, / onnipossente iddio, tu vuoi ch' io ponga? carducci, iii-20-96: schopenhauer
un tal fine se non quello stesso ch' è onnipossente tra gli uomini, i
orba e dolente, / ah! tu ch' onnipotente / se'detto, fa'ch'
ch'onnipotente / se'detto, fa'ch' egli non parta. mozzi, 30:
quella eloquenza adopra ardita e impronta / ch' usano onnipotenti i velettai, / mereiai
: frulla in giro quella clava, / ch' è sì brava / che coi denti
mostra. oh! ve'pancia onnipotente ch' avete fatta! dio ve la benedica
f. buoninsegni, 704: l'immagini ch' uscirono già dalle mani onnipotentemente industriose di
d'onnipotenza che il sognatore sente, ch' egli avrebbe potuto foggiare quel pianeta a
lenta. foscolo, xv-475: non ch' io lodi i paradossi d'elvezio su l'
: con lui nata, che vale / ch' egli da sé ti scuota, /
di lui, ricordandoci in ogni nostra azione ch' egli è colui che scruta i cuori
che ne ha stampate il reina, ch' e'chiama un cervellino di fringuello, e
perfetto oratore marco tullio la considera dopo ch' egli l'arte de l'orare ebbe insegnata
., gli fu più volte concesso ch' egli orasse nel conspetto del papa e del
se non colui che ora e colui ch' è orato. bibbia volgar., i-297
a l'idolatre, / se non ch' elli uno, e voi ne orate cento
cogli uomini, che per lo travaglio, ch' egli ha sofferto, s'ha lasciato
caffè 'pascoli e giglio ', ch' era il caffè nostro, del ginnasio-liceo.
: quell'altro più in là, ch' orato ha l'elmo, / del re
, della radice di questo arbore, ch' era d'oro, uscì un altro
e di proprio proposito dirà e proverà ch' il tal sia o miserabile o
di colui che sono tali e tanti ch' è indegno della grazia. bartolomeo da s
se non colui che ora e colui ch' è orato, perocché testimone non aiuta,
buono cavaliere in battaglia, che avvenga ch' egli sia o punto o percosso dal
dell'oratoria sacra io non oserei affermare ch' ella ci abbia fornito di sufficienti istruzioni
di sufficienti istruzioni, non avendoci, ch' io sappia, gli antichi lasciato in
che non entri ogni tempo nel santuario ch' è infra la parete dinnanzi al propiziatorio
, acciò che non muoia, perciò ch' io apparirò in nuvola sopra l'oratorio
, quanto fece in vita, / per ch' io 'ndugiai al fine i buon sospiri
udienza, eccetto il venerdì, ch' è il dì solenne dell'orazione, la
g. morelli, 491: dette ch' i'ebbi le sopra iscritte orazioni,
, 4-112: son tanti i baci ch' io le dò [alla lettera] che
., 8-2-7: leggesi di cristo ch' egli molto della notte stava in orazione
, senza niuno indugio. non volere ch' io di tal compagno, quale io ti
borghesi, lxv-108: non sarà più ch' a duro laccio io caggia / e
di sua propizia stella / nave, ch' a forza in dubbio stato attiensi! s
battista, vi-2-65: il mar, ch' è di procelle orbe loquace, /
l'hai anche temperata, lasciando fuori ch' essi hanno usate le satire scritte ne'tronchi
satire scritte ne'tronchi, ecco quello ch' io pronunzio per parte di giove. [
io, 'che sia sì orbido / ch' io scriva cosa, onde non abbia copia
tenessi; ma se tu vuoi in verità ch' io ti risponda, dicoti che non
] montò in orgoglio, per ciò ch' e'si assicurò della signoria ch'egli ebbe
per ciò ch'e'si assicurò della signoria ch' egli ebbe sopra gli altri [angioli
-sostant. chiaro davanzati, 44-13: ch' aggia bella cera con usare; /
attribuito a cino, iii-6-7: non ch' io m'attenda, poscia de'sospiri,
, vii-454 (3-3): da ch' el ti piaze, amore, ch'eo
ch'el ti piaze, amore, ch' eo returni / ne l'usurpato ol
l'amoroso razo, / e non gradir ch' eo sempre traza guai. chiabrera,
: sì dolce mormorio distingue e tempra / ch' or- gogliosetto ardisce, / rotto fra
alighieri, e dir del mariscalco: / ch' e'par fiorin d'or, ed
sacra fama al mondo noto, / ch' orientai contra le mura ascende. g
orientale, perché si trova in media ch' è nell'oriente, e questa è melliore
orientale. papini, i-1212: roma, ch' era divenuta grande e potente con le
, ii-5-19: nel libro del levi (ch' io conoscevo già un poco) vi
si richiederebbe a un critico maggior cognizione ch' io non abbia. = deriv
chiamato cerchio del mezzo cielo, acciò ch' egli disegna lo mezzodì e lo mezzo
1-71: il dì seguente, allor ch' aperte sono / del lucido oriente al sol
: è dunque ver, dunque esser può ch' io parta j ed in un punto
l'alba, odi l'aura ^ / ch' è la squilla del cielo ond'ei ri
sempre ei fu con ella, / sin ch' invaghì la giovanetta mente / la tromba
morte sopra il cielo del cielo, ch' è l'empireo, se n'è asceso
alla felice destra dell'oriente sacro, ch' è suo padre. -appellativo del
un mirabil modo per rimedio di quei ch' anno sete, perché gli assassini di
non si è veduto ancora, ch' io sappia, originai documento se non
dicesse: 'e la gloria il lattò più ch' altro mai '; e s'allontanerebbe
possiam dire, di ciascuna parola, ch' è 'l difettuccio regnante nelle sue eccellenti e
si direbbe ora; v'ho detto ch' era umile, non già che fosse un
e l'altra supernale. / ma quei ch' a questa prima son rivolti / con
stiette, / ch' antichità denotano e splendore / originario!
: purché non gli si dica * / ch' originario io cittadin discenda / di questa
in animo di dare alla lingua poemi ch' ella non avesse, chiamando la gioventù all'
nascimento di venere: già è tempo ch' io sappi del suo innamoramento con marte
bene l'ozio fusse non quanto ciascuno conosce ch' egli è, pernizioso e nimico a'
g. gozzi, i-io-156: lfalimentarsi, ch' è per noi origine di vita e
di que sto fatto, ch' è l'origine dell'azione epica, è
fosti l'origine con le tue melate parole ch' egli divenisse montone? manzoni, pr
164): l'immagine di colui ch' era stato la prima origine di tutto lo
. 000... è una concessione ch' ebbe la prima origine nel pontificato di
[la casa ottomana] si tiene ch' abbia avuto origine da alcuni popoli che
uscì nell'anticamera, origliò alla porta ch' egli aveva lasciata socchiusa. pirandello,
carissimo, fossi tu almeno la donna ch' io bramo. fed. della valle,
pigli, lxxxviii-n-272: dimmi s'tu credi ch' io / guarisca della tossa o dell'
, 7-3-4: egli è quasi più là ch' ire in orinci. b. davanzali,
d'oringi che sì mi comandi / ch' io o tema gli dei o pur
che v'è orta, / 9ascun ch' ofende piu se tien presato / che
il mus maritimus, talpa de'duni, ch' è di color griio- bianchiccio, presso
alpa del capo, mus capensis, ch' è bruna con una macchia attorno all'
ed è per se medesimo così interessante ch' io non posso oltrepassarlo in silenzio.
indubitabilmente vicentino, ho però qualche sospetto ch' ei fosse oriondo del friuli, ove alcune
gli ot- tantasei anni e 'l paralitico ch' ella ha nel collo, onde gira
portare in sua stanza un oriuolo a pendolo ch' era nella stanza di lui. fucini
, 3-5-380: il miglior terreno / ch' io m'abbia al mondo è un oriuol
salviati, 20-62: pensa, ve', ch' ella starà costì a tener l'orivolo
una delle sue facce riceva i raggi ch' escono da quello: ma dove il primo
l'imbrunir de l'orizonte / disse ch' ivi alloggiar volea la sera. c.
in su la terra stare / sì, ch' amendue hanno un solo orizzòn / e
dell'importanza, della sanità della vita ch' è la più forte sorgente delle grandi
18 (311): a lucia, ch' era a sedere, orlando non so
. salvini, 16-164: il girone ch' estremo ricorrea / ed orlava lo scudo
mi curo vi sia grotte, / ch' io ritruovo ben gli orlicci. b.
nuovi pietosi merendoni * / veggendo pur ch' io masticar non posso, / chieggon gli
. saccenti, 1-2-229: sarà meglio ch' io pigli un orlic- cetto, /
ranieri, 1-142: il pane, ch' era del buono, credo l'avrai
, e barba di cipolla * / ch' aprir si possa il capo di medusa,
fiorentino, lxxxviii-11-255: se tutto l'oro ch' è sotto la luna / io possedessi
gl'ypocriti damnati / nella pena del mal ch' ei non aprirò. soderini, i-375
, purg., 11-128: quello spirito ch' attende, / pria che si penta
dal vostro pericolo, ma più conviene ch' io trema intimorito dal mio: mi riconosco
. chiesa, 1-83: lasciami, ch' hai tanto regno, una strisciuola ancora,
collatino, trovaro la donna sua, ch' avia nome lucrezia, sola, serrata in
. giusti, 43: da poi / ch' io son tenuto altrui render ragione /
de l'oprar mio, con- vien ch' io non mi parta / da forme onde
tu m'illustra lo ingegno e fa'ch' io stampi / su l'aonio sentiero
della fuga e per le cose ch' egli avevano lasciate per la fretta del
figur. petrarca, 73-58: poi ch' io li vidi in prima [gli occhi
dal sommo mostrator di mille forme, / ch' in so- gn'almen, dov'ella
forme. manzoni, ii-199: dille ch' io so, ch'ella sol cerca il
ii-199: dille ch'io so, ch' ella sol cerca il piede / metter su
: talor credete voi, amor, ch' i'dorma, / che. cco.
, 1-5: non vorrei... ch' altri temesse / ch'io avessi opinion
vorrei... ch'altri temesse / ch' io avessi opinion tanto deforme / che
eh'all'andatura / è lieve sì ch' ai suolo orma non lassa / tutt'
nulla. petrarca, 73-58: poi ch' io li vidi in prima, / senza
numero, per certa aria di libertà ch' e'dimostra nella schiavitù di porre il piede
per certa antica patina, dirò così, ch' egli, co'latinismi, sa dare
724: orma'intenda chi vói ciò ch' i'dico * / e 'mpari senno
stagion, perduto hai tarme / di ch' io tremava: ormai che puoi tu farme
colpe: / poi sono si frodato / ch' io mi fidai in quella falsa volpe
, da bambino / fino a quel nulla ch' era ormai. ungaretti, i-26
nemico e caricarlo in luoghi angusti prima ch' ei possa rivolgersi e riordinarsi. algarotti
giovio, i-331: vi so dire ch' el pastore e il evangelista bisogna che
, n-iv- 277: era quello ch' avea il giuppone d'ormosin leonato.
la parola dall''ormesino ', ch' è il drappo di seta con cui si
gravi bestialità e profanazioni d'un tipografo ch' è al disotto del proprio còmpito.
ha ammaestrati a mettere tanto in ornamenti ch' edifichiamo piuttosto per gli occhi di chi
(38): oltre a questo, ch' era l'ornamento particolare del giorno delle
nei capelli gli ornamenti della schiava regale ch' egli scelse fra le prede di guerra!
quale ornamento [della faccia] acciò ch' elli sia bello e le rustiche femmine
tutti i tropi e tutte le figure, ch' altro non sono che ragionevole deviamento dal
oro e di margherite, è segno ch' hanno perduto il vestimento della carità e
anni a pagar l'usura dei piaceri ch' io ricevo da voi, che sete l'
i doveri dell'arte sua, sì ch' egli sia riputato di ornamento e di vantaggio
pregia om per vesti- menta, / ch' altrui sono ornamenta,? ma pregia il
dir che questa immensa mole, / ch' altri chiama ornamento, altri universo,
, altri universo, / corpo è ch' ogni altro corpo in sé rauna.
un dì la vergine domitilla più curiosamente ch' ella non soleva, misesi un vestimento
io portava i be'pensier celati / ch' hanno la mente desiando morta, / vidivi
cinguettìi [gli uccelli] si dicono ch' è ora d'alzarsi, di incominciare
aretino, v-1-514: la corte non meritava ch' io mi chiamassi sua creatura. ben
di chiamar con nome barbaro tutto ciò ch' è rozo e malfatto. da ponte,
del molto diletto e del mediocre giudizio ch' io ho de la scultura, m'ha
nia alata... esulti: / ch' io pur de'fiori suoi colti in italia
non veston le tempie di coloro / ch' ornan d'apollo e di giesù l'
, lvi-185: intorno all'altra donna, ch' è più nantii / due altre sono
chi può contemplar l'alta bellezza / ch' orna il bel volto candido e vermiglio
, 168: le interne virtù, ch' ornano l'animo e che son proprie dell'
bascarini, lvi-351: sagrata pianta, ch' hai d'ornare il vanto / l'
. guarini, lxv-284: queste vesti ch' io / solo per tua salute ho qui
1-9: la tua nettezza debba essere ch' ella non sia odiata per troppa ornata.
la tua mente ad osservar puntualmente quello ch' abbiamo detto,... facilmente e
raro dono) / qualità da costei di ch' io ragiono? ruoti, 1-518:
/ da dio del dire ornato / ch' è 'n voi presente ornato. flaminio,
e quanto alla lingua, in quella ch' io parlo, o fiorentina o toscana ch'
ch'io parlo, o fiorentina o toscana ch' ella sia,... lasciando
il nome ornato: è da avvertire ch' e'diffinisce tutti gli altri, e
la qual cosa dal rubbertello è sciolta ch' e'la lasci perché il nome ornato non
ode; o vero è me'dire ch' e'non l'abbia qui diffinito per averlo
esso. certo è che 'l filosofo intende ch' e'si dia il nome ornato di
. n. franco, 3-102: averrà ch' ogni purgato stile / spiegando in carte
sono in ciò più simili a'pittori ch' agli ornati parlatori. cattaneo, i-1-251:
meglio / ogni sua ornatura, lodo ch' ella stia / presso di lui allora,
la sua ornatura, / ma non conviene ch' ella passimisura. boccaccio, iv-14:
settentrion soave spira / certo fiato gentil ch' ornithio ha nome. soderini, i-87
., 127-15: io comando che colui ch' è mia reda dia a cassandra cento
, che gli facesse grazia che ciò ch' ei toccasse diventasse oro, e ottenendola
tosto poi, vedendo che fin il cibo ch' ei toccava, diventando oro, non
e tanto il ri cavato ch' è assai sminuito il prezzo deltoro. d'
con fichi secchi e farina di fava ch' aveva più similitudine d'ottone e d'
d'oro e di margherite, è segno ch' hanno perduto il vestimento della carità e
ferlini, nella quale ei m'avvertiva ch' ella aveva accettato da lui procura per la
e mal savesse / guerir del mal ch' avesse / per l'or o non
., 7-64: tutto l'oro ch' è sotto la luna / e che già
arte professione, / come il bisticci, ch' a la quinta essen- zia / l'
: io so che in italia si credono ch' io cammini su toro. pratolini,
luce in che rideva il mio tesoro / ch' io trovai lì, si fé prima
/ viso adombrava un verde ramiceli© / ch' i capei d'or cingea. poliziano,
la causa di don diego, dicendo ch' era un affare d'oro quel matrimonio,
ferd. martini, i-79: tutto ciò ch' ella dice sui primi due numeri del
. a questo il b., ch' ell'erano oro rotto e che quanto al
, iv-105: dico che quel poco ch' io apprendo in un'ora non lo darei
buonarroti il giovane, 9-8: forse ch' io t'interroppi / il sonnellin che
, 8-840: una mattina per tempissimo, ch' egli se ne stava ancora a letto
la consuetudine di dir ad un uom ch' è mal fortunato e infelice che tien
spanda, / e quella stimerai men ch' una ghianda / però che non è oro
, che fanno il suo moto, sempre ch' elle son tocche e volte da uno
che passavano questi negocii, scaramurè, ch' avea l'ortaggio nel stomaco e nel cervello
che finora comprende una sola specie, ch' è un albero montano. =
conservare lo modo delli orpelli, argimpelli ch' è descritto e ordinato in della corte
grecismi tolti a nolo all'avversario, ch' è conrnacchia di campanile, io noi lodo
bronzino, 1-383: voi anche so ch' avete fitto il chiovo / di dire
. sergardi, 1-208: chi sarà ch' a tue sciocchezze attendi, / e
e si finge dono del potere ciò ch' è contributo della nazione. ferd.
quanto amor le fece orranza, / ch' io 'l vidi lamentare in forma vera
inf., 4-74: o tu ch' onori scienza e arte, / questi chi
/ non dubitar di morte; / ch' assai è più piagente / morire erratamente /
boccaccio, vi-24: cesare, poi ch' ebbe, per tradimento / dell'
, 63: d'antica loda il sito ch' è più degno / ne l'emispherio
più degno / ne l'emispherio, ch' apennin comparte, / da fuggir ozio
fino ed orrato / approva ben ciò bon ch' om di voi parla.
tuba 'n oregli / d'orrato ch' ognor in te pregio regna, / lo
, iv- 127: non sai ch' essendo io censore, una figliuola partorì
l'orrenda uria si contempli * / ch' a pugni, ad urti, a morsi
/ piangevan le meschine di maniera / ch' era cosa a vederle orrenda e rea
caso / duro et orrendo!), ch' io mal potessi / fiacca ritrarmi.
piaghe / cerchi [il coltivatore] ch' il tempo rio, la pioggia, il
alberto [tommaseo]: di quella cosa ch' èe antiqua e consueta nullo se ne
un poco, / ma non sì ch' io non discernessi in parte / eh'orrevol
, 1-517: ho quello stagno, ch' è bello, ed ho dell'altro,
grado. milizia, v-471: sia ch' e'[il temanza] si guardi
ne la terra sua orrevolmente, imperò ch' egli era ricco e di grande legnaggio.
come fuoco in la fornace inclusoj / ch' ondeggia e manda fuori orribil suono. guicciardini
peccatori, una delle grandi pene, ch' egli avranno, sì fia di vedere
orribile cosa e pieni di tanta sozzura ch' è una terribile cosa. dante, inf
mostrare aperto / gli orribili martiri / ch' io sostegno nel cuor, madonna mia
dir e a odir, che, incontenente ch' elo avese o vìse cosa chi li
parole comprende l'autore la smisurata orribilitade ch' elli vide. bellori, iii-97:
e non gli arresta / il terror ch' esce dalle tronche membra, / e dal
opaco. foscolo, xvii-453: ora bisogna ch' io confessi d ^ essere infermo,
mai che in queste torbide onde * / ch' io vo d'amor solcando, il
non giungono mai ad intendere il buono ch' ella dentro nasconde. c. gozzi,
se d'orridezza è difformato / sì ch' ogn'uom debba, come sozzo aborto /
medici... vennero nella risoluzione ch' ei non potrebbe campare più oltre se,
tremendo, / piaccia al pianeta mio ch' io saglia e smonte. tassoni, 9-5
orridissimo quivi era l'agguato, / ch' affliggea forte delle foche, allievi / di
, 3-31 [var.]: io ch' avea d'orror la testa cinta,
/ dissi: « maestro che è quel ch' i'odo? ». dominici,
. ariosto, 42-51: " non ch' altrimente il serpe lo [rinaldo] moleste
j che stride e geme e duolsi ch' egli è vivo. caro, 2-383:
perduto el tuo divin splendore, / sì ch' abitarti ornai ogn'uom se sdegna;
di leo, 207: veggo te ch' a molte scorta e duce / sei
infilascarpe, / il cornetto di latta arrugginito ch' era / sempre con noi. pareva
ammusare quelle facciacce orse e arruffate, ch' era un ribrezzo. 6.
vestian pelliccioni d'orso... ch' era un bel vederli, massime quando li
agnello * / tu rafforzi mia lena ch' era stanca. poliziano, orfeo, 131
131: non fuggir, ninfa, ch' io ti porto amore. / non son
cristallina e pura, / di'pur ch' io viva in festa ed allegria: /
s'è torbida e scura, / ch' ella mi va, come dicea la cia
del tutto ferma il corso, / di'ch' io sia ito a veder ballar l'
/... col battaglio, ch' era di morgante, / verrà quivi tra
in lor soccorso / a dar picchiate ch' hanno a pelar l'orso. note
al malmantile, 11-9: 'picchiate, ch' hanno a pelar l'orso ':
vuol vender la pelle dell'orso avanti ch' e'lo pigli. birago, 177:
sotto le stelle: / perch'innanzi ch' io abbia preso l'orso * / vo'
': ognuno si figura di godere quel ch' ei vorrebbe. fagiuoli, iii-122:
naturai rampollo / sgorgava l'acqua, ch' indi in picciol rio / era condotta
sabbatica. ariosto, 23-135: quel ch' un uccellator, che s'apparecchi /
un sugo molto attivo, che, aperta ch' è la cute di chi la tocca
permalosa urtica ed il pungente / spino ch' ivi rigermina e fiorisce. foscolo, sep
madre dice che faccia forte, si ch' ella di levi, credendo che faccia con
burchiello, 2-2: e'pedicelli, ch' ha nelle mani un frate, /
mi ponge più d'amor l'ortica / ch' assembr'a dolce ogni tormento amaro.
non punse sì la dolce ortica / ch' io non tornassi a quel disio proposto.
20): parlarne a monsignor, pregar ch' ei dica / la sua santa parola
virtù chi mi rompa la testa / sì ch' io noi punga con la mia ortica
era confusa /... / tanto ch' ai buio il povero avveduto / sarà
, e'non accade dirvelo, / ch' egli è ornai più conosciuto che / l'
per lo suo giardino, non voglio già ch' el mio orticello stia più sodo,
figlia] vadia a orticheggiare, sì ch' ella si lievi?... la
garzoni, 1-488: le tele poi ch' essi fanno o sono di lino o di
648): agnese gl'indicò un orto ch' era dietro alla casa; e soggiunse
e dolore /.. < / membrando ch' eri di ciascun delizia, / arca
all'oscuro: quello della religione, ch' egli ha affermato essere un orto concluso,
amor, nel tuo orto / per ch' eo coglesse quela prima rosa, / che
ha di brine / l'orto amoroso ch' irrigai co'pianti. pindemonte, ii-451:
con una frase che non variava mai e ch' era certo una reminiscenza dei discorsi materni
sol nell'orto. serdini, 1-116: ch' io di qua speri mai un giorno
cioè inverso l'orto del sole, ch' era in quello emisperio dov'è nel
meriggio affannoso, / l'espero, ch' è vicino, o quanto è nero!
ancor molto lontan da torto, / ch' el cominciò a far sentir la terra /
: indarno mi ti mostro, / già ch' io son ne l'occaso e tu
quale così le denominò dal loro frutto ch' è una casella dritta. è formato
ortodosso. graf, 5-986: non sai ch' io sono un poeta? / anzi
. carducci, iii-5-192: che importa ch' ei muti tecnologia e sistema d'ortografìa
, le raccomandò caldamente l'ortografia, ch' era una delle molte cose che aveva studiate
fossero scritte inavvertentemente ne'buoni autori, ch' egli taccia addirittura di errore e che,
ortolano che custodiva el giardino e comandoli ch' usasse ogne sua diligenzia cerca quella pianta
l'ortolana / e l'altre tutte ch' uficio hanno in casa. 5.
lavoro i terren vostri: / se volete ch' io vel mostri, / ecco che
pensava che ciascuno ne fosse innamorato e ch' ella altresì con tutti a l'amor
per lo suo giardino, non voglio già ch' el mio orticello stia più sodo.
. se ne conosce una sola specie ch' è l'orthonyx spinicaudus. =
versi che non tornano, col pretesto ch' è un'ode alcaica: ah, ah
: mi ha dato tutte le sue orure ch' io le porti a casa.
or via,... conviene ch' io ti lagni il mio colloquio con petracchi
/ lo sperar non fia vano. / ch' io vi dia l'orvietano? redi
, / udiesi disputare per la via / ch' era il ner bianco e che il
baruffaldi, 1-347: ben si vede ch' era antico assai, / se nel
. e di affermar gli piaccia / ch' a dritto vadan, quando van- n'
l'al- tr'è 'l poter, ch' ai far dovere sforza. -a
lui con tanta forza / che parea ch' egli conducesse a l'orza / l'arte
vile, l'orzata, dicono i savi ch' è la maggior cosa che in tutto
. soderini, ii-244: l'orzo da ch' egli ha fiorito in quaranta dì si
chi vuol, vada orzezzando, / ch' a voi ma'fia vietato il vento in
: macinate forte, schiavi, / ch' io vi darò per cena orzuola intrisa /
pende da l'altra per tale modo ch' io giudico che sia meglio cominciarsi a'
superar costante / questo passo crudel, ch' ora r affanna, / pende la
seguitarono di adoperarlo senza sospetto... ch' egli avesse a pendere dalla fazione del
per la buca d'un sasso, ch' elli ha roso, / col corso ch'
ch'elli ha roso, / col corso ch' elli avvolge, e poco pende.
d'alessandri, xcii-n-233: nel tirar ch' egli tacesse il colpo contro la vostra
ha mala voce. noi pendiamo a credere ch' ella sia una certa fiacchezza, indeterminatezza
la mia giusta causa, / assai più ch' altri. amari, 1-iii-568: bartolomeo
quella bruna: la bionda a pagliocco ch' era bruno, la bruna a barbi
la repubblica romana, potrebbe alcuno dire ch' ella pendeva nel senato, e nondimeno era
cheta; / e quel saggio parlar, ch' ai cor le scende, / de'
seno / (miracolo d'amor) ch' arde e sfavilla / e nettare distilla
. ariosto, 34-22: un castel ch' alte pendici fanno / fortissimo. chiabrera,
vai. goldoni, xiii-923: credo ch' ella si sovvenga spesso / di queste
, ii-43: lasciate il canto ornai, ch' espero arriva / con la stellata greggia
franco, 4-59: il volo immortai convien ch' io brami / e a la beata
, 5-57: inteso ho a dir ch' è un fior di tanta fama / che
pendio che ha l'uomo e lo incurvarsi ch' ei fa del continuo verso le basse
purché nell'arida terra o in quella ch' è posta a pendio ovvero a chino più
ha il pendìo 'n una maniera / ch' ei precipita a ruotoli all'ingiù.
, dicendo quello significare propriamente il dondolarsi ch' altri fa sopra un'asse o cuscino sospeso
chiuso porta il tonfo del fantoccio / ch' è abbattuto. 2. ant
corda al pendolo in quel punto / ch' ei del vibrarsi è al termine arrivato
ii-13 (56): come i romagnuoi ch' alia parola / de'zaffi, pur
quelle che non po- teano sostenermi, ch' io avea continuamente il capo pendolonè e
-cascante. baiatri, 71: finito ch' ha di far le sue questioni, /
l'ambra ad un filo in modo ch' ella stia pendola in aria o messa in
non sospiro più gli orti latini / ch' in aria architettò la prisca gente, /
/ o di pin negli stimii, ch' ad assai / fosse al ricevitor così
gonne / di genne a adornerem, ch' a noi guidonne. bellincioni, i-53:
). aretino, 14-50: tosto ch' ei fu sopra la riva asceso /
caron con penetrabil voce: / óimè, ch' io son visibilmente offeso. firenzuola,
voi mi persuadesti a divenir luterano (ch' iddio ci scampi di tal frenesia),
. dottori, 205: un dì ch' io spargea voti / la nel tempio di
foscolo, xii-626: le descrizioni locali ch' egli [casanova] ha dato di
xiii-132: ancora ingegno uman non fu ch' osasse / spiar del nilo i penetrali ascosi
raggio, quasi fiore / meraviglioso, ch' apre il penetrale / della terra assopita.
della memoria ritrovavo certe notti lunghe, ch' io mi svegliavo con grida e con pianti
: si cavò poi da'penetrali domestici ch' egli era nato di giulio de'medici cavalier
sappia che i sacerdoti d'egitto, ch' erano i liberi muratori dell'antichità, serbavano
è penetrante / per l'universo secondo ch' è degno, / sì che nulla le
superiore. brusoni, 9-584: curata ch' ebbe orestilla la piaga, volle rinovar
indarno emendi, / penetrante e via più ch' alato strale. b. fioretti,
via trovò di gente morta, / ch' ivi già penetrato era gherardo. b
lascian posare; vero è che, po'ch' è digerito, ha virtù di far
sentire che fosse tanto lontano penetrato ciò ch' ei teneva per segretissimo e aveva comunicato
grande ansietà di partire, tanto più ch' era a noi penetrata la notizia delle *
cuore, di che niun altro sapeva fuor ch' egli solo e il santo, che
ognun faccia come prima / da quello ch' io così scorgo al difuore. c.
gli occhi penetrando / con un disio ch' a tal donna gli tira, / da
animo di tiberici; non gli parendo ch' elle tendessero a buon fine. davila,
/ le soglie penetrar, soffrasi almeno / ch' ei mi vaglia a coprir dal ciel
e di già la nuova era venuta ch' egli aveva penetrate le trincee e che
1 -57: quasi per ogni buco ch' altri ha adosso, / entra lo spirto
2-146: la parte [delle travi] ch' entra nel muro sia penetrata di pece
ha riavute le radici de le speranze ch' io tengo ne le carità di sua
anche opinione portata da molti per vera ch' egli [il cardinale di lorena]
. goldoni, vii-577: la divisa ch' ei porta di mio nemico dovrebbe far
ei porta di mio nemico dovrebbe far ch' io l'odiassi; ma le adorabili sue
io ogni dì più, è naturale ch' io desideri penetrare i miei compatrioti.
di penetrarla di sorte con gli esempi ch' ella divien capace della ragione.
tommaseo, 11-156: io sono ciò ch' è..., né mortale ha
alfieri, xv-102: a ciel piacesse ch' io sola avessi il tuo cor penetrato
iv-2-347: fu quella la prima volta ch' io la guardai negli occhi con l'
. magalotti, 26-66: sento poi ch' ella abbia scritto di lui grandissimi vituperi
varadino tutte queste truppe, così artificiosamente ch' altri, la cagione non penetrando, non
cielo, / se per caso avvien ch' accetta sia. g. p. maffei
mio ed al giudizio di molti altri, ch' hanno il cervello più penetrativo ch'io
, ch'hanno il cervello più penetrativo ch' io non ho, non è deia
2-146: la parte [delle travi] ch' entra nel muro sia penetrata di pece
io ogni dì più, è naturale ch' io desideri penetrare i miei compatrioti.
se bene non apparisce di fuori né sassi ch' abbino avversità veruna, non manca però
non dico di non corrispondere alla passione ch' egli mi mostrava, ma di non entrare
fiocco o pennello nella pelle del mento ch' esse rialzano spingendo così in alto il
questa penisola e più il buon pesce ch' egli vi mangiò. ruscelli, 3-48
scemo, / se ciò non fosse, ch' a memoria m'ebbe / pier pettinaio
di lor penitenzia, infin a tanto ch' elle saranno chiare e nette così com'
com'elle furono al punto e all'ora ch' elle usciron del battesimo.
per la penitenza si pente del male ch' egli ha fatto. bibbia volgar.,
predicar la penitenzia, / bisogna prima ch' io nel gran deserto / col corpo mio
185: intorno all'altra donna ch' è più nanti, / due altre
preso. beccuti, i-235: io, ch' oggi un lustro su la riva d'
: signore, / a vendicarmi del guerrier ch' è morto / cura mi spinse di
glianza poss'io dir d'amore, / ch' aprende i suoi con amorosa lenza /
hanno da imporre la penitenza: volete ch' io vi domandi o ch'io vi comandi
: volete ch'io vi domandi o ch' io vi comandi? assarino, 4-233
irata, dunqu'è raro / senza ch' io pecchi darmi penitenza. lippomano,
teco vo- lentier ragiono, / per ch' io spero trovar qualche perdono, /
mai il fallo suo, se non ch' ella il confessò in penitenza al prete.
m'avete ben concia, / dicendomi ch' io sia d'un dottor moglie, /
la penitenza, / perch'ei vuol ch' e'la faccia col bastone. note
, dalle quali mi pare poter dedurre ch' egli pensa a stabilirvi quanche penitenziario o
dato a'franceschi per loro penitenziere e ch' egli assolvesse colpa e pena. 5
] molto spiai / de le lor penne ch' essa li furau. dante, lxxx-6
disconcio e senza affanno, / quasi ch' io fosse di penne, giù vegno.
ignudo nato: / e veduto ch' egli era una segrenna, / idest
più gloriosa- mente scrisse i suoi gesti ch' altri non fece con le fragili da
mi venne / de tesser su, ch' ad ogne passo poi / al volo mi
penne in guisa di colomba, / ch' i'mi riposi e levimi da terra?
: / 'nanzi che addivenisse quel ch' avvenne, / ad ogni capoverso farei un
carta il sacro corpo esangue, / sì ch' io scriva nel cor quel ch'ei
sì ch'io scriva nel cor quel ch' ei / sostenne. aretino, 14-9:
le cesoiuzze e 'l coltellin dolente, / ch' avemo scritte dolorosamente / quelle parole che
. tasso, 11-iii-800: l'uomo ch' abbia la scienza de le cose giuste e
alfieri, xiv-1-237: non è già ch' egli abbia smesso la penna, che
., 6-63: quel che fé poi ch' elli uscì di ravenna / e saltò
virtute alte e supreme, / ben ch' ogni penna seria stanca e scarsa. b
cavai co'denti e colle penne, / ch' era sfrenato. 31. ant
finalmente - darsi tutto a uello ch' era il suo lavoro, e a quello
. strinati, 123: andrea volle ch' io il traessi della malleveria e dessi
beltramelli, ii-685: al nome improvviso ch' egli non aveva pronunziato e che credeva
ogne vento, / e non crediate ch' ogne acqua vi lavi. -essere
lentini, 47: è raro / senza ch' io pecchi darmi penitenza, / e
/ in detto e 'n fatto ch' io non aggia vènto. -indurire
15-9: ad un gran duca è forza ch' io riguardi, / il qual
e di lontano accenna, / e priega ch' io noi lasci ne la penna
carducci, iii-io-172: ciò non toglie ch' e'sia dei più veri e naturali
non vo'che rimanga ne la penna / ch' erode ed erodiade là morirò. pulci
, 22-71: la sua morte più ch' uliva piansi, / e quel ch'io
ch'uliva piansi, / e quel ch' io fe, nella penna rimansi.
lontane sì le fortunate antenne, j ch' a pena seguirà con gli occhi il
calami o pennucciole, / n'è cagion ch' io son basso e voi celèbre.
costumato uomo, tra queste una, ch' è più notabile che alcuna dell'altre al
mastio idolatrato da la femmina è quello ch' è addobbato dalle insigne del momento:
sono detti i notai] dallo scriver ch' essi fanno con quella pennaruòla sempre a
lega insieme, / e cercan pur ch' el seme / de'pennati si spenga /
: poi fece il pennato, arma ch' ha il becco / aguzzo e curvo il
commedia] il bettinelli e può essere ch' ei si serva di questo mio originale,
opera è solamente incominciata e io vorrei ch' ella si finisse; all'ora piglierò non
. da ponte, 296: quello ch' ora m'accingo a raccontare sarà l'
quadro. imbriani, 7-154: bisogna ch' io ridipinga o riscolpisca con la mente
pennelleggiato o l'intarsiato dall'artefice; ch' io ponderi ogni tocco, ogni raspata.
bruni, 71: quel vago adon, ch' effigiato avante / t'ha pennel lusinghier
alto disegno / l'usato stil: ch' esser non può sia sparta / sovra
pingerò, come vi fu detto, ch' io non ho pennello sì delicato. ghislanzoni
t'addomando, amore: / fa'ch' io non péra sotto 'l tuo pennello,
l'onoro, è ben ragione, / ch' è proprio uno omaccin fatto a pennello
fatto saggio di sé che fece conoscere ch' egli voleva, fra coloro che toccavano i
, 23-54: messer gian depa, ch' avia in suo pennello / l'agulin d'
ti prego, per virtù di quella / ch' è de la mente tua pennello e
la spagna, 34-39: un re ch' aveva nome balsimello, / che della barberia
el collaretto, / non si sciorina, ch' agli occhi ha 'l pennello, /
vago com'erudito, pennigero, tanto più ch' egli ha l'onore d'esser a
lxvii-75: do, chiama nello / ch' arrechi il pennoncello / del popolo ch'
ch'arrechi il pennoncello / del popolo ch' egli hane. la rotta di roncisvalle,
rosso. fiore, 17-3: venusso, ch' è soccorso degli amanti, / venn'
/ e subito gli fer comandamento / ch' ai terzo dì, spiegato suo pennone
gelli, 17-21: sappi, giusto, ch' egli avvien propio de gli uomini come
nella ines... la ragazza bionna ch' ella pensava le avesse fregato il pennuto
ne'mortali, / per la cagion ch' a voi è manifesta, / diversamente son
suon de'miei gravi sospiri, / ch' acquistan fede a la penosa vita. bandello
: di croce penosa / sotto il legno ch' ei folce / distilla il redentore in
redentore in gocce rubre / un amaro ch' è dolce. -che è espiazione
mie, di toccarti mi sazia / prima ch' i'muoia, cotanto penosa! s
mente e tutta pensagióne / per quella ch' amoroso mi fa gire. bondie dietaiuti
dà baldanza, / lo meo core ch' è stato 'n sua magione. c.
/ donqua, s'amore non vole ch' eo taza, / non vi dispiaza /
'ntorno intorno / d'un forte fiume ch' è molto repente; / però il tuo
la casa sia migliore; e poi ch' elli àe tutto questo trovato per lo
-fa salire amore / come lo fiato ch' accende lo foco. bartolomeo da s
più lungo pensamento, affermando per verità ch' egli avea pensato più in quel negozio
.. una spezie scrive seneca trovarsene ch' entra e torna fuori per l'istesso
tornare, quando sia quella ora / ch' io raquisti lo tempo c'ho perduto
che mi stringe e lo talento, / ch' io no. l vi mostri alquanto
1-794: frema in alto monta, / ch' umido e fredo pont'à, /
che folle natura -elio m'aprese! / ch' io non saccio altro fare, /
come sete: / tanto adorna parete / ch' eo non saccio contare: / e
danno e con beffa / sì fatta, ch' assai credo che lor nói. idem
, dissi, « e fammi prova / ch' i'possa in te refletter quel ch'
ch'i'possa in te refletter quel ch' io penso! ». bibbia volgar.
e che sia singolarità di perspicacia quel ch' è singolarità di audacia. alfieri,
, ili-canzone, 72: questa è colei ch' umilia ogni perverso: / costei pensò
poi sia difficile, anzi impossibile, ch' egli mai voglia far cotai cose,
sentito, pensalo e provedi): / ch' esser non pò amor sanza piacere.
madre faccia onore e pensa la fatica ch' ella hane durata in te. sacchetti
uomo ebbi in despetto tanto avante, / ch' io ne mori'. idem, par
xxxv-11-763: talor credete voi, amor, ch' i'dorma, / che. cco
umor suo è sì pacifico, / ch' ei stava pure aspettando che gli altri /
/ traviamenti dello spirto umano, / ch' ora in pensarvi sembrano improbabili, / nel
fu, pensando l'alto effetto / ch' uscir dovea di lui. zanohi da strafa
che si vede coll'occhio; ma colui ch' è savio pensa che de la cosa
pensate, donna, onde si mova / ch' io vi rassembri sì figura nova /
, non vo'farne nulla. 'bisogna ch' io ci pensi '. carducci, ii-19-
15-3: gentil mia donna, poi ch' io 'namorai / del vostro adorno viso
... / credo quel ch' ora vedi non pensasti. guicciardini, 2-1-
davanzati, xxvii-51: nanti vorei morir ch' io pur pensasse / di star d'amor
27-123: forse / tu non pensavi ch' io loico fossi! m. villani,
cominciai ad avvedermi che troppo più felice ch' io non avrei potuto pensarmi era stata
inf., 22-108: odi malizia / ch' elli ha pensata per gittarsi giuso!
molt'ò troppa noia, / per ciò ch' io so che 'n gioia / non
, messere, se m'amate, / ch' i'amo voi a tutta mia possanza
, che vi pensate? 'sottinteso ch' io sia cieco, ch'io sia
? 'sottinteso ch'io sia cieco, ch' io sia ubbriaco, pazzo o simili
., 33-59: ei, pensando ch' io 'l fessi per voglia / di manicar
. buonarroti, 1-i-8: non pensare ch' io venghi [a roma] per darti
chiabrera, 1-ii-403: è da pensarsi / ch' ei fosse muto, rimirando avere /
l'alta valle feda / tremò sì ch' i'pensai che l'universo / sentisse amor
occhi suoi ardeva un riso / tal ch' io pensai co'miei toccar lo fondo /
aunire / che me mostrati de zò ch' e'solea, / quando ve squarcio,
/ veder pensaro il viso di colei / ch' avanza tutte l'altre meraviglie. bianco
quella del dimon terribile, / pensomi ch' io morrei della paura. cellini, 1-29
, 201: non son nato a quel ch' io penzo fare / se madonna non
, rettor., 137-15: perciò ch' ella fece così disperato maleficio et avea
/ eh'a la sua bocca, ch' or per voi risponde. boccaccio, dee
mazzini, 57-87: an ch' io avrei desiderato che la mia lettera ai
miri fisuzzo. fiore, 204-12: disson ch' i'avea troppo fallato, / po'
7-142: anche gina l'aveva capita ch' ero fatto a modo mio, e lasciava
mi fa pensare, / e spaventami sì ch' io temo forte / del viso d'
, / torno sempre a pensar ciò ch' io pensai. buonarroti il giovane,
. chiaro davanzati, xxxviii-14: tanto ch' om la vede / non poria mal
iddio ritornò quello in bene, acciò ch' egli esaltasse me. -pensare male
cantine e le tasche del sor matteo ch' era roba loro. -pensare con l'
199: non vogliam dire con questo ch' egli avrebbe dovuto... attenersi a
/ tant'è lo meo pensare / ch' io gioi non posso avire. dante,
. giamboni, 8-ii-156: conviene ch' egli si guardi di tre vizi che
di- scendea, membiando la pensata / ch' io avea fatta di gire a tal
pensata. caro, i-217: -sai quello ch' io penso ora? che noi facciamo
cose ne'loro princìpi, a voler ch' elle sortiscano desiderato fine. porzio, 3-235
l'effetto suo in figura, / per ch' io non creda che qual fu el
lasciò in libertà una cicogna, ch' egli con questa sua pensata malizia aveva
arte. / ma non stimar perciò ch' ella i pensati / ordini sdegni, a
a'aquino, 116: mi china, ch' eo so amata, / e già
lo 'ntelletto. la volontà costrigne la memoria ch' ella profferi la materia; la memoria
nievo, 1-275: « oh così buono ch' io me l'era gurato! »
francesco da barberino, ii-157: prego ch' attenda / lo tuo penserò a l'usanza
2: le dolci rime d'amor, ch' i'solia / cercar ne'miei pensieri
/ cercar ne'miei pensieri, / convien ch' io lasci. idem, ini.
penser in parte ov'era / quella ch' io cerco, e non ritrovo in
: non io, non già, ch' io speri, / al pensier ti ricorro
è a dire che nel divino pensiero, ch' è esso intelletto, essa era quando
, amor, gentil penzero, / per ch' io donare a me morte non voglio
e hanno in lor sì gran varietate / ch' altro mi fa voler sua potestate,
in monte / mi guida amor, ch' ogni segnato calle / provo contrario a la
senno! petrarca, 9-12: costei ch' è tra le donne un sole / in
volte vo ne la riviera / ed anzi ch' io vi vada son tornato / per
de la gente mal parliera, / ch' io non vi vo e si vi son
nente / e a la gran potenza / ch' avea e la licenza, / uscio
/ uscio de. rreo pensiero / ch' io avea primero, / e fe'proponimento
di fuor sì che si scopra, / ch' io non fo de la morte.
nero, / ed ha vertute in ciò ch' uom domandasse; / e chi la
noto parimente è l'alto e maraviglioso pensiero ch' egli [torricelli] formò di essa
a quelle parole non fussi tuo pensiero ch' i'venissi a stare con voi. pulci
stran pensiere. poliziano, 1-606: so ch' ogni santo aspetta la sua festa,
santo aspetta la sua festa, / e ch' ogni cosa il tempo mutar suole:
. ariosto, 11-36: come quel ch' avea il pensier ben fermo / di quanto
pensiero e voglia / l'empio signor ch' onoro ed amo tanto, / senza curar
i suoi pensieri, conoscendo assai bene ch' ogni cosa per lui era spedita e
, i-152: quando 'l pensier mi ven ch' i'voglia dire / a gentil core
me di sì poca salute, / ch' i'non ardisco di star nel penserò.
è più del primo commendabile per il pensiero ch' è nuovo e pellegrino, onde fa
punto, e tutte tue potenze; / ch' io arò sempre in tutti i miei
e l'onore / e non se'quella ch' eri. boccaccio, dee.,
questo mattino mi venne in visione / ch' io guadagnavo si nobil destriere. /
città ritorna / e colla isposa fa'ciò ch' è mestieri. pescatore, 47:
, 47: non ti dar pensiero / ch' i vo provar anch'io se la
pane in ventre: / per zò besongnia ch' en- tre in gran pinsieri. tortora
construtto, / cercando va più dentro ch' alia gonna / suoi vizi antiqui, e
te ne leva dal core, / ch' io sofferei innanzi d'esser morto / che
439: lo suo bel visagio, / ch' è d'ogne bieltà sagio, -mi
con un cervel leggiero: / questo più ch' altro mi mette in pensiero.
su- spettano / del tardar mio, ch' io vo'che 'l gregge pasca;
s'aveva già messo in pensiero ciò ch' ella era per fare. -neppure
, i-633: si fosse 'n mia vertute ch' io potisse / distringer lo mio cor
potisse / distringer lo mio cor, ch' è su'signore, / non ò penser
2-202: tu intanto, artabano, infin ch' io adempia / le parti di legato
ansia. caccia, xxxv-1-357: sembianza ch' a lo cor mi ripresenta, /
la madre l'aspettava; e vedendo ch' era passata l'ora che doveva tornare,
, i-235: uscio del reo penserò / ch' io avea in primero, / e
chiaro davanzati, xxxiv-46: di quel ch' avenire / possa, profeteria / non fate
dell'asino; mirò pensieroso all'apparecchio ch' egli avea fatto e sospirò. saba,
resto si confondeva col buio in modo ch' io potevo credere di aver dinanzi a
nuova e tutta sua di costruzione, ch' era, di sotto, pensilina d'onore
, dopo un certo spazio di tempo ch' egli ha prestata l'opera sua, per
arcivescovado di matera mia patria: massimamente ch' ai presente v'è luogo opportuno, essendo
sardo, o lo stesso governo finse ch' io tramavo rivoluzioni in quell'isola ove
queste 42 doi navi francese mi consigliano ch' io mi metta il cervello in riposo di
cesarotti, 1-xxxviii-203: sono otto giorni ch' io manco di rispondervi, ma spero che
spero che vorrete perdonarmi senza nemmeno esigere ch' io vi paghi la pensione d'una
cino, iii-68-8: rimagno, / più ch' i'non soglio, doglioso e pensivo
/ d'udir nòve di me, poscia ch' i'corsi / su questa antica montagna
posatamente l'egregio suo scritto, cosa ch' è la prima ch'io facessi dopo
suo scritto, cosa ch'è la prima ch' io facessi dopo aver compito il mio
un'amorosa pensosità per l'anima taciturna ch' era trascorsa. = deriv
giacomino pugliese, 187: non ch' io fallasse lo suo fino amore, /
tasso, 6-81: vennevi un giorno ch' ella in altra parte / si ritrovava
smarruto che pensoso vai, / or ch' ài tu che tu se'così dolente /
te stata pensosa / in questo tempo ch' io non t'ho veduta! cariteo,
mesta / la notte; e pria ch' in ciel sia l'alba accesa, /
uanto che cinquanta dì da po'ch' elli [gli ebrei] uscirò
febbre, / dal giorno in qua, ch' el primo fanciul nacque, / quant'
mi piacque / la scurità di quel ch' è amar'co'lebbre. antonio da
conduce con sì gran fracasso / né voi ch' i'me retorni a pentisóne.
peccato o dal timore delle pene ch' esso comporta, e formale o virtuale,
, i-1-158: fa'co l'opera tua ch' egli vegga... qual vita
senza un pentimento / (o non sa ch' altri spia?) / giace fanciulla
pentimento e di dolor compunta, / ch' abbia in lei, più eh'amor,
il pentimento inutile lo agitò così forte ch' egli fu sul punto di dare sfogo
mai lo lor volere: / da poi ch' è morto, che vai om pentere
per la penitenza si pente del male ch' egli ha fatto. petrarca, 131-8
momento! -no, no, ch' io non mi pento: / vanne lontan
: quella che solamente d'un vedere / ch' om di lei aggia, sì lo
mio volere -in zo condanneria, / ch' avesse tuttavia / onta infino che fosse
vedi guido bonatti; vedi asdente, / ch' avere inteso al cuoio e a lo
smorzava ciò lo zelo di giacomo, ch' era cominciato a pentirsi. d'annunzio,
io non me ne pentarò mai, ch' io non voglio andare a casa del diavolo
cor m'intalenta, / madonna, ch' io non penta, / ai voi s'
che dovevano passare che poch'ore prima ch' avessi a pentirmi d'aver ributtato salomone
ogni tempo, allora sì pentìo il signore ch' egli avea fatto l'uomo nella terra
che dio non si penta di quel ch' egli ha fatto, lo mostra l'ordine
. ariosto, 6-5: ariodante, poi ch' in mar fu messo, / si
o fatto ho cosa vana, / dicovi ch' i'ne son forte pentuta. g
contro di loro [le donne] quello ch' io non vorrei aver detto per tutto
che la nuora, il seguente dì ch' è suta menata, domanda la pentola
sempre in ogni parte: à convien ch' a molte cose abbi avvertenzia, / e
per andare a colpirla, dirà qualcuno ch' ei non è perfettamente bendato, ed
era cittola che m'andasse a pelo ch' io non le attaccassi l'oncino o per
la veste da camera mi pare / ch' ogni prerogativa in sé riceva /.
del grano, fece iscrivere tutto quello ch' era in pescia. ariosto, 1-iv-102:
ci è penuria d'essempi per autenticare ch' alle altezze delle dignità sono congiunte le precipitose
. assarino, 2-i-419: la penuria ch' egli cominciava a patire gli cagionava non
cuore un tale ribrezzo di quei paesi, ch' io noi potrò mai più superare.
o meno giusta per questo possiamo supporre ch' egli avesse, ma il mondo ignora
grazie di mio marito ed a far ch' io penuriassi ne'miei tesori.
boccalini, i-165: chiaramente si scorgeva ch' eglino nell'abbondanza dei beni del corpo
si confonde e si contraddice mi fa credere ch' ei sia molto penurioso e scarso
quella vita affaticata, penuriosa, penosa ch' egli menava prima che la desse in
i-287: la professione era dell'avvocatura, ch' egli doveva imparare fornito di una laurea
vostra patente preziosa, / che fa noto ch' io sono al vostro ruolo, /
i-321: tenendo egli penzoloni la gamba ch' era ferita. l. salviati, 19-
, lxi-3: gite, caprette mie, ch' io, da qui innanzi / standomi
, mon antonia, / questa barba ch' io porto di peonia, / ché questa
, in su e in giù, / ch' è un de'belli spassi in verità.
a un tempo stesso / scuote la peparòla ch' avea appresso. cantini, 1-27-12:
lauro, 2-ni: ma il terrestre, ch' è sorbito e nuota nell'umido,
... è pianta grande tanto ch' io n'ho veduta alcuna in questa
veste da camera mi pare / ch' ogni prerogativa in sé riceva, / e
ogni prerogativa in sé riceva, / e ch' ella sola sia più da stimare /
bue. ne venne un brodo: ch' ebbe succhi e pepsine dalla culatta del bue
... così dicesi pure ciò ch' è digeribile. panzini, iv-504:
, 15-39: vien per l'arabia ch' è detta felice, / ricca di mirra
, 8-3: n sol si vede ch' ogni luminare / dispare -per lo gran
, 9-6: attento si fermò com'uom ch' ascolta, / ché l'occhio noi
gittata per molte fatiche, volle ch' io mi fermasse in questa terra.
ariosto, 21-71: ne la concordia ch' io vi dico, / tenean lor via
verso lui con tal vergogna, / ch' ancor per la memoria mi si gira.
error del mondo scòrto, / e ch' io son pel cammin ch'arriva al porto
/ e ch'io son pel cammin ch' arriva al porto. della casa,
questi fuoro diritti cavalieri e forti, ch' entraro per le spade e per li coltelli
di braccia, come il giorno / ch' apollo la seguia qua giù per terra.
. mazzini, 47-244: pel 28 bisogna ch' io faccia qualche cosa per una
9: sacciatelo per singa / zo ch' eo vi dire'a linga / quando
/ per li scuri pensieri, / ch' è loro aviso ch'entro al mio
scuri pensieri, / ch'è loro aviso ch' entro al mio cor porte. cielo
, inf., 13-27: cred'io ch' ei credette ch'io credesse / che
, 13-27: cred'io ch'ei credette ch' io credesse / che tante voci uscisser
non avea mente a riguardarsi / sì ch' ella il prese e lo legò ben forte
l'altro. batacchi, 2-60: ecco ch' ei sposa vaga donna avvezza / ad
far per lor si puote / da quei ch' hanno al voler buona radice? cavalca
inf., 17-131: come 'l falcon ch' è stato assai su tali /.
nera e stomacosa, / più ciarliera ch' una putta, / per ristoro ell'è
: perché v. s. conosca ch' io parlo per verità, non per lusinga
mai avuto per ombra un minimo sentore ch' e'vi sia stato al mondo chi l'
, cent., 77-71: gli oppose ch' egli usava tradigione, / ed impiccar
mossa, e disse: 'donne ch' avete intelletto d'amore '. idem,
: io per me lo nego, ch' è fallace j e per me perde sua
fazio, i-6-57: quella parte tenne / ch' è grande per le due, e
/ tutto ciò vuol ragione, / ch' apresso oltraggio nasce lo disire. fra
cavalca, 20-573: per l'amore ch' egli avea alla povertà, sì mangiava più
, sì mangiava più volentieri delle limosine ch' egli accattava per gli usci che dell'
punire li malifacture in persone et in avere ch' illi no se tirrano per savi,
per fino amor gradisco, / pensando ch' è in voi gran conoscenza. rainerio da
spia o per uno di quei birbanti ch' abusandosi dell'altrui pietà, viver vogliono
, 22- 103: per un ch' io son, ne farò venir sette.
sentirà, io temo che non pensi ch' io l'abbia voluto schernire e mandi
l'hai anche temperata, lasciando fuori ch' essi hanno usate le satire scritte ne'tronchi
le satire scritte ne'tronchi ecco quello ch' io pronunzio per parte di giove. mazzini
lentini, 28: nulla donna vio / ch' agia tanta adorneze / che, per
/ me'foria per un cento / ch' io fosse come 'mpria ch'era gioioso.
cento / ch'io fosse come 'mpria ch' era gioioso. g. villani, 11-50
asia fu e quella parte tenne / ch' è grande per le due e ricca d'
un uom saggio per tre, / vedrete ch' io non entro in cert'impicci.
vui, / piacente criatura, / ch' eo sia per voi intiso. mostacci,
: di questo son per voi adottrinato / ch' eo canto e faccio ad altrui gioi
; / l'ombra sua torna, ch' era dipartita ». idem, inf.
. cecco d'ascoli, 711: ciò ch' è sotto il ciel creato / dipende
avvien camparme, bella, / sol ch' io abbia per te buona novella. crescenzi
bisticci, 3-67: le prime parole ch' egli usò furono queste: io vengo
mia leanza / che non è cosa per ch' eo / lasciasse la tu'amistanza »
tu non conoscesti, / a ciò ch' io fugga questo male e peggio, /
: s'a voi piace / cosa ch' io possa, spiriti ben nati, /
giove, / per lo suo nonzio, ch' abbandoni questi / paesi e verso italia
amor di dio e per quella amicizia ch' è tra noi, che facciate per modo
tra noi, che facciate per modo ch' io non abbi più a pensare d'essere
ha giurato oggi per l'orribile eterna palude ch' egli sturerà gli orecchi di questi tuoi
per dio! -lettori, attenti, / ch' ora vi viene in bocca l'acquolina
/ provan com'io son pur quel ch' i mi soglio, / né per mille
la cera, cioè arrendevole al suggello e ch' ella ritenga, vuol essere molta,
stesso non ve- gno: / colui ch' attende là per qui mi mena / forse
: oi lasso lo meo core! / ch' è 'n tanta pena miso, /
o pensier vani! / or conosco ch' io son nata per doglie / soffrir,
forse userà le solite arti / per far ch' o torni indietro o 'l corso audace
desio con tumore dell'imaginazione per fino ch' ella mi giunga. g. gozzi
chiaro davanzali, xxii-79: che crediate ch' ancora / lo core mio, sì
di ben savesse, / per allegrar ch' avesse / mio cor, che gioia
non lascian passar cosa, per minima ch' ella sia, che possa loro esser carico
aquilano, xxx-io-15: sarò per fin ch' il ciel mi serba in terra / contenta
cosa che mi faccia scontenta per fin ch' io viva. 31. introduce
tanto ben che m'è concesso / e ch' a doler poi m'abbia di me
/ sì mal accorta tagliando manera / ch' ai mondar d'una pera / passa
mature. borgese, 1-119: sentendo ch' essa si agitava cercò di trattarla con
2-41: gli diede sì spietata botta / ch' egli andò giù come una pera cotta
: -pur tosto all'aste! / ch' aspettian noi più qui? le pere guaste
mi'poco i'me conduco, / ch' è viver di speranza c'ho d'avere
tempo avess'io de le pere / ch' e miei no me terranno così bruco
un ve spaio, / ch' era raccolto lì per cavar pera / a
la pera è matura, e'bisogna ch' ella caschi '. fagiuoli, 1-5-132:
m'ànno pera- bandonato / mestier'è ch' io nvarenda / a quella ch'à
mestier'è ch'io nvarenda / a quella ch' à splendienti / lo suo viso rosato
ho atato quanto ho potuto, sì ch' io non so ch'io mi ti possa
ho potuto, sì ch'io non so ch' io mi ti possa iù atare.
la madre pareva si fossero peranche accorti ch' ella era cresciuta, ch'era ormai donna
peranche accorti ch'ella era cresciuta, ch' era ormai donna. 2.
, 549: chi meglio di voi sa ch' io son di natura peraventura più libera
io son di natura peraventura più libera ch' a la malizia di questo corrotto secolo
mazzini, 20-288: perbacco! bisogna pur ch' io dica che la memoria mi tradisce
mal soffrire / corno l'astore / ch' è 'n perca miso / e mal
non è più lo stesso fenomeno e ch' egli non percepisce più con la stessa
, / in gioi ritorni -la pena ch' i'ò percetta. cavalca, 6-1-61:
cavalca, 6-1-206: faccimi e comandi ch' io sia, mentre che questo corpo
ha il suo tesoriere o percettore, ch' è un officio vendibile. filangieri
, / e non mi dona quel ch' aggio servuto? ». dante, inf
perché non sali il dilettoso monte / ch' è principio e cagion di tutta gioia?
capitan de la petronia gente, / ch' era un omaccio assai polputo e grosso,
la ripa del torrente / ai suoi, ch' eran fermati, a più non posso
modo veder i'non posso / per ch' a becchina sia il cuore rimosso. dante
., 3-25: non ti maravigliar per ch' io sorrida. cavalca, i-ii:
/ immensa, perché il tempo -mentre ch' io parlo! -va, / totò
, ma più avante, / per ch' io li possa a tuttora piacire. anonimo
anonimo, i-655: sparvero mio, ch' io t'avea nodrito, / sonaglio d'
io m'adiri, / non sbigottir, ch' io vincerò la prova. idem,
opre / escon di me sì fatte allor ch' i'spero / farmi immortai, perché
ferme stelle / portan ad or ad or ch' io ne fa velle.
sì col dolce dir m'adeschi, / ch' i'non posso tacere, e voi
eravam da la selva rimossi / tanto ch' i'non avrei visto dov'era / perch'
umilmente / vadane a l'avenente / ch' è sì dispietosa. piovene, 7-520:
del mio sonno a paro, / ch' è immenso oblio d'ogni fatai perché!
l. strozzi, 1-258: -e ch' io inganni anche il frate? -e che
voi ancora all'ordine? al tempo ch' io v'ho dato, egli avrebbe a
fatto. state a vedere... ch' io ha ora a venir fuori il
orsi con un percheóne sì stempiato, ch' egli ha a far paura alle colonne d'
1-ii-24: io mi dispero, / poi ch' altro nom brano: / e'tutor
tu ancora / di quel che credi ch' a me satisfaccia; / ch'i'non
che credi ch'a me satisfaccia; / ch' i'non potrei, tanta pietà m'
: ogni dì devenia pe90, per9ò ch' elo vorea avei'fama e loso de santi-
del quale, per- cioché si vedeva ch' egli era carico di passaggeri, corsero
et avvivano tutti gli animali, però ch' egli è sentivo e percipe tutte le
. chiaro davanzali, lx-19: so ch' assai è più vostro fallire / che la
/ però n'ho percepenza, / visando ch' ogne reo v'este in disire.
, / tanto fora il gioire / ch' ei prenderia di mia benvoglienza: / a
/ lo vostro amor tutor m'apela / ch' eo ve salù de la novela /
mostra / a dritta mostra, -secondo ch' i'odo. chiaro davanzati, 73-6
stoltissima ostinazione il non seguire il consiglio ch' ei porge, di sciogliersi oggi per
vostra man da quell'aspre percosse / ch' ai mio feminil petto ignudo impresse.
ove son faspre e le dure percosse / ch' in fatti d'arme aviti date e
tanto dura in essere una cosa doppo ch' ella è prodotta, fin quanto può
i-310: il suggetto che manca e ch' io desidero è il contrasto tra minerva
fa maneggiabile e per le percosse, mentre ch' egli è infocato, divien trattabile in
, vi puote aver vita, / però ch' a le percosse non seconda. arrighetto
, e fu sì grande la percossa ch' io tramortii. andrea da barberino, iii-177
da barberino, iii-177: fu creduto ch' ella era da sé caduta e morta per
a la romana / tua santa chiesa ch' el demonio atterra, / rompendo i nervi
sangue ben sparso e nobil ossa, / ch' allor non fui de la mia vita
gran timor l'ho presa, / ch' ogne persona de percossa offesa / per
gli fu al cor sì gran percossa / ch' egli ammalò. frottole d'incerta attribuzione
a te in effetto la percossa / ch' io fé a filena al sommo della vesta
tebaldeo, cap., 10-53: ben ch' io fusse al cader vetro e non
guerrazzi, 1-841: il adolini, ch' era dei soldati del gorini, ci narra
e di gioie che, percossi da'lumi ch' erano là dentro nascosti, abbagliavano col
, purg., 32-11: la disposizion ch' a veder èe / ne li occhi
e compra un bel popone; / bada ch' e'non sia macolo o percosso.
che la cosa era scorsa in luogo ch' ella non si poteva raffrenare con la
iii-4-242: qui percossi e dispogliati an- ch' essi / e percussori e spogliatori un giorno
concubine. beicari, lxxxviii-1-240: prima ch' averà sì gran fragello, / che
parole di eurialo tutti li troiani, ch' erano lì in consiglio, percossi di pietà
nel mezzo di te, e saprete ch' io sono lo signore percotente.
quando alcuna cosa vi s'accostasse o ch' elle ricevessero alcuno percotimento. daniello,
, 2-1-170: con una sferza in man ch' ogni un per- quote. p
, 7-28: qui vid'i'gente più ch' altrove troppa, / e cruna parte
andare contro aiolfo, percosse nel famiglio ch' era morto. ariosto, 2-53:
dui di te ciascun divoto, / ch' ogi di lor con la sonora tromba,
in un ritondo vaso, / secondo ch' è percosso fuori o dentro. idem,
instrumento depende dall'uso et az- zione ch' egli ha da fare, come, per
a che egli ha da servire, ch' è il percuotere, e per questo ha
sorridente di raccapriccio, sugli specchi lucidissimi ch' egli percuote, ma non tocca.
o 10 sospenda o posi / fior ch' a gara li dàn baci amorosi.
il castello di monte di croce, ch' era de'conti guidi, e standovi
il vagito ivi celaro, / allor ch' intorno ad un fanciullo armati / menàr
purg., 28-107: in questa altezza ch' è tutta disciolta / ne l'aere
che la galea perquotela, / po'ch' ebbe tutte sue difese
parti più basse, si vede nondimeno ch' egli, per ubidire a questo gran re
-assol. piccolomini, 10-128: pare ch' in un certo modo accascili nella vista
cosa in qualche parte somigliante a quello ch' accasca della luce del sole, la quale
dispietati artigli, / prendendo l'un ch' avea nome learco, / e rotollo e
che venendo un fanciullo di otto anni, ch' avea nome bartolomeo, recando uno presente
. petrarca, 73-28: mostrimi almen ch' io dica / amor in guisa che
mi percosse un duolo, / per ch' io avante l'occhio intento sbarro. idem
che già m'avea trafitto / prima ch' io fuor di puerizia fosse. v.
rimasi netto, / e finalmente quel ch' avea percosso / tornò qual fu preterito
quanto questo el vin percuote, / ch' a pena può più dir una parola.
già ad oscurarsi, molto innanzi ch' io mi partissi, per le pubbliche e
la sentenza è del 1269 e gl'individui ch' ella percuoteva erano morti fin dal 1241
si percosse niente tanto, quanto la compagnia ch' egli ebbe con niccodeme re di bettimia
padre andrea, è quella opposizione appunto ch' io m'accingeva d'esaminare in ultimo
del viver mio le porte / pria ch' ella giri e invidia mi percuota. nannini
posto un freno / subitamente, sì ch' io caddi in terra / per una luce
salute dell'anima nostra, non ha voluto ch' ella sia stata impedita da una creatura
. marchetti, 5-287: quei corpi ch' a vicenda han le testure / tai
/ stanno; ed anco esser può ch' abbian alcuni / altri princìpi lor, quasi
foggia d'ami, e quindi accada / ch' e's'avvinchin l'un l'altro
consumare il marmo od altra pietra soverchia ch' eccede la figura che dentro a quella si
potesse venire, non si purga quella ch' è passata. donato degli albanzani, ii-
azione dal comandante ordinata, per piccola ch' ella siasi, che dal soldato per
mio cor mi degie rendere, / ch' è distretto in vostra baglia, / ché
'n està battaglia son perdenti, / ch' a resister ben ben non son valenti
cagionarti e danno anco maggiore: / ch' ove la nostra armata in rotta pogna /
spero in voi, avenente, / ch' eo non serò perdente. anonimo, i-577
da ferrara, 124: zascun omo ch' è prudente, / se fortuna li consente
non mi lassi in perdenza, / ch' eo non ò scienza, -in tal doglia
chi serve a chi à partito / ciò ch' è a suo partito, / e mai
perdute le lor armi fuggendo et i banderali ch' avean perdute le lor bandiere. ammirato
e perda e'denari de te compra ch' elli ane fatto. storie pistoiesi,
lorenzo de'medici, 7-99: nel tempo ch' ogni fronde lascia el verde / e
stiletto, datogli da un prete francese ch' era ai servigi della sua famiglia. si
: meglio mi fora, / donna, ch' eo fosse ancora - disioso / c'
: poi che di doglia cor convèn ch' i'porti / e senta di piacere
chiaro davanzati, ii-12: lingua ch' è di parlar molto imbiadata / perde
, acquista quella forza piena d'austerità ch' egli chiama amaritudine. baldi, ii-116:
portai al glorioso offizio, / tanto ch' i'ne perde'li sonni e 'polsi
altra 'ntendanza / ond'eo aquisti ciò ch' eo perdei d'amore. stefano protonotaro,
tanto di gravezza / con la paura ch' uscia di sua vista, / ch'io
paura ch'uscia di sua vista, / ch' io perdei la speranza de l'altezza
oro e di margherite, è segno ch' hanno perduto il vestimento della carità e
che mi tegn'a sire, / inanti ch' io perdesse il vostro amare. zanobi
/ lascia altrui córre, il pregio ch' avea inanti / perde nel cor di tutti
, una fanciulla, / per bella ch' ella sia, non vai più nulla.
] con grandi urli quando si pensava ch' avea perdute le benedizioni del padre.
anonimo, i-463: de la rosa ch' è fronzuta, / diventerò pellegrino,
fronzuta, / diventerò pellegrino, / ch' io l'agio così perduta? anonimo,
lo mio cor mi degie rendere, / ch' è distretto in vostra baglia, /
12: s'a voi paresse / altro ch' es- ser non dovesse / per lo
perder rime silabe e sonetto, / sì ch' a me stesso giuro ed imprometto /
ceduto, / si doggon sol del tempo ch' han perduto. vendramin, lii-5-447:
le forze per sempre che di gigante, ch' era prima per ischermirsi, ne divenne
via m'addita, / né più lasciar ch' io perda i miglior anni. g
buonarroti il giovane, i-183: vuoi ch' io mi perda tra gli abissi ascosi
noi perdiamo il dolze fine, / ch' è giesù nostro signore. muratori, 8-ii-69
t'ore, vien per me, ch' io non vuo'perdere / oggi il ve-
e'rimproverassero il detto giovane e dicessero ch' egli era da scomunicare come quelli che avea
anni è più veloce cosa, / sì ch' a tenervi dietro il pensier perde.
che di sogni empion le carte, / ch' ogni antica memoria appo costoro / perde
quaglia, /... / ch' alza il volo, ma subito s'incaglia
davanzali, ii-517: io mi credo ch' egli [il pesco] si perda sì
buonarroti il giovane, i-183: vuoi ch' io mi perda tra gli abissi ascosi /
fusse perso per lei e datole ciò ch' avesse voluto. pellico, 2-5:
così di mano in mano, fin ch' a poco a poco si vien perdendo e
il tuo caro ritratto, sappi ora ch' io lo ricevetti con trasporto, e che
appetito, lascino negletta la parte migliore ch' è la mente. 59. vagare
taciuto / mentre ho ben dir potuto / ch' i'ho perduto -il tempo e i
mancato parecchio, per piccoli e diversi disturbi ch' egli ebbe, non vorrei poi che
rettor., 91-n: fue uno accusato ch' avea morto uno gallo et erali apposto
e per lo spavento dimenticandosi di quello ch' ei volessero lasciare o portare e perdendo
. e questo ha fatto per allegrarsi ch' io perda la vita temporale. p.
chi pesca a canna, / perde più ch' e'non guadagna. manzoni, fermo
: duo piccioli / e magri uccelli, ch' o- gnora mi cantano / intorno casa
c'ènno qui tra noi de'contadini ch' hanno più graizia sette voilte di loro.
bronzino, 1-223: questo starsi, ch' io vi lodo e dico / e vi
perdimemòria. lì avanti il tassametro an- ch' esso galoppa, con l'affannoso ticchettìo d'
onore di dio, e voi sete cagione ch' io non posso stare a studiare per
., ii-180: perperna consolo, ch' era succeduto a crasso, udita la sua
90: fuor di speranza è l'uom ch' è in perdimento. laude cortonesi,
/... / e poi ch' io vegio e sento / ch'io vado
poi ch'io vegio e sento / ch' io vado a perdimento, / seria
anonimo, i-539: com'orno ch' è al di sotto / e crede
che dal veron tu lo guatavi, / ch' e'si struggeva propio come il lardo
oro, e tu cominci / da chieder ch' io ti faccia un capitale? manzoni
, vi piaccia d'ascoltare / questa ch' è sopr'ogni altra sventurata. tolomei,
236: ti se'fatto vivo tu ch' eri a pisa? così lui. scrissi
leopardi, 103: se t'immagini ch' io mi sia consolata della perdita del
..., come presuntuose e temerarie ch' elle sono, si metton negli occhi
potesse assembiare, per la gran perdita ch' avea fatta nell'altra battaglia. rinaldo
invece d'esalar materia sopercnia parve piuttosto ch' ella [caraffa] dimostrasse votamento
loro elasticità o alla reazione, prima ch' ella possa giungere alla punta del palo o
dea natura e alla maga fortuna piacque ch' io, senz'avvedermene e da'primi
e mezzo di stento e, quel ch' è più, di perditempo. giusti,
italia, adoperato contra l'armata genovese ch' entrava trionfante in venezia. giannone,
primogenito del prin cipe dietrichstein ch' ella partorirebbe un'arciduchessa. la
dimostra: / così, per quel ch' io me ne sappia, stimo, /
che ella mi abbia per così vetriuolo ch' io mi risenta ad ogni minimo tocco
viso-giucondo, / per troppo pondo / ch' ò di dolglienza / ongni stasgione, /
sopra il capo di iesù, mentre ch' egli mangiava. e vedendo questo, li
virtuosa giovane e dell'anima mia, ch' ella non vada in perdizione. desideri
, e andasti nelle dilettazioni loro, per ch' io dessi te in perdizione e ancora
stato non se'tanto fallatore / ch' io non ti possa far perdonamento. albertano
faria gran fallimento / perché ciascun può quel ch' è suo donare. =
anonimo, i-620: di ciò ch' eo dico isdegno perdonanza, / tanto
, e chie- segli perdonanza della villania ch' ella gli avea detto per la via
quel tanto di verità e di giustizia ch' io seppi mischiare alla mia finta pazzia
/ mise- rere, per dio, ch' i'ho fallato! ». beolco,
mo perdò- name atonca a mi, ch' a te domando perdonanza, mogi ere
da lentini, 25: donqu'è rasion ch' eo trovi pietanza / e perdonanza,
v'è... / cesare ch' a dominzio offra certezza / e perdonanza.
/ eo li siria forte aprosemato, / ch' eo vego amore ch'invan di mi
aprosemato, / ch'eo vego amore ch' invan di mi falise. -per
in sé nulla mancanza / di penitenza ch' avesse fallata, / veg- gendo lei
avesse fallata, / veg- gendo lei ch' amenda le pecata, / per quel veder
, vede- rebbe / la perdonanza di ch' el si confida. cavalca, 20
/ se ben non si vedesse / ch' ella per dio '1 faesse. vito da
., 11-17: come noi lo mal ch' avem sofferto / perdoniamo a ciascuno,
parere non ben misurata o una locuzione ch' esca un po'dall'uso ordinario del
i nipoti mi perdonino; e tosto ch' io partorisca cosa degna di loro, subito
, e dona / battesmo a me ch' ogni mia colpa lave. casalicchio, 487
della be- nivolenzia di dio, giudicando ch' egli non sia per rimettere, coprire
dante, purg., 3-120: poscia ch' io ebbi rotta la persona / di
, 361: giustizia del ciel, poscia ch' ai rio / perdoni come al buono
l'accusato: « io confesso bene ch' io feci questo fatto, ma pre-
fausto da longiano, iv-249: delle punizioni ch' ho date ho dolore e di quel
ho date ho dolore e di quel ch' ho perdonato allegrezza. leonardo mocenigo,
frugoni, vi-247: perdonai al poeta, ch' era (secondo la sua professione)
, inf., 5-103: amor, ch' a nullo amato amar perdona, /
i fidi cor non abbandona / amor, ch' a nullo amante amar perdona. chiabrera
tormenti crudeli. ariosto, 8-65: fin ch' ebber di fuore altra donzella, /
dolorose prede / di noi fa quella ch' a nullo uom perdona. r. roselli
così vuole amore, / amor, ch' a nulla età perdona. tesauro, 5-153
petrarca, 1-8: del vario stile in ch' io piango e ragiono / fra le
sì buono / che del zerto e'so ch' el me faria perdono. bandello,
302: fate corno rege bono / ch' ai suo servo, s'à offeso,
gilulfo] a combattere co'suoi duchi, ch' eransegli ribellati, e con memorando esempio
ottavo diè perdono a tutti i cristiani ch' andassono a roma, l'anno del giub-
costumi ridotti gli uomini d'arme, ch' erano diventati tutti come religiosi, coll'osservanza
dono? / -sì, queste due roselline ch' io fiuto. / - ti so
per la via di veritade, però ch' egli viene a gioia perdurabile. storia dei
in questo mondo, cioè a. ssapere ch' io porto testimonanza a verità, vero
bencivenni, 4-6: dio è quelli ch' è tutto solo, siccome disse san
volgar., i-1-8: le conclusioni ch' io crederò avere dimostrate io confermerò per
me incognito. nardi, 94: dicesi ch' ei [marco manlio] perdusse in
perdùcere. rinaldeschi, 1-187: coloro ch' hanno creduto e bene adoperato [dio
ad opo / gli alti tuoi asempri ch' a virtù perduce. -in relazione
: disse [temistocle] nel parlamento ch' elli avea proveduto lo liberamente della patria
appena udì il suono della prima domanda ch' ella gli rivolse, si diede a
detta donna e ritenelasi e disse ch' era perduta. boccaccio, viii-3-194:
3-i-115: on ridere se vedrai ch' io te li spedisco [i miei versi
roma], / e poi ciascun, ch' è suo ver cittadino, / colui
uno e trino, / umilemente preghi, ch' el si degni / renderle parte de'
antonio di meglio, lxxxviii-11-76: ben ch' io sia privato di speranza / del
longiano, iv-218: poveri vecchi, ch' avete gli occhi becicchiosi, le narici
è questa; / la quinta e quella ch' io mi perderei / a battezzare o
son messo a raccontare. ma bisogna dica ch' erano astratti, non eroici, non
io non perdeva, guai a me, ch' io sarei perduta ». s.
obbligazion, che vi professo, / vuol ch' io metta di voi qualcosa fuora.
. cino, iii-no-35: posso dir ch' è venuta / ne li occhi miei
è per lo viso una sembianza / ch' esce del core, ov'è sì combattuta
è sì combattuta / la vita, ch' è perduta, / perché 'l soccorso suo
egli è un freddo sì acuto / ch' io son mezzo perduto. d.
non v'è almeno speranza, se non ch' egli siasi ritirato alle bermude.
2-14: questo carlo divenne sì malato ch' era perduto del corpo e della mente,
con donne perdute. / vive ciò ch' era rimorto! / voi alle donne
. d'annunzio, iv-1-727: una pettinatrice ch' era già stata al servizio della famiglia
ma parve facilmente a lui possibile, j ch' era perduto in via più grave errore
ochino, 218: è da notare ch' el cristiano è obbligato a fare un
, 3-1: tra le buone cose ch' io conobbi peregrinando fu pagolo giovio,
sancta opera con quello piacere e amor ch' io ve la mando, e che se
san brandano, 263: io vi dico ch' egli è venuto lo dì della vostra
, ii-109: il nuovo pellegrino, cioè ch' è nuovamente entrato nella peregrinazione,.
più che molto si diffuse nelle lodi ch' ella meritava per aver, nella lunga sua
legazione... ha voluto dio ch' io abbia consumata tutta in peregrinazioni,
fortis, xxiii-447: forse v'avrà sembrato ch' io sia stato assai più temerario di
per altrui, in vece di congratularsi, ch' era sua carica, credo certo che
iddio, ne la peregrinazione nostra, consente ch' ogni luogo, ove ponete il piede
straniera. roberti, viii-2-179: sappiate ch' io ho bisogno di rin- novellar tale
ma ora torno alla patria mia: ecco ch' ora prendo il palio, al quale
12-474: non so onde sia avvenuto ch' a molti nobili scrittori sia stato
6: credo... più tosto ch' ei fusse uomo di sua natura
il peregrino ed alto ingegno, / ch' ascende al cielo, e gli stellanti
sale. fagiuoli, v-133: mentre ch' io inventariato / vostre prerogative peregrine,
spiega con versi peregrini e rari / ch' egli fu saggio, affabile e sincero.
peregrina, / inginocchion ti metti, ch' io ti vesta / d'oro, e
la beltà sovrumana e peregrina, / ch' ogni guerriero con accese voglie / la
cantari cavallereschi, 196: un saracino / ch' era chiamato a nome pignalione / bello
: il nostro gli disse eh'erano peregrini ch' andavano al suo viaggio. della casa
peregrina e non come cittadina, acciò ch' io non ponga il quore e la
al collaretto / l'altrieri un peregrin ch' andava al ciaffo. firenzuola, 2-257
322: nella natura..., ch' è opera di dio, vi ha un
italiano, degno di essere più conosciuto ch' egli non sia, dimostra che a
perentoriamente di far l'officio suo, ch' io non intendeva sturbarlo. manzoni, vi-i-
quadrato signato b c d e talmente ch' el faccia remanere quatro perequale porzione terminate