apparvero splendor dentro a due raggi, / ch' io dissi: « o eliòs che
, /... / deh lasciate ch' io sfoghi!... i.
/ veggo l'immagin tua sì manifesta / ch' io riscossa abbandono il fatai sito.
italia, due anni di vita romita sì ch' io potessi, prima di riposare le
, i-96: egli pensò le cose ch' io ridissi, / confortò la mia pena
romitella, vi dimorerò volentieri, pur ch' io sappia di far cosa che in piacer
, 11-2: uno santo eremita, ch' era nel suo solitario romitorio di sopra alla
sporche come giuponi, e, quello ch' è più, che volendole aprire e leggere
, 44-5: e 'l pastor, ch' a golia ruppe la fronte, / pianse
: a noia m'è, tanto ch' i'me ne cruccio, / chi sta
vedere se quello imbriaco ci toma, ch' ei rompa la coscia. -deflorare
divisa in due, e l'una, ch' è la maggiore, conduce una gran
me, pur me, ei lume ch' era rotto. idem, purg.,
. m. villani, 6-76: quelli ch' erano rimasi della compagnia tribolavano tutto il
calandra, 109: qui è meglio ch' io vada prima che siano rotte le comunicazioni
vento, / che se non fosse ch' io ne fui accorto, / rotto m'
... il fuoco dell'avarizia ch' è in loro, che rompe tutte le
tutte le porte della loro castitade veggendo ch' abbiano gran doni. f. f.
pindemonte, ii-184: pur compresi / ch' era inutil del reno il far parole:
colpo di fortuna, o prima / ch' ira d'amor rompa il mio cor costante
venne a ferire / in tal guisa ch' amore / ruppe tutti miei spiriti a fuggire
jre battuti. algarotti, 1-iv-153: rotte ch' ebbero i romani fe due prime schiere
, / deh fa', signor, ch' egli ornai, rotti i vani / sforzi
. garisendi, xxxviii-290: la grazia ch' ebbe dai celesti cori / la bella
le fanciulle rotto / dal stil malvagio ch' ogni ben roversa. -cancellare una situazione
rotto il costante ed equilibre moto / ch' era di libertà fennento e vita, /
la moglie di baratto, / però ch' e'mi rompea tutti mie'giri. vito
alcina ogni tuo ben ti fura, / ch' io non le rompa il suo disegno
che non sia nato qualche caso stravagante ch' abbia rotto ogni cosa. caro, 12-i-207
.. e rompere il traffico, ch' è il latte più sostanzievole di quei popoli
rompia, / ché più no spero valghe ch' elio dice. dante, conv.
de'regi tirreni amabil germe, / quel ch' oggi io canto. marino, xvl-161
quali avevano l'animo del re inacerbito ch' egli, rotta ogni pa- cienza,
testa / un greve truono, sì ch' io mi riscossi / come persona ch'è
sì ch'io mi riscossi / come persona ch' è per forza desta. petrarca,
roms; ndo su'parlare, / ch' ai su'parer vèr dio troppo fallava.
le amichevoli consuetudini d'un tempo, ch' io ve ne domandi il perché.
essere schifata né 'l suo effetto, ch' è così dannoso, non potrà essere
se fortuna ad infortunio il tragge, / ch' io dir non oso, or or
, rompete / questa misera vita, or ch' è la tèma, / or ch'
ch'è la tèma, / or ch' è la speme del futuro incerta. f
fiorentini guasstaro il castello di monte pulciano ch' era racomandato di fiorentini. latini volgar
a nostro comandamento e richiederebbe la pace ch' elli hae rotta. g. villani,
sforzo, acciò che elio occultasse quello ch' elio pensava. a. tiepolo, lii-5-156
bentivoglio, 4-757: molto più credibile fu ch' egli, intesa la verità del successo
, 19-101: per non dir più lungo ch' i'mi soglia, / rompo la
di tutte ad essere osservata conversando e ch' è nello stesso tempo tra le più
., 18-55: molti altri, ch' avien rotti i patti / allo re carlo
volgar., 822: per la fede ch' elli aveano rotta al pellegrino, il
facesti. mazzei, i-153: sono consigliato ch' io come isfor- zato rompa il voto
guerra, / che à possanza più ch' ogni altra donna, / e rompa
: in nome dei nostri genitori lascia ch' io rompa questa relazione. -spezzare
., 45-12: fra l'altre cose ch' egli appose loro, / fu che
[il grillo] / mi fa dir ch' egli è tale / qual è né più
quanto ancide ancora il cor frangibile / più ch' un vetro che 'n terra rompe celere
perch'una volta addosso gli cadette, / ch' era abitata pnma per molti anni.
intanto di vergogna il nodo, / ch' a la mia lingua era distretto intorno.
tempesta investirono la detta armata di mare ch' ella quasi tutta si disperse e andò a
: come sovvenne più volte ad uno ch' era rotto in mare. simintendi, 3-38
la spiaggia pisana, e di centottanta, ch' erano con esso seco su la galera
nel porto della sua salute; e poi ch' elli ruppe, venne tra li disiderosi
a. braccesi, 56: lasso, ch' io ve'o che fra tanti scogli
/ romperò presto senza alcuno aita prime ch' io vegia, non ch'io trovi el
aita prime ch'io vegia, non ch' io trovi el porto. chiabrera,
: noia non puote in voi, ch' a questo scoglio / rompon l'àlme ben
le scalee che si fero ad etade / ch' era sicuro il quaderno e la doga
disparve. tarchetti, 6-i-351: nello sforzo ch' ella fece per uscire da quella inazione
/ cavargliene del capo tu, per ch' io / ho il frate, a dirtel'
amici. testi, 3-241: è menzogna ch' io sia sospettoso e mi rompa facilmente
segreti. breme, 2-410: so bene ch' io ruppi definitivamente con lui per le
spiar le file di rosse formiche / ch' ora si rompono ed ora suntrecciano / a
notte ruppe di nuovo con tal violenza ch' io temetti mi spirasse in braccio.
con la man mancina; / gente ch' in ogni età fu messa in lista /
se lo goda chi ne pruova sollievo, ch' io non vò rompere il cielo colle
giraldi cinzio, 5-69: i'voglio / ch' antigono attendiam lucini, 4-46:
pedanti, / per fare al aiavol quel ch' era dovuto, / volse l
., /... / poi ch' invano il monaco interroppe / e non
la rompa del tutto, ed un rispetto ch' io ho di farlo con sua buona
fagiuoli, v-63: eccoci a quell'influsso ch' aviam detto / d'un'ostinata stella
: che tu rompa il collo innanzi ch' i'ti perda d'occhio. 87
rompicolli, leggiai, ammazzatori, / ch' io tutti insieme chiamo suggettacci. manzoni
di quella dei 'rompicolli', a seconda ch' egli avea bisogno di questa o di quella
1-138: quando arrivammo in una viuzza ch' era un rompicoìlo, egli si fermò
male e non la stima: 'oh! ch' è roba di rubello? ', perché
li loro bianchi rompimenti mostrano le tempeste ch' elle nascondono. leonardo, 2-305: reverscia-
tasse, i-74: trasferirò la stanza, ch' è nel decimosettimo [canto],
rompimento di quella serie di molte cose ch' io avea ordinate nel decimo- settimo e
ebbe la vittoria sopra gli ubaldini, ch' erano sempremai stati nemici...
, inf, 20-47: aronta è quel ch' ai ventre li s'atterga, /
sì adoppiati aveva e'sentimenti, / ch' un sasso paravamo io e lo scoglio
, inf, 24-28: come « quei ch' adopera ed estima, / che sempre
lo scoglio prendemmo la via, / ch' era ronchioso, stretto e malagevole / ed
la baruffevol franca bucchereide / che romor ch' ella fa! -accidentato (una strada
, chi se iama runcéglio, ago ch' elo tagliase spinne de certo logo, unde
seo]: vegg'io ch' entro nel ronco, / perché di tutte
paladino, / ed ha quell'armi ch' io portavo già / quand'io ero sull'
sì aspri ed amari; / noi ch' abbiam tutto trapanato il dosso, / scommesse
guardia, deve il tenente della compagnia ch' esce riferire al tenente della compagnia ch'
ch'esce riferire al tenente della compagnia ch' entra tutto quello che vi è ordine di
armati, le strade della gran città ch' era in que'tempi ravenna, e sorprendere
1-303: volle il basta con tutto ciò ch' esso conte ponesse le guardie e sentinelle
che fuor d'un antro, or ch' io parlo, esce / coppia felice di
l'albergo amico / co 'l vento ch' apre le novelle fronde / la rondinella toma
non ha scintilla / e, ben ch' un gridi forte, non lo intende:
verso la madre per notificarle la brama ch' egli ha di cibo. pascoli, 72
/ diretta da una povera zitella / ch' è quasi vecchia e sembra una bambina
io, per dirla a voi, ch' ho due fanciulle, / venni sull'uscio
o a primiera, che le carte ch' e'non vuole le scarta. ulloa
per accusar la ronfa giusta, allotta ch' ei disse, e parvegli sputare un
di pelo, così di capo quadro ch' io non abbia conosciuto, se intrica
la pena del dolore di vedere coloro ch' erano, per lo peccato, di
: or drizza il viso a quel, ch' or si ragiona; / questa natura
aver provato abbastanza che quella filosofia, ch' io volentieri chiamerei la scienza dell'uomo e
noi giri sovente / e quel liquor ch' ogni aspra cura inganna. guazzo,
mensa ho già sbandito il bue / ch' empie il sangue e gli umor di troppo
. nievo, 2-36: la signora ch' è svizzera sa fare dei famosi pranzetti dai
, anzi v'è dentro quella / ch' indi per lete esser non pò sbandita /
la pena del dolore di vedere coloro ch' erano, per lo peccato, di vita
, ed errante per paesi e per genti ch' io non conosceva e da cui non
prete dal quale mi confessai, stupefatto ch' io parlassi franco in latino, quas'idioma
iennaro, 68: la bella image, ch' ai mio cor scolpita / la sento
da lui giamai sbandita, / avegna ch' ai contrario amor mi sforza, / tanto
, / or su dilecto, or su ch' io t'amerò. = comp
infino alli campi de'romani, sbaragliato ch' egli aveva le guardie. sanuao, liii-21
e alquanto sbarragliato lo squadrone degli svizzeri ch' era il sinistro corno del contestabile,
due man il brando, / tal ch' ognun innanzi a sé scaccia e sbaraglia.
quanti volumi delle rime del maestro, ch' egli ha intitolato: 'poesie liriche', pretese
essendo tornata la marea, e i batavi ch' erano con esse, mentreché e'contrastan
l'acqua sbaraglia il cavallo e colui ch' è sopra. b. corsini,
ondate di solstizio / sulle tenaci tenebre ch' io porto; / ma l'affanno del
fu già un ricchissimo e riputato mercatante ch' aveva un sol figliuolo, il qual
. milizia, i-208: è vero ch' egli [l'uomo] ama gli ornati
propri, ma in sì fatta guisa ch' ella, urtati, sbaragliati, gli abbatteva
sadieci, a sbaraglino, come tu sai ch' io ti concio. buonaccorsi, 1-vi-94
a sbaraglio della stima e degli stimatori ch' io mi sono con pena e disciplina
. baiatri, 59: distrutta là ch' è l'erba, le lor tende,
poich'io m'accosciava dietro un rovinaccio ch' era di fianco e traevo sopra certi
non conosci più la pisana, o credi ch' ella finga ancora per esser creduta contenta
a consiglio adunerowi, / e v'imporrò ch' o- gnun di qua sbarazzi, /
visetto succede a quella barba, / ch' era in ver di fanciulla, ma che
e toccare, e mi venne tanta rabbia ch' io fui per isbarbargliele. - no
per queste sue finzioni eterne, / ch' egli ebbe sempre nella mercatura, /
/ mi si sbarbi la lingua, / ch' io favelli a tuo danno. palazzeschi
vaiperga di caluso, 31: stolto! ch' e'non pensava al mal francese,
nel registro lesse dei forestieri, / ch' era il testé sbarcato un signor pio qualieri
per satollare a crepapancia i topi / ch' han degli acquai piu sbardellati i gozzi.
]: chi potrebbe mai le detrazioni ch' elli usano con parole conseguitare? chi
20-114: la sbarra d'oro fuso ch' aveva deposta [la luna] nelle acque
vi scuopre, il mio gasparre, / ch' io vi veggio oramai fuor de le
un riscontro lungo,... / ch' è buio..., / un
/ va!.. all'ideale ch' è un punto, / ch'è un
ideale ch'è un punto, / ch' è un nulla; e la morte lo
le braccia, / le sbarra sì ch' in duo pezzi lo straccia. n.
potete / entrar quando vi piaccia, ch' io vo innanzi / a sbarrarvi,
villani, iv-13-17: ser arrigo fei, ch' era sopra le gabelle, fuggendosi da'
fulminanti. nievo, 576: davvero ch' io ci perdeva la testa, ed
offerimmo del nostro mangiare a quello sciagurato ch' era sbasito dalla paura d'esser fucilato.
qui vò dime altro, per non parer ch' io voglia sbassare questo suggetto che io
sole sbassandosi sotto l'equinoziale, videro ch' era in esso meridiano circa 23 gradi e
, arrossendo, a raccogliere alcuni fiori ch' ella aveva perduti, credo, col suo
sarà minor quantità di farina di quel ch' eraci prima o perché ci sarà più copia
iii-36: sì, ma non sa lei ch' ei aveva in mano un coltello da
suon di trombe e sbattagliar di campane ch' era scoppiata la rivoluzione a milano. cicognani
sbatteva del continuo il paniere, subito ch' egli sentiva rodere. arti e mestieri,
altri furon da venere sbattuti / sì, ch' o vani, o leggieri il corpo
, dove,... senza ch' alcuno lo potesse soccorrere (percioché gli
di mestri e del ponte di praga, ch' era e sono di grande entrata di
di 58, e ora trai 2 ch' è. lla saetta dello sciemo di 7
ben: stima la rosa / per quel ch' ell'è, detratto che n'hai
e... di loro disse gorgia ch' e'si doveva sbattere col riso gli
vostra man dentro e di fore, / ch' amor mi sbatte e smena che no
tormenti / abomdo en mala guisa / ch' ai naturai colore / tutto perde,
n'è maestro di conoscere quelle dimostrazioni ch' elle [cornacchie] fanno alle fiate,
, che non si ha da stampar foglio ch' io non lo vegga, e tutte
cappuccio. contile, 5-4-45: vuoi ch' io mi sbattezi? vuoi che io
spettar lui che egli aspetti me, ch' io mi sbatteggiarei se per mia cagione
più tosto che comportare che si dica ch' aristotile dica una bugia, si vuole
, rinnegò, si fece giundoscio (ch' era la setta che l'imperador professava)
massimo volgar., i-305: il parto ch' ella avea nel suo ventre, per
i confi nella parte opposta a quella ch' è illuminata. milizia, iii-
ii-2-13: noi provaremo per due ragioni ch' ei garzoni debbono avere alcuno isbattimento ed
denina, ii-42: ne'pochi anni ch' egli comandò le armi romane e nel
sarpi, i-1-131: la comune opinione fu ch' egli avesse un sbavaglio in bocca.
cellini, 682: la parte ch' è fuora della fornace, il detto
li sbeffa. alfieri, 12-305: ch' e'm'abbia / anco a sbeffar quell'
per iperbole, come sbellicarsi dalle risa, ch' è più comune. =
tutti gli altri giovani romani in guisa ch' era da tutti poco meno che come
certo sbergo gli fu buono, / ch' avea tutta la maglia rugginosa. boiardo
il giovane, 9-231: bello sberleffe, ch' egli ha 'n sul mostaccio / pur
sul mostaccio / pur vero e naturai, ch' e'non ha maschera! lippi,
dico che, s'è ver quel ch' io ragiono, / io son senza passione
con il fare cascato sotto le finestre, ch' io la seguiti, sberretti, ch'
ch'io la seguiti, sberretti, ch' io me l'inchini. baretti, 6-199
ancor la sberrettata? / non basta ch' e'si dica: « dio v'aiuti
me per aiuto. pregò, supplicò ch' io pigliassi la penna e rintuzzassi il
poliziano, 1-759: que'vezzos'occhi, ch' amor sempre sberza, / con quei
/ per questa poca già di via ch' hai fatta! di giacomo, i-698:
: la luna / sbiancata tra lievissimi ch' era stata un tempo vigorosa e profonda,
muove a sparger la luce / dolce, ch' ai mondo l'opre e 'l
sangue...; l'altra, ch' è nera, alle volte ha dipinto
/ di far vendetta, e duolsi ch' egli è pio: / di fallo sbiasma
s'addice meglio al ro ch' egli l'arco, secondo che sbiecamente imboccava
malia entravan di sbieco in uno specchio ch' era in fondo. borgese, 1-260:
. l. salviati, 19-80: eccoti ch' egli sbiettan di qua. lippi,
sbigottì i romani: una matrona / ch' andava in aria scinta e scapigliata /
g. cavalcanti, i-132: amor, ch' à le bellezze sue vedute, /
m'adiri, / non sbigottir, ch' io vincerò la prova, / qual ch'
ch'io vincerò la prova, / qual ch' a la difension dentro s'aggiri.
tagliata nella strozza, / curio, ch' a dire fu così ardito! sennuccio del
dimostrandomi meno sbigottito nel volto di quel ch' io mi fossi nel cuore, la
nel cuore, la richiego degl'indizi ch' ella ne avea. l. pascoli,
/ l'orfana sbigottita fami- gliuola / ch' estinti trova madre e genitore. leopardi,
, voce sbigottita e debo- letta / ch' esci piangendo de lo cor dolente, /
mugna- nio, / di fatto, ch' io te l'ebbi sbilerciata / tutta addobbata
vero, io la lassai: / parve ch' avesse le carriuole onte / e non
ripor l'arme sue intorno, / ch' ai capitan de la sbirraglia tolse. straparola
ad intendere lucciole per lanterne e non sa ch' io sono sbirro vecchio.
340: lasciami vivere e godere, ch' io mi sbizzarrisca fino alla sazietà. bacchelli
amico, mi disse che sarebbe bene ch' io componessi un libro di 'ragliagli di cipro'
s. torp'e, 80: sentendo ch' era vivo, per lui manda,
voi v'affannate in vano, / ch' io non ho tolto a sbizzarrire un matto
, 466: nella citta di loanda, ch' è la cloacca ove sboccano e si
: per gli venti d'ostro gagliardi ch' avevano impedito il corso del tevere che non
33: la piazza e le strade, ch' in essa sboccavano, eran occupate da
algarotti, 1-vi-130: il cammino, ch' ei tenne, è una lunghissima gola tra
, rimescolandosi in un subito tutto quello ch' è stato riposto nel capo, sboccano i
. bresciani, 6-vi-287: vo- leano ch' io mi sboccassi contro dio e la sua
veder quel che e'fa o quel ch' e'dice. 17. far
lo detrattore, infinché non isbocca ciò ch' egli ha in cuore. casoni, 337
capobianco, 40: dunque, a quel ch' io vedo, tenete conclusione che la
fronte; / sol un difetto avea, ch' era sboccata / e pel furor gli
i-82: tu mi dirai, lettor, ch' io son lombardo / e più sboccato
, / e poco ci mancò, ch' io son sboccato / e non mi tengo
qui per alquanto a paride ritorno, / ch' è nell'oste alla quarta sboccatura.
, si diede, con non minor valore ch' industria, a far condurre due sboccature
segreta, sbocci sugli abissi / solo ch' io trasalisca rammentando / come improvvisa odori
iddio, e farò udire sopra rabbat, ch' è de ^ figliuoli di am- mon
: chiappa le robe, e mentre ch' ei balocca / in cuocer l'uova e
in cuocer l'uova e il cacio, ch' è stupendo, / sente venirsi l'
pettoruta, sbufonchiante e tronfia, / ch' e'par un pollo d'india quand'e'
intensissimi. simintendi, 1-84: udito ch' ebbe lo peccato della amica sua,
: entravami per bocca nella peccia, / ch' io non poteva le labbra serrare,
mi bisognava sbombardare / per la taverna ch' esce in vacchereccia. 4.
loro corpi una certa acrèdine d'aglio, ch' era come il segno della loro ferinità
pataffio, 2: sbonzola doman, ch' è berlingaccio. periodici popolari, ii-51
, mi toccò bere i diciassette ponci ch' egli aveva ordinato. 2.
cornazano, 1-6: la madre, ch' altro desiderio non ebbe mai che di veder
? angutllara, i-45: vi dico più ch' avea gran tema, / se pur
ancóra, / per essere francese, ch' in mezz'ora / sborra il furore che
capriccio. schioppi, 34: -dicevami ch' era enamorato perduto de vostra signoria per
uomini stravaganti furon più tosto chiamati girelle ch' altramenti: perocché quelle vanno e vengono
beolco, 57: o pota, ch' a'no digo, di san loro!
2-74: -sì, ma bisogna ricordarsi ch' ho spesi cinque scudi alle cose che
l'animo grande non basta: bisogna ch' egli abbi ancora una gran borsa e
rolando. goldoni, ix-23: pretendi tu ch' io sborsi il prezzo / della mia
. frugoni, v-618: il conti, ch' avea un cervellone in contanti, era
: non cessava stefano di sboscare an- ch' esso le selve e coltivare i deserti della
firenzuola, 670: chi è questo ch' i'veggio venir in verso me favellando
non comincia e sbozza / il quadro ch' egli ha in testa di dar fuori,
e sbozzava in tal modo quelle bellezze ch' egli intendea poi di dipingere. rovani,
-... anzi a quel ch' io veddi mi pareva per dato e fatto
nostro mondo, appena si può dir ch' elle sieno altro che un dirozzamento o sbozzatura
mio picciol saggio, qual non è ch' un semplice sbozzo di questa gran principessa.
iii-16-230: la elocuzione poetica insorge an- ch' essa nella prima delle due strofe, fiera
, 3-371: c'era ormai tanta melma ch' era arrivata alle mensole delle finestre e
un verbo che equivalga allo 'sbracarsi'ch' è fomnibus viribus eniti'dei latini. r
sbragato lungo sulle due dita d'acqua tiepida ch' empiva lo scafo. oggi [26-vii-1956
altri colpi suoi nota la musa / ch' un certo bastian da sant'oreste, /
compliva al detto prencipe per i trattati ch' aveva cogli spagnuoli lo dimostrarsi sbracciato da'
. bronzino, 1-65: altra poi ch' arà munta la mammella, / lasciato
stordito nel sentirmi smaccare tutti quei fruttarelli ch' io mi credeva aver raccolti dalla cultura
impiastri, con terrazzi e foco, / ch' i'ti conosco e so tu vali
megalomania. lalli, 12-211: sappi ch' io t'ho stoppato, e non pavento
gatta con tutte le sue sbracionate, direi ch' io l'ho in saccuccia.
cadavero par di mona checca, / ch' essendo stato allor disotterrato, / abbia fatto
vien, tutto mi sbrado, / ch' i'perdo per moneta 'l mie disire.
per opinione, ma per certo, ch' el regno di mitridate non fosse maggiore di
-io era sopra un murello ad aspettar ch' ella passasse per una strada e, passando
insigne e altrettanto servitor di vostra eccellenza ch' ammira tanto l'accutezza del suo ingegno
, / cerco sbramar piangendo, anzi ch' io moia, / le luci che desio
ancora / che muora meco chi è cagion ch' io mora. aretino, 20-261:
/ sian di sì fatto onore e ch' io dovessi / sbramar le fere e gli
; / pace mai non avrò tanto ch' apieno / e lei sbranata e me sbramata
stracciare e sbranare da alcuni cani grandi ch' aveva menato seco e gli adoerava a
, / che me fan tedio più ch' ogni altra cosa! aretino, 22-60:
il disotterrarlo e strascinarlo e sbranarlo, ch' arse anche que'miserandi avanzi e
talli, 12-101: tu vedi, ch' io mi sbraccio, mi sbrandello /
, xi-175: chi sa, pensavo, ch' io non riesca a fare uno sbrano
? lippi, 6-77: dice ch' ormai sbrattar vuol la campagna / e
dirò subito, per sbrattare il campo, ch' io non credo affatto agli almanaccamenti arzigogolati
su l'anima e, per poca stilla ch' ei sia, ci vogliono brocche di
,... non è ero ch' io creda che voi lasciate il far bene
. f. doni, 3-47: parve ch' una parte di quella gentaglia s'adirassino
a'no me pento. mo casi ch' a'vegnirè smenzonà pf che no se fa
per sì fata via e muo, ch' a'me sento sbregare. =
vittorini, 9-259: si poteva vedere ch' erano mietitori... da trecce e
a un piccolo tabarro / i poeti, ch' un tempo eran divini. giusti,
non vuole, / fiedel nell'elmo ch' era di gemme e d'oro, /
2 (28): « bisogna ben ch' io ne sappia qualche cosa, »
». pascoli, 1395: dopo ch' ebbe sbrigate con garbo le proprie faccende,
poche parole, si dà ad intendere ch' ella ne stia a pollo pesto. z
credessero morto o volessero sbrigarsi d'uno ch' era malvivo, mi gittarono in mare.
castiglione, 3-i-1-159: e1 debito ch' io ho curr * monsignor reverendissimo di
carcere, venendo talmente dalla natura serrata ch' entrandovi alcuno, non se ne può sì
voi domandate e il pnncipio delle incongruenze ch' io stimo esser tra la luna e
solito, gli disse che ogni ragione voleva ch' ei pensasse a partire, già ch'
ch'ei pensasse a partire, già ch' ei si trovava del tutto sbrigato. giraud
infortunato, / ma palpi sì, ch' io l'ò per isbrigato.
non v'era nessuno che non sapesse ch' ella non conosceva punto né poco que'personaggi
né poco que'personaggi rispettati universalmente, ch' ella nominava e caratterizzava senza riserva e
al gentile uom nella cacioppa, / più ch' io al zugarel dolce faloppa.
né par che mai si sbrocchi / strai ch' è 'n cuor gentile.
marinetti, ii-196: aspettate.. bisogna ch' io mi sbrogli la memoria!.
ogni strullaggine perfezionare, o per ciò ch' e'sortiron mencia qualche strutturale sua fase
). tommaseo, n-213: certo ch' e'[il discorso scritto] non è
un carro invia / con due corsier ch' eran di quei del sole / generosi bastardi
e non ti azzuffar meco, / ch' io ti sbrofferò d'altro che di vino
: la salita sbucava su un corso ch' era come un balcone. 7
si potessi alla trappola pigliare; / ch' io so ch'io gli darò le
alla trappola pigliare; / ch'io so ch' io gli darò le frutte a cena
momento, / sbuccò le doppie, ch' eran d'oro in oro: / n'
, liso (un indumento). ch' etti, i-n: quel suo impermeabile nero
cacciaconti, 5: or, sì ch' io vò teco sbudellarmi. goldoni,
. boine, cxxi-i-204: può accadere ch' io non sia né una cosa né
i-348: poscia venuto sopra, sbuffato ch' egli ebbe, come quello che era
aspasia sbuffano ira, ma lelio non permette ch' essi prendano la parola. cagna,
lachon non sia più, / giovani ch' ansino e rapidi sbuffino l'anima /
fermata, a mezz'aria in attesa ch' egli traesse dal sigaro alcuni sbuffi di
passione. tommaseo, 2-ii-299: ch' a pensallu sulamente / lu miu corpu
sburlaciare al ari di quel suo claudio ch' ai sentir nell'inferno recitare attrocissime enormità
ornai la spada a marte, / ch' io t'ho sbusato. 4
, ha dall'altra parte una fossa ch' è per fortezza e per ricever tutte
si converrebbe, per avere il segreto ch' essa rinchiude. guerrazzi, iii-411:
, / né a difetto di carne ch' io abbia ». daniello, 402:
me stesso, / spero, avverrà ch' io satire scritt'abbia. foscolo,
s'è poi tanto ingegnato, / ch' ai corpo sano ha procurato scabbia.
chi piglia moglie piglia certa scabbia, / ch' è chiamata da tutti cancarina. salvini
pestiferi, percioché si crede per certo ch' ella gli ammazzi in ispazio di tre
sì umile- mente nel servigio de'poveri ch' un fanciullo povero cieco de l'uno
le volte (jacopone] ch' egli contempla una mamma col suo bambino
non potè trame concerto alcuno, come ch' ei fosse tanto rustico di costumi quanto
, v-162: 1 più dei soggetti ch' io doveva trattare erano troppo scabri,
cose amene, pensi tu per avventura ch' ella faccia comparire in tavola qualche curiosa
, saldi alle percosse / del mar, ch' on- doso v'apre e vi dismembra
] in tempi tanto scabrosi in una corte ch' era resa presso tutti temuta. muratori
sono in se stesse cotanto oscure e scabrose ch' assai felice e peregrino è ben quello
non può cagionar il suo contrario, ch' è il male. muratori, 8-ii-
boto che io mi tengo a poco ch' io ti dò tale in su la testa
platone e non a me; e awertisci ch' e'non ci ha sottigliezza la quale
: parerà forse scabroso in questo principio ch' io voglia mettere in dubbio la potestà del
andò gran tempo armato di corazza / tal ch' ancor di paura si scacazza,
¦ 64: quanto del modo del vestir ch' usava / questo giovan leggiadro ch'ogni
vestir ch'usava / questo giovan leggiadro ch' ogni mane, / con certe pianellette a
tu ti vestisti d'una uzza / ch' era vergata d'uno scaccatuzzo. =
scacchiere dai due soliti nostri scudieri, ch' io oggi tra le ore cinque e
, i-73: se li tormenti e dolor ch' orno ha conti / fossero 'nsieme tutti
tutti 'n uno loco, / vèr quei ch' io sento, so che parian poco
, 676: i'mi vo nettare, ch' i'non vorre'però entrare in luogo
mentre un giovane addenta la 'rivergola'ch' è quello strumento che usano anche in versilia
prometta, / e per promessa vuol ch' a. llui fattacci, / i'non
. ttu lo scacci, / ma digli ch' altro termine ti metta, / perciò
altro termine ti metta, / perciò ch' avrai allor troppo gran fretta. fatti di
dio verace, / nobil città, ch' or tanto afflitta sei, / ch'egli
, ch'or tanto afflitta sei, / ch' egli accogliendo i buon', scacciando i
lassa, / scordandosene, l'ovo ch' egli [l'uccello] ha in branca
campofregoso, ii-25: il sol, ch' è vita d'ogni mortai vita / e
pensar chi le notturne / ombre, ch' avean il dì scacciato allora, / scuota
da ferrara, 46: prego zascun ch' i vizi scazzi / e che da le
son tale (né punto mi lusingo) ch' io possa o con molta dottrina scacciar
oltra passasse il vecchio elpino, / ch' altro già mai non dice, altro non
, xii- 539: un tabacco ch' è odoroso, / ch'è soave,
: un tabacco ch'è odoroso, / ch' è soave, ch'è prezioso,
è odoroso, / ch'è soave, ch' è prezioso, / scaccierà quel tristo
niccolò del rosso, 1-250-6: poi ch' el cor mi remase senga afanno /
... scaccia ben l'aria ch' ei vi trova, ma egli stesso conferisce
, vi-518 (1-7): sì vorre'ch' a scacch'ogn'uom vincesse, /
ttavole giocassi / colla tua donna, fa'ch' aggie il piggiore / del gioco,
piggiore / del gioco, e dille ch' ell'è la migliore 7 dadi-gittante
del giuoco degli scacchi? -mi pare ch' anch'esso sia imitazione, percioché l'
vecchio innamorato è cavallo da scacchi, ch' invita a perder il danaio né si può
iscema punto di quel grave e maestoso ch' è proprio di tal vestire. de roberto
cieco, 41-92: ancor ti avviso ch' io non stimo un fico / il re
faceva una regia festa. quelli però ch' erano più grandi e per la nascita e
per dare scacco e nasata a coloro ch' essendo di bassa e lieve cottura, fumeggiando
di dare scacco, / seguirà lor quel ch' è seguito a tanti: / ritomeran
la quale essa corre, di modo ch' essendo in questa disposizione, se tutte
. lippi, 6-92: operando in maniera ch' egli insacchi / in luogo ove si
d'amor ricordaro il fatto / e disser ch' e'trovavar d'acordanza / che falsembiante
: voglio sciorre il sacco affatto / avanti ch' io m'ammali e ch'io mi
/ avanti ch'io m'ammali e ch' io mi muoi / e che la morte
rimaso brutto, egli è restato scaciato, ch' è tutto l'i- stesso: e
osso trito, / non avendo vocabolo ch' esprima / tanto il far del suo
ancora un'altra: e così sortì ch' era mezzo cotto, scaciottando.
. buonarroti il giovane, i-256: quasi ch' ogni barbaro ci avanzi / in costumi
primo scadea / la signoria, però ch' era il maggiore. boccaccio, dee
g. villani, iv-10-245: feciono dicreto ch' ogni isbandito potesse uscire di bando pagando
città non era in bisogno né iscadimento ch' e'bisognasse ribandire i malfattori. d
i nomi delle case di rinnomo ghibelline ch' uscirono di firenze furono queste: gli
ho veduto un uomo di buono affare, ch' ha nome bassus affidius, eh'essendo
un lago, un canale, impedisce ch' ella si sommerga, tenendo a galla.
ha dentro le sue scaffe un cavato ch' è eccentrico d'essa ruota. idem,
manuella essendo giunta per un bracciuolo all'anello ch' è fitto nel telaio o incastramento t
scaffale v'è di libri vari, / ch' eran la libreria di simon mago
io sedea foscolo, ii-420: tosto ch' ei mi vede / mi fa un
ciascuna delle parti d'essa un cavato, ch' è eccentrico d'essa ruota.
tavola da fabbrica nel fosso; io ch' era assai destro in quella maniera di navigare
. parabosco, 3-26: tosto ch' a casa ei mi s'appressa, e'
così grande, / da un bravo, ch' ei n'andrà più che di volo
dante, inf., 32-69: sappi ch' i'fu'il camiscion de'pazzi;
sermoni: / « oh alberto todesco, ch' abandoni / costei ch'è fatta indomita
alberto todesco, ch'abandoni / costei ch' è fatta indomita e selvaggia, / giusto
che io fui a firenze, trovai ch' un mio fanciullo, che aveva nome francesco
andrò con lo scarpello inetto: / forse ch' ancor con più solerti studi / poi
m. palmieri, 3-21-28: vero è ch' e'cerchi son molti variati, /
scaglia, il sasso usciva, / ch' era un'alpe volante, a ferir l'
in vauisneri, i-421]: ella sa ch' erano in uso i dardi scagliatili.
da lui lontano, secondo la forza ch' esso scagliante avea dato loro. scagliardito
guisa di tanaglia: / e poi ch' una e due volte raggirollo, / da
cura nel mio grembo scaglia, / ch' io solo sono il fido amico e vero
o un ebreo a cominciare un ragionamento ch' ella si scaglia là e glielo rompe
agitazion le sue parti che una luce ch' egli contenga dentro a sé venga, per
secento migliaia di pagani: / tanto è ch' io ci ho trovato fondamento, /
le accosta, / tre scaglion, ch' ha la porta, a un tempo sale
su e ritrovar un'altra cosa e dir ch' egli era sostanza animata. siri,
dirsi delli scaglioni, che fi nascono arrivato ch' ei sia agli anni quattro e mezzo
viso di bellezza netto: / infin ch' ella non cerne al burattello / biacca,
77: mediante l'aiuto di quattro raggi ch' escono dal centro... rendono
... et onorato / più ch' io fussi cugin di carlomagno, / a
che vedeva il populo di firenze abbandonato, ch' egli uscirebbe fuori e tomerebbesi a casa
, s'attende solo / l'imperador, ch' entro il palagio tarda. / l'
v-177: in cima a un istrumento, ch' è chiamato / scala, il poneva
notte, e colle navi, / ch' avien menate, passarono i fossi, /
soavi, / da certe guardie, ch' egli avean commossi, / saliron suso
., 17-82: trova'il duca mio ch' era salito / già su la groppa
quei celesti, incomprensibili e sempiterni beni ch' egli ha promesso a'suoi fedeli, sono
o veramente gloriosa umiltà di maria, ch' è fatta porta del paradiso, ch'
ch'è fatta porta del paradiso, ch' è assegnata per scala del cielo.
umana salute non tace, / acciò ch' io vegga con l'alme divine / il
mazzini, 3-390: quelle istituzioni, ch' oggi alcuni, o ingannatori o ingannati,
aurea volgar., 202: una volta ch' elli uccise una zanzara la quale lo
sangue, riprendendo se medesimo di ciò ch' elli avea vendicata la propria ingiuria, ignudo
, 3-102: or quai modi crediam noi ch' ella [melissa] adoprasse a scalappiar
spese generali. il peggio ancora si è ch' io non dovrei far solamente lo scalare
325: egli era preso un loro cane ch' avea imbolato, e avea nome iscatiza
spediente alla mia libertà, eccetto quello ch' ella aveva molto prima esaminato, ch'
ch'ella aveva molto prima esaminato, ch' era di scalarmi dalle finestre. oliva,
. f. frugoni, iii-065: come ch' ei sapesse usar meglio delle forbici con
a le tenebre, vi farei genti ch' andassero a fomuolo, spie, adulteri
6-244: se, con la pratica ch' essi hanno del mercato, il latifondista
, siccome propriamente è della via, ch' è scalcata. se la via non è
, siccome propriamente è della via, ch' è scalcata. = nome d'
a cui ella disse: « volete pur ch' io vel dica? » e con
pone, e con la manca, acciò ch' e'non scal- cheggi, su per
fatti e non con mostra, / sì ch' ogni villanel te non scalcheggi. s
di scalcheria, che trincia perfettamente e ch' altre volte ha servito. f
breve le sustanze spargo / de'giostranti ch' a furia in campo entravano, /
, coperta di panno ricamato d'oro, ch' io prendo talvolta per trastullo, posando
. mazzini, 30-318: non ricordo ora ch' io abbia mai avuto tosse..
di qui e, debitamente incuriosito an- ch' esso dalla carta stampata, si fermasse ai
aere turba / per la spera del sol ch' ora la scalda. idem, purg
il sole ha fatto imbrunir l'uve ch' erano verdi, le ha scaldate co'suoi
iv-1-941: non erano belli i piedi nudi ch' ella a volta a volta scaldava su
india 'l cammino, / e. llevarla ch' e'par un paladino. chiaro davanzati
in svenimento. / -dunque è meglio ch' io vada. -perché? - perché
], i-219-7: l'te dico ben ch' i'lavorroe / col mi'brandone:
/ scalda ora costei, signor, fa'ch' arda com'ardo / e come l'
marmo e scoglio salda, / una fiamma ch' abbrucia, non pur scalda.
la quantitate / comprender de l'amor ch' a te mi scalda, / quand'io
. boccaccio, vti-218: divoto priego ch' alia vaga riva / di coscienza, con
schiva; / e scaldimi del sol ch' ettemo regna, / lo qual risplende in
avi'per costume un guardo onesto / ch' ogni rubesto cor facie soave. guidiccioni,
scaldò tanto gli organi vocali che parlò ch' era anche egli per morire.
bastonate. pallavicino, 1-348: raccontò ch' eraclito, stando adagiato una volta a scaldarsi
circa questo parlar più non me scaldo / ch' el non bisogna el so. b
pensiero. giraldi cinzio, iii-14-91: fa'ch' ella (disse), le fa-
pee si scaldano assai, e ch' è tempo di vigilare ed orare e
tommaseo]: diomed. es, ch' era subito e movevole, non si potè
potè tenere di parlare, come colui ch' era molto scaldato di ciò ch'egli udì
come colui ch'era molto scaldato di ciò ch' egli udì parlare ad achille sì francamente
vai mettere sale / a lo pesce ch' è scaldato. proverbi toscani, 165:
montano. cosi chiamasi propriamente quel caicco ch' è montato dal sovrano o da quelli della
le scalee che si fero ad etade / ch' era sicuro il quaderno e la doga
potere. carducci, iii-1-525: pur ch' io le muse indocili / per le
mare, ella guardò: guardato / ch' ebbe, ella disse (udiva sui marrelli
prima. e per questo dèi intendere ch' egli hae già purgati da. ssé
. morovelli, 277: ver è ch' i'voi / veder volìa, / ma
volìa, / ma non credìa / ch' io preso fussi / s'io vi guardassi
. bruno, 2-146: sappia ognuno ch' io non lo tengo e meno in
essa...: l'uno scalieri ch' è cotanto bianco pulito terso è la
foscolo, ix-1-286: non potremo mai credere ch' egli poi s'attentasse d'affacciarsegli reo
li dia la fersa, / né quel ch' olio riversa / fie pien di fuoco
con affanno tal s'agita e muove / ch' io temo che qualcun non si scalmani
frusta / e tanto si deserta / ch' alfin vuol correr risico / di diventarne
scalma / e l'alma allor propinqua ch' adolora. -sentirsi molto accaldato e
amor scalmo / sì mia persona, ch' io dicer non sappo, i..
218: ah sante die guagniel! ch' i'so'scalmato! / e1 proposto
priori: / ora m'avedo ben ch' i'so''nvecchiato. segneri, ii-383:
. bruno, 3-634: vuole ch' ai medesimo tempo dalla iuiuma,
navi dagli schelmi, cioè dallo spacio ch' è tra il ligamento d'un remo e
i due angoli dalla parte di poppa ch' è più all'indietro, cioè dagli stanti
genti in ordinanza e diede adosso a coloro ch' erano usciti della città. g.
'scalo vivo': quella parte dello scalo ch' è compresa dall'estremità del corpo della
le mandava un mazzuol d'agli freschi, ch' egli aveva i più belli della contrada
sono i piei. questa fu la regola ch' egli insegnò una volta a una sua
arrestò per attendere l'avvicinamento degli scaloni ch' erano indietro. pisacane, v-223:
, tu pur continua lo mandare e ch' ella legga le tuoi lusinghe, ché,
che gamba corta / non se convèn ch' alto scalone ascenda. 9.
specie: cioè, la 'scalops canadensis', ch' è la 'talpa virginiana nigra'di
borghini, i-173: ora fate conto ch' io cominci a scarpellare il marmo. fr
più famosi, / or giace sì ch' a pena / può dirsi: « ella
. svevo, 8-155: una faccia ch' era stata alterata e consumata dalla vita
ceresa, 1-1034: in ciò ben ch' io la frechi, ah duro instin-
perch'io aspre vie scalpi, / ch' io mi ricordi di tua vita fella /
/ creossi la cictà napolitana, / ch' oggi sì vii e vana / giace giacciata
: tutti raunati intorno alla chiesa, ch' era chiusa, odono quelle grida d'un
. frugoni, 3-i-263: al vedermi ch' io feci colto sul fatto, volli
/ diceami: « guarda: giovi ch' io ti scaltro ». ottimo, ii-415
ii-415: chiunque leggerà questo, penso ch' egli sarà scaltrito. ariosto, 32-57:
noce e l'altro / altrui, ch' io non lo scaltro. 3
quando già canduale dormiva, gige, ch' era in aguato e nell'error della prima
nell'amistà sì sono da ammonire, ch' elli si guardino da essere ingannati dalla
furberia. assarino, 2-i-359: dicea ch' erano tutte invenzioni e scaltritezze de'spagnoli
ii-190: una di queste notti mi pareva ch' io fossi nella sala del mio museo
con annibaie, costringendolo la sua fortuna ch' elio morisse nella terra d'italia per
n. secchi, 2-37: conosco ben ch' io sono un sciocco semplice buffalaccio,
ài sì scalvato? / fo aqua bollita ch' el t'à sì pelato? /
si vede ingoiar con le parole, / ch' io non so quel ch'ei dica
parole, / ch'io non so quel ch' ei dica e s'egli è matto
mi sia fatta malia né fattura, / ch' ella mi dà mangiar pure ella stessa
pure ella stessa; / e più, ch' ella mi veste e scalza e spoglie
, 43: loro di subito, innanti ch' entrassero alla porta della chiesa, si
volle negare, ma tanto la scalzò ch' ella disse: « sì, posai a
suol dir, scalzarmi e fu cagione ch' io sospettassi del suo e lo discoprissi
meno che ad scalzargli e a mostrare ch' ella posa in falso. nievo, 1-267
[dante], i-353: di ciò ch' i't'amaestro, / che povertà
[dante], i-353: di ciò ch' i't'amaestro, / che povertà
, xxviii-303: li cacciatori che conosceno ch' ella contrafa vuluntieri ciò che ella vede
[a mosè] aparse e dissigli ch' el se scalcasse e ch'el andasse dentro
e dissigli ch'el se scalcasse e ch' el andasse dentro el foco, e
di questi sottili / esperti scalzator, ch' han tante secchie / per attigner degli animi
palamedés, 1-ii-5: quando breus vide ch' ella era a. ppiè scalsa e in
in poche parole, tutto lo scambiamento ch' esse fatto aveano per fare i loro
copiò scambiasse dallo 'n'all''v'e ch' egli abbia a dire 'ante vos'.
piccinino fu scambiato con batista da canedole, ch' era in ragione a posta di niccolò
. stufarich, 5-194: nella mezz'ora ch' ero stato nel bagno, maddalena s'
piovuta la ricotta. / ciapino è ver ch' egli ha scambiato piatto; / ma
una voce che usciva da una personcina ch' io avea conosciuta altrove, grassottina,
-spiritata? mi piacque! io so ch' io v'ho visto altro che spiriti!
secondo me, veramente e realmente, mostrando ch' erano di non molto valore. ora
, 259: con ciò sie cosa ch' e'lanaiuoli di siena abbiano ricevuto più
so come la fosse; ma mentre ch' io era più lieto e contento, mi
come filo di spada al suo scopo ch' era la promozione del marito...
el dottore rispuose: « è necessario ch' e'sia diventato el grasso; questo
nemico mi significò la sospensione d'armi, ch' io feci osservare, ma non convenni
occasione opportuna al comprobar co'testimoni ciò ch' esprimerebbero con moltiplicate scritture.
: si trova convertibil scambievolmente quella cosa ch' è ingenerabile con quella che sia incorrottibile
: tu m'hai colto in iscambio, ch' i'non sono chi tu credi.
quello scambio scusarsi e far mille sacramenti ch' egli non ne sapeva [del tesoro
. aretino, vi-146: credendosi il bargello ch' egli sia messer maco, lo piglierà
leggeste. verga, 8-70: sentenziò ch' erano in pochi per spingerla [la
, scamiciate,... credetelmi ch' ell'ha ingegneri, architetti e maestri
. gozzi, i-302: tra gli affari ch' ella mi adduceva per scusa, i
, / anzi di gomma gutta, ch' è più rea, / e converragli berla
è diminuita, la quale, poi ch' ella cominciò ad essere, continuamente è diminuita
uomo tolta a poco a poco mentre ch' ella è data? = comp
non vorrà la potente signora aspettar troppo ch' io vada. = deriv.
quella provincia si à sì grandissimo freddo ch' a pena vi si puote iscampare. sacchetti
cosa, l'effigie sola di tiberio, ch' era in casa di giunio senatore,
c. croce, 127: posto ch' ebbe bertoldo io sciocco sbirro nel sacco,
suo non può sanar per erba: / ch' io son fuggito per piani e per
ii-17: è... invan ch' io scampo, / amor, dalla tua
a dare di biada e di sale ch' ebbe anno ne l'ottantatré. libro d'
mia, 7 lo cor gentile, ch' è nel vostro core, / che
. caro, 12-iii-85: resta, ch' io preghi dio, come fo con tutto
roero, 3-ii-174: sorse aristea, ch' impaurita e fatta / tutta tremante,
dei, scampa dalle fiamme quello cotanto ch' è rimaso e provvedi alli rimasi elementi
salvino, / « ma l'or ch' indi ne traggo, il pane e 'l
campi, / nulla cur'io, pur ch' il salario scampi ».
li crudé'tormenti che li fava, disse ch' elo avea depose tute le soe cose
13-138: colui che aggiunge a quel ch' egli ha, costui / scamperà l'atra
non accusar la loro inerzia ed invidia ch' hanno altindustria altrui, volendo parer me-
fazio, i-21-98: costui fu tal ch' avendo in visione / veduto la sua morte
luce pur degli occhi miei: / convien ch' a dritto e a torto, per
ser giovanni, 3-167: ella, veggendo ch' ella doveva pur morire e che allo
chiese di grazia volere vedere i figliuoli innanzi ch' ella morisse. ceffi., xxii-16-47
monte, 1-vi-38: lasso, lasso, ch' a via peggiore posta / ch'io
, ch'a via peggiore posta / ch' io non diviso, tristo, son condotto
, 1-iv-61: chi nonn. è tal ch' atenda d'amor scampo, / cor
il polmo / voler salir, poi ch' è inviscato l'olmo, / ch'amor
poi ch'è inviscato l'olmo, / ch' amor di visco ciascun ramo abomba.
un, del suo celestre lume / conven ch' io parli. tansillo, 2-142:
nostro amore in te fu lampo / ch' arde improvviso e subito trapassa, / ma
, 2-368: veggio aperto inferno offrir ch' io vada / a'confi il frutto del
pesto, / tanto avean di cervel ch' ai più sicuro / scampo uniformi rivolgean le
... non trovò altro luogo ch' esser potesse per allora più sicuro scampo e
(benché spesso chiami aita) sento / ch' ai mio scampo alcun corra o mi
per cosa certissima e senza scampo veruno ch' era arrivato il re al punto di
bieco, / va col man tei, ch' egli ha di cento scampoli, /
vossa e mi cieliate gioia, acciò ch' i'mi conforti e ioia prenda.
inghilterra e la duchessa di chevreuse, ch' era delle meglio lingue di francia.
fanciulla e tanto lieta e frugola / ch' a starli allato tutto mi sminuzzolo; /
quest'arme possente e sì male adoprata ch' è la parola. 2.
, motor del suo, consiglia / sì ch' a sue piante passeggiando appresso / e
fan professione del duello intorno al diamante ch' ella non si può scancellare con mille altre
scancellando, ma più tosto fermando quello ch' io ho già fatto nella gioventù mia.
. pratolini, 9-630: ella supponeva ch' egli si fosse pentito delle sue confidenze di
, signore, / l'orrendo scritto ch' all'empio tiranno / ne fé soggetti dal
se io t'ho detto: fa'penitenzia ch' el viene la spada, che
i trenta tiranni: « non accadeva ch' io lo scancellassi » (rispose egli
5-15: ogni ricordanza e pensiero, ch' io dovrei, misera, avere di mio
/ ancor trascritta [la commedia], ch' era scancellata / in più luoghi e
in più luoghi e rimessa in modo ch' io / temo di non l'aver copiata
de'librai da una piena di stampe ch' egli appellava imbratti, camminava per la
volta nel calamaio l'elegante sua penna ch' e'non cerchi così di scancio di
di sottecchi o per stiancìo / fa ch' i'mi consumo ed ardo.
d. bartoli, 4-1-284: convenne ch' egli si voltasse a pregare il capitano
: per non lasciarsi trovare sprovisti, voleva ch' egli con ogni segretezza scandagliasse tutte le
conduce in questo pensiero l'esame, ch' egli medesimo fece, dell'istoria d'erodoto
, in cui sparge sì belle regole ch' io già l'ho destinate per far,
74: il pretor rimediò al scandalézzo / ch' era nato fra'bufoli a quaracchi
che voi non vi scandalizziate, inperò ch' egli vi faranno questo sanza le sinagoghe
molti se ne scandalezza- rebbeno. responderei ch' el sarebbe vero: però da'farisei;
o scandalizzarsi delle popolari opinioni ed usanze ch' egli valuta per quel che sono. massaia
: in una pausa, si scandalizza ch' io non sia abbonato odia maggiore gazzetta letteraria
peccare gli altri, che per il peccato ch' egli stesso comesse: imperò che questo
3-33: di che il maestro, ch' era infiammato dentro e sapea quel ch'era
ch'era infiammato dentro e sapea quel ch' era, si cominciò a scandalezare forte
mia ritiratura sodisfare, poiché, occupato ch' hanno il mio luogo gli emuli miei
imperadore, doppo molti scandoli e persecuzioni ch' elli avea facto a papa alexan- dro
essere molestate, furono dagli spagnuoli, ch' erano nel campo, uccise, sotto
inciampò in quella linguaccia di ciolla, ch' era sempre in cerca di scandali: «
, che il matrimonio mio è tale ch' io lo posso disciogliere senza scandalo.
mise scandolo intra l'abate di pacciana, ch' era capo della casa de'tedici,
430: dice la scrittura: ecco ch' io ponerò in sion la pietra,
: giudicando non poter essere se non bene ch' a pubblico beneficio ed esempio si raffreni
negligenze nacque dalla lunga molestia di salute ch' ella ebbe a soffrire. manzoni,
legger più inetto e scandaloso di quello ch' è intitolato 'l'infanzia del salvatore',
questi è un tristo / scandaloso, ch' avea messo sozzopra / un infinito numero
leandreide, ii-4-90: non fa mestier ch' io te lo arico- manda, /
te lo arico- manda, / però ch' è nato in nobiltà di sangue / e
il saggio e grande / duca cosmo, ch' a somma gloria scande.
veder quella scanfarda / il suo vago ch' è sì bene / in arnese, ella
i-104: mi voglio ricordare di quello ch' era il mio amico quando l'ho conosciuto
da lui, vivo, speranza: / ch' altri il crudel ne scanna, altri
schierarsi dinanzi alla sua memoria tutti quelli ch' egli aveva cacciati o fatti cacciare dal
diviso. porcacchi, i-32: mentre ch' egli attendeva in cotal guisa a gridare
offnr innance i lor prumar figliol e ch' i gli scanassan e spandessan quel sangue incerco
vt-371: quando vogliate punirmi de terrore ch' io faccio,... ecco il
fazio, v-9-55: un animai, ch' è detto iena, / li corpi
de le sue [della corte] prospettive ch' ognuno pensa, tosto che ci si
le fibre del cuore, perché aspettava ch' ei, preso un coltellaccio scannaréccio che
e. cecchi, 3-143: è innegabile ch' egli riesce a trovare buoni partiti disegnativi
che noi vedrem nel tuo scannello, / ch' ora al sozzo cocchiere il seggio
: siedimi allato, insino a tanto ch' io porròe li tuoi nemici scannello sotto i
giovane, 9-7: felici coloro / ch' assisi in mezzo de'loro alti scanni,
loredano, 5-90: il sesto scanno, ch' era a canto al foco, /
fidandomi del tuo parlare onesto, / ch' onora te e quei ch'udito l'
onesto, / ch'onora te e quei ch' udito l'hanno. idem, par
state più di quattro mortalità di quelle ch' abbiamo vedute, sicché li scanni doverebbono
51: parmi l'ora mill'anni / ch' io mi spogli la vesta, /
abbandono; / e tra le grazie, ch' ornando il vanno, / del tuo
il bel lume di due stelle / ch' alli raggi del sol invidia fanno, /
b. andreini, 123: ahi, ch' ai tartarei scanni / spiego rapidi vanni
partir d'un mille venuti, / ch' avarco intero e i pubblici suoi scanni /
la donna toa, da quella parte ch' ella ven, in la compagna, né
poteva arguire dalla sensualità e dalla voluttà ch' egli metteva in tutte le azioni minori della
che fese so fiio oto e per quello ch' ella me fese eia, ch'eia
quello ch'ella me fese eia, ch' eia me scansea tuta fiada. cellini,
s'egli mi ha visto / e vegga ch' io lo scansi, porìa indursi /
/ in van ti scusi, ch' assediarti ha tolto, / ché teco a
il bisogno lo costringe e vuole / ch' egli esca, abbia i riguardi / d'
almen tardi, / quand'è levato e ch' è ben alto il sole: /
un affar che forse / potrìa spiacerti e ch' io, per quanto è in me
il codardo scansò le vie dell'onore ch' io gli aveva esibite. manzoni, pr
, vi-608: scansatevi, pietose genti, ch' ecco, / ecco le spoglie traforate
perché il neve profumo di essenza di rose ch' el- l'aveva portato nel confessionale lo
e bevendo / mi féi lor sì domestico ch' io presi, rmotteggiator, cagione /
delle opposizioni che potevansi affrontare nella fede ch' egli aveva d'esibire sopra il suo disarmo
, ond'io mi scanto; / ch' è vicino di morte / crudel'e forte
è la storia certo incresciosa certo triste ch' io rapidamente con la nervosità della decisione,
: i'voglio scantonarlo, acciò / ch' e'non mi vegga e mi tenessi a
ii-5: onde viene luchino? bene è ch' egli si sia accorto che l'ho
: i bravi del gentiluomo, vista ch' era finita, si diedero alla fuga,
- scono e mi ravvivano nell'atto ch' io me le leggo. =
e scanzonato, operò tanto sulla memoria ch' egli si rivide nel gran piano estivo
due mesi. / questo è un signor ch' è detto in latin grecolo / dal
lettera sia arrivata a tempo, prima ch' ei parta ad ingrossare le bande degli
bande: / « caggian le porte, ch' entri 'l signor buono »! /
. boccaccio, vii-50: vienne, ch' io / son per iscaprestarti in un
/ commesso al / tanto potranno ch' io più m'incapestri. manigoldo
, 12-213: -e perché il fai? ch' io non lo so davvero. /
che è la più scapestrata e ingannevole maga ch' io m'abbia mai conosciuto, ha
biancheggiavano, e i monconi di quelli ch' erano stati fenduti dalle saette o scapezzati dalle
l. bellini, 5-2-300: spianati ch' ei [i blocchi di marmo]
, i-164: sua signoria crede essere vero ch' el cardinale di ravenna, doppo l'
risaliti alla superficie dell'alveo, come ch' entrambi fossero di nuotare... periti
meglio di tre dozzine. non vedete ch' io sputo sangue? bresciani, 6-xiv-88
davvero. / -vienne, trombetta, ch' io non ho pensiero. (ora
al duca, dimandando vendetta del giovano ch' avea commesso sì grande fallo. anonimo
a un tratto diventata canterina, / ch' obblia presto il sapone e la caldaia
la speranza vede scapigliata / sopra 'l disio ch' ieri / d'angoscia cadde tramortito e
marignolle, 70: non ho dubbio alcun ch' io morrò tale, / scapigliato reai
che mondo e mai questo? il piacer ch' ei dispensa è una moneta dorata,
colle altre cose dovuti termini, pretendano ch' ella debba avere gradi di facoltà maggiori o
a bagnare il terreno per quello scapito ch' elle fanno nel disseccamento del sole,
svapora in odore e questo è certo ch' elle lo beono e lo succiano da per
dello estraordinario, hanno altri preso temperamento ch' egli alloggi l'ambasciatore estraordinario, posciaché
for de ca e de techio e ch' i faessan scapitole e cabanete de rame belissime
, 1-v-204: ha creduto taluno qui ch' ella con poca ragione nomini 'cimbia'quella
stello di proro e iscapulai tutti i pregioni ch' ierano in quello luogo. ser giovanni
rimedio / convien trovare e 'l modo ch' i'mi scapoli / da questo intrigo.
, / credendoselo aver per quel trattato / ch' era già fatto con gli uomini scapoli
carità a un cugino scapolo, gaudente, ch' era condannato dai medici e non aveva
l'altrier da napoli, / sic- ch' abbi i tuo'pensier isciolt'e scapoli /
guisa che trascorrevano più oltre di quello ch' egli divisava di spingerli, recalcitrando, imbizzarrendosi
sione a qualche bell umore di dire ch' egli aveva riformata la casa di
lui, dice della medesima sua patria ch' era uno scoglio. 2.
. doni, 2-21: volse la sorte ch' egli scappò in capo a sei o
non scappi, le guardie corrotte / ch' ai trabocchetto stanno. astolfi, 1-61:
scappato un verso, e cicerone non vuol ch' e'se ne faccia quando si scrive
se la lasci scappare quella villa, ch' è un buon acquisto. -lasciarsi scappare
: / l'amor dello spedai vuol ch' io vel dica: / uscito il podestà
casta fra quante il ciel diede / ch' hai lo diabolo sotto il bel piede /
nardina, che di vii serva, ch' era in casa, come tu servo sei
scappellate, scamiciate,... credetelmi ch' ell'ha ingegneri, architetti e maestri
tutti due contro i vostri meriti e ch' io non abbia la soddisfazione di scappellottarvi
: ohimè, che scopelotto, ohimè ch' io sono balordo. forteguerri, 12-67:
tempo, se non per qualche scappellotto ch' egli mi avea dato prima di partire,
il vidi stralunare, / e sentii ch' e ^ diceva: « ella mi guata
guata, » a un certo cittadin, ch' io ere'dottore, / perché tutti
pensarci... cadde in quella cosa ch' è innanzi ai libera nos a malo
risa: « sappi, padre, ch' io sono il fistolo che ti ci ho
due o tre da dovero da dovero, ch' alia fin fine tutte scappucciano e sappiate
, 20-49: l'uom, per senno ch' abbia, non può mai / sì
del cazzo: come, perché sia ch' egli abbia lo scapuccino; perché non
tremare / turi du i sgarguzzi / ch' a'fiè du scapuzzi / che te
bizzarrie, scapriccia- menti, cervellinaggini, ch' egli ci ha messo non sai perché,
/ tutto soffrir son fermo, pur ch' io meco / abbia il mio figlio.
là, va'là, ti scapriccerò, ch' hai a mantenere quello che hai detto
la mia rozza vena col mantenermi 'l me'ch' i'posso terra terra, come vedete
corone di fiori e tali d'oro / ch' entro vasetti e sca- rabattolini / di
pulci, 1-4-159: il compar, mentre ch' io scrivo, aspetta / et ha
, ora il concetto / dal foglio ch' egli avea scarabocchiato, / mésse al
. e. gherardi, cxiv-20-454: stimo ch' ella possa inviarmi il trattato suddetto,
nievo, 367: trascorsero parecchi mesi senza ch' io avessi sentore di lei e soltanto
suo studio che facea scarabocchi e dicendogli ch' egli sapeva scrivere e, benché il
e da quattro sòie co'tacconi, ch' ecceda gli ordini communi delle prammatiche e
congiuntura tornerebbe anche a gloria del principe ch' io in sua corte facessi, benché poca
/ che scaracchiò quel grande un dì ch' era infreddato. -per simil.
ed una platea che s'acqueta ne'cujussi ch' e'sputa, per quanto siano scaracchiosi
camina in questo modo a l'adrieto ch' elli si conduce alla fossa. landino
in breve a tal partito, / ch' ogni volta faceano a ruffa raffa. bresciani
schiere de'cristiani con certe scaramelle intanto ch' e'saraini attendevano solo a difendere el
scaramuccia si muor sotto eravano, / ch' ammazza anche gaban da berzighella. marchesa colombi
più di ducent'altri cavalli sforzeschi di quelli ch' erano a santa maria. piccolomini,
senza che persona m'insegnasse, sapevo quel ch' ora so. -da ora innanzi
che sofferiva le superchiarie de le brigate ch' egli alleggeriva di soldi. g.
santambarco, / scaraventa 'l cappel ch' egli ha di treccia. forteguerri, 2-19
grazzini, 4-491: prima m'apponeva ch' io ero vecchio, schifo, scarcaglioso
17: scarcassati restar certi pedanti, / ch' ebber ardir d'entrar nella baruffa /
lo stame. idem, 28-136: so ch' egli è lassù morgante mio: /
in mezzo di quattro bastoni, / ch' ogni volta cascava in terra piana.
giuglaris, 3-22: pigliatelo, demoni, ch' è vostro, friggetelo, arrostitelo,
qualcun de'miei simili e può darsi ch' io abbia oltrepassato, qualche volta,
e non uscire dal presente ordine, ch' io ti do la mia fé, se
frugoni, 4-569: considero... ch' essendo la montagna delle muse, dalla
1-6: ghedino, per la fretta ch' egli avea, si avea dimenticato di
ungaretti, xi-296: per la strada, ch' è lunga, ora passa un uomo
uno scaricamento di superfluità di sangue, ch' ei non avviene di questa superfluità come delle
deporsi in quei modi e in quei tempi ch' ella consegua il fine per il quale
cavalca, iv-m: trovando una nave ch' andava in fenice, salimovi e.
casa e poi ti farò intendere / quel ch' io voglio da te. emanuelli,
cielo sì tristi auguri, e pur ch' egli faccia sì che io non vi esca
lo scudo per rintuzzar gli strali aguti ch' egli scarica dall'arco pravo dell'iniquità
dolce pedagogo », / il pedagogo ch' ogni pena scarca. -espiare una
/ fa'lo spirto mio tanto giocondo / ch' io nolli curi e ch'io t'
tanto giocondo / ch'io nolli curi e ch' io t'abatta e viva / nella
andavano con publici manifesti scaricando delle colpe ch' erano loro state imposte. pattavicino,
promuovere il principale intento del re, ch' era la creazione del chigi, opponeva
, 16-75: ecco, signor, ch' ai tuo chiamar mi volgo. /.
di variata sorte, immaginandosi ch' e'sie colà entro la solennità principale
: volendola far colcare, non a fin ch' ella dormisse, ma che si stesse
a muover parchi, / intorno cui par ch' amor scherzi e voli / e ch'
ch'amor scherzi e voli / e ch' indi tutta la faretra scarchi. fagiuoli,
e de'peccati iscaricati, / cristo vuol ch' appare- chiati / per me siate arritomare
, ivi trovammo una nobile bri- gatella ch' era venuta per lo stesso intendimento di vedere
aprire le porte superiori e passare nel canale ch' è più elevato. opuscoli scelti sulle
, 2-3, 48]: segondo ch' elli sono quattro pani, così e questo
, lxxx-4-793: questo è uello ch' io per debito di cittadino e per scarico
, 1-00: verrà forse un giorno ch' io potrò compensare tutti i benefici in me
di color parea uno uccello, / ch' eran senza arme e scarchi e'lor destrieri
una volta, / megli'è morir or ch' io son scarca e leve. b
vorrei scarco e legger questo cammino, / ch' a far mi resta ancor spinoso e
superna danza. bembo, iii-630: or ch' io non ho potuto inanzi andarte,
a cui non piace inganno, / ch' io possa in breve e scarco seguitare.
. firenzuola, 2-62: come quei ch' anzi il sonno / grave martir gli
sveglian d'ogni dolor scarchi, / ch' appena creder puonno / che quella amara doglia
di pietà scarco, / ma temo ch' el sia vivo chi fa vano / el
onor vili il veggio / pingue più ch' altri, e più assetato e carco /
elisea, pregando il fato / a consentir ch' ornai l'avida parca / la facesse
di seta e scarchi d'oro, / ch' oggi ciascun di noi corre ed ingombra
robba tanto stretta che la sera medesima ch' ella n'andò a marito, essendo a
. groto, 6-16: vuoi tu ch' io meni / a cerco questa falce e
secondo lo 'nsegnamento degli antichi, il luogo ch' è stato morso. pagni, 143
e senatore, / senza rispetto gli dice ch' egli erra / ed un certo scaritto
. carrà, 249: poche voci, ch' io sappia, si levarono dalla stampa
con fuoco e con fummo, sì ch' elleno perderono la loro chiarezza e poi
uno mantello schellatto fino foderato di vaio ch' io comprai da iacopo ronghi. cronica
, con sopra tanti vermigli d'oro, ch' era una signoria da vedere. inventari
, 12-ii-252: madama s'è degnata comandarmi ch' io la provegga d'un secretario,
. gelli, 15-ii-366: ei temeva ch' ei non si apparecchiassi a grattargli
: che direm noi di quella / ch' a bell'arte negletta e schermigliata,
a tutti gli uomini: un lacero sfarzo ch' è nella possibilità di tutti, una
possibilità di tutti, una scarmigliata dignità ch' è un aspetto della natura umana e
uomo co 'l capo di montone, ch' abbia i calcagni con molte vespe, i
, è di statura più tosto bassa ch' aita, scarmo di corpo e di temperamento
scarmo e secco e sì spossato / ch' esser dovrìa già morto e seppellito, /
: tutto ciò che esiste, tutto ciò ch' è vita appartiene all'arte, soprattutto
4-209: quando tornò, e fu allora ch' io lo conobbi, la malattia
): nell'atto stesso d'accertarsi ch' era lui, dovette vedere quant'era
tanto da spazzar via non soltanto quel ch' era il teatro del tempo,.
/ di dir più in tre parole ch' altri in venti? / non lo scarno
detti angoli, per accompagnar l'ordine ionico ch' è molto più scarno e morbido che
medico, bisognò discingerla e verecondia impose ch' io fossi allontanato dallo scarno spettacolo.
a fogli... per uno fiorino ch' i'diei per calge e scarpe,
bue. aretino, 26-135: egli, ch' è più plebeo che la plebe,
: era lui, era ettore strazza, ch' era disceso allora da fiesole, dov'
sai come il codera ha detto / ch' io t'ho sturata e guasta la callaia
sturata e guasta la callaia, / e ch' io so'chel che buzzica sul tetto
notte, quando serchio abbaia, / ch' io t'ho scarpato l'orto per dispetto
il boccino su l'aia, / e ch' io t'ho scambuiato il colombaio /
: mostrono l'opinion dii provedador, ch' è contraria a quella dii coltrin, qual
lui provedador voria il fosso da terra, ch' è largo passa 27, longo da
1-i-229: ordinò di poi il clero ch' era in grandissimo disordine, levò le calze
, levò le calze solate e volle ch' e'preti andassino in scarpette. lorenzo de'
, ii-153: elrè dirittamente ballerina, / ch' ella se lancia com'una capretta:
occhi di pernice, secondo la forma ch' un vuole. 3. bot
ii-13 (56): fra i zaffi ch' hanno 'l ciel sempre cortese / che
senza el correggiuolo, ed una cappellinaccia ch' egli aveva tralassata. luca pulci,
si dice che pare un scarpettaccia; ch' è diventata una scarpettaccia.
battendo in terra far di quei furori / ch' alle palate il ficcar gli stecconi.
santambarco, / scaraventa 'l cappe! ch' egli ha di treccia, / tra'si
; arranchiam, frate, scarpiniamo, ch' eccogli. pasquinate romane, 575:
quand'imbrazan la rodella, / e ch' io vedo la coltella, / piglio
se lo paghi, ti prego di fare ch' ei trovi la mia misura e di
scarocciare': azione di un corpo galleggiante ch' è trascinato sottovento. cassieri, 11-163
lasciai pianamente cadere nel più bel seno ch' io abbia veduto. a. boito
], i-230-3: e. lla scarsella ch' ai bordon pen- dea, / tuttor
. rizzi, 6-103: volete voi ch' e'lievi il romore e si ponga
non vi paian favole o novelle, / ch' e granchi, per paura de'fornai
avai mosso / sol per farri veder ch' ho tal novella: / gli è lieto
, el corpo e la scarsella, / ch' i'son vestito e sonmi anco riscosso
scarsella. bronzino, 1-391: quivi un ch' avesse la scarsella piena / e poi
alla strozza e spillavano dagli occhi prima ch' egli se ne accorgesse. -empire la
pa- rentato, / questa sì ben ch' è colpa de le stelle. -mettere
lo sviamento e le pretensioni de'pochi ch' eran rimasti. leopardi, i-31: cercava
sacrificio imposto dalla scarsezza di benzina fu ch' essa rendeva impossibile allontanarsi da parigi.
essi appartengono per la maggior parte ai corpi ch' erano al servizio del re di napoli
, e alla scarsezza supplirà la cognizione ch' ella ha della mia, della nostra così
scarsezza del parlare fa meno attento colui ch' ascolta per la noia del tardare.
/ vien peccato di gola, / ch' om chiama ghiottomia. guittone, 2-94:
. chiaro davanzali, lvtii-58: omo ch' ha richitate / e usa scarsitate / di
/ e usa scarsitate / di quel ch' ave aquistato, / che. nn'è
berchet, 340: non la città ch' ambo noi serra, o amico, /
ogni termine di onore e di stima ch' io dubito quasi che in luogo di conciliar
noi trova [amore] alma gentil, ch' a lui si rende.
/ e io attento a l'ombre, ch' i'sentia / pietosamente piangere e lagnarsi
tempo, non dovea fidare ne'paesi ch' egli potea guardare temporariamente. carducci,
talvolta nell'estate con sì scarsa acqua ch' ella non basta alla corsa di ben piccoli
r. bertini, xxvi- 3-251: ch' ho da far, se la provvisione /
il vostro zio, / mi dispiace ch' io ho gli encomi scarsi. bertola,
g. gozzi, i-5-171: mentre ch' io stava attento con sì scarsi pensieri
se stesso / ogni padre vedrem pria ch' un sol prence / sagrificar, non
bonghi, 1-89: noi restammo pigramente quello ch' era- vamo: la guerra, cominciata
ti sarò scarso: / però sappi ch' io fui guido del duca. idem,
venne a climenè per accertarsi / di ciò ch' avea incontro a sé udito,
a sé udito, / quei ch' ancor fa li padri ai figli scarsi.
di non potere per la gran tema ch' aveva di panfilo, il quale, tantosto
ucciderebbe; ma se avvenisse per avventura ch' egli si andasse fuori, che non gli
fiacco censori rimossero dal senato duronio, però ch' elli, essendo tribuno del popolo,
due saggi a quella [biblioteca] ch' era numerosa di volumi, benché per
lancellotti, 2-275: le cose stravaganti ch' io avverto in iscartabellando or questo or
iii-6-95: ben si pareva, anche senza ch' ei lo dicesse, che il dott
. m. cecchi, 1-2-465: fate ch' io / gli abbia a scartabellar quelle
landò, 1-71: parve, lettori, ch' egli abbi avuto il modo di scartabellare
buon stram- bucco / ed infiniti assai ch' io scartabello. = denom. da
in teorica, cercasse di fare quel ch' io fo, a la prima scartabellata
piccolomini, xxv-2-98: perché un giovene ch' egli ha in casa non ha voluto
uno monte di scartabegli che si può dire ch' elle fussino tra la spazatura. grasso
a terra o motto o sentenza o piacevolezza ch' esca di bocca altrui, ne fanno
quanto al sonetto, gaddo, è vero ch' io l'ho in un mio scartafaccio
per lo contrario a presentargli questo mio, ch' è ancorapiù degli altri indegno della sua
ne ho tanti ne le bisac- cie ch' ogni giorno son per darvene un millione,
, 1-i-123: l'istesso tratto massaua-saati ch' ella conosce è piuttosto tram che ferrovia.
pare un ceretan vendi colori, / ch' assorda con le ciancie tutto un regno
volontà, almeno contra quel determinato proponimento ch' aveva di vincere perché con bastoni credeva
tutti denari a mio padre: ora ch' io son leggieri, io voglio ire a
o a primiera, che le carte ch' ev non vuole le scarta. f.
spitto'. pananti, 1-2$: altri quel ch' io levai lo vuol di picca,
ercole bentivoglio, 1-8: meglio è ch' io vada a casa di flaminio,
, io darò così solennemente nelle scartate ch' altri non ci vorrebb'essere. fagiuoli,
in che scartate fosse per dare adesso ch' egli è impegnato. fanfani [s.
monti; sorrise -rara cosa! -rispondendomi ch' avea già ordinato che vi fosse inviato
dicendo che il mangiare era cattivo, ch' era cotto male, che le monache lo
: la sua faccia diceva... ch' egli non professava idee di sorta;
corsica ed impostarli a debito mio, ch' io mi protesto di pagare per tutti.
giovinetto alquanto / beva e donnéi, né ch' ei scassini gli usci. manzoni,
alcandro freneticava seco stesso, or dubitando ch' il paggio avesse franteso, or temendo che
lasso!, / el giorno, ch' io mi sento / con mio grave tormento
ricordo dell'altre anche più graziose, ch' egli prediligeva, come 'ghiribizzamento',
alta infin sopra il ginocchio, / sì ch' io vedeva il fiero scatapocchio, /
mangia gli fragmenti de quel pano / ch' era avanzato ne la cesta piena.
perdita le galee di don anfus, ch' erano nel porto di castello incatenate per
indarno il molce e il frena, / ch' ei da lui si divide e vèr
. pavese, 6-170: ormai sapevo ch' eran tutti gli stessi...,
, 1-85: se questo reo uomo, ch' è ora caduto alle mano vostre e
; perché le cose d'amore, ch' è cieco e putto, vogliono esser
aiutare la digestione, una certa polvere ch' egli pigliava doppo desinare, e la
: offerendogli tabacco colla scariola d'argento ch' ebbe da donna barbara. targioni pozzetti,
, / e le tinnanti scatole / ch' ànno il suono più trito, / tenue
faccia / il più pazzo me- stier ch' oggi abbia il mondo ». l.
. cellini, 583: in mentre ch' io cavavo fuora la mia scatoletta,
brano e ca- prigno con una sicurezza ch' era un sorriso. -veloce (
: era il disco di uno scambio ch' era scattato in cima a un palo.
brancati, 4-278: dopo un'ora ch' ebbe ascoltato in silenzio, scattò dalla sedia
qualche volta ti scatta / una parola ch' a farti vergogna / o rovinarti potrebb'esser
-intermittente. emanuelli, i-178: sentì ch' era scosso da un brivido ritmico,
già del folto arbusto / il sol ch' ornai declina inver l'occaso; / ed
ambascia la scaturigine de'suoi malori, ch' innondando l'addolora- tocuore, al punto
non credere assolutamente nella vera scaturigine, ch' è iddio, la dipendenza di tutte
per mille spilli il cristallino vivo umore ch' andava bagnando poi le tenere erbettine. imperato
lagrime di dolcezza in tanta copia / ch' io non posso parlar. tasso, 9-86
morte una pietà sì dolce spira / ch' ammollì il cor che fu dur manno inanti
tu solo puoi refrigerarmi con f acqua ch' insieme col tuo sangue scaturì dal tuo santissimo
, 1-3-118: sangue puro e divin, ch' a poco a poco / fai sovra
soggetto è sì ampio e sì pieno ch' a niuno ancora indotto e infacondo (
'ab initio'in quelle regioni della terra ch' erano alla fisica loro natura più opportune
recitare un pezzo della mia 'principessa filosofa'ch' ella sapeva a memoria. = voce
, 1-26: quando gli fiorentini seppono ch' egli era presso alla città, subito tutta
, e non rimase nella città nessuno ch' incontro non gli andasse, faccendo grande
. pronta a manifestarsi tutte le volte ch' egli avesse motivo... di credersi
, pur pensando a le pietose / donne ch' a- vevan vedute lagnmando. guido delle
corpi de'morti tedeschi e d'altri ch' aveano seguitato il bavero e iscavati de
al primo allarme, col pistolone arrugginito ch' era andato a scavar di sotto allo strame
consiste proprio la congiura. / vede ch' è lieta quella gente prava / e attende
foscolo, iv-392: pur, se innanzi ch' io ti rivegga, il mio dolore
dolore mi scavasse la fossa, concedimi ch' io mi renda cara la morte con
over con lenti vimini contesti, / fa'ch' abbian tutti le portelle strette / quanto
] tratto tratto / i lapponi, ch' egli era un gusto matto. / e
scavezzacollo son qui venuto per lo desiderio ch' ho di vederlo. castelletti, 1-22:
n. franco, 7-131: bisognerà ch' io mi regga di sorte che tanti
di scavezzarti le reni; contèntati dunque ch' io allacci da me le mie scarpe.
la cura della sua persona e sapevi ch' era donna e senza la cura della
nulla. petrarca, 105-48: forse ch' ogni uom che legge non s'intende,
volendo i buoni / mercanti e artisti ch' in diversi suoni / poi li darebbon
il signor ritrovare: / da poi ch' io non ho altri pensieri, / io
'scea': quella massa di ferro fuso ch' esce dalla fornace e si rappiglia in un
notte a cose tante: / sì ch' io te ne verrò scegliendo alcuno, /
ed eccelse / sì uniforme son, ch' i'non so dire / qual beatrice per
squalida sterpe, / vidi un'altra ch' amor obietto scelse, / subietto in
con provido aviso al fin dispone / ch' essi un di loro scelgano a sua voglia
volta ho la lingua, e non è ch' io gli sceglia / in onta altrui
gli sceglia / in onta altrui, ch' io son di buona mente. muratori,
rilevarsi le loro ridicolosità, siate certo ch' ella è una coppia di sposi.
delle sue scelerità, ma, sempre ch' ei ne fu stucco, si servì de'
quando veni in terra, / parea ch' io fussi un fanciimin modesto. de roberto
'n cielo è l'anima. / ch' e'prieghi, morte, ho gran desiderio
questa prelia, / po'che più ch' altra m'ha fatta magnanima.
dir io, / né la scellenzia ch' in lei dimora. = var
l'ardir v'aggiungi? aggiungil pur, ch' è ognora / all'alte scelleraggini compagno
frati? marino, 4-203: forse ch' io ministra anco non fui / di questa
tori involonne e quattro vacche, / ch' eran fior de l'armento. boterò
sciagure, / e nelle mentì, ch' è il peggior de'guai, / ben
non si potette coprire così a lungo ch' ella non venisse... agli orecchi
carducci, ii-8-24: tu sai bene ch' io non ti posso far l'oltraggio
. boccalini, iii-92: tutto quello ch' egli aveva detto erano concetti sceleratissimi. leti
è chiamato la ruga scellerata, però ch' ella fece a piedi de'cavalli scalpitare
di quanto veniva accagionato a cecco, ch' egli era incapace di tanta iniquità: una
la fellonia con proverbiarsi per scelmi, ch' è la più atroce ingiuria fra gli
scelta [dei soldati] a'capitani ch' avesser il carico di assembrargli. castelvetro
porcacchi, 1-285: ebbero per male ch' egli, contra l'usanza loro, fosse
avendo in compagnia e ruggiero, / ch' eran la scelta e 'l fior d'ogni
recenti, e non popolari proprio, ch' abbiano vita poetica, non nella sceltezza
pietre..., come a dire ch' egli trae i suoi scelti e li
qualità di vino, tratto da un terreno ch' è nominato 'le figare', celebrato per
de tacque che son ne la fossa ch' è sotterra. frachetta, 3-29: l'
lo scemamente [delle milizie], ch' anzi volevano che s'augumentassero. siri,
peniten- zia, ché in tutto deliberiamo ch' ell'è assai volte iscema- mento di
tanto scemata e tagliata dal maestro, ch' egli ritrova la figura intesa da lui.
senza aggiugnere né scemare furono le cose ch' io dissi. chiabrera, 3-219:
il petto nascosto, e ti dicea / ch' ei ti scema bellezza? giusti,
raunati tutti li figliuoli suoi, acciò ch' egli scemassero lo dolore del padre. sannazaro
. sannazaro, iv-178: or convien ch' io avampi / diviso e sì lontano,
nobiltà per lo meschiamento del corpo, ch' è fiebole e debile, onde la fa
148: se quell'onor, ch' agli alti dèi rendemo, / fosse sol
la generale cattiva impressione di me, ch' era stata seminata nelle numerose teste della
non empio, / scusimi quel / ch' in lui scorgo e contempio, / novitate
cresce aria, acqua o terra, / ch' eterna è la materia, eterno il
maggiore... e chi diceva ch' era maggiore giovanni. a. pucci,
. de'mori, 137: avvedutosi finalmente ch' i danari andavano scemandosi,..