia: basta dire ch' ell'era di tagliacozzo, nonno de'
; / ma noi poteano ismover più ch' un monte. bruno, 50: or
asciugar fur preste, / consenti or ch' io rasciughi, o croce santa, /
., 7-91: quest'è colei, ch' è tanto posta in croce / pur
posero in croce, avendo la contrizione ch' io ti veggio, sì ti perdonerebbe
o squartare in cambio di pugnalarlo, ch' io me ne dava lo stesso pensiero
, armato vien', signore, / ch' altre croci apparécchianti i nemici, / non
core io sacro e i carmi, / ch' è più vittoriosa e grande insegna,
, 4-35: per ammenda d'una guerra ch' egli a torto avea presa..
più giusto; / tua fama, ch' alcun termine non serra, / qui
cittadini. marino, 10-240: colui ch' è primo e la divisa ha nera,
, 851: bello di maggio il dì ch' io vidi su 'l ponte di reno
abissaria: / beata quella dama ch' à tal poestaria. miracoi sentimenti l'
ché, verretton nel core; / fa ch' ella mora d'altro che di volendolo
, / messe a monte / crederei ch' alto gridassero / dame e fanti che,
una volta mi parlò d'un convento ch' era stato ammesso a visitare; delle poche
senza invidia, a lui, bibì, ch' era un pascià a tre code,
1-72: di me fermanza avete, / ch' eo so vostra 'tenuta, /
e il dam maggio / ch' avevan ricevuto, e la lor vita /
avevan ricevuto, e la lor vita / ch' era cattiva, e lor grande
. dotti, 140: quella bocca ch' è un bel prato / damaschin di
d'aure soavi, non spira altro mai ch' arabi odori ed altro non profferisce ch'
ch'arabi odori ed altro non profferisce ch' accenti damaschini e sillabe lavorate alla zemina
parlar d'amore a lesbia un giorno ch' ella avea veduto in dosso ad asteria
più delle volte ho a domandare, ch' acqua è questa? baruffaldi, 58:
31: or via dameggia, / lascia ch' io veggia / se lo sai far
che nessuno si stupisca, e senza ch' io sia più nominato né in bene né
pietà mi prenda della dami- giella, ch' è stata intra noi nodrita e ne'suoi
questa è quella amorosa damigella, / ch' ha gli occhi in testa più chiari
damigella alzò con meraviglia / gli occhi ch' aveano il pianto sulle ciglia. bocchelli,
la regina, né trovando la veste ch' esse gli avevano cavato la sera,
amato dalle damigelle; conciò fosse cosa ch' elli, osservando iguale modestia, si dilettasse
più dire. / e1 damigel, ch' ha nome gismirante, / a grande onore
tua sorte invidiata in cielo / ecco ch' io teco a rallegrar mi vegno. arici
in bocca. della casa, 728: ch' è più veloce assai, che damma
. martelli, 1-67: tempo fu ch' io credea, com'or tu credi /
che fuor d'un antro, or ch' io parlo, esce / coppia felice di
non sii avvezzo. / non sai ch' amor quand'entra 'n un cervello,
presso privati, la trasfigurazione dell'ultimo ch' è in galleria, bastano a decorarli;
alquanto solenni, voler bere dei vini ch' abbiano passati i mari, o le alpi
sì decora / e sì eccellente, ch' ogni volta eccede / ogni ben temporal,
de'medici, ii-39: la differenza, ch' è tra 'l legno e l'oro
lagrimare, e quell'invitta / forza ch' à la vertù con beltà mista. g
in quella specie di virtù negativa, ch' è detta « decoro », ed è
caro, 16-39: che vai, ch' io sia per voi famoso et chiaro /
a me disse il mio genio / allor ch' io nacqui: l'oro / non
né consiglio, né decoro / fu ch' evandro tenesse. uscì nel mezzo / di
a lacrimare con tanta divozione e decoro ch' e'pareva una verginella. e messer
né qui biasmar la previdenza eterna, / ch' a l'ordine del mondo, al
l'omamento, / ed oltre ancor, ch' ai respirare è buono, / vaglia
il qual rispetto solo doveva esser bastevole ch' egli si proponesse inanzi a gli occhi tutti
ippia il vecchiarello; ma o quello ch' è secondo la dignità, come piace a
come vuole aristotele; o quella dignità ch' accompagna l'onestà per congiungere insieme l'
minuette; / ma pur son balli, ch' hanno del decoro, / che van
gentil correzione, e veduto non avessi ch' ei tien carissima questa particella; perocché
libro usurpa tuttavia per essa quel luogo ch' ai « ci », suo fratello,
... si bee il cià, ch' è un'erba colà famosissima, la
portavan loro dalla terra il magnare, ch' era una scodella di quella loro spiacevole
e forze veggio che decrede, / ch' om non po'lei contradir né star oso
incremento e decremento delle obumbra- zioni, ch' esse fanno al corpo solare. p.
desiderio di giovare al suo nipote corsini ch' era in corte di napoli. rovani
cavalca, 16-2-335: oh violenza ch' io patisco da questo vecchio decrepito!
. al decrepito, ed a colui ch' è travagliato per ogni maniera, al disperato
, e con le voglie / stesse ch' essi hanno nell'età decrepita. tasso,
rallentò il parentado. in questa, ch' io posso chiamar decrepita, altrettanto per
xvii-400: v'è anche chi crede ch' egli finga di tendere le orecchie a udire
decretali, e egli con loro insieme, ch' era grande maestro in divinità e in
da castello e così uno decretalista buono ch' è suo vicario, ci confortano valentemente.
rufino non era del tutto benviso, ch' egli fondasse nel fondaco una chiesa di
questo mio proponimento fosse deluso -sono certo ch' ella, signore ed amico mio,
vieta / il pianeta / che decreta ch' io sempr'ami. alvaro, 13-268
tira la vettura ed è la donna ch' è il cocchiere, l'uomo fa l'
scrivi questo decreto, acciò che quello ch' è statuito non si muti dalli medi
di capitani di guerra, o vero imperadori ch' erano chiamati. collenuccio, 130:
, in abito e con pompa / ch' ha da'gabini origine e da'regi,
orrenda; / costui misero intenda / ch' è preso all'ami. rosa, 161
. dante, 59-9: la beltà ch' amore in voi [donne] consente,
caro, 1-36: già contezza avea ch' era di troia / per uscire una
d'orgoglio e di potenza, / ch' ancor de l'universo imperio avrebbe:
estinse la equitazione del decreto, quel ch' era contra di noi, e tolsela
della città di parigi e delle altre ch' entrassero in questa lega. 9
allegria; / ma, ahimè, ch' io dubito / che in quel decubito /
nausee, e dolori di decubito, ch' è una vera pietà. che vita
vostro beneplacito. -halla, e ponghiamo ch' ella sia proporzione decupla; e che però
, e i pedoni centuriati facevano congiurazione ch' egli non si partirebbero per cagione di
decuriati e i pedoni centuriati facevano congiurazione ch' egli non si partirebbero per cagione di
che convive dì e notte con loro, ch' è l'invisibile loro compagno; si
e for- s'anche nell'antica cattedrale ch' essa comprende, due de'più antichi
, inf., 29-116: vero è ch' io dissi a lui, parlando a
a volo'; / e quei, ch' avea vaghezza e senno poco, / perch'
teatro, non punto inferiore al mirabilissimo ch' egli eresse in roma, allora che
ai piedi dell'ignuda donna di bronzo ch' era dedicata ai caduti. 3
non è una poesia ma un sermone ch' egli mi ha dedicato. pascoli, ii-1458
molto del suo tempo; del tempo ch' egli ha il dovere più che il diritto
sì semplici cori tanto devotamente dedicati, ch' eran sopra ogni pomposo sacrificio accetti,
. goldoni, viii-1205: se si sa ch' io m'interesso in questa commedia,
m'interesso in questa commedia, diranno ch' io lo faccio per la lettera dedicatoria
donne, 1-8: sono di quelle ch' hanno la matrice sì lieve e sì didotta
. iacopone, 43-392: omo ch' è preite salga sette scale, /
gran pena a diducermi a mangiare meglio, ch' i non facea. -introdurre sulla
, avere altra sussistenza, che quella ch' ei deduce dalla diversità dei moti naturali
ora deduciam da questo illustre racconto quel ch' è di nostro particolare interesse. baretti
albergali, 223: e si vede insieme ch' egli non ha detto né in alcuna
, 14-77: ricominciò: « tu vuoi ch' io mi diduca / nel fare a
senza defalcazione alcuna, neppure di quelli ch' essa trae dall'estero. = voce
parole del chigi col difalco usato, ch' elle meritano fra'cortigiani, formato aveane
pace, dopo lunga guerra, / ch' io son per gli anni pur defesso e
è efficiente, ma deficiente, però ch' è non fazione, ma defezione.
conservatore. piovene, 3-23: an- ch' essa era tarda a scuola, ma la
: ond'io ne prego voi, prima ch' io peggio / stia, ch'io
prima ch'io peggio / stia, ch' io vegna so'la tua merigge; /
è tenuto indispensabilmente di annettere all'idea ch' egli ha dell'oggetto anche il giudicio
: diffinendo egli la favola, dice ch' essa è una bugia composta per utilità
il figliuolo dell'uomo va, secondo ch' è definito di lui; ma guai a
e però facciamo che sia una battaglia ch' ella duri dal mattino fino alla sera,
la pugna domanda, / non vuol ch' oltra quel dì si difinisca. marino
per fargli piacere, / tutto quel ch' io ne so di diffinire. 8
, viii-555: vorrei pregarvi di dirle ch' io sono stato per riverirla, e per
suol essere la numerosa adunanza de'greci ch' essi chiamano pilaica. savonarola, 8-ii-13
difinisce dee risguardare ne l'essempio, ch' altri direbbe essemplare, nel quale niuna
nota, malagigi, se tu vuoi / ch' io dica pur la mia diffinizione,
talento e la vera diffinizione di ciò ch' egli vale. foscolo, xiv-114: credo
sumministra la più purgata e perfetta materia ch' egli abbia, che è una deflorazione
nell'estrema parte del cervello, in guisa ch' è fatta pura e bianca come le
salto, e con tra / il terzo ch' era enorme si rizzò / sopra tanche
vizio... / deforma la belleza ch' era simele a deo, / e
i capelli duramente sì allungati, ch' ei pareva nella faccia una bestia
lo conosceva la gente, e dicevano alquanti ch' egli era stato capitano e forte
forma, / la forma tua reforma tomo ch' è deformato. 2. rovinato
e dalle armi deformata quella città, ch' egli col suo ingegno avea resa tanto
poesie del lodato due sonetti italiani, ch' erano due grossi nei, deformatori di quelle
stride; / ma il tristo fiato, ch' ogni fiore uccide, / frenar non
che lo no- driva sin di speranze ch' ella fosse per congiungersi in matrimonio con
congiungersi in matrimonio con lui. speranze ch' erano però giudicate vanissime per la differenza
, più eminenti nella lor qualità, ch' ella non suol mostrarci. giordani,
giudicare in teorica e in pratica ciò ch' è bello, ciò ch'è deforme in
in pratica ciò ch'è bello, ciò ch' è deforme in poesia. bettinelli,
gonfiò anch'egli deformemente; e dopo ch' egli ebbe gettata roba per bocca e
, 1 * 347: quei popoli ch' ebbero dalla natura una deformità ereditaria di colorito
, o deformità, o servitù dura ch' è la tua, rapita per mano di
d. bartoli, 9-31-1-16: nel prendere ch' essi [i grandi] fanno un
sconcezza, quella deformità quell'errore, ch' egli è abile a metter di sé
consiglio per risolversi ad eleggere persona, ch' essi avessero riputata meritevole e degna di
cato gridò in pubblico: questo è quello ch' io vi dicea dinanzi, che voi
, prendi aglio trito / defritto, ch' ancor vale al morso duro / del
/ e fammi vivo al ben, ch' io son defunto. boiardo, 3-6-11:
, iii-250: ah dunque non voler ch' egli, nel punto / che andrà fra
entusiasmi provinciali per cose ed uomini ch' io non ricordavo neppur più. corazzini
dante, par., 17-21: mentre ch' io era a virgilio congiunto / su
vita futura i parole gravi, awegna ch' io mi senta / ben tetragono ai
un mostro. / e spesso avien ch' egli traligni in guisa / degenerando da progenie
. cieco, 12-24: il pastor ch' era villan naturale, / per non
della poesia, perché non dobbiamo dolerci ch' essa vada così degenerando in un ozioso esercizio
tra i bruti e gli angeli, secondo ch' elegge, può all'inferiore degenerare e
a milano mi fece grande paura assicurandomi ch' ella è degenerata in ulcera. de roberto
commerciali hanno degenerato quel dolce bighellonare ch' era il viaggio stendhaliano in un'affannosa corsa
, i-786: nessuna delle degenerazioni fisiche ch' io riscontro nelle altre ammalate, in
, 8-i-366: fa'[o signore] ch' io possa diglu- tire questa saliva,
possa diglu- tire questa saliva, cioè ch' io possa gustare cristo, e ch'io
cioè ch'io possa gustare cristo, e ch' io mi trasformi tutto in lui e
satisfa- zione condennando e piangendo quelli mali ch' elli fece. capéllano volgar.,
angeliche e divine, / se mi par ch' a dir sol del biondo crine /
per schiavo ricomprato, / come colui ch' a lo port'è venduto! simintendi
prego è giusto e degno, / ch' io possi te laudar, virgo sacrata.
questo si seppe chi egli era e ch' egli era di gentile nazione; e tale
: deh fate or, prego, ch' il suo onor s'illustri, / ché
salviati, 11-3: quella cosa sola, ch' in questa credenza mi poteva generar alcun
): riguardando molto intentivamente, conobbi ch' era la donna de la salute,
e i delitti di tanti uomi- ciattoli ch' io degnerei di nominare, se le loro
e sdegnio / prende col suo signior ch' all'anno terzo / non si degnia mostrar
. macinghi strozzi, 1-552: ben ch' io non credo che degnassi sì basso,
, / già di lontan m'accenna ch' io mi taccia. d. bartoli,
, / è sol che vi degnate ch' io vi miri. 12. ant
/ aride erbette e rustica capanna, j ch' aprir vedete a mezzo 'l verno i
reverire insegna / la voce stessa, pur ch' altri vi chiami, / o d'
dio, di esser libera, e quel ch' è peggio, la libertà che ci
, 1- 157: ma poi ch' egli ebbe trovato lo velo tinto del sangue
intelligenza, 131: roma, chi crede ch' io ver'te fallisse? / dove
: credete. tra i molti beni ch' io debbo a maria, pongo questo,
ahi, la non degna sposa / ch' odia di madre il nome / stolta e
ormanno e 'l suo turpino, / ch' avessi diligenzia avuto e ingegno; / sarebbe
carlo magno un uomo divino, / però ch' egli ebbe gran vittorie e regno,
daranno a me sì dolce stile: / ch' io sarò degno, dov'ogn'altro
lascio molte cose egregie e degne, / ch' io non posso seguir con la memoria
attenti a que- st'ultima osservazione, ch' è la più degna. proverbi toscani,
e sé non poteva non riconoscere sinceramente ch' era una bella e degna festa. buzzati
ascosa, / e disposta a soffrir tutto ch' io soffro, / degno e non
l'arme, e lasciai cura / ch' avesse degno onor di sepoltura. bonarelli,
. bonarelli, xxx-5-65: i'vuo'ch' ei mora. e s'altra man non
non giudicare contro a giudice, però ch' egli giudica secondo ch'egli è degno.
giudice, però ch'egli giudica secondo ch' egli è degno. de sanctis,
così convien aitarmi / da questa gente ch' assai poran dire / ch'io stro fermo
da questa gente ch'assai poran dire / ch' io stro fermo in mio dire /
'n quella croce lampeggiava cristo, / sì ch' io non so trovare essemplo degno.
grazie. frezzi, i-1-58: degno è ch' io ti soccorra e diati aiuto,
che ferventemente tu mi chiame, / e ch' io sovvenga al cor, ch'i'
e ch'io sovvenga al cor, ch' i'ho feruto. bembo, 1-221:
26: e degno è ben, però ch' a te potei, / lasso!
, parlando particolarmente d'obizo, dice ch' egli morì in ferrara già vecchio e fu
pregar vo- str'alma umanitade, / ch' in tutto del mio onor non mi
iii- ii-327: ma chi declamasse ch' egli guastò il costume, che spogliò
tutti degradando, sì che lo settimo ch' è all'ultima abetazione enverso settentrione sarà menore
.. nel buon disegno di ciò ch' e'volevano in essi rappresentare, cioè
mi trasmuti un tuono coll'altro senza ch' io m'avveda del momento in cui
vogliate andar per fil di spade, / ch' in africa non tomi di noi seme
a lei volgete finalmente i preghi, / ch' ella vi salvi, ella che salva
fa qui dimoranza / nella camera adoma / ch' è chiara quando aggiorna e quando annotta
/ e il ciel, deh, voglia ch' ella sia l'estrema! leopardi,
. d'annunzio, i-429: o donna ch' anzi vespro a me fai sera,
, / se tu sa'ir; ch' i per me non la cheggio. bibbia
pastor nei boschi etrurii: / deh ch' or non mi sovien qual nome avevano
signor a me non venne, / ch' anch'io n'andrei con tanta donna a
elegia giudeo-italiana, v-36-107: e lo nemico ch' è tanto avantato, / ne lo
lo successo e per la prosperità ch' ebbe sopra il popolo, lo quale questa
che se poi vengono patrocinati dalla fortuna ch' essi credono lor propria, ma che
donna già deificata, avendo risposto, ch' ella già era passata ad altra vita.
buti, 3-174: proculo julo disse, ch' elli [romolo] gli era apparitoli
: dicono in lor ditto fermamente / ch' amore ha deitade in sé rinchiosa. giamboni
della deità di cristo, in quel contemplamento ch' era divenuto lo scopo della vita loro
impero / conservate artaserse. ah! ch' io lo perdo / se trionfa di
un altro principale effetto, il quale è ch' ella ha a liberare l'uomo della
segneri, iii-1-254: passion... ch' è fomentata dall'infemo a gran segno
richiamarsi a carlo, come genero / ch' egli era a lui, ed era del
tempi douti fai i lavorìi necessarii e ch' abbisognano acciò che le terre rendano per
usi sera e mattina / la zuppa, ch' il trarrà d'ogni duol fuore.
della casa, 710: è ben vero ch' una donna sì divina / non istà
uscir del dozzinale, / dite liberamente ch' e'si muoia / o di fame,
si gloriaro, / provate le vertù a ch' ella giova. landino [plinio]
se non si taglia il capo mentre ch' egli è vivo, non diventa mai gioia
salviati, 20-55: ma volete vo'dir ch' alio scuro e con la mia draghinassa
nel mio grembo un drago, / ch' era sì velenoso e tanto crudo /
. petrarca, iv-3-95: vidivi alquanti ch' han turbati i mari / con venti
, per lo corpo della consagrata, ch' io non arei paura d'un drago.
/ rispose orlando: a ciò non fia ch' io pense; / sì m'han
turbato i pesci di quel lago / ch' odio più il cibo che toccare un
con tossa impietrite potè eccitare la fantasia ch' ei non fosse altro che i frammenti
in bronzo dorato, con la bocca ch' è la bocca d'un drago,
ariosto, 10-86: quel avoltor, ch' un drago verde lania, / è l'
opposta parte / la tonda luna, ch' ai superbo drago / preme la testa,
insonoro / dorme un passato immenso / ch' io stringo in sangue denso. 7
, 203: mi fa segno, / ch' io non dica, e mi minaccia
dragoncello, / qual ragion, vuol ch' io mi taccia? 2.
dragone, / veggendo la tua faccia ch' è sì dura / che no la
non guardasse al suo peccato, imperò ch' egli era peccatore, ma che guardasse
le loro capita e petti è manifesto ch' abbiano scoperti? = deriv.
lucerna e rivolgerebbe tutta la casa tanto ch' ella la ritrovasse? cavalca, 20-22
scritta nel monte / l'accese sì ch' in lui non restò dramma / che non
contro alla tua negligenza il tuo signore ch' è iddio, facendoti anche nella vita
122-14: io avea perduto a giuoco ciò ch' io avea, e fui presso a
, v-1-796: ben potete voi creder ch' io m'intendo / di bindoli,
terenzio i più faceti / sali, ch' a le sals'acque in preda andranno.
a rappresentare un drama sacro; e ch' egli era costume di quel luogo di
, brani d'un cuore esulcerato, ch' egli, con un sorriso amaro, gettava
epopea può sotto parole generali dire ciò ch' ella vuole senza offensione dell'ascol- tante
uomo-accumulatore di drammatismo [mazzini]; ch' egli scaricava, annaffiando tutto lo scenario
drappare in certi disegni di maestri toscani ch' io so. = deriv.
drappeggiare stoffe, furibonda perché tanto sapevo ch' era un lavoro inutile, fatto per
mi assicuravano punto, credendo forse ch' io mi drappeggiassi alla romana per
suoi guerrier soccorre, / ma quello stuol ch' a tutt'i rischi accorre: /
ponendo in seme e 'n pianta / ch' alle fresche lattughe al tempo estivo /
pisa, 2-109: ed ecco enea poi ch' ebbe fatto uno drappello, percosse con
terra e posto in su una bara ch' era fatta di frasche d'arbori fresche,
il drappo a piè del seggio / ch' io danzi su la porpora. -vessillo
sì cari / come l'arnese ruvido ch' io porto. roberti, vi-46: il
sugli altissimi zoccoli gemmati, se penso ch' ella porta qualche cosa di agreste e
si allontanano tardamente adocchiando 11 drappo rosso ch' è rimasto posato sull'erba. 4
del suolo, in eccesso dell'acqua ch' esse possono ritenere o conservare per l'
bibbia volgar., x-141: conviene ch' egli regni, insino a tanto che
pensò d'assalire le bandiere de'maganzesi ch' erano nella dretana schiera. =
lor corpo si vede, / salvo ch' elle hanno di caperà il piede. sannazaro
ne va per sentieri e per dirizzaménto ch' el mena più avacciamente là ove elli
a lotto folchetti con anche tre livre ch' io le giunsi per lo dirizzaménto del luogo
adunare en quillo santo / quillo popolo ch' amasti tanto. leonardo, 3-394: se
2-2-214: non ho atteso ad altro ch' a dirizzarmi i panni in dosso e levarne
/ sicuramente potete tornare; / da ch' e'ci è dirizzata la ventura, /
fine e de la vita, / prima ch' i'fiacchi il legno tra li scogli
la giusta preghiera / drizzola a te, ch' orni la scola mia. pindemonte,
con braccio maneggiò sì saldo, / ch' agile è men picciola canna al vento.
: onde 'l parlar de la vita ch' io provo, / par che si drizzi
la sua forma se ne va in quello ch' elio mira: e molte volte nel
contra di lui. dottori, 97: ch' a ferire le piante / se n'
rotte / le statue de'demòn, ch' a l'uomo innante, / quantunque accorto
giordano, 3-148: il santo uomo, ch' è ordinato secondo le scritture, e
cittade sieno addirizzati nelle loro opere, sì ch' elle sieno a vertuoso vivere.
fleto di quella droga insoave, disse ch' era colazione del diavolo. vallisneri,
/ bicchieri d'oro beva il vino / ch' egli cambiò con le droghe syre.
forse il meglio per il suo aroma, ch' entra nel latticinio e nel siero come
: tutto mi mollo / del pianto ch' ella fa per drudaria. fiore, 169-14
terra e intreccia / le lunghe reste; ch' ella non ha drudo. d'annunzio
parole usava il baron drudo, / però ch' amor l'avea posto in tal loco
, e la brachetta, cenato ch' egli ebbe, se n'andò a letto
ella venuta da me, e parlato ch' ella ebbe meco, si dipartì. la
d'annunzio, iv-2-912: quel riso ch' essi non ridevano con altri, essendo
di numeri, avenga che da quello ch' è veramente uno e solitario non può generarsi
tutto tempo di mia vita guardato, ch' io mettessi al niente. carducci,
di nulla, ricorrete alle leggi, ch' hanno libri. onde e'medesimi hanno
e'medesimi hanno sposto che le leggi ch' hanno libri sono due, cioè i cristiani
, / e 'l dolce amaro lamentar ch' i'udiva, / facean dubbiar se mortai
moglie v'avesse sposata, / non dubbiate ch' egli era un bel farneccio! f
come ferito orso / dello dubbievol caso ch' era occorso. giov. cavalcanti,
i-189: il valente pedagogo, avuto ch' egli ebbe così ad un tempo stesso il
, 119: a mezzo il mare, ch' io varcai tre anni / fra dubbi
bellezze tenere / non prender già, ch' i'nacqui in grembo a venere. giraldi
. d'annunzio, iii-1-1004: quella ch' è in pace, da qual mano
alcina ogni tuo ben ti fura, / ch' io non le rompa 11 suo disegno
cura. tasso, 1-29: ciò ch' essorta goffredo, ed io consiglio, /
si sottopongano? certo, per quel ch' io me ne credo, niuno.
mirar alternamente or la crudele / pugna ch' è in dubbio, or le fuggenti
si rivolse a quella damigella, / ch' avea le guance ancor palide e gialle,
risponde oscuro, quanto a questo, ch' è lasciare colui in dubbio che domanda.
francesco da barberino, i-57: così convien ch' avegna, / che gran viltate,
fine: / venuto è in sospizion ch' io non rivele / al lungo andar le
novelle assai / de'tartari, di ch' io presi gran dubio, / e gli
com'io strugger mi sento: / tal ch' io rimango spesso / com'uom che
livio volgar., 3-47: avvegnadio ch' egli [il fiume] sia molto
e di suo stato incerto, / ch' ancor gli par de l'orgoglioso flutto /
l'ombre / dubbioso errando, or ch' io ti parlo, aspetta / il figliuol
ariosto, 31-68: il suo destrier ch' avea continuo uso / d'andarvi sopra
ché l'alma ignuda e sola / conven ch' arrive a quel dubbioso calle. giov
fa sì che la sua vergogna, ch' era dubbiosa a pochi, si faccia palese
pace, non volesse ricercare per vantaggio ch' avere li paresse il dubbioso fine delle battaglie
? tasso, 13-i-453: questa fera gentil ch' in sì crucciosa / fronte fuggia pur
questa disianza, / e forse avvisa ch' io non possa starci, / per lo
di biasimo acquistarci; / come saprà ch' io sia onorata, / non curerà della
amore meo, la fera dubitanza / ch' aggio, che la noia e lo spavento
la noia e lo spavento, / ch' è fatto voi, non vo'sconforti tanto
ix- 440: di quella povertà ch' è contro a voglia / non è da
a voglia / non è da dubitar ch' è tutta ria. albertano volgar.,
matina la sanctità del nostro signore commesso ch' io vada in castello sancto agnolo ad
con voi la pace, / pur ch' una volta meco vi proviate. muratori,
. goldoni, iv-90: voi dubitate ch' io ami la vostra figliuola, ed io
. fava, xxviii-12: per quello ch' ell'è usanza che quelle cose che
ma dubito in parlare / com'orno ch' è pauroso / e dubitoso / a segnor
. boccaccio, vii-268: disse / ch' uno olifante udir le pareva / giacere
: ponte è dubitato / da omo ch' è odiato. albertano volgar., 58
/ arrecomm'un velen sì temperato, / ch' averla, non che me, m'
e pazzi, se non sapran scuoprir quel ch' è accosto sotto questi sileni. goldoni
la non dubiti, signora contessa; innanzi ch' ella me lo vaticinasse, io mi
animo, e non ti dubitare; però ch' io non feci già mai nocumento all'
che il detto re più un'ora ch' un'altra / sia malinconoso o non così
tacere e dimostri temenza, / però ch' e'quindi si lega da poi / a
d'amore e d'agonia / giuro ch' ella ha mentito / e lo splendore della
nulla contro a lui, se non ch' ei [tito livio] parlò incompiutamente e
: -forse forse, che tu conoscerai ch' io sono tuo padrone. getti, 15-215'
è dubitativo, ma dichiarativo e dimostrativo ch' ella ebbe sempre compassione e pietà di
l'oratore si mostra incerto di quel ch' abbia a dire, o dire prima d'
che non vuol dir altro che dubitare ch' ella non sia per farsi temere. e
pensiero e in grande dubitazione di quel ch' e'dovessi fare, o d'intendere
pecco in alcuno di questi casi (cioè ch' io mi mostri dubitoso in questo fatto
chi non vede el defetto: / però ch' è dubitoso questo stato / a chi
, 131: roma, chi crede ch' io ver'te fallisse? / dove son
. non te l'ho già detto ch' ella discese di tanti patriarchi, di tanti
in firenza per messer lo duca; / ch' egli, o suo oficial, mi
e luca, / san ioanni, quel ch' è duca, / che per te
grazzini, 4-323: che credi tu ch' io voglia fare un convito ducale?
e vuol dire tre decine di più, ch' il tutto fa 130. muratori,
di oro che metter si vuole, ch' è un ducato per libra, e di
; e il duce agitava una fiaccola ch' era stata accesa all'ara d'un santuario
mi par più di mill'anni / ch' i'segua la mia fida e cara duce
canzon, se forse spia / quel ch' io fo la mia fida e cara duce
mia fida e cara duce, / dille ch' ai fiero suo spietato orgoglio / or
col cor punite ambe le luci, / ch' a la strada d'amor mi furon
tasso, 8-2-386: l'orsa, ch' a'greci in tempestoso mare / fu già
6-15: la duchea d'albania, ch' ai re tornava / dopo che poli-
alle tre decurie degli altri procuratori, ch' e'potessero usare gli ornamenti consolari.
accampò sotto il castello di maclodio, ch' era difeso da una guarnigione duchesca. g
diodati, 1-663: un uccello pare ch' intenda la cuccoveggia, o 'l duco
, / ed avendo isconforto / de ciò ch' è loro apporto. dante, par
. ariosto, 14-47: ma poi ch' a spese lor si furo accorti /
: ei duo mi trasformare in quel ch' i'sono. boiardo, 2-30-3:
udendo, e imaginò ben tosto / ch' egualmente innocenti eran que'due. bertola,
meglio il bel popul di marte, / ch' ad uno, o a due,
tre giù ne tornare accesi, / ch' eran saliti alla sfera del fuoco. tausilio
: tutto a sé il trasser due ch' a mano a mano / passavan dolcemente
. l. guicciardini, 112: credimi ch' io chiaramente conosco non mai dovere essere
duo si fende, / per lo sinistro ch' ai piacer discende, / deh!
doppio piacer sì 'nferma fue, / ch' ai gusto sol del disusato bene, /
, vi-90: un altro giorno avenne ch' elli donava a uno gentile dugento marchi.
di diamanti / di bella quadra lan vorre'ch' avesse, / e dodici usignuo',
avesse, / e dodici usignuo', ch' ognuno stesse / davant'a lui fac-
/ dugento volte questa via, non ch' una. pananti, ii-188: è
perfida orrigille, /... / ch' io non ritorni a riveder dugento /
ogni scanno: / chi per li gigli ch' han sopra il rastrello, / e
e rompendosi al primo colpo, dimostrano ch' eran di vetro. parini, 330:
predica, non accademico discorso, questo ch' io faccio. mazzini, i-457:
garzoni, 1-587: scomunica tutti quelli ch' entrano in duello, e gli confisca
633: a quella guisa / ch' uom ch'a terra calcò fra gli aspri
a quella guisa / ch'uom ch' a terra calcò fra gli aspri dumi
a la state, / tanto ch' ai fin convien che si consumi / e
disse « dunque là 've dici i ch' aver si può diletto dimorando ». s
me'tribolio presto soccorri, / prima ch' i'sia drento a la bara affatto.
: oi lasso lo meo core! / ch' è 'n tanta pena miso,
, un amator indegno, / un ch' ha diviso in mille parti il core,
segno, / puote dunque in voi più ch' un vero ardore, / d'un
. ariosto, 13-72: non voglio ch' in silenzio anco renata / di francia
, / che debbo far, poi ch' io son giunto tardi, / e ch'
ch'io son giunto tardi, / e ch' altri a córre il frutto è andato
ver durazzo, e farsalia percosse / sì ch' ai nil caldo si sentì del duolo
, che 'l morir prezza / più ch' aver vita che con biasmo sia, /
inf., 21-132: non vedi tu ch' e'digrignan li denti, / e
? sacchetti, 115: que'ch' hanno le mani rozze e dure / vi
orecchie mi percosse un duolo, / per ch' io avante l'occhio intento sbarro.
cor punite ambe le luci, f ch' a la strada d'amor mi furon duci
paga, / sendomi en loco ch' eo tocass'la plaga. =
il denaro solito, in dire: -to'ch' io ti duplico il soccorso che ti
una goccia di quintessenza di melarosa (ch' è mela odorosissima), il tabacco
ad eliseo: domanda quello che vuogli ch' io ti faccia, prima che sia tolto
: [è nota] la temperanza ch' egli [l'elefante] usa nel mangiare
monti, i-18: saranno due settimane ch' io gli scrissi lettera duplicata di semplice
sono i più fedeli amatori, così avviene ch' egli ami due donne ad un tempo
due parti del lume che tu vuoi ch' esso riceva, ed avrai posto il lume
prò grande e durevole, si conviene ch' egli si travagli per dio del cielo
io tanto duramente innamorato di lei, ch' io non mi ricordava della reina ginevra
girolamo volgar., 1-15: iddio, ch' è dritto giudice, hae apparecchiato lo
'l carro, e legaronvi due giovenche ch' aveano li vitelli che poppavano, e
disfece; il quale da primaio die ch' era fatto, infino al die che si
voi proprio incarnato, / non po'durar ch' io non pera del tutto, /
vannozzo, 5: tu dei saper ch' a zascun omo nato / el dì che
: / lasciate ogni speranza, voi ch' entrate. boccaccio, iv-121: mentre che
d'amor la gran possanza, / ch' io non posso durare / lungamente a soffrire
di me sia del viaggio esperto; / ch' io non posso durar, tanto ho
ribellione. saba, 137: la fatica ch' io duro è vana cosa. c
. forteguerri, ii-222: ond'è ch' una si rompe, una si sfila,
durazióne di essa materia, degli aiuti ch' ella vuole a condursi e del tempo che
questa pianta, di andare da quella quantità ch' ella aveva ieri a quella ch'ella
quantità ch'ella aveva ieri a quella ch' ella ha ora, è eguale in durazióne
prò grande e durevole, si conviene ch' egli si travagli per dio del cielo
rinfreni, / non si distenda tanto ch' io ne pera. guittone, i-19-24:
non piegarsi a l'infelicità di coloro ch' immeritamente sono infelici, è durezza simile a
passato lo sdegno delle durezze e vessazioni ch' egli mi andava facendo, egli mi
derivano dai sali di calcio e di magnesio ch' essa contiene. 13. fis
pan de'sospiri e del dolore / convien ch' io mangi or, tanto duro e
sue poco ancor giova, / però ch' orlando tale avea armadura, / che
dura. marino, vii-505: sì ch' ella qual fatidica e presaga, /
nerboruto. sacchetti, 115: que'ch' hanno le mani rozze e dure /
forte e dura e fera, / ch' eo non posso né viver né morire.
fosse punto / per compassion di quel ch' i'vidi poi. fatti di cesare,
ne conte: / non esser duro più ch' altri sia stato, i se 'l
gelati / fatto avean quasi adamantino smalto / ch' allentar non lassava il duro affetto.
: cade; e gli occhi, ch' a pena aprir si ponno, / dura
siena, 1-1: conciede grazia al poco ch' io discemo / e alla mente mia
. baldi, xxx-13-53: spesso addivien ch' altri s'incontre / in dure genti alpestri
/ di quantonqu'eo vio, / ch' occhi avere -e vedere -e volere /
come e donde ciò procede, / ch' io ò pochi danari e men derrate:
animo. petrarca, 213-8: grazie ch' a pochi il ciel largo destina:
celeste e 'l vago spirto ardente, / ch' ogni dur rompe, et ogni altezza
le ingiurie e accresca offese, / ch' i'sto duro a ogni colpo, e
., 1-525: nelle dette cose temo ch' io non sia un poco duretto.
1-6): d'este parole eo so ch' io t'acchiavello; / risponda lo
, potente, pieghevole, docile duttilissima ch' ella sia, possa ricevere, non solo
boccaccio, vii-41: cesare, poi ch' ebbe, per tradimento / dell'egizian
superbo re però che marco tullio, ch' era da lo officio chiamato duumviro,
consoli cittadini col consiglio de'senatori, ch' erano cento uomini de'migliori della città